L'eccidio dei tre volontari italiani in Bosnia

Abbiamo
Convocato questa conferenza stampa
Anche per rispondere in qualche maniera l'esigenza che avvenuta da parte dei mezzi di informazione in queste ore
Perché per una sosta particolarmente drammatiche da quando ci è arrivata la notizia dell'eccidio in Bosnia
Tre volontari impegnati in una missione umanitaria
Sì
Ma Giulio Marcon
E Raffaella Bolini
Siamo del consorzio italiano di solidarietà
Bollini
Il Consorzio italiano di solidarietà una avrete di coordinamento
Che coordina più di ottanta Progetti
E circa un centinaio di associazioni nazionali campagne coordinamenti comitati locali gruppi spontanei enti locali che attivamente sono impegnati nella solidarietà con le popolazioni nella ex Jugoslavia attraverso progetti appunto di volontariato
Abbiamo sentito il bisogno dicevo di di convocare questa conferenza stampa in queste ore innanzitutto per rispondere all'esigenza che probabilmente che veniva da da dai mezzi di informazione della stampa siamo state in queste ore tempestati di telefonate richieste di informazioni da parte di giornalisti reti televisive radio quotidiani settimanali che cercavano informazioni sulla solidarietà chi erano in che contesto sicurezza è collocata questa spedizione che è costata la vita a tre
Nostri amici
E questo come dire è il primo dato che un poco gli amo sottolineare due anni ormai che va avanti la guerra nella ex Jugoslavia
Da un anno è cominciata quella tremenda in Bosnia Erzegovina e due anni che un grande numero di soggetti della società civile di questo Paese sono impegnati con la solidarietà concreta
Nella ex Jugoslavia e sono due anni che questo tipo di lavoro è rimasto voglio dire non per colpa nostra abbiamo fatto il possibile per riuscire a a comunicarlo a farlo emergere è rimasto sommerso
Oscuro
Per molti mesi siamo andati avanti con il tam tam fatto da persona a persona da gruppo a gruppo i pochi giornali che c'hanno dato una mano
E è
Nonostante questo un tessuto molto ricco non abbiamo fatto un calcolo sono circa sette mila i volontari che nell'ultimo anno si sono recati una volta due volte con continuità nei territori della ex Jugoslavia
A portare aiuti
A organizzare attività permanenti
Che l'immenso sostegno alle vittime della guerra ai profughi innanzitutto a sostenere le iniziative dei gruppi pacifisti che esistono esistono dappertutto nella ex Jugoslavia
è un tipo di lavoro che è nato
Nell'ambito nell'alveo della storia del movimento per la pace di questo Paese
Anche se
In questa situazione
Il movimento per la pace appunto ha scelto una strada diversa da quella tradizionalmente usata
Forse molti di voi movimento pacifista l'associano alle grandi marce alle grandi manifestazioni di piazza in questo caso abbiamo sentito che solo la dimostrazione solo la
Protesta non era sufficiente
La Jugoslavia è un Paese a noi molto vicino i territori della ex Jugoslavia molti di noi per vari motivi da rapporti personali a alle vacanze ai rapporti che per esempio nel Triveneto soprattutto c'erano ed erano molto forti con
Con le le associazioni culturali con l'esperienza di società civile organizzata
Se andate tutto questo in qualche maniera ci ha dato ci ha fatto sentire forte un senso di responsabilità
Non ci potevamo accontentare della della protesta non ci potevano accontentare solo della dimostrazione c'è qualcosa da fare lì
Era così terminata il in come dire l'esperienza da qui forse avuto più origine
Tutta questa attività di volontariato che oggi si ritrova nel consorzio
Varalli appena dopo l'inizio della guerra
Nella ex-Jugoslavia una carovana per la pace una serie di pullman gli autobus attraversarono tutte le repubbliche della ex Jugoslavia
Portando con sé seicento persone la maggior parte di queste italiane che andarono a incontrare
I gruppi che si opponevano alla guerra
In tutte le repubbliche della ex Jugoslavia andammo a Fiume a Zagabria Belgrado finimmo questa iniziativa questa settimana di conoscenza a Sarajevo con una grandissima catena umana dieci mila persone tantissima gente della città una catena umana che collegò
Tutte le i i templi delle diverse religioni la sinagoga la moschea la cattedrale
E Linda Lee riportammo a casa le prime idee i primi progetti
I primi indirizzi i primi telefoni
E da lì ogni gruppo ogni persona che era lì con il suo gruppo con il suo gruppo organizzato le sue grandi associazioni con il suo piccolo gruppo locale con il suo ente locale comincia un rapporto che
Di scambio continuo che è un po'alla base del lavoro che stiamo continuando anche oggi a fare
Un rapporto che
Per quanto ci riguarda e fondato non solo sul il trasporto l'invio di aiuti di beni di prima necessità di di medicinali di viveri ricoperte di quello che serve ma è soprattutto la costruzione di questi abbiamo chiamato gemellaggi
Gemellaggi fra la comunità che aiuta e la comunità che aiutata
Perché non ci sia in qualche maniera qui in Italia un atteggiamento rispetto alla ex Jugoslavia così come rispetto a qualsiasi altra guerra per cui ci laviamo la coscienza con la carità
Dando alle dieci e cinquanta le cento mila lire il vestito o il pacco di pasta e poi ci dimentichiamo
Ma invece riusciamo a costruire dei canali permanenti dei ponti fra le nostre comunità qui e le comunità che soffrono lì
Faccio un esempio per tutti ci sono alcune scuole
Anche addirittura scuole elementari che hanno costruito dei gemellaggi con i bambini ospiti nei campi profughi e questo gemellaggio si costruisce si attraverso il
L'invio di materiale di quello che serve ma si costruisce e si fonda soprattutto sul fatto che questi bambini oggi si conoscono
Come volontari ci occupiamo di portare indietro le fotografie dei bambini i video le cassette le lettere c'è uno scambio di lettere questi bambini che vivono in queste scuole di Roma oggi hanno una visione del mondo che probabilmente è diverso
Da quella che avevano qualche mese fa
E questo è il tipo di lavoro che facciamo nelle scuole negli Enti locali dei piccoli gruppi e anche nelle grandi associazioni
Che ognuna di queste segue in particolare un progetto una situazione una città un campo profughi
Così è andata avanti il nostro lavoro ovviamente un lavoro che se mi son fatto mi sono spiegata capite bene è un lavoro di diverso a
Natura ognuno di noi vuole faccia facciamo cose diverse perché diverso e sono le esigenze chi lavora in in Serbia per esempio fra Dinoi a il problema fondamentale di sostenere l'opposizione democratica
Dell'opposizione al regime di Milosevic e quindi addirittura ci son gruppi che portano la carta per le per i fax e la carta per le fotocopie per questi gruppi che disperatamente stanno cercando di resistere in una situazione di regime portando avanti parole che sono contro il nazionalismo e la guerra
E aiutano i profughi che sono lì chi lavora in Croazia lavora principalmente sui campi profughi
Chi lavora in Bosnia lavora principalmente sulle vittime della guerra ci sono gruppi di donne che lavorano con progetti di sostegno alle donne stuprate ci sono gruppi di volontari medici che lavorano sulle necessità mediche
Ci sono gruppi come quelli di cui facevano parte
I nostri amici volontari di Brescia che si occupano di un lavoro particolarmente delicato di cubani su cui Giulio credo poi farà il punto in maniera specifica che quello dell'accoglienza in Italia
E quindi
Questi questi ragazzi erano partiti si per portare medicine a Marano soprattutto partiti per andare a prendere dei profughi che sarebbero stati ospitati in Italia grazie all'impegno anche dei comuni della zona dalle famiglie della zona
è un tipo di lavoro che si sta facendo in molte parti d'Italia e che cerca di superare attraverso l'impegno degli enti locali delle associazioni di volontariato una quel blocco
Quel muro che il governo italiano ha eretto di fronte ai profughi ai profughi della ex Jugoslavia il nostro paese è fanalino di coda nelle nelle nelle statistiche nelle nelle negli stemmi sull'accoglienza dei profughi nonostante siamo un Paese così vicino con dei legami con una
Portato storico rispetta Lexicon svaria che ha consiglierebbe sicuramente un atteggiamento diverso
E c'è chi invece nonostante questo scavalca questo muro organizza passa attraverso le maglie della legislazione ricerca i permessi tiene
Va a trattare con le ambasciate va a trattare con le organizzazioni umanitarie e riesce a portare persone che hanno bisogno qui in Italia ospitati dalle famiglie oltre tutto con un meccanismo che permette un enorme risparmio
Anche economico e oltre che una condizione umana molto migliore rispetto a quei pochi profughi che l'Italia colto che sono
Come dire rinchiusi nei ghetti delle caserme
Ecco a siamo andati avanti lavorando in questa maniera
Con un un principio ben chiaro nella testa uno il principio che dice che le vittime della guerra non hanno distinzione né di religione né di nazionalità le diete vigna non abbiamo fatto una scelta di campo
Fra le vittime della guerra abbiamo lavorato con tutte le vittime della guerra lavoriamo con i musulmani con i croati con con i serbi chiunque abbia bisogno e chiunque sia in difficoltà chiunque veda i propri diritti negati
E il nostro interlocutore e nel tipo di aiuto che cerchiamo di portare cerchiamo anche di affermare un discorso di convivenza possibile
Questo è diciamo il punto di riferimento fondamentale
Voi sapete bene di di voi ha seguito in qualche modo la situazione nella ex Jugoslavia quanto anche
Gli aiuti umanitari siano strumentalizzabili e strumentalizzati in una situazione di conflitto etnico Dini ignoranze che in un posto sono minoranza con altro sono maggioranza
In una situazione così complessa persino distribuire un pacco di farina può diventare un come dire un fatto che viene usato dagli uni contro gli altri
Moltissimi luoghi ci siamo resi conto nella pratica per esempio delle grandi discriminazioni che vengono fatte a seconda di dove ci si trova
Rispetto ai profughi diverse etnie per cui a seconda del territorio di chi comanda in quel territorio vengono trattati meglio i profughi di di di del che appartengono alla stessa etnia e invece discriminati quelli che appartengono alle altre etnie
Da questo punto di vista un la voleva scelta di essere noi volontari italiani a distribuire a essere presenti a distribuire noi le cose a gestire noi i nostri aiuti
è una forma come dire di garanzia dell'imparzialità dell'intervento
Così come la priorità che stiamo dando lavoro che facciamo con le donne con i bambini l'animazione la scolarizzazione abbiamo costruito scuole gestiamo scuole nei campi profughi è un modo per cercare di farsi questa gente
Che ha dovuto subire violenze tali per cui è molto facile
Che come dire la loro risposta sia il rancore
L'idea di della convivenza impossibile l'odio che queste generazioni che hanno dovuto subire questi traumi possano invece attraverso come dire
Un un messaggio di pace e di convivenza che gli arriva a pensare che c'è la possibilità di un futuro diverso questo il tipo di lavoro che facciamo lo facciamo in tantissime città a citarle sarebbe troppo lungo da da dalla Slovenia dai dipinto cito solo a caso dodici campi intorno a Lubiana
Quindici campi nella zona di Fiume e poi subholding Zanoli sarde Belgrado in Serbia e in Croazia Zagabria Zara
La Slavonia e poi la Bosnia la Bosnia dove molte sono le iniziative che si sono sviluppate in questo anno di guerra a partire dal campo profughi di posso uscire
Vicino a Mostar dove esperienza in cui il volontariato italiano gestisce improprio un campo profughi da soli Soldan dicembre sono lì in permanenza
Ho a turni volontari italiani che gestiscono dalla cucina l'animazione per i bambini all'ambulatorio medico sanitario a Mostar dove si sta facendo un grande lavoro soprattutto sul versante sanitario e dove abbiamo curato
La campagna delle SIM della semina portandoli
In
I segni per far sì che appunto del prossimo anno invece che dover portare lì il cibo
La gente possa raccogliere quello che ha seminato e poi Zenit status la Sarajevo siamo stati a Sarajevo con convogli di aiuti umanitari ci sono state presenze continue anche nella città
E ecco questo è il tipo di lavoro che abbiamo fatto
Qualche
Mese fa
Abbiamo deciso di dare un senso comune unitario a questo tipo di iniziativa che come ho detto all'iniziativa che ha coinvolto soggetti molto diversi tra di loro
E che soggetti che fino fino ad allora fino a qualche mese fa avevano moltissime relazioni in comune ovviamente lavorando nella strinse sì nuovi affrontando gli stessi problemi
E abbiamo deciso di
Darci un coordinamento
Un coordinamento efficace che renda più efficace il nostro lavoro che CID permetta di dotarci di alcuni servizi e strumenti comuni e che ci aiuti anche a rafforzare quell'elemento di sicurezza
Che vediamo soprattutto in questi giorni è una questione determinante per chiunque lavori lì come siamo organizzati
Questi ottanta Progetti questo centinaio di gruppi
Si sono uniti e nel consorzio e quindi in un coordinamento
Ogni guardi ogni gruppo a riffa riferimento ancor Dina Dore rispetto all'area geografica in cui lavora abbiamo aperto un ufficio a Spalato
Un ufficio del consorzio che coordina tutti i nostri interventi in Bosnia Erzegovina
Lavoriamo in strettissimo contatto con l'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati partecipiamo come consorzio al tavolo di coordinamento istituito dall'Alto commissariato
Per appunto cercare di rendere più efficace il lavoro delle diverse organizzazioni internazionali che lì lavorano
Lavoriamo in collaborazione con l'UNPROFOR con i caschi blu e cerchiamo
In quanto per quanto possibile
Di aiutare i gruppi che lavorano in Bosnia ad avere condizioni più semplici di accesso nelle nelle zone di avere informazioni precise per quanto riguarda la sicurezza
E di muoversi in modo riconoscibile cartellini delle Nazioni Unite lettere d'accredito eccetera questo ovviamente come dire non toglie l'elemento di rischio purtroppo a questo tipo di lavoro
Quello che però appunto ci tenevamo anche a sottolineare oggi è che non ci piace essere considerato un po'come in queste ore un po'è emerso a metà fra gli Indiana Jones della solidarietà e e i martiri in cerca di
Di
Di sacrificio siamo gente normale
Moltissime persone che stanno facendo questo lavoro sono persone che per farlo prendono le fari dal lavoro prendono l'aspettativa sono come dire non solo i dirigenti dell'associazioni ma i volontari gli studenti gli autisti dei camion ai medici infermieri che lavora in ospedale
Siamo persone che alla vita tengono molto altrimenti non riusciremo a farci anche carico in qualche maniera un po'per quanto possiamo di quella degli altri
Lavoriamo in una condizione difficile e questo è vero e da questo punto di vista io penso che Giulio nella discorso che farà più specifico rispetto a come questo a questa questo volontariato italiano
Che sta segnando in Bosnia Erzegovina la presenza italiana perché gli unici che sono lì sono i volontari italiani a differenza di altre per esempio penso soltanto ai norvegesi
Che lavorano con una struttura tale per cui il volontariato eh
Io lavoro in strettissimo collegamento con le iniziative del governo in praticamente funziona così è come se i centoventicinque miliardi stanziati dal decreto della Boniver fossero gestiti da voi io ecco e così la presenza norvegese presente in Bosnia Erzegovina molto forte molto evidente
Con la presenza italiana in base a Zago Alina è limitata alla presenza del volontariato perché da questo punto di vista non solo appunto i mezzi di informazione non c'hanno c'hanno scoperto solo oggi persino il Governo
Non solo aspettato solo oggi ancora sta aspettiamo aspettando un segno un segno di riconoscimento del fatto che esistiamo ma ci ha negato questo riconoscimento lungo tutti questi due anni e questo ovviamente è una cosa che ha fatto sì che il nostro lavoro sia stato
Per parte nostra tutto autorganizzativo autofinanziato Autogestito tutto quello che abbiamo fatto e la quantificazione di ciò che abbiamo fatto portato lì in termini di risorse umane e materiali equivale per la stima impropria ovviamente non posso darmi le cifre ma per le stime che abbiamo fatto equivale almeno a quanto è stato speso dal governo italiano già siamo nell'ordine le novanta cento miliardi di lire spesi dal volontariato
Improprio tutto questo l'abbiamo raccolto con le sottoscrizioni qui con le donazioni con le offerte con le campagne di sottoscrizione con tutto quello che la gente ci ha regalato
Su nostra richiesta per essere portato di là
Ecco do la parola a Giulio
Molto brevemente questo triste episodio questa tragica vicenda a ha fatto scoprire la stampa l'esistenza di questo arcipelago sommerso di questa rete di iniziative di solidarietà
Di cui si sta giustamente parlando perché questa un'Italia nascosta solidale e non violenta generosa civile
Chi ha praticato quella solidarietà concreta quel Pontelli convivenza di dialogo di cui le popolazioni colpite dalla guerra di vittime di questo conflitto avevano bisogno ma forse sarebbe opportuno enormi dove non li facciamo che l'informazione la stampa scoprisse anche purtroppo quello che le istituzioni pubbliche e mi riferisco al governo non hanno fatto fino a oggi ed è questo un tasto dolente un tasto dolente perché oltre a questa grande iniziativa di solidarietà civile
Della Società delle associazioni del volontariato avrebbe dovuto esserci in questi mesi anche una grande solidarietà delle istituzioni pubbliche purtroppo questo non è avvenuto abbiamo parlato in sala anche l'onorevole Chiara Ingrao che insieme altri parlamentari
Ha promosso l'iniziativa la Camera dei deputati per sollecitare un intervento più significativo del nostro governo voglio dare rapidamente dei dati noi abbiamo accolti fino a oggi dieci mila novecentottanta profughi
L'austriaco nel settantatré mila lo Svizzera ottanta mila di questi dieci o troppo veloce e io cerco di non farmi perdere molto tempo nel nell'esposizione
Noi in Italia sono accolti finora dati ufficiali di qualche tempo fa dieci mila novecento ottanta profughi di questi dieci mila novecentottanta solo mille settecento sono a carico diretto del nostro governo sono in assistenza
Mille settecento circa
Allora se mettiamo a confronto vita questo dato con i dati dell'accoglienza di paesi sicuramente meno con minor possibilità economiche della nostra per certi versi la Svizzera l'Austria la Svizzera e l'Austria accolgono circa ottanta mila profughi credo settantatré mila nostri ottanta mila la Svizzera più o meno la Germania ne accoglie trecento mila
E questo è un dato significativo
Perché testimonia la scarsa sensibilità molte volte è stato detto inviamo degli utili perché in questo modo si attua una l'iniziativa più più positiva più efficace ma tutto questo intanto non è avvenuto veramente nel senso che gli aiuti non sono stati inviati come era stato promesso e in secondo luogo la prima cosa non è in contraddizione con la seconda se ci sono profughi vittime alla guerra che stanno scappando che cercano rifugio il dovere della comunità internazionale e di dare ospitalità a queste vittime
Siamo in una situazione in cui la Croazia bloccato di fatto
La l'accoglienza dei profughi la situazione in che di fatto impedisce il transito dei profughi con la corazza se non in possesso di un documento di accoglienza di un altro Paese ebbene tutto questo il nostro Paese l'Italia non lo sta non lo sta facendo questo il primo dato il secondo dato e a conclusione di questo primo informazione può ricordare come diceva Raffaella che c'è una straordinaria rete gli enti locali parrocchie associazioni gruppi boy scout che accolto al nelle loro case loro strutture disertori profughi bambini senza nessuna senza nessun sostegno e supporto del Governo al secondo dato il Governo con un decreto del ventisette maggio del novantadue aveva stanziato centoventicinque miliardi per gli aiuti umanitari alle popolazioni colpite dalla guerra questi aiuti andavano questi
Va be'
Ha stanziato centoventicinque miliardi
Il decreto del ventisette maggio mille novecentonovantadue decreto convertito in legge nel settembre scorso questo decreto stanziava centoventicinque miliardi da spendere nel mille novecentonovantadue
Ebbene alla data odierna questi soldi non sono stati ancora spesi una dichiarazione recente dell'ex sottosegretario agli Esteri Spini
C'ha informato che al giugno di quest'anno del novantatré sarebbero stati impegnati e non spesi
Circa novanta novantacinque miliardi
Il tredici aprile scorso un appello delle Nazioni Unite chiamava a a un intervento straordinario di governi occidentali per le popolazioni la Bosnia in seguito a questo appello il nostro governo stanziava nonostante ci fossero tutti questi soldi non spesi
Sanzionava la misera somma di cinquecento mila dollari
Nello stesso tempo la Svezia stanziava
Sei miliardi e mezzo di dollari altri Paesi molto più al molto meno importanti diciamo contesto economico del nostro stanziamo ben una cifra ben ben ben superiore
L'ultima informazione che vorrei dare e il tavolo di coordinamento e si ricollega alla vicenda tragica di queste ore di questi giorni noi abbiamo chiesto il governo un anno fa attraverso l'allora ministro Bonino era aveva iniziato a rispondere a questa esigenza hanno chiesto un tavolo di coordinamento un momento
Di incontro di confronto ma soprattutto di coordinamento di tutte le iniziative che istituzioni pubbliche la solidarietà della società civile le associazioni
Hanno promosso in questi in questi mesi
Coordinamento che era necessario per dare anche un quadro certo di garanzia di sicurezza di programmazione di procedure che permettessero di valorizzare al massimo questa esperienza di solidarietà
Ebbene questo tavolo di coordinamento è stato riunito un anno fa nel mese di giugno due volte da allora non è stato più riunito esattamente due mesi fa serenità la Commissione esteri che ha approvato la una risoluzione che impegnava il governo a riunire il tavolo di coordinamento entro quindici giorni sono passati due mesi ancora questo tavolo di coordinamento non sempre unito
Perché diciamo questo perché ci sono diamo in questo modo perché riteniamo che anche la vicenda di questi giorni probabilmente poteva avere un epilogo diverso non non vogliamo in questo modo dare diciamo nessuna responsabilità ma anche il quadro di
Molto fatto di generosità di solidarietà di spinta anche motiva tante persone che sono andate lì ma senza un sostegno senza un coordinamento istituzioni pubbliche questo epilogo forse potrebbe e se è stato diverso se tutto questo lavoro tutta questa iniziativa che noi come associazioni come movimentiamo chiesto
Sta fosse stato attuato la cosa che noi oggi chiediamo con una lettera al Presidente del Consiglio all'onorevole a al presente il Consiglio Ciampi che chiediamo anche al ministro degli Affari sociali Fernanda Contri
Tra l'altro una lettera che avete
Nelle nella documentazione questa conferenza stampa gli diamo un incontro un incontro urgente crediamo che questo coordinamento sia istituito subito
Chiediamo un incontro affinché tutti gli sforzi militari della solidarietà siano subito messi a confronto e siano ordinati e siano gestiti in modo in modo unitario
Chiediamo che il governo istituzioni pubbliche garantiscono la protezione garantiscono tutte le iniziative adatte per sostenere questa nostra questa nostra attività questa nostra attività che continuerà nei prossimi giorni lanceremo
Est lanciamo oggi da questa sede iniziativa Sammartin for Peace è un'estate per la pace in migliaia andremo in tutte le repubbliche nell'ex Jugoslavia a fare volontariato nei campi profughi a promuovere iniziative di solidarietà con le vittime di questa guerra a sostenere i pacifisti e chi si oppone al nazionalismo al conflitto e guerrafondai tutte le repubbliche
E andremo a fare iniziative con tante realtà con le donne
Aveva fare iniziative appunto nei campi profughi in un'azione con i bambini andremo a sostenere i gruppi informazione democratica che cercano di dare informazioni appunto libera rispetto a questa guerra faremo tante iniziative sarà un'iniziativa europea di tutti i movimenti pacifisti europei un'iniziativa che coinvolgerà appunto migliaia di pacifisti da tutta Europa
La nostra speranza che quest'estate sia l'ultima estate in cui ci troviamo a promuovere l'iniziativa di questo tipo
Ed essi all'ultima in cui migliaia di pacifisti debbono andare lì per cercare di fermare questa guerra di fare la solidarietà certamente dovremmo esprimerà rumore solidità
Per i prossimi anni perché ci sarà un Paese paesi da ricostruire popolazioni che andranno assistite anche nei prossimi anni questo lavoro continueremo a farlo ma a partire da questa grande iniziativa di Sammartin for peace di quest'estate per la pace
Vogliamo ribadire che anche di fronte a questo tragico evento il modo migliore per Igor per ricordare Fabio Guido e Sergio è quello di continuare il loro lavoro è quello di continuare la loro attività
Quello continuare il lavoro anche molto nascosto che abbiamo fatto in questi mesi
Per essere vicini a tutte le vittime del a tutte le vittime di questo conflitto il consorzio italiano di solidità si stringe
Attorno a ai familiari ed amici di queste vittime e vuole ricordare in questo modo ricordando di continuando a fare il lavoro di questi giorni io darei a Mimmo Pinto
Un'ultima battuta
è chiaro che nessuno di noi vuole rivendicare questi morti e farne una bandiera
Però chiediamo anche che così su questi morti non si sia non si faccia un passo indietro nel senso che qualcuno dica ecco gli spontanei secco coloro che vogliono da fare solidarietà a fare volontariato e vanno a morire e vanno a morire in paese in paese stranieri chi produce danni
Azione di volontariato e di solidarietà non si vuole assolutamente sostituire ad un governo o alle istituzioni
Anzi noi chiediamo di lavorare insieme a chi deve essere proposto per un tipo di intervento di questo tipo non siamo la forza siamo le persone siamo i cittadini su cui un governo delle istituzioni possono contare vogliamo lavorare in armonia
Le ragioni del consorzio sono anche del superare le le differenze un po'le difese
Le chiusura che ci sono in tutti i gruppi che fanno volontariato per farlo solidarietà anche e lo stare insieme è un modo per andare al di là del proprio recinto al di là del proprio al di là del proprio steccato
Noi la settimana prossima da da martedì a venerdì saremo davanti a a Palazzo Chigi a Montecitorio perché troviamo assurdo
Che nel nostro Parlamento non si sia discusso della ex-Jugoslavia e di come usare anche i finanziamenti ed erano stati stanziati e mentre poi sono morte delle persone come nostri accademici
Negli ultimi giorni
Chiediamo anche che ha più presto ci sia questo tavolo con il governo con anche con le forze con le forze parlamentare perché ne siamo convinti che e siamo preoccupati che tutto questo può o far fare un passo in avanti
Nel senso di razionalizzare e rendere più utile lavoro dei volontariato oppure si corre il rischio di cancellare l'impegno dei volontari italiani nei Paesi nei paesi come la e case come lei che seguo sulla quindi noi non rivendichiamo niente non abbiamo bandiere non abbiamo medaglie da dare però non vogliamo che conta che altri su questa vicenda facciano fare un passo indietro alla società alla società civile
I miei rapporti per certi aspetti stanno anche migliorando all'interno del del Consorzio si del consorzio ci sono anche delle ONG e e si sta lavorando ad un Progetto di emergenza sanitaria nella ex Jugoslavia
Però che veda un poco un modo diverso di in perpetrare anche la cooperazione unica dei limiti della cooperazione quella è stato quello di non poggiare sul su deve su un vero movimento di volontariato
Noi crediamo che non si possa fare cooperazione solo per andare a donare qualcosa
O di un Paese forte diciamo forte che aiuta un Paese debole e importante a partire da finanziamenti da progetti che vengono fatti approvati che si crei quelle rapporto fra le comunità non ci può essere una cooperazione senza un rapporto delle comunità
E il rapporto che le comunità può avvenire solo grazie a questo lavoro meravigliose oscuro
Che oggi emerge in un momento di tragedia ma che dove emerge le per la bellezza dei gesti e della semplicità della solidarietà su cui tante persone hanno impegnato giorni settimane della propria vita
E quindi la quel l'apporto della comunità a una strada importante a uno strumento importante che è quello delle delle azioni diffuse di volontariato e che i cittadini di un Paese possono possono portare avanti
L'ultima cosa
Noi guardiamo con molta attenzione alla conferenza civica di Vienna
Voi sapete che ci sarà il tredici e il quattordici giugno la sessione dell'ONU sui diritti umani
Più da più di vent'anni non si discuteva all'ONU non discuteva di diritti umani ci saranno migliaia di attese e mi auguro che non ci siano delusioni
E nel guardiamo con attenzione alla conferenza civica di Vienna
Che il prosieguo dell'incontro del Forum di Verona che cos'è la Conferenza civica diviene vorrei che gli amici della stampa appoggiassero quest'iniziativa
Diverse centinaia di persone uomini e donne progressisti democratici di ogni etnia di ogni appartenenza nella ex-Jugoslavia si monta verranno a Vienna
Non solo perché e l'importante l'incontro non solo fra gli stati o i poteri ufficiale ma anche fra i cittadini
Ma l'incontro diviene fondamentale perché in un momento così di odio e di rancore e di dolore e di morte che ci sia una alcune centinaia di persone
Intellettuali persone impegnate a difesa della democrazia nella è che si cosa l'aria che credono nonostante tutto al dialogo è importante rafforzare questa scadenza
In Italia è stata lanciata una campagna di digiuno più di mille cento persone hanno DG nato nell'ultimo mese e mezzo ecco io tra i promotori di questa campagna di digiuno noi affidiamo il nostro di giugno
Agli uomini e alle donne che si della ex-Jugoslavia che si incontreranno a Vienna
Ne facciano essi il lusso più proprio
Ci facciano capire su che cosa ne possiamo continuare il nostro impegno di democratici di volo volontari di di militante se si può usare un termine così sbagliato forse della pace ma di persone che Crema dialoga la pace ci facciano sapere essi in che modo vogliono sarà anche la nostra forza
E su quale prospettiva su quale base di intesa su quale possibilità di dialogo
Domani specifiche
Pace
Allora in particolare prima messa sulla sicurezza
Allora la questione della sicurezza è una questione seria e che ovviamente non nessuno nessuno di noi pensa possa essere come dire
In maniera salvifica fino alla nessuno in questi giorni anche ieri è stato attaccato un convoglio delle Nazioni Unite
E sappiamo che le granate non guardano in faccia nessuno in questa guerra c'è però una questione che riguarda il specifico la sicurezza
Che qui solleviamo come abbiamo già sollevato al governo italiano
E mi spiego parlo della Bosnia Erzegovina in questo caso anche se appunto ci teniamo a sottolineare che il tipo di lavoro che facciamo lo facciamo anche in zone dove questo problema non esiste
E dove appunto quindi volontari possono andare senza nessun pericolo verrà la propria incolumità
Per quanto riguarda i progetti che si realizzano in zone a rischio
Il governo italiano ha un suo ufficio di cooperazione a Spalato
Abbiamo avuto in questi mesi molti rapporti con le persone che li lavorano nell'ufficio di Spalato che sono funzionari come dire che stanno svolgendo un lavoro con molta abnegazione disponibilità e che informalmente
C'hanno spesso anche come dire ha dato una mano per quello che potevano il problema che dentro quell'ufficio della cooperazione italiana Spalato che coordina gli interventi in Bosnia Erzegovina
Il volontariato italiano ufficialmente
Non può mettere piede
Quello che presento il governo italiano potrebbe fare è far sì che l'ufficio viste la cooperazione italiana di Spalato diventi lo sportello a cui tutti i colori dei gruppi di volontariato che gestiscono progetti in Bosnia Erzegovina sì rivolge
Per avere tutte le informazioni le garanzie gli accrediti i contatti
Le mediazioni necessarie per riuscire ad aggregarsi ai convogli delle Nazioni Unite ha per riuscirà ad avere la maggiore protezione possibile
E questo tipo di lavoro è un lavoro che credo l'ufficio e la cooperazione italiana non si chiamano nell'ufficio la cooperazione istituzionale italiana l'ufficio della cooperazione italiana è questo lavoro potrebbe farlo
E potrebbe farlo nel momento in cui venisse deciso che questo lavoro si fa che Igor come dire che la presenza italiana istituzionale in Bosnia Erzegovina cioè per la Bosnia Erzegovina siamo a Spalato in Dalmazia ma tutte l'organizzazione umanitaria hanno come base Spallato
Sia messo a disposizione per la garanzia per l'informazione e la garanzia decollo dei volontari e italiani questo è un tipo di lavoro che per esempio noi stiamo facendo è che siamo stati costretti a farci da noi come volontari l'ho l'ho detto prima abbiamo permettimi su su quest'ufficio del Consorzio Spallato
Che fa esattamente questo
I nostri rappresentanti del consorzio tutt'del consorzio a Spalato tutte le mattine partecipano al briefing di sicurezza dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite in cui vengono date le informazioni sulle strade sui punti a rischio
Su quello che è successo il giorno prima su quali sono le strade percorribili su quali sono le deviazioni come sapete ma ad Ansedonia le sale principali non si usano quasi più quasi tutto fatto su De su da su varianti avverte con
Con i bulldozer quali si possono usare quali no
Quali sono le situazioni in cui ci sono tensioni quali sono specializzandosi qua quando esistono situazioni di di di pericolo tali per cui è meglio non mettersi in viaggio
Questo tipo di lavoro lo facciamo noi con il Consorzio provveduto siamo tante associazioni associazioni grandi associazioni piccole eccetera ovviamente
Una delle cose che come dire riusciamo più stiamo disperatamente cercando di fare ma che sicuramente potrebbe esser fatto in maniera molto più razionale
Ed efficace se lo farei se lo facesse l'ufficio proposto dal governo italiano per questo tipo di interventi è cercare di far sì che davvero tutti quelli che si muovano passano per questo tipo di possano approfittare di questo tipo di servizio
Questo pretendo per quanto riguarda la sicurezza è una cosa credo che il governo italiano potrebbe fare senza nessun problema per quanto riguarda l'Inter impegni presi nel tavolo di coordinamento
Allora
Vorrei chiarire quando siamo andati alla riunione del tavolo di coordinamento il consorzio italiano ancora non esisteva siamo andati lì come gruppi e associazioni singole c'era l'Arci le ACLI associazione per la pace il coordinamento degli enti locali per la pace eccetera
Ci siamo ritrovati intorno a questo tavolo e la prima cosa che abbiamo detto e guardate non siamo qui
A batter cassa
Sicuramente se una parte di quei fondi che avete stanziato per la ex Jugoslavia volta potessero rafforzare i nostri progetti sicuramente come dire sarebbero ben accetti
Ma quello che chiediamo a voi e soprattutto sostenere lo sforzo che stiamo facendo
Per quanto riguarda la questione diciamo dell'organizzazione della logistica come si chiama per quanto riguarda la questione della sensibilizzazione in questo Paese per quanto riguarda la questione del la logistica la cosa che abbiamo chiesto per prima nel tavolo di coordinamento era la possibilità che il governo mettersi in modo deve dei meccanismi organizzativi tale per cui fosse evitata
La situazione in cui viviamo e cioè che paghiamo di più per portare le cose in botteghe nella ex Jugoslavia che quanto ci costa Lella il materiale che portiamo
Siamo costretti per esempio a traversare il mare sul nani che stanno facendo i soldi sugli aiuti umanitari che fanno pagare il costo di un TIR di aiuti e Sarko lo stesso prezzo con cui fanno pagare i mezzi che vanno in vacanza
E questo perché il governo italiano non ha fatto una cosa che potrebbe fare tranquillamente cioè mettere un servizio non tutti i giorni
Una volta ogni due settimane una volta al mese un servizio contraddetto
Che colleghi la costa italiana ad una nostra dalmata questo sì significherebbe che potremmo spendere investire i soldi raccogliamo con le sottoscrizioni in materiale da portare lì invece che arricchire le casse dei trasportatori delle compagnie marittime che fanno questo dico che sono le uniche che fanno questo tipo di servizio
è tutto quello che riguarda faccia ho fatto un esempio sui trasporti ma questa appunto sono i treni camion che possono far convergere i materiali dalle dai punti di raccolta fino ai punti di di partenza per la ex Jugoslavia
Un'altra cosa che invece gli avevamo chiesto con grande forza era che ci e su questo si erano impegnati a a produrre delle iniziative una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica
Che ci permettesse di far arrivare l'informazione di quello che il volontariato fa e di quello che il cittadino può fare per sostenere il volontariato
A più gente possibile noi non siamo organizzazioni che possono permettersi di mettere le mani mettere pagina di una sciatta e su i giornali nazionali che che richiedono per questo milioni e milioni
Spesso non riusciamo avere accesso sulla stampa e il problema è che la gente come fa a sapere che può far qualcosa
Allora c'era stata la promessa una campagna d'informazione una specie di quelle pubblicità progresso
Fatte per diverse questioni sociali che ed esse informazione del fatto che esistono strutture di volontariato e servono a qualcosa per la ex Jugoslavia questi sono i numeri di telefono c'era stata promessa l'istituzione di un numero verde
A cui fosse possibile accedere gratuitamente da qualsiasi parte dell'Italia
Per dare comunicazione della propria disponibilità per essere indirizzati presso le strutture che potevano meglio accogliere quella disponibilità che fossi materiale o in risorse di volontariato indisponibile all'accoglienza
L'altra cosa su cui c'era stato dato un impegno
E su cui non c'è stata appunto risposta è stato il fatto che avevamo chiesto un impegno specifico per riuscire a approfittare come dicevamo prima
Sia io che Giulio di questa grandissima disponibilità di famiglie ad ospitare profughi bosniaci
Questa disponibilità c'era abbiamo ancora liste di centinaia di persone hanno chiesto al governo innanzitutto per esempio di far arrivare in queste famiglie i profughi che erano da allora allora da pochi mesi ospitali dentro le caserme
Per esempio a Cervignano del Friuli faccio solo un esempio
Dove seicento proprio chi sono ci circondati pratiche dicono in questa in questa caserma in una situazione ovviamente lieto che produce frustrazione e e situazioni ovviamente di disagio
Questo dico hanno detto per questa cosa qui potete farla intanto distribuita queste persone per nuclei familiari questo significa che il governo spende meno un profugo a Cervignano costa un milione e mezzo mantenerlo
Un profugo in una famiglia sicuramente costa molto meno che un milione e mezzo
Al mese
La cosa sia si è ulteriormente aggravata adesso e nel momento in cui è stato approvato la possibilità per i profughi della ex Jugoslavia in possesso del permesso
Per motivi umanitari di voler accendere alle liste di collocamento e quindi di avere il diritto al lavoro cosa che per due anni è stata loro negata
Eh no è ovvio che questi profili che sono mantenuti tutti insieme
Difficilmente riusciranno a risolvere il problema del lavoro Cervignano sicuramente non riesce a offrire seicento posti di lavoro
Una dimensione più umana di distribuzione razionale di queste persone può evitare innanzitutto di dare la sensazione dell'invasione no cosa che probabilmente spinge il governo a non aprire le porte profughi
Ma se considerare quanti sono i comuni italiani se sono mettete fa fate conto che ogni Comune grande o piccolo che sia si può ospitare tre quattro persone abbiamo fatto un numero che supera di tantissimo quello che stiamo facendo adesso
E non sicuramente non sarebbe dipeso per nessuno sulla questione del governo cioè qua l'onorevole Chiara Ingrao che con questo gruppo di deputati c'ha sostenuto
In questi mesi nelle nostre iniziative credo che può aggiungere qualcosa di più specifico sul lavoro che hanno fatto
Allora lì c'era il il la il ministro Boniver ministro dell'immigrazione che a quel tempo era stata delegata al coordinamento delle iniziative governative
Per nella ex Jugoslavia come sapete
Maggio del novantadue
Maggio-giugno
Sì
Ma innegabilmente adottò il con il nuovo governo spari il ministero dell'immigrazione
Non venne riproposto un altro coordinatore e quello che ottenuto sia più preoccupato è stato il fatto che non solo è sparito il tavolo di coordinamento col volontariato all'associazionismo
Ma è sparito di fatto
Prendendo questi soldi è stata per lungo tempo impossibile a farsi perché non si sapeva il ministero degli Esteri la cooperazione l'emergenza al ministero degli Interni Ministero della difesa che cosa stavano nessuno sapeva cosa stava facendo l'altro
E questo immaginare che cosa ha prodotto ha prodotto il fatto che delle volte andiamo in campi profughi dove scopriamo che
Miliardi di materiale sono stati trasportati dall'Italia abbandonati lasciati lì
Molto spesso si ritrovano completamente degradati
E è come dire con una una meccanismo funziona pioggia Elia assoluta come dire incapacità di costruire dalla donazione di qualcosa un fatto che poi rimanga nel tempo che è drammatica
Da quei famosi c'è no stiamo parlando di questi devo dei soldi Goito parlando di iniziative governative quindi dei fondi che provengono dai famosi centoventicinque miliardi stanziati
Dunque la cosa estremamente complessa sono stati stanziati con questo decreto che poi è diventato la legge trecentonovanta centoventicinque miliardi
Sono stati presumibilmente spesi anche altri soldi attingendo ai fronti dai fondi della cooperazione o per esempio per i voli su se su Sarajevo fondi della difesa
La nostra impressione più che impressione la nostra certezza è che i governi non sappiano quanto hanno realmente speso
Noi abbiamo noi io associazioni e parlamentari per la pace numerose volte chiesto quanto avete realmente speso
Alla fine abbiamo costretti a risponderci perché abbiamo presentato una risoluzione alla Commissione esteri
Che è stata discussa il giorno tre marzo sapete che quando si presenta una risoluzione il governo ha dall'ENI e quindi è venuto a rispondere iterati che ci fornì l'allora sottosegretario Spini
Erano come la famosa somma delle vere d'e delle mele
Nel senso che ci disse
Abbiamo speso adesso faccio degli esempi abbiamo speso quattro miliardi per aiuti alimentari alla Bosnia
Abbiamo inviato tot tonnellate di aiuti e quello è un altro dato dato in tonnellate poi c'era un altro dato dato il numero di persone assistite diceva assistiamo diciotto venti mila persone per quale costo non si sa dove non c'è stato detto in quale forme non c'è stato detto
La espressione precisa sull'entità globale era a tutto giugno mille novecentonovantatré saranno stati impegnati e in massima parte spesi novanta novantacinque miliardi
Vale a dire non c'hanno risposto su quanti ne sono stati spesi
Impegnati vuol dire che esiste qualche progetto a che stadio di avanzamento con chi per chi in quali forme questo noi non lo sappiamo
Abbiamo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite abbiamo perché ce li siamo procurati noi non perché ce l'abbia dato il governo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati
E da questo possiamo dire quanto è stato dato all'Alto commissariato e da questo noi sappiamo che mentre l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite ha bisogno per mantenere
I tre milioni e mezzo di persone che assiste di trentasette milioni di dollari al mese cioè voglio
In tutto l'Italia a fornito in tutto fino a marzo novantatré e dal novantuno fino a marzo novantatré undici miliardi e mezzo di lire e nel novantatré cinquecento milioni
Questo diciamo è il dato dell'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati poi se volete io sono dei delle cose più lunghe più dettagliate se a qualcuno interessa facciamo una fotocopia con questi dati il punto
Il punto è il a questo punto ne abbiamo ribadito ed esiste un impegno in questa risoluzione parlamentare del tre marzo che impegna il governo a fornire una relazione dettagliata di tutti i soldi che sono stati spesi con quali voci se
Attraverso i fondi della legge trecentonovanta o altri fondi dove sono stati spesi chi ne sono stati beneficiari qual è stato il loro risultato quali sono state le motivazioni di queste scelte
Questa doveva essere presentata entro quindici giorni anche su questo ancora aspettiamo questa informazione
Questo per quel che riguarda le cose fatte sulle cose che il governo può fare per il volontariato c'è tutta
E può fare per coordinare coordinare meglio l'iniziativa umanitaria in tutta la partita del trattamento dei profughi in Italia noi abbiamo una divario totale fra la situazione legislativa
Che anche grazie al nostro impegno
è a questo punto piuttosto avanzata nel senso che abbiamo tenuto prime il diritto ai permessi d'ingresso per motivi umanitari
Poi dopo molto tempo molte pressioni il diritto al lavoro l'accoglienza comunque per i disertori anche quelli che fuggivano quindi non da zone di guerra ma da zone dove li avrebbero potuti mandare in guerra però ancora le prefetture e le questure
Non agiscono in base alla legge e a noi capita di dover intervenire c'è capitato recentemente quand'era quindici giorni fa
Di dover intervenire per casi di disertori espulsi dall'Italia nonostante che sulla legge c'è scritto si accorgono comunque i disertori perché le questure le prefetture dicono a questi ragazzi chiedete lo status di rifugiato
Lo status di rifugiato si può ottenere solo se si è perseguitati individualmente un disertore non è che perseguitato lui lui si rifiuta di perseguitare non ottengono lo status di rifugiato vengono espulsi
Quando si interviene certamente il ministero dell'Interno mette a posto le cose blocca le espulsioni ma quanto espulsioni ci sono state che che non abbiamo fatto in tempo a bloccare perché non l'abbiamo saputi
Chi erano i dodici mila quattrocentottanta provenienti dall'ex Jugoslavia che sono stati respinti alle frontiere nel mille novecentonovantadue dove sono andati sono morti di fame sono morti di malattia chi li ha colti
è difficile capire come fermare le morti per bombe
Ma perché non facciamo qualcosa per fermare le morti di fame di malattia di freddo ultima cosa perché non la voglio fare lunga nello ottobre scorso
Uscì fuori l'allarme dell'Unicef che diceva per l'inverno bosniaco
Moriranno duecento mila bambini malati ve lo ricorderete tutti in quel caso noi abbiamo raccolto le firme di metà della Camera dei deputati in un appello che chiedeva facciamo un piano di accoglienza straordinario
Che porti via queste quante più possibile possiamo bambini malati anziani quelli che rischiano di morire di freddo non parliamo di quelli bombardati temporaneamente non diciamo per sempre ma almeno salviamo le dalla morte certa
Poi magari lì Rin sediamo in zone come dice il Governo che non devono essere troppo lontane poco come se per un bosniaco essere stare in Slovenia sia tanto meglio che stare in Italia non fa tanta differenza però questa è la loro politica
Non abbiamo avuto nessuna risposta abbiamo avuto in quel caso un incontro sempre con il Sottosegretario Spini che c'ha detto farò qualcosa in esaminerò la vostra proposta inverno passato chi raccontati quanti sono morti ma non lo sappiamo sappiamo solamente che forse da quei cortili
Ci si poteva ci si poteva salvare
Noi
Mercoledì prossimo se non viene nuovamente cambiato il calendario parlamentare che è stato già cambiato settimana scorsa dovevamo farlo giovedì scorso
Discuteremo delle mozioni
Su che cosa fare per la pace nella ex Jugoslavia
Il gruppo dei parlamentari per la pace ha elaborato un testo unitario che porta il primo firmatario Fracanzani e ci sono firme fino alla firma di Manisco di Rifondazione Comunista pertanto molto unitario
E io credo che sia importante che si sottolinei che mente le proposte di intervento militare di bombardamento dividono spaccano senza dare soluzione al problema quando si cantano proposte politiche reali su come costruire la pace
Dal piano diplomatico quello umanitario si può costruire uno schieramento molto ampio
In questa discussione nella mozione che noi abbiamo scritto noi sosteniamo ed è il Sanzo di tutta questa conferenza stampa della nostra iniziativa che non c'è da una parte l'intervento politico dall'altro i poteri dei caschi blu o e quindi anche le forme di difesa militari e dei civili e dall'altro ancora l'intervento umanitario esista in intervento integrato di pace del quale l'intervento umanitario a un pezzo fondamentale
Anche per fare iniziativa diplomatica perché un Paese ha più autorevolezza nel confrontarsi con i diversi interlocutori
Se questa autorevolezza se le costruita soccorrendo la popolazione civile di tutte le parti sessi opposto la polizia la pulizia etnica non solo con i suoi documenti ma materialmente difendendo le vite
De dei civili che sono l'oggetto di questa pulizia etnica impedendo di morire impedendo gli stupri o assistendo le donne stuprate perché non finiscano cacciate dalle dalle loro comunità su questo non aspettiamo in qualche modo la risposta politica noi chiediamo questo tavolo di coordinamento e questo nuovo slancio umanitario dell'Italia
Non come l'ha persa
Da mettere come il cerottino da mettere sulla ferita ma come un pezzo fondamentale dell'azione politica che l'Italia può fare
Anche perché per guadagnarsi la legittimità e l'autorevolezza per fare proposte politiche per rilanciare una proposto dell'Europa io qui non voglio entrare in tutte le loro richieste che facciamo l'ONU alla cioè e così via però su su questo esatto
Questo lo riteniamo fondamentale
Crediamo di batterci debba essere che non debba distinguere questi due terreni non vogliamo lacrime di coccodrillo sui volontari morti e poi da un in un'altra sede si discute dell'iniziativa
Dell'iniziativa politica perché questa è una guerra che rivolta i civili e chi aiuta i civili fazione attiva contro la guerra
Ci sono altre domande interventi
Ma noi ci sono ci sono diverse associazioni gruppi dall'Arci una situazione per la passione pubblica assistenza al servizio cento nazionale che stava intervenendo nella realtà di posti OSCE
Dove da mesi gestiamo un campo profughi organizziamo le attività generale di questo campo facciamo attività con i profughi musulmani sono attualmente centosessanta bene nei giorni scorsi è cresciuta una tensione grave cresce la tensione grave legata anche a quello che sta avvenendo a mostra Venezia coordinatore una guerra di pulizia etnica si sta rapidamente diffondendo
Di fronte ad avvenimenti una situazione ancora generale di questo di questo tipo sono successe
Sono accaduti degli eventi nel campo profughi dove i profughi musulmani anche volontari che avevano accorsi a loro in loro difesa sono stati minacciati e malmenati
Abbiamo fatto presente questo alle autorità italiane all'ONU all'UNPROFOR e abbiamo chiesto che l'UNPROFOR garantisca una maggiore vigilanza su questo campo profughi
E al governo italiano di attivarsi presso il governo e la Bosnia Erzegovina affinché episodi del genere
Non si verificano più e che comunque per fare tutta la prassi necessaria per garantire sicurezza e protezione
Nell'Erzegovina la la tensione sta crescendo
Non interveniamo non solo positivamente veniamo a Mostar con molti progetti da Ivrea nascere via da Trieste inviamo medicinali inviamo aiuti
Sono iniziative che vanno avanti da molti mesi
Vogliamo che queste iniziative continuino a sostenere le vittime di questo conflitto ripeto di qualunque minestre Stigliano e vogliamo che la garanzia che questo possa continuare esserci e quindi condanniamo tutte le forme Lorenza di guerra e di un po'di pulizia etnica da comunque parte essa provenga
Dieci mila novecentottanta la data mi sembra e comunque relativa a poche settimane fa adesso
Cioè
Non
Ma
Altre domande
Altri interventi ed un le ultime due informazioni prima di di di scioglierci intanto volevo dire che arriva da nel frattempo una dichiarazione dell'onorevole Giovanni Russo Spena che è disponibile presso il tavolo
La seconda informazione che forse non è stata data che il consorzio italiano di solidarietà nasce come iniziativa di tanti gruppi campagne però di questo consorzio fanno parte già molte associazioni di rilevanza nazionale forse era cartellina non sono elencate
Però ci sono molte associazioni che fanno parte vorrei ricordare le più significative
Ci sono c'è l'Arci e ci sono le ACLI cioè l'associazione per la pace
Pax Christi Beati costruttori di pace
Associazione nazionale le pubbliche assistenze Servizio civile internazionale e tante altre associazioni che nel che non che non possiamo citare però mi sembrava importante ricordare questa cosa e ricordare anche che martedì alle diciassette fino alle enti inizierà questa questo presidio questo sit-in alla Camera deputati a Palazzo Chigi per sollecitare queste nostre richieste queste nostre iniziative
Al Governo e Parlamento Raffaella forse l'ultima comunicazione sì io vorrei farvi un appello ringraziamo di essere venuti qua speriamo che
Ci aiuterete a a a far sì che il Consorzio riesca a fare il suo lavoro e cioè a fare emergere dall'oscurità e dal sommerso tutti quei gruppi che ancora non siamo riusciti a contattare
Allora di chiederei se possibile dovunque riusciate a scrivere di dare i numeri di telefono del Consorzio italiano di solidarietà perché questo è il modo con cui in questi mesi queste cento e più associazioni si sono messe in contatto
Un grandissimo servizio ce lo dice cuore qualche un mese fa in un numero speciale dedicato a a proprio alla solidarietà
Quindi chi volesse contattare il Consorzio italiano di solidarietà può farlo attraverso questi numeri zero sei
Tre due uno quattro sei zero sei oppure tre due zero uno cinque quattro uno Illy ENI ecco questa veramente se è riuscito a farlo fate un servizio a chi si sta impegnando per la solidarietà nella ex Offlaga grazie