La "Terza Jugoslavia" nuova federazione tra Serbia e Montenegro l'andamento della guerra in Bosnia-Erzegovina e i problemi delle varie etnie nei territori della vecchia federazione

Radio radicale abbiamo i nostri e microfoni Sergio Romano editorialista sul quotidiano mila torinese la Stampa quello che vogliamo
Parlare continuare a parlare della sempre più grave situazione crisi balcanica in particolare nell'ex Jugoslavia allora innanzitutto partiamo
Attualmente vi è in corso questo conflitto questo ennesimo episodio e di gravissima crisi nella Bosnia Erzegovina però partiamo un pochino più da lontano da vicino recentemente la Serbia e il Montenegro hanno costituito questa nuova repubblica federale della Jugoslavia si è parlato di terza jugoslavi allora innanzitutto di che cosa si tratta e la Grande Serbia che si è formalmente si è data un'entità statuale nuova
Certamente è la Grande Serbia e che si è data un'entità statuale nuova e che chiamandosi Jugoslavia cerca di accreditarsi ancora una volta come la potenza federati dice della regione a prima vista sembrerebbe che la Serbia ha rinunciato a quelle parti di territorio croato e bosniaco che sono prevalentemente abitate da serbi
In realtà questo non è vero la Serbia in questo modo cerca di tranquillizzare l'Occidente ma in realtà continua ad auspicare il ricongiungimento con i territori occupati dai serbi
In Croazia e in Bosnia soltanto così credo si comprende perché il governo serbo abbia chiesto il ritorno in patria di quei soldati e ufficiali dell'esercito federale
Che sono di nascita serbi e montenegrini a prima vista questo può significare può sembrare significare che la Serbia si disinteressa
Di ciò che accade in Bosnia non è vero l'esercito federale in Bosnia e prevalentemente composto da serbi della Bosnia
Ecco quindi che l'esercito federale in Bosnia continuerà probabilmente a fare esattamente quello che ha fatto sino ad ora
Fornendo per così dire a Belgrado una specie di alibi peraltro un alibi molto tenue e molto trasparente la politica serba continua ad essere quella di una più grande Serbia composta dai territori occupati da serbi in Croazia e in Bosnia spicco ma
Sembrava che e la situazione in Croazia si fosse stabilizzata mai qual è poi quale sarà il risultato di queste tregua e dell'interposizione delle Nazioni Unite infine sembra quasi che la sede un po'una parte dei suoi obiettivi l'abbia la Giunta modificato difatti confini
Certamente una modifica dei confini è intervenuta soprattutto per una parte della Croazia la situazione è ancora Barth
Tanto è indeciso indefinita in Slavonia dove del resto proprio in questi giorni sono ricominciati convettivi combattimenti e i bombardamenti
Peraltro effettivamente una tregua in Croazia e in certe parti della provati almeno sembra essersi ristabilita ma si è stabilita a vantaggio della Serbia perché la Serbia effettivamente occupato una parte dei territori croati abitati da serbi
Le il rapporto Serbia Croazia e peraltro ambiguo in Bosnia
Vi è persino chi ha immaginato che fra Serbia e Croazia possono esserci un patto tacito nome esplicito per la spartizione dell'Bosnia la Bosnia comprende quattro milioni e mezzo di abitanti un terzo sono serbi il rimanente diviso fra mussulmani croati con una prevalenza di musulmani non escludo che anche ai croati possono interessare una spartizione della Bosnia con attribuzione alla Croazia di quei territori che sono prevalentemente abitati da croati
Ecco lei ha parlato della Serbia come di una potenza che ambiti
In quella regione oggi Enzo Bettiza proprio sulla Stampa di Torino
Tumore serbo che l'Europa non ha ben compreso lei cosa ne pensa esiste questo tumore serbo
Ma è invece sempre stata nella penisola balcanica una forte aspirazione egemonica da parte della Serbia che in parte collegata alla storia di quel Paese alla natura di quel Paese è una delle
Certamente delle popolazioni guerriere della penisola balcanica è in parte dovuto al fatto che per una serie di ragioni storiche i serbi sono presenti nelle zone della penisola balcanica che non corrispondono al territorio della Serbia storica sono presenti in Bosnia sono presenti
In Croazia non grosse non in una piccolissima parte in Slovenia
E quindi si ed effettivamente è vero cioè una respirazione imperiale ed egemonica della Serbia ma è in qualche modo collegata anche a questo dannato problema della presenza sul territorio di popolazioni miste
Ma è molto difficile tracciare dei confini
In nella penisola balcanica confini che dividono nettamente le nazionalità e le etnie e non c'è dubbio che la Serbia è doppiamente motivata da questa sua ambizione imperiale a cui giustamente fa riferimento petita ma anche da una realtà di fatto dalla presenza di cittadini serbi
Che abitano al di fuori del territorio della Serbia storica sono due milioni i serbi che abitano al di fuori della Serbia sono due milioni
Ecco ma sembra un po'anche da questa lunga dinamica della crisi se jugoslava che ormai iniziata se non mi ricordo male nello giugno dell'altra hanno con la guerra delle dogane in Slovenia ecco che petto di questa crisi balcanica sia la ridislocazione delle popolazioni per cui Colari stavo sempre più andando con i croati i servi sempre più con lei e con i serbi si assiste una sorta di rimescolamento etnico
Giusto certamente che si assiste a una forma di rimescolamento etico e nessuno di noi può considerarla con con piacere
D'altro canto non c'è dubbio che le uniche cose che hanno funzionato nella penisola balcanica funzionato relativamente bene qualche volta male purtroppo sono stati grandi progetti multinazionali
L'impero austro-ungarico per certi aspetti ha rappresentato una formula relativamente riuscita per lo meno per una parte della penisola balcanica
Di Progetto multinazionale la Jugoslavia di Tito è stata un grande progetto multinazionale animato da un'ideologia nazional comunista che era per l'appunto il comunismo jugoslavo e non c'è dubbio che finché questa motivazione
Ha tenuto insieme le popolazioni della regione il problema delle frontiere non si è posto drammaticamente perché ripeto vi era una ideologia potenzialmente modernizzatrice che prometteva a tutti i cittadini della Jugoslavia indipendentemente della loro etnia di origine indipendentemente dalla loro residenza
Ho un futuro migliore di quello che avevano e in questo futuro migliore ciascuno poteva riconoscersi aspirare
Ha qualcosa di meglio nel momento in cui questa ideologia modernizzatrice fallisce comunismo jugoslavo è fallito come è fallito il comunismo in generale
è evidente che ciascuno pensasse spesso pensa al proprio villaggio il proprio campanile
E cerca di mettere in salvo quello che può di se stesso e certamente sbagliato non c'è dubbio che sia sbagliato ma d'altra parte le grandi ideologie multinazionali e modernizzatrice non si inventano dall'oggi al domani
E quindi noi siamo nella situazione drammatica di osservatori che sanno benissimo che cosa sta accadendo di sbagliato in quella regione ma non sono certamente in grado di offrire delle terapie
Ecco ma possibile secondo lei è un qualche progetto multinazionale nella regione dei Balcani in questa regione che un po'in bilico il ponte tra l'Europa
Mondo islamico è arabo
Io credo che un progetto emergerà prima o dopo perché ho l'impressione che fino a arriverà pure il momento in cui l'interesse comune dovrà prevalere sugli interessi settoriali municipali localistici
Tenga comunque presente che di qui ad allora probabilmente avremmo assistito sulla scorta di stock di ciò che sta accadendo sul terreno ora ad una vera e propria ridistribuzione delle popolazioni
E questo anche se è spaventoso dirlo avrà per certi aspetti semplificato il problema avremo delle frontiere
Avremo delle regioni relativamente omogenee e a partire da regioni relativamente omogenei e sarà forse più facile
Creare stabilire dei patti di convivenza per quanto ne segnalo che vi sono quanto meno alle due problemi di carattere etnico che non sono ancora esplose estere sono probabilmente di più ma due a cui faccio riferimento sono importanti i cinquecento mila ungheresi della Vojvodina
I circa due milioni e un po'meno di due milioni di albanesi del Kosovo che cosa può fare l'Occidente dell'Occidente a denaro per la verità non era nemmeno molto ma mettiamo pure che ne abbia il denaro è certamente importante non si fa nulla senza denaro non si modernizzare un Paese senza denaro
Soltanto la modernizzazione può rappresentare un progetto comune per tutti ma il denaro non si dati e non ha un progetto proprio se la Jugoslavia non è in grado dire ricomporre un patto di convivenza di offrirlo come credibile agli investitori del mondo e io temo che di denaro in Jugoslavia ne arriverà poco
Ecco ma non è un po'orribile un po'mostruoso che sulla e chi invece di riuscire a stabilire delle pacifiche convive tra diverse si debbano vedersi i si debbano creare sull'altare degli Stati nazionali della legittimità degli Stati nazionali delle basi delle popolazioni etniche su un certo territorio e su quest'altare
Eccetto che è mostruoso debbo dire che è ancora più mostruoso per chi non lo aveva previsto immaginato per chi aveva pensato che il fallimento di una ideologia mostruosa
Come l'ideologia totalitaria del comunismo comportasse necessariamente una svolta positiva della storia mondiale debbo dire che in questo caso i pessimisti ci guadagnano
Un'ultima domanda sul boom perché anche se vicino a quella regione il mare e a che cosa sta succedendo tra Ucraina e Russia cerris vedo uno scenario di tipo Balkan
Lo scontro esiste indubbiamente il problema grosso è rappresentato dal fatto che due stati importanti anche l'Ucraina è uno Stato importante circa cinquantacinque cinquantasei milioni di abitanti
Si stanno spargendo il patrimonio dello stato morto lo Stato morto e naturalmente l'Unione Sovietica
E nel caso particolare Ucraina i russi hanno molto da spartirsi
Patrimonio nucleare armi nucleari strategiche tattiche il Mar Nero e quindi naturalmente la flotta e per di più anche il problema della Crimea
Che appartiene storicamente alla Russia ma che fu regalata alla Ucraina nel mille novecentocinquantasei
Per celebrare fu Curcio perché la regalò per celebrare il trecentesimo anniversario dell'unione fra Russia e Ucraina
Quindi il patrimonio importante inevitabile che la spartizione dia luogo a una forte tensione è un forte contenzioso
Finora debbo dire debbo constatare che e gli ucraini ci sono sempre fermati sull'orlo dell'abisso e e i russi anche e qualche volta le parole grosse che volavano era un po'nel gusto serve il dei litigi dei litigi provenzali un po'alla tartari novità ad Ascona per il momento speriamo che così continui naturalmente il la spartizione dovrà pure Avvenire prima o dopo
E questa spartizione comporterà certamente l'acquisizione di una parte della flotta da parte del dell'Ucraina
Rimane il problema della Crimea e lì e debbo dire un po'più complicato perché ci sono grosso modo circa il cinquanta per cento di russi in Crimea e a giudicare anche il quel tanto di consultazioni elettorali che hanno avuto luogo negli ultimi tempi questi russi non sembrano essere dei russi io credenti nel senso tradizionale della parola
Una certa prudenza anche da parte loro è percepibile
Schiera una guerra di Crimea all'alba del due
Veramente i rischi ci sono quella è una delle zone potenzialmente calde così come un'altra donna potenzialmente calda quella del niente ter
Fra la molto fare e la Russia l'Ucraina
Però ripeto fino ad ora quello che ci deve sorprendere sorprendere positivamente
Non tanto la quantità di tensione di contenzioso che pure distinte che pure esiste ma la ragionevolezza di cui gli interlocutori hanno dato prova sulle frontiere occidentali della Russia
Altro è ben più drammatico naturalmente il problema del Caucaso
Ringraziamo Sergio Romano editorialista della Stampa per questa intervista che come abbiamo sentito in massima parte è stata dedicata alla crisi dell'ex-Jugoslavia la crisi nei Balcani