Presentazione del libro "La questione meridionale in breve. Centocinquant'anni di storia" di Guido Pescosolido (Donzelli Editore)

Ma turchi
Grazie di essere
Con noi per la presentazione di un volume
Scritto da Guido Pescosolido la questione meridionale in Breve centocinquant'anni di storia pubblicato da Donzelli e
L'occasione di una discussione
Su un tema come questo è ovviamente una bella occasione credo per poter affrontare questioni e temi che dalle pagine
Di un volume richiamano più in generale questioni diciamo della storia d'Italia e forse anzi esse anzi senza forse non solo della storia d'Italia io dovendo introdurre e dare la parola al persone che mi sono affianco proverò a dire qualcosa sul importanza di questo libro mi concentrerei soltanto su questo credo che sia un libro importante
Un libro importante perciò che l'autore è riuscito a scrivere in poche pagine
Quel sottotitolo in Breve credo che sia una felicissima soluzione per dare ai contenuti del volume di Pescosolido una possibilità anche di diffusione ed interpretazione ma io credo più in generale perché ragionare oggi di questione meridionale utilizzando
Gli strumenti e il metodo dello storico una questione particolarmente io credo preziosa importante significativa da tutelare
E l'importanza di questo libro a mio avviso può essere racchiusa in tre Brevi riferimenti a questioni che lo attraversano e che vorrei soltanto citare in apertura la prima riguarda proprio la scelta dell'autore di offrire un percorso di lettura di lungo periodo nel quale ci sono diciamo nodi interpretativi messi a fuoco sostenuti da una periodizzazione quindi dalla scelta diciamo così nell'arco dei centocinquant'anni di mettere l'accento su alcuni passaggi particolarmente significativi e delicati quel suo farlo in Brehme con un'ottica di lungo periodo in poche pagine non esaurisce anzi se possibile amplifica lascia entra Litta della questione di cui stiamo parlando cito un passaggio dell'autore che mi sembra da questo punto di vista particolarmente utile per iniziare anche il nostro
Il nostro incontro dagli anni Settanta dell'ottocento il sino ai nostri giorni la questione del Mezzogiorno è stata percepita analizzata discussa e istituzionalmente affrontata come la problem la problematica di maggiore importanza e complessità della storia dello Stato unitario
Quindi diciamo affrontarla in Breve essi non significa togliergli questa centralità ma se mai dargli appunto uno sviluppo e una prospettiva che possa amplificarli neanche
Gli F secondo aspetto e in qui devo dire che diciamo il percorso di studioso di Guido Pescosolido emerge io credo in filigrana
Attraverso queste pagine con un grande nitidezza e chiarezza mi riferisco ha un approccio che non scivola mai nella semplicistica ricostruzione delle occasioni mancate
Di ciò che si sarebbe potuto fare del rimpianto
Per qualcosa che non è non è avvenuto che sarebbe stata invece meraviglioso poter raggiungere in questo c'è una sensibilità io credo una padronanza straordinaria della storiografia e delle fonti che su questo diciamo hanno irrobustito io credo un percorso che ormai e di lungo periodo e ci sono i temi Daloui affrontati anche in un altro libro recentemente pubblicato più sul tema della nazione e lo sviluppo economico ma credo che alla fine diciamo le questioni trovino un cantiere comune di riferimento e di riflessione che riguardano proprio la capacità di mettere la questione meridionale dentro i temi dello Stato unitario il dello sviluppo economico quindi diciamo anche qui da una riflessione da un richiamo di carattere politico istituzionale a un tema che invece innerva e irrobustisce passi avanti e battute d'arresto del nostro processo di nazionalizzazione ecco credo che questa seconda elemento che volevo richiamare possa essere un tema di discussione di confronto oggi mi immagino e più in generale nella possibilità che da questo libro
Si cominci o si riprenda a discutere seriamente di questo aspetto e questo si riprenda è un po'il terzo elemento che come potete immaginare viene in mente oggi ragionando riflettendo di questo cioè la possibilità mi verrebbe da dire finalmente di uscire da una discussione costruita su false notizie semplificazioni imbrogli parole buttate al vento c'è chi scrive parla di genocidio di processo di riferì di riunificazione che ha prodotto sangue e terrore allontanandoci da Orizzonti che avrebbero invece consegnato al Paese chissà quale futuro ecco io credo che tutto sommato
Alla fine il metodo storico con rispetto e umiltà delle posizioni degli altri possa essere uno straordinario strumento ancora oggi nonostante ci circondano per provare a capire meglio che cosa ci succede e Pescosolido nell'introduzione e poi nelle pagine conclusive prova anche diciamo così a gettare se posso usare questa espressione un po'il cuore oltre l'ostacolo cioè a
Provare a immaginare che cosa si potrebbe fare per invertire la distanza la difficoltà che separa appunto le nostre diverse italiano anche qui voglio chiudere questa breve introduzione richiamando due passaggi che mi sembrano anche da questo tipo di da questo punto di vista
Molto utili il primo è un riferimento a Giuseppe Mazzini
Rilanciata poi da Giustino Fortunato questa espressione l'Italia sarà ciò che il Mezzogiorno sarà per tornare appunto a discutere di centralità credo che nelle vicende anche di una dimensione oggi continentale più ampio a questo tema emerga con alla grande chiarezza e in un ultimo cenno fugace nelle pagine conclusive quasi a darci anche la possibilità di guardare avanti con meno sconforto però è anche vero parlando delle distanze delle diseguaglianze delle difficoltà
Che proprio perché conosciamo le ragioni delle occasioni mancate dei fallimenti collezionati in centocinquanta anni di storia nazionale
In particolare negli ultimi quaranta quarantacinque anni è possibile
Anche se non è semplice riprendere la crescita e la via della convergenza imboccata negli anni cinquanta sessanta del Novecento e interrotta negli anni settanta il forse
Forse anche fare del Mezzogiorno il volano di un rinnovato sviluppo dell'intero Paese
Credo che la sintesi di queste poche righe sia davvero un esempio importante c'è dentro la riflessione sulla centralità Ascenzi intesi la periodizzazione che sostiene il volume questa parte
Diciamo successiva alla seconda per guerra mondiale che sembra invertire una rotta di tendenze poi c'è anche il tentativo diciamo di rimettere al centro l'analisi del metodo storico come modo per guardare e analizzare il nostro tempo ecco credo che questo libro sia tra le tante cose uno
Un bel tentativo di rimettere la storia al centro delle nostre riflessioni e dei nostri interrogativi
Detto questo io
C'è do la parola volentieri a Piero Piero Bevilacqua che mi è qui vicino i nostri interlocutori e presentatori del volume hanno bisogno di poche parole
Oltre alla al piacere di dargli la possibilità di intervenire ma insomma si è occupato di questione meridionale se così si può dire in tanti modi e Diversi dirigendo la rivista Meridiana occupandosi via di cultura italiana in età contemporanea con un volume nel novantuno il suo ultimo libro felicità d'Italia paesaggio arte musica e cibo
Di cui abbiamo parlato di recente in un'altra occasione anche un modo per tornare
Su alcuni temi insomma Piero
Grazie a Umberto Gentiloni riprendo le le sue espressioni e le sue parole un libro è un libro importante quello che ci consegna Guido Pescosolido in un momento particolare di storia del mezzogiorno e di vicende nazionale
Come è noto a chi segue con attenzione la vita politica del nostro Paese
Non è ignoto il fatto che il sudore è scomparso dall'agenda politica
è scomparso perfino dagli slogan elettorali
Del ceto politico italiano
E invece sono sempre più attive minoranze come dire minoranze ignoranti che
Resuscita notturne o borboniche smog fuori fuori dal tempo che è una sorta di leghismo tardivo rovesciato
Quindi un libro di storia un libro di storia che
Con puntiglio scientifico con severità argomentativa e documentaria
Rifà
Inni cento trentaquattro pagine centosessantaquattro pagine delle delle stragi né Donzelli una
Una storia che è fra le più controverse forse la la più controversa vicenda della vita della storia unitaria italiana e io qui sottolineerei il primo merito di questo di questo lavoro
Perché è una storia controversa una vicenda assai dibattuta che vede ha visto punti di vista scuole
Posizioni divaricate anche diversissime e che ha prodotto ha prodotto una letteratura sterminata
Allora io vi voglio riferire mi dispiace che non ci sia Adriano Giannola perché voglio ricordare un episodio
Della seconda metà degli anni Ottanta intorno alla alla ottantotto era Meridiana era stata pubblica appena appena uscita col suo primo numero e e io e Carmine Donzelli che insieme ad Augusto Placanica stavamo avevamo fondato li emesse stavamo diciamo
Allargando le nostre relazioni facevamo la corta ad Augusto Graziani
Epocale credo che fosse impegnata all'ora nello studio teorico della moneta è
Noi lo volevamo costringere un poco a a a dirci la sua sul Mezzogiorno sulle condizione dell'Italia meridionale di quegli anni
Quello in mi ricordo benissimo che a un certo punto sbottò dice ma come si fa a studiare oggi il Mezzogiorno bisogna bisogna
Scalare una montagna di carte
Poi però lo fece decidere un bellissimo un bellissimo saggio allora Guido Pescosolido ha dovuto scalare questa montagna di carte questa letteratura
Norme che nel frattempo di molto cresciuta rispetto rispetta a a quando Graziani ha usato ha usato quelle quell'espressione e Guido diciamo ci consegna
In questo testo anche una bibliografia aggiornatissima no arriva arriva sino ai giorni nostri
Allora naturalmente Guido non partiva da zero anche lui ha dato il suo contributo alla costruzione di questa montagna come alcuni di noi
Diciamo dietro questo dietro questo tavolo
Però ecco l'aspetto l'aspetto interessante
Forse poco sottolineato di questo volume
E che lui non solo si limita a riproporre dei suoi trascorsi studi di storia economica dell'Italia dell'Italia post-unitaria alcune tesi
Che secondo me sono ancora interessante meritano di essere riconsiderate riproposte ma fa anche un'altra un'operazione autocritica di cui vi dirò in breve per esempio un aspetto un aspetto
Una riproposizione delle delle sue tesi che io considero importante anche per il dibattito e le controversie attuali la tormenta sempre a livello di problematiche storiche
E che il divario tra il Nord o il Sud o dopo l'Europa per quanto attiene alle strutture produttive soprattutto al mondo industriale
Non era così significativo come invece lo era tra per esempio l'Italia del nord e il testo dell'Europa
Naturalmente
Gran Bretagna Francia Belgio e così via
Pescosolido
Lo fa mostrando le strutture produttive mostrando il numero dei fusi per ciò che riguarda l'industria tessile le quantità produttive per ciò che riguarda per ciò che riguarda la Seat la siderurgia ma naturalmente non è un argomento consolatorio dire
Anche il Nord era era arretrato è è un argomento storico e storico ed economico cioè mostra il fatto che il divario tra Nord e Sud un era un divario non drammatico ma ricco componibile perché che come dire entrambe le aree del Paese si muovevano in una sfera di arretratezza generale rispetto al a chi aveva davvero avviato la rivoluzione la rivoluzione industriale
Invece
A queste a a queste riproposizione nota giustamente Pescosolido ha fatto tesoro di queste sue acquisizioni ci sono però delle delle novità eccetera per esempio un'autocritica
Che riguarda uno detto mo'posto più ricorrenti della controversia vale a dire la questione dell'unificazione del debito pubblico all'onta all'indomani dell'unificazione nazionale voi sapete che
Francesco Saverio Nitti a cavallo tra Otto e Novecento diciamo pubblicò un libro di di grande di grande fervore analitico diciamo e anche
Molto ben documentata nitide era Nitti
Sostenendo che con l'unificazione del debito pubblico e nel mezzogiorno che aveva un debito pubblico inferiore rispetto a quello delle del Regno sardo diciamo veniva veniva danneggiato veniva danneggiato e diciamo questo
Costituisce uno dei dei passaggi che hanno contribuito alla nascita dello squilibrio tra le due sezioni tra le due sezioni del Paese ora ecco con grande onestà
Guido Pescosolido riconosce che a suo tempo aveva diciamo accettato questo tipo questo tipo di testi noti e oggi confessa dopo aver ha visto diciamo altri dati dopo aver esaminato altre fonti eccetera che non lo non lo accetta più come aveva fatto in passato perché lui sostiene secondo me ha ragione
Che
Il debito pubblico
Delle del Regno di Napoli non è che fosse così basso era era pancette Quarà
Era un un un po'più della metà diciamo del di quello del Piemonte ma insieme Piemonte
E Regno di Napoli facevano l'ottanta per cento del debito pubblico quindi l'unificazione l'unificazione di questo di questo debito in realtà avvenuta questo questa in questo modo di spalmare diciamo di il il debito è avvenuta a danno della Lombardia del Veneto de degli ex Stati pontifici quindi il nome è stato diciamo il sud da sopportare questo di Casale del del debito che naturalmente avveniva a vantaggio di tutti perché poi e si trattava di fare le opere pubbliche eccetera è tra l'altro
Pescosolido infila qualche maligna considerazione ma fondata cioè e il fatto che
I parte parte del debito contratto dalla dai Borboni era dovuta al fatto di avere chiamato le top l'esercito austriaco a reprimere imbottiti i moti risorgimentali ride negli anni venti e nel nel nel nel Regno di Napoli
Ecco se mi consentite a dire che questo è un aspetto nobile della della nostra della nostra disciplina
Di storica adesso lo ricordava Umberto Umberto Gentiloni cioè non è poca come si dice dei feriti News Day di mistificazione di menzogne pubbliche
E allora lo uno studioso che attiene più alla verità che alla propria casa coerenza dei di ricercatore
Mi pare mi pare diciamo che costituisca u un bell'esempio morale di e e di onestà intellettuale anche perché poi la coerenza secondo me la si ritrova nella fedeltà al proprio mestiere al proprio mestiere che nostro mestiere un mestiere di aggiornare revisionare continuamente anche le nostre acquisizioni alla luce degli apporti nuove che la comunità scientifica continuamente apporta
Allora naturalmente ci sono altri meriti in questo in questo volume che gli altri mi ci metteranno metteranno l gli altri presentatore metteranno in luce io io ricorderei qui anche un altro aspetto cioè
Che non è un fatto di capacità narrativa semplicemente
è un fatto di
Profondità di sguardi e dominio del processo storico e cioè
L'equilibrio con cui l'autore ha messo insieme
Aspetti molto diversi cioè
La storia strutturale del mezzogiorno e la questione meridionale che io ci tengo a questa distinzione che spesso si fa confusione la questione meridionale diventa tutta
La storia del Mezzogiorno ne così la questione meridionale è una costruzione intellettuale la storia delle riflessioni degli studi delle rappresentazioni dell'immaginario meridionale
Prodotto da diverse generazioni di studiosi la storia del mezzogiorno e la vicenda materiale no
Resti geste resta gesto destare allora
Pescosolido ricostruisce anche le posizioni del del Meridione del meridionalismo
Sia diciamo nel momento otto novecentesco sia a livello a livello di politiche economiche che si affermano all'indomani della seconda guerra mondiale quando diciamo il problema del Mezzogiorno su viene affrontato dalle classi dirigenti italiane con una serietà che era mancata nelle epoche passate anche per ragioni naturalmente di di risorse di risorse disponibile
è naturalmente
Siccome un altro merito ancora di questo libro poi dirò qualche cosa di critiche altrimenti apparivano troppo apologetico e è che
Pescosolido nonno
No non fa accademia
Due è un'ottocentesca è uno studioso dell'Ottocento per la verità ha cominciato anche con no cono studi sullo
Sul cinquecento ma è un modernista e e però arriva arriva
E studia studia anche il secondo dopoguerra arriva arriva come dicevo ai giorni nostri e e questo da dal lavoro storico
In una una forza anche politica nel senso alto del dell'espressione che altrimenti che altrimenti no non avrebbe
Tra l'altro
Questo libro arriva arriva sino alla ripresina del due mila e quindici no
Per dire il l'aggiornamento del del testo è tuttavia ecco
Pescosolido non non dimentica che
Su cento meridionali dieci dieci sono poveri il sono sono investiti sono toccate sono caratterizzate dalla povertà assoluta e diciamo il testo mi pare che insieme a tanti altri dati che che che l'autore mette nel testo mostra
Questa fusione tra sforzo di una star scientifica e denunce e civile che secondo me fanno lo fanno parte della sono uno degli aspetti più nobili della tradizione storiografica italiana checché ne che diciamo intorno alla questione meridionale ha trovato e il modo forse più significativo di di esprimersi
Allora
Non voglio farla lunga ho promesso di non essere apologetico vorrei vorrei ricordare un paio un paio di cose su cui io avrei insistito di più come di solito no si fa quando si vuole aggiungere qualche elemento critico alla lettura di un testo
Guido Pescosolido giustamente
E lo è sempre alla ricerca di una denari sono equilibrate dei fenomeni storici ci conosciamo da molti anni abbiamo spesso
Con calore ecco un reciproco rispetto ha discusso di di questi problemi e per esempio Pescosolido non manca
Di ricordare
Pur essendo lui di formazione liberaldemocratica di ricordare come il Mezzogiorno sia stato fondamentali mercato meridionale sia stato fondamentale per il processo di industrializzazione del Nord
Pertanto è stato fondamentale e ancora ancora oggi lo è no Pescosolido porta a sostegno di questo dei dati e attualissimi no sul conto il Mezzogiorno funzioni da mercato interno per i prodotti dell'industria del centro nord
Tuttavia ecco il io avrei avrei sottolineato di più il dolo del lavoro meridionale nella nell'affermazione nella fermata per esempio con
L'emigrazione trans oceanica
E i nostri e emigranti che mandavano le rimesse nei loro Paesi soprattutto le quando le mandavano attraverso dagli uffici postali e quindi riempivano le diciamo i patrimoni della Cassa depositi e prestiti la Cassa depositi e prestiti poi impegnava testi capitali nella costruzione di strade di nella realizzazione di bonifiche eccetera nell'Italia del Centro-Nord quindi diciamo queste risorse
Queste risorse che arrivavano arrivavano in Calabria arrivavano in Sicilia in campagna in Puglia poiché trova naturalmente anche merito della della vivacità delle classi dirigenti centro-settentrionale bisogna bisogna pur dire ma questo è un fatto e poi c'è da dire che grazie al alla ai dollari che arrivavano arrivavano dagli Stati Uniti perché l'emigrazione meridionale della del primo quindicennio del Novecento è stata prevalentemente meridionale e prevalentemente diretta verso gli Stati Uniti
Momento di grande espansione dell'economia statunitense
Quello che il denaro lì hanno dato alla lira un potere straordinario in alcol nei ai primi del Novecento la lira faceva Giovan loro
E quindi avevamo una moneta forte con cui si potevano comprare macchinari insomma l'industria del Nord poteva poteva poteva espandersi diciamo godendo di una base monetaria forte è è stabile
è naturalmente il le il discorso sul lavoro vale anche per il secondo dopoguerra anche se ci sono pagine in cui diciamo Pescosolido fa riferimento a questo episodio i nostri braccianti diventavano con onore diciamo in poco tempo in pochi giorni
Lavoratori lavoratori a alla catena nelle industrie automobilistiche in altre industrie che sorgevano negli anni del cosiddetto miracolo economico
E lì le le la nostra forza lavoro ha dato un impulso straordinario con i bassi salari e a diciamo a a quella che possiamo considerare la seconda rivoluzione industriale del del nostro del nostro paese e quindi insomma il contributo il contributo del Mezzogiorno
E varie c'era e qui naturalmente non consideriamo non consideriamo il contributo intellettuale
Quanti meridionali ci sono qui dentro vivono a Roma danno il loro contributo di cultura di iniziativa intellettuale di organizzazione culturale
A Roma a Milano in altre città e lo sottraggono alle terre da cui provengono
L'ultima considerazione e finisco ecco riguarda
Riguardo un un mio punto di vista politico allora
Guido Pescosolido e più prestigiosa allievo di Rosario Romeo
Che ha dato contributi
Rilevanti alla alla storia nazionale e è da appunto un punto di vista come dicevo
Liberaldemocratico e io un punto di vista anti capitalistico quindi diverso però questo non mi impedisce di apprezzare
Ancora di più diciamo forse per questo e il punto di vista il punto di vista di Guido io ecco una cosa che al suo posto avrei sottolineato di più
Il fatto che
Le politiche neo liberisti che sono anche responsabili insieme a tante altre cause che che Guido indica perché a un certo punto si chiede com'è che
Diciamo il divario che si era attenuato no negli anni negli anni Doro all'indomani delle della seconda guerra mondiale poi è per riprecipitare To soprattutto
Negli si è riacutizzato negli ultimi anni e indica delle diciamo delle cause su cui concordo ma c'è anche dell'altro la politica neo liberisti che ha non solo crea divisione sociali disuguaglianze di classe crea e acutizza anche disuguaglianze territoriali
Spacca i territori
Perché la politica neoliberista Ica a tra i suoi capisaldi la limitazione della funzione cui liberatrice dello Stato
Lo Stato deve deve scomparire deve essere il mercato regolare non solo economica ma anche i rapporti sociali
E questo questo arresto e i territori deboli sempre più deboli e i territori forti sempre più forti anche queste una spiegazione secondo me per cui dobbiamo tenere con
Ringrazio
Grazie Piero Bevilacqua sì mi venivano in mente appunto le non l'ho citato nei tuoi lavori il come il saccheggio il grande saccheggio del capitalismo distruttivo se non ricordo male no quindi riflessioni che avevano un po'questo tipo di approccio anche sulle dinamiche del mezzogiorno ora ci spostiamo dall'altra parte del tavolo
E do la parola a Giampaolo D'Andrea che tra il capogabinetto del ministro Franceschini quindi il ministro dei Beni e delle Attività culturali però anche segnato punto storia per Risorgimento se non sbaglio oltre che esso era contemporanea insomma nell'Università del Salerno della Basilicata quindi ti cedo volentieri
La parola
Bene
Piero Bevilacqua con il quale peraltro condivido o un periodo iniziato la nostra esperienza accademica c'è stato una staffetta tra nove io vi sono succeduto nell'insegnamento di Storia del Risorgimento
A Salerno appena lunghi
è venuto
A Roma e che alcuni anni fa ha scritto un bel
Saggio devo dire il primo sforzo organico di lettura
Della
Questione meridionale della storia del Mezzogiorno voglio dirle due cose venerdì
Di non distinguere come voi giustamente
Sollecita
A fare a evidenziato già alcuni aspetti
Devo dire particolarmente utili di questa di questo Breve ma intensissimo o saggio di Guido Pescosolido che si capisce che non nasce così ma un po'il punto di approdo anche con intelligente
Revisione di alcuni giudizi precedenti di tutto un lavoro che negli anni ha svolto e che lo ha
Portato
Ad avere una visione
Il più completo possibile non solo del dibattito sulla questione meridionale sulle condizioni del Mezzogiorno ma della storia del mezzogiorno vista in relazione a alla storia e allo sviluppo economico del Paese
Questa sua
Ottica questo suo punto di vista gli consente di pervenire possiamo dire a ad alcune conclusione di un dibattito che è vero Piero dodici da molti anni
Praticamente non c'è stato più non con la vivacità degli anni precedenti ma anche proprio negli ultimi anni ha evidenziato dei fuor d'opera francamente senza senso
Devo dire scientificamente del tutto infondati
Così Guido Pescosolido attraverso il saggio di oggi sulla storia della questione meridionale
Ci consegna almeno tre risultati in qualche modo incontrovertibili
Il primo sconfessa definitivamente alla leggenda metropolitana tornata diffondersi negli ultimi anni
E più o meno a ridosso delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'unità
Di un Sud borbonico proiettato verso approdi felici di benessere di radio se prospettive di sviluppo firmato se non addirittura riportato indietro dal sopravvenire del Regno dei tanti
La seconda cosa incontrovertibile poi vengo in analitica alla a questa a questi tre temi rapidamente
Il riconoscimento senza possibilità di smentita perché fatto con una lettura attentissima delle cifre delle statistiche finalmente di disponibili in maniera anche più completa di quando
Era accaduto fino a qualche anno fa penso per esempio al lavoro di di sistemazione delle cifre fatta dall'ufficio studi della Banca d'Italia in occasione del centocinquantesimo dell'Unità e da tutti
Gli studi anche successivi che hanno potuto utilizzare questi riferimenti straordinariamente importanti compreso
La possibilità di di cominciare a disporre degli archivi stessi della Cassa del Mezzogiorno per quel che riguarda il periodo più vicino a noi il riconoscimento che in centocinquant'anni di di vita unitaria
Noi abbiamo avuto uno straordinario progresso complessivo e del Mezzogiorno
Che è una cosa che era sfuggita dal dibattito perché
Il voler sottolineare quello che non andava nell'intervento straordinario una volta o prima ancora quello che non andava fatto riferimento Piero alla al nel dibattito diciamo trova scelta protezionistica
è la opzione liberista peraltro sostenuto da autorevoli meridionalisti
Forse anche in maniera contraddittoria diciamo la verità rispetto alla svolta protezionistica che il Paese
Conobbe alla fine degli dell'Ottocento praticamente intorno agli anni Ottanta ci aveva fatto dimenticare qual era il percorso lineare ci aveva fatto dimenticare quali erano le strade seguite fino a quel momento e alla fine la terza cosa incontrovertibile che anche nel dibattito storiografico diciamocela tutta oltre che nel dibattito politico sembrava essere scomparsa dalla cura e dall'attenzione il determinante concorso degli strumenti dell'intervento straordinario nel secondo dopoguerra
Al raggiungimento del risultato complessivo del paese e del Mezzogiorno e dico volutamente del paese del Mezzogiorno perché la tesi di fondo
Di Guido se scorriamo tutte le pagine e che sarà un caso o è
Il Mezzogiorno cresce quando l'economia nazionale va bene io direi anche viceversa che l'economia nazionale
Va bene la il sistema economico nazionale va bene cioè cresce e a possibilità di sviluppo il Mezzogiorno cresce non a caso quando nelle ultime pagine Guiducci fa l'ultimo esempio lo dico
Al ministro De Vincenti per per provocare poi invece una sua messa a punto sottolinea che
Al livello di concorso alla ripresina e
E maggiore l'effetto nel Mezzogiorno di quello che accade nel resto del Paese
Si può spiegare tutto si potrebbe anche dire che partiva da un livello più basso e quindi a una possibilità di raggiungere un ritmo di crescita più elevato
E però non è mai tutto scontato perché invece abbiamo visto in altre
In altri momenti anche della nostra storia economica che questo nome accade
Questi tre direi
Punti conclusivi o punti fermi di un dibattito sulla questione meridionale a mio avviso sono di straordinaria importanza per la riflessione e per il metodo con il quale
Professor Pescosolido a proceduto
Il Mezzogiorno in ritardo di sviluppo
Che fu una deludente scoperta della classe dirigente settentrionale perché nel Polo non dobbiamo dimenticare come sono andate le cose sul serio c'era il mito di un Mezzogiorno che per le condizioni nata anche solo per le condizioni naturali poi il meno corregionale Giustino Fortunato
Fece scendere il gelo su questa tesi dimostrando che non era vero che il Mezzogiorno era climaticamente
Favorito rispetto al Nord anzi dimostrando scientificamente il contrario proprio dal punto di vista dello sviluppo dell'agricoltura meridionale rispetta quella settentrionale ma insomma il mito della Campania Felix che era quello dei romani
Aveva accompagnato devo dire anche la rappresentazione che presso le classi dirigenti del nord del Paese era stata fatta dell'idea di pervenire rapidamente all'unificazione
Italiana
E non era invece perché per ecco perché il dibattito sbattuta alla rovescia e non era invece opinione diffusa nel Mezzogiorno dove dalla fine del Settecento da genovesi in qua si era messa in evidenza una debolezza strutturale della condizione del Mezzogiorno confrontata con le altre monarchie
In quel momento esistenti e con gli stati extra europei
Ancor prima devo dire probabilmente di quando tutto questo dipendenti clamoroso cioè alla fine del Settecento come viene
Opportunamente ricordato quando la rivoluzione industriale in maniera gli affetti della rivoluzione industriale in maniera plastica fanno vedere
Che nessuno degli Stati italiani preunitari e in condizione di competere
Abbiamo detto abbiamo scritto abbiamo visto per ragioni di limitatezza del mercato interno abbiamo sempre sostenuto questa tesi che certamente una tesi importante ma evidentemente di Hu considerando questa limitatezza del mercato interno
Come una concausa della mancanza di sviluppo complessivo e che quindi e funzionale invece ad ad ottenere la il superamento di S. funzionale ad ottenere proprio il superamento di questa limitazione
Questo maggio giorno in ritardo di sviluppo
Che nel Mezzogiorno c'era non era in ritardo di sviluppo solo dal punto di vista economiche era in ritardo di sviluppo su tutte le cifre della vita civile
E inutile dovuto dove hai messe tutte in evidenza io non non non voglio entrarci nel merito dalla scuola alla sanità
Alla ai servizi ma era una cosa che ti colpisce e che ci scorre gli atti parlamentari e io l'ho fatto per un periodo per per un lavoro che dovevo fare
Si rende conto che la rappresentanza parlamentare meridionale era perfettamente consapevole di questa condizione di
Inferiorità Sensi deve dire così
Di inferiorità del Mezzogiorno
Solo che allora era comune anche ad un'altra parte dell'Italia io qui vorrei fare questa sottolineatura che erano parte oggi teoricamente più avanzate cioè quella del Nord Est dico teoricamente perché io ho dei dubbi
Se lo sviluppo del Nordest per la qualità che ha sia più importante dello sviluppo del Nord Ovest dal punto di vista della tenuta del sistema però insomma diciamo così per la maggior va per la maggiore questa tesi
Questa limitatezza della condizione economica del nord est di allora che alimentò il primo ciclo di emigrazione significativa Piero tu hai fatto Bema a richiamare anche il tema
Del concorso dell'emigrazione dal punto di vista finanziario al mutamento delle condizioni economiche
Del Mezzogiorno ma vale ancora di più per il Nord Est
Che precede nella vita nazionale questa esperienza e ne ottiene il maggior beneficio perché ottiene il beneficio maggiore legata a una condizione nazione internazionale ad un contesto internazionale
Che gli ha consentito di incassare prima il beneficio mentre l'emigrazione meridionale che che ha determinato alcuni benefici diretti ed indiretti di natura economica come è stato ricordato
Già sì realizzava siamo all'inizio del Novecento in una condizione internazionale diversa la differenza essenziale il ruolo degli Stati Uniti nell'economia globale nell'economia mondiale dei due temi e quindi si capisce quale
Ora questa perché esistenza di un Mezzogiorno debole dal punto di vista economico strutturalmente che aveva bisogno di riforme di struttura che non voleva essere considerato diverso dal Nord in quanto a esigenze
Ma voleva essere attenzionato diversamente per la condizione che c'era era
Presente in tutto il dibattito
Parlamentare ad opera della pattuglia di parlamentari meridionali più vivaci e in tutta la grande produzione del meridionalismo o classe del meridionalismo
Che cosa fa venire in mente
Che forse
Non era chiaro ecco non era chiara la percezione di questo obiettivo visto che siamo a a forme di revisionismo ne aggiungo anche io ho una notte non vuole essere provocatoria peraltro nei confronti di una tradizione nobilissima
Una carenza che era comune ai grandi meridionalisti comune ai grandi meridionalisti accenno due nella mia terra grandissimi che hanno ispirato tutta la mia vita
I miei studi Fortunato e Nitti
Che avevano percezione evidentissima dei divario e delle differenze tra Nord e Sud
Suggerivano ricette utilissime probabilmente ad accorciare questo divario ma avevano devo dire una scarsa sensibilità dell'altro tema che è stato ricordato da da Piero
Che è il divario esterno dell'Italia nei confronti dell'Europa
Per cui tutto il problema era di dover trovare soluzioni alla recupero del divario interno che aiutasse a superare il divario Esterno
E scartare tutte le soluzioni che invece potevano per prove pervenire da un rallentamento della crescita
Del nord che forse avrebbe comportato una riduzione del divario ma avrebbe disperatamente messo l'Italia nelle condizioni di mantenere una condizione di
Come posso dire emarginazione totale dalla vita economica che l'Europa negli anni a cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento andava a realizzare questa è è una cosa molto importante e viene fuori dal nel testo di di Guido Pescosolido
Una verità incontrovertibile dal mille ottocentosessantuno al mille novecentoquarantacinque distinguendo tra le due fasi che tu opportunamente
Metti in evidenza la prima fino all'ottantasette in cui il Mezzogiorno cresce molto
E non perde terreno rispetto al Nord e concorre così Allo sviluppo capitalistico del resto del Paese la seconda
Dall'ottantasette alla alla fine della seconda guerra mondiale in cui il Mezzogiorno continua a crescere parliamoci chiaro continua a migliorare complessivamente compreso il periodo
Del fascismo diciamocelo con chiarezza compresa la gestione della crisi economica di allora da parte dei governi fascisti queste cose ce le dobbiamo direi con con maggiore nettezza di quanto avevamo fatto prima perché non disponevamo di
Di dati a sufficienza
Però in quel momento si accresce il dualismo che non è più solo economico mai divisione di tendenza perché il Nord
Diventa sempre di più un Nord industriale
Industriale e anche innovativo non combaciano tante critiche allo sviluppo industriale di quegli anni
Ma per quegli anni era innovativo e aveva in sé un insieme di elementi che lo rendevano innovativo però non era uno sviluppo industriale
Tattico perché ci può essere un'industrializzazione statica
Un po'di industrie decotte ce ne metti sicuramente sono migliori
De delle situazioni in cui l'industria non c'è ma non hanno nessun requisito Claudio tu Caselli espertissimo tra noi su queste cose non hanno nessuna possibilità
Di diventare un fattore economico di crescita nel futuro esattamente noi abbiamo avuto invece uno sviluppo industriale che aveva un potenziale ulteriore molto forte all'inizio del Novecento e un giunto che non riusciva Trasmondi potei non riusciva anche non solo per colpa sua anche per per le linee
Di politica generale che si andavano a determinare a trasformare neanche la sua agricoltura cioè non aveva l'industria e non trasformava in senso tra virgolette capitalistico la parola può non essere simpatica per per tutti la sua agricoltura essendo prevalente la tendenza del latifondo
Quando
Pescosolido dice
Che qui noi avevamo due diversi livelli di arretratezza in realtà si riferiva esattamente al fatto che noi facevamo fatica anche come Paese nel suo insieme proprio per il permanere di queste due di due elementi caratterizzavano lo sviluppo unitario facevamo fatica ad entrare nel novero delle potenze
O dei paesi industriali avanzati
Operazione che raggiungiamo invece seriamente nel secondo dopoguerra
E qui Guido
Fa un'altra
Cioè devo dire un'altra zampata al dibattito che cioè perché
Ci dimostra che l'intervento straordinario del Mezzogiorno ha avuto o una parte grandissima nel miracolo economico italiano è vero che era reso possibile
Dal miracolo economico italiano cioè da
Dalle risorse che si potevano utilizzare per fare infrastrutturazione per fare incentivazione
Ma al tempo stesso rendeva possibile il miracolo economico italiano perché voi avreste potuto immaginare il miracolo economico italiano
Senza la rete delle autostrade senza la rete delle ferrovie senza la diffusione delle scuole senza la riduzione dell'analfabetismo senza il potenziamento dei servizi
Sanitarie civili sul territorio sicuramente no ma nell'Italia meridionale quelli furono fatti tutti attraverso lo strumento dell'intervento straordinario potremmo dire anche di più
Nella fase iniziale anche attraverso l'erto cioè io le risorse
Di Umberto
Ne ha parlato diverse volte le risorse americane che arrivavano nelle memorie di Colombo che era ministro dell'industria
E e dell'agricoltura in quel periodo viene in evidenza lo possiamo dire a voce alta che il governo italiano di fatto truccava
Rispetto al controllo degli americani
I i conti che venivano presentate dimostrando che gli assilli le scuole che si facevano con i soldi della riforma agraria finanziati in allerta nella fase iniziale
Il realtà avevano un'incidenza produttiva perché nella
Nel piano
Nelle regole del Piano Marshall e seguito lo dico a Soriero
Pare la la produttività della spesa pubblica degli aiuti americani doveva essere documentate dimostrata era difficile dimostrare la produttività della spesa pubblica legata agli asili alle scuole ai centri sociali persino alle chiese dei quartieri che invece per noi era indispensabile perché dava
Ho un assetto di vita civile un tenore di vita civile che poteva determinare il miracolo economico perché il miracolo economico che come hanno scritto bene devo dire
In un libro a quattro mani Zoppi e Scotti da poco fu un miracolo dal punto di vista del risultato ma non era un miracolo dal punto di vista della organizzazione dell'operazione
Perché richiedeva uno sforzo collettivo è sinergico di tutto un Paese non solo dal punto di vista delle responsabilità istituzionale ma dal punto di vista delle responsabilità sociali
Occorreva una identificazione con lo sforzo del paese che appartiene alla mia generazione ma vissuta tutta perché ha vissuto una trasformazione straordinaria da un anno all'altro
E devo dire questa idea di sentirsi meglio i in un Paese che ti riusciva a promettere di più
Questo terzo fatto fondamentale della rivalutazione dell'intervento straordinario ormai sotto gli occhi di tutti pur con tutti i suoi difetti ne ha avuti altri
è inutile tornare su quelli ma che cosa
E e rivalutabile dell'intervento straordinario
Quello che il professor Pescosolido attribuisce anche a merito del primo intervento speciale dell'inizio del Novecento concepito da da Giolitti Zanardelli se volete poi uniti
Che era qua specialità
La specialità
Della organizzazione dell'intervento e la specialità delle procedure e la specialità della titolarità di questo intervento del soggetto istituzionale di questo intervento
Quando lo dimostra per tabulas io sono anche in parte testimone perché ho assistito Versace se lo ricorda al passaggio dalla Cassa del Mezzogiorno all'attribuzione alle Regioni
Dei poteri di intervento straordinario quando dimostra che lì fu il momento di difficoltà
Che non era inevitabile io sono sempre stato sostenitore di un'altra tesi cioè potevi mantenere la Cassa del Mezzogiorno o meglio le positività della Cassa del Mezzogiorno pur in presenza delle regioni non ci riuscimmo
Perché noi avevamo bisogno in realtà per continuare a sostenere l'onere di di quel tipo di intervento e mi avvio alla conclusione di una struttura in grado di temere al tempo stesso celerità
Il rigore nell'intervento che poteva essere
Voglio dire garantito esclusivamente dalla ripresa dalla ripresa dal mantenimento di un meccanismo virtuoso conosce
Progettata
Realizzarle e verificare quattro punti avete ripreso non va fatto un alloggio Monti avete ripreso solo voi
Nella nella ultima nella ultima fase perché abbiamo assistito invece successivamente per anni per colpa di tutti
A progetti senza
Precedenti studi e verifica sul territorio addirittura interventi realizzati senza progetti eco progetta i fumosi nuovi anche anche nonché nella Antonella anche noi nella nostra amministrazione abbiamo il caso di Pompeii prima maniera
A
Mancanza assoluta di controllo Delio negli obiettivi il controllo negli obiettivi rispetto agli obiettivi non è solo prove di regolarità delle procedure è il problema che una cosa che deve servire a un risultato tu devi verificare se serve a quel risultato se non serve a quel risultato non va eh o Hi sbagliata programmarla o hanno sbagliato a realizzarla in un modo difforme dalla programmazione questo doveva essere e allora c'era un meccanismo che ti consentiva questo anche con qualche deviazione se volete ma un meccanismo che ti consentiva a questo
Poteva funzionare lo stesso con le regioni non si capisce alla fine perché non siamo riusciti a farlo funzionare malinconicamente come dici tu abbiamo cominciato il declino contemporaneo
Del Mezzogiorno è del resto del Paese perché i due destini sono uniti l'Italia sarà qualche mezzogiorno sarà diceva Mazzini ma è pure vero che il Mezzogiorno sarà quello che l'Italia sarà come potremmo dire noi oggi e in effetti è proprio così uno tentativo molto serio di
Che era stato fatto con l'intervento straordinario in quegli anni e che va recuperato nello spirito in parte voi con i CIS
Il meccanismo che avete previsto state cercando di recuperarle la parte virtuosa di quella impostazione ma c'è bisogno di uno sforzo molto più forte e c'è anche bisogno di sconfiggere qui Bevilacqua ragione per un verso ma Pescosolido ce lo scrive a fare lettere
La riserva liederistica sull'intervento dello Stato nell'economia perché se voi mi dite che lo Stato non deve essere imprenditore ormai possiamo dire che si non ha senso stati imprenditore in linea di massima salvo poi a vedere alcune cose sulle quali abbiamo qualche qualche elemento di riflessione in più da fare ma che dobbiate e dire che lo Stato non deve regolare
Lo sviluppo di un Paese non deve fissare obiettivi e non deve almeno per le politiche pubbliche decidere come si raggiungono e per quel che riguarda i privati o figli lo strumento per concorrere ad un obiettivo comune mi trovato dalla parte di coloro che invece sostengono la tesi di questo tipo
Ma
Guido ci dimostra che proprio l'eccesso di neoliberismo nelle fasi di dibattito corrosivo
Sulla vita del Mezzogiorno sull'esperienza dell'intervento straordinario su altra indebolito con l'intervento
E ha impedito al paese di utilizzare una chance molto positiva per il suo futuro per se stesso sono tante cose quindi come vedete che noi riusciamo a desumere da questo splendido
Lavoro che hanno doppia valenza storica scientifica da un lato ma hanno anche una valenza di una consapevolezza politica se si arriverà a una fase nella quale finalmente si tornerà a discutere di problemi avendo una visione di un Paese all'interno di un'Europa che vede aveva a sua volta una visione un po'complicato però noi ci dobbiamo provare come ci provarono loro negli anni passati
Grazie grazie Giampaolo D'Andrea mi appunto quest'ultima frase perché mi sembra un bell'auspicio per tutti in mi mi verrebbe da aggiungere rispetto alla un percorso che tratteggiare i dal dopoguerra diciamo la la fase in cui l'intervento ottiene i risultati di cui parlavi mi verrebbe da aggiungere che poi l'intervento l'intervento maldestro sul Titolo quinto come dice anche Guido Pescosolido un paio di passaggi ha ulteriormente complicato questa vicenda nell'attribuzione delle responsabilità dei ruoli delle funzioni quindi viva Dio che parliamo dello Stato in questo modo
Però ci portiamo anche alle spalle una ecco una serie di problemi e di questioni che invece sono andate purtroppo forse possiamo cominciare a dirlo in una direzione
Non non coerente con questi auspici
Il ministro è stato già chiamato in causa più volte io mi permetto di leggere una frase della della conclusione dell'introduzione nell'avrà sicuramente già letta ma solo per tornare al rapporto che c'è tra il libro di uno storico e i problemi che ci circondano no Pescosolido conclude De introduzione dicendo risolvere la questione meridionale nel senso di annullare il divario Nord Sud in tempi brevi è oggi impensabile
Rilanciare la crescita del mezzogiorno è invece possibile e d'importanza decisiva per le sorti per le sorti dell'Italia intera ecco
Io ho notato in questo libro present
Usciremo anche autore e spero che la sua attenzione verso quella che Bevilacqua chiamava la ripresina non è un ante non è un'attenzione formale non è semplicemente cercare di dare un appiglio di fiducia in tempi difficili no ma ci sia anche la voglia di di seguire lo sforzo e il lavoro che in questa direzione si sta facendo
Claudio
De Vincenti ministro per la Coesione territoriale il Mezzogiorno appunto
Beh sposo pienamente la frase e Umberto Gentiloni appena letto dall'introduzione di di Guido Pescosolido
E su questa tornerò alla fine del mio intervento
Prima di tutto consentitemi di ringraziare
Il canto dell'invito
Per apprese alla presentazione di questo libro
Che dirò subito dirò subito ho trovato molto bello poi anch'io non sarò solo
Lauda attivo ma veramente molto bello per alcuni motivi che dietro subito però i ringraziamenti sono doverosi tenuto alla Camera Marina Sereni vicepresidente che ci ospita
Alla casa editrice Donzelli vedo Raffaele Brancati a Carmine Donzelli
Perché devo dire che si conferma ancora una volta con questo libro una casa editrice deciso
Ah se scusate a casa editrice che ci propone
Testi che ci fanno riflettere
Della addirittura
Ecco no evitiamo uno solo meglio Ashkenazi ed è la battuta elegante evitiamo
Allora
Testi e ci fanno riflettere citando argomenti per il di riflessione
Insomma è una politica culturale della casa editrice che si conferma con questo con questo libro infine grazie soprattutto a Guido Pescosolido dice un libro molto bello
Prima di tutto tanti motivi ci sarebbero municipio solo alcuni poi vengo invece al merito
Delle questioni che Pescosolido Ciccone
Prima di tutto perché
Io trovo
Importantissimo che si riesca lo diceva prima Umberto Gentiloni
Quando si riesce in anche Piero Bevilacqua lo sottolineava in un libro molto agile centosessantaquattro pagine
A dare
A ricostruire
Il percorso storico
Di un tema
Di straordinario rilievo
Leggo direttamente dalla dalla quarta problema antico irrisolto quello del Mezzogiorno d'Italia come prima ci ricordava Umberto Gentiloni
Riuscire in centosessantaquattro pagine a darci la visione del problema
E a darcela con
Senza perdere in profondità di analisi cioè si sente che Guido Pescosolido ripulendo Piero Bevilacqua e Augusto Graziani ha scalato ha scalato montagne di carte
Quindi fare un'operazione così significa padroneggiare perfettamente l'argomento e aiutare noi a capirlo a entrarci dentro a a poterci ragionare quindi è un grande servizio che ci ha fatto Pescosolido
è la semplicità che è difficile a farsi
Sto citando Bertolt Brecht è una bellissima frase di Brecht la riferisce ai classici del marxismo Buffett anzi ed è vero
Perché
Il Manifesto del partito comunista al di là
Nelle convinzioni di ognuno di noi può aver è un esempio straordinario di chiarezza assoluta di semplicità che è difficile da fare
Perché dietro quello c'è un mondo c'è una montagna di carte insomma ecco
Secondo
Secondo e tutto questo lo fa il libro con grande attenzione al metodo storico e alla pacatezza del metodo storico io non sono uno storico sono il meno qualificato a questo tavolo per commentare su questo versante il testo
Ma io mi sono confortato leggendo lo perché la pacatezza del ragionamento e l'argomento e l'argomentare è bello è una cosa che ci fa bene
Secondo con questa stessa pacatezza
Pescosolido smonta alla radice
Le posizioni diamo borboniche
Ne svela tutto alla l'incauta
L'incauta doratura di un periodo storico che invece fu un periodo storico
Senza nulla togliere anche ovviamente la storia salto molto complessa voi ne sapete più di me ma insomma senza nulla togliere anche a quello che di buono sì
Avvenne prima dell'Unità però insomma
Io credo che sia sia stato un'eredità pesantissima in realtà quella che ha lasciato il regime borbonico e Pescosolido ce la chiarisce molto bene nella prima parte del libro quando ci fa vedere che i livelli di reddito
Non erano tanto lontani
C'era di stanza il reddito pro capite ma non una distanza incolmabile ma non ma mancavano le basi
Erano non solo le basi e le basi dello sviluppo non solo le basi
Come dire infrastrutturali
Sì alle infrastrutture fisiche che di infrastrutture civili
Ma anche le basi dei rapporti di produzione c'è tutto una parte molto interessante del testo di Pescosolido in cui chiarisce la diversità dei rapporti di produzione terrà le campagne del Nord l'agricoltura del Nord dell'agricoltura del Sud Ellison proprio cose che e quelli sono rapporti di potere
I rapporti funziona sono rapporti di potere
E quella è l'eredità borbonica
Allora rispetto a questo il nord aveva una potenzialità di crescita all'origine
Rispetto al mezzo cieco poi viene tutto il resto ce l'ha parlato molto bene prima Bevilacqua e anche Giampaolo D'Andrea ci hanno ricordato tutta l'operazione dell'industrializzazione al nord del protezionismo e così via
Però insomma le basi di partenza
Erano diverse non tanto nei livelli ma né i presupposti
E poi l'altra cosa che mi piace molto di questo libro ecco che si percepisce nella lettura pur nella pacatezza dell'esposizione
Un grande amore per
Per il Mezzogiorno e per il nostro Paese per l'Unità d'Italia
Questo come dire parla anche al nostro cuore e di questo sono grato a Guido Pescosolido
E adesso entro nel merito mi concentrerò soprattutto sulla parte
Diciamo la seconda parte del testo quella dall'intervento straordinario in poi e forse ancora di più proprio sul gli ultimi capitoli quelli del post intervento straordinario
Però parto da un'affermazione che credo sia importante Giampaolo Andrea prima ci ricordava come nel testo si viene messo in evidenza
Un altro dei pregi del volume
La come dire il grande sviluppo economico che comunque ha caratterizzato tutto il nostro Paese e anche il Mezzogiorno d'Italia dall'Unità in poi
Questo passaggio di civiltà di fondo che tutta l'Italia ha fatto di modernizzazione
E tutta l'Italia ha fatto nei centocinquanta anni o oggi un po'di più della sua centocinquantasei oggi della sua storia unitaria
E però al tempo stesso
C'è una frase molto significativa che vi leggo
Nel credo penultimo capitolo del libro
Dove alla fine di una lunga analisi anche sui tassi di crescita del Mezzogiorno postintervento straordinario fino alla chiamiamo la FIPE lesina insomma alla al la modo
Ripresina che ciò abbia male son quasi tre anni senza Sorceress oneri una ripresina cui ha una sua consistenza quindi però insomma senza illusioni c'è molto da lavorare
Comunque diciamo che sintetizza alla fine di questa ricostruzione dei tassi di crescita
Nonché delle altre variabili sociali civili di infrastrutturazione civile e così via Guido Pescosolido sintetizza dicendo i territori del Sud confermano tutti
Una drammatica condizione di maggiore criticità rispetto al resto del Paese
Per cui la questione
Pur con tutti i suoi distinguo territoriali interni resta pur sempre unitariamente meridionale e io condivido pienamente questa frase parto da qui
In altri termini
La questione meridionale esiste giustamente Piero Bevilacqua c'ha detto la scomparsa dal dibattito politico è ricomparsa ricomparsa da due tre anni
Io credo che sia molto positivo che si è ricomparsa perché
Solo quando si ha consapevolezza dei problemi lì si può affrontare
Dei problemi e anche della loro
Pesantezza
Quindi senza illusioni senza facili ottimismi invece con grande determinazione a guardare le cose come stanno
Allora la questione meridionale esiste dopo centocinquanta anni
Umberto Gentiloni se Ottolina o con un altro aspetto importante libro ossia che non c'è e non ci sono impianti sì
C'è una rivalutazione intervento straordinario che io condivido del tutto
Ma non ci sono fin pianti ed è giusto che non ci siano rimpianti perché oggi
Siamo di fronte ad una questione meridionale molto diversa da quella con cui si misurava l'intervento straordinario
O le leggi speciali diritti di inizio Novecento
La questione meridionale cambiata via via Giampaolo D'Andrea prima la ripercorsa la ripercorsa rapidamente
Mi limito solo a due cose
Assegnare
A faccio tre foto di Sharon
Una foto è
Però è una semplificazione estrema io chiedo scusa agli storici qui presente insomma potrebbero critica mi ha ragione però
Cerco di fosse certe volte quando si confronta una foto no parlo come quando guardiamo le nostre foto quando ero giovane guarda com'era adesso guarda come so insomma falsetto allora una foto è
Inizio Novecento
Il Mezzogiorno su cui scrivevano Salvemini Gramsci dorso
Fortunato
Io mi permetto di sintetizzarlo così e spero di non di non di cose sbagliate diciamo in base alle mie letture
Io credo che
Proverà caratterizzano essenzialmente
Riprendendo da Gramsci il tema del blocco agrario
Il blocco agrario come la caratteristica
Che pesa sul Mezzogiorno e che naturalmente trovar Rosario
Rosario Romeo per esempio c'è
Ci lavorava molto su questo ma Piero Bevilacqua trova nella nella politica che si fece di protezionismo di sviluppo della indusse al nord
Trovava la connessione cioè come dire era organico a quella politica
Quella l'epoca in cui il Mezzogiorno se io provarsi a fotografarlo lo fotografa lei come un mezzogiorno
Non dico esclusivamente ma largamente agricolo
Un Mezzogiorno segnato da rapporti di produzione
Per i capitalistici che però sono funzionali attraverso l'estrazione della rendita Allo sviluppo capitalistico di quel periodo
E quindi la presenza del latifondo la presenza dei qui Guido Pescosolido ha illuminante io ci sono veramente sono grato all'Autore perché è bellissima la parte in cui c'è la trasformazione
Con diciamo i
Da una parte c'è la aristocrazia assenteista e dall'altra c'è invece quello che adesso non ricordo il termine chiedo scusa
Ma al nord sarebbe il fattore insomma no cioè sarebbero quelli serbe i borghesi che gestiva hanno le terre questa trasformazione del suo nazioni grande conflitto già in epoca borbonica comincia in epoca bordo e poi c'è l'affitto ce la ritroviamo nella seconda parte dell'Ottocento
Allora il blocco agrario blocca Gaia e l'aristocrazia assenteista
La borghesia chiamiamola così che gestisce le per ma in un modo non non analogo a quello che stanno facendo gli stessi borghesi nel centonove in un modo non moderno mo'
Poi c'è il ceto degli intellettuali di cui si parla Gramsci che fanno da legame
E che contribuiscono a creare un consenso intorno al bloccati dai e poi ci sono le masse contadine prove questa una foto
Questa foto io comunque con le modifiche che Guido Pescosolido ci spiega ce la ritroviamo più o meno dopo la seconda guerra mondiale su questa Iva alla riforma agraria che spezza il blocco agrario
E l'intervento straordinario e nel libro giustamente tutte e due insieme determinano una modifica radicale del Mezzogiorno d'Italia e allora la seconda foto è quella postintervento su alla all'inizio degli anni settanta Selene settanta da quel mezzogiorno
Così povero e così
Come dire per Ivo di infrastrutture da una parte
Di industrializzazione dall'altra noi passiamo invece all'inizio degli anni Settanta grazie a riforma agraria intervento straordinario Mezzogiorno molto cambiato
Mezzogiorno in cui si avvenuto un'infrastrutturazione di base importantissima
L'elettricità
L'acqua l'acqua porta Pescosolido ne parla molto bene insomma paio dei torti data la mia età del Mezzogiorno negli anni Cinquanta e mi ricordo cos'era il problema della
Dell'acqua le strade e così via e poi abbiamo mezzogiorno in cui an come si sono create le prime industrie
Le prime non esageriamo c'erano già da prima diciamo ma industrie importanti
Quella che Giampaolo ci diceva che la scommessa sul fatto che
Nel Mezzogiorno diventava industriale si agganciava all'Italia e all'Europa industriali
Ed è anche un mezzo giorno in cui le città sono cresciute
E questa è la seconda foto
La terza foto
è quella diciamo a oggi
Mettendo da parte in parentesi per un momento la ripresa degli ultimi due anni e mezzo
Che comunque ci metterà tempo per recuperare
Quello che sto per descrivere ecco questa terza foto un Mezzogiorno in cui io vedo
Le grandi in prese
Portate nel Mezzogiorno negli anni Cinquanta negli anni Sessanta forse più ancora negli anni Cinquanta
Che vivono situazioni difficili alcune soprattutto situazioni molto difficili diciamo che la globalizzazione
Beh non è che è colpa la globalizzazione diciamo del modo in cui tutto il nostro Paese si è rapportato alla globalizzazione nel Mezzogiorno la cosa ha pesato molto
Tanto più dopo la crisi scoppiata nel settembre due mila otto
E quindi abbiamo realtà
Che fischiano che hanno rischiato ma ancora sono al fischio di processi deindustrializzazione
I perdenti della globalizzazione per essere sintetici
Contemporaneamente abbiamo
Parlo adesso dei dei problemi poi dirò che c'è anche qualcos'altro nel Mezzogiorno
Abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile altissimo
Anche nelle fasce
Istruite tant'è che abbiamo assistito per anni ha processi migratori plagio di giovani laureati diplomati eccetera che andavano al Centro-Nord o all'estero
Anche questo nuovo l'emigrazione del Mezzogiorno della seconda foto che sta alle spalle della seconda foto all'emigrazione della povera gente che va a Milano a Torino a cercare lavoro in fabbrica
L'emigrazione al Mezzogiorno oggi è l'emigrazione di persone che spesso hanno un livello di istruzione abbastanza elevato
E che non trovano nella propria terra
La possibilità di farsi un piano di vita
Un po'come era per i contadini che diventano operai negli anni Cinquanta però ecco stiamo parlando di un'altra realtà sociale
Disoccupazione giovanile molto alte cosiddetti indente l'incidenza dei dei giovani che non lavorano e non studiano a molto alta nel Mezzogiorno più alta che nel testo del nostro Paese dove pure molto pesante
E poi le periferie urbane
Il fenomeno che appunto prende forma negli anni cinquanta sessanta con l'inurbamento di quegli anni ma che oggi è diventato
Sotto certi aspetti drammatico
Pensiamo alle periferia di Napoli di Palermo anche di Bari
E anche questo è un fenomeno nuovo la terza foto è diversa dalla seconda nei nei problemi e nei drammi
Ma è anche diversa nelle potenzialità
Perché gli anni che
Passano tra l'intento straordinario i nostri giorni e che hanno moltissimi difetti io condivido tutte le critiche che fa Pescosolido anzi
Sarei pronta rincarare la dose
Forse la Gentiloni che lo diceva prima
Quella chiamiamolo fase di giornalismo che poi ha preso il nome di federalismo sta con la frase
Ha avuto intendiamoci i suoi pregi e i suoi meriti perché poi giusto che le come ci sia un'articolazione dello Stato che non può essere uno sta non e e c'è bisogno di istituzioni che siano più vicine
Anche fisicamente ai cittadini
Però
Tutto questo aveva bisogno di uno Stato centrale che non si ritirava dalle sue responsabilità ma che svolge un'azione di coordinamento di guida molto forte
Quando Giampaolo Andrea diceva fosse non era proprio necessario giocarsi la Cassa del Mezzogiorno per fare le Regioni Fondaco poi a Caracas mezzogiorno aveva i suoi motivi Guido Pescosolido rimette bene
Bene in evidenza i motivi per cui la cassa poi avvenuta
è entrata in crisi ed è venuta meno
Ma sono un momento centrale forte era necessario e invece qui c'è stato una ritirata di responsabilità dello Stato ed è stato ha coinciso come diceva Bevilacqua con la fase in cui non si parla più di questione meridionale
I vent'anni di solitudine di Pino Soriero
In realtà trenta e Pino tu fai inventive che partì dal novantatré dalla fine dalla cassa dell'Agensud però però è una prima trent'anni di solitudine
Ok
Bene però con tutti i difetti gli studi lo spreco di risorse gli anni che io chiamerei tranquillamente anche blocco del cielo in cui si formano invece che il blocco agrario il blocco della spesa pubblica cioè spesa pubblica trasferita ognuno faceva per gli pareva
Ed è stato quello che è stato verso
C'è modo di articolare meglio le faccio lamento per motivi di tempo
Però in quegli anni è successa una cosa che
Comunque
Anche per in virtù dell'intervento straordinario dell'infrastrutturazione realizzata della scuola lo diceva prima Giampaolo
Della industrializzazione che comunque aveva cominciato a creare un indotto
Insomma si è formato un imprenditoria meridionale
Diffusa
Magari troppo piccole le imprese però ci sta prima non c'è o era molto limitata era solo nelle zone che Pescosolido descrive come quelle dove c'era l'agricoltura diciamo intensiva di qualità ecco e lì c'era anche un'imprenditoria anche artigianale e così via
Adesso c'è un'imprenditoria diffusa
Ci sono competenze dei lavoratori si è acquisita innanzitutto soprattutto in alcune parti del Mezzogiorno una cultura industriale
Ed è un altro dei delle eredità positive dell'intervento straordinario
A me ha colpito molto in una vicenda dolorosissima e ancora non risolta come quella dell'alcova di tipo di
Porto Vespa Sardegna
Che i lavoratori venivano da me ammessa allo sviluppo economico
E volevano continuare a fare gli operai questo mi stavano chiedendo cioè e questo quando dico Cuccia il gusto di essere operaio industriale ecco questa è una cosa importantissima
Che è successa quindi imprenditorialità diffusa e anche competenze lavorative cultura industriale
Giovani qualificati che purtroppo emigrano ma che ci sono quindi sono una potenzialità
Poi c'è tutto un tema ma adesso sarebbe troppo lungo le potenzialità che si sono aperte nel Mediterraneo con il raddoppio del Canale di Suez ma questo è un tema molto da economisti diciamo però importante di
Su cui ragionare in prospettiva perché il Mezzogiorno può diventare ma già abituati a guardare da sud verso nord dobbiamo agganciarci il Sud si deve agganciare all'Europa
Io credo che dobbiamo c'era anche a ragionare all'inverso l'Europa deve cominciare a pensare che il sud della sua avanguardia nel Mediterraneo
Verso l'Africa verso il mondo del la sponda sud e insomma il mondo mena cosiddetto con la in silenzio
E tutto questo corrisponde anche a un risveglio di Società Civile per incauto imprenditorialità cooperative
Ragazzi che cercano di mettere in piedi delle attività
Quindi anche qui la terza foto è molto diversa dalla seconda e ancor più diversa dalla prima
Cosa possiamo fare io credo che
Abbiamo il ruolo delle istituzioni qui
Sia quello
Dunque un punto su cui non sono d'accordo con Bevilacqua
La questione
Del liberismo
O se vogliamo se per il liberismo anta Mina che ci in inglese non c'è il termine liberismo
Liberismo in italiano intendiamo una cosa su cui allora son d'accordo con Bevilacqua cioè l'idea che il mercato falda sul mezzo neoliberismo va bene rinuncia al problema il liberalismo
Il liberismo del neoliberismo talora però tengono diciamola così ori che tre tre momenti storici ok
La dico così
Costruire le regole per mercati che possono funzionare bene è un passo avanti
è un passo avanti che aiuta anche noi politici
A
A fare le nostre scelte che sono per responsabilità democratica verso i cittadini scelte di allocazione di risorse non sono scelte neutro in questo io non sono un liberista
Ma riprendo del liberalismo l'idea che
Costruire le regole che fanno funzionare bene i mercati che essenziale
E fanno da cornice entro cui anche l'intervento pubblico si muove intervento attivo e qui non sono un liberista
Intervento attivo però sapendo che
Come dire non è un caso che le partecipazioni statali in quell'epoca anni ottanta entrato in crisi
Perché le forzature rispetto a quello che era invece il rapporto con
Le regole che mi aiutano le regole che fa che fa che fanno funzionare i mercati pretendevo di prescinderne
E siamo andati a sbattere
Allora l'intervento pubblico oggi attivo di cui abbiamo bisogno di intervento invece che sa
Come ci si muove
Nel rispetto di regole di mercato primule costruisce perché non ce n'è dalla natura
Secondo costruite le regole ci si muove dentro in modo attivo e fa le sue scelte
Ed è esattamente quello adesso sarebbe troppo lungo ma insomma è quello su cui stiamo lavorando
Non più programmazione dall'alto però perché quell'epoca del regionalismo che anch'che a me lascia molto perplesso Como chiarito però ha comunque in portato con sé realtà del Mezzogiorno che con le quali io mi devo rapportare senza pretendere
Lo potevo fare negli anni cinquanta di arrivare dire vi dico io come si fa oggi non è più così
Oggi però la responsabilità dello Stato centrale
Nella
No svolgeva un ruolo anche duro di coordinamento nei confronti delle realtà locali è importantissima
Concludo rapidamente i patti per il Sud sono un esempio di questo e i presidenti di regione ci siamo messi intorno a un tavolo con ognuno di loro portavano magari una lista infinita di interventi
La prima cosa che lo Stato centrale in quel caso il sottoscritto come suo rappresentante faceva era le risorse son queste fare delle scelte di priorità se non serve a niente
E quindi li costringe a fare politica in senso nobile a fare le scelte
E non a distribuire
Per Fini non sempre edificanti
Secondo mettiamo insieme le risorse ci mettiamo insieme le responsabilità e ci diciamo
Tu cosa fai io come è stato centrale cosa devo fare
Naturalmente ci confrontiamo può darsi che alle volte siamo noi a mancare alle volte sono loro si lavora e ci si sfida anche duramente
E tutto questo perché la sintetizzo così per essere al servizio di queste capacità che oggi nel Mezzogiorno ci sono
E che chiedo non si che noi
Si fa come dire avviamo un grande programma di infrastrutture lo stiamo facendo perché anch'perché poi sulle infrastrutture siamo rimasti indietro il e il libro ce lo spiega
Ma
Non c'è solo questo poi c'è la cultura su cui il ministero dei Beni culturali sta facendo tutto un lavoro gli attrattori culturali e così via Pompeii seconda fase il Grande Progetto Pompei come esempio
Poi c'è il risanamento ambientale poi c'è la politica industriale ci son tanti aspetti ma il punto è come ci pensiamo ci pensiamo
Pensiamo che il mezzogiorno sia a terra in cui non c'è non c'è niente dobbiamo arrivare no
Mezzogiorno e oggi una realtà con i suoi drammi ma anche con la sua vitalità forte Dini di capacità di competenze e allora il ruolo che noi dobbiamo svolgere che diciamo se mi consentite questa espressione una nuova politica meridionalista deve svolgere oggi dopo quella terza foto che ho fatto
Grande responsabilità grande attenzione
Non solo risorse ma soprattutto capacità ti USA lei quindi capacità lo dice bene anche libro capacità amministrativa
E soprattutto istituzioni al servizio dei cittadini e al servizio della loro voglia di prendere in mano il loro destino
Credo che ma non vi sto ad annoiare credo che questo sia il senso di quello che abbiamo cercato di fare negli ultimi tre anni
Vedremo
Vedremo il triplice tutti spero di sì qualcosa si comincia a credere
Spero anche riusciremo a te nere la direzione di marcia grazie
Bene grazie grazie al ministro pieni credo che sia giunto il momento che l'autore prima di salutarci grazie Guido Pescosolido
Ma l'autore non può che ringraziare
Propriamente ringraziare anzitutto
Chi ci ha ospitato per questa nostra manifestazione la vicepreside
Ringraziare dicevo anzitutto l'istituzione che ci ha ospitato per questo incontro e in particolare il vice presidente della Camera Marina Sereni
Ringraziare i relatori o finalmente per quanto hanno detto
E ringraziare l'editore
Ringraziare ovviamente il primo il pubblico che è rimasto così attento a ad ascoltare
Questo libro è stata una scommessa una scommessa tra ammenda editore
Di vedere se si poteva mettere a disposizione del pubblico e sinceramente nella mia testa ci sono stati soprattutto gli studenti
Uno
Insomma delle scuole secondarie
E specialistiche e poi di universitari ovviamente
Ecco mettere assieme appunto
Un piccolo libro per un immenso problema
Non so se la scommessa sia stata vinta il limite era non del nelle pagine mi disse Carmine guarda assolutamente non devi superare le duecentottanta mila Batt Cucuzza quindi poi è uscito centosessantatré sessantaquattro ma mi dissero oltre quello non si va io pensando che Friddi cifre casting
Nella sua s'questione medica nella storia la questione meridionale pubblicata nel mille novecentocinquantacinque
A Napoli in versione italiana ovviamente cinque anni prima era uscito in tedesco
Se era preso cinquecentoquaranta pagine per arrivare al mille novecentocinquanta insomma ho detto va be'è una ma è un è un giochetto farlo circa né in duecentottanta mila batto comunque
La scommessa è stata questa G. insomma mi sembra che da i riscontri tutto sommato mi ritengo abbastanza soddisfatto
Ovviamente questa compressione del problema questa compressione del problema inevitabilmente a seconda delle sensibilità del lettore troveranno delle insufficienze
Delle compressioni
Però ci sono tutte le indicazioni nel libro per rivolgersi a testi che nei singoli momenti
Hanno hanno affrontato più diffusamente il problema diciamo che è stato un libro nel quale ho ragionato con me stesso e con la storiografia colla quale sto ragionando
Dall'inizio dei miei studi forse dagli anni Ottanta diciamo così
Questo è che ha avuto dei vari
Punti di di approdo ai quali io rinviate
Ho rinviato a un punto di approdo precedente per esempio Piero per il problema dell'emigrazione
Cioè nel mio unità nazionale sviluppo economico ha avuto ben trecentocinquanta pagine per trattare la storia
D Italia dal dal mille ottocento no dal mille settecentocinquanta al mille novecentotredici e lì il problema dell'emigrazione effettivamente affrontato non solo nella sua realtà diciamo così economico sociale ma
Anche nella sua valenza ai fini dello sviluppo capitalistico dell'età giolittiana
è però tu hai ragione tu hai ragione in effetti e quello è stato uno dei punti che io sacrificato ma anche perché perché quando io dico in quelle pagine
Che il Sud nel mercato dell'industria settentrionale mercato significa capacità di domanda
E la capacità di domanda del mezzogiorno era costruita attraverso i proventi della produzione in Terna i proventi dell'esportazione di prodotti dell'agricoltura specializzata meridionale
Vino olio eccetera eccetera e anche dalle rimesse degli emigrati che attivavano ma domanda in Terna di prodotti settentrionali quindi l'affetto e questo quando ha parlato di mercato meridionale
Che la variante che cambia la storia economica del Norditalia
Perché finché il nord o intendiamoci il Mezzogiorno all'interno della protezione della tariffa del mille ottocentottantasette avrebbe avuto tutte le possibilità sua volta di svilupparsi
Perché non c'erano proibizione di sviluppo industriale su
Ma è un fatto che fino a quel momento
Il Norditalia aveva perso terreni non Rispetto all'Europa
Un terreno che non aveva una alla fine del settecento per esempio tutto il divario è enorme pazzesco che noi troviamo nel mille ottocentosessantuno
Ed è un divario di cento A uno nella produzione siderurgica di cento A uno nella produzione del del cotone non esisteva fine Settecento
E questo
Sì raggiunge in un mercato nazionale penalizzato dalla sua divisione anche però dobbiamo non ricordare non scordarci o l'Italia non aveva Carbone
Una tonnellata di carbone al posto di Genova costava tre volte quello che costava a bocca di miniere d'Inghilterra
E al centro della Sicilia costava otto volte quello che costava Bocca di miniera in Inghilterra avere un handicap di questo tipo
Fa giustizia anche di molte semplicistiche affermazioni sull'insufficienza del del del ceto imprenditoriale settentrionale meridionale comunque la situazione è quella il Nord perde terreni no
L'Italia perde terreni no
E comincia a recuperare terreno solo nel momento in cui c'è la cinta protezionista ci sono tutta una serie di altri fattori che io che io ricordo questo che cosa e attenzione non è che recupera solo il Nord Italia
Recupera l'Italia intera durante l'età giolittiana
E recupera rispetto alla alla Germania rilievi la crescita del PIL l'italiano in quel periodo lì
Giolittiano è superiore a quella dell'Inghilterra superiore a quella della Germania superiore a quella dell'Italia cioè l'Italia comincia a recuperare l'Italia intera con il Mezzogiorno
Quindi ma essendo la il fattore differenziale qual era il fattore dei differenziale era che il mercato meridionale stava all'interno e consentiva all'industria del settentrionale che ne sapeva
Approfittare di svilupparsi
L'altro elemento sul quale vorrei tornare ovviamente ringraziando per tutti gli alloggi è stata una scommessa in cui ci sono dei punti fermi
Dei punti fermi liberismo e protezionismo ma io non sono un fautore aprioristico del liberismo del protezionismo la tesi che sostengono il libro è che ci sono fasi storiche concrete diverse
E queste fasi storiche concrete diverse dicono che ci sono epoca in cui può essere utile stare in un mercato liberisti con allargato anche a livello internazionale fasi in cui non ci sono e non ci si può stare arrivo a dire che Cavour o se fosse stato primo ministro nel mille ottocentottanta probabilmente sarebbe stato protezionista
Perché l'avrei voluto vedere Cavour di fronte a una concorrenza americana che stava soppiantando l'intera cerealicoltura nazionale e ricordiamoci che l'agricoltura faceva il cinquantotto per cento del PIL
In quell'epoca
Se se la fosse fatta scardinare completamente come la stavano scardinando i i cereali americani e avrei potuto o voluto vedere Cavour se prendendo atto che dopo venti anni l'industria italiana non decollava non si fosse rivolto in un'Europa tutta passata al protezionismo tutta passata al protezionismo solo Inghilterra era rimasta perché stava avanti Vito del del più avanti di tutti e chiaramente il liberismo
Gli convenire conveniva all'Inghilterra quindi non ci sarebbe stato diciamo così allora l'industrializzazione del Nord è avvenuta con il protezionismo così come sarebbe stato e si rivela vincente il liberismo nel secondo dopoguerra Val l'allargamento dei mercati contro il volere stesso della Confindustria
Che era contraria ma ora all'allargamento dei mercati è aveva timore anche dell'entrata nel mercato comune europeo e questo è un caso in cui la classe politica sopravanza diciamo così nella sensibilità divisione
Anche il ceto imperi imprenditoriale quindi ecco liberismo protezionismo però per quanto riguarda gli anni settanta ottanta la mia tesi fondamentale è stata che non c'è stata abbastanza non c'è stato abbastanza Stato cioè la capacità dello Stato di realizzare una programmazione e una politica dei veti
E quella secondo me è stata Lou ecco io non ho rimpianti come si vede
Io credo che tutte le occasioni per tutte le fasi storiche
Che hanno toccato il mancato annullamento del divario Nord Sud abbiano avuto sempre delle spiegazioni
Il protezionismo era inevitabile
Poi c'è stata la guerra mondiale va bene poi c'è stata una seconda
Guerra mondiale il divario si accorcia negli anni del miracolo economico va bene
Negli anni Settanta c'era una situazione straordinaria
Scusate oggi abbiamo il centotrentatré per cento del rapporto debito pubblico PIL nel negli anni Sessanta e fino al settanta quel rapporto era al trenta per cento trenta trentadue per cento mai stato così basso in tutta la storia il bilancio dello Stato era sano
Va bene
Il bilancio dello Stato era sano
E negli anni settanta invece di una programmazione di una politica dei redditi
Forte
Seria incisiva e niente
Abbiamo dato
Spazio a tutto quello a cui abbiamo dato
Sì Larkin si no no no nuovo no la crisi petrolifera c'è stata c'è stata per noi è cessata per tutti i Paesi occidentali solo che i Paesi occidentali come la Germania e quindi anche il Giappone in Giappone ha subito una un pesante
Impatto da parte della politica dell'innalzamento dei prezzi del petrolio forse più grave di quello dell'Italia perché il Giappone proprio non ne aveva però se guardiamo
Gli
Epigrafici dello sviluppo della produzione industriale in Italia confrontati con quelle del Giappone dati dell'Istat sono consulta abilissimi da chiunque vuole troviamo che le tre curve Italia Germania e Giappone sono le più alte del mondo in quel periodo e vanno assieme fino alla fine degli anni sessanta
Dopo gli anni sessanta e dopo la crisi petrolifera quelle della Germania e del Giappone continuarono a salire quella dell'Italia si appiattisce noi siamo venuti adesso non sto entrando nel problema di chi è stato di chi non è stato lasciassero qui è chiaro che entriamo nella disputa ognuno pensa quello che vuole
Situazione attuale dico bisogna dare atto al Governo e al mezzogiorno di ieri sera è riuscito in questi ultimi tre anni
A fare quello che stava facendo e immette nelle presente che la situazione che si è ricreata
E non è una situazione semplice perché avere il centotrentatré per cento sul PIL del debito pubblico non è uno scherzo riavere un divario nord-sud che è tornato ai livelli degli anni cinquanta non è uno scherzo
Quindi rimbocchiamoci le maniche
Lavoriamo grazie a tutti
Bene grazie allora