25 AGO 2013
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:00 Durata: 1 ora 58 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 25 agosto 2013 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 58 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Il protagonismo di Marco Pannella nella settimana politica, tra iniziativa politica sulla giustizia e congiunto pressing sul leader del Pdl, Silvio Berlusconi
    17:00 Durata: 1 min 16 sec
  • Pannella e i suoi consigli a Silvio Berlusconi: “Il 9 settembre va superato, non ci si sacrifica per quella data; va fatto qualcosa di tanto vasto da togliere un potere storico, far cadere il governo italiano se quelli votano contro o eccetera, togliere - dai mediocri fanatici che vanno a votare contro a favore - valore al 9 settembre, e realizzare qualcosa, come questa proposta seria di un’occasione di grande riforma, in Italia, all’inizio dell’anno prossimo”. “Oggi siamo a malapena, forse, a 100-120mila firme raccolte”. “Una occasione storica di riforma fondamentale della realtà italiana nel 2014 è da preparare adesso”. La sospensione dell'iniziativa nonviolenta e i ringraziamenti al Foglio, a Vittorio Feltri e a Luciano Violante

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    “Incalzare Berlusconi” che vuol dire? Marco Pannella: “Direi che è una vecchia storia della mia vita. In genere preannuncio appena mi viene in mente una possibile scelta che posso fare. Questo capitava anche ai tempi dell’Università, quando c’era lo scontro tra i vari gruppi, con l’Ugi, ed ero sempre molto avvantaggiato perché il riflesso era ‘se quello dice di volere questo, vuol dire che vuole un’altra cosa, combattiamo quest’altra cosa’. Allora io vado ripetendo da tempo che il sistema partitocratico, dopo 60 anni, presenta elementi di crisi sistemica, oltre a trovare conferme in tutte le sue componenti, seppure non tutti i giorni. Allora io da tempo dico che la criminalizzazione di Berlusconi è anche fargli troppo onore perché si continuano ad attribuire a lui in questo ventennio delle capacità che invece secondo me si trovano in maniera molto più evidente nel fatto che i soci della partitocrazia antifascista, che tranne una parentesi di dieci anni è l’erede della partitocrazia fascista, si trovano a velare realtà ancora più gravi degli errori o delle scelte di Berlusconi. E su questo continuo a richiamare l’attenzione, a fare le mie lotte. Qualcuno mi ha chiesto perché ieri abbia dedicato un ringraziamento, che nella liturgia della lotta nonviolenta vuol dire ri-conoscenza, quando anche qualcuno che non ti attendi ti dà un riconoscimento che non era obbligato a dare: io ieri dalle due di pomeriggio a mezzanotte ho sospeso lo sciopero totale, quello della sete, rimanendo in sciopero della fame. Ma interrompere tra il secondo e terzo giorno anche se per poco lo sciopero della sete, assumere quasi mezzo litro di liquidi più due cappuccini, e con un esito confermato anche oggi, essendo ingrassato oggi di 800 grammi… Ciò detto, ho voluto ringraziare anche Luciano Violante di cui ho ascoltato un intervento fatto a Rimini al meeting di Cl, ma che non mi pare sia stato ripreso dalla televisione; i vari interventi, tranne qualche eccezione, li conoscono un migliaio di persone; ho voluto nel complesso ringraziarlo, pur avendo sottolineato en passant l’inadeguatezza dell’amnistia, per qualcosa che lui da vent’anni paga caro: quando lui, nel 2003 mi pare, in pieno Parlamento rimproverava ufficialmente a Berlusconi e alla destra ‘Ma come, noi che abbiamo fatto in tutti questi anni tutte queste cose a vostro favore, che non abbiamo badato al conflitto d’interessi, che abbiamo lasciato Berlusconi uscir fuori cresciuto enormemente come ricchezze anche a livello patrimoniale dopo questi 15 anni’, e con questo discorso tentava di dire ‘proseguiamo’, ma questo elenco era così grave che Luciano Violante, con i numeri che ha, è rapidamente e progressivamente scomparso come punto di riferimento della politica italiana, tranne qualche raro momento. Io quindi devo permettermi queste sei ore di sospensione e di respiro. Torno a ringraziare come ringraziamento personale e pienissimamente politico anche Feltri. Avevo detto Feltri, Violante e il fatto che ieri non mi era parso subito chiaro con la rassegna stampa: il fatto che a partire da una iniziativa chiaramente anche editoriale del Foglio, che ha sollecitato anche un altro pronunciamento editoriale, quello di ItaliaOggi. A livello di azienda-impresa editoriale, la forza del Foglio è quella di una pluralità di voci che – lo dico sorridendo, a volte –, piccola vendetta giusta della storia, fa proprio del giornale di Giuliano Ferrara uno dei luoghi che somigliano di più a quello che è stato per esempio l’ambiente del Mondo. Ha un prestigio sicuramente fra i lettori della classe dirigente. Il Foglio prende questa iniziativa, insiste, dedica tre o quattro spazi oltre a quello di prima pagina, poi Magnaschi scrive una sorta di apologia su ItaliaOggi, poi il Gazzettino, e ieri non avevo colto che queste cose messo assieme certo rappresentavano un elemento di novità. Si parlava di ‘proposta Pannella’ rispetto a Berlusconi. Poi c’è stata una cosa che non ricordo da tempi lontani, cioè una intervista a me del Corriere della Sera; contemporaneamente la Stampa aveva un intervento di Rita Bernardini e un altro molto importante – seppure massacrato dal titolo - quello dell’ex direttore della Stampa, Marcello Sorgi. Da ieri dobbiamo coltivare e far tesoro di tutto questo, perciò ho voluto fare una conferenza stampa oggi”. “Si è venuta precisando una cosa che sembrerebbe di secondo piano: sembra quasi che nell’evocare il precedente Craxi, che so che Berlusconi ha sempre avuto molto presente, non sottolineando abbastanza che a priori io non proponevo - come viene evocato - il fatto Craxi, cioè semplicemente di andare in prigione per poi prendere un sacco di voti. Quindi io non penso minimamente che se il 9 settembre gli va male o gli va bene, se sarà costretto all’esilio o alla fuga o via dicendo, io invece ho inteso soprattutto dire che una grande impresa politica poteva vedere il concorso, a questo punto, forse anche in casa radicale non ce ne siamo abbastanza accorti… Io che temevo e ho concretamente combattuto che i dati sistemici dell’antidemocrazia italiana, così come aveva portato su 40 milioni di elettori a darci zero voti alle elezioni, cioè lo 0,19 per cento, la perfezione potente della nuova partitocrazia”, lo stesso si potrebbe replicare durante la campagna referendaria, impedendo anche la sola raccolta firme. “Quello che vorrei proporre come argomento a Silvio Berlusconi è un comportamento volto e condizionato dal fatto che lui, non essendosene nemmeno reso conto, parla e dice ‘noi entro il 30 settembre raccoglieremo molte firme per i referendum sulla giustizia giusta’, e non sa che esistono termini per i referendum e se le porta entro il 30 settembre possiamo pure portarle al macero. In questi giorni dobbiamo riscontrare una estrema inadeguatezza, un estremo ritardo, per fare non - come giusto – 500mila firme”, ma i milioni di firme che servirebbero e che sono stati evocati anche da esponenti del Pdl. “Oggi siamo a malapena, forse, a 100-120mila firme raccolte”. “Una occasione storica di riforma fondamentale della realtà italiana nel 2014 è da preparare adesso; è allora invece che si voterà a favore o contro; io penso che la grande maggioranza di quelli che voteranno, quali che siano i miei ‘no’ a uno di questi dodici o i ‘no’ di Berlusconi, faranno sì che quorum e numero favorevole sarà grandioso. Perché nel contesto dell’obiettivo radicale, con la ‘r’ maiuscola, che è quello di aiutare anche il potere italiano a fare uscire lo Stato italiano da quella spaventosa flagranza di reato di stampo fascista e stalinista, è una conditio sine qua non e anche un obiettivo da perseguire. L’amnistia, nessuno lo contesta, è l’unica operazione che potrebbe far interrompere quasi immediatamente l’ultimatum della Cedu contro l’Italia, per uscire fuori da questa flagranza criminale, e per fare questo non occorre né immolarsi a favore né contro il 9 settembre che invece è al centro del dibattito italiano”. “Adesso è come se siano partiti sempre attenti non solo a essere ligi formalmente ma almeno sostenitori dell’esprit de lois se non della legge, incapaci però di vedere le prospettive. Non so se adesso il consiglio gli arriva e se lo seguirà, e comunque rischia di essere tardivo, visto che lui pensava di arrivare al 30 settembre e portare tutto, magari solo su 5 referendum…”. Il parallelo con i rapidi cambiamenti imposti alla giustizia vaticana da Papa Francesco. “Siccome sono testardo, io cercai di aiutare Grillo quando ci fu l’esplosione dei suoi referendum; raccolse un milione di firme, con il nostro pieno appoggio; ma noi gli dicemmo: guarda, stai raccogliendo in maniera tale che la suprema cupola, agendo per una volta come Suprema corte, non potrà accettarli, e così è finita in gloria l’iniziativa referendaria di Beppe che è riuscito a mandare al cesso – chiedo scusa – la prima grande raccolta per un’iniziativa anti-regime. Allora a questo punto vorrei anche spiegare a Silvio: adesso magari raccogli 4 milioni di firme, ma è troppo tardi se pensi di farlo come dici tu, cioè entro il 30 settembre. Oggi possiamo valutare in 20mila le firme raccolte negli uffici comunali italiani. Quindi, e termino: oggi io ritengo che solo la consapevolezza, e se gliela do l’ambizione, di poter essere oggettivamente, malgrado io sappia molte delle cose che oggi quel sapiente scrittore sull’Unità ha spiegato perché io forse commetto l’errore di pensare di poter fare di un criminale un angelo purificatore. Invece io posso dire una sola cosa: io ho costretto Giovanni Negri (segretario del Partito radicale dal 1984 al 1988, ndr), giustamente un po’ tremebondo, di rendere pubblici sia la candidatura di Cicciolina sia l’iscrizione di Piromalli dal carcere. Diedi queste due notizie e credo che siano state notizie riprese nel mondo, secondo i massmediologi quella di Cicciolina è stata ‘notizia’ per la maggior parte della specie umana”. Il “no, no, no” di Guglielmo Epifani, segretario del Pd, rivolto alla proposta di amnistia. Sulla durata del Governo. “Si tratta di sapere se si vuole questa grande iniziativa di riforma”. “Fino a tre giorni fa dicevano: è tatticista, per dire se casco io cascano tutti i filistei. Lui prima aveva detto: comunque per me questo Governo non deve essere fatto cadere”. “Io risponderò al giornalista de l’Unità; anche perché oggi ho un gran rispetto: il suo direttore, grazie a Radio Radicale l’Italia lo sa, sempre all’interno di Rimini, ha fatto un intervento molto bello valorizzando una enciclica di Ratzinger molto bella contro l’idolatria”. “Tra l’altro lui se non segue la mia impostazione: il 9 settembre va superato, non ci si sacrifica per quella data; va fatto qualcosa di tanto vasto da togliere un potere storico, far cadere il governo italiano se quelli votano contro o eccetera, togliere - dai mediocri fanatici che vanno a votare contro a favore - valore al 9 settembre, e realizzare qualcosa, come questa proposta seria di un’occasione di grande riforma, in Italia, all’inizio dell’anno prossimo”. Berlusconi “di creatività politica, checché se ne racconti, non ne ha troppa”
    17:01 Durata: 40 min 20 sec
  • La categoria del “minoritarismo” secondo Ferrara e secondo Pannella. Le battaglie radicali sono “minoritarie per Giuliano che le ha vissute tutte quelle minoritarie, e quindi adesso attribuisce alla mia storia di essere minoritaria, mentre lui come comunista, come ateo devoto le ha fatte… Lui è sempre stato minoritario, quando coglieva l’occasione di rimproverare il Pci perché voleva che a Torino si mobilitassero secondo leggi fasciste”. Il sostegno “burocratico” del Pdl ai referendum radicali

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’intervista di Pannella a Marco Valerio Lo Prete sul Foglio e l’editoriale del direttore sempre sul Foglio sulla “proposta Pannella”. La categoria del “minoritarismo” secondo Ferrara e secondo Pannella. Le battaglie radicali sono “minoritarie per Giuliano che le ha vissute tutte quelle minoritarie, e quindi adesso attribuisce alla mia storia di essere minoritaria, mentre lui come comunista, come ateo devoto le ha fatte… Lui è sempre stato minoritario, quando coglieva l’occasione di rimproverare il Pci perché voleva che a Torino si mobilitassero secondo leggi fasciste”. “Se quell’editoriale fosse stato scritto da lui, vorrebbe dire che parla di corda in casa dell’impiccato, perché minoritario è stato lui”. “Oggi la storia regala a lui, ed è un merito evocato poco fa, il fatto che il suo giornale ha un’atmosfera che ricorda più di altri quella degli amici del Mondo”. Ancora sulla raccolta firme per i referendum e sul contributo del Pdl, per ora più che altro burocratico. “La struttura del Pdl non è come quella del Pd senza ‘l’. Se tu mandi la circolare in giro, hai una sovrabbondanza di burocrazia di partito, sociologica addirittura, che la riceve e la segue. Mentre se lui manda delle circolari come se fosse del Pd, con Silvio che nemmeno è andato ancora a firmare… Io gli avevo fatto dire un mese fa: domani vada a firmarne una parte a un gazebo e altri in un ufficio comunale, dando l’indicazione di dove si può firmare. Non ha fatto niente, si è messo nella sua roccaforte che cambia da Roma ad Arcore, e lì riunisce valvassori e valvassini e sembrerebbe che oggi la grande decisione è che il grande pericolo per Berlusconi è la Santanchè e quelli che vogliono far cadere il Governo…”
    17:41 Durata: 12 min 58 sec
  • Il dibattito sull'Imu: “L’Italia si è impoverita perché l’aumento delle tassazioni ha scoraggiato capitali esteri ma non ha colpito i proprietari delle case di lusso o i consulenti-dirigenti a quelle paghe folli che possono avere un appartamento di 400 metri quadrati, ma ha colpito la generalità”. “Ciò nonostante, quello che grava sulla casa in Italia rischia di essere oneroso perché colpisce non quelli che di case ne hanno 50, ma quelli che poveretti per il loro andare in pensione hanno fatto mutui per avere la loro casetta, magari da trasmettere al figlio”. “Se uno dice che per l’Imu deve far cadere il Governo, personalmente gli dico: beh, vabbè, non sono d’accordo, tutt’altro”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le ricadute “stabilizzatrici” sul Governo dell’eventuale tenuta del referendum nel 2014: “Non è la prima volta che io oppositore, nel momento di pericolo di un Governo – dice Pannella - vado al soccorso dicendo: badate che i tempi di Governo vanno rispettati. Se è in corso qualcosa, diamogli il tempo di arrivare e poi ci si prepari a… Nel senso che in questo momento, con tutto quello che sta accadendo in Europa e nella politica internazionale, allora questi sono in effetti irresponsabili e contano sulle capacità di Silvio di diventare irresponsabile in alcune circostanze”. Riflessioni attorno all’Imu sulla prima casa: “Personalmente ho il riflesso di dire che mi ero sempre battuto, anche con tentativi di referendum, sulla trattenuta alla fonte. Cosa c’entra? Ecco. Così si sottovalutava, nella ritenuta alla fonte, una incentivazione allo Stato, essendo per la grande macchina dei dipendenti, pubblici e privati, che diventano d’oro per lo Stato, e a un certo punto costituiscono loro – poveracci – una parte importantissima della fonte di cui si nutre lo Stato. Ed è andata così. L’Italia si è impoverita perché l’aumento delle tassazioni ha scoraggiato capitali esteri ma non ha colpito i proprietari delle case di lusso o i consulenti-dirigenti a quelle paghe folli che possono avere un appartamento di 400 metri quadrati, ma ha colpito la generalità. Siccome poi si è sempre saputo che, già vent’anni fa, l’Italia aveva il doppio di proprietari di case – in termini percentuali – dei danesi, che notoriamente stavano infinitamente meglio, perché in Paesi civili di più si era sottolineato il carattere dell’abitare che quello dell’avere la casa (che da noi invece è sempre stata la fortuna del mattone italiano)”. “Ma con il fatto che sei legato alla casa, che poveraccio hai anche guadagnato, poi tuo figlio deve andare nella scuola lì, deve trovare lavoro lì, diventa un fatto… Ciò nonostante, quello che grava sulla casa in Italia rischia di essere oneroso perché colpisce non quelli che di case ne hanno 50, ma quelli che poveretti per il loro andare in pensione hanno fatto mutui per avere la loro casetta, magari da trasmettere al figlio. Perciò ogni attenzione a non gravare, come io un tempo dicevo sui dipendenti pubblici e privati perché sono trattenuti alla fonte e dunque è un’estorsione alla base, le tasse normalmente si pagano dopo!, oggi è lo stesso: colpire con tassazioni ulteriormente le prime case, che in Italia sono una cosa del popolo minuto, in effetti ci pone dei problemi diversi rispetto ad altri Paesi”. “Faccio un altro ragionamento: se questo Governo, con quel ministro del Tesoro ‘tecnico’ diciamo, non sospettabile di partitocrazia, a un certo punto anche lui ripete che questo rischia di ipotecare il bilancio di questi due anni, e insiste, mentre è chiaro che lo stesso Governo e i governativi cercano di concedere il possibile – per motivi tattici -, allora dico che personalmente se quello che dichiarano i governativi, e la Banca d’Italia che su questo è intervenuta ancora un mese fa, fosse esatto, io a priori non posso dire ‘mentite’. Se loro dicono che un miliardo in più o in meno si ripercuote sul rinvio dell’Iva, eccetera, io farei fiducia a questo Governo finché sono in corso operazioni che sono state annunciate al momento della sua formazione”. “Se uno dice che per l’Imu deve far cadere il Governo, personalmente gli dico: beh, vabbè, non sono d’accordo, tutt’altro”
    17:54 Durata: 18 min 35 sec
  • Sulla situazione in Siria: “Obama non fa mai una cosa giusta – dice Pannella - Come avevamo proposto per Saddam, a Assad bisognava dirgli: o te ne vai con esilio… Siria libera come unica alternativa alla guerra. Allora Washington, Londra, scelsero la guerra come unica iniziativa all’Iraq libero e sovrano. Se siamo arrivati a questo punto, ha ragione Emma a dirci ‘andiamoci piano prima di passare al momento militare’”. Il parallelo con l'intervento in Kosovo, secondo Pannella, non è calzante

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Gli avvenimenti in Siria e l’uso che il regime di Assad avrebbe fatto delle armi chimiche. “Obama non fa mai una cosa giusta – dice Pannella - Come avevamo proposto per Saddam, a Assad bisognava dirgli: o te ne vai con esilio… Siria libera come unica alternativa alla guerra. Allora Washington, Londra, scelsero la guerra come unica iniziativa all’Iraq libero e sovrano. Se siamo arrivati a questo punto, ha ragione Emma a dirci ‘andiamoci piano prima di passare al momento militare’, anche perché Emma ha pure l’esperienza su a che punto siamo nella politica militare italiana e delle Nato, con una gestione del fatto libico da parte della Nato che è stato poco meno che stronza e irresponsabile”. Il precedente degli errori della Nato in Afghanistan e la necessità “di una indagine sui generali responsabili di quella roba”. L’esempio del Kosovo evocato come precedente per la Siria: “Siccome ho letto che Obama sta pensando al Kosovo, io ho l’impressione che anche se studia sono un po’ preoccupato”. “Ritengo che le due questioni sono assolutamente diverse. Mi interessa di più Emma Bonino che ora insiste sul fatto che c’è una spaccatura quasi armata all’interno dei sunniti, e sottolinea questo aspetto, per cui allora l’Arabia Saudita è una cosa, eccetera, è roba di dimensioni assolutamente diverse e soprattutto sono realtà – rispetto a quella ex jugoslava – molto diverse”. “Mi pare ardua l’equiparazione anche perché la Corte penale internazionale, che noi in particolare abbiamo voluto anche come Non c’è Pace senza Giustizia, continua adesso come la possibile avanguardia effettiva dell’esercizio di una giurisdizione penale, perché ha saputo guadagnare a suo favore condizioni che invece non si diffondono nelle altre realtà internazionali militari. Quindi anche questo lo metto nel conto. Ritengo anche che già il fatto che fra tante altre analogie, Obama pare che abbia scelto il Kosovo, ho l’impressione che è una scelta – come sempre da parte sua – non umile ma modesta, e a volte scelte modeste in situazioni straordinariamente tragiche non mi tranquillizzano molto. Vorrei per esempio sapere che cosa Londra a questo proposito concretamente fa”
    18:13 Durata: 13 min 39 sec
  • Mubarak e le complessità di “un dittatore che non sceglie il campo dei dittatori, come hanno fatto molti militari”.“Ci sono delle analogie con Atatürk (militare e politico turco, 1881-1938, ndr), il fatto di avere compiuto all’improvviso, ma poi mantenendola fino alla fine, e per questo è stato eliminato di fatto, la scelta del campo occidentale, israeliano, il campo diciamo ‘nostro’ dell’esilio come unica alternativa alla guerra irachena”. La continuità di Mubarak con Sadat

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Io ho sempre ritenuto che Mubarak era, anche lui, un dittatore sostanzialmente. Ma, come ho avuto occasione di dire, i dittatori compiono scelte diverse. Il dittatore Franco era falangista, fascista, d’accordo, ma non seguì l’Italia fascista e la Germania nazista”. “La Spagna si è salvata perché il suo dittatore non ha seguito Mussolini e Hitler nella parte di guerra”. Il parallelo con Mubarak e il ruolo dell’Egitto anche sulla moratoria delle mutilazioni genitali femminili. “Ci sono delle analogie con Atatürk (militare e politico turco, 1881-1938, ndr), il fatto di avere compiuto all’improvviso, ma poi mantenendola fino alla fine, e per questo è stato eliminato di fatto, la scelta del campo occidentale, israeliano, il campo diciamo ‘nostro’ dell’esilio come unica alternativa alla guerra irachena”. “L’Egitto è stato uno di quelli che ha resistito di più anche alla indicazione anti-Corte penale internazionale, in cui addirittura i nostri amici americani erano su posizioni opposte alle nostre”. Le complessità di “un dittatore che non sceglie il campo dei dittatori, come hanno fatto molti militari”. Risultato: “Ora i genitori dei giovanissimi, cioè quelli di 35-40 anni, hanno una maggiore conoscenza della realtà democratica occidentale”. La continuità di Mubarak con Sadat: “Sadat l’hanno ammazzato, ma nonostante questo monito, perché per Mubarak poteva essere un monito, nella durata Mubarak ha portato a compimento duro e difficile, nelle questione del Medioriente, una funzione che nemmeno i turchi – che potevano farlo – hanno continuato a reggere. Adesso Erdogan comincia a essere anti-israeliano in modo meschino”
    18:26 Durata: 14 min 25 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Spero di convincere Berlusconi, poi non ci riesco perché so che è preso da altri cavoli. Ma so che è una posizione motivata in modo non pretestuoso, che venga vissuta non con ‘è il solito Pannella’. Il problema è: cosa viene dopo? Il problema è che rispetto alla dirigenza del Pd, abbiamo il sindaco di Salerno che non è personaggio insipido o strano, appartiene a quel mondo, però ha avuto sempre il coraggio di affermare una politica, e difficilmente nel tuo ‘speciale Giustizia’ potrai ritrovare De Luca, mentre potrai trovare Cosentino o Bassolino”. Il fronte campano e la figura di Biagio De Giovanni. “Ho rifatto il mio passo politico del quale rispondo. Io posso essere disposto, se questo non viene a priori accolto, cioè respinto, visto che con Occhetto in fondo l’idea di un Partito democratico nuovo da creare era nata anche in dialogo con lui, iscrivermi al Pd e candidarmi alla segreteria”. I Radicali e il sostegno alla vittoria della coalizione di centro-sinistra nel 2006. I rapporti tra Radicali e Berlusconi dal 1994 e 1996. “Lui volle autonomamente” interloquire con i Radicali, “mentre il Pci era mobilitato per oppormi il giovane Missoni a me che mi candidavo contro Fini, consentendo a Fini di essere eletto”. Nel 1996, “con noi che avevamo presentato ovunque le nostre liste Club Pannella-Riformatori, ci chiese all’ulti momento: per esempio ottimo ministro degli Esteri del futuro governo potrà essere Marco Pannella. Poi disse: quali sono i dieci collegi nei quali si candidano i vostri compagni più qualificati? E senza nessun corrispettivo, perché noi mantenemmo ovunque le nostre liste. Ma entrarono in Parlamento grazie a quello, anche Emma Bonino”. Il “no, no, no” di Epifani all’amnistia. I rapporti tra Radicali e sinistra
    18:41 Durata: 17 min 5 sec