La situazione in Jugoslavia

La Jugoslavia nuovamente al centro dell'attenzione di radio radicale questa volta con un'ampia conversazione realizzata con l'inviato speciale del quotidiano il piccolo di Trieste Paolo Rumiz
Piatto speciale che a seguito del vive in prima persona tutte le varie vicissitudini della crisi jugoslava come inviato a Lubiana in Slovenia
Il periodo il conflitto fra la milizia territoriale l'esercito federale jugoslavo quindi in questo inizio estate
Successivamente a Zagabria ma anche inviato speciale in questi ultimi tre anni in tutte le principali realtà dell'Est europeo Romania Bulgaria Ungheria ecco la Jugoslavia stessa
Rispetto ai vari eventi politici che sconvolgeva uno il Panorama le prospettive dell'Est europeo
Un osservatore particolarmente attento che descritto non solamente i eventi diciamo di natura amministrare ma anche un po'soprattutto quello che ci stava dietro a livello politico
Anticipo subito il contenuto di questa ampia conversazione
Secondo Rumiz
Una riconoscimento dell'indipendenza di Slovenia Croazia e necessario va fatto quanto prima andava fatto già subito dopo l'informazione mi pare di indipendenza delle due repubbliche ma vi sono altri a spetti problematici
Non risolvibili semplicemente con un sì con un nuovo schierando se da una parte o dall'altra
è una realtà appunto quella jugoslava estremamente complessa e articolata che si inserisce anche l'alta di giochi di interesse
A livello europeo
Di cui il meccanismo economico e il motore principale
Pensiamo che questo conversazione potrà mettere in luce alcuni aspetti spesso ignorati
Ho di cui si parla poco con ripeto una un giornalista molto attento
Sulla realtà dell'Est e soprattutto del Jugoslavia in quanto realtà geograficamente più vicina alla città di Trieste da cui è partito per realizzare questi servizi partiamo racconta l'intervista
Parliamo nuovamente di Jugoslavia Slovenia Croazia ma anche un po'più in generale di est europeo
Che sta cambiando assetto politico spesso di lettura geografico di di confine peraltro con Paolo Rumiz
Inviato speciale da un paio d'anni a questa parte proprio nei Paesi dell'Est europeo e ha seguito in prima persona dalle prime vicende della primavera slovena quindi mille novecentottantotto processo di Lubiana magari ne parleremo brevemente
Al uscita dell'Ungheria dal sistema comunista la rivoluzione in Romania eh ultimamente appunto la Jugoslavia umiliato prima in Slovenia che dopo in Croazia e come prima cosa oltre grazie amento Rumiz che appunto osservatore sia come inviato ma anche in virtù della vicinanza geografica fra Trieste el e queste realtà chiederei un un panorama sentiti sintetico di quella che è la situazione jugoslava oggi se si può ancora dire che esistono in Jugoslavia
Dunque il nome di con la scusa di collana la si può leggere su due piani sul piano del per il grande della grande collezione diplomatica internazionale attorno al problema jugoslavo
Che dà spesso l'illusione che il problema che il nodo jugoslavo si ancora controllabile
Il secondo piano di lettura che quello che io vivo molto più da vicino è quello della lettura sul campo degli avvenimenti jugoslavi bene io posso dire che qualsiasi illusione
Che il vulcano I uno slavo possa essere ancora spento
Si infrange alla alla prima lettura della realtà dei fatti
Perché ormai la guerra in Jugoslavia raggiunto un tale punto di imbarbarimento dando poter essere più fermata ormai è una autocombustione una metastasi che deve arrivare a compimento questo è il mio parere personale
Ecco una metastasi che deve arrivare al compimento in in che modo sì non nel senso di una incendio totale di tutte le urla niente novità nel senso della del decesso
Per lei così la via quale era stata inventata da Tito dall'Occidente
Ecco molto spesso sentito parlare appunto di Jugoslavia inventata di diversità tra le varie realtà io così la diversità etnica ma spesso si è sentito anche parlare anche se devo dire con minore attenzione avevano informazione così più immediata su grossa differenza di natura economica
Culturale anche siamo di orientamento politico più generale che ce ne vuol parlare
Esistono qua sulla via le stesse differenze tra nord e sud che esistono anche da noi
Spesso con le stesse tensioni soltanto che vanno in una cornice di maggior benessere queste tensioni centrifughe questa grande protesta nei confronti di un di una capitale troppo burocratizzata e politicizzata si trasforma in semplice spinta di tipo leghista
Mente che quella via si trasformerà contestazione che può arrivare appunto allo scontro fisico
Quindi c'è una differenza tra noi e loro però non tanto economico diamoci di essere completamente immuni da una jugoslavi Zazie eone basta pensare che in questi proprio in questi giorni in queste settimane si assiste a quasi a uno sbarco di queste spinte centrifuga che iniquo slavi assumono questo tono drammatico uno sbarco di queste spinte centrifughe anche in Occidente con un risvegliarsi
Proprio sulla sull'onda di quanto è avvenuto di quanto iniziato con i Paesi baltici e poi si ripercosse Jugoslavia con un contagio che sta ormai prendendo per esempio di Galles la la Scozia che sta arrivando anche qui nel Friuli-Venezia Giulia nel Triveneto
Che sta risvegliando i bretoni che sta risvegliando il terrorismo irlandese al limite quindi c'è un una grande al ritorno dell'Europa dei popoli e delle regioni modo spesso inquietante disordinato in modo che lascia molto spazio anche al ritorno dei piccoli e pericolosi nazionalismi
Ecco parliamo di nazionalismo appunto ce si sta assistendo un risveglio delle nazionalità una Costituzione o meglio una con riconoscimento di indipendenza dei nuovi Stati pensiamo all'ultimo fatto delle Repubbliche baltiche per esempio
E quello che ci si può chiedere quanto di questo spirito nazionale o al limite nazionalistico
Diciamo un dato antistorico Che superato diciamo quasi un un eccesso di di di estremizzazione del Coni problemi per non dare poi magari soluzione a problemi concreti reali ma d'altro tipo e quanto invece può corrispondere a qualche cosa che secondo lei sfuggite al tali Stati così come esistono
Cioè il sì ho capito la domanda
Non c'è dubbio che il il quarantennio comunista in un Jugoslavia a porta a costretto i popoli jugoslavi a dimenticare la loro identità nel senso dell'appiattimento di fronte di fronte all'ideologia
è chiaro che in questo momento noi assistiamo a un grande ritorno di questi grande bisogno di una nuova identità di una identità nazionale e contemporaneamente a una di una forma di decolonizzazione tumultuoso e spesso violenta di quello che fu il grande arcipelago
Dell'est è chiaro che noi ci troviamo di fronte contemporaneamente a delle spinte dischi allegati il re
Che possono portare chissà dove e ma nello stesso tempo a delle spinte di tipo appunto internazionalista e quindi aggregative in direzione dell'Occidente quale delle due quale delle due spinte prevarrà cioè a quale panorama cosa c'è dietro l'angolo ecco non non lo sappiamo cet ci troviamo di fronte a una una disgregazione violento ci troviamo di fronte a un'integrazione ancora no è troppo presto per poterlo dire
Avevo accennato prima la cosiddetta primavera slovena che aveva destato l'attenzione degli organi di informazione qualche anno fa
E che poi ha dato origine a un diffusione di diciamo di pensiero di collocazione diciamo liberale centroeuropea di tipo occidentale della Slovenia trascinando un po'dietro disse
Anche la Croazia seguito quell'epoca voleri evocarla in sintesi evidentemente per agli ascoltatori di radio radicale
Beh la Slovenia si svegliò per prima fu era non a caso la contestazione nei confronti del del della struttura burocratica centralistica del del partito non a quelli cioè nacque in quella che in assoluto era era la nazione comunista più ricca del mondo questo è un dato che pochi sanno la Slovenia è una piccola Svizzera una piccola Austria rispetto al all'arresto dei Balcani
Quindi lì fu soprattutto la rivolta di un di una borghesia e tutto sommato era riuscita a sopravvivere
Al agli anni del comunismo e che voleva riacquistare una sua indipendente soprattutto gestirsi da sé il proprio il proprio denaro la propria ricchezza senza doverla spartire con il il cosiddetto marasma balcanico
C'era un dato molto particolare di questa primavera slovena che non era tanto una contestazione politica nei confronti dei comunisti tanto è vero che la Slovenia e l'unica Repubblica jugoslava in cui sia rimasto al potere un presidente comunista
Che adesso non è più tale comunque un presidente ex comunista ma la contestazione non era tra i partiti all'interno della Slovenia ma era della Slovenia di tutti i partiti che stavano nascendo laddove io nei confronti del potere centrale
Quindi il demone in quel momento non era il comunismo era il timore della risucchio in questo marasma di questo caos balcanico che si andava che si andava delineando che io è un po'la stessa cosa che è avvenuta nei nei Paesi baltici non era tanto la contestazione dei democratici nei confronti dei dei comunisti ma la contestazione di un Paese abbastanza ricco che voleva gestirsi da sé nei confronti di una di una struttura
Burocratica elefantiaca che in cui sparivano miliardi di rubli
E con la domanda s'più di qualche volta se sento parlare di parte la Jugoslavia non allineata ma comunque di una collocazione particolare della Jugoslavia nel contesto dei paesi dell'est Europa
Complessivamente diciamo a grandi linee un Paese supposizioni diciamo più
Liberali termina può anche sembrare forse un po'eccessivo comunque senz'altro molto meno dittatoriale di quanto per esempio avveniva non citiamo neppure la Bulgaria e la Romania ma nella stessa Cecoslovacchia Ungheria
Ecco un parallelo visto che ha seguito anche per l'Empoli evoluzione della situazione ungherese
Quanto di questo punto di questi dati corrispondevano a realtà in che termini anche punto paragonandolo ad esempio non vario la Cecoslovacchia
Dunque le urla viva e interessante perché un formidabile laboratorio di osservazione perché in Jugoslavia si sovrappongono formando una miscela esplosiva i due mali peggiori di due mali classici di questi due anche si sono evidenziati in questi due anni in tutto l'Est
Cioè e tensioni etniche e la crisi economica
Ecco già da questo punto di vista e strano convenite notare come mai proprio nel paese che tutto sommato era riuscito a sopravvivere meglio dal punto di vista economico proprio in quel Paese ci si ammazzi di pivot
Primo secondo come mai questa tensione etnica si sia sviluppata proprio tra due popoli che parlano la stessa lingua sarebbe stato molto più logico in linea teorica aspettarsi che questo scontro avvenisse che nesso
Tra slovacchi boemi
Oppure tra la minoranza tedesca dalla Polonia ai polacchi veri e propri invece no è accaduto proprio tra due popoli confinanti che hanno la stessa letteratura la stessa lingua le stesse tradizioni
Quindi già questo ci mostra come l'armamentario teorico con cui noi abbiamo affrontato e spesso i nostri politici affrontano ancora all'Est Europa estremamente inadeguato
Perché ci sono tutta una serie di componenti irrazionali
Che sfiorano quasi diciamo il campo del dell'esoterico dell'occulto non lo so ma che indubbiamente influiscono influiscono in modo determinante soprattutto quello che ci ha spiazzato e la scarsa conoscenza della storia
Cioè non sapere che in che modo in Jugoslavia si sono intrecciate le influenze
In modo spesso stupefacente creando degli equilibri incredibili e influenze musulmane influente al budget e mitteleuropee il cattolicesimo con il mondo ortodosso e con il mondo musulmano
Sono delle cose che o si vivono o si si si si conoscono a fondo oppure veramente impossibile tentare di capire questo arcipelago e soprattutto una cosa vorrei dire di fronte a questa complessità a un certo punto ci si arrende e si dice d'accordo tutti queste queste Repubbliche devono andare verso un riconoscimento internazionale
Però e anche un dato di fatto che non vi è niente di più esplosivo i New Oslavia del principio di autodeterminazione perché non esistono dei confini chiari tre etnie soprattutto la Bosnia che è un po'il cuore di questo crogiolo balcanico è una tale Pelle di leopardo dal punto di vista etico che qualsiasi confine sarebbe un trauma
Lo vediamo qui mistica dove tutto sommato la situazione etnica è abbastanza chiara figuriamoci in zone molto più o molto più complesse dal punto di vista religioso politico etnico
E così accennato un problema che tra l'altro ha avuto un trascorso l'abbiamo parlato anche qualche volta in questi servizi negli anni nei decenni scorsi con Trieste appunto dell'Istria
Immediato dopoguerra c'era necessità di definire un confine di Stato che in qualunque modo lo si collocasse
Divideva
Popolazioni etnie lingue su un territorio in cui sulle quale punto si intrecciavano a questa situazione si ripresenta anche oggi appunto tra Slovenia Croazia c'è tra corazze e Serbia ma anche appunto con altre realtà lei ha citato la Bosnia ad esempio per l'Istica mente veramente non posso chiedere una un un giudizio di ha un'opinione di politica espressa ma dalla sua opinione che si è fatto in questi servizi cosa ne potrà concretamente scaturire da questa situazione particolare
Parla per la minoranza italiana oppure
Ma pensiamo sia listelli Rini accenno a questa questione per ricorda agli ascoltatori l'Istria attualmente divisa
Le per l'ottanta per cento in corazze circa per il venti per cento anche meno nella Repubblica di Slovenia
E dove via presente una componente numericamente Violante circo venti venti trenta mila persone di di comunque di comunità italiana si trova adesso divisa dal confine poco fuori Capodistria confine di Stato sul fiume Dragogna
Punto molte contestazioni sono partite dalla comunità italiana dell'Istria ma non solo anche da persone che più semplicemente si considerano il mio slovene me croate né italiani ma semplicemente istriane la definizione che giunta su alcuni motore di Censimento
Fatto il punto rivela jugoslavo precedentemente in cui addirittura alcune persone si defila semplicemente nazionalità istriana poi in taluni casi nazionalità jugoslava
Ma in questo momento noi viviamo un periodo di isteria della sovranità per cui c'è questo bisogno di piantare le bande bandierine per dire noi arriviamo fino qui
La cosa in questo momento estremamente traumatica perché oltre per un confine fisico quindi delle sbarre che possono dividere la stessa etnia soprattutto quelle italiana abbiamo anche una un fossato valutario che in questo momento edere gravissimo lo sapete che la Slovenia adottato la valuta che non è quella croata quindi visti è spezzata in due anche gravemente dal punto di vista economico detto questo secondo me questo momento di di di di di ansia di bisogno di di di di identificazione nazionale quindi questo bisogno di confini
Secondo me di fronte a un vero assetto democratico dovrebbe diventare problema secondario
Cioè secondo me il problema è urlavano non provi cupa ritornando quello che avevo detto prima cioè che la situazione comica è talmente ingarbugliata che qualsiasi confine traumatico
Ne vengo fuori dicendo che non è un problema di confini è un problema di democrazia cioè quello di non obbligare le minoranze
A dire ad auto ghettizzare sì per sopravvivere insomma la minoranza italiana in Croazia non ha non ha avuto e non ha tuttora una vita facile di fronte sarà una certa forte tendenza egemonica del centralismo Zagabria USA
Eccoli accennato uno dei tanti problemi sollevati in più di qualche occasione
La critiche sono giunte le critiche e proteste giunte dalla comunità italiane che vive in Croazia nei confronti del governo di Zagabria ma anche qui devo dire
Un po'anche rispetto alla componente croata che si riconosce più nella Regione Istriana con la sua specificità che viene detto e disattesa non è tenuto nella debita attenzione da parte del Governo di Zagaria del governo croato che mietuto sostanzialmente centralista
E l'altro un altro aspetto seguiamo speculare a questo
L'accusa di un a Tudjman al suo partito di essere sostanzialmente un partito nazionalista che ha riciclato gli esponenti magari del ex comunisti
Che si sono adesso e vestiti della bandiera del tipo nazionalista per crearsi un'indipendenza ma a finire alta puramente diversi da quelli dichiarati negli atti cosa ecco se ritiene di questi aspetti
Va beh questo è un dimostrazione appunto di quanto dicevo cioè che il nostro armamentario intellettuale assolutamente inadeguato ad affrontare questa realtà
Decifrare la crisi jugoslava come una lotta tra democrazia e comunismo e assolutamente sbagliato perché sia in servizio in Croazia noi assistiamo alla metamorfosi di una classe burocratica che pur di sopravvivere si trasforma si trasforma quindi si camaleonti zero zero
Si è data dei leader che sono da una riconosciamo da una parte Milosevic dall'altra Tudjman che sotto bandiere diverse però conducono una battaglia molto simile perché entrambi hanno un fortissimo controllo dei giornali e della televisione quindi una enorme condizione un enorme condizionamento propagandista della popolazione nel senso della demonizzazione dell'avversario
Abbiamo in entrambi i casi un'economia un'economia statali Giata che non dà il minimo segno di liberalizzare sì cioè le vecchie lobby di partito pur con un altro nome sono rimaste in Croazia è incredibile come il controllo del partito di Tudjman su tutte le le le realtà economiche si è pressoché sì è pressoché totale e quindi siamo passati da da dal conformismo dal conformismo rosso a un conformismo diciamo di di di di centrodestra ma pur sempre lo stesso e lo stesso drammatico monolitici modi prima io devo dire e certo che noi non possiamo fare delle discriminanti cioè chiedere un pedigree dimora democratico a a una nazione prima di poterla riconoscerlo perché non possiamo pretendere e dopo quarant'anni di comunismo ci si converta immediatamente alla concorrenza anche nel campo dei partiti nel campo della politica
Però non vi è indubbio non vi è dubbio che questo lo possiamo pretendere un po'di più da una Repubblica che è stata in Alpe Adria
Che ha avuto il grande esempio di tolleranza dell'impero asburgico e non ha avuto secoli e secoli di dominazione turca come ha avuto la Bosnia come hanno avuto come ha avuto la Romania o la Bulgaria
Ecco angioma qui una nota di spiegazione la Croazia fa parte come peraltro la storia della Comunità di lavoro Alpe Adria che un'associazione fra regioni del centro Europa ne fanno parte oltre che a soli nella corazza per quanto riguardava la Jugoslavia che il delle regioni ungheresi delle Regioni ostili e che tra Regioni tirare il Friuli Venezia Giulia e il Veneto è la Lombardia
Molte i temi di lavoro dalle tematiche appunto culturali ambientali ed altro trecento all'Impero asburgico che notoriamente era pluri nazionale e quindi anche più di etico qui si parlavano più lingue un collari c'è di di popoli in un'unica menzione ecco quello che vorrei chiederle va lei aveva cenato prima alle al fatto che i serbi e croati parlano la stessa lingua non la stessa tu letteratura
Allacciamo le stesse basi cultore questa quelle vere contestata presenta poco tempo fa c'è stato un dibattito Trieste di una con una profuga croata
Insegnante Scienze politiche sosteneva che non è assolutamente vero questo che il serbo e serbo ancorché molto molto simile quasi collimanti al croato
Quindi scritti in cirillico ma le c'è una vicinanza ma non c'è una sovrapposizione possibile fra le due identità secondo lei certamente non parla croato no parla serbo
Ma da quello che ho potuto giudicare anche dal dal vivo in questo periodo di come inviato nel mezzo degli scontri eccetera quanto di questa cosa anche qui una forzatura nazionalistica e quanto questa diciamo una base al limite di i figli di rigetto di una costruzione rispetto a un un governo centralizzato
è un dato di fatto che i due popoli parlano la stessa lingua è un dato di fatto che si riconoscono soltanto dall'accento diverso con questo non pronunciano le stesse parole che poi ci siano dei dei poeti o dei colleghi scrittori croati e dei poeti degli scrittori serbi questo è ovvio che ci sono due religioni diverse due alfabeti diversi
Ma al di là di questo su alfabeti aggiungo perché io in Serbia e sulle il sorbetto cirillico
C'è una fortissima tendenza alla diversificazione perché appunto si ritorniamo quel discorso dell'isteria dell'identità e in questo momento soprattutto i croati che evidentemente soffrono di questa tende forte tendenza storica egemonica del del fratello serbo ingombrante presenze fratello serbo e cercano di di diversificare il più possibile la loro il loro loro linguaggio loro vocabolario sono cose che per certi certi versi sfiorano anche l'umoristico per esempio dei giri di parole per dire un termine per evitare di dire un termine di chiara matrice serbo turca ecco per esempio adesso in Slovenia il termine Ceva cc che significa Irvine la carne tritata pezzetti fatta alla brace che un termine di chiara origine turca viene da kebab che significa spiedino
è stato praticamente abolito trasformato in un qualcosa di dire un po'DDT diverso e di più nordica
Ecco ma sono cose che ripeto che nell'Europa che si integra fanno un po'sorridere
Ecco lei ha nelle suoi commenti né sui servizi
Sia dalla Slovenia e anche dalla Croazia anche se il prodotto dei termini più duri per quanto riguardava la Croazia ha parlato di guerra di carta
Di un cioè di un uso propagandistico caricato degli degli scontri dei Motus in Slovenia e i corazze ce ne vuole parlare
Ma in Slovenia le cose furono molto chiare cioè ci furono due eserciti che si scontrarono quindi non vi fu mai il rischio di una libanese azione anche perché la Slovenia e etnicamente quasi pura
Cioè gli sloveni sono ben oltre il novanta per cento quindi la Slovenia e l'unico l'unica Repubblica jugoslava per la quale un confine abbia un senso
E quindi un riconoscimento anticipato da parte dell'Europa può anche avere un senso perché riconosce la Slovenia non scontenta quasi nessuno non ci sono delle in club delle grosse in club serve o croata all'interno dello sloveno
Quindi non è un riconoscimento che può provocare altri incendi
Dico ho parlato di di termini di guerra di carta perché soprattutto soprattutto in Croazia abbiamo assistito a delle clamorose montatura delle clamorose bugie e questo non significa che la guerra non esiste
La querela liste ebbe ed è spaventosa però non è vero che tutto il male sta da una parte è tutto bene sta dall'altra io purtroppo noto che che in molti giornali vivono un po'di questa semplificazione che vede nel nel croato la vittima nel ENEL serbo l'aggressore il che dal punto di vista militare vero ma dal punto di vista criminale cioè di quello che si vede sul campo di battaglia dei morti che io ho visto sventrati o uccisi nei modi più barbari e devo dire che assolutamente non è vero cioè noi viviamo
IRES né sul cliché per esempio del del del serbo ubriacone ebbene io posso dire che quando visitai
Boro Corsello che il un po'la roccaforte della di questa ribellione serba sul Danubio
Mi trovai di fronte a un comandante di queste brigate pseudo partigiane che arriva bandito l'alcol a tal punto che quando venne scoperto un un soldato volontario
A bere una semplice lattina di birra si prese quindici giorni di rigore
Questo non per dire che i cattivi stanno dalla parte croata no sto dicendo che stiamo attenti alle semplificazioni per esempio ne ci facciamo spesso incantare
Dalle belle divise dalle dalle magliette multicolori dall'aspetto da sbarbato più occidentale dei volontari croati in realtà spesso gente che che che che fa paura
Che spesso usano feta mine
Che ha portato in in Croazia oltre alle armi anche altre cose inquietanti visioni semplicistiche del di quello che il grande Cosmo internazionalista e jugoslavo
Quindi ecco ci andrei molto piano nel nel parlare nel demonizzare qualcuno esisteva un invasore e della Serbia questo è l'unico fatto chiaro ed esiste uno stato invaso che la Croazia ma al di là di questo non andremo
E con una domanda si è sentito e si è letto anche soprattutto poi il sul giornali del della Croazia o comunque riportate qui delle accuse e che venivano svolte reciprocamente presentano solo di sparare sugli ospedali sul sui civili
Sulle pensioni su cosa che anche non avevano diciamo obiettivi militari diretti già in funzione militare diretta
La seduta tritura il punto in taluni casi di attribuire i serbi
Ai croati del dei morti e corregge e viceversa
Addirittura l'attentato che c'è stato il lancio del missile contro il il palazzo del governo di Zagabria avermi uniti appunto Tudjman esponente cioè dove noti per il grado è stato attribuito addirittura da una una finzione la messinscena da parte del governo croato per spingere verso l'indipendenza che le mettono le chiedo se questo è vero no e come le chiedo un commento sulla possibile infondatezza di queste doppi giochi
Ho ipotizzabili dal pizzo c'è una sola verità che i barche nei Balcani qualsiasi certezza si si sbriciola si sfarina uno va tutto pieno di sicurezza vede il mondo in bianco e nero e dopo e dopo poche settimane si accorge che può essere vero tutto ed esattamente il contrario di tutto questo un classico esempio fu quando la televisione da Gabe la televisione di Belgrado mostrarono un filmato con con gli stessi cadaveri ciascuno dicendo che erano i propri questo a dimostrazione sia che si tratta appunto di una guerra spesso propagandistiche sia che i serbi e croati non sono affatto distinguibile né dal punto di vista dell'abbigliamento né dalla faccia nient'altro
Giungiamo verso il termine questa ampia conversazione c'è e talvolta bisogno di qualche semplificazione per uscirne per uscire appunto da un problema concreto lei ha descritto la situazione nel ex in Jugoslavia
Comoda l'alta estremamente complesse in cui difficile appunto fare semplificazioni ma dei modi bisogna scioglierli
Tra le domande prima eh lei ritiene che un processo una un riconoscimento a livello internazionale di Slovenia e Croazia oppure di Slovenia Croazia subito
Ho in tempi diversi o in quali modalità posso essere utile
O se si o o eventualmente con quali controindicazioni doc agli effetti di influire sulla guerra penso che non solo si è inutile
Ma posso addirittura a peggiorare le cose nel senso che il riconoscimento della della Croazia provocherebbe automaticamente un un un enorme terremoto interno in Bosnia perché la Bosé non vorrebbe più starsene da sola con la Serbia avrebbe voluto dividere questo spazio interi urlavo con altri quindi automaticamente si creerebbe una reazione a catena delle dimensioni incontrollabili quindi nessun effetto sulla guerra credo che riconoscimento sia una cosa a cui si ha diritto o non si ha diritto non può essere usato come un deterrente di fronte alla sua azione bellica
Dobbiamo chiederci se la Slovenia Croazia ne hanno diritto io credo che ormai tutti tutte le repubbliche jugoslave abbiano diritto all'autodeterminazione
Però ritengo che appunto vista la complessità etnica del mosaico jugoslavo l'autodeterminazione in sé da sola non sia sufficiente se non si accompagna una democratizzazione radicale del contesto politico
Questo va bene in Croazia e va bene soprattutto in Serbia dove il controllo del partito quasi un partito unico e schiacciante dove la la i partiti di di opposizione
Sono strana sono stranamente silenziose
Ecco le ultime due domande le prima è stato affermato da chi sosteneva necessità dell'immediato riconoscimento della indipendenza della Slovenia Croazia e quindi all'epoca della proclamazione ufficiale quindi all'inizio dell'estate
Che un riconoscimento da parte del c'è o quanto meno di alcuni governi occidentali avrebbe impedito in quel momento la deflagrazione del conflitto e quello che ne è derivato lei è d'accordo o no con questa tesi
Sì bisogna farlo sei mesi fa però bisogna farlo molto prima cioè prima che la guerra diventasse totale
E soprattutto prima che centinaia di migliaia di persone sfuggissero dei luoghi del conflitto ormai l'odio che si è seminato è tale che neanche una confederazione più pensabile quindi oggi tutto è molto più difficile di prima
Però ecco sul disco può ritornare sul discorso del delle riconoscimento internazionale ecco
Il riconoscimento nazionale richiede comporta dei degli oneri da parte nostra non possiamo illuderci che il riconoscimento sia un fatto platonico alla fine del quale noi ci laviamo le mani non ci siamo la persisteva lavando le mani di mezzo est e dopo aver salutato con con fervore la fine del comunismo ecco quindi dobbiamo essere pronti nel caso fosse necessario anche a combattere per la Croazia
E non so quanti in questo momento in Europa siano disposti a combattere per un Paese che non conoscono nemmeno geograficamente e le cui complessità etniche e religiose e culturali
I sono completamente aliene
Ecco questa sua ultima e affermazione mi fa siamo può ridisegnare l'ultima domanda che volevo porle
C'è stato un articolo un intervento di Milovan Giles
Dissidente antagonista storico pur essendo stato collaboratore braccio destro di Tito
Che sosteneva appunto la necessità di non dividere la Jugoslavia di mantenerla unità perché il figlio di processo di indipendenza della Repubblica avrebbe scatenato una un processo a catena
E una polveriera lo scopo di una polveriera da cui appunto in seguito la deflagrazione se è stato difficile fare ritorno versione e diciamo aspetto speculare diciamo della lo stesso argomento e che taluno devo dire con più sommessamente dicessi
Utile riconoscere importante doveroso riconoscere d'indipendenza di Slovenia e Croazia perché mi hanno diritto però non raccontiamoci storie l'Europa sta facendo semplicemente dei calcoli di natura economica se gli conviene come ce n'è di più o meglio così la in quanto tale o con la Slovenia o la Croazia o con entrambe appunto per allargare il proprio campo d'influenza economico le chiedo un commento
Conclusivo di questa lunga conversazione su questi aspetti
Non c'è dubbio che la disintegrazione jugoslava fa comodo alla Germania da una parte che ha un enorme bisogno di mercato ora che si è riunita
E dall'altra parte all'Unione Sovietica che ha bisogno di un suo accesso al Mediterraneo
La vecchia Jugoslavia di Tito era un cuscinetto che impediva di questi due diciamo potenziali imperialismo militari un tempo economici ora si scontra essersi scontrarsi dove si dividessero
Questo territorio balcanico così come a suo tempo venne divisa la Polonia
Non c'è dubbio che ci sono molti di questi interessi dietro questa voglia di riconoscimento
Non c'è dubbio che la soprattutto gli Stati Uniti hanno sottovalutato questo problema e pare che soltanto in questi ultimi giorni queste ultime settimane si stiano accorgendo che lasciare agire soltanto l'Europa in campo io Gorlago potrebbe portare a uno spiazzamento totale sul piano economico degli Stati Uniti dall'Europa così come i giapponesi ed ecco la storia che ritorna stanno spiazzando gli Stati Uniti e mezzo pacifico
Quindi ecco riconoscimento ok ma ricordiamoci che anche Stalin fu un grande fautore e dell'indipendenza croata nei confronti di Belgrado ma lo faceva per i suoi interessi imperialisti
E si concludeva con cui sta considerazione se vogliamo tra l'amaro e preoccupato la conversazione con Paolo Rumiz ora inviato speciale del quotidiano il Piccolo di Trieste
Giornalista che ha scritto per il quotidiano triestino non solo l'evoluzione della vicenda jugoslava
Attraverso gli anni a cominciare dalla primavera slovena ma anche il e quindi anche tutti gli ultimi avvenimenti riscontri sul regno i conflitti in Croazia
Ma anche un po'tutti i principali avvenimenti che hanno sconvolto negli ultimi due o tre anni i Paesi del Europa del dell'Est
Una nota finale ricordiamo stato par accennato più qualche volta questa primavera slovena
E che ebbe il momento più forse più grosso di di riconoscibilità eccoli quello pubblico
Quando ci fu il famoso processo di Lubiana il processo e l'arresto del di alcuni redattore del quotidiano Medina
Vale la pena ricordarlo per due o tre cose che poi tra hanno un loro significato molto preciso
Ladine era ed è tutto era allora giornalista ancora ma non ha più non è più organo della stesso lo stesso organizzazione sociale che si è sciolta ma era l'organo della Lega della Gioventù Socialista slovena relazione che aveva scelto
Di prendersi una specie di ombrello legale una copertura pubblica quasi una struttura di servizio per i molti gruppi singole persone
Che si muovevano supposizione di rinnovamento democratico di rinnovamento civile della società
Sullo innanzitutto ma anche io così lava dando appunto una copertura e quindi a Costa di agire attraverso dei canali senza i quali sono stato molto molto difficile
Intervenire sulla realtà politica sociale Esterna ladina fu il giornale l'organo ufficiale di questa organizzazione legate gioventù socialista
Che diede voce spazio a tutte queste realtà era a letto
Non solamente due giovani ma da moltissime persone che ritrovano in ladina un organo di informazione non allineato
In Cultraro molti dei temi delle su cui dibatteva spesso di quello privato appunto le libertà civili e l'abolizione dell'abolizione dei reati d'opinione
Posizioni anti militariste riconoscimento delle pensioni di coscienza Matilde di questo tipo fatto si è che in nel mille novecentottantotto vennero arrestati il caporedattore alcuni collaboratori del settimanale mila Dina da parte dell'esercito esercito federale jugoslavo sotto l'accusa di tentativo di divulgazione di notizie coperte da segreto militare
Accuserà di aver essere in procinto di pubblicare sul giornale dei documenti appunto coperti da segreto ciò che venne affermato da ladina fu che queste e questi documenti altri non erano che la i piani di intervento dell'esercito una repubblica di Slovenia
Con l'arresto in massa di giornalisti esponenti politici persone che in varie intellettuali persone che in varia misura rappresentavano o agivano meglio deve essere appunto di un rinnovamento della società slovena
E io così l'ala per riportare manu militari quasi una specie di di golpe di golpe bianco
Riportare alla normalità la Repubblica ribelle
Sì vennero arrestati i sì instaura un processo militare a Lubiana
In serbo visto che la lingua ufficiale dell'esercito il serbo senza neppure traduttori per gli imputati che parlavano in nessuna vena lingua diverso dal serbo
E si moltiplicarono in brevissimo tempo iniziative per la libertà per la liberazione del degli imputati
Con la decisione di delle più diverse categorie sociale dagli studenti agli ex partigiani Certosa fu una mobilitazione di massa è la popolazione che diede ivi ufficiale a tutta una serie di rinnovamento il livello politico che portarono su scelte della Partito comunista sloveno di uscire del partito di comunista jugoslavo di avviare un processo di riforme civile democratica che portarono al lezioni pluralistica e in Slovenia quindi su un sistema multipartitico
Il scioglimento del partito comunista sloveno che e diede vita al partito del rinnovamento democratico
E su questa scia
Sì inseriti poi anche la Croazia con anche se in forme diverse dei processi a Narni il resto appunto poi la storia il progetto la proclamazione d'indipendenza reputo il Regno di Croazia gli scontri armati
E fa ancora ricordato che il allora segretario del del Partito comunista sloveno Milan Cuccia
Venne eletto proprio per
Come evidente s'segno di di apprezzamento andrà popolazione slovena del suo operato venne eletto presidente della Repubblica della neocostituita repubblicana slovena con l'elezione diretta in cui riscosse la più che la maggioranza assoluta pare circa il settanta per cento dei suffragi come elezione appunto di Presidente da Repubblica della nuova Repubblica slovena che l'ha abbandonato anche il sistema socialista non solamente l'uscita dalla Jugoslavia
Con questo e tutto almeno per oggi
Vi ricordo che radio radicale seguirà gli altri avvenimenti della evoluzione degli elementi la situazione di Ugo slava
Con altri servizi spazi informativi un grazie da Maurizio Petra per l'ascolto e passo la linea agli altri programmi di radio radicale