Più libri più liberi 2018 - Scritto sull'acqua. Considerazioni sulle condizioni ambientali del pianeta

Con
Buongiorno
Repubblica vuole ringraziare Più libri più liberi Michele Serra che si è prestato perché cita l'occasione per il ascoltare un testo particolare molto bello l'atto non l'ha mai distruggono in realtà la dicitura che abbiamo messo da un pochino si pianta a questo punto un testo letterario fatto per essere recitato scritto per essere letto ovviamente ma fatta anche per essere citato in teatro ovviamente questo
Non è il luogo più adatto per per legge o per quelli che hanno diciamo uno sforzo in più di concentrazione di immaginazione e cercare di essere in un luogo chiuso il Progetto e adesso Michele Serra viene che spiega come perché è nato questo testo il povero leggerà grazie
Grazie
Io cercherò di parlare
Ad alta voce si sente la voce ebbene sì
Perché appunto il sarebbe stata necessaria una dimensione un pochino più protetta però fate conto che il rimbombo della nuvola non esista e che siamo in un piccolo teatrino
In situazione più intima di quella nella quale siamo realmente
La cosa che sta per accadere qui è bello dura trentacinque minuti lo dico anche per sollievo
Del Pubblico
A un brevissimo prologo una brevissima storia una ventina ormai di anni fa
Vi si fa il Rafale di Sesto San Giovanni
Grande impianto siderurgico fuori Milano periferia nord di Milano
Che aveva appena chiuso era stato tutto venduto apparecchiature
Eccetera ai cinesi
Oltre alla grandezza del luogo
Dimissioni dei capannoni impressionanti mi colpì molto il racconto che mi fecero a proposito della falda d'acqua di Milano la falda sotterranea acquifera di Mila no era risalita di parecchi metri
A causa della cessazione del prelievo di acque da parte della siderurgia
Hanno decine di migliaia di metri cubi al giorno che la fa anche gli altri industrie lombarde succhiava no
Con la degli industrializzazione molte cose erano cambiate
E l'acqua sotto Milano cominciava a risalire trovai molto suggestiva questa immagine
Di un accenno sommerso che che risale
E quando parecchi anni dopo Fabio Vacchi che un compositore di musica contemporanea mi chiese di fare un piccolo libretto il termine tecnico è melologo
Sulla città di Milano pensai di scrivere con questo testo che rileggerò sulle acque di Milano nella versione
Diciamo completa c'è un'orchestra di ottanta elementi che come potete capire nonostante tutto portarmi dietro vi è la nuvola
Nella fattispecie era l'orchestra Verdi di Milano e la voce recitante e lì vi perdete qualcosa era quella di Lella Costa
Dovetti accontentarmi del accontentarmi della mia voce e dell'assenza assoluta di
Strumenti musicali
Sull'acqua
Senti che silenzio usare le iniziative dà conto
è involontariamente umoristico ma provate a immaginarlo sentì che silenzio
Lo senti
Aspetta un attimo prima di dirvi che non sentì niente
Ogni Silenzio contiene il suono che lo ha preceduto
Proprio come quando di notte ti accorgi del rumore del frigorifero solamente nell'attimo preciso in cui il rumore cessa
Quel momento non la senti durante quando c'è lo senti dopo quando non c'è più
Quando con un piccolo tuffo nel nulla quel suono si interrompe e allora sì
Te ne accorgi
E solo quando arriva il silenzio che finalmente ci si mette in ascolto
Mettiti in ascolto dunque
E sentirai non sentendo più niente che il rumore nel quale siamo nati e cresciuti non c'è più
Si è spento
Se ne è andato per sempre
Lentamente pezzo dopo pezzo come se l'avesse va smontato
Anno dopo anno giorno dopo giorno
Fino a fermarsi del tutto
Nessuno è in grado di dire quale sia stata l'ultima nota se un colpo di maglio il cigolio di un giunto il tonfo di una pressa un camion che si allontana
Il clangore di un cancello che si chiude
Qui proprio qui vicino c'era l'orchestra più grande mai vista al mondo
Una gigantesca orchestra di metallo che produceva senza sosta un suono sovrumano e profondo il salmo interminabile della produzione industriale
Giorno e notte
Il battito solenne delle macchine smisurate che lavorano l'acciaio
L'acciaio per fabbricare altre macchine di acciaio e giù giù lungo la scala del visibile dal viadotto autostradale alla trave e al giunto cardanico alla pentola a pressione
Al cuscinetto a sfera alla vite più infima tutto o quasi ciò che dà forma e robustezza alla nostra deperibile molle esistenza organica l'acciaio e la spina dorsale della modernità l'umanità sarebbe invertebrati senza
Decine di migliaia di operai ottemperavano tagliavano curva vanno rifila vano
Lo avvolgeva Nicola Rocchetti lo affiancavano in lamine ne facevano tubi vuoti tubi piedi lamiere cavi pezzi per motore fabbricavano acciaio a nostro stretto medio e largo acciaio in barre
Acciaio profilato tra filato laminato
E con l'acciaio e dall'acciaio prendeva forma tutto il resto
In base alla destinazione d'uso l'acciaio può essere da bonifica per molle per cuscinetti più cementazione acciaio per lavorazioni a caldo acciaio per lavorazioni a freddo
Acciaio amorfo e acciaio inossidabile
La sentite adesso che non c'è più
Il suono quelli del suono
Non era solo il suono delle macchine
E ora anche il suono delle parole pronunciate unicamente là dentro scritte solo là dentro il suono di una lingua sconosciuta all'esterno fuori da quelle mura interminabili
Caro Bon cementazione Nitro orazione ci adulazione Bonura azione calo maggiore saldatura laminazione ricottura di distensione ricottura di coalescenza Austerlitz azione
Curare una lingua morta come il latino
L'industria metalmeccanica rubando di fuoco e questo lo sappiamo questo ce lo ricordiamo ci sono Accardi segnate da quel fuoco ci sono vite bruciate da quel fuoco
Ma è anche un mondo di acqua eccome se lo era
E questo forse lo sappiamo di meno
Il fuoco lampeggiava in superficie e arroventare il cielo ma quelle nubi gonfie bianche o grigio chiaro che sbuffano delle ciminiere e di giorno lo devi segnare la pianura e scagliarsi contro le Prealpi
E di notte confondere se la nebbia e planare sui campi quella era acqua
Milioni miliardi di metri cubi d'acqua
Un mare sotterraneo la sterminata falda acquifera della Pianura Padana l'anima rigurgiti tante dell'economia lombarda la fonte di Venaria dell'agricoltura
L'acqua sommersa ma quasi affiorante distesa pochi metri di profondità sotto i nostri piedi
Immensa eppure invisibile in movimento eppure impercettibile inorganica eppure viva
L'acqua è sonora anche quando giace inerte
Nell'acqua i suoni si propagano con impressionante pervasività arrivano a distanze infinite come sanno bene i cetacei che si parlano a centinaia di chilometri di distanza
Chi salverebbe profondo delle fabbriche di Sesto San Giovanni come si ripete poteva nelle viscere di Lombardia
Dentro e lungo la falda freatica in quei libri e in quelle Diaye sommerse
Fino a dove arrivava per le sue vie sotterranee impercettibili superficie quella musica
Fino a dove si spingeva il rumore della fabbrica a ridosso delle Alpi
Agli argini del Po
E non vuol grande fiume si scaricano a mare anche il frastuono
L'industria lombarda la bevuta l'acqua nel sottosuolo per cinque o sei generazioni almeno di padroni e di operai di tecnici e di progettisti io pompati da Madre Terra
Interi oceani acqua quanta ne basterebbe per lavare le galassie per abbeverare i viventi di ogni pianeta per riempire ogni voragine e bonificare ogni deserto
Ogni giorno per anni per generazioni
Ponte gigantesche succhiano l'acqua di falda
La usavano per raffreddare lavare temperare levigare la usavano per controllare domare il fuoco
Mutare dell'incandescenza in forme solide alimentare macchine a vapore azionare meccanismi a pressione mobile pistoni inondare vasche trascinare resti di lavorazione
Nelle loro acque o anche tenebrose
L'acqua non faceva in tempo a rigenerarsi con le piogge che già l'industria ne succhiava altra insaziabile commesse un miliardo di elefanti si avverassero tutti insieme nello stesso la un miliardo di elefanti che devono nello stesso lago fatevi un'idea di quanto deve essere grande il lago
Quando i pachidermi uno dopo l'altro si sono allontanati trascinando altrove il loro peso esagerato quando i cinesi sono arrivati a numerato pezzo per pezzo giunto per giunto bullone per bullone ogni catena di produzione ogni binario e ogni vagone delle ferrovie interni agli stabilimenti
Ogni gruppo ponte e ogni Croix portale e gli argani e i carroponti i tralicci i forni le presse e le linee di montaggio
Quando le fabbriche sono diventate gusci vuoti ancora più immensa lo sguardo perché il vuoto e come il silenzio
Ti fa misurare la mancanza di quello che prima c'era e ora improvvisamente è sparito
Immagino una categoria senza altare senza reti e senza panche senza confessionali senz'acqua e senza freschi senza vetrate senza preti senza fedeli senza preghiere senza niente dico niente e allora si che che concili quanto è immensa quella cattedrale
Quando lei ebbe e le piante infestanti gli aiutanti le robinie le clematidi le e delle Gramigna alle ortiche ippici a letto
Hanno cominciato a tingere di verde piazzali vuoti a rompere
Piano piano la crosta abbandonata di quegli asfalti di dei cementi e poiché i loro semi portati dal vento attraverso i vetri rotti sono entrati in fabbrica e da ogni fenditura del pavimento hanno messo il germoglio
E invece quando progettando hanno di nuovo confuso nel caos della natura
Veline ordinate del lavoro umano
In pochi anni bastano davvero pochissimi a anni
Perché la natura di consegni a un sontuoso disordine alla pedante giudiziosa e fragile fatica dell'uomo
Quando la prima volta è stata avvistata dentro la Falchi di Sesto San Giovanni
Che frugava col naso in quell'abbandono in cerca di topi di cavallette magari dei resti di bivacchi dei senzatetto che avevano messo dimora in quei relitti si misurati
Quando niente era più l'umore niente sarà più fuoco niente era più un ettaro diventerà più operaio diventerà più lavoro niente era più niente e le fabbriche solo un'immane guscio vuoto è ammutolito così ammutolito che potevi udire il fruscio di qualche bestia nascosta e i passi di qualche uomo clandestino
E allora che l'acqua ha cominciato a risalire di livello ne approfitto per bere un po'd'acqua anche io
Scusate
Grazie
Acqua che sale acqua che spinge acqua che riaffiora acqua che cerca e trova la luce anzi la ritrova
Pochi metri in altezza che sono comunque moltiplicati per la superficie di quel mare sotterraneo una massa smisurata
Milioni di tonnellate in movimento pesi e contrappesi di un territorio vastissimo che si modificano falde stracolme che tornano a gonfiarsi dopo un secolo di prelievo
Forsennato e quotidiano come se qualcuno avesse elevato da una vena
Lago parassita che la dissanguato
Il silenzio è un vuoto al termine di un suono è sull'orlo del suono successiva
Nelle cavità incalcolabile degli stabilimenti vuoti nell'immobilità dei macchinari inerti nell'assenza impressionante di quelli smantellati nella fine del lavoro industriale sì sì aguzzano le orecchie
è possibile udire la remota profonda vibrazione delle acque sotterranea che risale
Inesorabili
è uno c'erano scuro
Perché la luce non lo illumina amari ma la sua natura e chiara e limpida
Uno ci hanno ossimoro nero come la notte e trasparente come i sogni indifferente alle stagioni alle volubili correnti di superficie al gelo invernale come alla canicola estiva
L'acqua di falda temperatura costante tra i dieci e i dodici gradi mai di meno mai BPU lungo i secoli lungo i dividendi lungo le glaciazioni e indigeni
Tra i dieci e i dodici gradi nondimeno non di più
Mentre sotto il cielo la tempesta la siccità e il vento l'alluvione il fuoco modificano continuamente la superficie
Sotto la terra l'acqua conserva la venerabile inerzia dell'eternità
L'acqua è salita quanto basta per allargare almeno un paio di stazione della metropolitana milanese che senza le idrovore che la pompano via non potrebbe più funzionare perché l'acqua scorre là sotto abbassa le pareti delle gallerie fiancheggia i binari
Sfiora gli ultimi gradini delle scale mobili
L'acqua giace là sotto allo stesso livello del passeggero che sta digitando sul suo smartphone e aspetta il suo treno la suola delle sue scarpe e sulla riva di un oceano e Luís non lo sa
L'acqua è salita quanto è bastato al barista Angelo dalle parti del parco Solari per accorgersi che il salnitro alle pareti della sua cantina è molto aumentato davvero molto
Non solo l'angolino in basso a destra dietro le casse del Crodino come è sempre stato da quando Angelo era bambino accompagnava il suo padre giù per le scale con una certa trepidazione nel cuore
Quel buio umido quello spiazzo stantio appena si apriva la porta quell'odore di polvere fradicia no
Adesso è una parete intera
In un paio d'anni forse in pochi mesi la macchia invaso tutto il muro come un affresco chiaro conto noioso misterioso come quei fiocchi fragili ambigui metà muffe metà cristalli metà Battery
Vita sali minerali cammina il salnitro dal basso verso l'alto dal ventre zuppo della terra fino a dove l'ombra riesce a custodirlo
E ci sono goccioline di condensa contro il vetro della bocca di lupo che dà sulla strada ora bisognerà tener la sempre aperta dove torna l'acqua bisogna far tornare a circolare anche l'aria l'acqua è salita quanto basta per riaffiorare all'aria aperta dalla bocca incolore di qualche fontanile che mi aiuta silenzioso metodico tra i fili d'erba pesta dell'umile incustodita campagna che fa da bordo alla metropoli
è solo un piccolo sfiato ma è come quando vedi in mare a miglia di distanza il soffio della balena che ti rivela quanto vigorosa e vasta sia la vita là sotto
è il segno puntiforme di una forza ubiqua e irresistibile
Le sorgenti di pianura sono più sorprendenti e più inattese di quelle dei monti e dei rilievi perché svolgano senza una ragione apparente non favorita dalla tendenza
E dallo scorrimento delle acque verso valle sgorgano dal basso contro la forza di gravità come se il loro sgorgare dipendesse da una misteriosa energia interni
E grazie ai fontanili di acqua risorgiva che l'agricoltura lombarda ha costruito la propria Fortunato la tecnica delle marcite ora quasi in disuso consentiva tra i sei e i nove tagli d'erba all'anno dislivelli di pochi centimetri bastavano a far scorrere l'acqua per chilometri rigare campi moltiplicare i raccolti
Gli agronomi e i contadini lombardi conoscevano giustezza e da giocatore di biliardo
Lavoravano su un panno verde di migliaia di ettari badavano che i rilievi fossi carambola hanno lentamente raggiungessero ogni lembo di terra e negassero ogni metro
Le marcite della Bassa Milanese sono all'origine dell'accumulazione originaria del capitale
La falda acquifera della Pianura Padana e una delle culle del capitalismo europeo
La prima sapendo nuove che l'acqua e oro anzi prima che noi cominciassero cominciassimo a dimenticarlo
Lo sapevano bene gli antichi quasi tutti i luoghi sacri intorno a Milano le abbazie le certo osé sono sorti nei pressi di acque sorgive fontanili polle affioranti acque limpide vive
Che salivano in superficie senza che l'uomo dovesse fare la fatica di scavare pozzi e di frugare nelle profondità
Prima della cristianità in quegli stessi luoghi c'erano templi pagani perché l'acqua eh sacra
Dovunque zampilla ed orgoglio in superficie l'uomo si ferma e mette dimora
L'acqua è sacra e lo è da sempre e ovunque in tutte le civiltà e ha continuato a esserlo anche durante il nostro lungo Evo industriale
Che tuttavia
Per smemoratezza o per pudore o per distrazione non si sa
Al sacro non era molto disposto
E dunque ha usato l'acqua la terra il fuoco e l'aria senza mai vendere grazie
In fin dei conti basta questo per dare espressione al sentimento del sacro ringraziare il mondo ringraziarlo per esserci ed essendoci farci essere
L'acqua inserita infine quanto basta la pianura lombarda per riconoscere se stessa la propria natura la propria consistenza
Quanto basta per chiederci se dobbiamo soprattutto a questa acqua sentirci inquieti oppure assicurati se quell'acqua ci minaccia pure ci sorregge
Se sta per sommergere ci oppure
Per trasportare ci
C'è una vera e propria mitologia delle acque a Milano che si sta risvegliando in questi anni di crisi e di ripensamento ma non sarà mai sopita del tutto
Sono ancora vivi e vegeti certi vecchi milanese che dicono di avere fatto quand'erano bambini il bagno nell'era oggi o nei canali che attraversavano la città che ancora l'attraversano interrati per chilometri invisibili come ladri
Raccontano quei vecchi di acque limpide piene di pesci messi in fuga dai tuffi dei ragazzini
Ma ricordo infantile Monda ogni immagine delle sue impurità
Limpide proprio limpide quelle acque urbane
Non sono mai state la retorica di quando c'erano i Navigli è indulgente e fuorviante come tutte le nostalgie
I Navigli erano affetti di anche quando le chiatte li solcavano e gli acquerelli stili riproducevano inquadrandoli dagli stretti ponti di ferro che ancora oggi ne scavalcano i tratti emersi Delio Tessa cantore mai retorico di Milano e dei milanesi di quelle acque sapeva restituire anche il fetore
Quando c'erano i Navigli ogni anno tra marzo e aprile si andava incontro alla cosiddetta assurta si toglieva l'acqua per circa un mese allo scopo di pulire il fondo melmoso perché puzzava s'è un poco di meno
Beffardo l'incipit di una celebre poesia che Filippo Turati a cavallo tra Otto e Novecento dedico al Naviglio sul gorgo viscido chiazzato e putrido sghignazza un cinico raggio di sol
Ai padri del socialismo non piaceva l'elegia sapevano di quanta miseria e sporcizia era fatta la vita del popolo
Alda Merini scrisse di dire sul Naviglio che gemme che non è proprio l'immagine conciliante
Durissimi con la durezza ruvida del dialetto riversi Ivan Della Mea contro la retorica navi ricca
Leggo il milanese poi traduco
Di vecchi dischi ed è bella questa Acqua Marcia sto scarica libri decesso in Riviera Ghedinsky la vela sta Acqua Marcia impestata vecchi dischi e le Bela mani né pièce no
C'è chi dice che è bella questa Acqua Marcia questo scarico pubblico dicessi e porcherie
C'è chi dice che è bella quest'acqua marcia impestata c'è chi dice che è bella Mame non mi piace
E le bottiglie e le lattine galleggianti le chiazze di sporcizia accumulate lenti Molinelli
Il neghittoso incedere tra due sponde strette orlate di Altieri erbe guaste e quel colore denso petrolio usa più di melma che di acqua
E neanche più un pretesto così lombardo dell'utilità di quel piccolo fruire le acque sporche non più una chiatta di Iaia che scende dal Ticino non più una barca che faccia il suo mestiere
Chi sono solo quelle paroliere battello attaccate davanti ai locali della movida
Quanto alle lavandaie abile lavandaia dei Navigli erano povere donne sfiancata da un lavoro micidiale tutto non sbattere stregare trasportare riti trasportare quei panni grevi
A trent'anni ne dimostrarono cinquanta cinquanta erano vecchie dalle mani gonfie artriti che piegata in due dalla fatica fu il fascismo a decidere di ricoprire i Navigli ed era la stessa intenzione benpensante che portò ad abbattere vecchi quartieri brulicanti e fatiscenti a Roma e Milano per fare posto agli ampi stradone nazionalisti
La decenza piccolo borghese non ama gli odori troppo forti quelli che sanno di miseria di fatica e di popolo
Milano non ha nascosto le sue acque per cancellare un passato di scie di argento di prospettive pittoresche di battelli che salutano Allegri dall'occhiata
Le ha nascoste per dimenticare le sue viscere e la sua puzza così come nell'Inghilterra vittoriana era volgare dire pancia della Milano novecentesca era diventato volgare mostrare i Navigli
Ora però
Ora che anche la modernità è diventata il passato
E del passato sta trascinando non solo la sua foga costruttrice ma anche la sua fobia occulte attrice quando i capannoni vuoti sono migliaia e chi ci lavorava lei guarda da fuori e subito dopo si guarda le mani e si domanda dove affondarle e dove le affronteranno i suoi figli
Ora che quasi tutto si è fermato in questa stasi carica di sfinimento e via tesa noi sappiamo noi sentiamo che qualcosa sta per succedere
Che qualcosa dovrà succede
L'acqua potente e inquieta sulla quale camminiamo come Christie parecchio facilitati da innumerevoli Conforti non logici
Ci ricorda se non altro che tutto si muove anche quando sembra fermo
E che quando tutto sembra perduto
Tutto sta per ricominciare il silenzio è un vuoto che separa il suono che lo ha preceduto dal suono successivo
Viene voglia adesso di rimettersi in ascolto
Il suono che è sotto di noi che è dentro di noi chiede di essere udito udito e decifrato perché fino adesso e ancora una vibrazione remota indistinta è un suono affiorante anzi Elia affiorante
Cioè dentro la memoria dell'infanzia struggente ruffiana che sgorga tradimento quello privo prealpino dove il nonno ti portava raccoglie dalla condito blu come nemmeno l'agenzia nel blu stia attento che è velenoso non portarlo alla bocca
Quanto è bello tante velenoso
E mentre camminava e permane intontito dalla luce smagliante che dal canto veloce dell'acqua tra i sassi tu con la permeabilità del bambino ti lasciavi premiare da bellezza
Che veleno a veleno e bellezza favolosa minacciosa alleanza e ti chiedevi come potesse stilare veleno un fiore chiede il gambo per il fisso in quell'acqua fresca pulitissimo
Poi tornati in paese c'era quella fontana di pietra quell'acqua gelida che si raccoglieva nella vasca quel sole quei riflessi quelle voci di donne quella rete state
Tutto troppo perfetto
Troppo intatto per essere vero e infatti non lo è e non lo era
Le buone anime dei nostri nonni e nonne ed in ogni delle nonne si staccarono la schiena nei campi emigrarono avevano fame si ammalarono di malattie primitive la pellagra il gozzo
Bestemmiava ma per la disperazione
La memoria che è caritatevole non conserva il suono di quelle voci sconfitte di quelle impotenza di quelle ignoranza di quell'umiliazione
Alla terra non si torna non così almeno non nello stesso modo non con quella deferenza al padrone al prete alle stagioni avare
Non con quella sottomissione al destino non così mai più così
Alla terra non si torna alla terra si va
E alla terreno vi andremo possibilmente comodi
E possibilmente liberi
Qualcosa la grande orchestra di metallo che ha appena concluso il suo concerto ce lo ha insegnato eccome se ce lo ha insegnato
Mutare cambiare forgiare inventare scoprire creare costruire perfezionare il migliorare
Affinare moltiplicare dare forma
Dare la giustezza dare forza dare precisione dare destinazione battere il tempo batterlo sul tempo accelerare condurre il gioco decidere noi solamente noi
Ma abbiamo imparato anche che prima di decidere dovremmo capire o meglio dovremmo averlo imparato
Bisogna ascoltare meglio Meglio più in profondità con maggiore calma maggiore agio sfruttando il solo vero vantaggio che abbiamo in questo momento che è il vantaggio dell'interruzione
Il vantaggio del vuoto del silenzio del pensa
Ascolta meglio allora non fermarti ai soldi antichi Allegri dell'infanzia l'acqua che scorre l'acqua che quasi frigge sotto il sole di luglio
Oppure fabbrica nel gelo dell'inverno e ti sembra di vedere il respiro della terra non c'è qualcosa di inedito
Disconosciuto un suono mai sentito
Qualcosa comunque non posso immerso costante ininterrotto basso come Dean Frassoni che si inseguono e si intrecciano nelle cavità della terra un sono orizzontale
Come l'acqua che lo contiene lo produce un suono che pervade allo stesso modo il qui come il giù come il cento chilometri da qui
Ma non sono l'argentino di torrenti o di zampillo non era a carico non è consolante non è innocente non è nostalgico appese contiene un'infanzia bene non è la nostra il nuovo ed è potente
Così potente che il Zang Tumb Tumb con i quali Marinetti cerco di dare voce al clangore dell'industria il furore della guerra sembrano innocenti onomatopee da fumetto magari ci fosse un neo Futurismo qui e ora
Che provasse a dare fisionomia al suono che è in arrivo che sta per arrivare che è già qui non è un battito è un suono senza ritmo quelle sequenze da mitragliatrice da motore a scoppio che tanto entusiasmano i poeti del primo Novecento sono davvero archeologia petardi pittoreschi
Vecchie icone letterarie e sonore
Io non sono capaci di spiegarglielo come questo volendo semplificare ecco e chiedendo scusa per fornirvi una traccia così vaga così rozza direi che un suono di sono le vocali qualcosa come a di io un
Mi sono visto le vocali e le consonanti ancora non sono intervenute a dargli scansione e a dargli struttura
Ma neanche le vocali bastano a definirlo è un suono d'acqua ma non di acqua che scorre
E mi sono di acqua che aspetta di acqua che CIA spetta contiene un'energia immensa natura lavoro alimento ditta
Caleremo nuovissime sonde per trarne calore riscaldarci d'inverno e rinfrescarci testate troveremo
Nuovissime strade per fare dell'acqua altre strade
Trasportare gli uomini e le loro cose progetti a Remo chiuse facili da manovrare paratie più leggera e più robuste come grandi mani che indirizzano e raccolgono fiumi e canali
Useremo l'idrogeno per far camminare le macchine vapore acqueo lungo le strade al posto delle scie di fuliggine
E basterebbe meno della metà della Sapienza degli agronomi che progettavano le marcite secoli fa per imparare a tenere per viti fossi custodire gli argini scavare i drenaggi che fermano le frane mondare i fiumi e i mari dalle nostre deiezioni
Forse forse
E se invece non ne saremo in grado non sarà stata la voce dell'acqua della terra e dell'aria a ingannare cinque
Non è la maestra degli elementi che può confonderci o atterriti non siamo più di mai più saremo i nostri antenati governati dallo spavento minacciati da dei permaloso sia vendicativi
Se non capiremo se non sentiremo sarà solo colpa della nostra sordità assenti che silenzio mettiti in ascolto
Dispiace per il livello sanava un eccellente grazie comunque grazie cuore vivo
Devo sgomberare
Se qualcuno forse da qualche minuto se qualcuno ha domande da fare mentre bevo appunto
E se no
Se no possiamo andare felicemente a bere e mangiare che sono attività molto naturali grazie tanta per la pazienza grazie