Le rivolte nel mondo arabo e i nuovi flussi di gas e petrolio. Intervista a Marzio Galeotti

Radio radicale ci occupiamo della questione della connessione all'intersezione tra allievi cosiddette rivolte arabe le sollevazioni che stava attraversando alcuni paesi del Nordafrica e del Medioriente la questione del relativa la sicurezza degli a
Una menti energetici strategici lo facciamo con un esperto il professore Marzio Galeotti docente di economia dell'ambiente e della regina presso l'università di Milano e economista del sito la voce
Punto info buona sera professore vuole accogliere
Allora partendo proprio da quello che lei è scritto in un pezzo pubblicato sul sito la voce che era intitolato come cambia la geografia del petrolio evidente che queste sollevazioni tensioni
Anche lotte guerre come in alcuni casi in particolare hanno avuto anche delle conseguenze dal punto di vista del
All'impossibilità di garantire gli IFO russi energetici di petrolio e gas questo tema e tanto più vero quanto lo è per la questione riguardante la Libia qual era la situazione della Libia prima e quale potrebbe tornare ad essere adesso che il conflitto è terminato il Portello sia peritale peloso paese ma anche più in generale per l'Europa naturalmente
Prima del completo la Liguria era il nostro principale fornitore di petrolio la Libia produceva circa un milione seicento mila barili il petrolio al giorno
Durante il conflitto questa cosa questa produzione praticamente si è avverata oggi produce circa cento mila barili al giorno
E
Seri guardiamo i dati sulle importazioni di petrolio distinte perpetui proveniente per quanto riguarda il nostro Paese oggi non troviamo più la Libia come Paese fornitore
Questa è la situazione attuale
L'Italia ha sostituito progressivamente le forniture di petrolio soprattutto libiche con quelle di altri Paesi oggi l'Azerbaigian quindi Caspio fare il nostro primo fornitore
Quello che succederà in nel caso della Libia nei prossimi mesi è difficile da prevedere che noi stiamo alle dichiarazioni di Scaroni Amministratore delegato dell'ENI
Che opera in Libia da tanti anni è la prima impresa prima del
Del diciamo dei disordini era la prima azienda operante in campo petrolifero in quel Paese
Noi potremmo dover aspettare per ritornare diciamo forniture pre prese rivoluzione dovremmo o potremmo dover aspettare addirittura un anno se non un anno e mezzo questo è quello che riportano anche altri
Osservatori altri quotidiani
Nel frattempo finora siamo riusciti diciamo a tamponare la situazione
C'è da sperare che sia possibile continuare a farlo ma questo dipenderà un po'dall'evoluzione
A livello internazionale del mercato del petrolio sempre per quanto riguarda il corridoio energetico il sud cioè
Preoccupazione soprattutto per quanto riguarda l'approvvigionamento
Dei gas sia dal punto di vista proprio del delle forniture sia della sicurezza dei gasdotti qual è l'importanza di questo diciamo di questo fronte
Beh per qualche i gas allora ricordiamo il petrolio fondamentalmente serve per far funzionare i trasporti serve per poco altro
E il gas serve nel caso italiano soprattutto per produrre elettricità a in alternativa ad altri fonti nel caso italiano si usa molto come sappiamo tutti gas naturale
Le l'approvvigionamento dalla Libia che è uno dei fornitori importanti
Naturalmente non è solo anche l'Algeria e altri Paesi sono importanti Paesi che ci si forniscano i gas naturalmente la Russia
A la situazione attuale è di un gasdotto il cosiddetto CRIF prima
Che arriva in Sicilia partendo dalle coste libiche che chiuso è stato chiuso dall'inizio
A dei disordini e Libia e a tutt'oggi è ancora chiuso cito ancora una volta l'amministratore delegato dell'ENI il quale ha detto che in questo caso
Riattivarlo potrebbe probabilmente richiedere
Solo sei mesi a differenza delle forniture di petrolio e quindi
Se crediamo a quanto ci dice l'ENI la situazione dovrebbe essere da questo punto di vista più favorevole
Però dall'altro lato è anche vero che ci stiamo portando verso l'inverno e l'inverno è la stagione diciamo l'autunno-inverno in cui la domanda di gas naturalmente cresce per questioni climatiche e la situazione diciamo di relativa tranquillità che abbiamo avuto fino adesso viene un po'meno e il mercato diciamo il nostro problema
Al di fornitura di sicurezza energetica entra più intenzione
Proprio per quanto riguarda la Libia ENI e Gazprom si sono affrettati a riaffermare la parità l'assurdità di una accordo registrato nemesi passati relativi alla cessione di parte della quota di ENI di un giacimento denominato
Elefante giacimento petrolifero in Libia a Gazprom questo tema ecco la possibilità che Gazprom attraverso ENI sia facile anche ad in sulla fronte sul mercato libico sembra suscitare preoccupazioni ragione soprattutto la questione che come lei diceva bisogna pur diversificare dall'approvvigionamento dell'est dalla proveniente proprio dalla Russia sembra ancora più confermarla questa questione anche delle recenti in pubblicazione sul quotidiano la Stampa di dispacci diplomatici riservati americani che si preoccupano proprio del delle connessioni strette tra ENI e Gazprom e come giudica questo accordo intanto
Invece fa parte della strategia diciamo direi che avendo diciamo il problema primario di garantire le forniture di gas al nostro Paese che ne dipende enormemente perché il mix elettrico
è fortemente sbilanciato verso il gas caso unico a livello diciamo di Paesi sviluppati
L'ENI a adotta una da tempo una condotta ad il pragmatismo reale di Realpolitik oserei definirla
E guarda laddove il gas a abbondante e diciamo
Stringe accordi soprattutto con la Russia e quindi questo
Fa parte di questo tipo di strategia ci saranno stati diciamo del do ut Brescia per garantirsi diciamo la sicurezza delle forniture
è chiaro che questo fatto può non piacere molto gli Stati Uniti così come del resto gli Stati Uniti non piace molto il fatto che l'ENI sia
Partner con i russi nel gasdotto che è pianificato che si chiama South Stream
Ma che dovrebbe portare il gas diciamo bypassando l'Ucraina verso i Paesi europei e che un progetto che compete direttamente con un altro che si chiama Nabucco che invece sostenuto dall'Unione europea
E dagli Stati Uniti quindi diciamo questa mossa dette vertenze non è una cosa che stupisce diciamo si inserisce in un contesto più problematico più generale di un Eric guardare stringe accordi
Con la Russia al
Alla quale diciamo concede degli spazi in cambio diciamo di certezza delle forniture ecco proprio restando in questo tema nei giorni scorsi è sembrato di assistere un cambio di passo nelle strategie da parte della Unione europea con le dichiarazioni molto nette da
Parte del commissario regia Notting dello Commissione Europea naturalmente il quale a parlato intanto naturalmente a tutto vantaggio del della dall'obiettivo di raggiungere dei dializzati lobby gasdotto Nabucco ma anche della questione relativa
Ha la possibilità appunto di raggiungere il mercato della Caspio cioè Lazzeri Bazzon Stella Kazakistan è che la possibilità di dar vita a una gara STU do al di sotto del Caspio non sia certamente non vede di buon occhio un
Come dire di interesse l'Unione europea in quell'area che considera un cortile di casa propria
è sicuramente vero del resto queste successa anche nel caso del nord prima ricordiamo che appunto quel tubo che passa diciamo nel Mar Baltico e bypassa totalmente
La Polonia e arriva in Germania direttamente dalla Russia e i polacchi non sono stati molto contenti di questo fatto ma io devo dire che
Sottoscrivo in generale tutto quello che l'Unione europea e la Commissione europea fa in materia di energia a l'intento di intenzioni di attingere sono lodevoli nel senso che vorrebbe che ci fosse una strategia diciamo in qualche modo omogeneo coerente uniforme da parte dei Paesi dell'Unione
Nei confronti dei terzi per quanto riguarda gli approvvigionamenti fonti energetiche dove sta la difficoltà la difficoltà sta fondamentalmente nel fatto che ogni Paese dell'Unione i principali Paesi dell'Unione europea hanno
Dei mix energetici fortemente diversi per cui l'Italia dipende per il settanta per cento dal gas naturale la Francia diciamo il settanta per cento nucleare quindi non ha questo problema
In Inghilterra usano un po'di carbone un po'di grasso un po'di nucleare
La Germania oggi ha deciso di uscire dal nucleare quindi punta sulle rinnovabili ma dipenderà in parte dal carbone e in parte necessariamente dal gas naturale
Ognuno ancora essendo membro dell'Unione europea diciamo nell'ambito in un'ottica di sussidiarietà si preoccupa innanzitutto di avere la certezza il proprio approvvigionamenti certo non farebbe male
Avere diciamo decidere di avere una strategia in qualche modo coordinata comune con un'ampia comunicazione con diciamo
In momenti diciamo di coordinamento preventivo prima di andare per la propria strada come è stato sostanzialmente finora
Questo secondo me è una mossa una decisione sicuramente da sottoscrivere professore le ultime due questioni velocemente ringraziandolo sempre per la sua disponibilità ad intervenire qui a Radio Radicale sempre tornando a quello che lei scrive nell'analisi come cambia la geografia dei
Petrolifero ancora due dati di cui vorremmo
Chiederle il primo relativo alle sanzioni decretati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni le sanzioni economiche nei confronti della Siria decise il due settembre scorso se non vado errato che riguardano anche in questo caso le esportazioni
Di petrolio anche questo caso dirette verso loro europee in particolare anche verso
L'Italia è che rilevanza hanno e che poche effetti potrebbero suscitare se sono un una quantità insomma che che è deve far suonare un campanello d'allarme la seconda questione nel suo bilancio tra livelli flussi due mila nove flussi due mila dieci destinazioni tale è venuto a mancare quasi crollata la fornitura del greggio dall'Iraq per quale ragione
Allora per quanto riguarda la prima cosa c'è stato un momento in cui vi diciamo un po'di allarme atto
Se non ricordo male Wall Street Journal che aveva detto questa questione dell'embargo alle forniture energetiche all'archivio e l'Unione europea sta per varare
Potrebbe danneggiare i Paesi in particolare l'Italia che si apre qui approvvigiona significativamente dalla Siria la cosa era diciamo ovvero aumenta nel senso che la una parte importante del petrolio siriano e faccio notare che la Siria in termini di riserve di petrolio mi sembra trentaquattresimo cioè non è uno dei Paesi confrontabili con l'Arabia Saudita
Dicevo trenta per cento va all'Italia trenta per cento vado a memoria va alla Germania e quindi
Se c'è l'embargo e la figlia non può più vendere petrolio questi Paesi questo più nemmeno per questi Paesi
Ghetto dal lato però italiano il petrolio siriano conta pochissimo nel senso che se noi andiamo a guardare i dati ancora una volta compriamo petrolio ne importiamo da moltissimi Paesi una ventina di Paesi
E la figlia non è sicuramente tra i più importanti nemmeno lontanamente paragonabile come abbiamo detto prima la Libia altri Paesi quindi secondo me questa
Questo problema per l'Italia era un problema diciamo
Perché era stato sollevato giusto un po'per far notizia
Mi sembra un non problema devo rilevare che la decisione da parte dell'Europa che segue quella degli Stati Uniti
è stato applicato da parte dei Paesi europei in una maniera un po'più debole nel senso che il
Non si può comprare petrolio siriano
Però le compagnie europee incluse quelle italiane che operano in quell'ambito
Che stanno operando nel senso che estraggono petrolio cooperano possono continuare diciamo la loro attività si è fatto un po'una decisione un posto non parte non si compra il petrolio però se tu congruo Coop che contribuisce ad estrarlo questo petrolio
Viene venduto alla Cina piuttosto che all'India
Parentesi la Siria al nulla notizie nel vago e subito è andata a rivolgersi ai cinesi e diciamo ai Paesi asiatici per vendere il proprio petrolio allora questo lo puoi fare
Però diciamo dal punto di vista dell'Italia non è un grosso problema almeno nell'immediato e non mi aspetto che lo sia a nemmeno in prospettiva
Per quanto riguarda la situazione irachena confesso che il nulla diciamo il motivo per cui a cui posso pensare di questo diciamo diverso annidamento network nel caso del due mila e dieci è connesso diciamo più in generale ha fatto una situazione politica
In Iraq e delle decisioni sottostanti che hanno un po'escluso diciamo le nostre compagnie dal grande business del petrolio che sta riattivando sì
E in quel Paese presumo che la cosa
Sia largamente controllata dagli Stati Uniti d'accordo con l'Iraq e
I nostri Paesi le nostre compagnie scusi
Non sono state probabilmente così efficace diciamo nel
Nella farsi avanti nello stringere accordi con
Le compagnie americane per lo sfruttamento del petrolio iracheno
Grazie allora la professore Marzio Galeotti docente di economia dell'ambiente dell'energia presso l'Università di Milano ed economista per il sito la voce punto info