UE e la crisi: come uscire dal tunnel

Tutti autorità signore e signori
Sono particolarmente lieto di ospitare alla Camera dei deputati l'incontro promosso dalla spende istituzionali e dal suo Presidente il Ministro Tremonti che ci sto raggiungerà tra qualche istante
Sul tema della crisi economica e finanziaria
Un argomento che per la sua straordinaria rilevanza e attualità merita una riflessione approfondita che certamente
Per l'autorevolezza dei relatori che saluto scaturirà anche dall'odierno dibattito
è ovvio che sono diffuse e grandi in
Le preoccupazioni per la crisi che stiamo vivendo anche perché le previsioni
Che in rapida successione vengono aggiornate dei più autorevoli istituti di ricerca non sembrano offrire segnali particolarmente incoraggiante
A tal punto che anche la possibilità di una inversione nel prossimo anno del ciclo negativo potrebbe rivelarsi illusorio
Da più parti si è evidenziato che la congiuntura attuale si configura come la primavera grande crisi dell'età della globalizzazione
In qualche modo paragonabile per la sua complessità e generalità a quella del ventinove
Ma credo che vada messo in evidenza come al contrario di allora l'atteggiamento assunto dai maggiori Paesi coinvolti a cominciare dagli Stati Uniti sia stato fortemente reattivo ed interventista
A questo proposito può essere utile interrogarsi sulla opportunità di verificare
Si rimedi fin qui adottati il calo dei tassi le massicce iniezioni di liquidità il sostegno al sistema creditizio la prospettata regolamentazione del mercato finanziario
Possano costituire davvero una risposta adeguata è sufficiente ai problemi posti da una crisi che al di là della sua genesi continua a presentare componenti oscure e per certi aspetti dimensioni non ben determinato
Peraltro il Comune la convinzione che non esistano ricette miracolose
E che il compito delle istituzioni sia proprio quello di analizzare la situazione con grande senso di responsabilità e rigore scientifico
Credo che per farlo occorra prospettare soluzioni adeguate e condivise
Soluzioni che siano frutto di un confronto continuo tra l'esigenza di coordinamento che la natura globale della crisi impone
E quegli interessi nazionali che spingono verso soluzioni fortemente e per certi aspetti doverosamente influenzate da realtà locali
E a tutti chiaro però che l'ampiezza della crisi e quella delle cause ad essa sottostanti dimostrano la necessità di ridefinire la gestione macroeconomica mondiale il quadro regolamentare dei mercati finanziari
Norme prudenziali modalità di gestione della crisi quattro di vigilanza devono essere affrontati quindi a livello nazionale
Ma nell'ambito di una strategia complessiva in cui un'Europa coesa può assumere un ruolo determinante da vera protagonista
Affinché ciò accada occorre in primo luogo avere la consapevolezza che nessuno degli Stati dell'Unione può da solo fronteggiare una crisi così complessa che richiede obbligatoriamente
La definizione di una posizione comune dell'Unione in grado di incidere sulle dinamiche in atto e sulla natura stessa delle strategie di risanamento e di rilancio
A fronte degli effetti nefasti che la crisi finanziaria ha già prodotto
Possiamo senz'altro considerare positive la rapidità di risposta e la determinazione con cui i Governi europei in particolare quelli della zona euro
Hanno reagito in modo sostanzialmente coordinato dimostrando così di saper muovere i primi passi sulla strada di un auspicabile Governo europeo delle con amici
Partendo infatti da prospettive non sempre convergenti di ventisette hanno concordato in particolare in occasione del recente Consiglio europeo del venti marzo una posizione comune in vista del vertice del G venti
è stato una convergenza altamente positiva che ha consentito ai Paesi dell'Unione che hanno partecipato al vertice di Londra di farsi ascoltare con una voce
Assai più autorevole e quindi di proporre e per certi aspetti imporre alcune istanze che alla vigilia non apparivano scontate ma che poi sono state accolte nel documento finale
A riguardo sono convinto che proprio la posizione comune espressa dall'ultimo vertice europeo abbia rappresentato uno dei fattori di successo soprattutto in una prospettiva europea del recente G venti
Grazie anche alla coesione realizzata dagli enti che ricordiamolo rappresentano oltre l'ottanta per cento del PIL mondiale
Allora è stato raggiunto il risultato non solo di mobilitare importanti risorse e di dare impulso a politiche innovative ma anche quello di avviare interventi regolamentari per l'intero settore finanziario
Si è avuta così la riprova che l'unica possibilità
Per la comunità internazionale di incidere veramente sulla difficile congiuntura economica globale e riposta innanzitutto in un forte impegno comune in una concreta capacità di assumere posizioni coordinato
Tuttavia
Per poter parlare di successo occorre assicurarsi che le politiche concordate a Londra e le notevoli risorse liberate
Oltre ad incidere sugli aspetti più Merk marcatamente economici che attengono alla ripresa del sistema bancario al risanamento delle aziende più colpite
Alla moralizzazione per certi aspetti della finanza
Siano anche in grado di contrastare le gravi ripercussioni sociali della crisi nata come fenomeno soprattutto finanziario ma
Come a tutti evidente divenuta una crisi economica e sociale nel senso più ampio del termine
Fintanto che gravi effetti sociali della crisi non saranno almeno attenuati non si potrà dire per davvero di aver adottato una strategia per quanto europea autenticamente vincente
Basarsi quindi sulla solidarietà e consentire i sistemi di protezione sociale di svolgere pienamente il loro ruolo di stabilizzatori e ammortizzatori essenziale per ripristinare la forza della fiducia nei popoli
In assenza della quale
Credo che sarà davvero arduo pensare ad una reale ripresa dell'economia
Fiducia nei popoli e quindi un contributo per una autentica ripresa
In questo scenario e concludo
L'Europa
Con le sue affermato e politiche sociali e di welfare
Credo che possa e debba legittimamente rivendicare un ruolo di guida nel percorso di superamento della crisi e credo che lo debba fare ponendosi come modello di riferimento anche per le così dette economie emergenti
è un ruolo da rivendicare che ovviamente passa per il rilancio della strategia di Lisbona che resta la cornice più efficace per promuovere in sede europea la crescita sostenibile e l'occupazione
Ecco quella occupazione o con altri termini quella centralità del lavoro che non a caso la nostra Costituzione pone a fondamento della democrazia repubblicana
In quanto valori indispensabili per la piena affermazione dell'individuo ed era due e della sua dignità di uomo ed i cittadini
E credo che concludere queste osservazioni con riferimenti a valori antichi
Ma che proprio in ragione della globalità della crisi sono atti gli occhi di tutti sempre più attuali
Sia un modo terra ricordare che proprio da quei valori e dalla centralità del lavoratore vie
Forse l'unica vera soluzione al di là delle nuove regole per un rilancio dell'economia e per un'autentica politica di solidarietà
Ringrazio nuovamente tutti gli ospiti e saluto il Ministro Tremonti che prego
Di prendere posto
Al tavolo di Presidenza
E per avviare i nostri lavori
In assenza del dottor Letta che si scusa ma
E l'ultima sua giornata come direttore del TG uno sta seguendo la diretta televisiva degli eventi luttuosi dell'Abruzzo prevedo
Grazie
Ringrazio il Presidente Fini e la Camera dei deputati
Che spreca
Una specialità è imminente a questo incontro
Cazzo nome dell'Aspen Institute
Ci sono
Diversi eminenti relatori
Ognuno dei quali parlerà per circa dieci minuti sul tema di questo nostro incontro
Il primo relatore e il dottor Marco Butti direttore generale degli affari economici e finanziari e la Commissione europea e curatore recentemente due volumetti Teletin European barese ritiene
Prego
Non so se
Pancrazia grazie
Al Presidente del introduzione Graziella stemma Italia deve aver organizzato questo a questo incontro e di avermi di avermi invitato
Il presidente Fini diceva molto bene che a questa crisi globale
Dobbiamo rispondere con una risponda una strategia coordinata usciamo da
Un G venti che come lui ricordava avuto un'impronta
Forte comunitaria la convergenza c'è stata fra a fra Stati Uniti e gli altri Paesi del G venti e
E l'Europa è stata una convergenza essenzialmente su posizioni europee
Il fatto che l'Europa con la decisione del Consiglio europeo si è andata al G venti con una proposta
Di migliore regolazione finanziaria che ampi mettendo anche sul tavolo settantacinque miliardi di euro per l'aumento delle risorse del fondo monetario ha dato una credibilità è una
Posizione di leadership indubbia
Anche il piano di rilancio comunitario che è stato adottato dal Consiglio europeo di dicembre da il quadro generale per un coordinamento forte
E se si guarda alle risposte dei Paesi europei a rispetto agli obiettivi del piano comunitario quindi una risposta di politica fiscale forte
Ma differenziata secondo lo spazio fiscale dei diversi Paesi che di ferie che è differenziato ma anche associata
A una forte attenzione alla sostenibilità di lungo termine cui si può dire che
Questo anche questo ha influenzato in maniera determinante il G venti all'interno di questo la il coordinamento dei Paesi della zona dell'euro
Co che hanno una sovranità monetaria comune ha giocato un ruolo importante le euro di per sé è già una risposta alla crisi uno si può soltanto immaginare cosa
Sarebbe potuto accadere se senza munita unica per Paesi anche tradizionalmente fragili
Come come l'Italia
Come si colloca l'Italia all'interno all'interno della crisi qual è la la la risposta
Ovviamente siamo in in una situazione di grave difficoltà così come tutta l'economia europea nel due mila otto c'è stato una crescita negativa di un per cento le land la zona euro una crescita ancora positiva ma molto debole
Non ci sono segnali imminenti
Di ripresa per cui siamo ancora all'interno del tunnel
Per quanto riguarda la
Situazione specifica dell'economia italiana all'interno della dell'economia europea ci sono dei fattori di forza e di fattori di debolezza
Tre binomi per riassumere in maniera molto brutale uno
Primo binomio indebitamento pubblico indebitamento privato secondo binomio bassa crescita della produttività
E ristrutturazione del manifatturiero perso binomio sistema di protezione sociale squilibrato e creazione di posti di lavoro
Sul primo indebitamento pubblico lo sappiamo abbiamo un debito pubblico molto elevato
Compensato però da un indebitamento delle famiglie che molto più basso molto più basso di della gran parte dei paesi del della zona dell'euro e dei paesi della dell'Unione europea in generale
In questo periodo in cui il confine
Fra
Indebitamento pubblico e in diventi un indebitamento privato e mobile
L'Italia è per certi aspetti meno esposta a allo shock rispetto ad altri ad altri Paesi
Anche le banche sono globalmente più solide rispetto a quelle di altri di altri paesi
I con il POR con nei portafogli meno titoli tossici di di altri altri paesi in Europa e al di fuori dell'Europa
La seconda
Il secondo me i nomi la bassa crescita della produttività questo è è un problema annoso dell'economia dell'economia italiana
Però c'è stato negli ultimi anni gli ultimi tre-quattro anni forse anche quattro anche cinque sei una
Importante ristrutturazione sotto come dire sotto coperta perché spesso non si è visto manda importante ristrutturazione del settore industriale
Che può mettere il settore stesso in buona posizione quando la ripresa congiunturale arriverà
Se però il settore stesso come dire riesce a sopravvivere in questa in questa fase in questa fase difficile
Infine il terzo binomio protezione sociale e creazione di posti di lavoro il mercato del lavoro italiano negli ultimi anni
Anche se con considerazioni di Eraclea relative alla qualità dei posti di lavoro creati
Senz'altro elementi di precarietà che ci sono sono da superare
Ma ha creato notevoli possibile di lavoro noi siamo passati da una situazione in cui la
Disoccupazione era molto più alta della zona dell'euro una spia in una situazione attuale in cui abbiamo uno due punti più bassi della zona nella zona del dell'euro
Nello stesso tempo c'è un sistema di protezione sociale molto squilibrato
Abbiamo come sappiamo una spesa sociale che essenzialmente fatta di pensione
In cui l'elemento di solidarietà
Relativa alle stalle problemi di equità e di aggiustamento delle famiglie del
Del mercato del lavoro dei giovani eh molto più basso è molto più inefficiente rispetto a quello di altri Paesi in questa fase di crisi in cui bisogna
Da un lato tener conto di domande crescenti di equità e dall'altro creare le condizioni di
Trasferimento di risorse da un settore all'altro da un'impresa all'altra in maniera come dire non drammatica
Un sistema che ha ammortizzatori sociali che sia pure un po'migliorati porre scientemente rimangono sostanzialmente sottosviluppati
Largamente frammentati è un elemento di debolezza di debolezza forte quindi su quello bisogna mettere
Bisogna mettere l'accento nella immaginare la risposta alla crisi credo che bisogna tener conto delle caratteristiche di fondo della crisi uno è che questo uno shock permanente non uno shock
Come le congiunturale anche profondo quindi lascerà tracce non solo sulla congiuntura ma sulla crescita potenziale del Paese
Quindi questo boom credo un punto importante perché
Bisogna immaginare una crescita di una risposta di breve termine
Ma non dimenticare la risposta di medio lungo termine perché c'è un problema di fondo di crescita potenziale e di crisi Edilbasso a crescita della della produttività
C'è un altro punto che che è importante che uscirà da questa crisi un sistema finanziario molto più conservatore
Senz'altro bene per alcuni aspetti ma che sarà anche un sistema che
Più difficilmente
Meno naturalmente finanzierà l'innovazione la ricerca attività che sono tipicamente rischiose quindi si il il problema qui è che se non si accompagna la
L'innovazione e la ricerca il sistema finanziario di per sé molto probabilmente la
La finanzierà meno il terzo punto è emerge da questa crisi lo di lo accennavo precedentemente un vincolo di equità
Cioè le riforme strutturali si devono si devono fare
Ma non si riuscirà a a imporle senza un elemento di coesione sociale
Importante quindi un punto importante fattore di
Equità in questo punto quindi crescita potenziale sistema finanziario meno propenso a rischio vincolo delle Rubin colo dell'equità
Quindi come si come si risponde in Italia credo che e in Europa
Si risponde da un lato con
Una forte attenzione su una maggiore efficienza
E un miglior funzionamento del mercato non esposto alla concorrenza internazionale quindi il settore manifatturiero a ristrutturato il settore dei servizi resta largamente indietro
E qui si può fare un come di una elenco ma non mi non non non lo faccio dall'altro bisogna dal sul settore finanziario impedire che
Si riduca in maniera in maniera fondamentale l'accesso al credito da parte delle in prese in una contrazione
Permanente del capitale a rischio che in itinere in Italia e già molto più basso rispetto agli altri paesi di europei per quanto riguarda la politica di bilancio
L'Italia a molto meno spazio per politiche di rilancio degli altri degli altri Paesi è il debito pubblico che dicevo precedentemente il fatto che ci tiriamo dietro questa come dire questo carico
Annoso quindi la prudenza di Bilancio è un vincolo fondamentale quindi bisogna lavorare su cosa si bisogna lavorare sulla composizione della spesa
Qualità della finanza pubblica efficienza della spesa noi se guardiamo indicatori di efficienza della spesa pubblica pensiamo al comparto dell'istruzione Consip come quello della
Spesa per la salute c'è un divario sì significativo
Fra la nostra performances e i risultati degli altri partner europei quindi composizione qualità della spesa dall'altro lo ce l'ho precedentemente bisogna ricomporre rimodulare la spesa sociale
Mettendo in campo un sistema di ammortizzatori sociali che funziona
E su cui ci sono notevolissime resistenze corporative quindi molto difficile di avverrà andare verso una riforma del sistema di ammortizzatori sociali
E qui credo le distanze corporative più difficili da superare e che il reperimento delle delle risorse
Quindi questo è un po'il quadro della che che emerge come secondo noi come risposta allora alla crisi l'unione monetaria
Da
Un quadro di riferimento per la strategia di Lisbona come ha citato il Presidente da un danno un quadro di riferimento per degli sforzi
Comuni e coordinati limita crisi deve diventare una opportunità per riformare in profondità il sistema il sistema italiano globalmente
E non credo che la risposta di politica economica cambi rispetto a quella delineata prima a della crisi se mai l'urgenza
Aumenta quindi riforme strutturali per aumentare la crescita della produttività e la crescita potenziale
Disciplina di bilancio per ridurre il debito pubblico ricomposizione aumento della qualità della spesa pubblica sotto il vincolo dell'equità
Grazie
Ringrazio
Dottor voti per la sua relazione introduttiva la estrema
Precisione nei tempi adesso la parola all'onorevole Pier Luigi Bersani
Grazie grazie
Presidente Fini grazie ad Aspen io non parlerò d'Italia se non per
Fare
Magari una cosa semplice nota a margine di quello che diceva adesso Marco voti che
è tutto da condividere otto margine queste dove abbiamo
A proposito del nostro apparato produttivo alle spalle un processo selettivo impetuoso anche se sotto coperta come diceva
Butti il processo selettivo sia eccetera nella crisi ma cambia disegno
Mentre prima noi seleziona ramo chi stava fuori dalla globalizzazione noi adesso rischiamo di selezionare anche o forse di più chi è dentro che ha investito e chi ci ha provato
Questa è la nostra il vero problema perché rischiamo di uscirne con l'indebolimento di chi azzeccando una nicchia trovando una chiave
Di presenza del mondo si è indebitato ha investito adesso nelle difficoltà quindi credo che noi preservare il nostro apparato produttivo lavoro impresa dargli tempo sostenere chi ha investito
Sia la nostra problema numero uno ma io volevo
Erika questi minuti per dire qualcosa di quel che penso sul tema della diciamo la crisi globale e come si può giocare il ruolo dell'Europa io credo quel sito che
Questa crisi si consegna certamente un elemento di fallimento del mercato dei mercati finanziari in particolare ma anche
Elementi di fallimento della politica dall'atto
Sia del modello sociale sia della governance globale
Credo che non ci sia consentito di ridurre l'analisi di questa crisi ha una sequenza fra bolla immobiliare crisi finanziarie crisi economica
Credo che l'aggiustamento da fare quindi non sia solo quello sui mercati finanziari cose importantissima peraltro
Ma sia un aggiustamento che riguardi le politiche economiche e i meccanismi di governance globale
Io credo che si possa dirsi modo se volete anche molto semplici impressionisti con imperfetto
Che l'abbiamo vissuto una fase nella quale in un Paese gli Stati Uniti su un alto deficit corrente
E
Un
Ridistribuzione non di salario non di welfare Norrito editto ma di mutui e di carte di credito
Abbiamo avuto un altro grande Paese la Cina che produceva tutto consumava nulla e prestava i soldi
Abbiamo avuto dei Paesi produttori di petrolio caro Masin zero un sacco
Di denaro senza assorbire ovviamente in proporzione beni e servizi abbiamo avuto delle economie
Giapponesi per altri versi con europea eccetera piuttosto ingessate all'ATO la carenza di riforme strutturali e quindi incapaci di dare un contributo sufficiente alla crescita come tali potenziale
Abbiamo avuto soprattutto questo una governance globale
Un posti soffre elica fra dimensione economiche rimessione politica adesso della questione dei soggetti e quindi una governance totalmente asimmetrica
L'idea che tutto questo e altro ancora potesse essere lasciato al libero mercato gli ATO che nei meccanismi finanziari che tutto sarebbe stato tenuto in equilibrio di per sé
è in una situazione peraltro tumultuosa che ha dato l'opportunità di crescita di aperture a nuove condizioni anche umano e così via ma che ha creato meccanismi disuguaglianza
Non tollerabili non tollerabili che tutto questo potesse essere tenuto assieme in una meccanismo automatico diciamo così
Di mercato credo che questo
Stia crede quindi non Fini si capitalismo non finisse la globalizzazione ma certamente venisse un ciclo
Siccome abbiamo tutti quanti ragionato attorno a questa a queste questioni
E quindi quando dico aggiustamenti più profondi
Mercati finanziari non ne parlo naturalmente ogni membro priorità immediate eccetera adesso vorrei riferirmi un attimo giustamente che riguardano proprio l'equilibrio fra economia e società
Quello di cui si discute di dirigersi tonale fondamentali di ripensare alla produzione e distribuzione di pensare al welfare di pensare
Di non conta troppo su meccanismi di debito cioè di contarsi per quello che è ragionevole e così via
è chiaro che questo tutto questo ci porta secondo me porta un punto perché il sud pronuncio sono soltanto i passaggi insomma spero che
Sì posso comprendere che c'è una sfida per le classi dirigenti delle macro aree di questo mondo qua
A cercare delle dinamiche di crescita più solide più riferite anche ad equilibri del mercato interno a partire da beni collettivi
E che tutto questo avvenga senza del meccanismi protezionistici in
Eccesso
Questo
A sguardo con secondo me è la è è il problema è l'aggiustamento
Ora io e questo è
Il primo pure l'altra sfida è di avere consapevolezza che si vogliono strumenti questo punto di governance globale
Che si parli di Fondo monetario che si parli di scopi strumenti regolazione finanziaria o di quant'altro
Che alle quali tutti tutti come dire facciano riferimento che siano Paesi reti che siano Paesi emergenti che siano presi poveri dove non ci sia qualcuno che detta il compito
E quindi il vero punto meccanismo politico di corresponsabilità ecco quei io ci metto il ragionamento il ragionamento sulla sulla Europa
A partire dal modello sociale se il discorso è quello che dicevo cioè trovare un equilibrio economie Società nelle diverse macroaree Sly del mondo l'Europa apporre un'esperienza
Riferito al suo modello sociale
Il fatto che questo modello sociale in questi anni si sia apparso
Insostenibile e desueto
è un tema secondo me che va rimesso in analisi
Perché in quel giudizio secondo me c'è del vero cede la mistificazione e che c'è anche un effetto ottico c'è del vero nel senso che
Il modello è certamente affaticato da sé
Basterebbe pensare a elementi intrinseci di Deborah etti poli invecchiamento per esempio per dirne una
O questa contraddizione micidiale fra la dimensione di guidava dimensione nazionale e continuità del mercato che viviamo sempre in questa
Ambiguità e altri problemi strutturali ancora e quindi ci sono dei problemi di riforma del modello non c'è dubbio
Però
Tensione ci sono anche nei vari sotto modelli differenziati
Del grande modello sociale europeo nuovi cui si parli modello nordico il modello continentale moderno riterranno eccetera noi abbiamo degli elementi dinamismo e sono rivelati significative
Cioè ci sono sotto modelli del modello che hanno mostrato di riuscire a crescere
Migliorando l'uguaglianza
E i meccanismi di redistribuzione
Ci sono anche dirittura
Esperienze di di quelli per il Po di impresa i nuovi entranti che hanno dimostrato processi qui si tiri dal lato sia dalla cresta sia dell'equità che sono significativi quindi
Ah mostrati alcune sue parti anche di funzionari in termini di crescita
Dov'è che se l'effetto ottico c'è l'effetto ottico anche nel fatto che una parte dei problemi che ci siamo auto attribuiti
Stanno nello scenario globalizzazione alla frusta gli effetti dumping che sono arrivati l'ordinato di questo mondo qua
Che ci hanno portato la percezione di insostenibilità per esempio il carico fiscale che sanno portato dei ricatti molto forti sui diritti their del lavoro sui salari e così via dicendo
E quindi concludo il ragionamento sul de dicendo queste già dicendo allora noi dobbiamo preservare un po'al modello
Riformarlo con determinazione e sapere che non si può essere riformismo in un continente solo
Perché a questo punto bisogna che in tutto il mondo si crei una dinamica un po'diverso
Se fosse vero qua e se questo fosse e un po'il punto è è chiaro che
La nostra capacità diciamo di fare questa operazione ha qualcosa a che fare con la posizione dell'Europa
Di porsi come soggetto politico in questo dialogo mondo sull'aggiustamento anche di politiche economiche e reali
Così come la possibilità di incidere sui modelli di rafforzamento della governance dipende anche la capacità all'Europa di mostrare che sa fare qualche passo avanti sulla formazione sul rafforzamento delle istituzioni
Dell'unione
Se no l'una e l'altra cosa diventerà una cosa abbastanza anche e qui abbiamo
Mio giudizi il problema
Drammatico perché non ci siamo non ci siamo e io temo non so quale sia il punto d'osservazione diciamo
Sarete più qualificato il mio da Bruxelles eccetera temo che
O nell'accelerazione della crisi si va avanti
Sul tema di un rafforzamento di soluzione europee
Oppure si rischia andare veramente indietro io ho l'impressione che questo sia un dato da tenere molto presente credo che l'immediatezza della crisi potrebbe essere l'occasione di qualche atto
è chiaro che noi non possiamo non
Cioè voglio dire regole finanziare nuove da chiedere verso un minimo di passo avanti sulla sorveglianza europea dei mercati finanziari
Politiche attive eccetera un minimo di intervento di bilancio dell'Unione
Europea
E tutto questo per traguardare una fase la quale a partire dall'area dell'Euro bisogna mettersi erano solo poiché monetari ma qualche politica fiscale qualche politica di Bilancio qualche politica economica reale
Qualche
Rafforzamento del mercato interno qualche rafforzamento le politiche industriali comuni che ci sono i fatti molti concreti reco più a parlarvi energie per esempio ma
Noi cioè a dire che noi possiamo comprare le energie che si fa in Polonia è una non è vero semplicemente non è vero
è una virtualità totale
Così come delle politiche industriali siamo qui affannarsi tutti sul problema dell'auto mali le variabili dell'equazione se li abbiamo in mano tutte
è un mercato di sostituzione
è un mercato che ha una sovracapacità produttiva è un mercato che ha un driver ambientale esuli stando ed ambientali tutte le tre variabili ce li abbiamo immane
è possibile che non
Riusciamo a livello europeo fare un ragionamento su come affrontiamo questa cosa ecco
Quindi
Qui si vuole veramente una spinta io concludo dicendo che
Questo può avvenire
Uscendo dall'alterità alle avviamento rafforzamento perché
Se stringi beni bullone dell'area euro stringi anche l'altro cerchio senza fare questo secondo me non fa neanche la seconda cosa
Ci vorrebbe una presa di consapevolezza leader site europee
Troppo legittimato su base nazionale fatemelo dire negli ultimi anni troppo legittimata sulla base di un consenso difensivo rispetto al rafforzamento della dimensione europea
Adesso c'è una scadenza politica elettorale io mi auguro che gli europeisti la prima ora riprendono fiato e che gli euro scettici l'un tempo Fazio non la Palin ovvia
è ora di dire più Europa meno crisi
Meno Europa più crisi
E che ci giochiamo su piattaforme che puntano sulla prospettiva europea e non sul declino dell'Europa non ha bisogno di dire quanto importante per l'Italia tutto questo Grass
Grazie
Credo che sia un'occasione
Ghiotta importante dobbiamo ringraziare
Marco Buti per
L'occasione che che da con le riflessioni
Che ci ha proposto prima
A partire da un libro che ha la prefazione di Carlo Azeglio Ciampi io da qui voglio partire perché
Il libro di brutti delle argomentazioni che lui ha poco fa ha portato
Ci raccontano quanti vantaggi per l'Italia oggi e in questi anni ha avuto stare dentro
L'Unione economica e monetaria io credo che sia molto importante in questo
Non avere la memoria corta penso che il ruolo di
Persone come Carlo Azeglio Ciampi come Romano Prodi persone che hanno incarnato l'ingresso
Nel euro come strategia Paese
Ritengo che oggi dieci anni dopo quella strategia abbia pagato e quella strategia oggi sia diventato un punto di riferimento fondamentale anche per il futuro del nostro
Paese
Voglio entrare nel merito di alcune di alcune considerazioni dopo questa brevissima premessa
La crisi ha già cambiato l'Unione europea
E questo secondo me deve essere il punto di partenza delle nostre riflessioni
Lo dico ovviamente in questa fase guardando Brussa del più da lontano
Ma forse guardando più da lontano sia
La possibilità di scorgere alcuni
Aspetti uno di questi è che la Commissione e il Consiglio europeo
Diciamo quelle due istituzioni che hanno incarnato insieme poi al Parlamento e le altre più di ogni altro l'equilibrio tra
Dinamica comunitaria e dinamica intergovernativa del cammino europeo
Quella dinamica che ha consentito all'Europa di avere soprattutto a partire dagli ont dagli anni Ottanta della Presidenza della Commissione dicendo loro di avere una dinamica comunitaria che ha guidato i grandi processi le quattro libertà e
La moneta
Sono partite da un impulso della dinamica comunitaria
Quella quell'equilibrio oggi sembra essere rotto nel senso che la dinamica comunitaria sembra essere oggi sotto rispetto alla dinamica intergovernativa
La Commissione europea oggi mi sembra pare ovviamente
Chi ha più capacità di guardare all'interno le cose può dare giudizi più efficaci del mio ma la Commissione europea oggi pare essere diventata veramente l'organo esecutivo
Di decisioni che politicamente sono assunte a livello di Consiglio cioè di Governi nazionali
La Commissione europea mi pare essere tornata ruolo che aveva negli anni Sessanta negli anni settanta
Credo che questo punto
Lo cito su questo elemento perché non ho tempo per argomentare di più abbia di fatto già modificato l'equilibrio istituzionale europeo e noi dobbiamo porci la questione di capire dove verso quale Europa vogliamo andare
Perché se è vero che il Consiglio europeo e
Il ruolo dei grandi Paesi questo un ruolo decisivo e importante è anche vero che questa crisi ci ha raccontato per esempio come alcune regole siano diventate opzione te il rapporto
Senza voler dare giudizi
Il riguardo così ma il passaggio di consegne tra la presidenza francese e la Presidenza successiva rispetto alla presidenza francese
Ha dimostrato di per sé come l'Europa con le regole vecchie non è un problema soltanto di carattere istituzionale o per costituzionalisti un drammatico problema poi di efficienza ed efficace
La necessità oggi di avere un presidente europeo che rappresenti tutti riesca incarnare l'idea di Europa lo ritengo uno dei punti chiave e penso anche che non sia lontano il tempo nel quale questo Presidente possa e debba essere oggetto di una lezione che alla quale concorrano i cittadini
L'idea che
Ci possa essere una capacità
Una capacità di legare la rappresentanza il vincolo di rappresentanza
E una per sé unificazione oggi le leadership sono fondamentali in tutti i Paesi europei se a livello europeo questo quest'idea di leadership manca manca anche l'Europa automaticamente manca anche l'Europa
Che quello che purtroppo stiamo verificando in questo tempo
Vengo
A un terzo in una terza riflessione
Ha ragione dovuti quando pone il problema di sistemi di welfare a livello europeo che siano diverse rispetto a quelli attuali ma anche qui
O c'è una capacità di entrare nel merito di
Riformare
A partire da quello che sarà secondo me è uno dei temi chiave dei prossimi mesi di Lisbona classe Lisbona due chiamiamolo come vogliamo ma insomma Lisbona termina l'anno prossimo come tipo di filosofia
Quindi abbiamo bisogno di capire se c'è la volontà europea di scommettere su un Lisbona due diverso cioè più incisivo e forte oppure se Lisbona rimarrà soltanto
Diciamo una bella idea con alcune realizzazioni ma sostanzialmente il segno dell'impotenza europea costruire invece
Un un'idea di riforma della sua forza qual è quella dei sistemi di welfare questo ovviamente interessa moltissimo all'Italia che ha bisogno di importare dall'Europa
Equilibri di welfare che noi da soli per le nostre difficoltà interne non siamo in grado di darci
Perché un meccanismo per il quale
Il nostro sistema di welfare squilibrato e non funzionante penso che sia una un'idea che che che unifica tutti questa
Tranne tranne pochi che pensano che il nostro sistema di welfare sia perfetto che prima soltanto difendere l'esistente io non sono tra quelli anzi ritengo che il nostro sistema di welfare
Faccia acqua da tutte le parti e che anche in questo periodo di crisi l'idea di stare sotto un ombrello e aspettare che passi
è insomma l'ombrello bucato è drammaticamente bucato le difficoltà sono grosse quarta riflessione il tema del debito della finanza pubblica ha fatto bene Buti a citare il tema
Ritengo che il Governo nazionale italiano debba continuare su una linea di tenuta della finanza pubblica come tema
Di fondo sarebbe profondamente sbagliato se oggi ci fosse una devianza rispetto
A questo
Cito soltanto perché i dati dicono che soltanto
Per via della caduta del PIL
Noi rischiamo
In un anno di fare
Sette anni indietro rispetto al tema dell'indebitamento e questo vuol dire che tutti i sette anni ultimi di sacrifici sono buttati via soltanto in un anno di caduta del PIL nonostante la tenuta dei conti pubblici
In corso credo che questa riflessione ci debba dire che la tenuta della finanza pubblica rimane un obiettivo
La crisi è il fatto che la Gran Bretagna va al dieci per cento del deficit non devono essere per noi un alibi a pensare che allora tutti lo fanno anche non lo possiamo fare lo ritengo questo un passaggio chiave in un momento come questo
Il tema della ristrutturazione del settore manifatturiero che veniva proposto prima ci pone il tema del modello produttivo del futuro dell'Europa consiglio a tutti la lettura della
Dell'articolo saggio che Mario Monti e pubblicata sul Financial Times poche ore fa
Ritengo che quel modello di futuro di sistema produttivo sia importante per il nostro al sistema per l'Italia e per l'Europa che vogliamo costruire il rischio dei industrializzazione in Italia c'è per il semplice motivo che mentre i francesi hanno quaranta grande impresa
Rompano queste carattere anni imprese a livello statale e queste quaranta e grandi imprese dopo la crisi saranno comunque lì noi abbiamo non quaranta grandi imprese ma cinque grandi imprese quattro milioni di imprenditori
Questi quattro milioni di imprenditori se
Non vedo no un futuro a lungo possono anche pensare legittimamente di fare altre scelte in un momento di grande difficoltà come questo c'è un interesse del sistema Paese a chiedere e a dare
Rispetto a una prospettiva che mantenga il sistema produttivo italiano basato
Sulla
Sulla sull'industria basato
Su un modello che a in questi quattro milioni di persone una forza e non invece una debolezza credo che questo sia un passaggio
Assolutamente chiave
A livello europeo ritengo che la risposta debba passare attraverso alcune scelte molto nette la prima scelta è quella della di un rilancio di un'idea di infrastrutturazione dell'Europa
Che passi attraverso la scelta della mano pubblica quindi infrastrutture europee finanziate con bontà europei
Sono d'accordo con chi
Da sempre propone queste cose penso che sia il momento di farlo perché ritengo che questo sia il momento in cui i mercati finanziari a
Appoggerebbero una simile
E soprattutto questo il momento in cui non possiamo immaginare
Che
Le Terna
Possano accettare o possono
Convivere con i ritardi storici con i quali su tutti questi temi normalmente queste grandi questi grandi progetti europei vivono questo al momento in cui oggi subito per contrastare la crisi c'è bisogno di
Agire c'è bisogno di mettere denaro
In circolo
L'altro grande tema ecco dell'architettura finanziaria europea
Qui ci sono molte iniziative in corso penso che sia importante quello che
La presidenza del G otto sta facendo sul tema dei legal standards credo che ci sia un altro grande tema il grande tema qui è
Quello di sapere che non possiamo affrontare la crisi più grande dal dopoguerra con agli strumenti degli anni Novanta lo dico sinteticamente e quindi in modo
Un po'rozzo forse però voglio farmi capire
Di processo Lamfalussy che lo stesso rapporto del larosière che sono sicuramente efficaci
Utili e interessanti ho l'impressione che parlino più linguaggio da Europa degli anni Novanta rispetto al linguaggio netto forte
E di grande efficacia anche comunicativa rispetto i mercati finanziari di cui ci sarebbe bisogno oggi oggi c'è bisogno
Di creare un'autorità europea per la sorveglianza e la vigilanza secondo me per efficacia meglio se lo fa la Banca centrale europea anche c'è già e quindi non c'è bisogno di creare un nuovo soggetto
Questo darebbe credo un messaggio immediato molto forte e sarebbe quindi una modalità per rispondere alla crisi
Penultima riflessione noi italiani dobbiamo essere quelli più interessati a evitare
Che l'Unione europea abbandoni
I Paesi dell'Europa centro orientale io ho trovato molto mio pre molto sbagliata la scelta che a partire dal Cancelliere tedesco è stato fatto nell'ultimo vertice europeo cioè l'idea che
L'Europa la vecchia Europa
Abbandoni quel Paese a se stessi soltanto perché sono rappresentati da classi dirigenti non all'altezza abbiamo visto alcuni primi ministri alcuni Presidente della Repubblica che meritano credo insomma tutti gli atteggiamenti più negativi che ne potremo mettere in campo
E interesse tu di tutti è nostro in prima fila che siamo dopo la Germania
Il più grande investitore in quei Paesi molte delle nostre imprese vivono perché quei mercati funzionano lo dobbiamo tenere su l'economia dell'Europa centrorientale quindi ritengo
Che sia un altro dei modi con i quali uscire dalla crisi o quali tenere evitare il collasso di quelle economie che invece
è un collasso che è sempre
Profondamente a rischio
E infine ritengo che l'Unione europea avrà il futuro che noi auspichiamo non soltanto se queste scelte di carattere istituzionale e di carattere economico verranno messe in campo
Ma anche se i nostri cittadini coglieranno nell'Unione europea
Quel vantaggio positivo utile e non astratto nel lontano faccio l'esempio
Credo più diretto e legato ai drammi di questi giorni se l'euro l'Unione europea fosse in grado di essere quel soggetto che interviene non su piani di lunga durata ma interviene con per esempio task force sulle catastrofi
Finanziamenti immediati opere di ricostruzione che subito riescano essere visibili operativi e utile credo che questo sarebbe
Un elemento di grande utilità per tutti noi per tutto il sistema
Sarebbe una sorta di Erasmus all'Erasmus e da tutti visto come la parte buona dell'Europa l'Europa un utile alla vita di ognuno
Credo che questo sia
Potrebbe essere un segnale molto importante sia a partire anche dal dai drammi che stiamo vivendo impara Simo accogliere questo elemento la mia parola finale
è una uno slogan dalla crisi
Si stava discutendo molto della crisi nei rapporti tra Stato e mercato io penso che questo sia il momento nel quale sia molto importante dire le parole giuste
Io penso che se al momento di dire che c'è bisogno di più Stato ma
Non di meno mercato c'è bisogno di
Essere in grado di far sì che lo Stato gli Stati
E
Anche l'Unione europea
Facciano la loro parte assumendosi le loro responsabilità ma non a scapito del mercato il mercato per l'Italia ha svolto in questi anni delle funzioni fondamentali deve svolgerle anche in futuro credo che questo sia fondamentale quindi in sostanza il grande rischio che noi corriamo
E di volere più Europa apporrà a parole di trovarci come l'Europa nei fatti e di avere un grande ritorno al protezionismo
Così facendo la crisi non passerà facendo invece le altre scelte
Quelle che ho cercato di
Sottolineare e altre che in questo momento si stanno facendo il Presidente Fini ha citato opportunamente le decisioni del G venti io son convinto che l'Unione europea uscirà come è possibile più forte da questa crisi grazie
Quindi la
Ringrazio non è l'onorevole letta d'ora la parola al professor Mario Monti
Ringrazio
Il Presidente Fini per l'ospitalità il Presidente di Aspen Italia Ministro Tremonti per avermi invitato
E sono molto lieto di partecipare a un dibattito con interlocutori così autorevoli sul libro curato da Marco Buti
Ho avuto modo di conoscere il dottor Bruti già molti anni fa e di vedere la grande stima che sempre più al passare degli anni lo ha circonda
è un libro questo nessuno l'ha ancora ricordato dedicato alla memoria di Riccardo Faini economista uomo e amico di grande valore
Il titolo del libro è l'Italia nell'Unione economica e monetaria il tema del nostro dibattito l'Unione europea e la crisi come uscire dal tunnel
Io farò qualche osservazione flash sul primo tema e una riflessione preoccupata sul secondo
L'Italia nell'Unione economica e monetaria i vari scritti raccolti nel libro che l'articolo che oggi Marco Buti ha pubblicato nel Sole ventiquattro Ore
Aiutano a capire i punti di debolezza ma anche i punti di forza che ci sono nel sistema Italia del resto spesso messi in luce dal Ministro Tremonti
Anche gli osservatori internazionali se ne stanno rendendo conto
Da un da ultimi da da da ultimo il rapporto sull'Italia pubblicato nei giorni scorsi da Goldman Sachs
Che in passato aveva usato anche nei toni un metro particolarmente se è vero
Ma anche i punti di debolezza
Non possiamo dimenticare certo nessuno a questo tavolo dimentica
Che per dieci anni l'Italia è cresciuta sistematicamente meno dei Paesi della zona euro
La crisi ci colpisce meno gravemente di altri per certe nostre caratteristiche strutturali e anche per l'attenta gestione della crisi da parte del Governo e del Ministro dell'economia in particolare
Ma quando si uscirà dalla crisi non saremo su una traiettoria di crescita migliori migliore di altri
A meno che essi intensifichino l'opera di ristrutturazione profonda della nostra economia
Meno male mi sembra un'osservazione condivisa che l'Unione europea alle euro e che l'Italia è radicata nelle euro fin dall'inizio
Ho vissuto la fase dell'ingresso dell'Italia nell'euro da Bruxelles vedevo l'impegno dei Governi e Di Carlo Azeglio Ciampi sopra tutti
Ma anche delle parti sociali molto coesa in quella fase
Mi vorrei permettere due ricordi personali che sono legati a libro di Butti in a pagina diciotto della sua introduzione Butti dice una cosa sottile che non vorrei che sfuggisse
Quando dice
Con garbo è persona garbata
Il raggiungimento di soddisfacimento dei criteri di Maastricht da parte dell'Italia sfidò lo scetticismo di molti osservatori pochissime i calci fuori dall'Italia che spesso avevano visto quelle questi criteri come un utile
Schermatura per tenerne Paesi abbassa performances e considerati alquanto poco virtuosi fuori dall'euro
Bene fine giugno mille novecentonovantasei Governo Prodi è in carica da poche settimane presenta il Documento di programmazione economica finanziaria novantasette novantanove
Il disavanzo programmato per il novantasette l'anno su cui si sarebbe verificato il titolo di ingresso nell'euro
Fu il tre e mezzo tre virgola sette non ricordo esattamente comunque ben superiore al tre per cento
Io Commissario europeo
Per di più italiano per di più non competente per gli affari economici e finanziaria andai fuori da ogni protocollo rendendo meno e ben conto
E dichiarai pubblicamente attenzione così il Governo Prodi non ci porta nel nell'euro fin dall'inizio ci fu una reazione comprensibilmente furiosa del Presidente del Consiglio
La frase più blanda che pronuncio in quei giorni fu Monti ha avuto il raro risultato di mettersi in contrasto con il suo Governo e con la Commissione europea e aveva ragione
Ma mi sembrava inevitabile sollevare l'attenzione pubblica in quel momento in quel modo che era l'unico a mia disposizione
Ma aveva particolarmente ragione quando diceva mettersi in Costa in contrasto con la Commissione europea e qui vengo quella frase di Marco Butti
Perché Germania Francia almeno in larghi strati della loro opinioni e delle loro classi politiche allora non volevano l'Italia nell'euro
E veniva visto male
Che sì sollevasse pubblicamente il tema che andando avanti sulla strada di quel documento di programmazione economico finanziaria l'Italia non sarebbe entrata nell'euro
Perché quello era il desiderio di molta parte del resto d'Europa che l'Italia non entrasse
Almeno all'inizio
Nell'euro poi sappiamo come sono andate le cose
La tenacia del ministro Ciampi dentro il Governo fin da fine giugno poi il no del Primo Ministro spagnolo Aznar nel un po'patetico incontro di valenza in settembre
Il ritorno della delegazione del Governo italiano a Roma
La presentazione di un piano intensificato di risanamento
L'ingresso tempestivo nell'euro oggi citato Presidente Prodi
Deve aver dimenticato quell'episodio perché tre anni dopo mi propose di continuare con lui nella Commissione europea l'altro punto che vorrei ricordare
E di bottega ma fu abbastanza divertente all'inizio del mille novecentonovantotto la direzione generale oggi retta da Marco Buti
Presentò alla Commissione il rapporto sui dati del novantasette in base ai quali si sarebbe
Ma poi la Commissione avrebbe proposto e ai al Consiglio quali Paesi fare entrare e quali no
Emma Bonino io guardiamo con grande tensione la statistica sull'Italia e figura un tre virgola quattro per cento superiore al tre non veniva preso in considerazione per l'Italia
La la piena attuazione di misure che pure erano state decise
Avremmo qualche incontro un po'Collu convulso col predecessore di Marco Buti e col suo commissario il compromesso fu che l'hit la figura con un tre virgola zero e un asterisco l'asterisco diceva supponendo la piena applicazione dei provvedimenti decisi dal Governo
Nella proposta che andò al Consiglio l'Italia fece parte della pattuglia dei paesi che
Potevano subito entrare
Avevo un'altra considerazione da fare sul sulle loro Marra la tralascio perché vorrei dedicare i miei ultimissimi minuti
Alla mia preoccupazione sulla
Stando sul titolo dell'incontro
Sull'Unione europea della crisi come uscire dal tunnel è stato detto autorevolmente credo quasi tutto per quanto riguarda il piano di rilancio e la regolazione finanziaria
Io vedo un problema più grave che è il seguente l'Unione europea è stata costruita come progetto di integrazione economica ma anche politica su uno zoccolo duro che l'integrazione di mercato
Oggi l'economia di mercato in gravissima crisi
Più in crisi che l'economia mondiale è oggi il concetto dell'economia di mercato
E
Potrà la costruzione europea che su quello è fondata
Andare avanti la mia convinzione è che sul piano europeo ma anche sul piano del G venti
Si siano fatti i primi passi molto importanti e il G otto sicuramente incrementerà questi progressi
Ma sull'importantissima battaglia di ieri quella cioè che sarebbe stata che si sarebbe dovuto combattere ieri quella della regolazione finanziaria
Ma che soprattutto per colpa degli Stati Uniti e della Gran Bretagna non si poteva combattere
Ma non ha ancora individuato mi pare nell'Unione europea nel G otto nel G venti la battaglia di
Oggi e di domani che è quella delle disuguaglianze sociali il Presidente Fini ha ricordato la crisi sociale la stiamo vedendo manifestarsi pesantemente in tutti i Paesi
Il l'aver affrontato nello G venti i paradisi fiscali opera importante e meritoria e sappiamo quanto fu difficile il Ministro Tremonti lo saprà meglio di ogni altro
Ma va tenuto presente che quello serve contro l'evasione fiscale
Non serve a niente contro l'elusione
Legale
Che gioca sulla base del fatto che ognuno dei venti tanto per cominciare da loro o dei ventisette all'interno dell'Unione Europea per certi aspetti giocata paradiso fiscale per i residenti degli altri
Il tema quindi molto scomodo molto difficile politicamente non certo di una utopica e non necessaria piena armonizzazione fiscale
Ma di qualche limitazione a la alla concorrenza fiscale credo vada a posto
Nel articolo al quale gentilmente l'onorevole letta si è riferito
Io sostengo che ci sia uno spazio inatteso creato dalla crisi perché
I miei in Europa vogliamo come semplificando due modelli di Paesi gli anglosassoni
E quelli all'economia sociale di mercato gli anglosassoni stanno rapidamente rivedendo le proprie posizioni del resto non solo in Europa gli Stati Uniti si stanno dotando di sistemi di Welfare che prima
Vedevano applicati dai pale o socialisti europei con qualche disprezzo
La Cina stessa tra parentesi sta guardando con interesse all'economia dissociare sociale di mercato europea
Che
L'Irlanda ha annunciato che dovrà aumentare le imposte allora i Paesi anglosassoni stanno guardando con maggiore rispetto all'economia sociale di mercato dei Paesi dell'Europa continentale
L'economia sociale di mercato negli ultimi anni sono state costrette loro a fare passi verso il modello anglosassone dando si attraverso la strategia di Lisbona e in altri mondi
Una spinta verso una maggiore competitività
Gli anglosassoni giustamente
E in questo direi
Gran Bretagna Irlanda e i nuovi Stati membri tutti molto attaccati al concetto di mercato unico se la prendono con la Germania soprattutto con la Francia che in ogni modo stanno cercando di
Eludere o violare le regole sul mercato unico pensiamo agli aiuti di Stato
D'altra parte gli anglo d'altra parte i paesi come la Germania la Francia non cito l'Italia non certo per disinteresse ma sono soprattutto Germania Francia questi Paesi
Che hanno problemi col mercato unico giustamente lamentano il fatto che
Gli anglosassoni e i nuovi Stati membri
Continuando ad essere radicalmente opposti a qualsiasi forma di coordinamento fiscale
Li costringono a perseguire i loro obiettivi sociali contro il mercato
Negli Stati il sistema fiscale era il sistema classico
Accanto a nuove forme di solidarietà privata eccetera per perseguire gli obiettivi di ridistribuzione se la concorrenza fiscale senza limite fa uscire dalla porta la finalità distributiva
Gli gli Stati tendono a farla rientrare dalla finestra ostacolando il mercato unico ecco perché penso
Perché forse ci siano degli spazi per una sorta di patto strategico all'interno dell'Unione europea che certo dovrebbe essere ho posto dalla Commissione certo sapendo che all'inizio sentirà molti no ma quanti no abbiamo sentito nel novantasei novantasette
Prima che si arrivasse unanimemente sotto presidenza lussemburghese con Gordon Brown cancelliere dello scacchiere a un patto unanime sulla fiscalità del risparmio
Credo che dobbiamo porci il problema di che cosa vuol dire la crisi del dell'economia di mercato per l'integrazione europea e immobili
Con un
Pizzico di immaginazione ma ancorati alla realtà politica cercare una via d'uscita
Il tema può sembrare altamente irrealistico l'articolo di apertura di oggi del New York Times e dell'International Herald Tribune comincia a considerare nel concreto la fattibilità di questi passi
Ringrazio il professor Monti d'ora la parola al professor Alberto Quadrio Curzio
Ringrazio molto il Presidente della Camera onorevole Fini e il Presidente di Aspen Italia Ministro conosciamo Tremonti per l'invito a questa tavola rotonda
Probabilmente chi mi conosce pensa che come economista io dovrei parlare in termini strettamente tecnici
Con tutta quella peculiare terminologia
Talvolta oscura che la mia professione utilizza
Dopo relazioni così interessanti mi restano
Pochi spazi anche per parlare come economista
E perciò io suddividere la mia riflessione sui due tonalità quella del non economista e quella parzialmente dell'Economist
Parlando danno un economista credo sia opportuno ricordare
E non parlo a caso prima da non economista che l'Italia è stato un Paese federato ore
Per l'Europa e sia estremamente importante ricordare le nostre radici europei isterie in De Gasperi Ina Ina o di in Spinelli nonché inciampi e Napolitano
Scendendo da Milano ridetto questo saggio Altiero Spinelli l'Europa di Giorgio Napolitano
E
Commesso a fronte questo saggio con la titolazione della nostra riunione e mi sono chiesto
L'Unione europea e la crisi ma la domanda è la crisi finanziaria di oggi o la crisi che è incominciate in Europa
Con il Consiglio europeo di Bruxelles del giugno due mila sette quando fu completamente affossato il progetto di Trattato costituzionale
E
Fu varata quella procedura che viene comunemente denominata trattato di riforma ma su delle basi
Chiaramente
Intergovernative ma ancor peggio che intergovernative le frasi così secche così nette contro anche i simboli della Unione Europea mi fanno pensare che la crisi dell'Europa si è iniziata
Con il Consiglio europeo di Bruxelles del giugno due mila sette
Spero di sbagliarmi ma temo che sia così
La seconda osservazione che vorrei fare sempre da non economista ovviamente non oso definirmi né storico né cultore di scienze istituzionali soprattutto qui a fronte di personalità che tali sono quindi mi definisco il negativo
E che spesso si tratta dell'Europa come attuatrice di un Progetto funziona lista o di un progetto federalista quasi che fossero due momenti antagonista
In realtà io credo che la euro democrazia sia una nuova formula nuova tipologia di democrazia che ormai ha fuso insieme questi due aspetti
E che questi due aspetti danno o dovrebbero dare un sano equilibrio tra istituzioni società e mercato
Badate quando parlo di istituzioni parlo anche di Stato ma non solo di Stato perché le istituzioni sono ovviamente l'Unione europea lo Stato le Regioni le municipalità a seconda dell'assetto istituzionale interno dei singoli Paesi
Così come ritengo indispensabile non dimenticare la società i corpi intermedi che hanno un ruolo fondamentale nella democrazia partecipativa
Ovviamente non in sostituzione della democrazia rappresentativa ma certamente come integrazione irrinunciabile ed infine ovviamente non ultimo
Ma certamente non più importanti degli altri l'economia e il mercato ebbene io credo che nel disegno dei grandi europeisti ci fosse questo sano equilibrio tra istituzioni e società ed economie di mercato
E che da Londra traiettoria dell'Unione europea non debba mai dimenticare questi parati altrimenti non c'è dubbio che
Il passaggio a forme intergovernative e peggio ancora a quello che può essere un buon sistema di libero scambio
Diventa quasi inevitabile
Personalmente coltivo anch'io il mio paradigma ideale che è basato su alcune grandi categorie che io definisco liberalismo sociale o comunitario
Nel cui contesto si parla di sviluppo non si parla di crescita e non dobbiamo dimenticare che la crescita è un particolare dello sviluppo ma lo sviluppo e qualcosa di molto più ampio che poi si interseca con la solidarietà e la sussidiarietà
Intendendosi per solidarietà quella dinamica che guarda anche se non soprattutto agli aspetti intergenerazionali e non solo quelli di equità intergenerazionale
La tutto questo fa parte dei bagagli di convinzioni personali che credo siano utili soprattutto nel contesto italiano
Dove un senso di forte responsabilità repubblicana ed europea non va mai a mio avviso dimenticato
Vengo alla seconda parte della mia riflessione quella più tipicamente economica ma non tecnicamente economica
Innanzitutto io credo che nella crisi la seconda crisi che a mio avviso è importante ma non è poi da sopravvalutare l'Europa sia entrata molto meglio di altri Paesi
L'equilibrio esterno dell'Europa a ventisette ma anche di Eurolandia e soprattutto di Eurolandia è buono non abbiamo un grande deficit di bilancia commerciale e non abbiamo mai fatto protezionismo
I conti pubblici prima della crisi erano sostanzialmente in equilibrio
Il risparmio europeo è un risparmio consistente quindi l'Europa ha una sua grossa capacità di autofinanziamento
Tutto ciò a mio avviso dava e dà tutori fondamentali dell'Europa molto migliori di quelli di altri grandi Paesi sviluppati che certamente hanno commesso degli errori straordinari
Tuttavia è chiaro che questo non basta per darci una copertura sulla crisi stessa e sul come uscire dalla crisi
Sono state proposte tantissime ricette su come uscire dalla crisi io non ne voglio aggiungere un'altra ma credo che alcune considerazioni sì o no utili
Anzitutto io rimango convinto che per riprendere
Come dire la dinamica della costruzione europea le cooperazioni rafforzate siano irrinunciabile
D'altra parte lo stesso Presidente Ciampi a suo tempo il Presidente Napolitano poi hanno spesso toccato questo tasto delle cooperazioni rafforzata
Io credo che queste stia hanno in re ipsa perché i grandi Paesi continentali dell'Europa Francia Germania e Italia hanno una struttura economica anche molto simile
Che prende facilissima la integrazione ben al di là di quella dei mercati anche una integrazione più forte di economia reale e produttiva
è stato prima detto che
I grandi Paesi continentali rappresentano in termini di PIL
La gran parte dell'Europa voglio ricordare a tutti che
Eurolandia peso il settantacinque per cento del PIL dell'Unione europea a ventisette
E che i tre grandi Paesi continentali pesano il sessantacinque per cento del PIL di Eurolandia quindi è chiaro che una sistema di cooperazioni rafforzate su Eurolandia che faccia poi il perno a sua volta show
I tre grandi Paesi continentali
Darebbe una spinta formidabile anche per tenere vivo all'allargamento dell'Europa stessa perché io temo che l'allargamento avrà sfilacciato si non a causa
Del poco Governo dell'Europa ma del poco Governo di Eurolandia che è stato in affidato alla anche a centrale la quale si è ben comportata ma non può evidentemente porre in essere delle politiche economiche che non fanno specie
Ai propri statuti
Quindi io
Penso spero che le cooperazioni rafforzate possano essere riprese possono essere portate avanti perché ritengo che sia una strategia fondamentale
Per l'unione europea stessa
Per quanto riguarda
Tutto ciò che è stato fatto al fine di uscire da questa crisi il più presto possibile è stato giustamente ricordato prima che d'Europa si è molto attivata e anche
Il nostro Paese si è molto attiva atto
Debbo dire anche con l'elaborazione di due rapporti citati qui oggi che trovo fatti piuttosto bene lo European Economic Recovery Plan della Commissione europea
E l'altro elaborato Financial supervisione in European Union detto anche il rapporto de larosière credo che siano due
E lavorati molto interessanti naturalmente con
Come dire un po'l'astrattezza di tutti questi elaborati che se non hanno proprio un correlato di governo preciso
Rimangono tra gli oggetti di studio piuttosto che gli oggetti di prospettiva politica di intervento
E per quanto riguarda le prospettive politiche di intervento è stato ricordato prima mi pare da Enrico Letta
Dando seguito a una riflessione che Giulio Tremonti faceva da parecchi anni riprendendo il Libro bianco dicevate loro io reputo che la emissione di bond europei sarebbe in questo momento fondamentale
Facendo due conti e sono gli unici due conti che mi permetto di riportare alla vostra attenzione
Una missione da mille miliardi di euro di titoli di debito pubblico sarebbe evidentemente molto grande per fare opere a portata di Eurolandia
Queste potrebbero è vero che come è collaterale
Le riserve auree dei paesi di Eurolandia che sono trecentosettantasette milioni di once come collaterale significa che non vanno vendute vanno tenute come garanzia
Che trecentosettantasette milioni di once sono una
L'importo assai significativo
Un tasso di interesse del tre per cento annuo verrebbe a costare trenta miliardi di euro cioè lo zero trentaquattro per cento del PIL di Eurolandia una minima imposta europea ed è con un avvio di fiscalità europea servirebbe a pagare il servizio di quel debito pubblico senza che nessuno
Avesse a soffrirne in modo particolare
So che Giulio Tremonti ha anche in contesti internazionali insistito molto non dico per questa ipotesi così come tecnicamente io la formula ma per l'emissione di titoli di debito pubblico europeo
Non mi pare che per adesso ci sia stato un esito soddisfacente ma io confido che Lugli continuerà a insistere su questa
Su questa
Opzione
Ovvio ok con un Bilancio da cento miliardi di euro l'Europa comunitaria può fare pochissimo pressoché nulla
E dunque non credo che possiamo sovraccaricare neanche sulla Commissione specifiche richieste quando il bilancio così modesto in conclusione
Io sono convinto che il nostro Paese abbia dato tanto l'Europa e credo che si debba sempre ritornare alle personalità che con le loro diverse
Formazione ideale culturali hanno però ho sempre avuto una comune fede europeista e questo a mio avviso è stato un grande elemento di unità
Degli italiani e spero che ancora in futuro il nostro Paese potrà dare sia sotto il profilo dei grandi ideali sia sotto il profilo degli interventi concreti
Un contributo mi rammarico di non aver potuto commentare adeguatamente il libro di Marco Buti persona che io stimo molto
Comma purtroppo che ho ricevuto solo ieri Marco
Avrà modo di leggerlo e certamente va presero grazie
Grazie podologo parola l'ultimo intervento o al professor Giulio Tremonti
Il una eterogenesi avremmo dovuto fare la presentazione di un libero facciamo una riflessione di
Carattere di campo più più generale
Ha cominciato a fare questa riflessione l'autore del libro e questa è stata un po'all'autorizzazione devo uscire da da quella
Che hanno predeterminato
Di Lisbona è molto interessante una composizione di di di materiali
Che io le hanno quasi un carattere storico e tuttavia molto interessante e importante
Ne abbiamo fatto
Come come Governo piena piena notte
Crisi in greco vuol dire cambiamento il cambiamento si è sviluppato si sta sviluppando tanto
In Europa quanto negli Stati nazionali in Italia qua
In Europa il cambiamento viene marcato da segnali che sono a volte segnali soft a volte segnali a da tutti e due importanti segnali soft
I messaggi di di di immagine che vengono trasmessi la mia impressione è che per effetto della crisi l'immagine dell'Europa sia meno asse etica meno dogmatica
Più empirica in infine più più politica ne viene fuori un'immagine e meno rigida devo dire in qualche modo più umana credo che entri
Più nel vivo vissuto dei nostri popoli attraverso la crisi e per quello che si sviluppa nella vicenda le crisi che non come era prima
E questo è un dato non privo di di di valore dissenso anche il dicevo un'immagine meno dogmatica dando voi devo a pareva viste distrutta
Da un lato con
Forme di di di culto dall'altro lato conforme di reazione quasi ironica e devo dire
Tanto erano eccessive certe espressioni dogmatiche di culto quanto fosse e vanno parziali delle posizioni di dire la mia
E credo che un certo equilibrio adesso possibile farlo guardando i fatti del passato in una logica
Meno rigida e devo dire di reciproca comprensione delle varie posizioni io esempio ero considerato euroscettico non ho mai avuto l'idea di essere scettico ma certamente
O fatto rilevare tante volte le cose che fuori dal culto dominante tuttavia non mi sembravano particolarmente intelligenti o per lo meno mi sembravano discutibili rappresentabili in termini diversi
Io sostenuto da quando ha avuto vuole Governo dal due mila due per esempio che l'allargamento era giusto ma i tempi dell'allargamento forse erano stati troppo compressi
Poi dire che era giusta una tesi poi dire che la giusta la altri adesso anche molti autorevoli europeisti sostengono che la tempistica è stata
Troppo complessa
La cosa giusta nel tempo sbagliato può veniva e fare la fine come la cosa sbagliata e quando lo dicevo io ero scettico adesso mi pare che l'abbiano scritto o detto in un qualche modo anche autorevoli autorevolissimi rappresentanti del del pensiero
Tell Europa italiani
Oppure quando dicevo anche devo dire interasse altamente che alcuni elementi e del patto di stabilità e di crescita e l'anno in un qualche modo forse discutibile allora il patto era
Dominante anche al margine dei decimali
Quando lo dicevo io ero considerato uno che usava questi argomenti per fregare i partner europei poi autorevolmente è stato detto che il patto era stupido e che per questo andava riscritto
E quando per esempio durante il semestre di presidenza italiana fu esclusa l'ipotesi di applicare le sanzioni
La Germania la Francia che non avevano fatto il deficit a seguito di politiche di spesa pubblica ma affetto della congiuntura economica allora non positiva
Beh alla fine chi aveva ragione e chi ha risparmiato le sanzioni calda chi ha difeso l'idea dell'Europa in fondo la logica del patto
Chi ha evitato le sanzioni o chi le chiedeva dicendo che l'omessa applicazione di sanzioni avrebbe distrutto
La forza dell'euro
Che è tutto abbastanza relativo e come anche la ricostruzione storica il professor Monti ha ricordato estate scritto nel libro di
Di di di Butti dalla STAI dell'ingresso vede dell'Italia nell'euro io credo che molto di quello che è stato detto ossia importante ma alcuni elementi al margine
Vanno poi considerati perché i fatti politici visti un po'in una prospettiva storica hanno delle complessità
Come dire più profonde c'è un'altra versione che dice non è che l'Italia intatta nel europea che aveva il tre per cento ma l'Italia
Ha fatto il tre per cento perché l'industria tedesca ha chiesto di non lasciarla fuori come
E allora son caduti gli spread e questa non è una tesi solo mia c'è un libro molto molto piccolo ma importante è scritto in Italia proprio su questo
Tutto è un possibile combinare devo dire ripeto una valutazione
Un po'meno rigida e più politica che si sta rappresentando dei degli affari dell'immagine la consistenza europea importante anche come immagine
Dell'Europa la quale a volte però fa di tutto per rappresentarsi anche in modo
Buffo questo in o qualche modo nuovo c'è un po'all'immagine due due e due le due vicende il professor Monti
Tante volte mi ha contestato la misurazione sulla Gazzetta Ufficiale
Sollecitazione
Della regolamentazione tre chilometri
O per pagine ma per esempio come Divella Lalla il l'ultima direttiva sulla quantità di sale ammessa nei fare se il tedeschi o nella baguette francese
Non mi sembra che forse ove oggetto di una due azione da parte dei popoli interessati a quel tipo di alimentazione
Conservatori dei valori tradizionali non mi sembra che fosse una cosa intelligente oppure l'ultimo rapporto di un gruppo di
Di di di alto livello o sul sulla linguaggio di di igiene ed è utilizzabile del tipo in Europa per a cancellare già i differenziali agenda dice uomo di Neanderthal è una forma che la poi a mettere
Ma uomo politico o no
Uomo di legge no ecco occupare intelligenze funzioni in esercizi di questo tipo diciamo che non contribuisce mai Bilancio io credo è fortemente positivo
Rispetto a prima adesso l'immagine che viene fuori dell'Europa è certamente più umana più
Più intelligente me meno rigida di quanto era prima e questo fa la forza dell'Europa voi immaginate cosa sarebbe stato in altri tempi con una presidenza di semestre europeo come quella in atto cecoslovacca con il Governo che cade durante
Il semestre di presidenza
Con un Presidente che dichiara che il tema che stiamo discutendo l'unione monetaria costituisce formale di euro socialismo e tuttavia è stata una buona Presidenza
In altri tempi avrebbe determinato quella combinazione e infetti di di di di polemica e di rottura quindi io credo che la crisi sull'Europa
Nella immagine e l'Europa sia stata sia più positiva che negativa e
In crescendo più forte che debole
E gli aspetti diciamo a da che forse sono quelli più importanti certamente l'asse del potere si è spostato
Dalla Commissione I Governi e dal metodo comunitario al metodo intergovernativo questo con un'accelerazione che è cresciuta per effetto della crisi
E non dipende da considerazioni di carattere antropomorfo tipo la Commissione debole certamente la Commissione non è particolarmente forte come figure come
Immagine ma fondamentalmente quello che significativo non è che la Commissione è più debole ma i Governi e perfetto lecchese insomma più forti
E la sequenza dei vertici l'espressione de de del ritorno dei Governi dello spostamento dell'asse della politica
Dalla Commissione ai Governi alcuni reperti e ci sono delle sedute di conoscenza o di auto coscienza altri sono invece
Forti e hanno un effetto di decisione e di spinta e tutti insieme io credo sono comunque
Utili
E Lalla la la sequenza dei denti vede dei provvedimenti che viene fuori dai vertici lo lo dimostra a volte sono provvedimenti sempre su impulso dei governi abbastanza
Apparentemente piccoli tipo l'ultimo vertice tra cui la parte economica
Su su sui criteri contabili
Il Governo italiano ha fatto notare che dietro la contabilità accende ideologia cioè la politica la contabilità non è la fede alla presentazione ragionieristica
Dietro un criterio contabile c'è un'idea del capitalismo per esempio che ideali della funzione dell'impresa l'impresa deve creare valore per gli azionisti o deve creare valore tra chi sta nell'impresa lavoratori inclusi
Secondo il criterio contabile che applichi c'è un'idea o l'altra di capitalismo
Che l'impulso al cambiamento delle regole tra l'altro il differenziale mista Tedesco ci ha fatto forza notare che
Sul Financial Times Deutschland c'era la notizia che
Gli americani avevano appena cambiato carattere contabili mentre noi in mattinata stavamo chiedendo
Di rispettare i criteri americano nella notte gli americani era bianca ambiato per noi c'è un problema di mesi e allora l'impulso è stato adesso basta si fa subito oppure
Guidare la macchina politica europea è stata è molto molto complessa molto più più rigida di di quella americana un paradosso in Europa non c'è decreto-legge
E tuttavia non è che più debole connessione son più forti i Governi il passaggio che c'è stato non è stato solo quello da dal coordinamento crescente quello che c'è stato e dal coordinato al collettivo gli ultimi di
Interventi europei Europa su Europa o dell'Europa nel G venti e sono stati in favore di scelte collettive
Per essere chiari il G venti di Washington fu il coordinamento di politiche di stimolo nazionali e forse era necessario perché le politiche di stimolo sono fatte per atti legislativi e gli atti legislativi sono
Parlamentari e quindi nazionali
Il vertice europeo che ha definito una politica europea di sostegno per evitare crisi criticità finanziarie nell'est Europa è stato collettivo non coordinato è stato
E questo è stato anche consentito perché gli strumenti applicabili erano strumenti amministrativi
E lo stesso riguarda il G venti di Londra ultimo che è stato non coordinato ma collettivo
Ma il passaggio ha coordinato collettivo è stato possibile perché
La meccanica gli interventi erano provvedimenti amministrativi la dotazione del Fondo monetario dei
Fondi incrementali si fa per atto amministrativo non presuppone atti legislativi
Ma questo è un passaggio positivo per finire su questo punto è il passaggio dal coordinato collettivo il passaggio dei passaggi sarà quando l'Europa deciderà di fare una politica
Comune di di di di di di di investimenti pubblici
Ed è il discorso che è stato fatto oggi
Qui ed è quello di una nuova versione poi applicazione del vecchio e glorioso piano dell'OCSE
Se l'Europa non fa questo
Passaggio Arcella la politica e gli stimoli stima le ha fatte che io credo che la polemica gli stimoli sia
Necessaria ma quando poi attacchi da televisione che trasmette un messaggio devastante poi fare tutti gli stimoli che voi o
Come dire il conto messaggio viene diviso il leader il messaggio di stima
Ma il vero stimolo volevo appare o fare solo se fa una politica industriale o di investimenti pubblici collettivo
E si chiama Sollo versione attuale del piano dell'OCSE
E in e non vedo alternative ancora adesso dominano logiche nazionali da alla domanda Butti forse non ricorda la domanda di cominciare a studiare
è una abbondare la reazione è stata gli eurobond secca ci sono già si chiamano abbonda
E questa è come dire l'espressione di una visione no non particolarmente comunitaria diciamo ecco però noi siamo abbastanza ottimisti su quello Italia
Sorta e Arda come effettivi di de della crisi l'immagine del nostro Paese diciamo se non positiva
è certamente meno negativa di di di prima non vorrei che adesso scriva una cioè diciamo che siamo usciti pensiamo anche accettato un rapporto tappati che la fonte mi sembra folcloristica a sua volta però
Dicevano a un Paese dove giocano bene a calcio
Il che oggettivamente indubitabile o dove si mangia bene che è ancora più
Però ecco anche in quelle sedi che a mio parere a loro volta come dire dimostrano
Come dire il carattere di relativa attendibilità l'immagine dell'Italia in meno squilibrata di quanto era era prima
Come struttura a da come come realtà sostanziale io lo vedo un po'così
Prima voi il differenziale italiano sul debito pubblico e oggettivamente ancora siamo un Paese che ha il debito a tre cifre mentre gli altri l'hanno due pur con una velocità di crescita maggiore della nostra
Ammaccato la nostra storia e credo che si debbano un po'studiare meglio i rapporti che essi pongono tra lo sviluppo tra la crescita e i debiti privati o pubblici che siano voglio un po'a semplificare l'Italia cresce molto negli anni Settanta e Ottanta anche negli anni Sessanta deve confesso differenziale crescita con l'Europa
Ma negli anni settanta ottanta lo fa col debito pubblico
Si vuole ho giocato dal debito pubblico in quegli effetti di crescita forse va considerato in termini diversi e quelli fatti finora in sede scientifica
Poi l'Italia smette di di di di seguire con la politica di spinta economica via debito e e si apre il differenziale crescono molto gli altri e fosse uno dovrebbe chiedersi se l'effetto di crescita di molti Paesi nordici
Dipendeva dal fatto che aveva fatto riforme strutturali o non dal fatto che stavano allora volta accumulando in giorni quantità di debito
Solo che all'inizio era privato e non pubblico adesso prefetto di politiche di di di di di salvataggio è in atto un colossale derivato pubblico per cui si spostano
Debiti privati marci su
Solo sull'atto pubblico ma io credo che una riflessione forte dobbiamo farla
Sull'apporto tra il debito e la crescita
Correttamente adesso se nota all'Italia un grande debito pubblico ma non ha un grande debito privato
Considerando che ormai l'evidenza e nel consolidare lì anche perché avvengono i passaggi dal privato al pubblico in questo grosso differenziale negativo è meno forte
Secondo la struttura industriale il nostro Paese quattro milioni partite IVA vuol dire quattro milioni di imprese medio piccole di autonomi di di di persone che comunque
Sviluppano una
Perché questo è fondamentale e aggiungo anche l'equilibrio il nostro Paese non assolo
Export anche la domanda interna altri Paesi hanno lungo una dominante della
Dell'export l'Italia è più equilibrata di altri Paesi
Probabilmente anche più ricca al di fuori delle statistiche dove pure una può immaginare l'evasione fiscale che pure drammatica e tuttavia
Molta parte sistema industriale italiano è posseduto attraverso holding estere
E molta parte le attività dei gruppi industriali medie italiani è operata attraverso la struttura esterna
Se devi fare investimenti e ne fa vista nel estrattori operi attraverso
E ed è a applicazione il sistema legale europeo che ti consente di utilizzare una holding europea
Quindi non è illegale perfettamente conforme a un sistema giuridico che integrandosi ti consente di trasferire la proprietà della tua attività
In altri Paesi europei piuttosto che nel Paese di origine
E quei gruppi gli investimenti le fanno nel stranezza vista attraverso la struttura europea e data la struttura atta a tuttavia e nell'analisi dei fatti la la questione da marzo in poi la questione fondamentale quella tappetaro era anche prima
Ma
è la proprietà che fa molte differenze all'assetto c'è un grande gruppo europeo quotato
Ha interesse a consolidare tutto deve farlo anche vede fare una politica di remunerazione dividendo deve dare evidenza il bilancio
Se la proprietà è privata tutto questo non è quello che voglio dire che
Una quota enorme della ricchezza italiana non sta nelle statistiche italiane ma non per illegalità per l'applicazione di un criterio particolare di
Organizzazione della proprietà
Testa in altre statistiche o non sta nelle statistiche e tuttavia io credo che il Global Asset posseduti dall'industria italiana in questa forma l'importo sia enormemente superiore a quello che risulta dalle statistiche
E questo spiega anche dell'ultimo punto che vorrei trattare invece un
Un elemento che è quello critico del nostro Paese l'Italia un Paese duale
Ed è sempre più purtroppo un Paese duale
Quando leggi anche nel libro devo dire da una parte che non condivido quando leggine direbbero che in base alle statistiche l'Italia è sotto gli standards di ricerca di produttività
E altri indicatori
Beh assolutamente un modo ha detto Dario di applicare di legge le statistiche per essere chiari cento andava dettagliando livelli di ricchezza strutturati danni e quindi non occasionali non casuali
Che sono comparabili a quelli delle grandi aree
Euro
Contabili alla Baviera lead FAS a tutto quel grande
Al Cordì di ricchezza che una volta si chiamava carolingia
E non è possibile che tu stia a quei livelli di ricchezza per tanto tempo senza avere ricerca scientifica senza aver produttività senza avere tutti gli indicatori che invece
Nelle statistiche ci vedono penalizzati
Non è assolutamente possibile non non ha senso questo tipo di lettura statistica la detta è un'altra che siamo
Un Paese unico ma fondamentalmente duale
E cioè dire il nostro problema il divario crescente che si sta sviluppando verso il sud
E nel sud e credo che sia la la
La nostra strategia fondamentale di permanenza in Europa perché
La crescita di quel differenziale
è il fattore critico fondamentale della nostra presenza in Europa
Noi dobbiamo evitare che quel differenziale cresca dobbiamo agire in modo che quel differenziale si riduca questa è la questione politica fondamentale
Ed è la ragione per cui noi crediamo fortemente in questi termini nel federalismo fiscale
Che il know how taxation without representation e crediamo che sia questa la strategia per evitare che un pezzo del Paese e quindi molto alto
Venga differenziarsi è troppo
E crediamo che sia e su questo io enormemente apprezzato il discorso fatto in sede politica data dal Presidente Fini credo che sia fondamentale in questa strategia una parola era parola Stato grazie
Ringrazio il professor Tremonti
Non abbiamo tempo per un secondo giro perché gli interventi è stato in moto comprati e posso chiedere al Presidente Fini
Se vuole dire tutto parole conclusiva
Grazie allora
Ringraziamo tutti