Sono stati discussi i seguenti argomenti: Cultura, Fascismo, Italia, Letteratura, Mussolini, Politica, Storia.
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17:00
9:30 - Roma
10:00 - Siena
17:00 - Bologna
9:30 - Ribera (AG)
17:00 - Ribera (AG)
scrittore
Ci siamo
Radio radicale bentornati ad un appuntamento delle parole le cose siamo in compagnia di Antonio Scurati benvenuto a Radio Radicale innanzitutto però allora siamo qui a Milano nel tuo studio per parlare di M il figlio del secolo edito da Bompiani un romanzo importante diciamo anche ironia un po'del destino siamo nella città dove dove questo romanzo inizia perché il ventitré marzo del mille novecento diciannove c'è questo inizio formale del fascismo
Ma in qualche modo M è un è un viaggio non solo nel fascismo ma è un viaggio all'interno della figura storica politica e umana di Benito Mussolini un libro che tra l'altro lo dicevamo prima ha generato tanto dibattito intorno però libero necessario proprio perché dall'altro spezza la narrazione accademica la narrazione
Eccessivamente alle volte anche Aldo reverenziale di alcuni storici autoreferenziale di altri
E e ci racconta in qualche modo un Mussolini scarnificato un Mussolini Nudo rispetto a alle sue
Tentazioni alle sue volontà e alle sue idealità da un lato e anche di fronte alle sue mediocrità i alle sue povertà Mussolini solo davanti
Al potere e davanti a quello che in qualche modo a sempre sognato voluto innanzitutto
Come è stato per temi iniziare questo viaggio iscrivere questo libro
Ma e all'inizio cioè una una specie di illuminazione se vogliamo la dico così un po'scherzando Rampello nel senso che io no nessun legame
Esperienziale non avevo prima di cominciare a scrivere
Esistenziale e intellettuale con Benito Mussolini o il fascismo
A ho ricevuto una formazione intellettuale e civile diciamo di sinistra negli anni in cui ormai c'era la smobilitazione ideologica quindi diciamo sono stato lambito assieme alle donne e agli uomini della mia generazione come si diceva una volta
Dall'ultima ombra della del dominio intellettuale del sinistro studiato filosofia alla Statale di Milano che era una roccaforte però alla fine degli anni ottanta non sono un ragazzo degli anni ottanta
Nella mia famiglia non c'è nessuna diciamo discendenza dalla militanza fascista io non subì morente un fascino particolare diciamo dalla figura di Mussolini
Ero piuttosto o antifascista diciamo per per cultura ma piuttosto indifferente agnostico
Mentre stavo
E non è il dottor Max non è significativo continua ripeto mentre stavo scrivendo il mio romanzo precedente dedicato alla Resistenza allevamenti Suburbs grande diciamo eroi dell'antifascismo l'intellettuale non solo che quello sia un libro che io ho sempre voluto scrivere fin da ragazzo
A un certo punto stavo vedendo questi film si luce su internet che verso facilmente reperibili con Mussolini che parlava a Palazzo Venezia quelle immagini che tutti noi abbiamo visto mille volte fin da ragazzi e che ormai non non vediamo più
E ho avuto questa questa intuizione da romanzieri e mi son detto ma questo qui non ha mai raccontato su
Ovviamente sapevo che che esistevano intere biblioteche su Mussolini e sul fascismo decine di biografie solo su Mussolini che non c'è periodo nostra storia è stato più studiato
So che a me era parso di vedere che non aveva mai raccontato nessuno glielo dicevo dal lettore ed autore di romanzi
Cioè non si era mai fatto di Benito Mussolini della conquista del potere da parte dei fascisti materia di narrazione letteraria
E questo
Significava che c'era tutto un vastissimo territorio di racconto di comprensione di penetrazione di sguardo su quegli eventi che era ancora vergine
E e questo è stata una una c'è un'intuizione vertiginosa prima per il romanziere che per l'intellettuale no e mi son detto
Sì si può fare adesso prima non si poteva fare sue ne parliamo c'era una specie di interdetto si può fare si deve fare lo puoi fare tu ovviamente davanti c'erano un lavoro immenso ma anche il brivido di di di qualcosa che non era mai stato tentato fino fino ad allora perché ovviamente la narrazione letteraria del fascismo da parte di chi ha vissuto il fascismo dei quali è tutt'altra cosa
Quindi la spinta a quell'impresa conoscitiva che è la la narrazione letteraria che fino ad allora era stata proibita da tabù e da interventi di tipo storico politico ideologico
Ecco proprio di questa volontà di interdire in quel campo che è un campo di narrazione un campo anche semantico perché alla fine diciamo
è innegabile e dire che che questa parte carne viva non solo della nostra storia ma della nostra memoria ma soprattutto
La la tua opera in qualche modo che ricordiamo questa che presentiamo di cui discutiamo oggi il primo volume perché qua ci sono le carte insomma anche nella scrittura del tuo del del del tuo secondo volume e ci sarà anche un terzo insomma sulla c'ero io c'ero posso Jordan perfezione proprio
E però ecco diciamo che questo diciamo che questa opera serve soprattutto a mio avviso inneggiando insomma
Lo ha compreso ancora di più oltre che dalle intenzioni iniziali soprattutto per fare veramente i conti con il proprio passato perché almeno dal mio punto di vista l'esperienza storica nei confronti del fascismo è stata da un lato necessariamente per la società dell'epoca
In qualche modo chiusa in una stanza e raccontato ovviamente tutto l'orrore che ne è conseguito rispetto a questo però diciamo perché dall'altra parte ogni censura ogni muro crea poi una fascinazione e le fascinazioni e in qualche modo le estremizzazioni da dall'altra parte non creano mai lo strato di consapevolezza allora tu dici oggi è è possibile fare questo ma è possibile farlo perché in qualche modo c'è più disinteresse nei confronti di quel periodo storico perché c'è più
La possibilità di scavalcare alcune pareti ideologiche o steccati culturali che chiaramente hanno poi di contraddistinto il dibattito pubblico in Italia
Per per lunghi decenni
Oggi è possibile farlo
E quindi dal mio punto di vista diventa necessario farlo perché caduto alla pregiudiziale antifascista
Che è una cosa che
A chi proviene da una cultura di sinistra progressista non può piacere ci dispiace
Però dobbiamo fare i conti con questo dato storico il
Tutte le percezioni perfino le percezioni perfino i pensieri ma soprattutto le innovazioni e le discussioni sul fascismo nei primi settanta anni della storia repubblicana
Erano all'insegna della pregiudiziale antifascista
Cioè se uno voleva
Accedere al dibattito politico al consesso civile
Ha una qualche comprensione
Della del Ventennio doveva preliminarmente dichiararsi antifascisti
O pensarsi antifascista o viceversa sull'altro versante
Dichiararsi fascista o neo fascista e quindi rimanere ai margini diciamo della società civile del dibattito politico da lei bensì politica
Allora questa pregiudiziale che è stata fondamentale proprio nel senso etimologico per la fondazione della Repubblica italiana Benedetta è sacrosanta
Fra le sue tante implicazioni ha precluso una narrazione
Spregiudicata
Come sempre la narrazione letteraria artistica della realtà ha precluso la possibilità che Benito Mussolini diventasse il personaggio di un romanzo
Sebbene un romanzo documentare come armi
La narrazione del fascismo è sempre stata
Sempre passata attraverso un filtro
Politico ideologico
Ma prima quello lo stesso filtro dei fascisti che si sono raccontati Miti d'arte attraverso la propaganda del regime
Eccetera e poi quella della la storiografia o della narrazione è stato faceva le faceva impegno degli di di lotta politica di uso pubblico della storia eccetera eccetera tutte cose
Necessarie preziose ma che
Impedivano impedivano il racconto spietato e spregiudicato quando tu prima dice il Mussolini nudo
è quello che fa la letteratura quando riesce palco apertura fallisce antica
E questo diciamo dal punto di vista del romanziere impedivano anche che Benito Mussolini fascisti e la conquista del potere da parte dei fascisti fosse raccontato attraverso gli stessi fascisti
Dal di dentro sia dal punto di vista della loro vita intima della loro vita mentale e anche dal punto di vista
Che
Un di un racconto imperniato
Che rifiutasse il paradigma vittima Rino va bene per settant'anni e ottant'anni la storia d'Europa e l'Italia è stata raccontata
Attraverso le vittime
Due paradigmi quello vittima Dario è quello marginali sta attraverso le vittime e attraverso ed ai margini di personaggi secondari piccoli personaggi
Quelli esclusi diciamo così non i protagonisti della storia ma nei suoi sempre ancora una volta le sue vittime i suoi non gli attori principali magari d'accordo sulla indiano
E in questo c'è stato una necessità storica
Perché la Storia con la esse maiuscola perché i grandi protagonisti perché l'assalto alla storia da parte dei fascisti doc aveva prodotto una tragedia immensa e allora noi ci ritiravamo in un angolo
E la raccontavamo dall'angolo attraverso le sue vittime quelle che il corso della storia aveva macinato
Nel suo incedere tutto questo io mi sono formato in questa cultura
A un certo punto però io mi sono accorto raccolto che proprio per ragioni storiche
Perché erano trascorsi cent'anni perché il ventesimo secolo terminato
Perché noi siamo sulla soglia di un nuovo Remondi un'apertura verso il futuro che però la scompone di ombre che cerchiamo di scrutare
Perché non riusciamo a decifrare con le categorie del ventesimo secolo ma una legge in cui dobbiamo guardare se vogliamo essere uomini intellettuale del nostro tempo per tutte queste ragioni
Il paradigma vittima Rio andava rifiutato come paradigma egemone nella narrazione in marginalissimo andava rifiutato noi dovevamo tornare a raccontare la storia anche attraverso gli attori della violenza anche attraverso i carnefici e dal
Dal punto di osservazione centrale
Non sono certo il primo a farlo voglio dire la parte più interessante della letteratura europea secondo me muove in questa direzione pensiamo le benevole di Littell che è un capolavoro del romanzo eccetera
E però questo non è solo una questione di poetica non riguarda solo gli scrittori letterati c'è
Un un un una spinta in questa direzione da parte della società
Quando quando io ti dicevo prima che sono assolutamente poco sociale o per niente social
Non non non solo sul sui social media non mi hanno interessato non inseguo vedo che in queste settimane prima lo fanno notare quelli del secolo c'erano centinaia migliaia di ragazzi ventenni
No che che hanno letto questo libro che lo hanno che fanno le loro fotografie quelle quelle sciocchezzuola che fanno i ragazzi lo mettono sul comodino ecco cose carine insomma
Che scrivono perché i sorgono in sua difesa si qualcuno lo critica che scrivono sono qui inattesi devo preparare l'esame di Storia una noia mortale non vedo l'ora di tornare leggere allora
Un libro letterario di ottocentocinquanta pagine significa che cosa secondo me
Che si sente
Il desiderio
Di Elia
Propria si del sentimento della storia
Io su questo lavoro da molti
Non è solo una questione di conoscenza della storia
Non è solo una questione di coscienza storica che va contraendosi ratto appendo sì che viene abrasa dall'orrido Zonta lirismo appunto del del dell'ambiente digitale dei social media
Noi ci sentiamo prigionieri del presente
Conflitti a testa in giù io dico nel Cocito del presente la condanna spirituale specifica degli uomini della nostra epoca del nostro mondo e e le nuove generazioni che sono cresciuti in questo orizzonte alita in questo presentino in questo tempo della cronaca
Iniziano avvertire che qualcosa gli manca
E gli manca prima ancora che la coscienza storica e la conoscenza della storia il sentimento del pastore il fatto di sentire che tu non sei solo non sei il primo non sei l'ultimo come diceva il grande Ernesto De Martino Dorsey dentro
Una una una
Una un'umanità più vasta di cui si diventi sono la minima parte di cui come dire le legioni dei morti e il venti non ancora nati sono la parte maggiore no
Perché non si riduce tutto a questo che un tempo più grande che viene da lontano che attraversa superati lascia indietro ecco
Tutto questo
Sta accadendo
Sta accadendo ora
Secondo me noi abbiamo sentiamo il bisogno di di linguaggi di narrazioni che che sostenga questo questo
Questo nuovo afflato lo specialismo accademico è oppure la proibizione il tabù il il filtro politico ideologico non è
Non è sufficiente ci vogliono nuovi nuovi racconti
Se farlo troppo e faccio troppi comizi
Rocco ma io penso che radio radicale consegnò ai novanta controlli
Sarò non ascolta nessuno che mi possa no quella norma allora c'è una una caratteristica che che almeno io da lettore ho amato molto di questo libro
Che da un lato la meticolosità nella scrittura e e questo diciamo mi piace sottolinearlo perché è un libero
Scritto in modo molto giusto molto centrato e al tempo stesso molto affascinante perché altrimenti anche quella cosa che raccontarvi prima dei ventenni che che che fanno le storie su Instagram
Con il tuo libro non sarebbe possibile
Ma è questa fascinazione non diventa mai piacione via storica come si direbbe
In termini poco intellettuali traccia in qualche modo una scrittura che restituisce anche il senso della gravità degli accadimenti storici ma soprattutto della gravità interiore dei protagonisti il libro inizia appunto con dalla lo abbiamo detto
All'inizio di questa nostra conversazione con una con un'abitazione milanese insieme a piazza San Sepolcro il ventitré marzo del mille novecentodiciannove
Inizia con queste righe affacciato sulla piazza del Santo Sepolcro cento persone scarse tutti uomini che non contano niente siamo pochi siamo morti aspettano che io parli ma io non ho nulla da dire
Allora in queste poche righe poi ovviamente il lettore che avrà la fortuna di leggere questo libro
Lì ritroverà questo motivo iniziale cioè in qualche modo non solo all'inizio storico di quell'avventura ma c'è anche l'inizio interiore ed M a mio avviso diventa ad un certo punto non solo il romanzo di una narrazione storica su Benito
Ma diventa soprattutto la narrazione storica su un intero Paese perché forse tutto quanto quello che tu dicevi prima
è insito anche nel fatto che è un Paese che ha negato e continua a negare molto abilmente
Che ha subito in modo massiccio non solo quella fascinazione va in qualche modo subisce ancora quella coazione a ripetere determinati gusti possiamo dire
Nella vita pubblica e civile e forse è proprio questo che in qualche modo ha creato una negazione oggi
Molto abilmente uno dei motivi per cui l'antifascismo è morto
E che è diventato un suppellettile chiunque si dichiara antifascista chiunque si dichiara antirazzista ritrova sempre un'altra motivazione di ordine pubblico di ordine economico-sociale per rivendicare magari la propria idea malata
Però tecnicamente diciamo all'interno di queste pagine secondo me c'è anche il motivo stesso per cui abbiamo negato questa storia e la storia di Benito Mussolini forse perché la nostra storia
Sì certo non c'è dubbio la nostra storia però chiediamoci cosa significa che la nostra storia
Allora io da un lato ti dicevo prima che secondo me oggi è possibile davvero raccontarla in maniera spregiudicata e spietata no senza pregiudizi e senza indulgenze
Perché noi siamo una generazione del dopo
Perché il nostro legame esistenziale esperienziale con quella storia è cessato non c'è più vissuto
Che ci riporta alle
E quindi possiamo finalmente riappropriarci di questa storia narrativamente nella misura in cui non le apparteniamo più
Cioè non si tiene più in ostaggio impegno capisce come quando era ancora materia di contesa politica ideologica
Significa che possiamo le appropriazioni perché noi non apparteniamo più a lei non siamo più militanti i comunisti i neofascisti
E però dobbiamo capire che lei appartiene non quando oggi queste interviste non più grazie a Dio ma insomma il giornalismo quello più
In genuflesso dinnanzi all'idolo del presente della cronaca mi chiede ma Mussolini assomiglia questo non voglio dentro Minali assomiglia a quello no bisogna ribaltare l'ottica
Siamo noi che assomigliamo Luís
Cioè
Che il fascismo ha plasmato in profondità il carattere nazionale molto più di quanto l'antifascismo del dopoguerra ci ha illuso che avesse fatto
Lo ha plasmato perché il fascismo era già a sua volta un
Figlio dell'antropologia italiana perché il fascismo
Certo c'è ecco che dice c'è un fascismo eterno ancora nel fascicolo anche una dimensione metà storiche ma è anche uno degli ultimi
Formidabili prodotti diciamo così che la cultura italiana purtroppo aggiungo purtroppo ha regalato al mondo una delle ultime nostri dall'invenzione
E allora dal punto di vista dell'Antropologia diciamo così dell'uomo fascista la lettura del romanzo è sorprendente perché
Il rispecchiamento del Presidente del del dell'italiano di oggi nell'italiano di allora ha per lunghi tratti assoluto
Cioè tu lo leggi
Non solo del diciamo dell'umore politico e sociale del presente ma anche proprio del del profilo umano Tula leggi di cifra tonda questi si aprono
E io assicuro che non c'è nessuna forzatura da parte mia
Non in quella direzione
Anche perché la letteratura è preterintenzionale io certo non ho cominciato al cinque anni fa studiare a farmi Mazzoli con l'intenzione di scrivere un pamphlet che richiamasse la cronaca politica ci mettono due settimane a scrivere quello
E però mentre studiavo mentre leggevo mentre raccontavo mentre mi riappropriamo di quella storia cui poi per fortuna non appartenevo più attraverso la valutazione mi accorgevo che davanti ai miei occhi c'era anche uno specchio
Riflettendo specchi ustori ok che bruciava nel contatto col presente sia dal punto di vista antropologico perché uomo Mussolini ci assomiglia molto più di quanto o meglio noi assomigliamo lui molto più di quanto vorremmo
Soprattutto questi primi fascisti
Prima che poi la la la pantomima del regime gliene facesse una caricatura
E che che gli umori profondi noi il ritiro il morso della coscienza nazionale con cui non si è mai fatto i conti anche e soprattutto perché non è mai stata raccontata in maniera lunga come dicevi tu
E sono ancora in circolazione
Sono ancora in circolazione nessun'altro paragoni tra allora e oggi ha un senso perché ci sono quelle differenze abissali a cominciare dalla questione della violenza no
Però sul piano antropologico e sul piano diciamo così di
L'antropologia del tagliando e dell'umore politico-sociale della piccola borghesia che si sente declassate tradita allora sì allora li legge le rispondenze sono sono lessicali quando
I nostri i vostri milioni di ascoltatori leggeranno questo libro e troveranno che Mussolini definiva il movimento dei fasci di combattimento nel mille novecentodiciannove una antipartito devono sapere che non è un termine del presente prestato
Allora Luino definiva così diceva noi siamo l'antipolitica
Cioè pregevoli nove infatti è interessante perché all'interno di questo libro ovviamente punto delinea il primo tratto c'è anche una diciamo un passaggio molto molto intenso molto interessato non molto interessante su un'altra piazzale Loreto ad esempio che io l'ho trovato molto calzante perché chiaramente siamo nell'estate del mille novecentoventi
Il capitolo inizia il cadavere scempio dell'uomo giace in piazzale Loreto i proprietari del bar dove è stato trucidato un anno trascinato fuori sul marciapiede
Il transito dei passanti si arresta davanti alla carcassa umane in un singhiozzo che non è di pianto un uomo si chiamava Giuseppe Ruini era un brigadiere dei carabinieri viaggiava in tram in una città di nuovo paralizzato dallo sciopero dei ferrovieri di nuovo in stato d'assedio
E qui appunto viene narrato l'episodio in questione e in qualche modo cioè lo spavento di Benito Mussolini rispetto a quell'episodio che ovviamente coi non lo sa ma diciamo lo voglio lo vedrà protagonista decenni dopo insomma all'insù quella piazza però c'è lo sgomento in qualche modo di questo popolo che veramente come dire fino diciamo viene scritto coi sul Popolo d'Italia dice la storia italiana non episodico Seattle atroci come quelli del piazzale Loreto nemmeno le tribù antropofago infieriscono sui morti
Perché chiaramente la storia di un linciaggio di un omicidio ecco e e in qualche modo c'è questo Mussolini spaventato tanto da avere una scorta di due persone che lo seguono
Ecco allora lo spavento di Mussolini anche questa una dimensione storica e umana che in qualche modo viene forse solo raccontata in qualche film sugli ultimi giorni Suso Dongo su su quello che accade prima della fine
Però in qualche modo l'idea fondamentalmente di questa violenza che diventa diciamo il lo strumento per conquistare il potere nella prima fase poi dopo non ce ne sarà neanche bisogno perché poi tutto diciamo nel ventidue anche rappresentazione di quello che potrebbe essere insomma sorta di di coito diciamo interrotto a livello pratico
Ma in qualche modo lo spavento del Duce è una dimensione che che a me interessa molto perché lui si spaventa in qualche modo di un cadavere
Quasi ad avere una sorta di proiezioni in quello che è capace di fare il popolo quando ad un certo punto avremmo ritrovato una premonizione questo allora
Questo è quello che fanno i romanzieri è segnalato in cui romanzieri cercano delle parti partiture sottile dettaglio viene negli stati d'animo delle risonanze
Che gli storici non considerano pentimenti al loro campo indagine io devo questa questo questo dettaglio a al bel libro di Luzzatto il corpo del duce che ovviamente parte dall'inquieta sospese non si capisce che l'azione nel venti a seguito di uno dei tantissimi scontri in piazza
Ho un un esponente delle forze dell'ordine che aveva sparato
Selvaggiamente lui per primo su dei manifestanti viene braccato acciuffato ucciso e poi il suo corpo smembrato
Dargli manifestanti socialisti su cui lui prima aveva sparato tutto questo avviene in piazzale Loreto siamo nel mille novecentoventi e Mussolini quasi avesse appunto una premonizione del destino che lo attende
Scrive sul Popolo d'Italia di cui era direttore un articolo sdegnato ma sinceramente inorridito di fronte alla violenza in cui appunto dice quello che che leggendo prima nemmeno letto Ubu e le tribù antropomorfo pieno
Si sente che Luigi che lì dentro di lui vibra una corda di terrore nei confronti di quella stessa violenza di cui lui poi venticinque anni dopo sarà vittima quando verrà peso il suo cadavere c'è il piatto in quello stesso luogo a piazzale Loreto ma soprattutto di cui lui quella violenza di cui Luís l'evocatore
Uno degli aspetti che a me tu hai fatto bene Notaro più mi ha affascinato dalla personalità ambigua complessa proteiforme
Sfuggente istrionica ingannevole teatrale tutto quello che volete spregiudicata di Mussolini nel suo rapporto ambivalente con la violenza
Allora che poi ha segnato la storia del fascismo anche la storia quello ufficiale cioè da un lato lui la evocano la violenza era un apprendista stregone no il le due i due strumenti con cui lui figlio di un fabbro derelitto
Scacciato dal Partito socialista sconfitto alle elezioni dice no conquista il potere sono il suo giornale
La carta stampata cioè la comunicazione mass e le squadre cioè le sigle le squadre paramilitari
Lui quindi la violenza suscitava la evocava perché era uno strumento per lui indispensabile per la lotta politica ma dall'altro canto correva sempre il rischio che questa violenza
No che le squadre che battevano le campane lei Romanelli arrivassi provinciali si ribaltasse contro gli gli lui entra in conflitto varie volte fino alla marcia su Roma con i ras delle Province
Che ovviamente sono l'altro volto del fascismo e sono un volto quasi antitetico a quello del fascismo rubando Metropolitan tu dicevi
Il fascismo ma la RAI relazione gli ammessi Aprea a Milano Mussolini era milanese allora tutti noi sappiamo che Mussolini era romagnolo le caratteristiche sanguigno
Ma Mussolini come formazione politica e intellettuale era milanese ed ex nascono in questa città i Fasci di combattimento come in questa città c'è Forza Italia questa se la lega non è ipotizzabile e figlio il fascismo del magnetismo del progressismo quasi rivoluzionario dei Cozzi futuristi del del della metropoli moderna
Poi c'è il fascino delle campagne quello del manganello entrano in conflitto c'è addirittura una polemica giornalistica che io ora contro fra Dino Grandi
Gli altri capire Russel province in cui loro dicono il fascismo è una cosa vedono mandiamo dice no al fascismo milanese lucidi mette cioè allora Luís apprendista stregone evoca violenza
Il demone della violenza palpabile attende però poi in certi momenti sinceramente secondo me neutri Pilato quando in Toscana perché erano gli squadristi più feroci beh ci sono scene selvagge proprio lui ne intanto ne lei intimorita perché sente che tutto il suo castello sta crollando perché la gente ha orrore quindi respinge il fascismo però sicuramente sinceramente originario rifilato
Quindi questo rapporto con in questa sorta di dannazione della violenza che investe anche lui mi affascinava
E strutturale per la storia del fascismo
Poi c'è l'altra questione che più di tipo psicologico ma Mussolini era un vigliacco era un coraggioso questa non è mai stata risolta noi abbiamo testimonianze intendendo per coraggio il coraggio fisico ma di affrontare abbiamo testimonianze attendibili nell'una e nell'altra direzione
C'erano testimonianze ma lei voleva ovviamente di suoi vecchi amici diventati nemici che lo accusano di essere un mila come quelli attendibili sono in due direzioni ci sono testimonianze in cui Luigi mostra coraggio fisico soprattutto nei primi anni con il racconto di tener conto che quando loro erano in pochi
Ed erano coraggiosi perché questa è un'altra cosa che ha ovviamente il filtro ideologico non ha mai consentito di dire che i primi fascisti erano violenti era non professionisti dalla violenza ma erano coraggiosi il pochi andavano in piazza a scontrarsi contro migliaia di manifestanti socialisti che li sovrastava non numero da da uno a mille
Sì
E lui da prove di coraggio fisico altre volte invece da prove di dice invece Dini paura di vigliaccherie a me parso di capire una cosa la differenza la faccia del pubblico quando Mussolini era il pubblico
Era coraggioso fisica quando ci mancava il pubblico invece cadeva nelle paura di tutti noi perché era un uomo della scienza era un uomo della storia
Una volta Rosselli hanno i i socialisti
Lui si rifugia dentro il Caffè Cova qua mi fa no e fuori c'è una folla di di di socialisti gli operai riconosciuto e che lui il traditore no è stato il loro idolo e poi li ha abbandonati
Lui si rifugia lì poi quando si forma veramente una specie di platea fuori di passanti riesce intrepido perché un pubblico
E siamo quasi in conclusione ci sono due aspetti il primo riguarda Giacomo Matteotti perché anche qui interessante
Analizzare poi il racconto che che tu devi fare all'interno di questo libro perché Giacomo Matteotti in qualche modo inizia la la diciamo questo capitolo su di lui con le quattro righe che appunto
Fanno presagire lo sconforto l'amarezza e quindi le dimissioni anche lui appunto scrive alla moglie nella primavera del ventidue esattamente il il venti maggio dice credo che tra non molto mi dimetterò deputato perché tutta opera i lavori inutili se contro gli altri partiti del proprio partito non fa nulla di ciò che si dovrebbe fare allora a che scopo questo secondo me perché sia nel dibattito storico che nel dibattito se è utile psicologico della sinistra italiana è un diciamo sono sono quattro righe che sintetizzano sostanzialmente una condizione storica persistente perché se da un lato questo è un romanzo che ovviamente inquadra qui i caratteri del popolo italiano dall'altro nella popolazione italiana cura contabili c'erano masse numerosissimi ed i socialisti pochi fascisti
Però al tempo stesso c'era
La capacità da parte Fiorani alle molte delle quel masso facciamo entrare centri romani nell'arco di un anno passano dall'abbiamo solo agli organizzatori oggi dalla violenza dal bisogno e dalla fame esatto e però anche qui c'è il diciamo l'idea che fondamentalmente quello spirito del progressismo del socialismo eccetera eccetera non hanno mai in realtà ha fatto i conti veramente con la realtà e con i bisogni tanto da lato rendere diciamo sterile la propria azione a livello politico e parlamentare in questa in questo caso e dall'altro arrivare anche a a denigrare a delegittimare possiamo dire
Nell'arco della storia di questo libro ad esempio Matteotti ma poi diciamo se si va ad aprire la stenografia generali insomma si troveranno continuamente diciamo scontri tra gramsciani Togliatti anitra
Ed etici del Partito Comunista Abelli coloro che furono marginalizzati per le vicinanze Benedetto Croce quindi il suo il comunismo o il socialismo libera insomma
C'è una storia anche qui della sinistra italiana che vada di pari passo anche con la storia del popolo che tu racconti all'interno perché c'è sempre questa massa che che che cambia poi che cangiante
Però rimangono sempre con le pratiche storiche consueti possiamo dire
Sì riguarda
Il i diciamo L'estremismo malattia infantile della sinistra come definire Lenin
La propensione di inadeguatezza
Delle classi dirigenti borghesi rispetto alle masse popolari che dovrebbero guidare l'attitudine l'intellettualismo o alla vuota retorica
Nell'incapacità di agire queste sono tutte caratteristiche del sinistra di allora che è impossibile non vederli specchiata nel presente lì c'è una proprio una
Una forma quasi quasi quasi commovente quasi comica trattino di rispecchiamento tra logico allora
La propensione a dividersi di fronte alla marea montante
Della minaccia fascista chiunque abbia studiato un po'la storia russa quello che prima del grande partito socialista
Che alle elezioni del novembre mille novecentodiciannove il premio di un milione ottocento mila sessantaquattro voti cioè trecentosessantaquattro mila voti
Si divide progressivamente con la scissione di Livorno è emerso il Partito Comunista Italiano poi si divide anche Matteotti era figlio di questa
Propensione
Ma su chi stanno alla alla divisione alla frammentazione alla polemica interno la lotta intestina il Partito socialista unitario di cui lui è il segretario quando viene rapito barbaramente ucciso essa è il frutto di un'ulteriore divisione all'interno di ciò che rimane del Partito socialista
E quello da un lato
Commovente comico irritante perché quello lo vedi proprio rispecchiato nel presente ad altre al teste ad altre auto ecco diciamo così
Ex
Voi pensate che a Livorno nel gennaio del ventuno quando nasce il Partito Comunista tale si scinde dall'ala vicino al Partito socialista a sua volta diviso in vari correnti massimalisti eccetera eccetera
Durante i due giorni del dibattito acceso no al Congresso l'ultimo congresso unitario partito socialista
Illy da cui poi proverrà la scissione inizia come scrisse inizia la tragedia il proletariato italiano
In decine e decine di interventi in ore e ore giorni discussioni nessuno nomina mai
Fascisti
Il proprio si discute su questioni teoriche di lana caprina le direttive di Mosca quella nessuno nomina mai i fascisti
E in quel momento i fascisti le squadre fasciste stanno già battendo a tappeto in un'offensiva sistematica le campagne emiliane e toscane incendiando
Se delle leghe Case del popolo Giacomo Matteotti è costretto ad abbandonare il congresso di Livorno percorrere a Ferrara
Per se a a sostenere la locale
Casa
Prendere il comando della locale
Casa del lavoro cose perché l'offensiva squadrista e violentissima Ferrara e questi Don come dottore della Chiesa di rammendi stanno lì chiusi ciechi al mondo esterno a quello che sta accadendo al loro stesso popolo a discutere di questioni più o meno teoriche o di divisioni e di lotte di potere intestine questo è l'emblema
Ma ci vuole cento anni fa di una sinistra che che oggi che negli ultimi decenni è stata cieca e sorda al al grido del suo stesso popolo ma che lo era già allora che lo era già allora nel venti ventuno quindi qui c'è un insegnamento si c'è un monito sicura
Il libro si chiude insomma pagine ottocentoventisei pagine trecentoventisette con
Diciamo una chiusura che ovviamente molto molto importante molto toccante vorrei vivere in persona disabile attorno alle cento Romano sorella la diciamo alla fine di questo libro c'è una una dimensione che una dimensione qualcun tempo storica e umana l'uomo da solo di fronte al al potere dice nessuno voleva addossarsi la croce del potere la prendo io allora il rapporto tra Massa e potere insomma animato per decenni il dibattito pubblico senza poi adesso in poi calato nulla di di dichiaro insomma tanto che ancora oggi si fanno la guerra delle cifre durante le manifestazioni come se la giustezza o meno di un'idea si potesse contare da gli aderenti a quell'idea
E quindi anche qui la storia non c'è insegnato molto però anche qui il rapporto tra Mussolini e il potere tra l'italiano tra l'Italia e la gestione del potere in qualche modo per qualcosa che caratterizzerà poi dopo le scelte strategiche di Mussolini ed è qualcosa che in verità rende il personaggio di Mussolini molto più plasma dire rispetto a a cambi di veduta a cambi di posizionamento lui
Soprattutto in questo libro è un grande scrutatore dell'umanità che ha intorno ricerca di leggere il più possibile le corde dell'animo umano e ad un certo punto non sembra retorica
La parte in cui diciamo quasi vede il potere come una croce come un qualcosa da sostenere ma sembra in qualche modo un dato di auto elezione naturale al comando allora in conclusione quanto questo libro può essere e ed è anche necessariamente uno strumento per capire la logica di iniziazione del potere e soprattutto la logica di iniziazione al dibattito pubblico di un uomo come Benito Mussolini che aspirava ovviamente a tanto ma forse non credeva neanche lui di arrivare così ha tanto in poco tempo nasce
No io credo che
Questo libro possa essere una cattedra diciamo di meditazione fatta da bassa e su cui possono salire tutti
Tre giorni rispetto alla media uno diceva io ho solo la licenza media vorrei ringraziarla perché grazie al solido il permesso sarà massima soddisfazione una cattedra di meditazione sulla storia ma sulla natura del potere in Italia e non solo in Italia
Perché io guarda non sono politologo ho studiato altre cose nella vita poi mi son messo a studiare
Molto questa ma io credo che emerga dalla narrazione libera spregiudicate spietata
Di quegli anni in questa figura senza che io abbia una una tesi o una dato approfonditi emerge
Capendo Benito Mussolini quelle parole tu citi che sono le finali come moltissime altre parti del libro sono parole sue
Che io ho preso dei suoi articoli dai suoi taccuini dalle interviste convegni anche tanti altri eleva un po'diciamo gli ha dato una coerenza narrativa ma sono parole sue
Parole sue
In questo Mussolini Mussolini certo Mussolini che racconto io questo credo sia affascinante e sorprendente non è dottrinario l'ideologo quello degli anni Trenta che voleva l'Asmara l'uomo nuovo che sembrava avere delle direttive precise per il corso della storia
E e l'uomo che disse mi dice io sono l'uomo del dopo cioè io sono quello che viene a cose fatte
Io sono il leader che non precede la folla la segue
Che ne l'animale che fiuta l'aria come Bosco quando allenava la sua storia diceva io
Però schermi io vado allo stadio fiuta l'aria così lunghe lui era così
Luino teorizzava diceva il i programmi non contano sono carta straccia le alleanze si fanno e si disfano non abbiamo nessuna Fidel tasse non Alitalia se non all'interno a quella retorica
E lui titoli teorizzava questo pratici Sismondi cioè il fatto di che la politica sia improvvisazione tra politica sia svolto in sia cambiamenti di fronte sia poco il G venti sia
Che per sua natura il potere non abbia forma
Che abbia solo la forma dell'acqua
Ma il fascismo delle origini in una forma prenderà forma nel basamento quei momenti prima veniva dal socialismo i suoi seguaci di Sansepolcro caro poche centinaia erano rivoluzionaria
Non sindacalisti rivoluzionari arditi
Truppe d'assalto carrettieri disperati gli stessi avevano fatto l'evoluzione francese secoli prima erano
Transfughi appunto al Partito Socialista
Balordi perdigiorno tendi playboy da lì è un anno un anno e mezzo la della umanità cambia in platea degli la piccola borghesia persona perbene l'impiegato del catasto il fruttivendolo a lui non non ha nessun problema va bene sul piano destra va bene rivoluzione faremo attraverso loro
Allora in questo in questo
In quanto massima espressione geniale espressione oggi possiamo dire possiamo fare i conti con il genio politico di Mussolini senza temere di dover essere fascisti o di dovermi Cesare lo scalone possiamo farlo siamo maturi per questo era un genio politico sciagurato nel senso che ha portato la sciagura questo Paese
Allora il genio politico di Mussolini consisteva consiste
Nel fatto di essere espressione
Di un
Di incarnare la natura di un potere privo di fondi e proprio per questo protettore
In questo luglio è l'archetipo di ogni leader populista cent'anni successivi fino a quelli odierni e non solo italiano e non soltanto
In questo luci
è un archetipo qualcosa anche lui
Metà storico
Va
C'è una divisione netta storica in un romanzo storico certi cosa che non c'è il saggio storico no noi raccontiamo Mussolini per raccontare l'uomo di quell'epoca ma il ruolo di ogni epoca c'è questa dimensione tasto che all'UE un archetipo di ogni successivo leader populista
è in questo il pericolo sommò che Luigi che corse l'Italia del loro in cui Cardella occorre anche l'Italia di oggi perché quando tu come dicevi prima intende la politica no come
Diciamo così
Prima sia della bontà dell'idea delle delle idee migliori dei progetti migliori ha ma
Propensione appuntare a scommettere sul pensiero come fece sempre Mussolini è sempre di ieri sera vinse la scommessa e ad assecondare
Di umorismo in questo crepuscolo della guerra diceva lui non scommettere sugli umori di sentimenti allora sì allora con il rischio morta
Bene grazie ad Antonio Scurati il figlio del secolo edito da Bompiani grazie degli allontanato anche accusato questa registrazione a quelle sulla scorta seguito fino a questo momento aveva ritengono perché continuano le trasmissioni su Radio Radicale
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