La riconversione della produzione nelle fabbriche di armi

Buongiorno
Sono sue tendenze del gruppo riferiti ad alcuni deputati grazie intanto tutti
Deve il partecipato abbiamo voluto organizzare questo forum alle dodici da guerra e ringraziamo per la collaborazione di assoluzione per la pace e l'edizione associate elezioni cultura della pace
Per andare in qualche modo alle radici
Della guerra di questa guerra
Ma nonché delle altre guerre che si stanno preparando il senso di quest'incontro è da una parte fornire i dati più aggiornati e quindi la fotografia più aggiornata del comparto bellico di produzione bellica nel nostro paese e quindi in occasione della pubblicazioni di due libri
L'industria militare in Italia ascesa e declino tra produzione di armamenti
Di Mario piante Giulio per anni e la riconversione dell'industria militare le strategie per disarmare l'economia di piante Castagnola
Che troverete in fondo fare il punto da una parte sulla fotografia di cosa viene prodotto esportato il nostro Paese e dall'altra
Delle possibilità della riconversione del comparto bellico in produzioni socialmente utili
Ci sono dati anche sue esperienze fatte in altri paesi le cartelline che sono a disposizione contengono inoltre una serie di documenti che noi vogliamo
Presentare sono documenti in parte inediti per il nostro Paese vi segnalo la dichiarazione delle sindacato dei metalmeccanici tedeschi Delli che metta al che una dichiarazione secondo noi molto bella perché dalla consapevolezza del sindacato tedesco
Di che le guerre non scoppiano per caso
Per citare il presidente Andreotti
Quando le armi vengono prodotte non possono poi essere vendute al Vaticano
Noi speriamo che il sindacato italiano
Voglia prendere posizione in modo deciso
Come hanno fatto i colleghi loro tedeschi ringraziamo i rappresentanti del sindacato che sono presenti stamattina e e che ascolteremo poi con grande interesse il secondo documento direi di grande interesse è il rapporto della Commissione esteri del Senato americano aggiornato al trenta gennaio
Scorso quindi e dieci in una decina di giorni fa
Sulle aziende che hanno esportato armi all'Iraq
Noterete che vengono indicate tre aziende in più rispetto al rapporto del Centro Wiesenthal di Los Angeles che abbiamo reso noto un paio di settimane fa
Io voglio chiudere subito lasciando poi la parola alle prime relazioni che saranno diciamo tecniche tra virgolette in attesa che poi arrivino i colleghi politici il l'ex ministro Fracanzani e colleghi Alberini Estrada che hanno fra impegnati adesso in votazioni quindi abbiamo concordato che vengano diciamo un po'più tardi quando sono previsti anche nel programma
Chiudo dicendo che ne siamo impegnati in questi giorni alla Camera e anche su questo chiediamo alle forze e sociali dell'associazionismo e del sindacato rappresentati qui oggi un appoggio perché la legge sul di regolamentazione del commercio delle armi approvato dal Parlamento l'anno scorso dopo quattro legislature
Di lavoro
Venga effettivamente attuate senza questo strumento legislativo sarà impossibile frenare frenare le esportazioni illegali prima di tutto che l'Italia ma ha portato avanti in questi anni
Ieri abbiamo avuto due ministri che ci hanno relazionato oggi avremo il ministro i rappresentanti del ministero degli Esteri dalla Presidenza del Consiglio c'è bisogno di tutti perché questa legge La Repubblica venga effettivamente attuate
E perché vorrei aggiungere e nel formalizzeremo questa richiesta in Parlamento l'Italia prendo iniziative in sede comunitaria in sede ONU
Per una regolamentazione più precisa
Di produzione e commercio degli armamenti
Sarebbe velleitario chiedere che un solo Paese limiti la produzione e e o l'esportazione c'è bisogno di un'azione internazionale il senso del Forum di oggi e di dare un contributo anche a
Una politica che vada in questa direzione io do adesso la parola Giulio per anni dell'Archivio disarmo
Prego
I relatori di contenere gli interventi entro il quarto d'ora in modo da poter poi facilitare sia domande il dibattito e in modo possiamo per rispettare i tempi che ci siamo dati quindi Giulio Perani che presenta una relazione le sintesi le trovate e nelle cartelline
Sulle imprese italiane di fronte alla crisi della produzione militare Giulio tramite l'Archivio disarmo crack
No grazie
Dunque data dato il tempo limitato almeno Sperto soltanto di offrire una serie di informazioni fondamentali su quelle che sono le tendenze attuali tempi sto militare in Italia e fornire magari anche qualche spunto di dibattito su a proposito delle strategie delle imprese militari italiani in questo in questo particolare momento dall'otto quindi per scontate tutta se le informazioni che sono già nel nel libro che abbiamo pubblicato in seconda che ho pianto scrisse militare italiano in particolare tutti quei dati analitici sulle varie imprese militari
Dirò semplicemente che noi abbiamo utilizzato la metodologia di analizzare cinquanta impresa che secondo noi dopo una fase di Censimento delle produzioni militari in Italia rappresentava un po'le imprese più significative
Sia dal punto di vista la dimensione sia dal punto di vista delle produzioni militari e analizzando questa impresa mi ha cercato un po'di evidenziare le strategie a livello di impresa è a livello di gruppo
Dal punto di vista però di uno degli indicatori fondamentali sempre che che ritornano in tutte le analisi dell'industria militare italiana cioè quello sulla dimensione complessiva la soluzione militare in Italia i risultati della ricerca
Fannulloni evidenziato il dato particolarmente interessante anche se non se originalissimo nel senso che la dimensione dell'impresa militare italiana come l'abbiamo stimato a noi corrisponde grosso modo diciamo circa ottanta mila addetti non più di dieci mila miliardi il fatturato complessivo le industrie di questo settore industriale corrisponde grosso modo allestimento ormai da dieci anni vengono fatte sulla dimensione d'imprese militari italiani
La situazione complessivamente quindi più che di stabilità dovrebbe essere di per protesta mia azione in un periodo nel quale diciamo così l'industria militare in altri paesi ha avuto dei momenti di crisi muto anche di momenti di grande crescita
Questa stagnazione possiamo dire che si sta trasformando in una vera e propria crisi
A seguito di due fenomeni che più o meno tutti quelli e so con il settore conoscono cioè la caduta delle esportazioni di armi in particolare i Paesi del Terzo Mondo che ha colpito fortemente l'ingresso mi pare italiana per lo meno negli ultimi cinque anni
E la tendenza presente anche se non in maniera così evidente negli ultimi due bilance da difesa a una riduzione delle spese per armamenti interni
Queste due naturalmente queste due tendenze questa riduzione complessiva della domanda va a colpire in misura diversa le imprese militari a seconda delle diverse tipologie
Questa è un'altra costante delle scelte su industria militare italiana nel mettere in evidenza cioè che si son diverse tipologie d'impresa a volte molto lontane le une dalle altre
Sostanzialmente diciamo che possiamo individuare le differenze di dimensione difendersi impresa o riguardo l'appartenenza o meno più più grandi gruppi industriali finanziari
Alla presenza in determinati settori
Settori più o meno maturi tecnologicamente oppure settori legati a tecnologie avanzate
E differenze riguardo la posizione di mercato se si tratta di imprese leader sul mercato italiano imprese leader sul mercato europeo oppure in prese tempo
Nei diversi mercati occupano semplicemente delle nicchie e sopravvivono in queste in questi spazi
Un ultimo indicatore che differenzia d'imprese militari e fondamentalmente quello della dipendenza dal mercato militare
Questo è particolarmente importante in una situazione italiana dove molte imprese non non producono solamente prodotti militari ma all'interno di realtà in cui sempre se la produzione civile e spesse volte strettamente legata alla soluzione militare
L'indicatore della dipendenza dal mercato militare di un'impresa non è non deve essere semplicemente quantitativo ma deve unire degli elementi quantitativi per esempio in termini di percentuale del fatturato
I prodotti militari rispetto alla soluzione totale ed elementi qualitativi riguardo a quella che diciamo la tecnologia di base dell'impresa
E se questa dei concetti base dipende dal militare prevalentemente o dal civile
Analizzandone diversi casi si all'interno dell'impresa sia tondi trasferimenti tecnologici dal militare al civile o viceversa
Tale diversa situazione dell'impresa rispetto a questi indicatori dimensione settore posizione di mercato dipendenza dal militare
Di fronte alla crisi evidentemente le imprese rispondono con strategie diverse
Diciamo che le strategie a livello di impresa vanno diventano sempre meno importanti
Questo perché è sempre più difficile in un mercato che si va restringendo lasciare spazio alle produzioni di una singola impresa slegata da
La capacità finanziarie la capacità anche di penetrazione commerciale in più ampio gruppo industriale
In questo senso dobbiamo rilevare negli ultimi anni in Italia una crisi diffusa quello che nel settore della componentistica militare evidenti soprattutto in quella non particolarmente specializzata che ha visto la scomparsa o il ridimensionamento di moltissime piccole e medie imprese che
Erano legate come sub contraenti ai grandi produttori militare
Ma la crisi quando ha cominciato a colpire ha cominciato a colpire soprattutto quelle imprese che erano isolate in un contesto industriale più vasto
Un tipico caso è quello delle Macchi che ha
Importanti rapporti industriali con tutto il settore aeronautico italiano ma che sostanzialmente non è inserita in un grande gruppo come può essere gli regola figlio
Ancora più significativo alla situazione di più piccoli gruppi più piccoli
Gruppi di imprese nel settore aeronautico non può essere il gruppo Nardi un gruppo Magna anch'io lo sono quelli che forse hanno sofferto le maggiori difficoltà in questo periodo
Un
De di qui vediamo come la differenza ci son già riferito sostanziale di strategia venne in presenza di di invece nei grandi gruppi industriali sostanzialmente i grandi gruppi industriali sappiamo che nel settore militare sono la FIAT liriche lei firma
Lì ieri nel mirino sono concentrate le principali produzioni militari italiana che attualmente interessano prevalentemente due finanziarie la Finmeccanica e la Fincantieri
Il caso della Fincantieri è abbastanza noto rappresenta un grosso problema a prescindere dalle produzioni militari un'impresa che ha sofferto gravi momenti di crisi
Sia nel mercato civile che nel mercato militare e il cui le cui prospettive future sono fortemente condizionate dalla vicenda proprio della commessa delle navi era Kennedy
Che a rappresenta dal presentato rappresenta ormai da anni un peso non indifferente sul bilancio della Fincantieri ma che ha anche chiuso diciamo così dal punto di vista commerciale realisticamente qualsiasi possibilità
J nuove esportazioni di armi all'estero in particolare appesi nel Terzo Mondo
Diversa e la situazione della Finmeccanica
Perché la Finmeccanica attualmente sta tentando di costruire un vero e proprio polo che raggruppi le principali produzioni militari in Italia è aggiunto
Scusare giunta questo risultato dopo un'intensa campagna di acquisizioni di sia di pacchetti di controllo di diverse imprese impegnate nel settore militare sia anche di partecipazioni di minoranza
A in questo momento con la riorganizzazione all'interno con la funzione all'interno di Finmeccanica delle due principali realtà produttiva nel settore militare AirItaly Selenia
La situazione di questa finanziaria degli rispetta i mercati militare quello che la presenza di un grosso nucleo centrale
Specializzato nell'aria un antico e nell'elettronica per la difesa al quale poi sono legato una serie di attività minori collegate però sempre a questi settori centrali
In questa operazione ne possiamo individuare quelli che sono le due strategie principali dei grandi gruppi industriali nel settore divisi in Italia in questo momento ristrutturazione razionalizzazione da una parte diversificazione dall'altro
Teniamo conto che sono le strategie che non sono alternative tra loro ma spesso il il tentativo di razionalizzare le produzioni militari allegato anche al tentativo di diversificare il più possibile di limitare quindi la dipendenza dei mercati mi dica
All'interno di Finmeccanica in particolare di Alenia
Questi questi due film in queste due strategie vengono perseguite attraverso la accorpamento per divisioni o possiamo dire aree di business dell'imperiese che sono controllate da Alenia contro Finmeccanica così da evitare una serie di sovrapposizioni per esempio nel settore spaziale
E dall'altra parte nello scorporare talune produzioni civili che venivano in qualche modo penalizzate dal la vicinanza in un certo senso
Con produzioni militari all'interno della stessa impresa un caso abbastanza evidente nel caso più chiaro all'interno dell'ENI è quello della Elsag
Che nella quale esistevano produzioni civile produzioni militari tra l'altro le produzioni civili piuttosto dinamiche le produzioni civili dell'ERSA che sono state escluse
Da da Alenia mente posizioni militari sono state accorpate in altre produzioni del l'ex raggruppamento Selenia Enza che nel campo dell'elettronica militare soprattutto
Per la difesa
Diciamo per i sistemi navali
Di terza
è invece la strategia dell'esilio c'è la finanziaria il gruppo industriale italiano abbia maggiori problemi sul militare in quanto all'interno dell'Efim
Viene un'altra finanziaria la FIN Breda
Nella quale vi sono sia delle produzioni diciamo così di elettroniche per la difesa bisogno e anche delle produzioni meccaniche in particolare legate alla Oto Melara della Breda Meccanica Bresciana
Il problema principale dell'Efim in questo momento è di trovare delle prospettive di riorganizzazione che possono lasciare abbastanza che possono dare ossigeno non soltanto le produzioni elettroniche
In particolare concentrate nelle imprese Galileo e SMA che sono imprese
Scanu sostanzialmente un loro mercato Camusso trattenute delle tecnologie valide in campo militare ma anche in campo ma anche in campo civile e che non avrebbero difficoltà a essere integrata all'interno già altri gruppi per esempio la stessa Finmeccanica che sembra abbia fatto delle delle proposte di accorpamento di questa produzione il problema grosso in particolare la Finanziaria Brad appunto quello di queste imprese legate a tecnologie al mature oppure legati a produzioni per le quali il mercato più chiodi come quelle di corazzati artiglierie per il quale il mercato si va certamente restringendo soprattutto per quello che riguarda la domanda estera
All'interno della sempre da c'è comunque ritroviamo una strategia se non di razionalizzazione che risulta abbastanza difficile in questa fase perlomeno di diversificazione nel senso che il ne alcune limitate peraltro produzioni civili che esistevano all'interno di febbre da sono state scorporate presente dalla Oto Melara creando da otto sistemi civili una piccola impresa che presto che agisce sul mercato i civili
E che tendenzialmente la grandezza mentre si appunto cercato di libiche si accettò di liberare dal peso che in questo momento diventa un peso delle produzioni militari dell'otto mila della Breda
All'interno dell'Efim c'è anche il gruppo Agusta che è in questo momento ha completato una lunga fase invece di razionalizzazione e ristrutturazione agendo anche in questo senso il cercando di eliminare le duplicazioni e sovrapposizioni e ristrutturando le proprie attività
Ritroviamo quindi le stesse strategie però in questo caso non più unite all'interno di uno stesso gruppo ma legate per quello che riguarda la FIN Breda dei tentativi dei primi tentativi di diversificazione per quello riguardi UPA busta a un tentativo di ristrutturazione e razionalizzazione
Con per la verità l'intenzione di essere più presente sui mercati civili ma senza nessun passo concreto per separare le produzioni militari da quelle civili e restando con un forte peso di produzione militare
Infine l'ultimo caso è quello della FIAT all'interno della FIAT anche c'è stato un processo di ristrutturazione
Negli anni passati
La FIAT la sto leggendo la FIAT era stata quello in un certo senso diciamo sì di confondere le produzioni militari all'interno dei diversi gruppi civili grafia quindi talune produzioni chimiche nella SNIA BPD talune produzioni di sistemi d'arma all'interno del gruppo
Con della componentistica FIAT cioè Girardi
E inoltre le tradizionali produzioni militari in FIAT aviazione e nel settore dei veicoli commerciali degli lecco
In questo momento lasciando l'Iveco con le proprie dinamiche la FIAT Aviazione anche lì attività più strettamente legato alla produzione di sistemi interni sì
Concludo dei sistemi d'arma di giardini e SNIA stanno venendo raggruppate in un'unica società qui c'è una tendenza la ristrutturazione non c'è nessuna tendenza alla diversificazione
In Congresso concludendo vorrei chiudere un po'questo discorso confrontando queste diverse queste diverse strategie e soprattutto evidenziando gli elementi con i quali queste strategie ed è un po'a fare i conti
Logicamente le strategie di ristrutturazione e ridimensionamento
Delimitazione alle sovrapposizioni nelle produzioni militari devono fare i conti con quei dati che secondo me sono scontati e sono difficilmente modificabili
Sia nel breve che nel medio periodo la riduzione del mercato internazionale delle armi e anche la riduzione del mercato interno
Quindi questa razionalizzazione del settore questa eliminazione della s'del sovradimensionamento del settore sarà sempre più stringente e dovrà portare a delle scelte sempre più decise portando alle estreme conseguenze per le strategie di impresa o di gruppo
Dall'altra parte quella della diversificazione bisogna considerare su quali mercati hanno puntato l'impresa i gruppi che stanno tentando nel settore militare una diversificazione
Questi mercati civili sono molteplici vanno dalla Protezione civile allo spazio al settore biomedicale eccetera sono però per la maggior parte quasi esclusivamente mercati caratterizzati da una domanda pubblica preponderante
La situazione attuale è già che la domanda e l'offerta su questi mercati eccelle già di molto la domanda una domanda che sembra domanda pubblica soggetta a le limitazioni di bilancio come peraltro la domanda militare e che quindi non possiamo non considerare elastica perlomeno nel breve periodo anche qui bisogna portare alle estreme conseguenze queste politiche di diversificazione nel momento in cui non si trova spazio su questi mercati che sì supporre ebbero protetti ancora una volta e in modo simile mercati militari bisogna portare avanti l'operazione di ristrutturazione di all'interno dell'impresa che gli consente di essere presente non solo sui mercati civili protetti ma anche sui mercati civili concorrenziali
Grazie
Grazie Fabio lasciavano adesso la parola Gianluca del voto del CESPI centro di studi politica internazionale la sua relazione sarà sul le vendite Jan italiani all'Iraq le esportazioni le chiedo le esportazioni ecco citato all'inizio il rapporto che lo sentiamo oggi deglutire in esclusiva aggiornato al trenta gennaio del Senato
Degli Stati Uniti d'America credo che la relazione Gianluca sarà interessante anche alla luce di questi dati tre
Sì prima di parlare delle vendite
Dell'Italia all'Iraq
Vorrei dire che l'Italia in genere non ha mai avuto un un bel record in fatto di esportazioni darmi nel senso che ha violato in vari casi certe norme che di solito si considerano acquisita in campo internazionale
Per esempio sul piano empirico bisogna ricordare che l'Italia per più di vent'anni
A violato i ripetuti embarghi dell'ONU
Per le forniture di armi al Sudafrica e in particolare di aerei MB trecentoventisei costruiti su licenza dal Sudafrica questi aerei della macchina beninteso sono degli a dei degli aerei da addestramento armati
A questo proposito va anche detto che l'Italia a un certo momento ha aderito all'embargo dell'ONU embargo che tra l'altro è diventato obbligatorio dal mille novecentosettantasette
Ma dalle per esempio dalle statistiche dell'Istat risulta che ancora nel mille novecentottantasei l'Italia esportato per sei miliardi e mezzo
Di componenti aeronautiche e queste componenti aeronautica non possono che essere perlomeno in gran parte componenti Aeronautiche militari in particolare credo parti di motori per
Probabilmente la la la manutenzione il ricambio di questa flotta aerea del Sudafrica
Su questo nel mille novecentottantasei ma attualmente se si andassero a ricercare le statistiche istiga Istat del anche nel dell'ottantasette ottantotto si troverebbe lo stesso lo stesso risultato
Su un altro piano va detto che l'Italia ha anche lì un
Ha sempre fornito arnia paesi in guerra
Ma cominciato negli anni verso la metà degli anni Cinquanta fornendo centoventi elicotteri alla Francia durante la guerra d'Algeria
Ha continuato negli anni Sessanta fornendo alcuni aerei G novantuno da combattimento al Portogallo quando mentre che veniva un po'e usati nell'Angola
Più tardi a Formia ha fornito più di cento pezzi fusoliere di elicotteri agli Stati Uniti durante la guerra nel Vietnam
Verso gli anni Settanta ha fornito una ventina di elicotteri al all'Oman che li ha usati nel indossa EIRE quando c'era una una guerriglia interna ancora più tardi ha venduto elicotteri
Mine
Mine tra l'altro lancia Abbili dagli elicotteri al Marocco contro il Fronte Polisario
Il caso naturalmente più clamoroso è quello del coinvolgimento italiano nella guerra i Ranieri Hack
Ecco a questo proposito si può dire che sicuramente l'Italia ha venduto all'Iraq una quindicina di elicotteri pesanti nel mille novecentottantuno che però bisogna dire erano diciamo il la fine di una commessa
Dei tempi dello Scià
Ha venduto per lo meno fino al mille novecentottantatré ottantaquattro componenti e parti di ricambio di sempre di questi elicotteri ha venduto un quarantacinque batterie antiaerei della della evitarli con italiana con ENI relativi sistemi di comando e controllo
E ha venduto di proiettili munizioni all'Iran
Col dire che le le commesse sono state ancora più numerose c'è il caso delle navi queste quattro fregate sei corvette un rifornitore di squadra
Che era un grosso affare bisogna dire questa fare poi non è non è andato in porto perché è stato concluso nel mille novecentottanta le navi sono state pronte verso il mille novecentottantaquattro ottantacinque però a quel punto non sono state
Consegnate all'Iraq e e tuttora sono alla Spezia dopo essere state pagata metà quindici tra l'altro ci sarà una una grossa controversie con l'Iraq su questi pagamenti perché da una parte lira che a questo punto è creditore dell'Italia sul per queste navi però è debitore per altri versi così comunque invece tra le cose consegnate sicuramente durante durante la guerra all'Iraq ci sono sei ricotta di pesanti as a essere sessantuno che però credo che sia avvenuto abbia avuto soprattutto una funzione di di trasporto di personalità del cosiddetto costretto funzione vip due elicotteri leggeri a centonove un centinaio di obici leggeri da centocinque cattolici dell'Oto Melara
Grandi quantità di proiettili munizioni
E numerosissime mine anticarro e antiuomo qui si parla di lettura di milioni il famoso a fare la la Valsella ed era queste mine che su cui poi durante la guerra sono morti credo migliaia di di di gli attaccanti di giovani attaccanti dell'Iran sul sul primo rigo su questi campi miniere del posti dall'Iraq e adesso tuttora queste mine ci sono sarà uno dei problemi da superare per
Per la coalizione anti irachena in in questa guerra
Sul piano diciamo delle vendite non convenzionali anche l'Italia qualcosa ha fatto bisogna ricordare che nel mille novecentottanta
Ha venduto cinque laboratori di ricerca
Per la tecnologia nucleare e in particolare per fare degli esperimenti di separazione chimica del del plutonio por mente questi laboratori sono stati poi distrutti nel nell'incursione israeliana del mille novecentottantuno
Aggiungerei che
Almeno secondo le voci secondo questi rapporti la Montedison ha fornito quantitativi di materiale di base per la costruzione di armi chimiche
Che una società retta peraltro donerà Canon ma in Italia l'euro Mark ha fornito ho cercato di fornire dei detonatori per armi nucleari
Che l'IVA ha fornito delle parti del famoso super cannone lo scandalo che è venuto fuori adesso in
Circa
Tra la primavera e l'estate scorsa e infine che la Banca Nazionale del lavoro negli Stati Uniti va be insomma ha trovato il modo di finanziare tutta una serie di acquisti dell'Iraq con evidentemente connivenze
Americana
Sul piano delle cifre dai dati dell'acta
Che la fonte più autorevole fonte americana dottore io insieme al Sipri su sulle vendite d'armi risulta che nel quinquennio ottantaquattro ottantotto l'Iraq è stato il terzo importatore di armi italiane contro i centosettanta milioni di dollari
L'undici virgola tre per cento delle esportazioni di armi italiane
E l'Iran il quinto con duecento milioni di dollari col sei virgola uno per cento
Sul piano però diciamo delle importazioni dell'Iraq queste cifre sono basse cioè siamo circa sul sull'uno per cento anche dopo poco più dell'uno per cento delle importazioni totali dell'Iraq naturalmente l'affare sarebbe stato più molto più grosso si arriverebbe al tre quattro per cento se fosse andato in porto la le esportazioni di navi che quella era cominciava escono a fare da in partenza di mille cinquecento miliardi adesso probabilmente è arrivato due tre mila miliardi
In generale direi che però l'atteggiamento dell'Italia in questo caso
Nella fornitura di armi al all'Iran all'Iraq durante la guerra e così si è adeguato al tasso medio di irresponsabilità internazionale nel senso che ci sono grosse colpe da parte di di tutti basta pensare prime tutta l'Unione Sovietica non dimentichiamoci che Saddam Hussein è sempre stato fin dall'inizio un
Uno che apparteneva al campo sovietico comunque l'Unione Sovietica negli anni settanta ha fornito il novanta per cento degli armamenti a Saddam Hussein e anche dopo negli anni ottanta ha fornito all'Iraq circa il cinquanta per cento dei suoi armamenti
Ricordiamo le responsabilità della Francia la cui quota di armamenti di Saddam Hussein dell'ordine del del quindici per cento
Ricordiamo soprattutto dire le responsabilità della Germania che aiutato gli iracheni in maniera probabilmente abbastanza decisiva e fondamentale sia in campo chimico che in campo nucleare
E ricordiamo attualmente anche le responsabilità per lo meno dall'ottanta in poi degli Stati Uniti che pur non avendo fornito armi all'Iraq perché non ci sono armi americane
Nell'Iraq durante la guerra con l'Iraq l'Iran gli ha dato tutto il possibile appoggio sia sul piano finanziario che politico che diplomatico ricorda e soprattutto l'episodio di due anni fa dopo tre anni fa quando un missile iracheno ha colpito una fregata americana e questo è stato un pretesto per gli americani per più o meno
Portare tutta la flotta tutto da una parte della loro flotta nel Golfo che in un certo senso con intenti punitivi nei confronti invece del dell'Iraq
Penso penso anche a responsabilità di Paesi come la Cina il Brasile che durante la guerra nel tra Iran e Iraq hanno esportato
Circa insomma circa cinquanta per cento dei loro esportazioni sono finite proprio questi due Paesi quindi hanno fatto grossi affari anche loro in maniera direi fondamentalmente irresponsabile
In generale che cosa si può dire di turno quale conclusione si può trarre da tutto questo
Per il futuro B e insomma il futuro del del possibile riarmo viceversa di riforme di ditte milite l'adozione secondo me dipendono molto da quello che sarà adesso il il dopoguerra nel Medioriente dopo questa finita questa
La guerra attuale
Cioè quali saranno gli sviluppi del Medioriente dopo questa guerra
Io credo che si possano immaginare due scenari estremi con delle varianti intermedie
Il primo è quello di una conflittualità incontrollate crescente in quell'area con diffusione meno specifici fenomeni di potenziamento militare in due campi contrapposti quindi un campo diciamo filoccidentale appoggiato soprattutto gli Stati Uniti è un campo antioccidentale
In questo caso ci sarà un ci saranno forti fenomeni di riarmo perlomeno in quella il secondo ed è naturalmente migliore e quello che la ricerca di accordi per la risoluzione dei principali nodi politici premente non immediatamente ma dopo un po'di tempo e qui naturalmente penso la questione palestinese penso a una forma di pace tra
Arabi israeliani penso alla questione libanese e io penso che ci mette dentro anche la questione curda
Quindi forme di accordi che servano per garantire la sicurezza di tutti gli stati con progressivi controlli degli armamenti disarmo
A questo punto io credo che l'obiettivo o l'obiettivo di fondo dal punto di vista controlli e mente del disarmo in quella zona sia quello di arrivare a un bando delle armi di distruzione di massa in particolare delle armi chimiche anche evidentemente delle delle armi nucleari e anche a un bando del di tutti i missili terra-terra che non siano quelli anticarro
Per far questo evidentemente bisogna agire sia sul lato della domanda che sul lato dell'offerta sulla tutela domanda beh bisogna in un certo senso convincere questi
Questi Paesi che si possono raggiungere accordi di sicurezza garantita per tutti accordi anche garantiti dall'esterno
Io aggiungerei che si può anche pensare a forme di incentivi per cui si
Insomma gli stati ricchi possano dare più aiuti anche per la ricostruzione ai Paesi che tengano
Basso l'la spesa la spesa militare
Beh sul Piano dell'Offerta comunque io credo che i Paesi industrializzati dovranno sia rafforzare l'accordo dotato sette sul controllo delle
Tecnologie missilistiche sia pensare ad accordi per la limitazione in senso molto stringente
Delle vendite d'armi questo se si vuole cercare di appunto di
Vi raggiunge una situazione di sicurezza nella zona che sia abbastanza abbastanza stabile
Da questo punto di vista però io devo dire che questa visione diciamo questa seconda ipotesi di di sviluppo in qualche modo pacifico e più stabile
Per questo è necessario che non si ritorni a forma di guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica questo mi pare che sia una condizione necessaria purtroppo proprio in questi giorni
Si possono cominciare ad avere dei dubbi su questo cioè si possono pensare anche i peggiori scenari di ritorno alla guerra fredda
Per quel che riguarda l'Italia in questo quadro le vendite d'armi d'Italia da ricordare che l'Italia ha avuto un boom delle vendite d'armi nel nei primi anni ottanta
Ricordare anche che le vendite Italia sono al novanta per cento dei Paesi del Terzo Mondo son sempre stati
Dopo gli anni dopo ottantatré ottantaquattro è stato un proprio crollo come si vede qui da una tabella dell'arte
Ci sono anche altre cifre del sì più quelle di fonte italiana che sono diverse ma comunque quello che è diverso sono le cifre assolute ma il trend è chiarissimo
Diciamo nel mille novecentottantotto ottantanove in ogni caso le esportazioni darmi sopra italiane sono state circa un terzo un quarto di quelle che erano cinque anni prima e quindi questo fa io credo che sia in realtà un segno di un declino permanente
Nel futuro non si vede come Italia posso di nuovo in qualsiasi caso aumentare di molto le proprie esportazioni belli
Non nel mondo industrializzato perché i suoi prodotti non sono sufficientemente competitivi
Anche se un pochino in Europa sono aumentate le esportazioni
Non è l'area del Golfo Persico del Medioriente perché anche nell'ipotesi peggiore quella di un forte riarmo la situazione sarà troppo polarizzate politicizzata per un Paese debole come l'Italia se gli Stati Uniti a vendere se alla Francia fra Unione Sovietica ma non certo dita
Non resto terzo mondo per la persistente per debolezza della domanda cioè presso il terzo mondo fortemente indebitato in questo momento
Io credo anche in futuro a domanda di armi sarà comunque molto debole
Ecco dove l'Italia potrà invece ancora io qui son più pessimista di di Giulio Perani
Diciamo incrementare di nuovo la propria le proprie forniture militari e sul piano interno cioè se sia vera l'ipotesi peggiore quella di un ritorno alla guerra fredda tra Stati Uniti Unione Sovietica ed è ci sarà un riarmo anche di nuovo se non altro però sostituire gli armamenti vecchi in tutti i paesi europei e allora a questo punto le commesse interne ricominceranno attirare e ad essere sostenuto però in qualsiasi altro caso io direi che l'industria bellica italiana è destinata l'importo fisiologicamente a contrarsi
Grazie
Ma rimpianta
Uno degli autori del libro che rappresentato oggi in anteprima Cnr
No no scusa all'economista diverse esperienze settore anche sul versante del conversione industria militare italiana tra riarmo riconversione
Grazie no
Se uno sta a sentire poi le dichiarazioni di ministri industriali milita e dei vertici militari l'industria militare rappresenta una parte importante del patrimonio per la la difesa della sicurezza nazionale
Mi sembra che le relazioni precedenti hanno illustrato in modo molto preciso come in realtà l'industria militare italiana sia stata un elemento di fondamentale insicurezza sul piano internazionale proprio perché come è stato documentato tunisini studi internazionali
Specialmente per i paesi di piccole dimensioni le le pressioni una volta che viene costruito l'industria militare nazionale le pressioni per esportare armamenti in modo da raggiungere quantità volumi di produzione adeguati are per ridurre i costi unitari dei sistemi d'arma prodotti e un processo estremamente diffuso e che alimentato la corsa al riarmo nei Paesi del Terzo mondo e la proliferazione dell'esportazione di armamenti
Bisogna dire che come ha già ricordato Giulio per anni l'Italia ha contribuito notevolmente a questa aumento dell'instabilità e dell'insicurezza internazionale con le sue esportazioni di armi
Partendo però da una dimensione aggregata estremamente piccola cioè industria militare italiana pur essendo perché sostanzialmente piccola molto più piccole dei pezzi di quelle di altri Paesi occidentali ed europee in particolare è riuscita a fare tutti questi danni queste violazioni di del diritto internazionale elencati da devoto prima
Appunto movente partendo da una struttura estremamente ridotta le cinquanta maggiori imprese che abbiamo analizzato nel nostro libro
Sull'industria ministeri in Italia complessivamente per quanto riguarda la loro traduzione militare rappresentano appena l'uno virgola tre per cento del totale della produzione manifatturiera italiana sia in termini di occupati sia in termini di valore aggiunto
Quindi la parte di laboratori tecnici ingegneri impianti industriali dedicata alla frazione di armamenti sull'intero sistema industria italiana è estremamente limitata stiamo parlando di come è stato documentato
Nel libro per queste cinquanta maggiori imprese
Di una stima di circa cinquantacinque mila persone che producono armamenti e un fatturato militare stimato in otto mila trecento miliardi di lire un valore aggiunto di circa tre mila duecento miliardi scuti tattica relativi all'ottantotto
Come vedete si tratta di missioni estremamente limitate in termini quando le confrontiamo alla situazione complessiva della della struttura industriale italiana i nostri indicatori tratti dai dati di bilancio del
Indicatori come profitti indebitamento e così via
E sempre raccolti nel libro sull'industria militare in Italia
Dimostrano che quelli queste cinquanta imprese hanno avuto una prestazione meno soddisfacente del dell'Iran della media dell'industria manifatturiera italiana sono cresciute nel Periodo ottantatré ottantotto
Assai più lentamente del totale dell'industria manifatturiera italiana e la riduzione aumento della produttività è stato quattro volte inferiore che no nella media complessiva dell'industria manifatturiera italiana
Questo è stato anche legato al fatto che le l'occupazione industriale e ridotte è stata ridotta di meno o in alcuni casi addirittura uno intatta in genere quello che succede vengono licenziati operai che vengono assunti in misura estremamente rapida tecnici e impiegati in quest'impresa e molto e soprattutto la per la forte presenza di imprese pubbliche zero documentato dal per anni nel settore imprese che hanno ho goduto di protezioni assistenziali e di commesse pubbliche protette sul piano internazionale
E quindi con una serie di profitti garantito comunque con la copertura di perdite
Ma ha permesso a queste imprese di ridurre l'occupazione in misura molto inferiore a quello che è successo nel l'insieme dell'industria manifatturiera italiana quindi come come vedete stiamo parlando di una parte molto piccola sostanze mente privilegiata tra virgolette della produzione
Industriale italiana e che che se comportata sul piano degli indicatori economici nel molto peggio della media delle imprese italiane
La la crisi delle esportazioni radicale tutte le imprese italiane negli ultimi quattro cinque anni che è stata già documentata del volto per quanto riguarda l'aumento della spesa pubblica del del ministro della Difesa italiano
Che ha compensato la forte caduta delle esportazioni ricordo soltanto un paio di dati in questo Bilancio praticamente raddoppiato se ne prendiamo tutte le voci del legati alla spesa per armamenti del bilancio del Ministro della Difesa
Tra il l'ottantatré e il novanta vediamo un passaggio da tre mila cinquecento miliardi di lire a sette mila miliardi di lire praticamente c'è un raddoppio di questa spesa
L'ultima Noiret del Sipri pubblica per la prima volta dati di fonte nato per tutti i Paesi da tra l'ottanta e il l'ottantotto con l'andamento della spesa per armamenti e si vede che l'Italia insieme alla Francia e l'unico Paese che ha continuato ad aumentare in modo molto significativo a questa spesa l'Italia nell'ottanta spendeva per armamenti circa la metà di quello che spende per la Germania nell'ottantotto spende una cifra di poco inferiore ma dello stesso ordine di grandezza cioè nel corso degli anni ottanta
L'Italia è passata da un paese come dire di seconda categoria tra le potenze militari europee a un Paese che che cerca di essere
Che vorrebbe essere e spende comunque la quantità di denaro pubblico per armamenti dello stesso ordine di grandezza di un paese come la Germania che molto più grande che è molto idea rispetto a tramite un'economia di dimensioni molto molto superiori
Naturalmente in queste condizioni naturalmente altri Paesi la gerla Gran Bretagna spessa per gli stessi Stati Uniti negli ultimi partire dall'ottantacinque ottantasei hanno ridotto in termini in termini assoluti in termini reali
La loro spesa militare in modo continuo
E non solo ma anche le tendenze globali se guardiamo i dati della spesa militare mondiale per la prima volta in nell'ottantotto e l'ottantanove per la prima volta da decenni si assiste a una diminuzione seppure lieve della spesa militare mondiale
L'Italia non ha non ha seguito questa queste tendenze in quegli anni soltanto adesso
Inizia a rallentare la crescita e e ha avere alcune riduzioni in termini reali estremamente lieti e si parla già troppo commenta ricorda presa del volto di programmi di riarmo e programmi di sull'onda della della guerra del golfo di un rilancio della dell'impegno militare ed acquisire armamenti con una l'idea di proiezioni Potenza teniamo presente che moltissimi simili programmi
I militari hanno in avviato moltissimi programmi di nuovi che questi nuovi armamenti per cui non ci sono fondi disponibili in bilancio e per esempio per l'acquisto dei Patriots si sono trovate queste operazioni contabili del tutto discutibili come l'anti sismiche richiedendo le banche d'interesse nazionale le banche pubbliche di anticipare i soldi senza che questa cosa si è mai disputata discusso approvata nelle sedi appropriate
Ecco la guerra nel Golfo chiaramente è stata utilizzata in Italia per mantenere una continua crescita della spesa militare di questo tipo e per rilanciare la corsa all'aria armi in questa direzione ma non non tutti i paesi è stata usata in questo modo per esempio negli Stati Uniti il paese che più direttamente impegnato nella guerra del Golfo esattamente una settimana fa scusate dieci giorni fa è stato presentato dal ministero della Difesa il nuovo bilancio
Della del ministero della difesa che prevede una spesa di circa trecento miliardi di dollari l'anno e con un lieve diminuzione in termini reali rispetto all'anno precedente
Tre giorni prima che iniziasse la guerra nel Golfo con l'attacco americano del diciassette gennaio il ministro difesa Chaney aveva ha cancellato un il secondo più grande programma di riarmo americano che era il l'acquisto
Di alcune centinaia di aerei a dodici per la Marina per un totale complessivo di cinquanta miliardi di dollari cinquanta miliardi lo rispetto e stima attuali sono circa due mesi di guerra nel Golfo quindi le tendenze della spesa militare americana complessiva continuano a essere a verso una sostanziale riduzione consentita dalla fine della guerra fredda chiaramente con una delle generazioni rapporti est-ovest potrebbe mettere in pericolo anche questa tendenza però questo è un elenco dei principali programmi di acquisto di armamenti degli Stati Uniti che sono stati cancellati nel bilancio di previsione novanta due novantatré
Le quelli più importanti si questo è uno dei documenti nella cartella che potete trovare oltre all'aereo a dodici che per cui si prevede una spesa di venti miliardi di dollari entro il novantasette sono stati cancellati gli aerei F sedici quelli che gli Stati Uniti vorrebbero installare Crotone per con un risparmio degli quattordici miliardi di dollari il missile m x una parte il missile Melis altri aerei F quattordici e così via delle in coro molto dettagliato ecco in questa situazione negli stessi Stati Uniti si era parlato diversi mesi fa di il proposte estremamente radicali di riduzione della spesa militare
E la stima parti dell'establishment l'ex ministro della difesa dei tempi del Vietnam Robert McNamara la Brookings Institution avevano proposto una riduzione del cinquanta per cento della spesa militare americana entro il due mila un la stessa proposta era stata ripresa Ingram Gran Bretagna da una serie di economisti che hanno fatto una serie di valutazioni
E in tutti questi studi avevano mostrato con gli effetti positivi che sull'insieme della crescita economica internazionale questa politica di riduzione della spesa militare avrebbe avrebbe avuto
Questo a livello macro se noi passiamo chiaramente a livello del settore militare
Sì dell'industria militare in particolare chiaramente una prospettiva di riduzione della spesa crea non pochi problemi ci sono problemi di aggiustamento uno studio del sì per il re dell'autunno scorso
A documentato come in Europa occidentale tra il mille novecentonovanta novantacinque se c'è una lieve riduzione annuale del tre per cento dell'acquisto di armamenti che già in corso in questi Paesi trenta come abbiamo visto e se l'esportazione di armi rimarranno stabili come anche questa tendenza abbastanza consolidata
Supponendo una lieve crescita della produttività del due per cento l'anno il risultato saranno oltre centocinquanta mila posti di lavoro in minacciati dal da questo con riduzione della della cui si armamenti quindi trecentocinquanta mila disoccupati in Europa per il la riduzione della spesa militare e un problema serio in Italia su usando grosso modo le stesse le stesse ipotesi c'è una tabella nel libro
Unti scritto con Castagnola sulla riconversione dell'industria militare in cui facciamo tre scenari diversi uno scenario di sostanziale stabilità intere in cui della produzione dell'acquisto di armamenti del valore aggiunto dell'imprese militari italiane che porterebbe per quanto riguarda l'Italia tra l'ottantotto e il novanta tre
Sempre assumendo una lieve crescita della produttività con i cinque anni precedenti ecco il risultato nel novantatré sarebbero ci siamo della continuazione del delle tendenze attuali sarebbero sei mila posti di lavoro in meno
Mentre se il valore aggiunto della delle cinquanta maggiori imprese militari non tenesse il passo con l'inflazione cioè rimanesse fermo ai livelli nominali venisse ridotto in parallelo la crescita dell'inflazione la perizia di occupati in Italia arriverebbe quasi a quindici mila unità
Quindici mila posti di lavoro sono anche nonostante le appunto le dimensioni ridotte un problema che va affrontato con strumenti adeguati e affrontandoli le i casi di crisi che sono già emersi avremo più tardi un intervento che si parlerà della situazione al all'Aermacchi dove ci sono di alcune centinaia di cassintegrati e le prospettive difficili per l'occupazione dell'impresa altri casi difficili sono le SNIA e altre in prese di quei separato anche per anni
Di fronte a questa tra difficoltà che a non è una difficoltà italiana come si vede mai difficoltà di dimensione europea
Si sono moltiplicate lei proposte di interventi e di strategie a dimensione europea
Che riducano la l'eccesso di capacità produttiva esistente nella produzione militare proprio come tutto sommato la la comunità europea in particolare già intervenuti in altri settori dall'ASP cantieristica la siderurgia
E così via per la ristrutturazione complessiva di imprese industrie di settori industriali tradizionali che non abbiano più spazio di mercato e non abbiano più capacità di di continuare a crescere come nel passato su questi temi su questa strategia europea di riconversione eredi migliori ridimensionamento dell'industria militare
C'è stato un convegno nel novembre scorso pro al Parlamento europeo promosso dalla gruppo socialista dei sindacati di cui si parlerà Giovanna ricoveri più tardi credo
Ci sarà nel tra qualche settimana un convegno a Londra del promosso dalla Fondazione Ebert la Fondazione il think-tank del partito socialdemocratico tedesco
Che proporrà proprio una politica industriale per la riconversione in Europa a scala scala continentale
E i temi di questo tipo sono stati discussi ampiamente nel convegno delle nazioni unite nell'agosto scorso russo a Mosca sulla riconversione di cui avete nella cartellina la non c'è il core la conferenza non ho avuto un documento finale per ovvie ragioni gli unici documenti finali che si esistenti sono i rapporti dei dei presidenti delle commissioni di discussione
Nella cartellina c'è il rapporto preparato da in Gatto son una importante esponente ex viceministro svedese per il disarmo che fa un quadro dell'esperienza e delle politiche per la riconversione nei diversi paesi
Sì
Chiudo sulla in questo contesto rispetto alla situazione italiana che poi Castagnola chiarirà meglio credo che sia importante rendersi mettere il i problemi del nostro paese in questo contesto internazionale internazionale ed europea in particolare sottolineare lei la possibilità di intervenire sulla situazione italiana il l'utilità di una legge per la riconversione che definisca in modo non assistenziale
Dando autonomia d'iniziativa e capacità di controllo ai lavoratori su questi processi
Dando appunto una possibilità di intervento a livello di impresa a livello di settore industriale il pre in impedendo che la la il mantenimento degli interessi consolidati del settore continua ad alimentare in futuro una corsa al riarmo che visto nostra prese comportarsi così male nel decennio passato grazie
Parola
Per testimoniare ma ma specifico su le strategie e le possibilità di riconversione
Punto rendere
Cibo sponsor domande o richieste di chiarimenti sulle relazioni
E che abbiamo sentito finora se la possibilità di fare questi richiesti chiarimenti prima di passare poi alla seconda parte intervento i colleghi parlamentari e degli altri
Nelle altre persone presenti
Venerdì io ho il compito di parlare specificamente di riconversione dell'industria bellica
E mi rendo perfettamente conto che solo questa parola in un momento in cui la la guerra sembra tirare in questo modo
Estremamente difficile proprio sembra assolutamente controcorrente assolutamente utopico nel senso peggiore della parola
Invece vorrei cercare di fornire alcuni elementi il più razionali e il più realistici possibili
Che vanno nella direzione di una esigenza a livello internazionale di un ridimensionamento dell'industria bellica di cui vorrei cercare anche di fornire alcuni elementi quantitativi
E il primo elemento di a memoria
A metà del mese di novembre è stato firmato questo accordo internazionale di disarmo per il settore degli armamenti convenzionali cioè non nucleare
Eravamo già in clima di guerra eravamo già in una situazione di prima messa in discussione della situazione di distensione fra Unione Sovietica e Stati Uniti
Il la firma di questo accordo è praticamente passata sotto silenzio tanto ci sono state piccole notizie non c'è stata mente di quel atmosfera di sollievo e di riaffermazione di un esigenza di pace che aveva accompagnato l'accordo del ottantasei
Questo è un errore grossolano nel senso che è una maniera sbagliata di affrontare lei prospettive internazionali perché proprio dal l'accordo del novembre novanta
Nascono le prime indicazioni di ridimensionamento dell'industria bellica
Le cifre non entro nel dettaglio dei venti mila carri armati da una parte e dall'altra c'è la CNN inutile parlarne in questi termini
Le cifre però che costituiscono la base dell'accordo danno immediatamente delle indicazioni su quali possono essere le prospettive di produzione delle industrie belliche europea ad esempio nei prossimi cinque dieci anni
Gli unici articoli che ho visto almeno quei pochissimi che sono apparsi materia hanno tentato disperatamente di negare le conseguenze che discendevano da queste cifre
Facendo ragionamenti di questo genere è possibile in base a tali accordi costruire ancora
Mille duecento carri armati
Almeno mille possono essere costruiti in Italia
E che subito un errore di impostazione nel senso che anche le altre industrie europee tenteranno di fare lo stesso
Da queste indicazioni presentano in degli sveniva dedotto dalla giornale in questione che il programma diete poteva partire con una prima ordinativo di duecento carri armati che se è immediatamente l'indicazione negativo in termini economici perché credo che nessun programma di produzione Possa reggersi con una prospettiva di duecento pezzi anche se questi sono questi bei carri armati grandi grandi eccellente
Allora
Questi accordi sono stati firmati non ancora messi in pratica c'è qualche esitazione nella messa in pratica nel senso che si ha notizia di spostamenti non previsti di questi carri armati sovietici al di là degli Urali e cose di questo genere
Vengono usati ovviamente a livello dei rapporti internazionali diplomatici questi esitazioni da un punto di vista delle pressioni di una potenza sull'altra ho l'impressione che ha oggi cioè dallo quello che possiamo giudicare oggi la linea di tendenza di fondo è ancora non in discussione per questo è un primo elemento da tenere presente
Appena teniamo conto di questi armamenti è possibile di questo tipo di armamenti non convenzionali abbiamo immediatamente in mente quelli che si occupa del settore almeno quali sono le industrie che entreranno in crisi in base a questi accordi
Il secondo elemento e questo dei mercati dei Paesi sottosviluppati
Già sono stati forniti alcuni dati ne aggiungo nel degli altri per completare il quadro
Il debito dei Paesi sottosviluppati è arrivato a mille trecentoquarantuno miliardi cioè e aumentato ulteriormente
Quindi il meccanismo di spirale dell'accumulazione del debito non si è certo interrotto
è dal mille novecento ottantadue che tutti a livello internazionale conosciamo l'esistenza di questo meccanismo di accumulazione cioè di questa spirale verso il basso nell'accumulazione del debito
Potenza di poter affermare che non è stato ancora fatto nulla per bloccare il meccanismo stesso sono passati nove anni ancora non è stato fatto nulla nel senso che tutto ciò che è stato fatto sono delle iniziative di riscadenzamento cioè di spostare in avanti le scadenze dei pagamenti delle cose di capitali
E degli interessi non è stato ancora fatto sostanzialmente nulla per bloccare l'accumulazione cioè per ridurre il tasso di interesse per modificare le condizioni alle quali vengono concessi i crediti e via dicendo
Quello che si sa meno è che almeno il trenta per cento di questi crediti cioè di questi debiti
Di est dipende da crediti concessi ai Paesi sottosviluppati affinché acquistassero armi
Questo è il dato che ma anche in genere cioè si parla del debito da una parte e di armamenti dall'altra il collegamento non viene fatto
Questo significa che quattrocento quattrocentocinquanta di questi miliardi derivano dalle vendite di armi
Pensi sottosviluppati
Il che significa che richiedere nuovi crediti per acquistare armi sarà e ancora oggi una cosa estremamente difficile estremamente complessa in termini di operazioni finanziarie
Per fare un esempio molto concreto
Anche questo è uno delle informazioni che ha circolato in misura estremamente limitata
E uno dei dati che a mio modo di vedere almeno in termini di analisi economica spiega il la posizione del Iraq l'Iraq al momento del conflitto diciamo degli Eldar inversione dicendo aveva ottanta miliardi di dollari del di cui trentacinque verso i Paesi occidentali il resto verso i Paesi arabi del gol
Questa cifra è paurose per non soltanto in valori assoluti
No no ho detto preso centrali e Paesi dell'area del Golfo che io sappia non c'erano crediti particolari però posso sbagliarmi
Compensare altri dati poi magari c'è di pace perché è utile avere tutti in quanto informazioni
Il dato pauroso non solo però in termini quantitativi assoluti cioè questi ottanta miliardi sono ottanta sui mille trecentoquarantuno quindi lira che è uno dei Paesi grandi debitori in questo senso
Problema importante è che il Paese Iraq aveva accumulato questo debito oppure essendo un Paese che vendeva Petronio
Durante la guerra Iran Iraq non è mai stato interrotto il flusso petrolifero questo non so se perché noto a tutti questo dato sconvolgente in termini diciamo di strategie militari
E semplicemente perché il flusso di petrolio serviva per pagare gli armamenti serviva per pagare tutti i rifornimenti che sia l'Occidente che l'Oriente in questo senso hanno generosamente fornito per sette anni
Allora il Paese Iraq oltre a destinare grande parte dei suoi proventi petroliferi all'acquisto di armi da dovuti destinare delle quote ulteriori nel senso ha dovuto chiedere soldi in prestito per fare queste operazioni
Io vorrei energie soltanto una cosa questo spero che non venga interpretata come un elemento in favore delle strategie di Saddam Hussein però questo dato economico
Significa che il mondo occidentale ammesso l'Iraq in un angolo nel senso lo ha messo in una situazione particolarmente complicata dobbiamo sempre tener conto all'impressione di questi dati di base
Per dare le valutazioni dobbiamo tener conto di questi dati di base per valutare la possibilità di un embargo
Nel senso che abbiamo completamente trascurato le difficoltà economiche in cui si trovava all'Iraq al momento della iniziative d'inversione
Terzo elemento di valutazione
Quali prospettive nel Golfo
Io ho l'impressione che la posizione estrema citata prima del voto sia quella verso armamenti diffusi e Ciad eccetera
Sia così poco realistica nel senso che si spera che la la risposta sia diversa senso sia una risposta volta a tenere basso il livello di armamenti nell'arte devo dire non per motivi buoni cioè di buona coscienza c'era semplicemente per ristabilire la dominazione economica diritti militare di Israele nell'aria cioè per dei motivi molto terra terra estremamente
Poco accettabili se vogliamo però ho l'impressione che questa è una mia opinione ovviamente però che la tendenza sia in questa direzione
Un secondo elemento
Di valutazione con ogni probabilità l'esercito americano resterà nell'aria per lo meno in una certa dimensioni
Con ogni probabilità una parte degli armamenti portati nell'area resterà ai Paesi dell'area stessa della coalizione quindi cioè una parte di questi armamenti saranno in qualche modo distribuiti fra i Paesi per provvedere al loro alla loro autodifesa
Questo lo sto dicendo in per un motivo molto preciso cioè ho la sensazione che non ci saranno commesse di armamenti nuovi provenienti da tutti questi Paesi cioè le dieci dodici Paesi direttamente coinvolti nella
Qualora ci fossero ovviamente le commesse e poi andrebbero a Stati Uniti Francia Inghilterra c'era cioè quelli direttamente e pesantemente impegnati nella coalizione
Questo è una mia opinione c'è una ma è una maniera di leggere le prospettive immediate nell'area del blocco
Le conclusioni che ne traggo ovviamente sono affini di valutazione della situazione italiane delle prospettive dell'industria delle arti cioè da quest'area non dovrebbero venire commesse in senso assolutamente niente
Le varie a questo punto
Qual è il tipo di discorso che dovrebbe essere fatto l'abbiamo fatto nel libro quindi l'abbiamo fatto con in maniera abbastanza sistematica a questo punto
Sappiamo che è possibile cioè a livello delle dell'equilibrio aziendali e sicuramente possibile avviare dei programmi di riconversione
Sappiamo che è possibile identificare dei prodotti alternativi lo abbiamo tempo abbiamo tentato di farlo abbiamo fatto però come esperienza per alcune aziende abbiamo visto che alcuni dei prodotti li hanno identificati sono stati perlomeno messi allo studio dalle aziende
Sappiamo che l'azienda hanno fatto degli accordi con il sindacato per alcune meno di queste per avviare studi in comune per la identificazione di produzioni alternative civici
L'affermazione che mai facciamo che noi pensiamo di poter fare in questo momento
è che sarebbe politicamente ed economicamente urgente poter disporre di piani di riconversione per tutte le zone nelle quali l'industria bellica supera certi livelli di presenza
Il che significa non pensare ad una riconversione immediata col tempo trenta giugno nuova novantuno significa però fare una scelta molto chiare in questa direzione
Da questo punto di vista la
Messa a punto di un di una legislazione per la riconversione
Urgente e parleranno successivamente i nostri parlamentari eccetera
Però mi sembra un qualcosa che dovrebbe avere dei tempi urgenti cioè malgrado la sua apparente contraddizione con il clima di guerra e dovrebbe essere uno degli strumenti che noi dobbiamo presentare come linea alternativa come sostanza delle ipotesi di pace
L'altro elemento importante sarebbe quello della costituzione la proposta che pensiamo di poter fare della Costituzione di comitati di zona di aree di territorio in tutte le zone in cui c'è una alta concentrazione di industria pesca
Io ho l'impressione che le situazioni siano mature nel senso che a la Spezia Maturana
A Varese matura immature a Brescia cioè si tratta semplicemente di intensificare la pressione in queste zone per poter arrivare a delle a della costituzione di comitati per la riconversione
Non entro nel dettaglio di quali forze possono spingere a quali forze inquini importante sarebbe cominciare a capire che c'è la necessità di organizzarsi a livello locale per tener conto poi delle esigenze concrete delle singole aziende
Ovviamente dentro questi che dentro questi comitati oltre a sindacati forze politiche e via dicendo dovrebbero naturalmente esserci tutti quegli scienziati che tecnici che pensano di poter dare una apporto concreto per l'individuazione delle produzioni alternative e per io oserei dire permettetemi una frase un attimino più altisonante una diverso orientamento dell'attività scientifica
Cioè un atto un'attività scientifica che tenga conto di obiettivi non militari non bellici che è un qualcosa che forse dovremmo cominciare a sottolineare un pochino di più un ultimo punte ho finito
Ci sono altre due proposte politiche più generali che possono essere fatte subito per tutta l'area del Golfo
Cominciare a ipotizzare
Una dei militarizzazione dell'area in concreto cioè cominciare però a calcolare quale può essere il livello effettivo di militarizzazione tollerabile in tuta alare un'area che delicata la conosciamo tutti inutile ci rivediamo
Nella quale si è inserito per lo meno è emerso con più chiarezza in questi giorni un elemento di instabilità ulteriore che noi finora qui non dico abbiamo ignorato ma abbiamo non trattato
I due milioni di rifugiati di profughi dell'area hanno fatto emergere questi flussi di popolazione provenienti da altri Paesi provenienti dal Pakistan dalle Filippine cioè c'è questa area che per questa presunta ricchezza petrolifera è diventato un polo di attrazione per questi flussi umani
Dovremmo cominciare a ragionare in termini di dei militarizzazione e gli interventi allo sviluppo in questa zona per l'assorbimento di questi flussi di popolazione
L'altro elemento molto importante mi sembra è finora abbiamo trascurato e una richiesta che tutti i sistemi d'arma che vengono dismessi a seguito degli accordi internazionali
Non vadano nel Terzo Mondo cioè io ho cominciato avere una serie di elementi di svendite di questi prodotti
A me sembra che sia un buco nelle trattative internazionali cioè si stanno accordando su tutta la parte distruzione c'era c'era ho l'impressione che ci siano delle grossi rischi di deviazione delle vecchi sistemi d'arma insomma i sistemi d'arma paurosi per i livelli poi di militarizzazione del terzo mondo perché sono dei sistemi d'arma recenti va bene non sono vecchissimo sono arte cerbottana
Bisognerebbe cominciare a esercitare una pressione in questa direzione forse l'Italia potrebbe tutti e qualcosa anche a livello internazionale grazie
Castaignos
Ci sono domande o richiesti chiarimenti su questa prima parte prego
Bisogna rispondere andò a memoria
Già nuova sicurezza
Registrati da radio radicale simbolo sono
Citando a memoria nell'ultima legge finanziaria si è arrivati a ventitré o ventiquattro mila cinquecento miliardi con un aumento che è stato presentato
Fisiologico legato alla tasso di inflazione
Però all'interno della sessione di bilancio c'è stato una sorta di partita di giro per cui circa trecentosettanta miliardi sono stati spostati dal settore cosiddetto di spesa corrente anche se poi tutto viene passato come spesa corrente a quei famosi capitoli undici trentuno cinquantuno
Che sono quelli degli armamenti allora io vorrei chiedervi uno spostamento di questo ordine di grandezza trecentosettanta miliardi su circa sei mila miliardi voi come lo valutate nel quadro che avete fatto finora di Tremblay del la spesa militare italiano
Varie direi a ordinare la richiedere chiarimenti attenzione
L'altre richieste che sensazioni
No
Ecco allora che
Anche se le risposte aspetti
Naturalmente non sempre alla fine del dell'esercizio finanziario si scopre che il le previsioni di impegni di spesa sono state rispettate spesso in genere in media negli anni ottanta l'aumento effettivo della spesa rispetto alle previsioni iniziali è stato del dieci per cento il Censis si prevede di spendere cento si spende a quel centodieci
Ci sono poi tra l'altro tra parentesi cinque mila miliardi
Test di residui passivi per l'acquisto di armamenti che sono nelle casse del ministero della Difesa cioè c'è una domanda arretrata
Per la spesa paramenti pari alla all'acquisto di ordinamenti totale del bilancio di un anno c'è un altro fattore di grande a cura che contribuisce ad a mantenere elevata la la domanda di armamenti del nostro Paese
Per quanto riguarda l'esercizio finanziario appena approvato ci sono state prima una serie di temi sotto una serie di riduzioni significative della spesa per armamenti dovute all'introduzione del nuovo contratto per il personale militare che ha fatto conoscere in modo a sostanza ed è scandaloso e costi per il personale militare delle forze armate italiane
E questo dato che ha provocato l'input per questo esercizio una forte ridimensionamento nel nelle previsioni iniziali
Nella prima fase di discussione in Parlamento della specie della spesa per sui capitoli dedicati alla cui sugli armamenti che è stato in parte ricompensato con la la manna partite di giro
Che veniva citata prima che ha affari fatto aumentare un attimo la spesa in questo in questo campo tuttavia rispetto ai dati aggregati per quest'anno si è una riduzione significativa rispetto agli anni precedenti rispetto a quel trend che avevo documentato prima della spesa per armamenti questo però sono i dati che stanno dentro il Bilancio come vi ho visto tutta una serie di programmi di acquisire armamenti
Sono andati avanti con Progetti di fare di fattibilità impegni con imprese eccetera che però non sono mai stati messi dentro il bilancio si cerca di fare approvare leggi specifiche fuori per la programmazione del bilancio del ministero delle Difesa ci sono operazioni ancora più ambigue discutibili come quella per il patriota e quindi il problema per controllare quanto effettivamente il paese spende per l'acquisto e armamenti un compito molto importante molto specifico sia per i parlamentari sia per l'opinione pubblica complessiva che comunque non ancora un accesso un'informazione adeguata su queste questioni
Benissimo possiamo allora stasera oppure ad una prego Gianluca certo
Sì vorrei dire che a proposito di informazione
Mi pare che anzi nei bilanci che sono stampati e consegnati ci sono meno informazione di qualche anno fa di qualche anno fa nel senso che prima tutti i contratti venivano spiegati e dettagliati nell'ambito delle leggi di ammodernamento del dei tre rami e forze armate e mi pare che da un anno a questa parte invece il tipo di documentazione sia molto più ridotto insomma
Quindi bisognerebbe tornare al al al
Al tipo di formazione precedente
Benissimo
Prima di dare la parola l'onorevole strada che è arrivato dalla Commissione
Citato l'utile che sta seguendo in particolare la questione riconversione
Chiederei Alessandra Orsi
Si può intervenire aveva chiesto illustrare uno dei documenti
Che trovate né cartellini vale a dire la presa di posizione del sindacato dell'heavy metal tedesco Alessandra lavorato anche in Germania ha fatto la soluzione la ringraziamo della parte specifica che abbiamo avuto inserite in italiano nella cartellina
Sì brevissimamente perché questa è una a puntano anticipazione che abbiamo avuto dalla dalla segreteria deleghe metal che recentemente meno di una settimana fa ha presentato un un documento una proposta
Per un programma di riconversione perché si accompagna poi è una dichiarazione che loro avevano fatto che vedete qui tradotta sono documenti molto scarni anche ma sostanzialmente importante per il fatto che già in questa dichiarazione fatta il giorno della scadenza dell'ultimatum
Si chiedeva oltre al rifiuto altra richiesta di rifiuto di partecipazione dei soldati tedeschi
Nella guerra del Golfo ma lì appunto e al rispetto della costituzione che prevede una discussione una maggioranza qualificata in Parlamento per l'eventuale disamina del caso che venga appunto coinvolta la Turchia e quindi che la Germania sia coinvolta direttamente nella guerra
Un appoggio al all'obiezione di coscienza gli obiettori di coscienza fenomeno che in queste settimane sta diventando sempre più rilevante creando anche dei problemi al ricambio di soldati attualmente di stanza in Turchia
E soprattutto la appunto la richiesta precisa di una legge molto più restrittiva di quella in esame al Parlamento in questi in questi giorni in cui viene proibita le esportazioni di armi al territorio esterno alla NATO e proibita la produzione di armi non convenzionali quindi atomiche dell'alternativa logiche chimiche
E e l'istituzione di una serie di enti di commissioni che debbano portare avanti un programma di riconversione a livello federale a livello dei lender
In questo nel documento si sottolinea come in realtà in Germania questi gruppi siano gruppi di lavoro sul programma di riconversione siano già stati attivi negli ultimi dieci anni ma notevolmente ostacolati
All'interno delle aziende e invece ora si inizia a notare una
Qualche spiraglio
Laddove così sono più attivi questi questi gruppi e il il simili idee metal perché non si tratta ancora di una dichiarazione congiunta della federazione i sindacati fa anche mente rilievo come appunto questo ovviamente questo lavoro e il il fatto che un programma di riconversione come quello prospettato dagli studi
Negli ultimi anni possa mettere in pericolo una cosa come duecento mila posti di lavoro nell'intera Germania perché poi adesso non bisogna dimenticare che la Germania da poco riunificata quindi c'è un problema di due diverse industrie di di di entità anche molto molto diverso
E e quindi duecento mila posti di lavoro e loro ovviamente di questo fanno uno dei motivi per cui assieme alle diciamo le tasse in direzione del disarmo deve essere applicato una strategia precisa di riconversione verso
Tanto che civili paese
Documento e questo è speriamo presto di avere anche altre cose che più dettagliate rispetto alla alla proposta
Grazie
Onorevole autostrada della commissione attività produttiva che avrei deputati direi di aprire poi
Ai contributi delle dei vari rappresentanti di organizzazioni sindacali associative che hanno voluto intervenire
Se onorevole Fracanzani poi arriva direi li chiamo la parola quando non appena arriva onorevole Alberini se non si vede è perché aveva fatto io non ho voluto dire prima per scaramanzia una telefonata mettendoci in preallarme ieri perché era bloccato con la febbre a Brescia
Tentava di di arrivare ma comunque vediamo poi il percorso lo svolgimento di lavori
Meringata dalla parola che mi viene data devo già dire che tra l'altro fra poco dovrò anche assentarmi
Per questioni di lavoro
Le considerazioni che posso fare sono queste innanzitutto credo che sia stato bene aver promosso questa iniziativa io credo che se egli abbia fatto bene a promuoverla mi pare addirittura di invertire una opinione che potrebbe essere comune
Ma mi pare proprio momento giusto è giusto anche perché mi pare necessaria che ci sia si avvii una controtendenza anche di carattere culturale
Per cui oggi non si può più parlare non soltanto di pace ma neppure appunto di riconversione io a questa tesi generale appunto di una necessità
Di contro tendenza culturale voglio aggiungere anche delle considerazioni oggettive già qui portate dei relatori ma mi pare che soprattutto per il nostro Paese per l'Italia
Una delle ragioni diciamo strutturali economiche per cui la riconversione si abbinava per noi pacifisti anche a una domanda che ci veniva dalle aziende stesse dagli imprenditori spesso a parer mio per l'impresa bellica rimane
Italiana
Rimane pari pari Guerra del Golfo o no
E anzi io direi che se a ciò aggiungiamo che le ragioni economiche ma anche l'esperienza accumulata di riconversione per noi carta preziosa per le aziende le aziende italiane
Per processi che comunque su scala mondiale si stanno continuando io dico che ci sono più motivi per essere ancora noi oggi promotori di questa idea e sostenitori appunto
Della tesi della riconversione io aggiungo una terza considerazione queste due che ho appena fatto ed è un po'questa lo dico in premessa è quasi cinica
è un poco realismo che appunto quasi toccante il cinismo però lo vorrei mettere a servizio in questo caso di una buona causa e cioè mi pare
Che comunque dobbiamo mettere in conto dobbiamo dire agli altri che a un certo punto la guerra finirà e la guerra finirà con un suo consuntivo tragico di morte di distruzioni
Io credo che possiamo già preventivare oggi che ci saranno molti i pianti fosse del coccodrillo ma comunque ci saranno molti i pianti successivi si creerà un clima diverso
E voglio io portate come testimonianza personale un clima che già esiste ad esempio nel mondo imprenditoriale l'altro giorno c'era una conferenza
Al Senato di grandi enti energetici sulle questioni appunto che il Golfo comportava le domande che produce proponeva in materia energetica ed era addirittura c'era voglio dire lo l'espressione era proprio questo
C'era un clima quasi Dio fuori
Tenete presente che la CRI del Golfo se all'inizio si diceva produrrà un balzo in alto del costo del petrolio al contrario
Al contrario ha prodotto una ribasso fino a oggi e si parla di otto dodici dollari al barile del petrolio un ribasso non messo in preventivo e che appunto produce nella doppia euforia appunto di questo fenomeno ma anche del fenomeno
Degli imprenditori che stanno pensando al giorno dopo la ricostruzione alle grandi commesse che seguiranno
La la guerra non so se avete letto ha avuto modo di leggere anche alcuni commentatori economici che si lamenta per la partecipazione italiana
Perché dato che le commesse saranno proporzionali al grado di all'intensità della partecipazione l'Italia avrà commesso e per l'un per cento
Sto dicendo mettiamo il cinismo e realismo al servizio lì una buona causa e cominciamo a dire che per esempio l'idea la riconversione porterebbe proprio le imprese nostre a diventare le imprese che affrontano questi problemi della protezione civile della ricostruzione come loro obiettivo come uno dei loro obiettivi e arrivi fino all'ideazione delle loro risorse tecnologiche
E di innovazione ebbene i grandi progetti diventeranno la grande abbuffata del dopoguerra
Prepararsi per cogliere anche questa occasione e una argomento che non mi voglio togliere per sostenere la tesi che oggi dobbiamo prepararci
Sulla ad avviare i processi anche dal punto di vista il legislatore per la riconversione dei cervelli
Ho finito perché non la voglio fare lunga non era compito mio togliere spazio questo dibattito la in conclusione del mio ragionamento deve ovviamente riguardare il tema che mi è più consono cioè il fatto di a che punto è la discussione alla Camera sul tema delle leggi di riconversione
è vero devo dire of non vieta
Che in anche in questo caso la società civile addirittura società culturale due libri presentati qui ne sono la testimonianza l'elaborazione sopravanza di molto
Sopravanza di molto
Il livello di preparazione e conoscenza e comunque di presenza politica d'iniziativa politica del Parlamento
Fino ad ora c'è una grandissima difficoltà a far sì che questo argomento diventi argomento tranquillo di dialogo c'è stata sia a suo tempo i fratelli Fracanzani con la sua conferenza
Siete pazzi per sessanta
E c'è stato anche a un certo punto lo stesso ministro dell'industria che ha detto di voler avviare processi di riconversione
Ebbene io però sono testimone reale di una tendenza completamente differente da parte dalla maggioranza e in particolare del Governo è sempre stato sul punto di arrivare a presentare la relazione iniziale senza la relazione iniziale del Ravaglia che appunto il relatore sulla ricomincio industria bellica
Non si può partire neppure col dibattito ebbene in mille occasioni ci è stato detto settimana prossima iniziamo
E tutte le settimane è stato rinviato quest'argomento
Abbiamo quindi avuto in mente con Sergio con altre di costituire una lobby perché diventasse fattori di pressione in Parlamento per questo obiettivo
Ebbene è scoppiata la guerra del Golfo il relatore Ravaglia esplicitamente si è rivolto a tutti noi dicendo a questo punto il tema è rinviato a dopo non se ne può più parlare
Di riconversione oggi in Parlamento non si inizia neppure a discutere ebbene io allora propongo qua Sergio che quella lobby che avevamo pensato diventasse una lobby di pressione perché venisse a seguire il corso dei lavori del parlamento per il progetto di risoluzione di capelli che ha a questo punto cambi la sua finalità ma non venga né smantellato ma contravvenga costituita ne faccio anche un appello qua perché vengono adesioni a questa idea di lobby
L'Hobbit positiva
Che abbia come fine a questo punto l'obiettivo semplice ma cioè che l'avvio della discussione anche parlamentare sul tema ricominciare tutti a bellica ci sia ci sia proprio in questa fase ci sia in questa fase di guerra in corso
Io credo che possa diventare davvero questo mio appello a voi ma anche costo obiettivo politico nostro Sergio tuo mio e di tanti altri parlamentari che arriverebbero a questa idea potrà diventare una riconversione nostro funzione di lobby
Non finalizzata ripeto a seguire un testo di legge in corso d'opera ma a fare in modo che questo testo di legge
Venga posto all'ordine del giorno dei nostri lavori anche con iniziative magari formale dei nostri gruppi tale da poter utilizzare canali privilegiati che adesso la riforma organizzativa riforma regolamentare ci rende possibili
Per imporre che anche questo argomento davvero sia un argomento del legislatore grazie
Sì grazie a te io direi sono senz'altro d'accordo su questa proposta anche perché è stato ricordato ma forse un po'troppo di striscio io vorrei che fosse un po'al centro anche di del nostro lavoro
Io vedo un rischio di riconversione alla rovescia si la richiesta perché è stata direttamente a bassa da ministri che noi abbiamo apprezzato come ministro Martinazzoli per esempio sul versante di nuove leggi promozionali
Va avanti e ci troveremo con quelle l'esplosione addirittura di domanda interna a cui è stato fatto riferimento ricordo che si parla di provvedimenti per trenta mila miliardi da suddividere più o meno equamente su sulle tre armi
Ecco io adesso darei la parola primi passare poi alle altre persone che mangia segnalato vogliono iscriversi per parlare a Aldo Di Matteo vicepresidente reati e presidente del centro istruzioni delle ACLI che poi a un altro impegno quindi Aldo De Matteo grazie intanto per essere venuto meno
Grazie a voi l'impegno credo che sia comune perché so che il
Meno gli amici e del gruppo che hanno organizzato questa iniziativa sono favorevoli alla hanno si sono espressi favorevolmente all'iniziativa ecco del terzo referendum o quello rimasto no per la modifica delle leggi e elettorali quindi c'è proprio qui una conferenza stampa alla Camera ecco su questo referendum
Pressi vuoto che ha certamente un suo significato politico importante e volevo fare brevissima allora considerazioni
E con la prima io sono d'accordo con lodevole strada quando parla della necessità ecco di dare vita ecco di promuovere di il rafforzare una sorta di controtendenza culturale perché mi accorgo che oggi chi lavora per la pace quelli che normalmente sono chiamati pacifisti e sono un po'scarsamente tollerati in questo in questo Paese
Ed è una cosa stranissima
Perché in sostanza che credo che questo atteggiamento sia subito
E e viene a mancare ebbe con la complicità naturalmente ecco dei mass media e di quelle quindici sedici firme un po'che
Orienta non Polla la e quella che la l'informazione con il nostro Paese ecco condizionano ecco questa forza questa volontà
Che io credo che sia molto forte Conella e tra la gente comunque viene compressa viene viene limitata ecco con grave danno ecco rispetto
Alla alle prospettive quindi a questo a questo motto che dovrebbe avvenire ecco tutti gli spazi necessari per e per esprimersi
Ecco quando parliamo di armamenti e con in particolare nei confronti del dell'Iraq io credo che
Sia utile a aggiungere un rilievo ai tanti che sono stati che sono stati fatti
Qual è il periodo in cui l'Iraq si si è armato di più
Che l'Iraq non è un Paese un paese ricco lì lira che un Paese povero ecco nonostante il petrolio e Collina che si è e ha armato diciamo è stato armato soprattutto negli ultimi dieci dodici anni questo è il periodo
Ecco se vogliamo considerare è proprio perché si va da un armamentario veramente rudimentale minimo ecco da veramente da Paese del Terzo mondo e così fa il grande il grande e il grande salto
E credo che questo non sia indifferente rispetto alle alle responsabilità ecco un argomento copie viene scarsamente e scarsamente richiamato ecco non osta non tante coperte i paesi che hanno ho concorso a questa al momento ma e alla logica ecco che alla cultura al tipo di economia ecco nella quale siamo siamo inseriti io credo che un movimento pacifista serio giustamente si pone il problema del dopo
Dopo riguarda i problemi dello sviluppo quindi poi il problema del Nord Sud
Il Nord riguarda il problema delle istituzioni internazionali ONU in prima in prima fila che mi pare che esce affossato cosa questa vicenda ecco fortemente affossato in cui da questa vicenda
Il suo ruolo non è vero che viene è stato esaltato dalle misure ecco che sono state prese io penso
Ad esempio se l'ONU ecco possa dare ultimatum e non penso che l'ONU possa dare ultimatum quindi e tutto un'impostazione qualche viene e che ha che viene a cadere quindi necessità ecco su questo terreno
Evoca il movimento della pace si esprima e qui argomento cruciale quello che oggetto del dibattito di oggi e con le le armi
Gli armamenti quindi la riconversione industriale ecco sono terreni sui quali io credo il pacifismo italiano che è serio ecco nonostante ecco quello che si scrive e così dovrà impegnare nei prossimi e nei prossimi anni
L'ultima considerazione riguarda una cosa che io considero una beffa ceppi anche l'onorevole Fracanzani credo che
Possa farsi carico ecco di di un'inquietudine che qui e esprimo e le esprimo anche il nome di quelle decine di migliaia di persone con centinaia di migliaia di persone ecco che si sono impegnati in tanti anni per riuscire ad avere in questo Paese una legge sul commercio delle armi
Un grande movimento ecco che e durato nel quale io sono stato impegnato personalmente per tre legislature ma che durava anche che ha dei precedenti a questo
E che ha avuto nell'ultima fase nel cartello contro i mercanti della morte con momento di grosso coagulo e quindi di grande spinta nei confronti del del Parlamento
Ecco la conclusione ecco di questo lavoro e il nove luglio del mille novecentonovanta ecco con la legge che è stata è stata approvata
E l'inquietudine deriva da dalla scoperta proprio in queste ultime settimane ecco di questo strano regime ecco di questo congelamento della legge quindi questo strano
Reggina ecco di prorogatio per consentito al nostro Paese di andare avanti comunque con le stesse disposizioni precedenti quindi addirittura con il segreto politico-militare per quanto riguarda il commercio il commercio delle anch'io credo che la situazione assurda
E non credo che non si è neppure arbitrario ecco fare una compilazione di date cioè la legge è stata approvata il nove di luglio
Ci sono disposizioni di attuazione vincolanti che del devono e essere realizzati entro centoventi in centoventi giorni però guarda caso il due di agosto
E col l'Iraq invade più cupa etti e con la situazione cambia il quadro
Credo non solo militare con un politico e con muta ecco credo che anche il mercato ecco degli affari cambia e guarda caso P avviene questa saranno col
Anche in dell'impegno sociale e civile ecco per noi modificare le situazioni quindi si era espresso un grande movimento nel Paese la gente sa che c'è una legge e oggi dopo cinque sei mesi e così al congedo questa legge è stata congelata
Io esprimo questa inquietudine naturalmente più che bisogna fare di tutto perché queste cose si modificano matti si conoscono ecco che la gente sappia fu quello che io avvenuto ecco di fronte ad un fatto importante che noi ritenevamo importante quel il conseguimento di una legge
Che tra l'altro acquisisce all'articolo uno un principio importante ecco di cui si parla in questa fase che ho che questa legge e corrisponde al principe si ispira
Al principio costituzionale di un Paese cioè l'Italia che ripudia la guerra ecco
Per risolvere le controversie internazionali quindi una legge importante comperi richiamo per questi richiami fondamentali anche se al suo interno e ricca anche se di contraddizioni quindi non è non il non plus ultra Coupé si poteva
E si poteva ottenere ecco questa è la cosa che volevo in particolare può quest'ultima la cosa che volevo
Volevo mettere evidenza in questo posto incontro
Grazie molte la parola all'onorevole Carlo Fracanzani che ringraziamo per essere
Ma io
Per farmi perdonare il ritardo con cui essere arrivato fare un intervento inversamente
Proporzionale come durata ritardo stessi
Per dire come credo questa vicenda drammatica
Del Golfo
Mi pare ha portato molti a fare tra l'altro una considerazione
Che il commercio delle armi
A comportato comporta che un qualsiasi dittatore che
Abbia fatto buone incetta buon acquisto di armamenti può mettere a rischio a a repentaglio la pace nel mondo
Il parlamento italiano si era preoccupato di dare una certa regolamentazione a questo settore e è stato ricordato in qualche momento fa come
Sì è stata varata una legge inattesa di Regolamento come siano scaduti i termini
Per l'emanazione del regolamento proprio in questi giorni eh in corso alla commissione Esteri un'audizione
Dalla quale sta emergendo la volontà del Governo di procedere di esplicitare questo regolamento non ci auguriamo che questo intervenga al più presto possibile proprio alla luce dei fatti delle terme dei drammatici avvenimenti che sono intervenuti che confermano
Le necessità che erano state espresse in sede di elaborazione e la legge
Però se noi ci fermassimo
Allo stadio della regolamentazione del commercio delle armi
Senza torto Cipro previa Monte credo che faremmo un peccato notevole Dio Commissione
Perché il problema del commercio è strettamente legato a quello della produzione
Se il commercio viene limitato deve essere limitato ripeto i drammatici fatti spingono in maniera eclatante in questa direzione ma se continuasse la produzione di prima e noi cosa avremmo ci indirizza eremo verso due direttrici ugualmente negative
Ho
E per a ridimensionare la produzione in relazione al ridimensionamento del commercio si dovrebbe arrivare a licenziamenti di occupati in aziende che adesso producono armi certamente una scelta quella di creare nuovi disoccupati
Non accettabile oppure nell'altra alternativa
Di
Mantenere lo stesso livello di occupazione attuale con minore e produzione
Ma mantenere quindi le attività produttive a un livello assistenziale non economico ugualmente un'accetta che non può essere accettabile in un ottica corretta
Direi che questa serie di preoccupazioni tra l'altro
Ci portò
Quando
Facemmo una certa esperienza le partecipazioni statali a istituire una commissione presso il ministero per il problema della riconversione di aziende a partecipazione statale verso attività di carattere civile
E questa commissione
Che credo svolto un lavoro che non era esaustivo che doveva avere un secondo stadio ma anche nella prima fase una vorrei estremamente interessante tratto c'è qui uno dei partecipanti Calchi Novati a questa Commissione
Mi pare più ha svolto lavoro molto significativo che ha confermato queste preoccupazioni di cui parlavamo in che era uscita con delle prime conclusioni
Di una conversione di attività di carattere oggi di carattere bellico nel partito azioni statali in attività di carattere civile
Ad alta tecnologia conservando così insieme il bagaglio occupazionale e anche il grosso bagaglio di livelli tecnologici
Acquisiti in questi anni da queste aziende e che ugualmente non devo andare dispersi ma che anzi dovrebbero essere utilizzati
Per attività per attività innovative soprattutto a favore dei Paesi del Terzo Mondo
Destinatari in questa maniera non tanto di armamenti sofisticati da parte dei Paesi occidentali e orientali quanto piuttosto di produzioni in più campo medico in altri settori estremamente interessanti e importanti da utilizzare appunto particolarmente dei Paesi in via di sviluppo
Direi che in maniera corretta la Commissione aveva anche espresso l'indicazione che dal ministero
Partivano determinati indicazioni di cauzioni pressanti chiare trasparenti in questa direzione
Però come deve essere proprio le in un campo in cui il fatto di essere pubblico non significa essere assistenziale
Il tipo di conversione
Dal bellico al Civile per queste e per le aziende interessate non doveva intervenire attraverso formule verticistiche
Quanto attraverso proposte naturalmente inserite in programmi approvati del ministro dal ministero in proposte autonomamente gestite all'interno di queste direttive all'interno di questo quadro dalle singole aziende e attraverso tutto questo un'azione graduale i selettiva
Che distingue tra le aziende che producono per la difesa del nostro Paese
E
Che devono essere mantenute e un carattere di gradualità che indubbiamente un'azione seria di conversione comporta proprio perché sono processi di cui dobbiamo essere coscienti siamo tutti coscienti
Sono facili non sono facili ma sono estremamente complessa
Devo anche dire che a conferma credo della validità di questa nostra azione e anche dalla serietà con cui avevamo portato avanti questa impostazione
Avevamo avuto conferme
Dall'estero e conferme
Da da mondi non sospetti noi sappiamo quali fosse quali per certi versi siano ancora le gelosie soprattutto per Paesi che appartengono a appartenevano a schieramenti diversi su questo campo degli armamenti e pure i sovietici alla luce di questa nostra impostazione di questa nostra esperienza sì avevano chiesto di istituire delle commissioni miste sovietiche aziende in partecipazione statale proprio per studiare la riconversione di alcune loro aziende belli che in attività invece di carattere civile
Io credo che
Questa impostazione deve essere portato avanti ripeto un'impostazione che io credo e in sintonia e per certi versi il presupposto della limitazione del commercio delle armi quello di farsi carico anche
Della destinazione di quali sorti hanno le attività di carattere produttivo per evitare e due conseguenze ugualmente negative di cui abbiamo parlato e anche se questa è la strada indubbiamente più difficile
Più complessa questa della riconversione imboccare la in termini molto decisi naturalmente il problema
Va inserito in un discorso di carattere generale non dove noi questa realizzazioni questa impostazione dobbiamo anche realizzarla per essere realistici tenendo conto delle intese internazionali dei del quadro internazionale
E soprattutto direi che questo problema del commercio delle armi della e quindi della riconversione della limitazione del commercio delle armi e quindi della riconversione
Per l'industria bellica deve essere portato avanti in un'ottica che si preoccupa che qui discorso non è certamente facile ma avendo dimensioni ancora più dilatate che multi soggettive certamente ancora più complesso quello che le prossime conferenze
Internazionali sul disarmo non riguardino soltanto le due super potenze o un numero limitato di Stati
Ma le prossime conferenze devono se ci vogliamo portare avanti con decisione questa strada se vogliamo recuperare rispetto alle drammatiche vicende anche di questi giorni
Le conferenze sul disarmo devono coinvolgere tutti sta devo impegnare tutti gli Stati attualmente questo è discorso non semplice ma che bisogna assolutamente avviare proprio perché lungo faticoso e complesso
E d'altra parte un indirizzo e un impegno che va condotto avanti
Parallelamente a un potenziamento dal ruolo dal ruolo dell'autorità dell'ONU un un ruolo di pace da parte delle Nazioni Unite appunto fu un ruolo che anche in queste conferenze assuma un carattere decisivo proprio perché non ecco rappresentativo di tutti i Paesi sia l'ONU spessa ai se il capofila di queste conferenza
Grazie molte
Giacomo Barbieri responsabile Ufficio internazionale della chioma
Lo diceva già strada nel suo intervento io che si è molto importane Di Matteo sia molto importante questa queste occasioni che ci derivano dall'uscita di questi libri che sono in fondo come si può dire il frutto del lavoro di un gradino a fasi grande sviluppo di lavoro sui temi dell'industria bellica della riconversione del mercato delle armi
Avviati da da da questi ricercatori come si può dire né sull'onda del positive speranze accese dall'evoluzione dei rapporti Est Ovest che giungono alla pubblicazione oggi invece in una quadro
Decisamente cambiato segnato dalla dalla dalla guerra del Golfo e dalle
E dal
Dalle minacce insomma che al processo stesso del disamore distensione in Europa si si delineano
Io penso che va be'la luce di questo la proposta faceva strada di di di orientare urlando Allah lo la lobby
Da costituire nella direzione che che mi suggeriva sia una proposta ad accogliere in pieno
Anche perché non va trascurato che il i segnali contraddittori che vengono dal dal dal mondo delle imperiese sono effettivamente tali ovvero il mentre registriamo una tendenza negativa che si va affermando in moltissime imprese non è soltanto il caso della macchina ma diciamo quasi tutte le le principali imprese militari stanno segnalando
L'esplosione di problemi produttivi e occupazionali significativi Oto Melara per un verso la stessa busta
Segnala questo tipo di preoccupazione eccetera per contro in unito per fare un esempio e un interessante seminari che si è svolto qualche una quindicina di giorni fa a Firenze
Promosso dal forum per la pace di di quella città e che si svolgeva fatto nuovo importante nella sede la soluzione industriali fiorentina con la partecipazione diciamo delle principali aziende del della realtà trentina abbia avuto il piacere di riceve un messaggio della FIAT che ci comunicava la sua non disponibilità a partecipare a questa discussione perché per discutere questi argomenti sulla riconversione diversificazione ci vuole un clima più sereno sul piano internazionale
Ora quindi la questione si presenta alle l'opportunità dell'operazione di questa nobile si presenta secondo me
In maniera grave forte
Per essere
Anche perché io penso che appunto l'accenno alla strada no in questi mesi abbiamo discusso molto di come orientare i cosiddetti dividendi della pace
In direzione della riconversione in direzione della diversificazione produttiva in direzione di scelte economiche che come si può dire rendano irreversibile la tendenza al disarmo e alla pace
Dovremo anche prepararci a fare i conti con tra virgolette quei dividendi della guerra
In corso nel senso con il rischio che si presentino drammatiche inversione di tendenza
In ordine ai problemi che noi pensavamo di di sviluppare allora partendo dal dalla situazione del sindacato io credo che ci siano non voglio che stare a fare largo il racconto la discussione su cosa sulla attuali per posizioni prese da vari sindacati in Italia
Io penso che sia un elemento importante che finora si magari italiano sulle vicende della guerra del Golfo sia riuscito
Pur con probabilmente una posizione insufficiente a mantenere una posizione unitaria perché questo permette di avere una potenzialità operativa ed iniziativa maggiore
Se su questo posso dire qual è la mia persona opinione credo che il limite principale dell'azione del sindacato e nostra in questa fase sia quella che non siamo stati capaci di parlare ai lavoratori
Nei andando che la proposta che pure c'è stata di promozione di assemblee non non non marce non procede con la necessaria o perché io credo che sia importante questo passaggio sia per verificare l'orientamento dei lavoratori che credo sia non sia purtroppo divergente da quello che si registra nei sondaggi sull'opinione pubblica in genere
In secondo luogo perché è un passaggio fondamentale stesso per la ripresa iniziativa sulla riconversione da parte del sindacato
E ne eravamo convinti sarda da tempo quello di farne un problema di tutti i lavoratori e di tutta la sutura sindacale e non solo dei lavoratori delle industrie militari
Sia perché è un problema che si risolve solo in parte dentro le buste militare in molte realtà del nostro Paese si risolve sul territorio con ipotesi di sviluppo industriale di servizi alternative a una predominio militare ha una concentrazione militare di produzione e di investimento in alcune parte del nostro Vittorio penso punto a barese alla spesso i soliti esempi siamo fatti quindi perché c'è un passaggio in cui sindacato deve impegnarsi fortemente che quello di fare di questa questione della della della guerra e dell'economia di guerra dell'economia di pace della riconversione un tema di dibattito con i lavoratori erano soltanto un terreno come si può dire di ricerca di un punto d'intesa nel pluralismo politico e organizzativo che caratterizza sindacati italiana che evidentemente diverso da quello tedesco di altri Paesi caratterizzati sostanzialmente dal monopolio dall'unicità sindacale che ovviamente da un certo punto di vista favorisce secondo livello d'iniziativa quello di visto di non ripeto le cose sulle proposte sia sulla questione la legge sul commercio che sulla le proposte di legge sulla riconversione perché sono totalmente d'accordo quello che han detto sia Di Matteo che Estrada
Aggiungendo anche elementi informativi e credo che sia un versante fondamentale l'iniziativa che è quello europeo anche per il sindacato
Tra l'altro i quattrini diciassette d'aprile si terrà a Bruxelles alla prima conferenza europea dei sindacati metalmeccanici la federazione europea dei sindacati metalmeccanici sulla riconversione industria bellica
Nella quale si dovrebbe almeno costante lavoro preparatorio dovrebbe essere acquisita il lancio di una vera e propria campagna europea per la riconversione
Inquadrate con la richiesta di un fondo europeo per la riconsegna buste bellica
Ma che non come si può dire non assolva nella ricerca di un fondo europeo gli impegni sul piano nazionale per ottenere analoghe iniziative governative di sostegno alla riconversione
Io presso penso che essi che si tratti di un'iniziativa di grande importanza tenuto conto che la federazione europea dei metalmeccanici che fino a poco tempo fa era la come si può dire prevalentemente la federazione dei sindacati del del del dei paesi la comunità europea e dei paesi scandinavi in conseguenza delle vicende
Dell'Europa orientale sta aprendosi alla presenza di di di sindacati e anche dei Paesi ex socialisti diciamo quindi l'Ungheria la Cecoslovacchia quindi si tratta di una forse prima opportunità di confronto sulle iniziative su questa materia
Che che che si abbina Europa
Il
E non sfugge a nessuno credo l'importanza che questa iniziativa non si presenti per il momento speriamo che sia così che alla fine sotto la forma di un seminario di un convegno ma sotto la forma di un'iniziativa politica di lancio
Di una campagna che coinvolgerà fin dall'inizio diciamo la commissione
Della Comunità europea altre e altre istituzioni
Governative
Mi interessa
Sì io penso poi che sia importante la dimensione come si può dire europea in due versanti
Uno perché
A me pare che uno degli elementi del dei rischi maggiori
Della dicendo del Golfo sia che se questo è il modo di gestire i conflitti che si tende ad affermare al di là che si trasformino i conflitti in guerra come è stato nel Golfo ma questo è l'itinerario politico che si è appreso dei conflitti
Chi verrà schiacciato
Probabilmente quanto in Europa si è prodotto in termini di costruzione di nuovi modelli di sicurezza di relazioni tra i popoli e tra gli Stati
Negli anni passati sia ad opera diciamo del evoluzione dei rapporti politici tra i blocchi tra i governi sia a opera anche degli effettiva dei movimenti pacifisti eccetera
Quindi si tratta che in e che ai agli Europei pacifisti e non sindacati forse si tratta proprio di sì approfondire un'analisi e sviluppare una a partire dal dalle menti culturale ma anche proprio di di capacità di formulazione di proposte politiche
Ad esempio la nozione di cooperazione economica di cooperazione allo sviluppo
Fa probabilmente non solo di vista per la sua esperienza non positiva aveva nel nel nel favorire equilibrato del dei private come sviluppo del Sud del mondo ma anche perché per esempio non è pensabile che modello di cooperazione sia analogo nel rapporto con le con i paesi le diciamo dell'Europa orientale analogo al modello che si è utilizzato quei Paesi del Sud del mondo eccetera eccetera c'è una specificità forte secondo me della esigenza che sia le le che siano gli europei
Cara ad assumere avrà a prendere consapevolezza di questo secondo perché il pericolo concreto già esistente di una pesante militarizzazione
Nuova forma di militarizzazione del territorio e quindi del comportamento del ruolo politico degli Stati europei in particolare in questo caso ci riguarda molto da vicino
Diciamo del versante sud del versante mediterraneo della dell'Europa quindi io credo che siano
Che appunto sia molto importante non solo mantenere e utilizzare quanto abbiamo lavorato in questi anni e dargli più questo carattere appunto di
Proposta proposta sindacale
Coinvolgente i non il vertice sindacale o alcuni segmenti del sindacato ma i lavoratori ma anche individuare con rapidità quali sono quelle questioni nuove che la nuova situazione ci presente davanti sulla quale noi credo risposte ancora non ne abbiamo
E
Dobbiamo attrezzarci a darle cioè non non dobbiamo semplicemente come suo dire accontentarci del fatto che abbiamo sviluppato una livello di approfondimento elaborazione sui temi della riconversione dei Cousteau militare
Significativo che può essere dovrebbe essere di più usato come forma di pressione politica ma anche domandarci interpellarci su quali sono le questioni nuove sul in tutte le direzioni che si presentano e sulle quali invece permette non abbiamo ancora una risposta convincente
E che costituiscono come si può dire la la la la il principale strumento di provocazione politica nel nelle nelle posizioni ostili appunto al famoso pacifismo a senso unico eccetera eccetera e dobbiamo avere della capacità di elaborazione e di risposta
Forte sulla materia della del della gestione dei conflitti della regolazione dei conflitti delle proposte delle cornici di cooperazione e di sicurezza reciproca
Non solo nella direzione est-ovest va nella direzione nord-sud che è quella più pressantemente all'ordine del giorno e sulla quale francamente il modello che abbiamo costruito
Nell'esperienza del pacifismo europeo sull'Est e Ovest probabilmente non basta non serve non funzionò nome
Non è rispondente alla alle esigenze di portata all'esigenza di questo tipo di rapporto presente
Giacomo sardi notti soluzioni azione
Ogni sera leggevo un con mento fatto da alcuni chiamiamo io punto così genericamente militari
Sul lo stato del movimento per la pace negli anni dal l'ottanta al all'ottantotto dove si traeva appunto una considerazione finale
Di questo di questo tipo ovvero insomma tutto sommato i militari potevano stare sostanzialmente tranquilli perché sì il movimento pacifista italiano è in grado di esercitare un'azione di lungo Periodo che per provocare una mutamento delle coscienze nel nell'opinione pubblica e quindi la crescente ostilità nei confronti dei militari delle strategie della produzione
Delle armi ma che però nel Lelli mediato nell'immediato il movimento per la pace italiano ha dimostrato una profonda incapacità di incidere nel processo politico decisionale e sostanzialmente viene rivelata rilevato anche un'analisi molto dettagliata del questi degno di questo decennio del pacifismo come appunto il pacifismo sia intervenuto abitualmente dopo che le decisioni fossero state prese e che proprio dalla di la divisione che poi gli veniva riassunta in componenti marxiste cattoliche e laiche del movimento per la pace
Di fatto impedivano appunto la questa intervento efficace nel processo decisionale politico
Ora io credo che questo sia il momento in cui noi ci dobbiamo porre e credo che a ci siano anche le condizioni abbiamo in fondo maturato dieci anni di esperienza e per per produrre delle iniziative
Che a questo punto abbiamo l'obiettivo di essere utili d'efficaci
Per fare questo io credo che oggi abbiamo poco urtato mattone molto grosso la pubblicazione di queste due libri questa nuova iniziativa lo anche qualche modo confermato credo che oggi siano tutte le condizioni per uscire
Da quel clima di episodicità e di frammentazione nell'intervento che in Italia si è sviluppato
Attorno al nodo del disarmo e della e della riconversione
Per arrivare a che cosa io credo che noi oggi prima si è parlato molto positivamente
Io volevo chi usare queste specie quello di lobby io vorrei aggiunge neanche un'altra credo che noi dobbiamo passare oggi se vogliamo davvero costruire dare efficacia nostre iniziative delle istituzioni e di pace
Credo cioè che dobbiamo essere in grado di rendere permanente il nostro lavoro il nostro la la cooperazione tra tutte le diverse anime le diverse sensibilità i diversi luoghi di iniziativa e di produzione di conoscenza di sapere di proposta pacifista con lo scopo di arrendere continuativo e permane ed efficace la nostra iniziativa credo quindi che noi dovremmo andare ad una alla realizzazione di una proposta di cui abbiamo già parlato parecchie volte di una commissione nazionale per il disarmo e la riconversione
Che non sia uno dei tanti organismi che nascono e che muoiono qualche giorno dopo perché sto voluto dalla parola d'istituzione di pace perché dovrebbe essere un qualche cosa che è fatto non da Silvio da formalità
O da equilibri eretto su equilibrismi poi di difficile è difficile tenere nel tempo ma che sia fatto effettivi a tutte quelle persone e qui dentro ce n'è una una buona fetta credo che ne mancano che non ne mancano moltissimi
Che possono mettere insieme tutto il proprio sforzo e le proprie seri per poter avviare un'azione coordinata a tutti i livelli
I livelli sono quelli locali ricordava prima Alberto Castagnola con la necessità della costituzione di comitati di zona
I coordinamenti di iniziative in cui sindacati pezzi di sindacato lavoratori
Movimenti per la pace enti locali sì coordino reagiscono insieme sui due versanti che sono appunto quelli che stati citati quello della proposta politica concreta e della proposta culturale
E sono due binari che devono però andare avanti
Con con contemporaneamente
A livello nazionale perché io credo che sia assolutamente necessario
Che data anche la fluidità della situazione fluidità di continuerà ancora per parecchio tempo noi dobbiamo essere in grado di seguire con continuità le volevo evolversi della situazione ed essere in grado di intervenire in anticipo e non in in ritardo in questo è possibile soltanto se abbiamo anche una sede comune di elaborazione e di confronto e infine per una iniziativa di pressione sottolinea e di controllo sul Parlamento purtroppo anche l'europarlamentare le iniziative ci sono state sono state spesso poco coordinate tra diretta tra di loro oggi invece mi fa piacere sottolineare il il fatto che sia strada che che Sergio Andress abbia sottolineato punto questa volontà
Di costruire una lobby parlamentare credo che questo possesso darci effettivamente l'occasione la possibilità di intervenire concretamente su questi tre nodi che vanno portati avanti assieme il nodo del disarmo il nodo della spesa
Del quindi della spesa militare il nodo del commercio delle armi il nodo della riconversione sono tre nodi che rispetto ai quali sono necessarie competenze analisi studi progetti diversi ma che se non si muovono contemporaneamente risentono della debolezza di di di di una forte di una forte del debolezza del resto tutto questo è anche quanto noi potremmo fare per dare un un serio contributo e a livello europeo e a livello del Mediterraneo
Badate Noè in abbiamo già parecchi rapporti iniziative con Comuni con le diverse forze che si occupano di riconversione in Europa
Credo che noi abbiamo un grosso problema anche nei Paesi del Medio Oriente e nei paesi nei Paesi dell'altra sponda diciamo quelli con i quali oggi noi stiamo cercando di costruire dei ponti dei ponti di dialogo bene quando sarà scoppiata la pace quando si effettua la guerra sarà finita noi dobbiamo sapere che per il mondo arabo scoppierà invece una fase continua continua di tensione di conflitti e la richiesta di approvvigionamento o di costruzione di armamenti in quell'area sarà una richiesta che verrà giustificata con la richiesta con la necessità di costruire di preservare la pace in in in quei in quelle zone allora noi dovremmo dare una risposta dovremmo essere in grado di intervenire dare un la proposta di un nuovo modello non ho idea di sicurezza che devo dire la sincera verità ancora non nemmeno noi abbiamo ancora chiara ecco perché io ho voluto sottolineare questo aspetto questo che vorrei che da questa in riunione
Tutti insieme prendesse un po'nota della necessità di passare ad una fase operativa comune a rendere stabile il nostro lavoro per renderlo efficace più utile
Grazie non Flavio Lotti limpido soluzione per la pax diamo la parola ora Luisa Morgantini responsabile internazionale della Fim-Cisl e con lunga storia di impegno e su questi temi no non troppo ma insomma anzi poco come quello del sindacato in realtà
No ecco a me sembra che il sindacato è stato in realtà ha chiamato in causa molto direttamente
Non soltanto oggi
Con questo documento deleghe Mittal ma anche per altre cose quindi non non di inutile dilungarsi su navi che mi pare state fatte sulle quali poi i condividiamo perché appunto con le persone che qui oggi hanno organizzato questo lavoro siamo in contatto permanentemente ecco mi sembra che Giacomo diceva prima una cosa importante sul quale io concordo pienamente che è necessario fondamentale che ci sia un lavoro tratti gli operai tra i lavoratori per perché questo processo culturale anche di cambiamento di rifiuto di una Dida produzione di questo tipo venga fatta mi sembra però che questo problema per quanto sia vero Este bensì al nostro stile nostro meno di lavoro
A prima un altro problema che quello che in realtà le strutture sindacali stesse non sono convinta di questa cosa
Non voglio qui fare un discorso in Lucrezia si sono i lavoratori che devono imporre se sono i sindacati che di fatto però mi sembra che in tutti questi anni a parte alcuni anni sopruso come metalmeccanici in realtà nel momento negli anni diciamo tra il tra il settanta e l'ottanta ed è stato un grosso impegno sindacale per un progetto di riconversione anche se poi poco è stato analizzato promulgò stato fatto da un punto di vista della trasformazione anche culturale rispetto al tema cioè la pena di coscienza del fatto che appunto si sta produrre
Una un tipo di produzione che in realtà produce produce morte come stiamo vedendo quotidianamente
Ecco mi sembra quindi che come sindacato da una parte ci siamo mossi con molta titubanza reticenze timidezza e anche molto spesso trovando all'interno delle strutture sindacali un rifiuto in fondo
A a discutere a far diventare questo problema quello che diceva già potrebbe essere un problema non soltanto di chi si occupa dell'industria bellico dei lavoratori che sono entrato in Sabelli Camera alta un problema di tutta la struttura sindacale in questo senso credo chi di noi
Più più adesso qui vedo Mario Segni e pigli Emilio Lonati
Appunto ovviamente già come altri che nel sindacato occupati queste cose sicuramente hanno trovato e abbiamo trovato l'Inter al sindacato una forte resistenza certa dovuta a condizionamenti già attivi dovuta sicuramente al alla struttura alle nostre economia dovuto al fatto che il il ricatto
Del lavoro e se se l'è stato più forte De Prà abbiamo visto appunto un forte rifiuto etico-morale anche del della produzione bellica negli anni in cui in fondo
L'industria bellica dire era un elemento trainante si vendeva molte l'Italia entrava appunto nel novero delle grosse potenze industriali mi questa fase mi mi pare che sia molto più debole il rifiuto alla produzione di Isabella contemporaneamente però maturato anche all'interno del sindacato e in questo senso è una cosa positiva insoluti anche molti anni è maturato molto di più il rapporto che esiste fra quello che è il rifiuto morale della produzione delle armi e contemporaneamente anche andare alla radice del di quello che il sistema e quindi è maturato di più invece l'elemento che vede anche per l'economia stessa la la il declino e sembra paradossale in realtà in questa fase in cui le armi sparano così tanto ecco per cui mi sembra che quindi abbiamo all'interno del sindacato una situazione in cui c'è scarsa sicuramente cultura
Nei lavoratori spetta a questo ma anche nell'organizzazione stessa sindacale una reticenza la timidezza e anche molto spesso una versione non è un caso per esempio dell'riusciamo anche come metalmeccanici che in fondo su queste cose siamo sempre stati un po'avanti non riusciamo a trovare una cosa che è fondamentale per l'uscita lavorare anche un un momento unitario
Rispetto a a questi temi cose su magari poi ci sono anche nostra incapacità a trovare questi momenti però non c'è dubbio che quando discutiamo fra le tre organizzazioni vi sono certamente posizioni diverse molto spesso
è difficile trovare un elemento comune che ci che ci unisca non è un caso appunto che in stiamo lavorando adesso anche in modo separato cosa che invece sarebbe fondamentale riuscire a riprendere un un lavoro unitario loro tre unità tra noi
E tanto è vero questo problema però che anche nei lavoratori c'è incertezza e confusione sulla quale però noi come sindacato non operiamo troppo per per fare cambiare posizione che mi raccontava Lonati che lavora
Al sindacato della FIM della zona di Legnano che stanno raccogliendo firme per esempio per una cosa importante intestate scusa quella che questa legge per i controlli esportatore le armi che non viene assolutamente applicata che anche anzi questo vento è sospesa e si diceva qui appunto che questa lobby necessaria non non può e non non trova con sé trova modi di essere applicate la legge sostanzialmente bloccata ecco alla zona di Legnano San raccogliendo le firme tra i lavoratori
Per perché invece si discuta e si applichi questa legge sulla contro le esportazioni che tra l'altro prevede in uno dei suoi primi articoli anche che si proceda per per la riconversione
Allignano sapendo firme Lonate pubblicato un articolo su quella sera che l'ha ripreso e dentro la Borletti sono lavoratori che stanno raccogliendo firme
In realtà invece qui contro questa posizione per la riconversione dicendo ecco ci sono personaggi anche dal sindacato sulle stranamente utopici e che non e che non parlando con la Regione non vedono invece l'antico come in fondo questa guerra ci aiuta a risolvere i problemi personali qui c'è un problema fondamentale grosso di lavoro che dobbiamo fare
Nel all'interno i sindacati verso gli oratori ma anche su anche all'interno delle nostra struttura organizzativa in questo senso però in questi anni e per lui sono maturate alcune cose anche con l'aiuto ai sindacati per esempio gli osservatori
Che la Sud nel sindacato su prettamente burocratica e molto spesso lenta nel nel prendere delle delle posizioni però per esempio questo problema in serata è stato promosso in alcuni soci al sindacato
E anche in qualche modo aiutato come sapete quindi siamo nel sociale in cui molto di più è cresciuta la capacità e la conoscenza
Rispetto a questi temi
Come come Fini per esempio nelle quali molto importante che pensiamo Supa dobbiamo lavorare anche unitariamente appunto da una parte questa questione della legge sul sull'esportazione e anche il fatto che si
Definisca il fondo per la riconversione quindi in questo senso mi sembra che Lucky nostra capacità non soltanto come sindacati metalmeccanici o con le confederazioni ma anche con tutte le forze che in realtà sì che si occupa di queste questioni mi sono molto importante che non riusciamo a trovare un momento un momento unitario pliche Metal ha fatto questo documento che ritenuto importante notato discuteremo ne parlava Giacomo anche nel Conferenza sul disarmo che facciamo come sindacato europea io credo che sia questo un momento importante per verificare anche le nostre varie posizioni
Per cui credo che ecco mi sembra sono attento dobbiamo un po'procedere per fare in modo che si riescono a finalmente ridefinire una serie di questioni voglio dire una cosa
Mario seppi che quindi ha forse interviene anche Luigi a seguito molto la questione a riconversioni una serie anche meglio forse ne parla anche meglio una serie di accordi per esempio che come sindacato abbiamo cominciato a farli
Non
Forse più sulla diversificazione che sulla che sulla riconversione se importante Lecce riuscire di nuovo a rilanciare Pato in questa fase in cui c'è la guerra a rilanciare molto di più la questione da riconversione appunto andando alle radici di quella che è la Guerri perché sono questi sistemi economici
Ringraziamo Luisa Morgantini diamo la parola Elio Pagani del comitato cassintegrati Aermacchi per la pace il diritto al lavoro che ci portano a donna testimonianza diretta sulle del situazioni di difficoltà più acuta tormentate
Sì levati Cametti con l'accordo firmato il venti tre di dicembre iniziato mettere in cassa integrazione
I primi trecentodieci lavoratori sui seicento che ha dichiarato di voler mettere in cassa integrazione
Ne seguiranno altri novanta al giugno e io penso che analizzare questo caso
Possa essere utile a voi appunto come e analisi di un caso e utile certamente a noi invece come Comitato di dei cassintegrati armati per la pace il diritto lavoro per comunicare gli obiettivi della vostra lotta l'Aermacchi un'azienda del settore aeronautico militare occupa due mila seicentocinquanta lavoratori compresi centodieci dirigenti
E diciamo opera per nel campo degli addestratori militari con i velivoli MB trecentoventisei divenuti famosi per la tragedia di Casalecchio e MP3 tre nove divenuti famosi per incidente di Ramstein
Opera poi i in coproduzione con Aeritalia e Embraer brasiliana per la produzione la progettazione di parti del
Del velivolo di appoggio tattico
AMX e poi su sedimenti del e nere ci ha tornado della centoquattro del G duecentoventidue eccetera
Con questa cassintegrazione appunto definisce un esubero strutturale per trecentocinquanta addetti che se secondo punto quest'accordo non dovranno più rientrare in produzione e e quindi si prevede o meglio teoricamente si prevede una se di misure per i loro smobilizzo
Che cosa vuol fare Aermacchi nel frattempo Aermacchi punta ad essere di nuovo leader nel settore degli addestratori per quanto riguarda il velivolo
A chicchessia
E poi i spera di riuscire a vincere un concorso in America un concorso che si chiama J. pazzo per a fornire un MP tre tre nove modificato alle Forze aeree da testamento appunto statunitensi
E entrata nel programma e fa per dei sedimenti e punta anche seppure in parte con estrema timidezza secondo noi nel settore civile
Si fece un accordo sindacale appunto due anni fa a cui fece seguito lo sviluppo della di parte della progettazione per la cabina di pilotaggio del velivolo sviluppato soprattutto da dormire che si chiama trecentoventotto
E punta su altri piccoli piccoli segmenti di civile
L'azienda ritiene in pratica che sia molto difficile entrare nel settore civile secondo voi anche in parte mistificando quelli che sono dei dati oggettivi del mercato nautico civile
Dicendo che il ricavo per chilo di prodotto militare civile e si dimezza nel settore civile
E in ogni caso l'ingresso nel settore civile modifica il mix occupazionale a favore dei degli operai e a sfavore dei tecnici
Lui diciamo invece che non è non è completamente vero dipende naturalmente in quale dei sette quale degli spazi di settore civile ci si vuole collocare ci sono sparsi ancora importanti che veicolo una vedrebbero una diciamo una estasi del mix occupazionale favore dei tecnici o addirittura settori che potevano sviluppare ulteriormente
E dall'altra parte diciamo che il mercato nautico civile non è un libero mercato ma come dimostra lo scontro Boeing
Consorzio Arbus
Anche il mercato civile in parto mercato protetto
Io però poté dà l'impressione di casa diventato pacifista tutto d'un colpo e di correre diciamo così a chiedere come come gli altri cassintegrati di Aermacchi che tra l'altro appoggiano questa nostra iniziativa di cui poi parlo e appoggio questi nostri obiettivi
Appunto scorre ai ripari per chiedere dei supporti che in realtà non ci meritiamo perché saremo d'altra parte della barricata allora io devo presentarmi anche devo dire che va be'solo anni che ho operato all'interno del sindacato prima nelle Selene poi nella Fim-Cisl sulle questioni della riconversione dell'industria militare
O rilasciato un'intervista richiesta mi da famiglia cristiana nell'ottantotto in cui denunciavo diciamo così la mia azienda per traffici illeciti dato sì
E gli embarghi dell'ONU appunto Brigato riversata sette con il Sudafrica ma anche parlavo dei dei rapporti commerciali con Iran e con Iraq
In piena guerra tra i due Paesi
E e successivamente dopo l'accordo sul civile o ho fatto obiezione professionale la produzione militare
E teoricamente s'è dovuto essere salvato dalla cassa integrazione che riguarda su tutto il comparto militare ma mi hanno cassintegrato lo stesso
Come come hanno messo in cassa integrazione tutto quasi tutto il gruppo diciamo così dei degli antimilitaristi come definiva una giornale locale
Del che operava l'interno dell'Aermacchi
E così nella maggior parte dei delegati della della del sindacato
La Fim-Cisl è stata penalizzata ed era la organizzazione di cui faccio parte sono del direttivo la Fim-Cisl territoriale
è stata diciamo nel passato recente anche protagonista maggiore delle lotte tra diversificazione a civile
Ecco i criteri che l'espulsione sono anche altri hanno colpito diciamo tecnici i non che non accettavano questo tipo di ristrutturazione in atto
A anche donne e così via malati cronici e via dicendo comunque
Che cosa stiamo facendo hanno gli altri del comitato cassintegrati per la pace diritto al lavoro siamo oramai da un mese in una delle piazze storiche di Varese a digiunare a staffetta
Per tocca per proclamare una città siano urgentemente coniugati il diritto alla pace e il diritto al lavoro manifestiamo anche contro la guerra e contro questa guerra manifestiamo per la riconversione dell'industria militare
Diciamo per la tutela dei lavoratori di queste industrie che potrebbe se colpiti da ridimensionamenti che in parte già sono colpiti da ridimensionamenti perché chiediamo
Per evitare che e si cedono il sindacato ceda come in passato già avvenuto come anche in questo caso e avvenuto alle al ricatto occupazionale che che porta diciamo così a farsi
A farsi interpreti di istanze della lobby militare industriale
Anche questa volta appunto alcuni sindacalisti rivendicavamo in assemblea l'esigenza di trasferimenti tra spesa militare a favore del settore nautico a favore del Macchi
Anche questa volta hanno rivendicato successivamente diciamo la la primogenitura della del del fatto appunto che in parte veniva anche citato
Veniva anche citato nella nelle domande nelle relazioni precedenti
Nuove appunto diciamo che fare lobby militare è eticamente scorretto
Perciò riteniamo che si debba non si debba mettere insomma in condizione di ricatto occupazionale laboratori del gusto militare allora i nostri obiettivi in parte assunti anche dal sindacato solo questi anzitutto occorre operare perché appunto a livello parlamentare vengono approvati strumenti per la riconversione come fondi legge per la riconversione e diciamo iniziative della domanda pubblica in un processo articolato di politica economica ed industriale
Per il sostegno produzioni e civili alternative in secondo luogo diciamo che comunque vanno tutelate le stanze e le esigenze dei lavoratori che solo di reddito che sono di professionalità per evitare appunto di di cadere nel ricatto occupazionale e in particolare chiederemo questo che si intervenga nel dibattito legislativo attuale e per introdurre alcune norme anzitutto riteniamo importante ci sia sinto dunque la obbligatorietà dei contratti di solidarietà c'è che permettono una sostengo dei costi diciamo così della crisi di queste aziende redistribuiti anche sui lavoratori e quindi meno sullo stato un poco di sull'azienda
E in questo modo limitare diciamo così le espulsioni traumatiche
Allo stesso modo rendere obbligatoria la rotazione cassintegrazione
Contemporaneamente operare perché le espulsioni siano dato che appunto in ogni caso una processo di riconversione può effettivamente vedere una una modifica dei mix occupazionali e comunque una espulsione dei lavoratori
Sì preveda un'espulsione pilotata diciamo così attraverso prepensionamenti speciali noi siamo Roma anche per questo per per esempio per introdurre nella legge nel proposta nel progetto di legge governativo tre quattro nove sette
Il settore della difesa
E quindi Aermacchi ma altre aziende appunto sono in crisi e altre aziende espellere hanno forza lavoro nel più breve tempo possibile
E quindi in altre proposte di legge in in discussione
Per prepensionamenti di altra natura e così per la ricollocazione obbligatorio diciamo o preferenziale di questi lavoratori negli altri settori pubblici o privati
Allo stesso tempo diciamo che per chi comunque non è posto non è così per ricollocare Ovo pensionare sarebbe importante una sorta di supporto diciamo così alla alla cassa integrazione non specifica se integrazione verde come per il settore ecologico o o come è avvenuto per la Montedison e per scusate per la scelta nucleare di Montalto di Castro
In ogni caso eventuali riduzioni di orario particolari dedicate al settore
E con la nostra iniziativa ha coinvolto parecchie forze sociali molti cittadini siamo in sessanta ci siamo alternati a digiunare
Al primo appoggio appunto dei cassintegrati Claire Macchi ha avuto l'appoggio parziale del sindacato e l'appoggio parziale delle forze istituzionali e dei partiti
Comunque c'è molta disponibilità intervenire soprattutto nel nell'ambito della riconversione dei fondi ristretti per la riconversione nell'ambito dei prepensionamenti
Termino dicendo che effettivamente la cosa della riconversione è una cosa complessa
Nel passato si è fatto fatica appunto a a a prenderla per le corna ora è assolutamente necessario
Occorre farlo eviterà evitano davvero di far pagare tutti i costi ai lavoratori interessati grazie
Altre richieste d'intervento
Prego
A scusa Giovanna pensavo farà scusami prima Marino adatti della FIM lombarda Giovanna ricoveri responsabili internazionale CGIL
Un brevissimo
Io credo innanzitutto e lo dico con amarezza che probabilmente questo conflitto ha già visto dei vincitori
Sono i signori della guerra il cosiddetto complesso militare industriale basta vedere l'andamento le aziende militari americane sia in termini economici che appunto rispetto agli indici di Borsa per avere la dimostrazione di questo credo che anche in casa nostra
Per esempio l'avvocato più riverito se piatto d'Italia
Stia stia gioia endo di questa nuova situazione
Io seguo la Borletti FIAT
E
L'azienda ha annunciato i primi rientri dalla cassa integrazione pesantissima a zero ore ha seguito probabilmente di nuovi scenari che ci sono venuti a delineare conseguentemente la guerra del Golfo
Io confermo anche che il gruppo FIAT assolutamente si dichiara e lo fa negli incontri ufficiali con il sindacato
Indisponibile a qualsivoglia ipotesi di riconversione
Gli uomini di Corso Marconi ufficialmente dichiarano che il business rimane quello della guerra e quindi questo loro sanno fare e questo loro vogliono continuare a fare
Io credo che se non riusciamo scardinare questa logica che è presente soprattutto delle aziende l'impero FIAT che conta complessivamente questa realtà il venticinque per cento della produzione nazionale bellica io credo che avremo di che preoccuparci in quanto se questa è la logica si farà di tutto perché questi percorsi di pace che pure amo ipotizzato gli anni passati non solo non si consolidano ma vengano messi in discussione
Io credo anche che in una fase come questa occorra sia necessario andare con un progetto sia necessario andare con una volontà apre politica precisa tra i lavoratori
Io credo che in cuor loro i cassintegrati Air Macchi cassintegrati Borletti o della Fincantieri cos'altro se vogliamo evitare che appunto speri no
Che questa guerra possa riaprire possibilità di commesse quindi possibilità produttive lo dobbiamo essere in grado di portare concretamente opzioni alternative
Io mi sono trovato molto in difficoltà per esempio con questi lavoratori cassintegrati con i quali amo lottato per avere finalmente la legge che regolamenta se l'export a dire
Nelle ultime assemblee che questa legge di fatto è ferma e ferma soprattutto nel primo articolo che quello che prevede l'istituzione di un fondo ATO favorire o supportare la riconversione non siamo credibili in questa maniera perché allora l'unica soluzione per poter avere diritto l'occupazione quella di sperare che altre altri scenari di guerra possono venire avanti
Io concludo dicendo che in una situazione come questa essenziale che il sindacato faccia così come in passato è accaduto per il settore siderurgico santo cielo nel momento in cui FIM FIOM UILM nazionale
Vengono a conoscenza e questa mattina i ricercatori ce lo confermavano che nei prossimi cinque anni il trend occupazionale dovrebbe interessare una caduta
Pari a quindici venti mila posti di lavoro io credo che si debba fare un discorso di riconversione vera in termini di politica industriale così come si è avuto il coraggio di farlo per esempio nel settore
Della siderurgia o o della cantieristica allora se queste cose sono vere da una parte le organizzazioni sindacali dono darci un progetto che oggi c'è ma è molto spezzettato
Gestito all'interno le singole organizzazioni dall'altra è necessario un un collegamento stretto con la sfera del mondo politico io credo che se il il presidente la commissione industria
Ha dichiarato che si tornerà parla a parlare della applicazione della della legge per l'export del luglio scorso dopo che sarà terminata la crisi del Golfo e perché qui dentro ci sta la logica secondo la quale fintanto che c'è guerra c'è speranza e quindi aspettiamo di verificare se sarà necessario parlare ancora più in là o meno di di riconversione
Bisogna assolutamente sbucare questa legge necessario che si raccolgono firme che si costituisca certamente questa l'Abi all'Inter al Parlamento ma anche da parte delle forze sociali delle forze sindacali ci siano iniziative concrete che creino cultura certamente tre lavoratori ma costituiscano una pressione positiva
Perché o c'è la nostra pressione positivo altrimenti il rischio è che ci siano le pressioni fatte appunto dalle dalle lobby della guerra fate il complesso militare industriale
Giovanna Melandri Giovanna
Ricordo di scusami pensavo fammi Sama sessanta settanta carriere molto brevemente nel nata anche loro
E io voglio dire solo una cosa sostanzialmente cioè io ho sentito ascoltato le proposte che qui sono state avanzate le trovo tutte molto interessanti però se mi sembra che queste proposte
In realtà sono diciamo non traguardando insomma la il cambio di fase che la guerra del golfo del comportare francamente io credo che la linea che ci eravamo dati della riconversione sono stata chiamata in causa prima da Mario Pianta sul convegno di novembre dei sindacati europei del gruppo socialista europee
è una linea in teoricamente molto giusta la linea che dice come dicevano qui Company delle fabbriche
I costi della riconversione a riconversione ci deve esserci devono essere strumenti perché la riconversione avvenga i costi della riconversione non devono essere pagati dai lavoratori linea sacrosanta ed è su questa linea che noi abbiamo lavorato negli scorsi anni
Con tanti convegni perché mi sono stati citati alcuni ma insomma ce ne sono stati moltissimi in Italia e all'estero
L'uno questo importante io credo della della CEE del gruppo socialista europeo lungamente preparato che dovrebbe addirittura portare ad una direttiva di bando al Mann il commissario al dell'industria a livello parlamentare
Ecco allora per che ci siano strumenti di riconversione a sostegno delle imprese ma dei lavoratori e qui Pagani citava molti di questi strumenti ha ragione e son tutte cose da farsi il prepensionamento
Il i fondi non vado oltre perché sono d'accordo sono ancora mi sembra però che in parallelo noi dobbiamo meglio mi sembra proprio capire che la riconversione non va avanti senza una forte radicalità
Che tutti noi dovremmo assumere a partire da oggi perché questa non è la solita guerra regionale questa è una guerra
Che va a sconvolgere il mondo lo adesso non voglio entrarci e allora non ci basta la vecchia mi sembra che c'è una connivenza da parte di tutti noi un po'di spinta di qui a un una commissione di qua un Parlamento si prendono delle posizioni
Qual è il nodo che ci sta sotto e che secondo me non emerge che dovrebbe emergere ve lo dico parlando del nucleare così credo che ci intendiamo subito secondo me
è successa una cosa a quattro anni fa cinque anni fa non mi ricordo bene a Chernobyl dopodiché ci siamo impegnati tutti ci sono stati i referendum manifestazione e siamo arrivati a dire nel nostro Paese le centrali nucleari non ci devono essere
Ci hanno detto siete dei matti perché ce l'avete tutti intorno in Svizzera in Francia ed è verissimo ne abbiamo detto va be però insomma per il momento l'Italia sovranità nazionale non c'è ancora europee e tanto lo facciamo qui poi lo faremo altrove
Ecco allora io non voglio confrontare la produzione di armi con la produzione nucleare lo so che è più difficile ancora figuriamoci se la possiamo confrontare con l'acciaio magari Franco e e sul corso la situazione del dell'acciaio una quella del nucleo
E un'altra è questa del militare è peggiore ancora perché peggiore perché socialmente meno appetibile le armi non sparano dove si producono spara altrove però non si può accusare i lavoratori la gente ma era già secondo me ha ragione Giacomo quando dice che che il problema è che che non abbiamo parlato li hanno fatto le assemblee ma perché non si fanno le assemblee ma voi credete veramente che ce lo proibisca qualcuno ma non ce lo proibisce nessuno è che le assemblee non riescono se non si fanno su una linea forte che abbia che entri nelle coscienze che faccia capire alla gente che lavora che si perde tempo per qualche cosa la gente non è mica nata ieri
Va bene allora in un Paese per come l'Italia e la produzione militare ci dicono non è neanche tanto estesa voglio di allora perché qui bisogna assumere tutte le leggi del parlamento la Costituzione non lo dice che non si può produrre le armi e lo dovrebbe dire lo dovrà dire insomma le costituzioni nascono questi cani non lo so se necessario cambiarla io credo che questa radicalità deve essere assunta da tutti e non importa che non sia stata la segreteria del della CGIL CGIL CISL UIL dirlo non credo che queste cose partono da lì non sono ma non è mai succede so non è proprio possibile non sarebbe neanche giusto secondo me alla che cosa significa sul piano teorico prima ancora che dati cui dell'iniziativa non produrre più se le armi si producono le armi saranno USA è impensabile Cuno produca del alla la possiamo buttare su quella lavoratori dell'Aermacchi ma vogliamo scherza aree ma veramente dico ma dico ma ci rendiamo conto della nostra irresponsabilità un in questa in nel fare certi discorsi della nostra connivenza con le stabilisce mente si rifà a un convegno questi vanno no no qui è allora io penso che cioè non è vero che il sindacato il sindacati quattro mila lavoratori e di Montalto di Ca'astro disoccupati che hanno occupato hanno trovato ferrovie bloccato sa chi l'ha gestita la cassa integrazione noi siamo stati noi i sindacati andare al ministero nicchie ero e era mano ideologicamente convinti a priori che il nucleare no probabilmente alcuni sì altri no magari proprio il segretario confederale la trattativa era quello che non era d'accordo alla linea impegna tutti allora qui c'è bisogno secondo me di fronte a questo dramma che è una guerra come quella del Golfo che non è una guerra regionale della vecchia maniera e non so se nord-sud Center capitalistica io so che un era molto pericolosa lo sappiamo tutti per tante ragioni io non ci voglio far rientrare un non ultima quella dei nazionalisti siamo in grado insieme di una radicalità teorica che ci porti poi radicalità di iniziative questa è la domanda che io vuole l'avanzare qui come in altre sedi naturalmente sapendo che le risposte non sono certo scontate né semplici
Ma che per esempio di cui io sento veramente l'esigenza grazie insomma
Grazie a tutti per essere intervenuti direi arrivederci ai prossimi appuntamenti di lavoro su questi temi grazie