"Questi nostri comuni"

L'inizio ai lavori di questo seminario di studi che è organizzato come
Si legge sui nostri depliant e manifesti
Dal gruppo dei senatori della Democrazia Cristiana
Smalti amo le ultime pellicole colleghi fotografi hanno ancora diritto di lavorare
Si riservino qualche altro
Ruolo rollino per appena viene il segretario del partito quindi adesso
Andiamo avanti dicevo
Il tema questi nostri comuni
Può sembrare che sia un tema riduttivo ma l'abbiamo voluto così proprio perché per ragioni direi divulgativi in realtà cui si parla di autonomie locali che è un termine un po'più per la detti ma è questo il tema vero di questo nostro convegno il tema cioè della riforma delle Autonomie locali di cui si parla che poi
La riforma possibile alcuni dicono l'unica riforma possibile in questo momento in questa legislatura vedremo è un tema come ben sapete dalle notizie di stampa dai giornali che è stato reso
Ancora più attuale
Dall'impegno
Di tutte le forze politiche di tutti i partiti intorno a questa tematica est è stato ribadito di recente anche dalle conclusioni del Comitato centrale del Partito comunista
Ed è stato reso ancora più attuale e incisivo dal discorso che il Presidente della Repubblica ha tenuto l'altro giorno a Firenze
Il senatore Mancino
Ha inteso interpretare con questa iniziativa una esigenza diffusa molto diffusa non soltanto sul piano parlamentare ma anche su tutto l'orizzonte politico esigenza che soprattutto dal punto di vista metodologico come seminario di studi un'esigenza di confronto fra tutte le forze politiche adesso per favore
Cerchiamo sì di lavorare un attimo perché tanto avrete agio di
Il senatore Gabriele De Rosa che è Presidente dell'Istituto Sturzo ha voluto gentilmente ospitare questo nostro convegno
E quindi all'Hui compete il saluto e gli cedo volentieri la parola professor De Rosa
Onorevoli
Signore e signori accademici
Se non mi sbaglio questa è la prima volta del nostro istituto ospita un convegno politico parlamentare su un tema classico ma sempre attuale quello delle autonomie
Tema crede come tutti voi sapete Fuccaro non solo al pensiero di Luigi Sturzo
Ma tutta la tradizione municipalista socialista repubblicana liberale cattolica dalla fine del secolo scorso in poi
In questa tradizione confluivano una molteplicità di culture
La federalismo lista legata al nome di Cattaneo la liberale che si identificò nel nome di Minghetti la democratica cristiana nell'età giolittiana che fece tesoro
Nel problema delle municipalità azioni dell'esperienza Fabiana
Infine la socialista che ebbe Imi Gaetano Salvemini il più radicale critico del trasformismo moderato ritenuto il maggiore responsabile dell'avvilimento delle autonomie locali
Tutte queste forze si riunirono agli inizi del secolo
Nella prestigiosa associazione prima associazione dei comuni
Indubbiamente
Sarebbe ingenuo se volessimo ricalcare o ripristinare sulla situazione di oggi Colli dilatazione della mano pubblica con lenti interdipendenze fra mercati regionali ed europei quel linguaggio contestativa o di una volta circhi rapporti fra società civile e intervento dello Stato
è cambiata la fisionomia dello Stato com'è cambiata la logica dei comportamenti dei comuni
Inseriti in processi economici sempre meno domestici e locali e sempre più riferiti alle regole difficili e dure del mercato portatrici di un benessere costantemente inquieto
Impossibile oggi è separare i due settori capitali della vita pubblica ed economica del Paese il settore pubblico generale quello più proprio della gestione degli enti locali
In effetti non ci si può riferire ai problemi delle amministrazioni locali
Senza tenere conto dei legami e delle connessioni che si stabilisca non con gli organi ministeriali e regionali con il potere centrale soprattutto con gli indirizzi della politica finanziaria ed economica
Tuttavia ci sembra ancora che si conservino importanti elementi culturali di attualità della nostra tradizione municipalista
Fondamentali perché si abbia un buon governo locale è un corretto rapporto di collaborazione fra enti locali è stato la vitalità di questa tradizione ci appare tanto più forte quanto più critica si è venuto facendo la situazione di molti comuni
E non solo nel campo della spesa ma più in generale nell'acquisizione di una capacità di realizzare responsabilmente una vera politica locale di interesse comune
Certo la situazione non è oggi quelle degli inizi del secolo allorché storto denunciava lo statalismo che parole sue assorbiva la vita comunale e la riduceva a carattere politico
La prevalenza dell'interesse Paul partitico centralizzato tendeva allora sovvertire sono sempre parole distorto le ragioni municipali a paralizzare le attività paesane a travolgerlo le nell'agitarsi dei partiti
Ciò che Sturzo sin d'allora lamentava era il livellamento della identità dei comuni a causa di una legge
Che riduceva Roma Napoli Palermo sempre parole sue alla stessa entità delle più piccole borgate
Dei villaggi sperduti nelle montagne che ancora non hanno che una via mulattiera di accesso
Poche parole queste di Sturzo che ci danno all'immagine caratteristica dell'ASP storica diversificazione degli insediamenti dei paesi dei villaggi fra pianure montagna specialmente nel Mezzogiorno
Nicola Mancino è in buona compagnia allorché recentemente ha parlato di una nuova legge che dovrebbe indicare diversi modelli in modo da evitare che siano disciplinati in modo uniforme comuni piccoli medi medio-grandi e grandi ora se ci colpisce la durezza degli analysis prussiane
Dobbiamo può ricordare le condizione dei comuni agli inizi del secolo sottoposti a una vigilanza burocratiche prefettizia eccessiva
E che si può spiegare fra l'altro con la sospettosità tutta Crispino verso le Autonomie viste come un rischio per l'assetto unitario dello Stato
Ma qualcosa di quella sospettosità rimasta a lungo nella storia dei rapporti fra lo stato e gli enti locali
Manca ancora una storia della burocrazia del nostro Paese
Di questo secondo potere che passa attraverso i partiti e l'evoluzione delle stesse istituzioni conforme anonime Tacito e di controllo che non sempre concordano con Lo spirito delle leggi pur facendo la debita tara alla Cerba critica di Sturzo allo statalismo è nostra impressione che ci sia ancora qualcosa di valido nel suo i moniti di ottanta e più anni orsono
Non va scrivi Avelli comune che non sia soggetto anzi oppresso da influenzi imposizioni in forma più o meno legale
Di autorità politiche che guardano lo svolgersi della vita locale dall'angolo visuale dei ministeri minister realismo qui servano
Del partito che sono obbligati a sorreggere dell'interesse anche illecito che garantiscono fondi i ripieghi burocratici
E le armi lo legali di cui dispongono
E il popolo nell'esercizio della sua sovranità di un giorno dimentica e non a esatta visione delle condizioni manici pali e subisce per necessità per fatalismo un ambiente artefatto viziato ha formato da mille compromessi dallo ska consorterie da turbolenti agitatori da corruttori
In in guanti gialli preoccupati più che altro della posizione politica
Diagnosi impietosa che sarebbe ingeneroso e scorretto trasferire meccanicamente sino all'oggi quindi una situazione storica profondamente cambiata in cui non può certo negarsi il cambiamento
E l'aumento delle competenze dei comuni l'ampliamento della loro rappresentatività politica allora maggiore possibilità di incidenza anche nell'organizzazione della vita civile urbana
Il panorama non è uniforme e sappiamo come la critica del meridionalista Sturzo si compone se con quell'ancora più severa e dura al trasformismo moderato alle pratiche clientelari e al centralismo burocratico anche oggi lamentiamo gli eccessi di vigilanza burocratica sugli enti locali
Però c'è anche l'altro versante della della questione quelle della formazione e preparazione degli amministratori
Delle loro responsabilità nella gestione di gestione dei bilanci
E nell'applicazione delle leggi tutti aspetti che sono impliciti nei testi struzzi anni che abbiamo citato e che specialmente per il Mezzogiorno costituirono sempre il culmine delle sue preoccupazioni politiche civili
Non basta una revisione dei meccanismi della finanza locale un nuovo e più ha toccato adeguato al sistema elettorale il riconoscimento di una più larga capacità
Di intervento nella gestione del territorio per avere un buon comune occorre anche una nuova cultura degli amministratori un sentimento più profondo e ampio delle responsabilità istituzionali nel governo degli enti locali
L'altro punto su cui vorrei richiamare la vostra attenzione
Concerne il rapporto fra la tradizione culturale delle Autonomie locali quale si nucleo nel movimento cattolico e nel movimento socialista e repubblicano penso agli origina punto già citata dell'Anci e lo Stato liberale
Semplicisticamente questo rapporto è stato rappresentato in un recente passato
Come una sorta di opposizione fra cattolici e Stato liberale quindi comodo un'anca incapacità costituzionale del cattolicesimo democratico hanno tre lire un maggiore un moderno senso dello Stato
Venter detrazione di comodo
Che pervicacemente insiste non l'immaginava delle radio radicamento della cultura municipali Istica in una concezione giusto naturalistica della società civile nega Trichet del ruolo e della funzione dello Stato moderno
In realtà fin dalle origini
Fin dalle prime note dalle rivendicazioni autonomistiche del movimento cattolico sociale il rapporto fra la società civile allo Stato fu inteso dialetticamente come rapporto di integrazione e di collaborazione
Nel programma municipale che presentò al Congresso di Castan Caltanissetta nel lontano mille novecento
Due Sturzo sin da allora sottolineava la necessità parole sue dell'intervento dello Stato nella funzione complessiva dei comuni fra di loro
Nella modificazione legislativa dei diritti ed è dovere di tutti e di ciascuno
Nella vigilanza perché si è osservata la legalità delle forme
Ed ancora Sturzo declamava l'intervento del popolo tramite referendum nelle questioni più importanti della vita comunale ed esercizio ordinato di un controllo pubblico nazionale
L'intervento dei poteri giudiziari contro gli amministratori che vivono la legge o mal verso Nola pubbliche finanze
Interventi invocato opere deliberazione di Consiglio opere decisione di autorità governative o per iniziativa del Procuratore della legge operazione popolare
Dunque un controllo che non era imposizione autoritaria noni ma dall'alto ma che nasceva anche dall'interno dello stesso ambito del consiglio comunale sempre per supponendo che i consiglieri ne fossero capaci e consapevoli
La verità e che questa storia del senso dello Stato che mancherebbe alla tradizione cattolico democratica è vecchia e astratta accusa nata perpetuata sì nel clima delle polemiche risorgimentali
In realtà le riserve di Sturzo e del movimento cattolico dell'età giolittiana non riguardavano lo Stato liberale in quanto tale ma lo Stato nelle sue degenerazioni trasformista e clientelari e accentratrici soffoca attrici delle Autonomie locali
E quanto al senso dello Stato ci sembra si dimentichi troppo facilmente come a sostenere l'impalcatura dello Stato liberale al momento dell'avanzata fascista ci fu in prima fila
Quel partito popolare con le sue tradizioni appunto municipalista regionalisti che e che non ci furono in molti che pure eredi della cultura risorgimentale abdicare io Abdi Carrano sperando della normalizzazione del fascismo
Ma non dosi d'desidero rubarvi tempo prolungando il mio intervento visto che il programma del convegno è molto nutrito a voi tutti il mio augurio di buon lavoro nel do la parola al senatore Mancino per la sua relazione
Berruto che ha evocato anche le radici di una tradizione storica la parola Mancino del titolo del suo intervento può sembrare anche esso limitativo l'analisi di una crisi ma è solo lo spunto per prendere poiché più ampiezza nel disagio sentito e non solo a livello di classe dirigente dalle comunità locali della società civile
Quando il direttivo del gruppo dei senatori democristiani
Si è interroga forse sarebbe stato preferibile
A cominciare dai rami alti o dai rami bassi delle nostre istituzioni
La risposta è stata unanime se risulta chiaro il disegno complessivo
Non fa differenza si può cominciare da dove si può
Ed eccoci allora qui con l'ordinamento delle Autonomie
Una riforma che non è decollata per tre legislatura
Nonostante il lavoro svolto fuori dentro la Commissione affari costituzionali del Senato
E il desiderio legittimo anche di chi parla
Di imboccare la strada dell'approvazione di un testo capace di offrire una risposta istituzionale adeguata alle profonde modificazioni intervenute a livello dei bisogni delle comunità locali
Abbiamo registrato sull'impianto del nuovo ordinamento dei poteri locali
Così come elaborato senatore Bonifacio nella passata legislatura significativi rilievi critici da parte della dottrina più autorevole sir riserva e non di poco momento da parte delle forze politiche anche di quelle che più direttamente avevano operato ed erano quasi tutte
Alla elaborazione del testo
Rilievi critici Erri serve che il caso oggi di raccogliere per partire con il piede giusto se possibile
Il tempo che sembra perduto potrà essere guadagnato per intero
Se anche in questo seminario potremmo valutare insieme gli orientamenti complessivi che la dottrina le forze politiche le esperienze vissute direttamente dagli amministratori locali hanno maturato negli ultimi tempi
A Venezia recentemente è stata fatta una puntuale riflessione
Sui risultati del più imponente trasferimento di funzioni
Operato per settori organici a favore delle regioni e dei Comuni
Il DPR seicento e sedici
A dieci anni dalla sua entrata in vigore non ha risolto per intero il problema della attribuzione ai livelli istituzionali regionali e locali
Se abbiamo realizzato e abbiamo realizzato sul versante del decentramento politico e amministrativo
Una riallocazione delle funzioni non più per spezzoni ma per settori organici l'opera e però è rimasta incompiuta
Ad esse si dovevano essi devono accompagnare un ridisegno dell'ordinamento dei Comuni e delle Province sì delle province
Una finanza locale parte derivata parte autonoma ma funzionali agli interessi delle comunità amministrata
Un sistema elettorale capace di garantire la stabilità del governo
Vorrei darvi conto molto schematicamente di alcune essenziali questioni rimaste tuttora aperte
Il dibattito che arriva quante altre se ne apriranno ministro Fanfani
In materia di riforme istituzionali noi senatori
Mentre non abbiamo avuto difficoltà a ripresentare nel vecchio testo la nostra proposta di riforma del bicameralismo
Non fu infatti possibile svolgerà nella passata legislatura neppure nell'altro ramo del Parlamento che pure aveva avviato una riflessione
Su questo tema un adeguato confronto fra le forze politiche pur in presenza di alcune iniziative i gruppi parlamentari fra cui anche quella democristiana
Per le autonomie locali ci siamo guardati dal suo dal depositare la criticamente l'articolato elaborato nella prima o nella seconda stesura in Commissione affari costituzionali
E ancora oggi preliminare risolvere la fissata quaestio se debbano essere solo i Comuni ad esercitare le funzioni amministrative nei settori organici dello sviluppo del territorio dei servizi sociali
O possono essere anche le Province secondo la scala territoriale di rispettiva competenza
Al riguardo
Viene avanzata un'ipotesi di valorizzazione della Provincia recuperata cioè al dispiegamento di funzioni viene quanto meno nei settori organici dell'assetto del territorio e dello sviluppo economico
Anche con riferimento al già richiamato D.P.R. seicento e sedici
Sono stati da molti sottolineati i limiti del trasferimento delle funzioni operato sul solo versante delle Regioni e dei Comuni
è stata perciò richiesta una riforma che affronti anche il problema del rapporto regioni enti locali
In particolare il ruolo di una provincia non soltanto programmatoria ma titolare di funzioni proprie oltre che delle cartaria di quelle regionali di quelle cioè che richiedono il coinvolgimento di livelli istituzionali intermedi e non possono essere affidate ai singoli Comuni pena la frammentazione e la vanificazione dell'interesse tutelato
Diventa essenziale confrontare l'ipotesi di un ribaltamento delle competenze consiglio giunta nel senso di assegnare al Consiglio compiti di indirizzo e di controlli alla Giunta compiti di governo come nell'articolato elaborato al Senato nella passata legislatura il ribaltamento così ipotizzato porterebbe infatti ad assegnare ai consigli competenze limitate ai bilanci ai piani programmi ai tributi ai conti consuntiva i regolamenti per fare degli esempi alla Giunta ogni altro provvedimento
Perciò competenze specifiche all'Assemblea generale agli esecutivi nel quadro delle competenze così distribuite
Occorrerà valutare se gli assessori comunali e provinciali non possono essere tratti anche al di fuori del Consiglio
Diventa qualificante riconoscere agli enti locali autonomia statutaria
Fra le scelte che gli enti locali possono adottare c'è quella del modello di governo
Non vi sono divergenze al riguardo
La legge nazionale infatti dovrebbe indicare tre quattro modelli
Al fine di evitare che siano disciplinati in maniera uniforme comuni di poche anime comuni piccoli comuni medio-grande comuni ricadenti in arie metropolitane e al riguardo l'autorevole riflessione di con Sturzo
Per come riterrebbe una sottolineatura in senso positivo
La paralisi dell'attività dei Comuni medio-grandi
E dinanzi a noi delibere assunte in via di urgenza e non ratificata conti consuntivi non approvati con conseguenti irregolarità dell'azione amministrativa e per vederli agevolazioni nei finanziamenti condanno della popolazione il ricorso illegittima mutui
Surrogatorie non consentiti dalla norma
Sui modelli differenziati di governo sino ad oggi
Si è registrato più desiderio che fantasia propositiva
Siamo rimasti al testo Cossiga
Ho alla non del tutto convincente elaborazione della Commissione affari costituzionali del Senato
Facciamo autocritica
Altra questione quella relativa al controllo
è sufficiente il solo controllo di legittimità sugli atti cosiddetti fondamentali quelli dei consigli e lasciare fuori tutti gli atti di attuazione di esecuzione degli atti fondamentali quelli cioè di Giunta
Nell'ipotesi di controllo limitato agli atti fondamentali come dare copertura gli amministratori contro rischi non solo formali per tutti quegli altri atti di attuazione che sono i più sull'ordinamento svolgerà la relazione di base il professore Ugo De Siervo che desidero ringraziare per aver raccolto l'invito
Sulla finanza locale
Occorre sottoporre ad esame critico l'impianto della riforma tributaria degli anni settanta
Per valutare sia a fronte delle solenni dichiarazioni di principio
Posso trovare ingresso il riconoscimento dell'autonomia impositiva in testa agli enti locali ne parliamo tutti i giorni
L'imposta locale deve essere cioè aggiuntiva rispetto a quella nazionale
O si può operare una riduzione di aliquote statali con conseguente minore attribuzione di risorse fan finanziari a carico dell'amministrazione centrale
Si aprirebbe a questo punto un problema di equilibri territoriali in quanto i Comuni corre Vito pro capite più basso avrebbero difficoltà ad assicurare tutti i servizi e il caso allora di valutare se possano essere posti a carico dell'erario
A una quota rapportato alla popolazione al territorio per l'erogazione dei servizi generali e irrinunciabili scuole GM trasporti ad esempio vidi una quota per i capi perequativo a favore di quei comuni che non hanno ancora realizzato un livello minimo di prestazioni cosiddette civili superando la cosiddetta spesa storica
C'è
Affidate all'autonomia tributaria dei singoli enti locali le specie che rispondono ad esigenze specifiche di una determinata comunità o una qualità diversa del sito della il professore Enrico De Mita che è un attento studioso in materia ci darà alcune essenziali linee di possibile movimento
So che non sarà facile me lo ha ripetuto più volte e lui stesso ma proprio per questo la gratitudine dico è pari all'impegno richiesto sistema elettorale
Partendo dal basso il tema della governabilità degli enti locali non può sfuggire al nostro esame occorrerà confrontarsi su almeno tre questioni a se sia possibile estendere il sistema maggioritario oltre la soglia dei cinque mila abitanti
Magari prevedendo per quelli con popolazione superiore non può canto quelli con popolazione fino a cinque mila una ripartizione diversa dei seggi anche più rispettosa delle minoranze
Articolata però in chiave maggioritaria per la lista vincente proporzionale delle liste soccombente in modo da avere in consiglio comunale una composizione pluralista di forze politiche
In un riconfermato sistema proporzionale per i Comuni più grandi
Se sia possibile in che modo correggere l'esasperata frammentazione Consiliare
Ho letto con interesse
Onorevole Angius alla recente proposta di Novelli
Una sorta di premi alla lista vincente che abbia riportato almeno la metà più uno dei voti validi in prima votazione o in un successivo ballottaggio da solo o mediante fusione con altre liste
Sempre nel rispetto della ripartizione proporzionale dei seggi c'è chi avanza oggi anche proposte di sbarramento nei confronti di chi non abbia raggiunto una data soglia c'è poi chi sostiene la elezione diretta del sindaco
A parte la inevitabilità di una disciplina dei meccanismi elettorali idonei ad assicurare un raccordo tra vertice sindacale base Consiliare
E che sarà l'unico punto in cui dico la mia opinioni in maniera in maniera chiara lasciando alla problematicità degli altri argomenti una risposta da parte del seminario riconfermo sulla elezione diretta del sindaco la mia contrarietà di principio
Difficilmente l'adozione sia pure nei rami bassi delle istituzioni del sistema della elezione diretta
Non influenzerà il sistema politico nel suo complesso il sistema parlamentare nonostante le sue insufficienze si lascia ancora preferito in questo nostro Paese almeno questa è la mia opinione su questo relazionerà il senatore Roberto Ruffilli uno studioso non privo di concretezza
Cari amici
La questione
La questione istituzionale è stata da noi collocata anche durante la campagna elettorale al centro del nostro impegno nella decima legislatura in quelle precedenti non abbiamo fatto mai mancare la nostra riflessione le nostre proposte
Anche durante i lavori della commissione istituzionale presieduta da un autorevole parlamentare da poco scomparso l'onorevole Bozzi che qui desidero ricordare con animo grato sono stato suo vice presidente
Per la fatica cui volle sottoporsi anche nella previsione di un non totale insuccesso il nostro gruppo non venne meno al dovere di dare il proprio contributo
Sulle problematiche istituzionali siamo perciò in prima linea
Nel mille novecentosessantanove De Mita senior parlò di patti costituzionali
Della necessità cioè di affrontare le questioni dell'adeguamento delle nostre istituzioni con tutte le forze che avevano dato vita alla Carta fondamentale della nostra Repubblica
Abbiamo sempre sostenuto che le regole del gioco appartengono a tutti
E perciò possono essere modificate con il coinvolgimento di tutti non ci sono infatti le regole della maggioranza o quelle della minoranza ci sono le regole del Paese questo tema è stato rilanciato di recente un po'da tutti i partiti
Il capo dello Stato ieri l'altro da Firenze
Ha inviato alle forze politiche un forte messaggio che è anche un monito
Le istituzioni non sempre danno risposte adeguate alla domanda della gente
E noi dobbiamo metterci all'opera perché queste siano più rispondenti ai tempi che viviamo
Se le forze politiche raccogliendo l'invito del Presidente della Repubblica
Saranno capaci di concorrere alle riforme istituzionali con la disponibilità non far valere convenienze temporanee o calcoli egoistici
Il confronto potrà dare frutti sostanziosi ho fiducia che ciò possa avvenire partendo magari dalle Autonomie locali e già sarebbe un primo significativo successo
Come avete potuto rilevare dall'invito oggi ascolteremo le relazioni di base interventi di studiosi e di parlamentari
Domani riprenderemo alle nove con una tavola rotonda cui parteciperanno i sindaci di comuni metropolitani medio grandi e piccoli il ministro delle aree urbane già sindaco di Milano il presidente dell'ANCI successivamente un'altra tavola rotonda servirà ad acquisire elementi della riflessione intervenuta a livello di singole forze politiche sui contenuti della riforma nel primo pomeriggio prima della conclusione di De Mita ascolteremo le valutazioni e gli altri autorevoli amici ci sono tutte le forze politiche come avete potuto notare ringrazio perciò gli amici che hanno inteso raccogliere il nostro invito ringrazia in maniera particolare per la sensibilità che ha dimostrato il ministro dell'Interno
Ascolteremo tutti e saremo grati a tutti la presidenza del seminario va al senatore Giacovazzo che ringrazio per quanto ha fatto per l'organizzazione di questa nostra due giorni grazie
Avete visto questa tripartizione che c'era nel programma quale autonomia quale riforma domani quale politica ancora domani pomeriggio con le conclusioni di De Mita e la prima relazione su questo tema quale autonomia
Riguarda appunto gli ordinamenti le funzioni controllo i rapporti istituzionali ci siamo affidati ad un eminente studioso il professor Ugo De Siervo dell'Università di Firenze al quale appunto diamo la parola
L'ulteriore rinvio della riforma degli enti locali
Ciò offre l'occasione di affrontare infine questi problemi come essi meritano
Nell'ambito di una stagione nella quale ormai la grande maggioranza delle forze politiche sembrerebbe determinata mettere infinita di Romano alla riforma complessiva delle nostre istituzioni democratiche
E infatti giusto che si affrontino i problemi dell'amministrazione locale elettiva come problemi di interesse assolutamente generale
E non relativi soltanto i problemi specifici di Comuni Province o regioni
Così pure bisogna essere coscienti che non ci si riferisce solo a problemi di migliore organizzazione amministrativa
Ma anche a problemi di ordine prettamente costituzionale relativi al modo di essere e di non piccola o minore parte del nostro Stato democratico
Troppo cresciuti sono infatti i compiti gli apparati i mezzi dell'amministrazione locale
Perché i cittadini possano pensare a un miglioramento delle nostre istituzioni senza che ciò riguardi anche tutto il settore dell'amministrazione locale il cui buon funzionamento condiziona così in profondo la loro concreta condizione di vita
Il cui spesso concreto modo di operare sotto la guida degli eletti dalle comunità locali dalla misura più immediata del tipo di funzionamento delle istituzioni democratiche
Appena due giorni fa il presidente della Repubblica Cossiga a questo proposito efficacemente affermato che il sistema delle Autonomie e anche il primo volto dello stato il primo momento di contatto
Fra il cittadino il potere statuale
Ma la stessa riforma delle istituzioni centrali dello Stato in larga parte condizionata dalla realtà dell'amministrazione locale elettiva si pensi da una parte alla alle interdipendente strettissime di ormai tutta una serie di funzioni pubbliche nazionali regionali e locali
E dall'altra la stessa formazione della stragrande maggioranza della classe politica nazionale nelle istituzioni politiche locali
La speranza è che questo tipo di consapevolezza e un sufficiente grado di coraggio permette infine di superare l'incredibile blocco che ha finora impedito di mettere razionalmente mano un settore così importante e tanto mutato negli ultimi decenni
Una legislazione arcaica e del tutto intera inadeguata rispetto alle responsabilità attuali dell'amministrazione locale sia le stesse trasformazioni sociali ed economiche intervenute nel nostro Paese
Ha dovuto reggere anche alle novità rilevanti introdotte dal mille novecentosettanta dall'esistenza e dall'azione delle regioni sull'intero territorio nazionale
Con tutto ciò che questo ha significato nel bene e nel male sul piano delle funzioni degli enti locali dei controlli sugli enti locali e degli stessi complessivi rapporti tra autonomie locali cosiddette minori è stato centrato ad evitare peraltro equivoci ebbene subito puntualizzare qui sul versante dei rapporti tra enti locali e Regioni
Ciò che ci si può ripromette re e soltanto di riportare razionalità e chiarezza in questo settore senza illusori tentativi di escludere relazioni del genere
Dal momento che la nostra stessa Costituzione affida alle Regioni funzioni legislative amministrative
In quasi tutti i settori di competenza degli enti locali è vero che spetta alla legge statale determinare le competenze di Comuni e Province ma non è pensabile anche sulla base della concreta esperienza fatta
In questo periodo dal settanta da adesso
Non è pensabile escludere in sede di legge di riforma delle Autonomie locali la presenza delle regioni si tratterà invece di determinare con esattezza precisi limiti hai potere regionali
E di configurare concreti strumenti di partecipazione degli enti locali e dei loro amministratori
Anche mediante opportuni rafforzamenti del sistema degli enti locali cosiddetti minori ai procedimenti regionali che incidono su aree di interesse locale certa
è urgente intervenire perché il passaggio del tempo tende a consolidare distorsioni che bisogna riconoscerlo si sono prodotti per l'azione non sempre correttamente disciplinata delle regioni
O per la stessa crescita organizzativa dell'amministrazione locale senza che ad essa abbia corrisposto sempre una riga
Una riforma dei Guattari sul piano della governabilità e della partecipazione
Non vanno generalizzati
Ma in verità non mancano neppure casi anche allarmanti di disfunzionalità e di appannamento dell'amministrazione locale degli stessi fondamentali principi di democraticità e di responsabilità dei suoi dirigenti
La possibilità di riformare infine gli enti locali presuppone che si abbia coscienza di alcuni essenziali obiettivi da conseguire
Obiettivi semplici e coerenti col nostro disegno costituzionale ma non per questo poco significativi o privi di importanti applicazioni sul piano della concreta riforma legislativa
Intanto
Vorrei ricordare che l'amministrazione locale trova la sua essenziale giustificazione nell'affidamento di una serie di funzioni pubbliche ai rappresentanti della comunità locale più direttamente interessata all'esercizio di quelle funzioni
Rappresentanti che le devono esercitare secondo modalità tipiche di una democrazia davvero partecipata
Molto opportunamente l'articolo due del testo approvato nel mille novecentottantacinque dalla prima Commissione senatoriale affermata sia che le comunità locali ordinate in Comuni e Province sono autonome
E sia affermava che l'azione dei Comuni e delle Province si svolge secondo il metodo della partecipazione e si conforma ai principi dell'imparzialità del buon andamento dell'amministrazione e della pubblicità del procedimento
Tutto ciò significa che divina fondamentale criterio di valutazione
Di ogni modello istituzionale che si voglia proporre quello di garantire davvero
E non già di rendere sempre più illusoria la conoscibilità dell'azione amministrativa ai fini di un'effettiva possibilità di partecipazione ai procedimenti di ai procedimenti e all'ai fasi di controllo sugli amministratori
Qui sta ad esempio il motivo di fondo della doverosa ostilità
Verso tutte quelle proposte che mirino ad attribuire in via normale significative o addirittura vaste funzioni di amministrazione locale organismi solo indirettamente rappresentativi delle comunità locali
Poiché in organismi del genere inevitabilmente si riduce di molto la possibilità dei controlli sociali sull'amministrazione locale
Si annebbia lo stesso fondamentale principio della responsabilità degli amministratori
Si sposta il baricentro del potere di Indirizzo dall'assemblea degli eletti alle istanze di direzione all'interno dei partiti locali
Il processo di estranea azione dei cittadini e dei gruppi sociali già grave rispetto all'ordinaria amministrazione locale a causa dei tanti istituti mancanti in una legislazione che risale ancora al periodo pre fascista in larga parte
E e strane azione derivante anche dalla stessa rapida profetizza azione di quei pochi tentativi operati in questa direzione negli anni più recenti penso per tutti alla legge sull'istituzione dei consigli di quartiere o consigli circoscrizionali
C'ho tutto ciò non può essere ancora gravato
A meno di far correre rischi alla stessa legittimazione dell'autonomismo locale
In secondo luogo la vasta estensione dell'aria di azione dell'amministrazione locale conferma e rafforza l'esigenza del pieno rispetto dei limiti posti dalla legislazione e dalle determinazioni programmatiche dei livelli più rappresentativi ed è il principio dell'imparzialità nell'esercizio delle funzioni di amministrazione
Troppi sono gli interessi individuali sociali collettivi coinvolti nell'esercizio degli attuali poteri di amministrazione locale
Perché possa essere accettato un sistema nel quale si possa più rizzare o senza teorizzare si possa praticare il concetto di autonomia in sostanza illimitata
Si tratterà evidentemente di ridurre l'area delle rigide prescrizioni anche in considerazione di differenziazione tori in cui è chiamata ad operare l'amministrazione locale
Ma non è pensabile che laddove limiti legislativi o programmatici siano posti questi possano essere non rispettati
A meno di rischiare una gravissima disarticolazione del complessivo sistema
In terzo luogo occorre rendersi conto esattamente
Della necessità assoluta del conseguimento di un livello di sufficiente efficacia nell'azione della ministra azione locale
In larga parte operante nell'ambito di servizi personali o reali che siano essenziali per il funzionamento del nostro stato sociale
E che ormai devono essere erogati secondo standard omogenei sull'intero territorio nazionale almeno nel loro livello minimo
Gli autonomi spicco gli autonomisti scusa contemporanei non possono infatti non prendere atto e di alcuni fini di giustizia sociale necessariamente generali
Ed è la stessa parziale erosione di quella rigida separatezza fra le diverse popolazioni locali schiera invece tipica di epoca di scarsa mobilità delle persone e dei temi
Infine occorre prendere consapevolezza che proprio la necessità di fare i conti con la rete darà con la realtà effettuale degli enti locali e delle comunità locali di cui gli enti locali sono espressione
Non può non condurre a condividere la battaglia contro l'uniformi su amministrativo
Ultimo grande oppressivo residuo delle concezioni accentratrici
In questa sede
Possono devono ricordarsi le vivaci polemiche di don Sturzo proprio contro l'accettazione da parte degli stessi autonomistico delusi Formis mo'all'interno della categoria delle regioni mi diceva e degli enti locali
Senza che ci si rendesse conto di quale contraddizione esistesse fra la rivendicazione dell'autonomia
E l'imposizione di un medesimo assetto a realtà tra loro anche radicalmente difformi
E ciò tanto più adesso in quanto l'antico riformismo amministrativo fra gli enti locali sussiste ufficialmente con tutti i suoi limiti e difetti malgrado le enormi trasformazioni di questo dopoguerra
Ma è poi in realtà in non piccola parte contraddetto da tutta una serie di disorganiche leggi statali o regionali che trattano a ben vedere in modo difforme singoli gruppi di enti locali
Ma il tutto senza una visione d'insieme
Ecco proprio in questa linea di non rendersi prigionieri di uniformi ismi magari anche solo verbali può comprendersi perché finora non a caso malgrado il bel titolo di questo incontro nostro incontro i nostri Comuni oggi ho cercato di non parlare di singole categorie di enti locali
Ho cercato semplicemente di riferirmi all'ente locale
Ricordo che a questo proposito efficacemente sempre don Sturzo scriveva che il primo essenziale problema e chi debba amministrare il denaro pubblico destinato al servizio locale
Che il territorio indichi questo complesso locale scusa perché il territorio che indichi questo complesso locale si chiami provincia o regione o Cantone o contea o comune conta poco
Importante è che l'amministratore si all'ente locale
Che questo sia autonomo che abbia inserì nato diritto di amministrarsi secondo gli interessi della popolazione locale e senza ingerenza statale oltre quella della garanzia e dei limiti costituzionali
Quanto appena detto
Deve stimolare ci io credo a muoverci con grande determinazione e coraggio nell'affrontare quella serie di nodi preliminari che ruotano intorno alla identificazione dei diversi enti locali e dei loro reciproci rapporti
E che condizionano a ben vedere in profondo lo stesso problema del riparto delle funzioni fra i vari livelli di amministrazione locale
Se infatti ci si continuasse muovere nella logica di mantenere in sostanza intatta la uniformità della categoria dei Comuni e delle Province
Salvo la limitatissima eccezione delle cinque possibili aree e Provincia e o provincia metropolitane
Rimarrebbe per pressoché l'intera area del nostro Paese il problema posto dalla necessità di ipotizzare la gestione di larghe significative parti delle funzioni di amministrazione locale
Da parte non di enti locali elettivi ma di strutture associative fra gli enti locali
Con tutte le note deplorevoli conseguenze del caso
Ma c'è di più
Perché questo tipo di permanente gestione della parte forse più significativa dell'amministrazione locale
Da parte di un sistema politico in sostanza largamente estraneo alle comunità locali ed accordato solo al sistema politico dell'area interessata verrebbe di necessità rafforzato dall'azione regionale
A meno di ipotizzare unipi un inevitabilmente squilibrato e pertanto anche sopperì colluso rapporto diretto fra la Regione e i singoli comuni
Singoli Comuni nella loro stragrande maggioranza come è ben noto certo inadeguati a garantire davvero la tutela effettiva della loro autonomia in un rapporto diretto con la Regione
Occorre allora
Senza radicalismi astratti
Ma senza neppure rendersi alla progressiva Trophy Zazie ione della stragrande maggioranza delle autonomie locali finora vissuta nel nostro Paese
Muoversi in modo deciso verso la creazione di un nuovo tipo di comune nelle aree in cui operano attualmente piccoli o piccolissimi comuni
Si tratta di riutilizzare certo l'esperienza delle comunità montane delle associazioni intercomunali per la gestione dei servizi sanitari e sociali degli stessi comprensori
Ma per arrivare ad un nuovo ente elettivo dotato quindi di piena forza rappresentativa e di sufficiente capacità operativa
Al tempo stesso in queste nuove strutture permarrebbe ero anche i precedenti organi elettivi gli attuali comuni piccolissimi comuni
Ma solo nella fascia delle competenze residue
Potendo sì magari anche prevenire tramite determinazioni statutarie del nuovo comune partecipazioni necessarie dei vecchi comuni ad alcune attività del nuovo e più vasto ente locale
Qualcosa di inverso può pensarsi che in parte era già implicito nel project negli ultimi progetti legislativi
Dicevo qualcosa inverso può pensarsi per i grandi e grandissimi comuni che soffrono invece seppure in misure tra loro evidentemente diverse di tutti i problemi derivanti dal gigantismo organizzativo e politico
Qui davvero occorre legittimare la fonte statutaria a determinare la più o meno accentuata articolazione
Della setto comunale dai consigli di quartieri con funzioni meramente consultive
Fino alla creazione di vere e proprie municipalità dotate di proprie funzioni decisionali e gestionali seppure all'interno di alcune essenziali scelte unitarie a livello della più vasta comunità urbana
Questi diversi modelli comunali così già offrirebbero la possibilità di dare risposte adeguate
E all'esigenza di un'effettiva partecipazione democratica e a quella di offrire una struttura almeno potenzialmente idonea a gestire tutto una serie di funzioni amministrative locali
Ciò non esclude peraltro nella necessità ma riferita a specifiche esigenze anche di alcune forme associative né soprattutto esclude la necessaria presenza di un altro ente locale rappresentativo operante sul mare a te
Tesi della utilità della permanenza di questo livello di governo locale
Livello locale pertanto elettivo
Resta ancora in parte indeterminata l'individuazione delle aree delle sue specifiche competenze
Ma sembra farsi giustamente largo la linea dell'attribuzione della rete delle responsabilità in una serie di cosiddetti servizi reali relativi essenzialmente al territorio
Non ti sembra farsi largo la via della individuazione nel livello provinciale dell'essenziale snodo nelle diverse programmazioni settoriali
Mentre invece sembra fortunatamente essere recessiva
La singolare proposta che pur fu fatta di fare della provincia una sala Orta di strano soggetto politico privo di funzioni amministrative ma dollari di non ben precise generiche funzioni programmatorie
Ma allora le funzioni provinciali in parte dipenderanno d'attribuzione in sede di legge nazionale di riforma delle Autonomie locali in parte deriveranno da specifiche determinazioni legislative o programmatorie nelle singole materie da parte dello Stato o
A seconda delle competenze delle regioni
Le esigenze derivanti dalla diversità di fatto esistenti o possibili fra provincia e provincia potrebbero trovare in parte idonea soluzione proprio nelle diverse possibili determinazione statutaria
Che potrebbero giungere ad inserire in procedimenti o anche al limite in organi provinciali i comuni dell'aria specie laddove sono palesi le interdipendente tra i due livelli di autonomia locale
Soprattutto interessante il caso delle Province cosiddette forse un pochino con è in fasi metropolitani
Mentre i problemi interni ai grandi centri urbani vanno risolti come abbiamo prima accennato inseriti diversa articolazione interna dei comuni
Nei casi di più intenso e complesso sviluppo intorno a uno o più poli urbani fra loro interdipendenti il problema è quello di spostare sull'ente provinciale
Eventualmente con speciali garanzie quanto meno procedimentali
La titolarità di alcune funzioni ordinariamente di competenza comunale e che possono permettere un effettivo ed adeguato al governo del fenomeno
Qui c'è torni menzione complessità del problema in almeno alcune aree del Paese legittima pienamente un intervento diretto del legislatore nazionale
Ma lasciandosi sempre l'autonomia statutaria delle singole province uno spazio di discrezionalità nel definire gli esatti i reciproci rapporti tra Province metropolitane e comuni dell'aria
Trattandosi in realtà di tutti i casi tra loro diverso
E ciò a prescindere dalla facoltà io penso in generale lasciata anche ad altre realtà territoriali di provocare analoghi procedimenti
Quanto
Accennato già accennato in precedenza ci permette di affrontare rapidamente alcuni dei problemi più significativi relativi ai problemi dell'ordinamento interno degli enti locali
Che in larga parte poi saranno ripresi da alcuni interventi e che quindi su cui io quindi vado molto rapidamente
Problemi relative l'ordinamento interno degli enti locali
Chi devono riuscire a garantire modifiche che devono riuscire a garantire davvero una democrazia più piena e una soddisfacente erogazione dei tanti essenziali servizi sociali ormai di competenza dell'amministrazione locale
A questo proposito Presidente della Repubblica Cossiga
Proprio due giorni fa ha ricordato che è nella pratica quotidiana della buona amministrazione e della competenza e della competizione democratica che si mantiene vivo ed efficace il collegamento tra popolo e istituzioni
Sempre in quell'occasione il Presidente della Repubblica ha concluso ammonendo che il popolo italiano dinanzi alle lacune alle distorsioni dinanzi al malessere delle istituzioni sente il bisogno di una democrazia più matura e consapevole
Per raggiungere questo traguardo la ricetta può essere una sola favorire la partecipazione dei cittadini e la gestione del potere espandere la possibilità di concorrere alle decisioni che riguardano la collettività
Ma ciò comporta anzitutto moduli efficaci di amministrazioni
Che nel complesso riescano a risolvere l'attuale confuso sovraccarico di funzioni in alcuni organi dell'amministrazione locale si pensi per tutti alla competenza generale dei consigli comunali
Nella realtà poi svuotata ma confusamente da prassi difformi da comune a comune
E dall'altra bisogna riuscire a risolvere il disperdersi il problema posto dal disperdersi fra più organi ed enti della responsabilità nella conduzione
Di importanti essenziali strutture erogatrici di servizi si pensi per tutti al ben noto tormentato settore in cui operano le unità sanitarie locali
Qui si tratta da una parte di affidare la ordinare responsabilità amministrativa agli organi esecutivi sotto il controllo e la direzione efficace degli organi reporter rappresentativi
Solari solo di alcune generali competenza amministrati
Dall'altra si tratta di configurare appositi organismi di tipo aziendale per la gestione di tutta una serie di servizi locali ovviamente anch'essi sotto i controlli la direzione generale delle assemblee elettive locali
Anche qui riemerge d'altra parte la necessità inevitabile
Di moduli organizzativi tra loro almeno relativamente differenziati a seconda delle diverse realtà in cui si opera che si apre di conseguenza un ulteriore spazio per la fonte statutaria degli enti locali
A questo proposito c'è da dire che l'autonomia statutaria degli enti locali
Trova il suo spazio può trovare il suo spazio proprio in questi importanti ambiti di autonoma determinazione delle concrete articolazioni organizzative degli enti locali e dei loro reciproci rapporti raccordi mentre non avrebbe ovviamente alcun significato un'autonomia statutaria che si riducesse ad un insieme di disposizioni meramente regolamentari
O tanto meno che pretendesse di determinare piattaforme di principi e di astratti valori
Sempre nell'ambito statutario andranno concretizzati tutti necessari nuovi incisivi strumenti di controllo politico sulla Giunta sulle giunte sugli organi esecutivi degli enti locali da parte dei consigli e degli organi anche di decentramento e di partecipazione comunale
Ma c'è di più
Perché occorre che gli strumenti di controllo e di partecipazione si fondino
Su una effettiva basta conoscibilità dell'attività dell'ente locale
Il prolungarsi dell'attuale strani azione dei cittadini elettori
E di non piccola parte delle stesse forze sociali dall'effettiva conoscenza dei processi decisionali rischierebbe davvero di omogeneizzare al peggio il giudizio
Su tutta l'amministrazione pubblica e di togliere in ultima istanza la specifica legittimazione dell'amministrazione locale rispetto a quella nazionale
In sede di questi processi di controllo
Vi è tutto lo spazio
Per la introduzione di nuove forme
Forme nuove ed efficaci di nuovi tipi di controlli sui risultati dell'attività amministrativa posta in mezzo i controlli di gestione infatti hanno a questo livello
Un importantissimo ruolo da svolgere a livello delle forme di controllo sull'attività per gli organi esecutivi da parte di forze sociali o di forze politiche
Ma io vorrei richiamare e con questo e l'ultima osservazione
Anche l'essenzialità di garantire un sistema di controlli amministrativi a fini di legalità
Senza assolutamente esagerare mi gonfiare situazioni deplorevoli di cattiva amministrazione in alcune realtà locale occorre riconoscere che certi fenomeni vanno assolutamente ferma nell'interessi
Degli amministrati nell'interesse della stessa classe politica già generale
Certi sistema di controllo il quale scaturito dal frettoloso trasferimento alle responsabilità regionali così come non è
Utile ed è quasi dannoso
Quando organi di controllo dicono di controllare la legittimità dei provvedimenti amministrativi degli enti locali
Al ritmo di cento duecento provvedimenti al giorno credo che tutti noi siamo abbia la consapevolezza che non si tratta altro che di un controllo meramente cartolare burocratizzato
Ma che in alcune situazioni addirittura può nascondere un abuso della strumentazione di contro
Ma modernizzato trasformato
Il sistema di controllo e sono va eliminato e se non va eliminato nella misura in cui lo stato sociale di diritto si chiama stato sociale di diritto
Il principio di legalità resta ancora uno dei valori centrata nostra forma da dove
Con questo io avrei terminato questa mia
Iniziale conversazione che verrà integrata dalle relazioni successive da tutta una serie di interventi puntuali
Vorrei soltanto chiudere ricordando sempre in riferimento l'opera iscritti don Sturzo
Quanto don Sturzo scriveva
Terminando un libro purtroppo poco noto ma molto importante e significativo intitolato la regione nella nazione è un libro del mille novecentoquarantanove
I si riferisce ai valori che sono sottostanti al regionalismo valori che sono sottostanti in realtà a regionalismo e all'autonomismo
Diceva Hastur prescriveva Sturzo dopo ottantanove anni di asfissiante uniformi Small di Monopoli Lise Moccia in per Rizzato che l'Italia abbia come tutti i Paesi moderni e civili una vita politica amministrativa più articolata
Un controllo pubblico più efficiente una giustizia distributiva più proporzionale
E con gli scopi del sanno e vero regionalismo le potremo dire ecco il gli scopi del sale Piero autonomismo sia esso regionale o locali
Un unico dubbio da parte queste cose così belle così convincenti don Sturzo descriveva nel mille novecentoquarantanove sono passati altri quaranta
I miei dubbi stanno solo qui
Grazie professor De Siervo di questa lucida relazione nella tripartizione di questo tema
Il secondo importante aspetto
Di quale autonomia è quello della finanza locale
Enrico De Mita docente alla Cattolica di Milano non è soltanto un profondo conoscitore ed esperto del problema a livello scientifico
Conosce per diretta esperienza di pubblico amministratore della vita amministrativa locale i problemi i disagi e la prospettiva politica di questo grande problema e all'UIC quindi la parola ascoltiamo
Io temo che
La mia breve relazione sarà alquanto deludente
Perché non vorrei che qualcuno si aspettasse da me la ricetta di questo problema
Non è un'appendice tecnica la finanza locale ma esprime il terreno
Quello della finanza
Dove la politica Mosca la sua concretezza
Quindi è un modo più difficile
Di discutere di politica
Ma è politica
E quindi non aspettate da me l'indicazione della tributo ottimo
Che soddisfi in questo momento
Le attese degli amministratori
In una situazione come questa dove è difficilissimo reperire nuove materie tassabile
Ai miei amici milanesi che insistono perché io inventi un qualche tributo rispondo con un aneddoto
Che vede protagonista nel simpaticissimo professor Violante un grande medievista
Il quale in un treno in un tram a Milano si siede di fronte a una bella ragazza in minigonna
Don Cinzio guarda guarda le ginocchia e a un certo momento la ragazza comincia ad allungare la minigonna
Al che il vecchio migliorista dice signorina non insista manca la sto
Ecco insistere perché sia abbia un tributo purché sia un qualunque tributo locale si merita questa risposta allo stato delle cose signori mancava storto
La nostra finanza locale è oggi una finanza derivata
Quasi del tutto cioè dipendente ma i trasferimenti del governo centrale
Il che sì ha sollevato molti enti locali dai loro gratta pacati come si esprime il mio amico Mazzocchi anche annullato quella fine flessibilità del flusso delle entrate che è un elemento vitale di vitale importanza
I problemi finanziari degli enti locali e soprattutto delle grandi città sono andati aggravandosi dall'inizio degli anni Settanta dolce
I fattori sono noti e molteplici la crisi economica mondiale influisce in modo rilevante sulle entrate e sulle spese locali
E quando cade il reddito si riducono le entrate
Proprio mentre aumentano i bisogni nel campo dell'assistenza
Ma l'impatto maggiore sicuramente venuto dalla cosiddetta crisi dello stato sociale
Una crisi che si è rivelata attraverso la crescita talora abnorme dei disavanzi dei conti pubblici e che ha dato origine almeno in alcuni Paesi a rilevanti riduzione dei trasferimenti dal governo centrale ai governi locali per fare un esempio
Il nuovo federalismo inaugurato da Reagan ha significato maggiori responsabilità per gli enti locali sia nel campo delle spese che nel campo delle entrate
In Italia la situazione non è molto diverso pur essendo molto diverso il sistema di finanziamento degli enti locali
Il nostro Paese
Più di ogni altro Paesi ad economia di mercato è caratterizzato da un sistema di prelievo centralizzato
Al quale si accompagna un fortissimo decentramento dell'attività dispensa essendo una parte cospicua della spesa pubblica amministrata da regioni province comuni unità sanitarie locali
Questa situazione di estrema centralizzazione
Del prelievo e di frammentazione della spessa che taglia quel cordone ombelicale che almeno in parte deve sempre esistere tra prelievo e spesa per ragioni di efficienza della spesa come equità e all'origine di un andamento erratico ed irrazionale delle entrate e delle spese
Con questo sistema in pratica entrate e spese locali diventa il prodotto del rapporto di forza tra centro e periferia
E di fatti sono questi sono i dati che cito avendo saccheggiato saggiamente in marzo che il Giarda
Ed infatti gli anni dal settantatré al settantasei
Grazie anche all'inflazione rappresentano per il sistema degli enti locali anni di contenimento e di dissesto finanziario che non avevano avuto precedenti storici nel nostro Paese
Lo scenario muta negli anni settantasei settantasette dagli anni settantasei settantasette agli anni ottanta ottantatré
Quando lo Stato
Questa è una delle più grosse colpe della classe politica italiana
Ha cominciato a pagare a consuntivo le decisioni di spesa che gli enti decentrati ritengono di prendere nell'ambito della legislazione vigente
Se si prende come base il settantasei le spese complessive dei comuni
Aumentano nel periodo fino all'ottantatré ad un tasso medio annuo che supera di circa dieci punti il tasso di inflazione media
Dal mille novecentottantatré ad oggi la situazione si complica nuovamente per gli enti locali perché lo Stato tenta di riprendere il controllo dei flussi di spesa e ad assicurare una certa autonomia finanziaria agli enti locali
Tuttavia la riforma contemplata dalla Tasco ha fatto una brutta fine e ciò complica la vita degli enti locali dal lato delle entrate mentre in certe aree geografiche si contino
La infelice pratica del disavanzo che poi impegna lo Stato nella continua azione di ripiano
Ora dobbiamo essere tutti d'accordo che questa situazione questa evoluzione rappresentano
Lo sottolinea anche Mazzocchi l'esatto contrario di una razionale e certa programmazione dei flussi finanziari per il governo locale
Questa situazione può essere sanata anche se incontra delle resistenze
Solo attraverso la certezza dei trasferimenti statali e attraverso la restituzione di una seppur parziale autonomia di prelievo ai governi locali
Che una via importante per soddisfare le preferenze dei cittadini e per elevare la razionalità nella gestione delle risorse locali
In altri termini una via per avvicinare i costi ossia le tasse pagate e i benefici della spesa pubblica locale
Questo principio certezza dei trasferimenti statali
E restituzione di una parziale autonomia di prelievo è ormai un orientamento consolidato
Le cose che io dirò ho cominciato a scriverle in un lavoretto giovanile
Che faceva parte di una raccolta di scritti curata dall'assessore al giorno per il Comune di Milano nel mille novecentosessantadue
Poi ho aggiornato il testo tre o quattro volte in base alle letture ma il nucleo centrale è rimasto quello dagli anni sessanta
Dico questo perché
Occorre chiedersi la ragione per la quale dal mille novecentosessanta ad oggi non si è fatto nulla
Tranne le regioni
Le quali però si sono colorante di tutti i colori del sistema politico che come voi tutti sapete sono colori molto brutti
Che cosa vuol dire certezza dei trasferimenti e che cosa vuol dire
Parziale autonomia tributaria
E qui occorre svolgerle un breve ragionamento politico altrimenti sembrerebbe che tutto si risolva nel ricercare un tributo purché sia per gli enti locali rispetto ad una situazione di difficoltà nel reperimento della materia imponibile come ho detto se la impostazione fosse questa ci risponderebbe saggiamente
Violante non insista la prego
Manca la stoffa
Anche perché le varie proposte fatte dopo la riforma tributaria del settantuno
Dirette a reintrodurre forme di autonomia tributaria degli enti locali
Nascono da diverse sollecitazioni
Fra le raccomandazione che la Commissione della CEE ha rivolto in passato al governo italiano per il risanamento della finanza pubblica vie anche l'attuale accrescimento della capacità contributiva degli enti locali
Negli ultimi anni in tutti i progetti di riforma della finanza locale sia di iniziativa parlamentare che l'iniziativa governativa viene ribadita l'esigenza di ridare agli enti locali una qualche forma di autonomia impositiva anche se questa affermazione di principio
Non sono mai accompagnate da proposte tecniche precise
In un famoso libro bianco di Reviglio sul riordinamento della imposizione immobiliare l'obiettivo di offrire un ruolo più attivo agli Enti locali restituendo loro forme di autonomia tributaria
Viene affiancato da altri obiettivi
Come la migliore distribuzione del carico fiscale dal punto di vista dell'equità favorire la mobilità della proprietà immobiliare agevolare l'acquisizione della casa contenere l'artificiosa dinamica dei prezzi delle abitazioni
C'è infine un'esigenza obiettiva di razionalizzazione del sistema di determinazione dei redditi netti dell'edilizia
Reso oggi non poco confuso dalla coesistenza di equocanone ILOR IRPEF esenzioni venticinquennale dell'IVA contributi di concessione edilizia catasto registro IVA e infine a quest'ultimo profilo mi pare siano attenti coloro
Che pur smentendo l'ipotesi di una imposta patrimoniale propongono una indefinita imposta sugli immobili di cui si conoscono solo i fini
Bloccare il mercato delle abitazioni ed eliminare le incentive all'accumulazione di reddito puramente Stati
La progettata imposta locale di cui non si conosce ancora l'oggetto ma forse credo che ci sia una
Una proposta Usellini che viene illustrata in questi giorni che però non conosco
Una tale progettata imposta locale non potrebbe soddisfare una serie di esigenze che vanno dalla politica economica nazionale alla rivendicazione dell'autonomia tributaria stessa che in assenza di altre precisazioni
Relative al sistema delle entrate degli enti locali vuol dire poco o nullo
Non è da escludere pertanto che se non si parte da un punto di vista preciso
Possa essere inventato come imposta locale un qualche cosa che debba servire solo simbolicamente alla soddisfazione di tutte le esigenze sopra elencati
Bisogna dunque evitare
L'errore di scaricare su un tributo locale purché sia una serie di politiche che vanno altrimenti affrontante il risanamento della finanza pubblica la politica edilizia ed ecologica la finanza locale
Si tratta di temi connessi
Come tutto è connesso nel campo della politica anche se i problemi vanno tenuti distinti
Ora per quanto riguarda la finanza locale
Credo
E in questo forse non son d'accordo col senatore Mancino
Credo che sia del tutto inutile dopo la riforma tributaria rispolverare miti degli anni Cinquanta
Come la autodeterminazione il principio di responsabilità degli enti locali almeno se si vuole intendere tale principio nel senso che il peso prevalente delle spese correnti debba ricadere sulle entrate proprie mentre i contributi statali dovrebbero svolgere una funzione integrata dice
Che tenga conto delle differenze esistenti nel livello delle basi imponibili dei singoli enti locali
Lo diceva
Carli in una o ascoltato una volta alla Camera credo la seconda commissione la finanza locale ma risanata collocando positivamente le spese degli enti locali nel bilancio nazionale
Non si possono ignorare in una economia come la nostra i rapporti esistenti tra spese degli enti locali e la domanda di fondi che previene da altri che proviene da altri settori
Non si possono ignorare cioè le compatibilità finanziarie complessive del sistema economico
Perciò il sistema che a me sembra preferibile
E quello secondo il quale il peso prevalente delle spese correnti debba essere alimentato dai finanziamenti statali
Da distribuirsi tra i diversi enti sulla base di parametri correlati ai fabbisogni dei singoli enti una parte sarebbe invece finanziata da entrate proprie
Cosa c'è alla base di una finanza propria c'è una esigenza di elasticità di manovra delle entrate che garantisca un'autonomia dispensa
Essa può essere soddisfatta da alcuni tributi si tratta di vedere quali sono i più adatti tenendo presente che la graduazione delle aliquote di pochi tributi locali assenso solo se accanto a mezzi sufficienti per compiti definiti
Altrimenti diventa come oggi una presa in giro perché è evidente che in assenza di mezzi sufficienti i Comuni sono costretti ad applicare sempre le aliquote massime e si applicano le minime è solo per ragioni elettorale
In questa direzione
La strada maestra e la riforma della legge comunali le province ma tutti sappiamo come stanno le cose
E si impone pertanto una responsabile riflessione autocritica
La verità e che al centro di tale problematica esiste un atteggiamento comune alle forze politiche
La politica locale vista in funzione della politica nazionale
La considerazione degli enti locali come momenti tattici che ogni partito assegna la propria Strategy
Questo produce un sacco di spreco in questi giorni a Milano la Provincia di Milano sta organizzando un bellissimo convegno sui problemi dell'America Latina cosa pregevolissimo ma io non ritengo che non debba esser la Provincia finanziare convegni di questo genere
In una città come Milano i soldi per organizzare un convegno di questo genere di possono dare i privati le banche
La tendenza alla diversificazione tra le forze politiche anziché all'accordo e la ragione che impedisce l'approvazione della legge comunale prego e provincia perché
Occorre chiedersi perché a quarant'anni dall'entrata in vigore della Costituzione repubblicana sono ancora inattuati capitoli dell'autonomia locale della finanza locale
Due ragioni furono dette da Giannini al momento della istituzione delle Regioni la verticalizzazione delle forze politiche e l'accentramento determinato dalla più recente evoluzione della politica economica
Non è un caso se la riforma tributaria del mille novecentosettantuno nacque all'insegna della soppressione dell'imposta di famiglia e della imposta di consumo che erano i pilastri della finanza comunale ma era una soppressione inevitabile
In un disegno di razionalizzazione della tassazione dei redditi della tassazione dei consumi
Ma è il primo punto che va approfondito
L'ente locale diventa ogni giorno di più lo strumento della azione politica dei partiti
Di qua l'incapacità della classe politica di governare
E della burocrazia di essere responsabile
Cose che si traducono in leggi nella legge regionale sul personale della mia regione proviamo gli assessori al vertice della burocrazia
E una amministrazione priva di responsabilità
Troviamo difficoltà nel fare la legge sulle deleghe perché ogni pezzo di delega ogni soggetto delegato
Coincide con gli interessi costituiti di questo o quel partito
Non esistono più le elezioni amministrative dove l'eletto venga chiamato a rispondere del proprio operato tutte le elezioni sono politiche dove risponde il partito nazionale
Sì che nell'ottica dei partiti il grado maggiore o minore di autonomia invocato è in funzione del maggiore o minor peso che si vuole esercitare a livello centrale
Le riforme proposte a livello locale sono viste prevalentemente come accrescimento o diminuzione dei propri poteri
Il dissenso sui piccoli comuni sulle aree metropolitane sulla Provincia
Oltre che essere dettato da legittime valutazioni di scienza dell'amministrazione e anche soprattutto dettato da preoccupazioni di potere
Ora ecco il punto
Ora il riordino degli enti locali o diventa una comune politica delle istituzioni
Quella politica intra partitica e Inter partitica che qualche volta ha dato buoni frutti oppure è destinata a rimanere lettera morta
Il discorso è generale
Se in Italia non riusciamo a recuperare una comune politica dell'amministrazione pubblica ogni discorso sulle riforme istituzionali grandi o piccole che siano e privo di significato quando non si traduce in semplice propaganda
Per queste ragioni pura auspicando ora non mi sembra realistica una soluzione nel breve periodo di una determinazione dei contributi statali legati alla disciplina delle funzioni
Posta in una riforma della legge comunale e provinciale
Anche se l'obiettivo per la sua importanza
Ma costantemente perseguito cercando di superare le difficoltà politiche che si frappongono io immagino che lo scopo i convegni come questo sia proprio di andare di superare le difficoltà che si frappongono
Perciò mi sembrano degne di attenzione quelle proposte che mirano a risolvere il problema della finanza locale con una legge che abbia questi punti qualificanti
Se non si fa la riforma della legge comunale e provinciale
Libertà degli enti locali di decidere la composizione della spesa corrente complessiva
Determinazioni in modo preciso del flusso del finanziamento statale con parametri precisi di riferimento per la crescita degli stessi reddito nazionali tassi di inflazione
Determinazione dell'importo dei trasferimenti spettanti a ciascun ente sulla base di parametri oggettivi eliminando definitivamente l'ignominia storica della spesa storica del mille novecento settantasei
Le enormi differenze oggi esistenti nel livello dei trasferimenti dovrebbero essere ridotte entro limiti decrescenti nel tempo
Tale riduzione però non significano una riduzione dei differenziali nei livelli di spesa corrente
Se l'amministrazione centrale non deve più occuparsi istituzionalmente dei livelli dispensa il sistema di finanziamento degli enti locali dovrebbe essere integrato con la restituzione agli Enti locali di fonti di finanziamento Autonomie che avrebbero una duplice funzione
Consentire agli enti locali che oggi ricevono finanze finanziamenti superiore alla media di sopperire ai più bassi livelli di crescita dei trasferimenti statali prelevando le risorse necessarie sulla collettività interessata
Consentire all'ente locale che lo desidera di espandere le proprie spese e quindi il livello dei servizi al di sopra di quanto consentito con i trasferimenti
Il collega Giarda che ha formulato comma loro maggiore lucidità tecnica le proposte sopra riferite le illustra con queste esempio
Considerando la situazione di due grandi città Milano e Roma
Dai dati riassuntivi di Bilancio del mille novecentosettantanove risulta che le spese per abitanti per la produzione dei servizi ordinari delle due città sono rispettivamente di lire duecento
Mila cinquecento per Roma e di trecento nove mila quattrocento per Milano
Con un differenziale a favore di Milano di lire centonove mila
Tale differenziale sostenuto solo per cinquanta mila da maggiori entrate proprie mentre sostenuto per lire sessanta mila da maggiori trasferimenti statali
Se non si vuole mantenere tale disparità di trattamento si potrebbe secondo Giarda ipotizzare una tendenza dei trasferimenti statali alli dell'Ars intorno ad un valore medio sia per Milano che per Roma
Consentendo di mantenere il livello di spesa eccedente il livello consentito dei trasferimenti mediante entrate pro gli enti locali sarebbero incentivati ad accertare entrate proprie perché ogni lire in più di entrata propria potrebbe essere spesa liberamente senza vincoli e controlli da parte dello Stato
è una proposta come si vede che tende alla razionalizzazione dell'esistente e che ha il pregio del realismo e della considerazione nella complessiva situazione economica del Paese
Se i politici
Il Parlamento
Non si mettono d'accordo sulla riforma della legge provinciale e comunale soluzioni come questa diventano obbligati
Ad ogni modo c'è un punto comune
Tra chi pensa ad una ridefinizione dei compiti degli Enti locali e chi invece ritiene che una tale ridefinizione oltre che inopportuna sia anche difficile da fare
Il punto comune e il modo di intendere le modalità del finanziamento che dovrebbero essere date in prevalenza da contributi statali oggettivamente determinati e perequati
E da entrate proprie dirette a garantire quell'elasticità di manovra sulla quale riposa l'autonomia dell'ente locale
Una volta assegnata all'entrata tributaria proprio a tale funzione
Resta il problema della scelta dalla scelta appropriata delle entrate
Che dovrebbe scaturire da una comparazione fra i pregi e i difetti delle seguenti ipotesi
Restituzione agli Enti locali delle quote i loro come previsto dal disegno di forma tributarie
A tale soluzione va la mia preferenza
Attribuire agli enti locali il gettito di una istituenda imposta sugli immobili
Attribuire il jet di una addizionale IRPEF ma bisogna essere attenti nella scelta a non sovvertire gli obiettivi della riforma tributaria
E difficile ni confronti ferma un'altra casa
C'è da chiedersi se è una forma di Something sezioni in sede locale del reddito complessivo
Farebbe rivivere lo spirito della soppressa imposta di famiglia e le discriminazioni che questa produce anche se non mi sfugge il rilievo che per reddito del cittadino si può intendere anche il reddito reale che cambia da comune a comune a parità di reddito nominale rispetto ai particolari servizi goduti in un comune anziché in una come pure da escludere sono forme di tassazione reale dei redditi in sede locale da sottrarre alla tassazione personale e che metterebbero in discussione il principio dalla progressività
Se si tengono fissi questi obiettivi e si pensa ad una imposta sugli immobili
Queste gira e rigira
Si presenta col volto della imposta patrimoniale che non sembra disturbare la politica tributaria nazionale e appare come una giusta contropartita ai tutori rigidi dei flussi di bilancio ma su una imposta patrimoniale vengono sollevati dubbi di legittimità costituzionale sul mio punto a mio opinione e questa la Costituzione né ce la impone la patrimoniale né ce la vieta
C'è una sola condizione che essa perché non sia espropriativa debba poter essere pagata con reddito
In Spagna hanno introdotto addirittura una clausola secondo la quale il l'insieme della tassazione reale della tassazione sul reddito sul patrimonio non possa superare una fetta del reddito
Quindi può essere un esempio può essere un punto di riferimento per approfondire l'indagine in questo senso inoltre in sede teorica si fa rilevare che una tassazione patrimoniale degli immobili
Non avrebbe grandi capacità di gettito
Darebbe solo il vantaggio dell'abolizione dell'esenzione vince venticinquennale dell'ILOR implicita nella soppressione di questo tributo per gli immobili ma concorrendo il reddito degli immobili alla formazione dell'IRPEF resterebbe aperto il problema della doppia tassazione essendo reddito e patrimonio due aspetti della stessa ricchezza della stessa manifestazione di capacità contributiva
Per tutte queste ragioni secondo me fermo l'avrei restando che la prospettiva ottima è la riforma della legge comunale e provinciale la predeterminazione del finanziamento
La soppressione definitiva dalla politica dell'indebitamento
Per tutte queste ragioni dicevo non rimane che la prima soluzione
Cioè ridare lì loro agli enti locali
Che ovviamente va valutata sotto il profilo dell'entità delle entrate che essa produrrebbe ho finito
Grazie professor De Mita la che ha posto l'accento tra l'altro sulla crisi del sistema partitico che condizionerà anche il riordino dei degli enti locali e di una riforma organica degli Enti locali il terzo aspetto questo tema sull'autonomia degli enti locali
è quello del sistema elettorale
Abbiamo con noi a questo tavolo uno studioso
Di questa materia nel più vasto ambito della materia costituzionale che insegna all'Università di Bologna
E ricordo en passant che il senatore Roberto Ruffilli e anche il responsabile della Democrazia Cristiana per le politiche e istituzionali a lui la parola
Penso che l'unico problema che a questo punto io non no è quello dal quale è partito il mio amico Enrico De Mita
Quando ho avuto la preoccupazione di ricordare che la materia che lui trattava era politica
Credo anzi che per quanto riguarda il sistema elettorale il problema è quello di non dimenticare che essi politica ma non solo nel senso che i rapporti fra le forze politiche di organizzazione degli stessi
Ma nel senso anche soprattutto di riorganizzazione del consenso di organizzazione della legittimazione a diciamo governare a livello centrale oppure a livello locale
Penso che vada anzitutto posto in evidenza del fatto che le spinte al cambiamento del sistema elettorale a livello locale come ad altri livelli vengono di solito collegati a due diversi ordini di esigenza esigente che dipinti per essere appaiono semplici esiste e anche molto chiare e cioè da una parte l'esigenza di governabilità
E dall'altra le esigenze di partecipazione popolare all'esercizio del potere ognuno di noi quanto sente queste due parole a subito chiaro di che cosa si tratta però val forse la pena di sottolineare alcune implicazioni di queste che nel dibattito sempre un po'affannoso un po'diciamo sussultorio che si verifica sui temi istituzionali vengono spesso dimenticato esigenze di governabilità accerto queste hanno i loro aspetti diciamo più evidenti ad esempio nella difficoltà con la quale dopo il mille e nove le elezioni amministrative dell'ottantacinque si è proceduto alla alla formazione
Te le giunte
Altro aspetto evidente sono queste crisi continue delle giunte tutte legate a problemi interni dei rapporti fra le forze politiche e crisi
Che continue che appaiono diciamo sempre più incomprensibili al cittadino e abitante degli enti locali è anche vero che per esempio l'ultima crisi di governo non è che sia stata molto più comprensibile per i cittadini anche ad altro o vivendo in ogni caso questi sono sicuramente diciamo
Punte dell'iceberg che fanno vedere la difficoltà di dotare i nostri enti locali come del resto lo Stato nel suo complesso
Di una maggioranza solida in grado di esprimere esecutivi efficaci in grado di realizzare i programmi con i quali ha ottenuto il consenso dei cittadini e in grado di a ottennero e poi il ulteriore consenso la mandata a casa dagli stessi però se ci pensiamo bene il problema della formazione delle maggioranze stabilire degli esecutivi efficaci assi un passaggio decisivo nel sistema elettorale ma a condizione che siamo consapevoli che il la soluzione che daremo per quanto riguarda il sistema elettorale deve misurarci con il problema di fondo sottostante che è quello dell'evoluzione del nostro sistema politico del nostro sistema dei partiti
Io qui voglio ricordare le cose che sono note a tutti ma sul quale fu ebbene forse ogni tanto di portare l'attenzione sicuramente a livello locale prima ancora che a livello nazionale si è verificata la crisi delle aggregazioni al centro attorno al partito prepotente preponderante secondo la formula individuata da Leopoldo Elia
Prima che a livello nazionale è stato a livello locale che ha perso peso la necessità di dar vita a maggioranza aggregate al centro contro le forze anti sistema
Solo che a livello locale emerso quel dato che ci sta precisando anche a livello nazionale che non è che da questo sistema dell'aggregazione al centro noi siamo passati al sistema dell'alternanza sulla base delle scelte
Da parte degli elettori siamo passati per dirla con Moro in una specie di situazione di stallo in cui abbiamo sì spostamenti di maggioranza abbiamo avuto per esempio se ci pensate fra i settantacinque ed oggi anche delle vere e proprie alternanze ma legato allo spostamento del partito cerniera
Operazione di per sé legittima che si verifica anche in altri ordinamenti pensiamo al caso
Tedesco solo che da noi c'è una sviluppo all'italiana e e sono le richieste abbastanza gioiose del cosiddetto partito cerniera per lo spostamento da una maggioranza alla
In questo contesto si è già verificato anche una delle possibili risposte e cioè l'alleanza difensiva dei partiti per altri versi alternativi ma che di fronte alle all'antico urtati di fronteggiare le richieste di partiti intermedi hanno deciso di allearci badate bene questo livello locale si è già verificato inizialmente ogni caso di alleanza fra i due partiti
Maggiori in particolare era faceva notizia sui i giornali e in realtà ormai questo dato e dato in qualche modo per acquisito forse la saggezza popolare a compreso che in casi di difficoltà anche queste alleanze difensive
Hanno senso
Va anche detto però che nei collant movimentismo del partito cerniera né con le alleanze difensive fra di partiti messi in difficoltà
Dal primo non riusciamo a trovare una strada per voglio dire stabilizzare la evoluzione in corso nel nostro sistema per passare secondo la formula classica da una democrazia bloccati in qualche modo nell'alternanza una democrazia computer cioè una democrazia non automaticamente dall'alternanza ma che posso governare sulla base di maggioranze adeguate e che abbia poi la possibilità effettiva di mandare a casa questo
Maggioranze ad opera dell'intervento degli eletto in sostanza da questo punto di vista nuovi ci troviamo di fronte alla necessità di stabilizzare a livello locale come a livello nazionale il sistema politico partitico
Creando le condizioni per la alternanze qui in qualche modo si tratta di realizzare una specie di quadratura del cerchio adesso si parla anche da parte di tutti di riforme istituzionali e tutto sembra dato per scontato ma voglio dire io non ho ancora visto discorsi seri su questo punto decisivo che è quello che io chiamo dalla quadratura del cerchio cioè valorizzazione rispetto del nostro pluralismo
Partitico politico culturale e sociale e organizzazione dello stesso in modo che riesca a esprimere maggioranza e opposizione in grado di alternanza
Badate bene che è urgente trovare una soluzione a questo tipo di problema perché altrimenti
Come elettorali
Ha proprio vantato nessun è qui a chiedere alle forze politiche quella cosa che non si chiede neanche agli uomini e cioè una grande bontà d'animo oltre la disponibilità al sacrificio e per così dire anche al suicido si chiede però alle forze politiche come ogni uomo quello di regolarsi con senso di responsabilità
Di verificare le conseguenze dei propri comportamenti in modo da darsi carico della necessità se non nati arrivare al bene
Maggiore quanto meno di arrivare al male minore perché per esempio se non ci si fa carico tutti del funzionamento complessivo del sistema dei partiti rispetta le istituzioni dai cittadini noi rischiamo che anche nel dibattito sulle specifiche riforme elettorali si alzino dei grandi polveroni alla fine dei quali non si capisce più niente come si fa per esempio negare che la proporzionale è un principio importante come si fa a dimenticare che per i grandi partiti di massa la proporzionale è stato il modo con il quale sono arrivati ad affermare la propria identità
Rispetto a Forza oligarchi che ed è diciamo anche e voglio dire molto chiuse incertezze sicuramente non disponibile a favorire la partecipazione popolare al potere però per esempio quando si chiede di abbassare addirittura rispetto al livello attuale i cinque mila a diciamo abitanti i comuni ai quali applicare la proporzionale è chiaro che si fanno proposte di questo tipo perché in realtà per forze che vedono messi in gioco la loro sopravvivenza o o o che come l'MSI non riescono a entrare in gioco
Quanto più voglio dire estese il numero dei Comuni a quale sia si applica la proporzionale tanto più questa forte sono in grado di esprimerci e di tentare di incidere è chiaro per esempio che quando i due partiti maggiori pongono il problema a livello locale della valorizzazione del partito di maggioranza diciamo
Cioè non assoluta pongono certamente una questione che sul sul piano del principio c'ha una sua validità è una sua legittimità ma che se portata fino alle estreme conseguenza rischia di non dar carico del pool di non darsi carico del pluralismo
Del nostro sistema
Politico e rischia anche sul piano del principio ad incrociare in grosse difficoltà perché altrove la legittimazione del cinquantun per cento altro sono leggi legittimazione dei partiti che punisce vicino a questa soglia ma con diciamo non raggiungano
La stessa oppure chiaro quando per esempio si parla di introduzione di elementi di maggioritario nel sistema proporzionale e si fanno i conti sicuramente Koné esigenze che esistono la necessità che i cittadini
Si facciano sentire sulla formazione della vera e propria maggioranza la necessità che i cittadini possano scegliere direttamente gli uomini di governo la necessità di evitare lo sbriciolamento
Diciamo del sistema le riferisco alle tre proposte che in qualche modo sono state presentate i patti di coalizione
Con con premio il discorso del doppio turno la questione dell'elezione dirette del sindaco o la questione dello sbarramento
In particolare a ogni ogni proposta per introdurre
Elementi di maggioritario una delle risposte
Voglio dire per da bloccare qualsiasi avvio di movimento in tale direzione è l'accusa che in questo modo si vorrebbe favorire il bipolarismo attorno ai due partiti maggiori è in realtà però una linea di questo tipo non è un po'migliore perché è vero che inizialmente i partiti maggiori dove abbiano adeguate capacità di aggregazione
E possono farsi valere però un sistema di questo tipo se organizzato con determinate
Garanzie non comporta la precostituzione di policy si attorno al quale organizzare la maggioranza da questo punto di vista viene ad esse si diciamo ora spazio coperto in ogni caso richiamo un po'o rapidamente questo dibattito per dire che si la soluzione ai problemi indubbiamente aperti per quanto riguarda il sistema elettorale locale come nazionale se questi problemi si vuol dare una soluzione
Che cerchi ricomporre unicamente gli interessi delle forze politiche in gioco occorre essere realisti fino in fondo perché da questo punto di vista non c'è possibilità di trovare diciamo una soluzione perché gli interessi sono troppo divergenti perché voglio dire noi in questa fase vediamo forze che hanno il problema della sopravvivenza forse maggiori che stanno o faticosamente tentando di adeguarsi ai cambiamenti sempre più profondi della società e un'aria di forze intermedie che tentano di cambiare il sistema dei rapporti di forza
Fra i partiti non in vista dall'alternanza ma in vista della costituzione di un nuovo partito centrale che condizioni sempre di più agli altri e da questo punto di vista gli interessi non sono diciamo componibili e anche qui e anche di questo bisogna tener conto nel dibattito pur per tanti versi positivi che adesso si è aperto forse meglio riaperto sulle questioni istituzionali come sulle questioni elettorali
L'unica strada per trovare una soluzione
è quella di
Convincere costringere le forze politiche a trovare un punto di riferimento esterno un arbitro Esterno diciamo per la loro competizione l'unico la strada per individuare una soluzione adeguata è quella di fare del cittadino e dell'elettore
L'arbitro per il funzionamento o effettivo del sistema perché altrimenti gli interessi delle forze
Politiche in gioco non sono a mio avviso fra loro componibili
Da questo punto di vista occorre essere chiari in particolare la Democrazia Cristiana il suo segretario ama molto il discorso delle regole ma per le regole in politica la questione molto semplice esistono solo due tipi di regole una eh la regola del più forte
E l'altro è la regola garantita dall'arbitro in politica in mezzo a questi due estremi non c'è niente
E il problema per quanto riguarda il sistema elettorale è quello di potenziare l'arbitro Esterno esterno sì ma non stravagante perché è l'unica fonte vera di legittimazione a governare che è il cittadino e l'elettore
Altrimenti
Ripeto se non si imbocca questa strada c'è solo lo stallo se il degrado
C'è il distacco dei partiti tagli di cittadini e viceversa ci sono le spinte alla democrazia plebiscitario che qui bisogna intendersi
C'è una spinta valida alla logica alla personalizzazione del potere che si lega allo sviluppo delle comunicazione di massa e così via e rispetto a questo non si può tornare indietro il problema però è che noi non possiamo buttare a male a mare quello che è forse il capitale più prezioso del nostro sistema dei partiti che sta a fondamento da Repubblica così come noi l'abbiamo posta in essere e l'abbiamo diciamo sviluppata
E cioè la partecipazione popolare all'esercizio per del potere partecipazione che non è solo alla scelta
Diciamo o degli uomini e partecipazione che è anche all'intervento sulle questioni diciamo sui programmi in sostanza ecco perché le questioni elettorale sono complesse e difficile sono complesse e difficili perché coinvolgono fino in fondo lo strumento partito
Non siamo in questa singolare condizione che è il malato cioè il partito che deve in qualche modo curare
Se stesso il discorso sulla riforma elettorale va avanti se sia anche questa una profonda consapevolezza
Dicevo la ricerca dell'arbitro esterno la valorizzazione del cittadino e dell'elettore e il partito delle diventare davvero lo strumento per questo però anche sulla partecipazione bisogna diciamo dire qualcosa pensate a tutto lo sviluppo delle forme di partecipazione locale territoriale funzionale che abbiamo avuto nella prima metà degli anni settanta
E però
Dobbiamo subito dire anche che questo tipo di partecipazione entrati in crisi entrati in crisi la partecipazione legata ai decreti delegati la partecipazione legata alle circoscrizioni la partecipazione legata alla vita di fabbriche e così via ma perché perché per larga parte quella era una partecipazione ecco diciamo coinvolgimento non una partecipazione decisione perché la gente si è stancata
E in qualche modo di partecipare perché sentiva che non riusciva a incidere forse il dato vero uno dei rapporti più preziosi
Che oggi ci resta in occasione dei vent'anni dopo i movimenti del sessantotto sessantanove è il processo irreversibile di contestazione
Di quelle forme di tecnica che portino a un potere che prende le sue decisione uomini che ci sono e decidono sottratti ogni controllo forse oggi quello che i cittadini vogliono in modo magari per tanti versi confuso è una a ridimensionamento della tecnica che consenta a loro di contare davvero nella scelta degli uomini
E nella scelta dei programmi
La partecipazione a un fiore di Serra è un fiore che diciamo va a coltivato perché naturale non esiste perché costa sforzo e però al tempo stesso noi oggi siamo in presenza di un sistema nel quale il lei vede che fino ad ora concesse vengono comunque diciamo contesta il problema è quello di arrivare a una partecipazione decisione anche per la Tevere come moto unico modo per responsabilizzare cittadino
Nelle scelte
Perché è vero che noi dobbiamo chiedere e imporre più responsabilità ai partiti
E alle istituzioni a perché poi questi funzionano in modo adeguato dobbiamo avere anche cittadini adeguatamente responsabilizzati e per questo ripetono il meccanismo elettorale diventa uno dei passaggi più
Importante
Occorre essere consapevole che in ogni caso la partecipazione elettorale per poter poi dare i suoi frutti va combinata con altre forme di partecipazione è la partecipazione attraverso il meccanismo referendario per esempio che va sicuramente sviluppata a livello locale e a questo livello con determinate garanzie si può veramente pensare di introdurre referendum consultivo e referendum
Propositivo via poi tutta la partecipazione ai procedimenti dell'amministrazione che non meno importante di quella elettorale per avere un cittadino adeguatamente diciamo responsabile viene poi la partecipazione che certo da solo non basta ma combinata con le altre
Diventa decisivo per far funzionare in modo efficace e trasparente agli enti locali che alla partecipazione alla scelta della maggioranza da questo punto di vista dico subito che anch'io senza essermi adeguatamente consultato sono d'accordo con
Mancino nel pensare che la elezione diretta del sindaco
Da solo poi in particolare non risolve nessun problema vero per quanto riguarda il funzionamento degli enti locali e per quanto riguarda soprattutto lo sviluppo di un'incisiva partecipazione popolare alla vita degli enti locali anche se il problema che il cittadino sia messo in condizione di individuare il sindaco esiste ma per questo come
Vedremo vi sono altre strade
Se la partecipazione elettorale va collegata alle altre partecipazioni deve essere chiaro altresì che la partecipazione elettorale da sola se non è accompagnata da altri interventi
Decisivi rischia scindiamo di aumentare il potere del cittadino
Nella scelta dei suoi amministratori ma rischia alla lunga di accrescere la insoddisfazione del cittadino perché perché al fine di far sì che la scelta della maggioranza posso mettere in condizione il cittadino elettore di valutare poi la operatività della stessa occorre una profonda ristrutturazione del rapporto Giunta
Consigliere cioè occorre in particolare portellino al sistema attuale che vede ogni Consigliere comunale pensare a fare in piccole grande l'amministratore
Cioè il problema che il consiglio deve essere in cui messi in condizione di svolgere davvero la funzione di indirizzo e di controllo malagestione va affidata a esecutivi slang in modo che anche dal punto di vista dei cittadini appaiono chiare responsabilità diritti e diciamo da questo punto dove c'è poi un altro dato
Io qui riferisco gli estremi di una inchiesta che so che è stata fatta da un gruppo di giovani qui in quel di Roma
E da questa messo emerso un aspetto che terrificante
Un'indagine fatta sui consiglieri
Delle principali città d'Italia sui consiglieri comunali ha visto che il tipo di personale politico che tende a prevalere in questi è voglio dire
Legato all'ingresso di giovani senz'arte e ne parte che in intraprendono nel consiglio comunale delle grandi città la carriera politica non vorrei svelare misteri se ricordo che questo è il primo il primo passo poi voglio dire bisogna salire agli enti locali superiori poi alla fine bisogna arrivare in quella di Roma in parlamento e magari incominciare a rimpiangere il fatto di non essere rimasto ai livelli precedenti dove forse si poteva incidere
Di più ma perché richiamo questo dato
Perché se non si ristrutturano
I compiti del personale che si occupa dell'esecutivo e del Consiglio non è possibile allargare le liste a militanti non full-time ma diciamo part-time non è possibile coinvolgere nell'amministrazione locale
Una serie di personalità emerse diciamo a a livello locale che possono dare suggerimenti indicazione che in presenza di particolari competenze
Tecniche possono ovviamente anche gestire ma facendo di questo una fase della loro vita e non l'inizio
Voglio dire di una carriera che poi ha tutta una serie di passaggi obbligati badate bene non è tanto a livello di sistema elettorale il meccanismo dei collegi uninominale che si risolve il problema dell'allargamento effettivo dei gruppi dirigenti a livello centrale
E locale me attraverso un'adeguata precisazione dei compiti
Delle diverse diciamo istituzioni
Da questo punto
Di vista occorre anche diventare consapevoli di un altro tale si dice a livello locale in fondo si possono sperimentare cose che a livello nazionale non sono a ancora un pronte ad esempio un certo rapporto con il maggior partito di opposizione perché qui ci sono meno implicazioni
Internazionali così
In realtà questo discorso va invece diciamo recuperato nella sua nell'anima profonda di verità che ha che la specificità di larga parte delle questioni locali che sono non in senso stretto ma in senso lato questioni eminentemente amministrative il rapporto alle quali quindi voglio dire chiaro che ci può benissimo essere conflitto di
Contrasto di voglio dire
Vantaggi svantaggi contraria contrasti rimarrà natura ma il rapporto alla quale emerge un forte rilievo di una soluzione diciamo anche più propriamente tecnica
La riforma degli enti locali riforma elettorale compresa passa per la presa di coscienza del ridursi a quel livello del peso della politica intesa come soluzioni delle grandi questioni nazionali così via questo non vuol dire ridimensionare gli enti locali vuol dire potenziarne la specificità e consentire a livello di enti locali una pluralità di poteri una
Pluralità anche di gruppi dirigenti che partecipano alla soluzione dei problemi perché io finora parlato del rapporto Giunta Consiglio ma vicino per parlare del rapporto fra organi più propriamente politici e il complesso delle aziende e dei servizi
Voglio dire e anche a questo livello se noi abbiamo il coraggio di e storicizzare negli aspetti sbagliati gli enti locali
Si può avvenire un allargamento di classe dirigente un recupero di professionalità che l'attuale sistema riformato no anche a livello elettorale comunque non consente quindi è chiaro che fare il discorso sul riforma del sistema elettorale non solo intuito il discorso su riforma dell'ente locale nel suo complesso ma implica anche una precisa concezione dell'ente locali implica una una concezione diciamo di tipo particolare quella che per noi ha alla base esposto con la sua idea del pluralismo e della costruzione dal basso dello Stato e
Così
E in questo contesto che allora vanno o calate le esigenze e alcune proposte che sono più o meno
Diciamo a carattere personale che io avanzo essendo questo secondo l'ultimo vezzo dei partiti un seminario di studio ci lineare nel quale per dirla con il segretario della Democrazia cristiana si fa un ragionamento la decisione sperando che poi dopo la prenda il Bambin Gesù
E quindi essendo o voglio dire questo un discorso tutti approfondimento io indico dell'esigente sulle quali al di là delle battute la Democrazia Cristiana
E voglio dire mi sembra ferma e convinta con soluzioni che io indico in modo esemplificativo non per furbizia ma voglio dire perché è chiaro che su questo davvero si deve poi aprire il confronto fra le forze politiche
Allora c'è sicuramente una preveggenza e quello di conservare il maggioritario laddove viene applicato anche perché un maggioritario che ha dato effetti positivi e poi come insegnano
Gli studiosi davvero della disciplina tipo a Costa per esempio è solo eventualmente maggioritari
Perché col meccanismo del Pana Saso è un sistema che valorizza che può valorizzare molto di più la scelta delle persone che non la scelta Atella
Maggioranza non il caso voglio dire mi sembra che nessuna parte ripeto l'MSI o il Partito sociale democratica abbia sollevato il problema di rimettere in discussione queste esperienze
Il problema è quello adesso della fin dove arrivare
Nell'applicare il maggioritario qui le oscillazioni sono abbastanza ampie andiamo dai di tra la proposta di estenderlo fino ai dieci mila comuni che è stato avanzato da lettere a nome
Dell'ANCI alla proposta di arrivare fino a cinquanta mila che per esempio sarebbe la linea sulla quale intende attestarsi la Democrazia Cristiana in Sicilia dove però ce ci sono ordinamenti particolari
Alla proposta di arrivare diciamo a venti venticinque mila alla proposta di applicarlo a tutto io vorrei richiamare un dato se noi riuscissimo ad applicarlo fino ai comuni con venti venticinque mila abitanti
Sette mila cinquecento degli otto mila comuni
Attuali sarebbero organizzati sulla base del maggioritario certo dal punto di vista della stampa non ci sarebbero problemi perché resterebbero sempre quei cinquecento comuni grandi più che grandi che sono quelli che fanno notizia quindi da questo punto di vista non è che togliamo il lavoro
Diciamo a
Alla stampa rimane però il fatto che larga parte del paese potrebbe finalmente sperimentare una forma di maggioritario a questo proposito c'è il problema di quale sia il meccanismo migliore
E anche qui c'è un orientamento non solo della democrazia cristiana ma anche di altre forze politiche
A passare ad una maggioritario diciamo più dolce se volete più alla democristiana e cioè invece dei quattro quinti che attualmente la quota messa a disposizione della lista vincente arrivare ai due terzi
Io poi Jimi io aggiungerei una piccola proposta che si inserisce in quella bella vendetta della storia che si sta verificando a proposito della legge maggioritaria
Anche quando insegnavo ancora io all'università allo studente al quale si domandava qualcosa in direzione sequestro si trovano in difficoltà basta ricominciare di di legge truffa
Lo studente si illuminava legge truffa
Devo ora notare adesso con un certo piacere che persino l'artefice di questa fortunata campagna campagna terminologica comincia a rimettere in discussione il meccanismo
Della legge truffa e allora amici miei perché non tornare al sistema del cinquantuno
Che aveva alcuni vantaggi
Il primo è che non era una contro posizione solo fra due o tre liste ma prevedeva il meccanismo delle liste apparentate ciò che consentirebbe di ottenere un grosso risultato
E un impatto importante che è quello di mantenere le identità partitiche che e voglio dire altrimenti rischiano un poco almeno col meccanismo della lista a unica di voglio dire perdere un minimo di peso in ogni caso si potrebbe sicuramente anche rispetto a cinquantuno ridurre il premio per la lista ora le liste apparentate vincenti e si potrebbe immaginare che la parte restante e viene o distribuiti in modo proporzionale fra le liste presenti oppure diciamo per due
Però rispetto al sistema del cinquantuno io antro dovrai un vincolo che a mio avviso andrebbe introdotto anche per i Comuni fine fino a cinque mila abitanti cioè la necessità di indicare il voglio dire al futuro sindaco nel diciamo capolista o di una voglio dire della lista vincente o all'interno di liste apparentate comunque indicare quale dei diciamo capilista diventerà il futuro sindaco
Perché io credo che non si possa non andare incontro alle pressioni della gente per poter sapere chi sarà poi il punto di riferimento dell'esecutivo
Credo che questa sia una strada diciamo seria
Perché voglio dire i conflitti fra le forze politiche invece di esserci dopo ci sono prima per di più viene indicato un termine entro il quale il problema deve essere diciamo affrontato e e quindi forse si avrebbe ci avrebbero da questi punti di vista tutta una serie di vantaggi io ritengo che per il resto imboccare la strada della a elezione diretta del sindaco
Potrebbe comportare una serie di difficoltà molto grosse dalla ristrutturazione del rapporto sindaco
Giunta anti consiglio alla valorizzazione poi voglio dire di realtà extra partitiche va fatto ma non in modo che venga messo in discussione il ruolo fondamentale dei partiti per organizzare la partecipazione perché altrimenti siamo chiari
Queste personalità si formano o sul campo delle professioni o perché soprattutto hanno una serie di mezzi particolari che consentono poi a loro di incidere è diciamo nei testi Massa miglia da questo punto di vista la gestione diretta del sindaco rischierebbe oltre che di provocare
Diciamo o spinte verso democrazie plebiscitarie delega incontrollata di smantellare completamente il ruolo dell'organizzazione della partecipazione popolare attraverso i
Partito
Ultimo punto sempre sul piano della proposto che cosa fare per i Comuni
Voglio dire sopra il venti venticinque mila che sono i comuni che fanno notizia che sono poi diciamo i comuni importante
Io qui ho l'impressione che o si potrebbe lavorare attorno al sistema
Delle liste apparentate dei premi
Oppure ridimensionando certi estremismi alla amerikano con la Kappa
Prendere in considerazione le proposte del mio amico Pasquino per quanto riguarda e il secondo il sistema del secondo turno anziana era venuta come idea quella del secondo turno come minaccia
E cioè imporlo nel caso in cui entro un mese dalle elezioni amministrative o dall'unica
Prima diciamo salta mento dalla maggioranza formatosi dopo le elezioni estivo qualora entro un mese non si arrivasse a a formare la nuova giunta in quel caso
Adottare come una specie di secondo turno con un forte premio di maggioranza in modo da costringere dall'esterno
è le forze politiche a dar vita e a mantenere maggioranze stabili
Mi chiedo anche se in particolare per i grandissimi comuni avendo in mente qui un altro tipo di esigenza non si potesse pensare invece alla al sistema tedesco con due correzioni
Una no alla clausola di esclusione così come la si trova in quel sistema è come qualcuno avendo in mente anche qualche interesse di bottega ha proposto in questi ultimi tempo però per esempio bloccare lo sbriciolamento che indubbiamente è in atto rispetto ai grandi partiti alle grandi aggregazioni
Partiti che diciamo mettendo l'obbligo di raggiungere il quorum in due dei collegi uninominali nei quali potrebbe esserlo divisa la grande città
E l'altro correttivo da introdurre perché su questo si potrebbe lavorare in fondo non ci sia ancora pensato molto ma la strada è praticabile
Siccome il sistema tedesco per la seconda per una seconda parte prevede il voto di lista si potrebbero immaginare in questo lo dirà a questo livello per la seconda
Metà eventuali premi
Diciamo in misura non stravolgente ma incisiva per le liste
Apparentate
Io con questo chiudo ricordando una cosa mi sembra che questo lo stesso dibattito nostro di oggi stia lì a dimostrare la presa di consapevolezza dell'urgenza
Dell'intervento per le riforme elettorali e per le rime anche per le riforme istituzionali nel suo complesso tutti i segnali che ci vengono da ultimo dalle diverse forze politiche vanno in questa direzione io mi chiedo però se
Sia ancora piena ed adeguata la consapevolezza invece della complessità delle questioni che andiamo ad affrontare perché è facile dire bisogna introdurre riforme a ogni livello
E più difficile avere la consapevolezza quanto meno che occorrono interventi graduali ma all'interno di un disegno unitario perché altrimenti ci cambiano solo gli squilibri da quelli esistenti ad squilibri nuove e soprattutto avere la consapevolezza che occorre poi superare una serie di egoismi di partito in questa direzione che ci sono e che voglio dire sono quelli che dall'ottantacinque ad oggi dalla fine
Dalla conclusione dalla commissione Bozzi hanno impedito di fare il benché minimo passo in avanti concreto benissimo la disponibilità complessiva a fare le riforme
Però intanto poiché le forme si possono fare in quanto ognuno voglio dire si dia carico della necessità di rinunciare a qualcosa non a favore dell'altro ma nell'interesse generale
E credo che per questo sia importante che ognuno si assuma le proprie responsabilità
Che ogni forza politica si assuma le proprie diciamo responsabilità fino in fondo la mia impressione è che la democrazia cristiana
Fino ad ora se ne sia a assunta nel modo giusto mi auguro che sappia fare lo sforzo in più che adesso occorre per stimolare anche gli altri ad assumersi davvero fino in fondo le proprie responsabilità grazie
Assolviamo iniziò la serie degli interventi l'onorevole Angela Giussani
Perché succede c'è un errore movimento
Vorrebbe
C'è ancora
Allora stiamo fermi cinque minuti fermi nel senso che ognuno può muoversi come vuole
Onorevole Angius si accomodi alla presidenza
Beh forse
Angius
Per cortesia prendere posto
Per favore
Ma no questo sempre più
Ora
Momento onorevole aggiustate sospendiamo qua davanti alla presidenza pro
Ora il metodo è che abbiamo seguito nel programmare questi interventi che seguono
E
Ordinato in base alle tre relazioni principali che abbiamo qui or ora ascoltato abbiamo indicato a ciascuno di questi interventi un tema ma è solo una indicazione di prego di ritenere così lo dico anche a chi stessi che intervengono perché non vuole essere un limite è soltanto per ordinare alcuni interventi l'intervento dell'onorevole Angius
Il quale lo ricordo e membro della direzione del partito comunista ed è anche il responsabile per il settore delle Autonomie locali del suo partito è un tema
è il tema dell'autonomia impositiva dei comuni schermo restando che egli può spaziare sui temi politici soprattutto se connessi a quelle che sono le decisioni recentissime del suo partito come Comitato centrale grazie
Ho iniziato
Le relazioni che sono state svolte sono molto vasti
D'altro canto l'occasione stimolante per attenermi al tema è riuscito un po'fuori tema anzi forse un po'troppo ma mi preme anche cercare di sintetizzare al massimo mi scuso anche preventivamente per qualche approssimazione forse di troppo
Quelle che sono le nostre riflessioni sino a questo momento
Voi sapete che abbiamo discusso ampiamente in questi ultimissimi giorni nel nostro comitato centrale della crisi del sistema politico
Che crisi di soggetti che sono i partiti ma ovviamente non solo i partiti che crisi di regole e di istituti
Noi riteniamo che la democrazia repubblicana sia dovuto passaggio cruciale
E avvertiamo tutta quella complessità che proprio ora Ruffilli diceva
Nell'affrontare il tema delle riforme del rinnovamento delle Autonomie del sistema autonomistico che parte dell'ordinamento dello Stato
Quale o pensiamo anche che oggi possiamo affrontare più liberamente in questo tema quello della riforma delle istituzioni e del rinnovamento della democrazia anche perché possiamo superare certi conservatorismi
Soprattutto i due maggiori partiti variamente giustificati nel passato per ragioni sia oggettive le fase che ha vissuto la democrazia italiana sia da un punto di vista soggettivo vanno affrontati questi temi da parte di tutte le forze politiche
Per ripensare in un qualche modo lo Stato a partire dal rapporto con la società
Dal rapporto con la società
Probabilmente dovremo un po'tutti come forze politiche guardare di più alla società
Proprio nel momento in cui affrontiamo il tema della crisi dell'istituto comune dell'IST del Comune
Perché siamo in convinto e credo che sia convinti tutti che a partire dai Comuni non significa non toccare o eludere le questioni di carattere generale del resto le relazioni hanno posto questioni di grande rilievo dalla apertura del senatore Mancino sino a poco fa l'intervento del senatore l'ufficio e persino le stesse questioni che vengono poste dalla riforma dall'esigenza di riforma della finanza locale sono questioni tutt'altro che imparziale
Sono del tutto d'accordo con quello diceva la relazione di del professor De Mita è impossibile pensare ad una riforma della finanza locale senza porre mano alla riforma dell'ordinamento e al tempo stesso alla riforma fiscale più generale
Non si può compiere un'opera seria di riforma senza avere non dico tutto definito ma senza avere chiare le linee e gli indirizzi
C'è quindi una difficoltà che deriva dalla complessità del tema della e della materia
Ma la complessità si fa anche più politica nel momento in cui noi dovessimo ragionare su come governata come riusciamo a governare i processi economici e sociali come riusciamo a governare questa società dello ci come Marla non in senso delle formule politiche degli schieramenti ma governarla in quanto istituzioni democratiche attraverso quali strumenti per quali fini perché cosa e per chi
Qui sta la complessità del tema nell'avvertire cioè un ordinamento anche autonomistico che entra in crisi nel momento in cui deve governare la società complessa nel momento in cui si avverte una crisi che anche più profonda ancora io sarei per dire quasi dello Stato nazione intrecciata con una crisi della rappresentanza che proprio a livello locale trova motivazione in un indebolimento
Va be'la funzione degli istituti autonomistici come SD e momenti di un autogoverno
Non dico forte ma fondato radicato in specificità storico politiche culturali etniche locale
Quindi si configura il tema che stiamo affrontando anche oggi in questo interessante seminare come una questione democratica come una questione democratica
Quindi ha duramente ci sono delle riflessioni io non ho difficoltà a dire anche per le forze della sinistra storica come il Partito comunista l'interpretazione che noi abbiamo dato nella nostra teoria non so nostra pratica politica
Della democrazia vendo in una certa fase spersi ho saltato le premesse della democrazia noi stessi abbiamo individuato la democrazia come una crescita economica e sociale bene oggi questa cultura politica
Nostra è messa a dura prova ma penso che sia messa a dura prova anche altre culture politiche cosa foglio in sostanza dire pervenire al nocciolo del la prima questione che vorrei toccare
Beh voglio dire che problemi che abbiamo di fronte sono quelli non più è soltanto dei diritti sociali economici sono problemi che attengono ai diritti politici individuali e collettivi di questa società per questo dicevo che il tema della democrazia mi sembra molto il tema dei diritti politici cioè dei poteri dei poteri che sono in questo nostro Paese regolanti ma di potei ricche si esercitano senza regole
E di codificazione di regole e quindi anche di di regole sbagliate e di altri poteri
Il tema quindi del Comune dell'istituzione comunale come istanza di base dell'ordinamento è un tema che più di altri più degli altri
Deve avvicinarsi a quello dei diritti politici deve cioè avvicinarsi al tema dell'esercizio della democrazia da parte del cittadino che discetta che ricontrollo
E quindi anche il tema in un qualche modo del ecco di come risponderà Ruffilli a conclusione del suo intervento poneva un interrogativo suggestivo
C'è una spinta diceva per il ridimensionamento delle regole cioè della delega che il cittadino da alla
L'eletto altri dirigente all'eletto
Che investe questo ridimensionamento e questa domanda di ridimensionamento investe i partiti investì i sindacati e anche altre forme associate diventa un problema serio quando noi guardiamo ai comuni allora la crisi delle Autonomie se possiamo usare questo termine
Diventa così una crisi appunto dell'ordinamento dello Stato
Perché c'è una inadeguatezza degli strumenti istituzionali e dei comuni a far fronte questo è il punto a compiti crescenti a nuove domande dei cittadini
Ciò è arduo Vernarelli non solo i fenomeni di degrado del vivere urbano qui si possono citare tante cose ambiente sanità casa trasporti e via dicendo
Diritti essenziali dei cittadini che sono disattesi emergono altri drammatici problemi la violenza la emarginazione persino il razzismo cioè il vivere urbano cambia radicalmente
Non soltanto questi problemi ma perché si avverte che il governo reale bella società attende ad esercitarsi sempre di più al di fuori delle sedi truppe
Contano più le funzioni in questa società Kelley essi di
Che nelle istituzioni lei funzioni che si esercitano nel rapporto Stato
Società questo lo si può vede nell'economia lo si può sedere nel governo anche ormai dei grandi sì sì basta vedere le esigenze che hanno le cinque grandi città
Esigenze di grandi politiche di grandi interventi di infrastrutture di sì grandi servizi di viabilità tutte questioni che pongono da un punto di vista politico gruppi economici e finanziari
Che assolvono in un certo modo ad un ruolo e una funzione di indirizzo che si sostituiscono ad un potere democraticamente
Questa allora è una grande questione democratica che non è più soltanto la vecchia questione del centralismo statalistico il problema non sta più in una lotta diciamo così tra decentramento e tentativo di centralizzazione
Il cambiamento la diversa distribuzione dei Poteri come grande questione della democrazia dello ci non solo la distribuzione diversa della ricchezza la conformazione differente delle classi ma proprio la diversa distribuzione dei poteri
Fatte la questione delle Autonomie è una grande questione democratica quindi non più un lasso a queste del centralismo statalistico che c'è stato che c'è ora lo dirò ma una questione più complessa ecco allora la crisi dei Comuni nasce da anche da questi fenomeni complessi che poi toccano tutto il tema dell'ordinamento c'entra lirismo
Diversa distribuzione dei poteri crisi di direzione politica i Comuni si sono trovati in questi anni vestiti di compiti di funzioni avendo meno di G. risorse
La crisi dello stato sociale ha colpito gli anelli deboli dell'ordinamento ma anche gli anelli fondamentali che stanno a fondamento della dello stato dello Stato
Lo stato sociale si pone certamente oggi un problema diverso tra con la mia pubblica privata tra pubblico e privato certamente questo è vero bisogna ripartire allora in modo il più inetti le funzioni tra i diversi livelli istituzionali
Definendo Miglio il tema del ruolo e della funzione dei comuni pensando anche a diversi modelli o tipi di comunque in relazione alle realtà
Economiche sociali nelle quali si trovano ad operare in relazione alla loro dimensione saltare per dire in violazione ai problemi storico politici che lede varie realtà differenziate del nostro Paese si trovano ad affrontare ripartire quindi dagli strumenti
Dello Stato democratico e dell'ordinamento riforma dei rami alti riforma dei rami bassi sedici c'è il problema non è tanto quello di stabilire da dove ripartire il problema sta nell'individuare le forme di collegamento e di connessione che ci sono e che devono essere precisate tra i diversi difesa problema quindi del monocameralismo del bicameralismo e il problema del processo legislativo del rapporto tra la funzione legislativa del Parlamento
E il Governo reale del Paese cioè delle regioni
Qui allora le grandi questioni che pervengono al luce nel esaminare i problemi della riforma
Della legge comunale e provinciale si è arrivati ad un punto importante nella precedente legislatura certamente con il testo approvato dalla prima Commissione del Senato
Ma quel testo per gli che appunto per il come il dibattito si è sviluppato appare ormai superato da una dottrina lo diceva bene Mancino ma anche dal dibattito dalle acquisizioni delle forze politiche
Però possiamo partire da lì non si parte
Non si parte da si non si parte da tre partire da lì per fare che cosa probabilmente per procedere nell'ambito di un discorso che va emergendo e che seppure con delle differenziazioni però procede
Diciamo con almeno dal punto di vista della sensibilità concerto impegno procedere per andare a individuare delle anticipazioni rispetto ad un disegno complessivo in termini anche di iniziativa
Di iniziativa legislativa conta però l'ispirazione di fondo
Il punto perché noi dobbiamo rispetto al quale dobbiamo innanzitutto sgombrare il campo è un punto un po'non ideologico ma insomma starei quasi per dire di carattere un po'teorico qualcuno afferma si afferma in giro che nella società complessa può fare a meno dei poteri democratici della democrazia
E cioè che in un qualche modo può essere una società che dal punto di vista dell'articolazione dello Stato per essere governata bisogna ripeto più centralizzazione Hobsbawm dice di più autoritarismo
Ora dentistica e autoritari
Con delle forme diverso è che queste queste hanno assunto di volta in folta il problema allora è se noi affrontando questo tema dentro Rinnovamento
Ed è la riforma della
Legge dell'ordinamento ci poniamo realmente e in termini del tutto conseguenti problema della programmazione uso questa vecchia in USA carparo dal governo della società questo è troppo
E quindi recuperando in questo modo la definizione di più precisi ruoli e compiti
Di organi centrali dello Stato delle regioni di enti intermedi e dei comuni
E però la crisi come dicevo all'inizio dei comuni è anche una crisi politica nel momento in cui appunto
La caduta delle autogoverno è stata una caduta pagata dalla pagata dalla dalla società pagata dalla società
La crisi della politica negli enti locali deriva dall'una omogeneità riformulare è una omogeneità formula che da parte di tutti si cerca di imporre nel Paese
Deriva cioè dal fatto che questa idea della governabilità in questi anni se ha risposto che rispondeva ad un'esigenza di stabilità dall'altra parte è risultata un'idea passiva della politica
Ciò è di un'idea che non lei era anima tra dal progetto e dal programma
E c'è stata una caduta nel confronto politico
Su quelli che erano e dovevano essere i contenuti dalle politiche delle istituzioni locali c'è stata una la crisi che noi oggi vediamo
Di idee rispetto ai problemi della delle nostre città delle nostre metropoli
Una crisi che ha delle radici politiche porre quindi problemi i programmi i progetti le idee a base delle alleanze politiche non è un un trucco non è contro sono i programmi che devono determinare gli schieramenti politici per affermare il principio dell'autonomia politica che è un principio di autogoverno e per fondare insieme a questo principio a un principio di autonomia organizzativa di riorganizzazione dell'ente locale gli sta tutti infatti
Ma se i programmi stanno alla base della costituzione delle giunte ciò significa far propria allora diciamolo francamente un altro criterio politico quello cioè della libertà delle alleanze politiche per cui non esistono formule e giunte anomale in nessuna parte dita
Ci sono le strategie politiche generali dei partiti
Ma è negativo di per sé e per la democrazia politica far discendere da queste scelte comportamenti io non ho difficoltà a dirlo questo vale anche per il per tutti i partiti
Dunque lavorare per un disegno generale procedere per anticipazioni sulla finanza locale
Bisogna dare certezza alle entrate è anche certezze di spesa come diceva il professor De vita
Ma anche bisogna però questo è un punto
Un punto importante a me pare legare il discorso del governo ma una possibilità di una legge di delega l'autonomia impositiva legare questo ragionamento agli orientamenti agli indirizzi sulla riforma dell'ordinamento e della riforma fiscale
Secondo punto organizzazione
E funzionalità autonomia statutaria nell'ambito dei principi generali
Schemi di organizzazione strutture esecutive potere dei consigli ruolo è compito delle giunte
Macchina amministrativa forme di controllo popolare questo può essere fatto terzo punto il decentramento comunale c'è una crisi delle forme di decentramento e di partecipazione
C'è una crisi delle circoscrizioni si parla delle municipalità per i grandi comuni è questa la formula che bisogna adottare
Quarto punto individuare forme di aggregazione associazione cooperazione tra i comuni
E infine interventi programmati sulle grandi aree urbana urbanizzazione infrastrutture coordinamento di politiche di programmazione gli accordi di programmi
Quali autorità per governare le aree metropolitane
Attualmente noi in questa fase non vediamo altra forma che hanno la definizione di accordi ed intese tra programmi
Tra governo regione
E comuni
Ma scaviamo su questo
Infine il ruolo dell'ente in termini sono state dette delle cose interessanti nella prima relazione a questo proposito ma è possibile fare dell'ente intermedio cioè della Provincia
Come unico ente intermedio il principale soggetto di determinate politiche per esempio di non di gestione di assetto del territorio e delle politiche ambientali
E definire quindi ridefiniti e quindi il ruolo della Provincia a partire da qui
Mi avvio a concludere dicendo che ci sono poi gli altri problemi che sono però di carattere generale il rapporto tra politica e amministrazione negli enti locali fa radicalmente rivisto
A me per esempio ha colpito che una legge di riforma
Del rapporto tra politica e amministrazione presentata dalla Giunta regionale sarda l'altro giorno sia stata bocciata dal Consiglio regionale questa proposta di legge fortemente innovativa nella distinzione dei conflitti tra alla politica cioè tra il governo regionale e amministrazione questa proposta di legge che era stata presentata unitariamente poi scusate non dalla appreso soltanto diciotto fu in un Consiglio regionale che sono ottanta saranno stati sessanta presenti ora non non mi sono informato esattamente a per dire come problemi di questo genere percorrono tutte le forze politiche Democratic cambiare la legge elettorale grande dibattito
Si potrebbe qui partire da una domanda molto brevemente dove sorgerà il solito abbondantemente il mio tempo perché cambiare la legge elettorale
La domanda forse oziosa forse no si dice per dare più stabilità ai governi locali può anche nazionale
Da un esame studio insomma che abbiamo fatto
Le giunte i governi più stabili sono quelli che hanno la più grande maggioranza
Basta vedere quello che sta accadendo anche adesso in questo preciso momento le comunità il che significa che non c'è un problema di di stabilità allegata la legge elettorale si c'è di Rho-Pero poi cosa
Secondo cambiare la legge elettorale per consentire impegnando così le forze politiche una scelta preventiva alle lettrici agli elettori
Sul piano generale nazionale in parte questo per la verità già avviene grosso modo già si sa nelle elezioni politiche invece è vero che questo non accade negli enti locali non accade nelle regioni gran parte delle regioni per lo meno non accade nelle province non accade nei comuni quindi una legge elettorale che risponda a questa esigenza un correttivo elettorale sembra essere fondato infine cambiare la legge elettorale perché c'è un problema di frantumazione della rappresentanza questo forse è il problema più questo il problema più serio e che in parte si collega quel primo problema dicevo prima
Della stabilità
Allora bisogna lavorare in questa direzione la le prime esigenza quindi è proprio diciamo democratica consentire ai cittadini di scegliere di contare di precisare trasparenza
Efficienza il problema della frantumazione della rappresentanza il problema principale quindi andrebbe corretta la legge elettorale cento per favorire e semplificare le aggregazioni di maggioranze e di governo
Per bloccare degenerazioni trasformisti che sono presenti e per togliere a chiunque dico a chiunque la rendita di posizione
Ma noi diciamo anche per eliminare quei fenomeni degenerativi che sono legati anche di malcostume che sono legati all'uso delle preferenze
Restituendo in questo modo la politica ai ai cittadini allora discutere della proporzionale
Ebbene non dimenticando tuttavia che la proporzionale non è un capriccio la proporzionale connaturata i tratti storico politici del nostro Paese
E tuttavia correttivi anche rilevanti si impongono alla luce di queste indicazione di criterio
Estendere la maggioranza la maggioritaria scusate ai comuni Lina sino ai cinquanta mila abitanti o sino ai dieci mila usino i cinquanta mila
Probabilmente qui bisognerebbe ragionare migliora per dividere i comuni forse non solo in due fasce ma forse in tre fasce
C'è una grande differenziazione
Che poi di problemi che è di formazione di problemi economico sociali urbani eccetera ma che è proprio di formazione del consiglio
Il suo dissalazione delle forze e delle classi dirigenti non credo che sia utile come diceva Ruffilli tornare al cinquantuno e nemmeno credo che sia utile pensare anzi trovo molto dannoso la culla idea della elezione diretta del sindaco
Perché nel modo in cui almeno sino a questo momento era stata presentata quella proposta di legge
Beh c'è uno svuotamento abbastanza preoccupante tra l'altro delle assemblee elettive il cui ruolo certamente non fa infatti Zattoni bisogna distinguere tra Ruola sono elettive governi ma certamente così come posto diventa un problema assai serio e complesso concludo quindi dalla crisi dei Comuni se ne può uscire ecco agendo a nostro giudizio sulla base di questi indirizzi di queste valutazioni anche critiche che occorre fare
Ma anche in realtà un questo nostro Paese avvolte in questi anni una certa cultura critica della realtà della società e dello Stato
Ripensando quindi anche la politica in quanto partiti partendo dai diritti dei cittadini e della persona cercando di restituire proprio la politica
Ai cittadini facendo in modo che la gente comune la gente che incontriamo la mattina quando esce fuori casa torni ad essere al centro della politica la persona umana con il suo lavoro i suoi bisogni e non soltanto
E non soltanto una società piuttosto inventata ed estraniata è in questo modo probabilmente che si può dare dar pende può prendere corpo quella riforma della politica
è anche riaffermare quell'umanesimo assoluto della storia di cui alcuni nostri maestri ci hanno insegnato altri potranno avere altri referenti
E qui ci
E morali ma è proprio per questo penso che occorra allora
Affrontare i temi appunto dalla crisi della società e dello Stato forse in un modo nuovo più sciolto diverso da come abbiamo fatto in passato ma questo seminario mi sembra che sia molto stimolante da questo punto di vista che in un qualche modo impegna non soltanto voi per impegno a tutte le forze democratiche vi ringrazio
Nel dare nel dare la parola all'onorevole
Elia devo precisare che è bene evitare di perché de de decampare troppo dai limiti di tempo stabiliti di un quarto d'ora allo scopo di non vedere assottigliato sempre di più l'uditorio che un peccato per tutti
Anche in questo caso citerei ciò che ha detto Enrico De vita che la stoffa
Non basta
Va Elia come a tutti abbiamo indicato un tema un aspetto del grande tema delle quale autonomia in cui
Do caso per gli ordinamenti controlli le funzioni e tutto il resto però è chiaro che ognuno sta
A luglio a discrezione di trattare quanto confine abbiamo stabilito mi sembra abbastanza labile ormai sì l'accordo con il presidente Mancino in realtà era un po'un po'diverso cioè viene arrestato con era meglio sulle interferenze tra sistema elettorale e ordinamento
Dieci anni fa in un convegno in Toscana che celebrava il trentennale della Costituzione era stato denunciato a proposito della vicenda degli enti locali in Italia ma con particolare riferimento alle Regioni ovviamente
Un paradosso dal professor mi pare Bruno dente che si è occupato di questi problemi il potere locale nella misura in cui sembra avere perso
Ogni importanza ai fini costituzionali dato che è privato di ogni potenziale antagonismo reale nei confronti dell'amministrazione centrale
Diventa invece estremamente importante da un lato a livello della partecipazione politica e dall'altro al livello dei consumi collettivi della quota di salario sociale che direttamente o indirettamente eroga ora non entro nel problema delle responsabilità avete visto anche le ultime prese di posizione di Paladino e che distingue queste responsabilità tra Regioni e Stato centrale ma certamente chi e più in alto anche più responsabilità e bisogna prendere atto che è grave promettere come è stato fatto con la seicentosedici tutta una serie di leggi di interventi che poi non si sono verificati perché il blocco statale governo Parlamento non è stato in grado di proseguire quell'opera che era stata disegnata
Erano quelli gli anni del Progetto Pavia che sembrava annunciare una grande stagione di riforme che tenessero conto da un lato
Di compimento del disegno costituzionale sulle Autonomie con l'istituzione delle Regioni anche per evitare quel contenzioso costituzionale presso la Corte che continua tuttora dall'altro delle grandi trasformazioni sociali e territoriali dell'Italia diventata un Paese sviluppato ed urbanizzato
Sul finire degli anni Settanta tutti i principali partiti ispirandosi proprio al Progetto Pavia hanno presentato proposte di riordinamento degli enti locali ma nessuno ha superato i limiti dell'ottava legislatura l'interruzione anticipata della nona
Ha colto la prima Commissione del Senato alle prese con un testo che suscitava ulteriori riflessioni critiche sia tra le forze politiche sia tra gli studiosi in affetti
Gli osservatori della vita istituzionale hanno ragione nel denunziare il fatto che il Parlamento repubblicano
Non abbia ancora varato una disciplina organica della registrazione comunale e provinciale ad ogni trasformazione politico costituzionale di rilievo intervenuta dopo le leggi di unificazione amministrativa del sessantacinque infatti nel mille ottocentottantotto nel mille novecentoquindici
E nel mille novecentotrentaquattro puntualmente si è assistito ad una riforma della legge comunale e provinciale
Ha ragione Rotelli ad affermare che la legge comunale e provinciale è sempre stata un termometro sensibilissimo delle trasformazioni del regime politico costituzionale ed in particolare delle connessioni che sosta vi dice con la società e
è inutile richiamare è stato più volte detto quello che anche recentissimamente il capo dello Stato hai vocato non posto pire allora che pur nella cronica assenza di di scissioni
Il dibattito sia stato sempre vivo e sia vivo oggi pur essendo cambiati i punti di riferimento al centro del dibattito
Nel campo specifico di quella che potremmo chiamare la prima rubrica della progettazione di riforma
Quella della organizzazione costituzionale dei comuni che tratta della questione dell'autonomia statutaria del problema del rapporto tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa
Dei sistemi elettorali dal punto di vista dei diritti politici dei cittadini si è passati ad un interesse prioritario per i temi della partecipazione
Attribuendo un particolare rilievo a quelli di governo ma qui però non bisogna confondere
Questi questo questo passaggio disinteresse dal problema della partecipazione a quello della capacità di governo non può essere ritenuta così seccamente
Globale perché vediamo per esempio che il problema dei referendum nei comuni
Acquisito in questi ultimi periodi un tempo uno da un rilievo molto importante noi dobbiamo sapere su che oggetti i Comuni possono fare dei referendum bisogna sapere quali sono le popolazioni interessante ai referendum sono solo quelle di un certo comune o di un gruppo di comuni o sono popolazioni molto più vaste quindi non è vero che questa contrapposizione possa essere posta in termini secchi tra interesse per la partecipazione interesse per la stabilità
Certo è però che il problema della stabilità come dimostrano anche le ultime
Dichiarazioni del vice segretario del partito comunista
Stanno richiamando l'interesse e di tutti i partiti
è un valore pregnante quello della stabilità perché la stabilità dei governi e anche dei governi locali vale non perse essere stabili per qualche cosa per raggiungere alcuni obiettivi ora evidentemente
Si è colta la necessità di dare efficienza a questi governi locali ai fini di una realizzazione dello stato sociale
Che sia concreta che sia operativa che non rimanga sulla carta quindi io attribuisco un valore pregnante a questo riconoscimento
Della stabilità non solo stabilità come
Mezzo diciamo di dare anche sul piano del della credibilità della legittimazione al governo locale un certo peso ma anche anche e vorrei dire e più ancora un mezzo necessario per raggiungere un miglior livello di stato sociale il problema è reale ed investe da vicino la responsabilità delle forze politiche
L'uso centralistico da parte dei partiti della dialettica politica locale
Il fenomeno è di rilievo in quanto la classe politica in Italia si aggira oggi intorno alle centocinquanta mila unità solo limitandosi al computo del personale di elezione popolare
Anche ritrae stando alla considerazione delle città maggiori ecco vengono segnalate quasi quotidianamente situazioni di crisi per molti versi da ascriversi a questioni di schieramento o a travagli delle forze politiche a livello locale io mettere l'accento più sul secondo sulle questioni politiche a livello locale perché mi pare
Che dopo l'ottantacinque ci sono stati naturalmente degli spostamenti anche nelle giunte in cui
Non c'erano state le elezioni ma dopo l'ottantacinque solo in pochi casi di città capoluogo di provincia c'è stato uno spostamento di schieramento
Dal penta partito o da schieramenti simili a quelli è di altra natura un ritorno cioè alle giunte rosse
è questo uno degli aspetti del rapporto tra i partiti e le istituzioni sul quale già ci siamo soffermati in altre sedi in tutti i nostri convegni di studio per un partito come il nostro che ha profondamente viva la cultura degli autonomia è motivo di riflessione l'accusa che viene elevata al centralismo dei partiti di produrre effetti comparabili effetti negativi comparabili al vecchio deprecato centralismo prefettizio
Il problema della stabilità del governo locale non investe però solo le questioni attinenti la politica dei partiti esso ha pure un preciso rilievo tecnico giuridico ed istituzionale
E la questione dell'urgenza di precise scelte legislative che vanno al di là quindi della situazione politica dei partiti chi voglia sulla situazione dei partiti in sede locale avere un quadro molto preciso può ricorrere al rapporto sulle trasformazioni della rappresentanza partitica e delle coalizioni di governo locale che è un saggio
Dei professori Parisi e Corbetta uscito recentemente che tiene conto degli svolgimenti fino addirittura al mille novecento ottantasette pubblicato nella rivista regioni e governo locale
Ma come dicevo al di là dei problemi politici ci sono quelli di precise scelte legislative in campo tecnico giuridico Cetto anche su questo piano tecnico esistono concrete possibilità di letture immediatamente strumentalmente politiche quando gli enti locali siano visti solo come un terreno di sperimentazione Depot esiti ingegneria costituzionale o di ingegneria di schieramento ma occorre ormai riconoscere serenamente coraggiosamente che il problema della stabilità del governo locale non è più dilazionabile occorre porselo sul piano delle alleanze e dei programmi
Ma occorre porselo in primo piano
A livello di riforme certo il problema dei sistemi elettorali e degli altri meccanismi tesi a garantire stabilità di governo non può essere disgiunto e questo è il mio unico contributo in questo
Il testo questa comunicazione non può essere disgiunto da quello di una chiara definizione di una riforma dei livelli del governo locale ed a quello del riassetto a del riassetto territoriale
Che faccia che tocchi in primo luogo i comuni non è possibile ignorare la doppia questione posta dall'opinione pubblica
Dai cittadini di un'Italia che vuole continuare ad equilibrare il suo sviluppo che richiedono un corretto funzionamento degli organi democraticamente eletti una stabilità degli organi dei programmi ed insieme la salvaguardia dei diritti costituzionali alla partecipazione
La risposta a queste esigenze nei termini di una audizione di istituti referendari nei tradizionali meccanismi di governo comunale strutturato su tre organi consiglio giunta sindaco
A base proporzionalisti Ca'non appare adeguato il problema della partecipazione nell'attuale stagione del sistema politico italiano
Pone con forza e nuovamente il problema della governabilità è giunto il momento di interrogarsi sull'utilità
Di introdurre elementi di discontinuità
In quell'omogeneità statutaria tra i Comuni che pare oggi interrotta solo dalla soglia dei cinque mila abitanti come limite al sistema elettorale maggioritario convincenti studi hanno infatti dimostrato che i comuni di diversa consistenza e identità
Svolgono di fatto funzioni diverse anche solo l'analisi della struttura della spesa
Lo denota con chiarezza e parimenti necessario interrogarsi con convinzione sulla utilità
Di abbandonare lo schema dei tre organi su base proporzionalisti Ca'per tutte quelle a aggregazioni circoscrizioni municipalità municipi municipalità municipi sono le articolazioni
Dei comuni maggiori secondo il linguaggio che emerge dal progetto di legge elaborato in Senato nella scorsa legislatura
Dunque associazione tra i comuni di vario tipo che ormai la generalità dei progetti di riforma prevede di istituire accanto al Comune tradizionale allora qual è il problema
Di dosare le modifiche dei sistemi elettorali in relazione a questi tipi di articolazione che si vanno a costituire se in assenza di decisioni o almeno di un progetto univoco di strutturazione dei livelli istituzionali appare difficile prefigurare concrete scelte di meccanismi elettorali
Questa scelta per la discontinuità e per la disomogeneità deve essere affermata con forza
Proprio in nome della reale flessibilità degli enti
Alle esigenze della società e del territorio la vexata quaestio dell'accorpamento dei Comuni all'interno di questa visione perde dunque molto della sua drammaticità ed urgenza
L'otturazione dei livelli istituzionali occorre indicare con chiarezza la scelta per un meccanismo elettorale
Ah proporzionalismo più o meno forte tenuto conto della intensità di decisione e del grado di stabilità richiesto all'organo così per restare alle denominazioni utilizzate nel testo
Utilizza discusso nella terza legislatura scorsa legislatura al Senato
Alle municipalità come articolazione dei comuni dei grandi Comuni occorrerebbe dare un sistema elettorale il più distante dall'attuale proporzionalismo
Tenterà Ando e completando questa scelta con l'adozione di forme di consultazione diretta si tratterebbe di articolazioni è più modeste equivalenti alle circoscrizioni degli attuali comuni di una certa entità
Questo discorso
Potrebbe tenersi potrebbe tenere per i municipi
Ecco rispetto ad essi non si potrebbe tenere per i municipi che invece sono articolazioni dei grandi Comuni metropolitani rispetto ad essi andrebbe invece piuttosto rafforzato il livello di governo
Dell'associazione obbligatorio o no tra i comuni
Nel caso invece della provincia o con altro termine del comune metropolitano occorrerà proseguire un duplice obiettivo in primo luogo garantire un'Assemblea elettiva molto rappresentativa anche di formazioni modeste
E quindi avendo una proporzionale meno ridotta meno ottemperata sarà però necessario al livello successivo
Quello del governo della Provincia metropolitana garantire la stabilità
E la continuità
Delle decisioni con un coerente ricorso agli strumenti del parlamentarismo razionalizzato come la sfiducia costruttiva o la decadenza immediata dopo un certo periodo di crisi o dopo un certo numero di crisi durante l'arco della legislatura
Superare il modello rigido ed uniforme sia dei tre organiche del proporzionalismo e dunque il punto di partenza per soluzioni flessibili per un sistema democratico
Di checks and Belenenses
E per ora per la pluralità dei livelli istituzionali in fra ed ultra comunali per la cui istituzione l'accordo sembra piuttosto diffuso
Diventa realistico appunto in base a questo accordo diffuso
Ricorrere all'ora ad un dosaggio di sistemi elettorali diversi per i livelli strutturali diversi stanno qui le regioni vere dell'autonomia degli enti locali
Sotto questo profilo istituzionale e queste regioni ragioni sono tali da fugare qualsiasi Arvier Panseri
Di introduzione per via surrettizia gli attentati al vigente equilibrio politico istituzionale in sede NATO nazionale
Applicare peraltro questa filosofia dell'adeguatezza e della flessibilità al sistema politico istituzionale nazionale indurrebbe peraltro a
Ulteriori considerazioni che qui non possiamo ora svolge le quello che ci sembra importante è dire
Che introdurre fin d'ora meccanismi Diplo parlamentari Isma'razionalizzato almeno per quanto ingrandita riguarda le grandi città
Quelle suscettibili di diventare in Comuni e Province metropolitane
E possibile riformando strutture e sistemi di elezione sia per quello che riguarda gli organizza
Circoscrizionali alzando la soglia del sistema maggioritario o almeno introdurre per i Comuni medi e medio-grandi sistemi proporzionali più selettivi
Io spero che questo momento di discontinuità statutaria Possati introdurre in modo concreto il discorso delle riforme
E quindi anche se sull'elezione del sindaco si possono aver astrattamente
Diverse opinioni perché esso non è in contrasto con forme di governo parlamentare in astratto almeno come ci dimostra l'esperienza di altri Paesi
A livello nazionale tuttavia e si tratta di riforme che andrebbero condivise veramente da un larghissimo arco di forze politiche valutando anche il processo politico generale rimarremo in un puro processo di personalizzazione del potere politico o invece incentive avemmo forme di democrazia
Plebiscitaria che non ci sentiamo di accoglienza
Parlando brevemente di sistemi elettorali e di livelli istituzionali siamo al cuore dell'istanza di un governo efficiente e responsabile
Degli enti locali che con urgenza ormai all'inizio di un quinto decennio repubblicano occorre soddisfare e questo un preciso impegno
Una delle priorità dei democratici cristiani e speriamo anche degli altri per
Grazie pare che sia stato anche abbastanza rispetto degli orari adesso
Che succede
Mi dispiace che il senatore Pasquino sto invitando a parlare proprio mentre
L'onorevole Denis non sono uno dei suoi maggiori ammiratori
Polito Origo come sapete tutti senatore della Sinistra indipendente pubblicista abbastanza polemico anche su tutta la tematica che stiamo trattando oggi
Ma debbo dire che viviamo mi pare in un momento interessante nonché non ce ne siano stati altri nella storia di questa Repubblica ma questo almeno dal punto di vista della dinamica istituzionale promette di essere quanto interessa
E tuttavia proprie nel momento in cui alcune delle istanze che parecchi di noi hanno portato avanti in questi anni con maggiore o minore ascolto vengono raccolte in sedi autorevoli non ultima naturalmente
L'asse del Comitato centrale da quello comunista non vorrei che si sciupa se quest'occasione e cioè che si facessero riforme affrettate solo perché abbiamo a questo punto è citato aspettative
E nella cittadinanza o più spesso che no nell'opinione pubblica e che quindi ci sentissimo obbligati a fare qualche cosa pur di rispondere alle aspettative che abbiamo eccitato
E io credo che invece sia necessario riflettere e che quindi questo convegno che capita fortunatamente in un periodo così interessante sia utile a riflettere su alcuni di questi aspetti
E vorrei anzitutto se che riflettessimo su quello che non bisogna fare per evitare di fare esattamente il contrario di quello che invece la tendenza o o comunque i problemi che richiedono
E dirò anzitutto che io sono contrario a utilizzare in questo campo la parola sperimentazione
Le riforme non si sperimentano purtroppo per noi le riforme hanno una loro logica che una volta entrata in campo prosegue e sperimentare non mi pare una buona operazione sperimentale con le istituzioni debbano operazione alquanto pericolosa
Quindi no alla sperimentazione
Dirò di più quando si parla di vari livelli di governo i vari livelli di governo come diceva giustamente Elia poco fa debbono essere chiaramente identificati e ad ogni livello aspetto una sua soluzione sia in termini di poteri da dare a quel livello sia in termini anche di sistema elettorale da utilizzare per eleggere i governanti a quel livello
Io pertanto che pensava di potere sperimentare con il Parlamento europeo una legge elettorale che debba servire per il Parlamento nazionale o per gli enti locali mi pare un'operazione mediocre ma aggiungo anche con operazioni che non si può fare
Perché nel frattempo a livello europeo ci si sarà la spinta a uniformare i sistemi elettorali e quindi ci si impedirà di mettono a causa del cinque per cento ci sarà invece un certo elettorale sostanzialmente proporzionale sul modello tedesco senza clausola di esclusione
Quindi no alla sperimentazione a a livello europeo che comunque come dicevo non si potrà fare
D'altro canto ritengo che sia anche Carrone all'impostazione ma lo dico in in piena franchezza che mi pareva trasparire dalle parlo del senatore Mancino cioè non penso che noi dobbiamo analizzare riflettere poi fare una riforma degli enti locali che serva come e come potrei dire come il progetto per la riforma del Parlamento dell'elezione al Parlamento nazionale questo secondo me con l'operazione da non farsi cioè il sistema elettorale locale esista elettorale locale e sistema elettorale per il Parlamento nazionale sarà un'altra cosa
No anzi deve essere un'altra cosa perché se noi concepiamo il livelli di governo in maniera diversa questo sicuramente dovrà essere un'altra cosa
E quindi il problema è di dare una risposta specifica ai problemi specifici degli enti locali in questo Paese
Individuando le secondo di alcuni criteri che sono i problemi che sono emersi in questi anni e che sono anche le spinte democratiche di progresso di avanzamento anche di rottura con il passato che toccava prima Angius
Ecco detto questo che mi pare il punto propedeutico su quale voglio attestarne saldamente su quale spero di avere un ampia messe di consensi
E aggiungo che una sedi osservazioni che sono state fatte nelle relazioni fra l'altro relazioni che condivido in gran parte che ho trovato dense e ricche di suggerimenti s'è visto che ci sono mi piacerebbe molto avere la relazione scritta del professor de depresso capita credo che sia opportuno utilizzare ancora alcuni criteri per procedere in questa direzione Primo criterio fondamentale
Il Paese e ce lo siamo detti a dismisura il Paese e molto differenziato e quindi bisogna tenere conto della differenziazione del Paese cioè nessuna riforma degli enti locali deve essere una riforma che impone omogeneità inesistenti nel Paese e quindi il primo criterio è la differenziazione
L'accettazione delle differenze e in qualche modo anche l'agevolazione di queste differenze e della loro espressione qui lasciatemi la battuta cattiva che mi viene in mente quando Angelo diceva non ci sono giunte anomale ci sono due tipi di Giunta nome le una che politica tutte le giunte nelle quali non c'è il Partito socialista sono anomale per definizione essendo e tutte le altre quando non c'è e anomala la Giunta in cui non c'è ma lo dico perché questo è un dato reale del problema con il quale stiamo facendo i conti variamente da varie prospettive e c'è un secondo tipo di giunte anomale che sono quelle per le quali è quasi sicuro che l'elettorato non ha votato
Quelle giunte che si formano attraverso mercante giramenti tra le segreterie che magari rispondono a problemi emersi dopo il voto ma che in nessun modo avevano dato indicazioni loro candidati a uno scritto sul loro programma
Che aveva fatto un'alleanza del tipo che poi emerge dopo il voto queste sono lasciato morire giunte sicuramente anomale
Io non nego che possano ha poi acquisire un loro consenso anzi io sono il teorico del consenso che si acquisisce anche dopo sul governare però in prima battuta queste sono giunte anomale
Non ho niente in contrario a questo tra le che io ritengo che se che sarebbe opportuno visto che ormai lo dico lo diciamo tutti che l'elettore potesse scegliersi le sulle sue giunte e allora scendiamo su questo terreno concretamente senza
Troppi éscamotage sente senza cerca di piacere a tutti perché questa operazione sicuramente non è possibile allora se era se bisogna fare così
Io sostengo che sia necessario garantire tre tipi di interventi perché il sistema elettorale non è soltanto quella piccola cosa che traduce i voti in seggi ma è una cosa molto più ampia e complessa sì per esempio riguarda i referendum
Ma riguarda anche il modo con cui vengono distribuiti i poteri al consiglio comunale e la e la Giunta tra Consiglio comunale
E il sindaco tra il Consiglio di qualche cosa e il governatore dell'area metropolitana se alla fine riusciremo è satura ma so io a farlo chiamare così in questa infernale elaborazione del progetto di legge sull'autonomia locale e allora primo elemento flessibilità
E quindi concedere o trovare o individuare forme attraverso le quali si può consentire ai comuni don soltanto di scegliersi i loro lecco regolamenti di funzionamento interno ma anche di darsi statuti che siano differenziati a seconda delle aree a secondo delle esperienze storico cioè accettando gran parte delle delle indicazioni che veniva e lavorando Angius prima questo primo elemento mi pare irrinunciabile perché soltanto se noi garantiamo questo possiamo poi uniformare drasticamente dal centro con una legge di sistema elettorale
Cioè se noi diciamo potete Scheler il regolamento che lavoro volete lo statuto che volete possiamo anche dire tutti i comuni al di sotto di un certo numero di abitanti utilizzerà nel maggioritario
Io sono favorevole a questa scelta cioè ritengo che Ruffini dice che sono sette mila cinquecento i comuni al di sotto dei venti venticinque mila abitanti se questa è davvero la soglia io sono favorevole al maggioritario però non sono favorevole a una cosa che ha detto il senatore Mancino
Cioè in questo caso una migliore ripartizione di seggi va bene credo anche che sia impossibile per un consiglio comunale funzionare con meno di trenta consiglieri ritengo che la ripartizione dei seggi dovrebbe essere due terzi e la maggioranza è un terzo alla minoranza ma deve esserci un'unica minoranza
Perché io ritengo che funzionano bene questi sistemi nei quali una maggioranza che è sostituito da un'altra maggioranza
E non quelli dove ci sono opposizioni frammentate che non potendo ergersi a alternativa sono necessariamente costrette a a trattare con la maggioranza per di più frammentano la maggioranza perché operano per linee interne
E quindi la logica di questo sistema maggioritario come io la vedo è una logica che deve essere nettamente bipolare c'è una maggioranza e c'è una minoranza e le altre forze se entrano in campo disperdono i voti imparano rapidamente sappiamo benissimo che impara rapidamente e questa è l'unica soluzione valida a questo riguardo
Se siamo su questo piano però e credo che qui ci si si può sommariamente condividere il secondo passaggio
E il passaggio relativo a che cosa succede a quegli altri cinquecento comuni quelli che diceva Ruffilli fanno poi notizia sulla stampa
E qui e fra parentesi ci sono certo altri cinquecento Comuni però almeno loro il testo di legge individuano otto grandi aree metropolitane allora io tenderei a distinguere
I prati leale ma metropolitane dagli altri quattrocentonovantadue comuni per gli altri si può secondo me concedere una proporzionale riveduta e corretta
Nel senso che il nostro problema reale della proporzionale sia a livello locale che a livello nazionale e la ripartizione dei resti e la ripartizione dei resti io credo che si possa andare a una proporzionale corretta che non prevede ripartizione dei resti
E che quindi automaticamente incentiva l'aggregazione fra forze e questo potrebbe essere sufficiente in una qualche misura
Più una sedi quindi qualche di di vari correttivi per la formazione dei governi però non voglio entrare in questo in questo ambito anche se io sono favorevole notoriamente a questo livello a un sistema a doppio turno
Cioè in un primo turno proporzionale un secondo turno che legge la Giunta che significa cioè un sindaco e i suoi
I suoi collaboratori cioè praticamente legge l'esecutivo in blocco ciò che a voi non piace tanto la personalizzazione del potere a me però non dispiace per niente e lo dico subito cioè io rispetto all'elezione diretta dell'esecutivo o un atteggiamento pienamente laico però voglio che mi si dica qualche cosa di più
Quell'esecutivo quel sindaco eletto direttamente quali poteri avrà che tipo di rapporto avrà con il consiglio comunale che tipo di maggioranza avrà dietro e tutta una serie di problemi che voglio che siano chiariti però direi che anche dal punto di vista revocati cristiana accettando le la varietà di posizioni che ci sono al vostro interno
Un atteggiamento laico nei confronti di questo problema e la sfida se volete chiamare Blas sentiamo che cosa c'è dietro l'elezione diretta del sindaco perché l'affermazione di Craxi che non si può leggere direttamente il sindaco perché non si elegge direttamente presenta Repubblica non sta né in cielo né in terra
Perché se è corretta la mia affermazione che bisogna differenziare allora si può benissimo leggere il sindaco direttamente senza necessariamente leggere ripresentare pubblica però il punto è quale sindaco eletto in che modo con quali poteri perché senza queste specificazioni il discorso è vago e assolutamente inutile cioè solito ballon d'essai che lascia però il tempo che approva
Trova il terzo punto e qui sono arrivato sostanzialmente nei pressi della conclusione riguarda il un problema che capisco che sollevare un partito è sempre delicato in una sede di partito ma dato che lo faccio anche in altre sedi di partito va bene lo stesso
Qua c'è un problema di riduzione del ceto politico Elia dice che sono centocinquanta mila però sono cinque centocinquanta mila i consiglieri eletti alcuni dei quali magari non sono neanche ceto politico il ceto politico si trova in tantissime altre aree del Paese
E ha una sede interscambi cerchi di noi non penserebbe che i sindacalisti sono ceto politico ecco sono ceto politico alla visione misura e così via non sappiamo che
Il ceto politico si è diffuso variamente ho qua secondo me il problema cruciale e di stabilire un qualche meccanismo di riduzione del ceto politico e quindi di stabilire non non so che queste cose sono sempre molto complicate perché s'
Tocca a noi problemi molto diversi fra di loro ma in fondo il Presidente della Repubblica degli Stati Uniti può essere To soltanto per due mandati
E c'è soltanto per otto anni cioè secondo me mi pare buona operazione di pulizia stabilire che i grandi capi degli esecutivi non possono restare in carica a livello locale per più di due mandati che siano quattro che siano cinque anni
Questo di con Amato più taglio perché chi dice che il grande sindaco
E che in fondo è una risorsa per il suo comune e non lo deve più esserlo per i cittadini che continuerebbero votarlo però credo che bisognerebbe stabilire alcuni meccanismi che rendono la riproduzione del ceto politico un pochino più difficile e la sua espansione un pochino meno come posso dire meno rapida e meno consistente e quello che sto dicendo e cioè che ASS auspicherei l'individuazione so che è possibile ma diventò un premuto tecnico
Di meccanismi di sistemi che riducano la presenza dei partiti ai vari livelli e che invece consentano davvero una maggiore presenza dell'elettorato
Qua per essere più precisi per non rimanere nel vago
Se qualcuno si preoccupa dell'identità del suo partito fino nel Pd nel più piccolo comune e allora non ci siamo non possiamo farcela perché io vi propongo un sistema che mi bipolarista
è automaticamente crea identità di alleanze credenti dei programmi ma non identità di partiti questo stempera il rapporto tra l'elettore del piccolo comune del suo partito che non lo troverà lì
Ma in invece consente all'elettore di avere un ruolo più significativo e in fondo come dicevo riduce la Presa del ceto politico
Se siamo tutti d'accordo come io spero oramai visto che questa battaglia l'abbiamo condotta da anni che bisogna dare più potere agli elettori e acqua da qualcuno bisogna toglierlo e allora questo potremo ha tolto ai partiti diceva Totò concretamente alle segreterie dei partiti ai vari livelli
E per fare questo però la ricetta di cui sopra cioè la differenziazione e l'irrigidimento per cui le maggioranze vengono create direttamente dagli elettori sono due ricette che certamente vanno nella direzione giusta
Perché io penso che tutto questo sia possibile a questo si può legare in maniera molto efficace quello che diceva il professor De Mita sopra della finanza locale perché sappiamo benissimo qui ripeto una frase che ho detto a dismisura in questi quattro anni di esposizione parlamentare
Che il principio del non taxation without representation ed l'unico principio davvero democratico e allora io vorrei che a questi consigli comunali a quel sindaco a quell'autorità metropolitana venisse concesso davvero di
Esigere tasse su progetti su Trust su qualche cosa che vuole fare che pensa che i suoi cittadini sarebbero disposti a fare
Abitualmente utilizzo l'esempio della piscina perché è un fan le cose che mi interessa di più se è una grande città vuole fare una bella piscina
E sindaco va di fronte all'Ettore dice questo il progetto costa tanto e quindi vi costerà tanto in tasse io vi chiedo di dire sì o no credo che questo sia un referendum che non crea nessun problema aggiuntivo e che può essere ampiamente utilizzato e credo che su questo problema cioè sopra delle risorse
Chi le utilizza e la la trasparenza dell'utilizzo si gioca gran parte del futuro dei dei comuni italiani che premente gran parte del futuro della democraticità del sistema però per fare questo non c'è dubbio che il sistema elettorale
Deve essere reso più flessibile e immediatamente influente sulla formazione delle maggioranze di governo a tutti i livelli grazie
Grazie dal senatore trascrive esemplare come sempre la parola da Zara e poi al professor Scudiero quindi chiudiamo ritenevo di rimanere ancora per un po'e abbiamo finito
Ora
Del Mezzogiorno
Sì ho preferito scegliere un tema più operativo
Proprio per tentare di dare anche un contributo su quelli che sono alcune delle condizioni in cui operano in comune
Con l'attuazione del decreto seicentosedici accelerato il processo di trasformazione del ruolo che il Comune ha sempre esercitato quale erogatore di attività senza ammenda amministrativo burocratica per assumere quella di principale erogatore di servizi
Inoltre il Comune ha rivestito sempre più un ruolo anche imprenditoriale per coprire spazi che il privato non ha voluto o non ha potuto occupare
Al fine di assicurare una sempre maggiore presenza nei vari settori della vita economica e sociale
A tutto ciò non sembra corrisposto sia in termini di efficienza amministrativa che in termini di disponibilità di risorse tecniche nonché le disponibilità finanziarie un'adeguata strutturazione di risorse umane e tanto meno di risorse finanziarie
Al contrario pare non discutibile che una delle condizione essenziale lo sviluppo di una determinata e aria
Sia la qualità di adeguati servizi amministrativi e civili tali da garantire facilitare la realizzazione di rafforzamento di iniziative economiche un'analisi attenta nella situazione in cui operano i Comuni non può prescindere dalla considerazione della diversità nelle varie realtà comunale territoriale qui fa contrasto una situazione come quella italiana
Ove una legislazione unitaria e compatta non opera alcuna distinzione fra comuni nel frenare territoriale ove essi esplicano la loro attività
Verrebbe da pensare
Che un discorso sui servizi dovrebbe essere generalizzato a tutti gli enti locali imprese nel contesto nazionale specie se si ha riguardo al fatto che il regime di finanza derivata al quale sono soggetti tutti i comuni italiani li accomuna in un unico destino
Non sarà possibile leggere la specificità del caso mezzogiorno di cui in particolare mi occuperò senza un'analisi generale all'interno della quale si è poi più agevole vedere la diversità le caratteristiche peculiari che consentano non solo di descrive la situazione servizi né con un del Mezzogiorno
Ma soprattutto comprendere le ragioni della loro attuale struttura ha lo scopo di cogliere elementi di riflessione che consentano di trovare correttive rimedi da più parti invocate
Sarebbe anche troppo facile sottolinearla ricorrente osservazione che i comuni del Sud funzionano male o non funzionano affatto a volte anche né più elementari servizi che sono chiamati arrendere
Tutto ciò sarebbe un cattivo servizio reso al Mezzogiorno con la sola consolazione indulgere a qualunquistici stati d'animo
Che oltre a non essere molto spesso veri denunzie non pericoloso modo di affrontare il problema che invece è complesso nella sua articolata realtà
Purtroppo lo stato di generale malessere e diffuso nell'intero Paese e li batto di questa sera mi pare che lo abbia evidenziato e la carenza di funzionalità delle amministrazioni locali
E in effetti un elemento unificante fra nord e sud ci si rende conto che che vi è qualcosa che non va ma non si vede che cosa si dovrebbe fare per rimediare le stesse ipotesi questa sera sono soltanto variegate mi pare da non dare soluzioni univoche manca molto spesso una esatta visione d'insieme cui si fa fronte con interventi che valgono solo a dare risposte occasionale
Che a volte aggravano il problema con il risultato di peggiorare la situazione appesantendo anche il divario esistente fra del Paese così storicamente differenziate
In effetti il problema di fondo della CRI delle strutture locali come organismi proposti all'arresto di servizi nasce in gran parte da questo un aumento costante di competenze che ha ma è raggiunto livelli incontrollabili che vengano a innestarsi su una struttura organizzativa inizialmente progettata e pochi e definiti i compiti
Si verifica per c'è una crescita per addizione
Alla quale non corrisponde una ristrutturazione organizzativa che consenta di far fronte ai nuovi compiti d'altra parte l'inadeguatezza della legislazione acconsentire a l'ente locale lo svolgimento dei compiti che inevitabilmente gli sono addossati le continue difficoltà di carattere finanziario derivano probabilmente proprio da questo
Che per un ente locale dotato di compiti puramente autorizzative sufficiente una legge di finanziamento
Ma un ente locale che abbia e compiti di intervento occorre anche la possibilità di governare le proprie entrate
Il sistema degli enti locali è in crisi non solo perché non è adeguato rispetto ai compiti del soggetto ma in crisi soprattutto perché non è idoneo al nuovo modo di amministrare e dei nuovi compiti che si è assunto che gli sono stati affidati la struttura dei comuni fondata su una legge uniforme su una concezione dell'amministrazione commenta ausiliario dello Stato intesa prestare prevalentemente servizi amministrativi
Impedisce l'esplicazione di attività che per la loro natura si fondono in azioni ed in comportamenti non solo amministrativi ma anche gestionale
Ne sono state colte appieno le occasioni fornite dalla legislazione ad esempio la legge tre del settantanove che prevedeva la possibilità di ristrutturazione riorganizzazione degli uffici e dei servizi
Al fin di render l'azione pubblica più efficace ed efficiente
Per fronteggiare le rilevanti responsabilità e le maggiori competenze
Derivate gli enti locali assedio di massicci trasferimenti di funzioni e livelli centrali a quelli periferici che ha comportato per i Comuni un ruolo sempre più ampio è complesso
Vi è anche da considerare che impartì che particolarmente per i Comuni piccole dimensioni e apparsa progressiva la tendenza ad assumere in gestione diretta servizi precedentemente concessi in appalto
Fra i quali in particolare la nettezza urbana quelli scolastici trasportabili un nelle manutenzione pubblica
In genere e così via con la conseguente espansione l'organico soprattutto nelle qualifiche tecnico-professionali salariale
Tale fenomeno
Che è valido per tutti i Comuni d'Italia e aggravato nella drammatica situazione occupazionale del Mezzogiorno
Che ovviamente in questo quadro assume una collocazione di primato per la pressione gli amministratori locali costretti a trovare comunque correttivi a una situazione per molti versi esplosiva
L'obiettivo della ristrutturazione organizzativa e funzionale degli enti locali non è stato accolto a causa principalmente della mancata correlazione fra Obiettivi di ristrutturazione da una parte e confusione dei ruoli dei soggetti direttamente interessati dall'altra
Non è infatti pensabile che si possa procedere un corrette ben finalizzata al piano di ristrutturazione organizzativa
In un contesto legislativo che peraltro vede una sovrapposizione disorganica nell'assetto del sistema delle autonomie locali
Con una mescolanza di compiti e di funzione
Si pensi è ad esempio alla contestuale presente presenze molto spesso conflittualità con un limite di compiti funzioni e poteri mi non sempre ben definiti e che si prestano facilmente dallo scavalco di specifiche competenze di vari enti territoriali comunità montane comprensori voi SL distretti scolastici consorzi circoscrizione e così via
Tutto ciò determina scompensi nel sistema organizzativo che non acquista mai una dimensione reale precisa
Non è controllabile né in fase di previsione né in quello di verifica
E dei veri soggetti istituzionali che non sempre hanno la possibilità reale di esprimersi nessun quadro complessivo nelle sulle scelte inerenti le rispettive strutture tale situazione comune agli enti locali su tutto il territorio nazionale presente un aspetto specifico nel Mezzogiorno laddove al proprio interno insisto una mappe dell'amministrazione locale estremamente differenziata e composita
Esistono sul territorio meridionale contemporaneamente si enti locali dotati di adeguate infrastrutture pubbliche e di elevata capacità di spesa pubblica
Che enti sprovvisti infrastrutture con debole capacità di erogazione della spesa pubblica
Emerge quindi la considerazione che il funzionamento della macchina amministrativa locale e la questione di fondo da affrontare
Nel Mezzogiorno in particolare una produzione servizi locali che risponda nel contempo ad una maggiore efficacia ed efficienza non è infatti separabile da una modifica delle strutture delle procedure e della qualificazione del personale preposto a tale produzione
Ancora una volta il problema di capacità gestionale degli amministratori meridionale di rafforzare le strutture e la modernizzazione degli enti a cui sono preposti
Problema non secondario è certamente quello del ruolo che il sistema di finanziamento svolge nel determinare la capacità di produttività e il livello di spessa
Il sistema della finanza locale è caratterizzato da una forte capacità degli enti locali e di influire sul flusso dei trasferimenti statali diretti ai singoli enti a tale proposito ma constatato che parte differenziale di costo che si rileva fra nord e sud e tra Comune diversa ampiezza demografica deriva non sempre da condizioni oggettive connesse alla produzione e all'ambiente bensì dall'opportunità di impiegare liberamente risorse provenienti senza costo dal bilancio statale
Si è parlato anche qui della spesa storiche dell'evoluzione successive che essa avuto anche qui vi è una notevole diversità nella utilizzazione della spessa
Moltissimi enti locali del Nord meno nel Sud hanno saputo sfruttare appieno le disponibilità esistenti all'interno della legislazione per procurarsi risorse addizionali
Le amministrazioni nel Centro-Nord generalmente hanno puntato verso l'ampliamento dei servizi offerti gli amministratori meridionali molto spesso hanno operato sul versante della occorre espansione occupazionale
Ne è derivato che il livello di produzione di servizi è risultato nel Mezzogiorno minore di quanto avrebbe potuto attendersi altrimenti
Anche per la mancanza di adeguati investimenti e quindi dell'adozione di tecniche superato al progresso scientifico e tecnologico ma anche per una scarsa attenzione alla gestione del personale occupato
Di conseguenza a parità di spesa il livello di soddisfacimento di bisogni sociali e minor nel Mezzogiorno rispetto a quando potrebbe essere dati i livelli di spesa corrente
è stato difficile resistere alla tentazione di considerare il settore pubblico comunale valvola di sfogo di tutte le tensioni occupazionale
Se è pur vero che la tendenza un maggior assorbimento di manodopera da parte del terziario e dei servizi non sembra discutibile essa non deve però condurre ad un uso improduttivo dei lavoratori esuberanti nell'ambito del pubblico impiego
Tuttavia una più attenta analisi che mette a confronto i due macro aggregati centro nord e sud
Dimostra l'infondatezza della presunta propensione assistenziale occupazione assistenziale occupazione degli enti locali nel Mezzogiorno
Il discorso è quello della diversa qualità del personale impiegato che Inge che in gran parte caratterizzato da basse qualifiche nelle aree meridionali il che lascia chiaramente intendere quale sia la scarsezza dei servizi e il basso livello di adesione ad aggiornate metodologie
E tecniche nel del lavoro amministrativo
In un dato di sintesi si può affermare che il Mezzogiorno presenta forti carenze nella politica di resa di servizi che è indispensabile superare poiché in mancanza appare assai problematico pensare ad un cambiamento che invece sarebbe necessario è utile ricordare come nell'esperienza amministrativa italiana ci sia una stretta correlazione diretta deflusso di finanza pubblica fra i Meglio di governo centrale e locale e i meccanismi organizzativi e gestionali che regola la vita amministrativa degli appalti pubblici locale
La sperequazione verticale e orizzontale della finanza pubblica locale produce due effetti sui servizi pubblici erogati dagli enti locali meridionale
In termini quantitativi in relazione ad una minor disponibilità di risorse finanziarie ed in termini qualitativi con riguardo alle difficoltà di gestione
Nel mille novecentottantuno la spesa pubblica pro capite del complesso dei Comuni meridionali era un terzo circa è inferiore a quella del resto del Paese
Ne questi anni più recenti hanno consentito una sufficiente perequazione nell'erogazione di risorse finanziarie a favore delle aree meridionali
Il problema dell'efficienza e dell'efficacia del sistema amministrativo è un tema che deve essere alla base dei principi cui deve rispondere la Tyrrell riforma della finanza locale
Ma è anche condizione indispensabile per assicurare assieme all'intervento straordinario in altre forme intervento nominare meridionale un un reale sviluppo del Mezzogiorno
Per alcune considerazioni innanzi fatte occorre una riflessione particolare sulla struttura degli enti locali dell'area meridionale
Se infatti per l'ente locale una reale politica di auto sviluppo
Richiede un concreto impegno quantitativo e qualitativo delle proprie risorse umane appare necessario interrogarsi sul corrispondente livello di adeguatezza dei quadri tecnici
Nel nella gestione dei compiti adesso affidarti se il dato numerico della dotazione organica degli enti locali può lasciare trasparire come prima impressione
Una situazione di apparente equilibrio fra le varie realtà territoriali una lettura più attenta ed approfondita la se invece intuire l'esistenza di un divario fra nord e sud del Paese discrimina particolarmente il Mezzogiorno
A causa della carenza di quadri tecnici
Ai fini di una corretta valutazione della dotazione organica degli Enti locali occorre distinguere fra il dato puramente formale che quello che normalmente compare nelle relazioni ufficiali
Cioè quello dei posti previsti in organico che a volte può apparire gonfia rispetto alle esigenze effettive e il dato reale che è quello del personale effettivamente in servizio che viceversa lascia trasparire una situazione assai deficitaria particolarmente nella realtà meridionale
Un'indagine condotta dal Formez ai evidenziato il divario esistente tra Nord e Sud del Paese nella consistenza numerica del personale in servizio che registra una elevata percentuale di posti
Tecnici vacanti nel Mezzogiorno da tale indagine non solo vengono in risalto problemi legati alla consistenza numerica effettiva degli organici
Che peraltro invitano a ponderare meglio la valutazione dell'esuberanza delle piante organiche ma che certamente questo fenomeno non investe anche le qualifiche tecniche
La concreta individuazione degli equilibri esistenti nei quadri tecnici degli enti locali meridionali svolge infatti un ruolo centrale nelle nucleazione dei fabbisogni reali
Sia in termini profili professionali sia di interventi formativi e contemporaneamente costituisce una corretta impostazione per risolvere i problemi occupazionali presente nelle regioni meridionali
Esiste una concatenazione fra la strada percorrere per favorire lo sviluppo e la realtà meridionale è la soluzione del problema occupazionale
Per entrambe l'impiego di risorse tecniche negli enti locali costituisce un valido contributo
Dall'indagine innanzi indicata emerge in generale la minore dotazione di personale tecnico dei parchi da parte dei Comuni del Mezzogiorno
La percentuale dei tecnici sulla sull'intero organico degli enti locali e del cinque virgola quattro per cento per la Regione Piemonte del circo del cinque virgola otto per la Liguria cinque virgola sette per la Lombardia e il Veneto
A fronte di percentuale che scendono rispettivamente al due virgola sette per la Campania due virgola otto per la Puglia tre virgola uno per la Sicilia
Questa situazione svantaggioso diviene particolarmente rilevante
Se si prendono in considerazione i rapporti dipendenti popolazione
Relativamente al personale tecnico in servizio per fare alcuni esempi tale rapporto è di uno ogni mille quattrocentodieci cittadini per il Piemonte uno ogni due mila cento e uno per la Regione Liguria
E così via nel Mezzogiorno invece sia un tecnico in servizio ogni sette mila duecentottantanove abitanti per la Campania uno ogni cinque mila ottocentocinquantasei per la Puglia
E il la proporzione identica per tutte le altre regioni meridionali
Sebbene sia più equilibrato il rapporto dipendenti tecnici in organico popolazione non manca neppure in questo caso notevoli discrasie a svantaggio ancora una volta delle aree meridionali
Su un piano più in genere più generale le dotazioni organiche delle qualifiche tecniche
Fanno rilevare che a fronte di un rapporto medio dipendenti-popolazione di uno su due mila quattrocentonovantatré Città di nel Sud nel nord dal rapporto e di uno due mila mille duecentotrenta cioè oltre la metà tale comparazione già di per sé abbastanza sfavorevole nel Sud assume dimensioni ancora più nel levante se la si confronta con quella relativa al personale in servizio
Mentre per il Sud il rapporto medie di uno ogni un dipendente tecnico ogni quattro mila settecentodiciassette cittadini per il nord e di uno ogni mille cinquecentosettantanove cittadini
Si rileva quindi una meno ore dotazione organica delle figure tecniche negli enti locali del Mezzogiorno ma la situazione reale del personale a cui è affidata la gestione servigi tecnici fa aumentare ulteriormente il divario Nord Sud
Nelle aree terremotate gli enti locali di minor dimensione mostrano ottimi rapporti personale tecnico popolazione
Anche se pure in questo caso la percentuale di posti tecnici vacante si aggira intorno al cinquanta per cento in alcune punte anche del settantacinque per cento di vacanze
Come dato emblematico finale della situazione sfavorevole del Sud nei confronti del Nord vale citare le informazioni concernenti la città di Torino e la città di Napoli quest'ultima città terremotata
Mi riferisco solo ai tecnici in servizio per Torino con un milione trentacinque mila abitanti circa sono settecentocinquantasei con un rapporto uno mille trecentosessantanove cittadini invece la città di Napoli ne ha soltanto trecentosettantacinque effettivamente in servizio con un rapporto tre mila duecento ventiquattro per abitante
Anche per i comuni terremotati la mancata copertura di posti tecnici in organico pure in presenza di un obbligo per gli stessi enti a dotarsi di propri uffici tecnici
Ed attribuisce alla circostanza che i Comuni dovevano provvedere alla copertura degli stessi
Con risorse finanziarie proprie
Abbiamo assistito negli ultimissimi periodi al alla situazione di alcuni comuni che dovendo pagare il personale che aveva l'assunto non sono stati in grado neppure di pagarle specie obbligatori quella luce telefono riscaldamenti e così via
La situazione di disagio è stata superata dalla successiva legislazioni in materia che ha posto a carico dello Stato il relativo onere finanziario
Senza volersi ulteriormente soffermare sui mutati compiti
E nove esigenza della istituzione comunale non par dubbio che il problema della riorganizzazione del rafforzamento della struttura municipale sia da porsi come obiettivo primario da parte delle l'attore per conseguire una maggiore efficienza e con una migliore qualità dei servizi uno sviluppo più organica ed omogenei in tutto il Paese ponendo partire sono arrivato alla fine
Particolare attenzione alla necessità di superare gli squilibri qualitativi e quantitativi esistenti nelle varie aree dell'Italia
Una legislazione che si ponesse solo il problema di una riforma della finanza locale e del sistema delle autonomie e che non si ponesse contestualmente il problema del riequilibrio e non solo in termini quantitativi
Ma anche in termini qualitativi della ristrutturazione degli organici dei compiti e delle capacità di rendere servizio mo'Jamie ad altre aree del Paese evidentemente non conseguirebbe l'obiettivo di superare le discrasie presenti
La urgenza della riforma della finanza locale non può prescindere da tutto ciò e deve tenere conto della variegata situazioni in cui o con i comuni italiani e quelle del Mezzogiorno in particolare
Allo scopo di affrontare una reale perequazione ponendo tutte le amministrazioni nelle condizioni di assicurare adeguati standard di servizi
Grazie adesso prego di presente e di a fare un altro atto di pazienza se vogliono in questo momento stiamo per chiudere dobbiamo dare la parola al professor Scudiero che professore di ito costituzionale all'Università di Napoli e con il suo intervento e chiediamo questo chiudiamo questa serata rinviando gli altri due Mazzone Balboni a domani pomeriggio i primi della serie di interventi pomeridiani di domani
La parola professor Scudiero grazie
Avverto il dovere di cortesia verso i presenti di essere stringatissimo
E svolgerò qualche considerazione chiedendo fin d'ora scusa se potrà anche avvicinarsi così prospettarsi il rischio della banalizzazione
Il fatto è che che i temi che sono stati posti qui in discussione
Sono tutte strettamente connesse e l'osservazione che io ho colto simpaticamente del moderatore senatore Giacovazzo quando detto ma qua ci sono di Rosi gli ambiti delle tematiche convenute
E e con la frana poi del tempo naturalmente che avvertiva dipende proprio dalla inestricabile unità questa dimensione sistematica che Dorina
Tutti i temi che sono stati qui posti in esame infatti a me era stato assegnato io tentato di attenermi nella riflessione
A questa indicazione iniziale il tema delle competenze degli organi comunali col garbo della nota personale della quale ringrazio molto il senatore Giacovazzo
Ma a appunto proprio il tema delle competenze degli organi del Comune intendendo per tali già in una delimitazione che può lasciare qualche residuo di dubbio soltanto gli organi politici è un tema che si tiene necessariamente
In una dimensione sistematica contanti dei profili che sono stati qui subito indicati
In realtà il tema delle competenze il tema della ripartizione delle competenze della distribuzione nelle competenze tra gli organi comunali
E perciò il tema del modello organizzativo del Comune
E quindi subito il tema della necessità di introdurre una modellistica articolate differenziate
E d'altra parte il tema che si collega strettamente alla potestà di autorganizzazione del comune
E già volete approfondire ciascuno di questi profili come è apparso dagli interventi da mettere in relazione che sono state qui svolti occorrerebbe un lungo discorso
Per non dire che poi al fondo di tutto vi è il sistema elettorale locale perché appunto è stato notato dal professore di militare e sembrava un'osservazione
Che fosse di immediata consapevolezza per tutti ma qui non c'è soltanto e Mario una dimensione soltanto amministrativa
Ma oggi proprio delle caratteristiche che il sistema complessivo ha assunto riceva il professore via siamo di fronte ad un tema squisitamente profondamente e innanzitutto preliminarmente politico
Per esempio la questione è del sindaco così debba anche considerassimo Morgano direttamente eletto dai cittadini oppure debba essere sempre un ordine secondo grado
è un problema che si lega strettissima metà sistema politico è stato giustamente detto non si può pensare ad un'elezione diretta del sindaco così puramente e semplicemente come soluzione di ordine tecnico se non poi definendo in quale contesto politico
Con quali Poteri con quali correlazioni con gli altri organi ora
Questo per tacere Poirier altre complicazioni del discorso che derivano per esempio dalla necessità di dare una flessibilità al modello anche di ripartizione
Delle funzioni attraverso le note figure che sono state nella prassi largamente adoperate per esempio della dei lega Inter organica o anche dei meccanismi di decentramento diciamo di dimensione verticale la grande complicazioni nel modello introdotta dalla non bene ma neppure per niente affatto attuata legge del mille novecento
Settantasei ora ecco io vorrei dire su questo punto fare due osservazioni fondamentalmente io credo che proprio attraverso le indicazioni della prassi la quale come è stato un molto bene scritto da tanti
Ha messo in evidenza il superamento del modello originario di organizzazione del Comune
Che come sappiamo si ispirava ad una concessione privatistica una sorta di concezione secondo la quale in realtà il Comune gli organi in cui esso era articolato
Era un'associazione di proprietari quali dovevano vigilare sul modo in cui veniva gestito l'interesse di tutti di fronte a questa concezione che ha portato a configurare inizialmente la Giunta
Per usare un un formula abusata come Comitato soltanto esecutivo del consiglio
E andare tra l'altro un particolare risalto
Al sindaco vero capo dell'esecutivo poi nei fatti proprio per l'interazione con il sistema politico si è fermato modello che viene chiamato rappresentativo anche partitico panche partitico
In cui si sono manifestate talune tendenze organizzative che hanno consentito a taluno anche di parlare di una di casse realizzazione per esempio degli assessorati comunali e nei grandi comuni c'è una logica laddove ci sono delle foro
Mattioli di maggioranza costituito da più partiti c'è un preciso Rispetto di talune aree di influenza ne sappiamo dei grandi Comuni io anche se non si si sente deluso napoletano
E a Napoli nell'ultima formazione della giunta comunale grandissimi questioni perché gli esponenti gli assessori di partiti diversi rivendicavano l'appartenenza di un settore
Piuttosto che di un altro evidentemente non soltanto per un amore astratto verso l'impegno di amministrazione
Allora io né credo che bisogna intanto avere questa consapevolezza che anche il tema della distribuzione e le competenze dagli organi comunali un tema che va correlato a tutti questi elementi di quadro più generale a cominciare dal sistema elettorale
D'altra parte proprio in questo settore credo che vada riaffermata e perseguita non più soltanto nelle enunciazioni
La necessità di introdurre dei modelli differenziati
I quali che si possono realizzare sia attraverso già alla predisposizione legislativa abbiamo delle indicazioni in questo senso anche per esempio dall'esperienza di altri ordinamenti Onida ricordava opportunamente a un progetto di legge nell'ordinamento spagnolo che per esempio addirittura previsto
O che il sindaco l'alcalde sia in taluni comuni eleggibile o direttamente dai cittadini o anche dal Consiglio Emilia lasciando la scelta
Attraverso questo modello aperto quindi una preordinazione di modelli organizzativi e soprattutto coi lasciando alla potestà di autorganizzazione locale da esprimersi attraverso lo Statuto un reale spazio
Perché in effetti proprio l'esperienza mostra come l'inventiva della realtà la spinta delle esigenze porti ad arricchire il modello per esempio c'è un tema forte che esso stesso potrebbe da solo considerare una riflessione articolate quello delle commissioni consiliari
Commissioni consiliari che sono assolutamente assenti dal modello legislativo fissato nella Testo Unico da legge comunale e provinciale che hanno assunto invece nel funzionamento del Consiglio un rilievo importante
Rispetto alle quali si dibatte e opportunamente se per esempio
Per dare una migliore integrazione dei rapporti tra gli organi comunali addirittura l'assessore possa essere chiamato e proposto non peregrina la commissione consiliare la quale poi fa da contrappunto con un'altra proposta
Di scindere la posizione del sindaco come Preside come presidente a Pontedera giunta ed è che il consiglio lasciando appunto soltanto la posizione di presidente della Giunta
E distinguendo la posizione di presidente del consiglio il che è strettamente legato a che cosa è legato al ruolo che naturalmente si vuole dare all'organo consiliare che sorgono consiglia deve essere soltanto Organo di Indirizzo
E di programmazione
Usando questo termine a livello locale nella misura in cui può essere adoperato evidentemente allora forse questo non è una prospettiva da trascurasse
Quindi dare un forte spazio alla possibilità di autorganizzazione tenendo presente che i profili i cinque anni questa potestà di autorganizzazione si può esercitare quindi l'ambito entro cui si può esplicare che sono sono molti
E sono già il numero degli organi qui viene fatto nell'anno al noto studio il progetto di vaniglia un riferimento costante per esempio la potestà di autorganizzazione regionale di cui all'articolo centoventitré correre si auspicava forse era una posizione molto culturale diciamo accentuatamente culturale che addirittura il lo statuto comunale possono essere dimensionato è configurato alla stessa stregua
Dello statuto regionale su questo punto si potrebbe aprire anche un discorso ma si dice si può benissimo la c'era lo Statuto la determinazione del numero degli organi necessari
Oltre oltre gli organi cessare di altri organi io dico si può costruire un modello di organizzazione comunale quindi non necessariamente sempre si debbano trovare i tre organi nei comuni di piccole dimensioni non si vede perché ci debbano essere necessariamente il consiglio la giunta e il sindaco quando poi la prassi mette in luce che in taluni casi propri consiglio comunale e praticamente
Poco poco presente funziona poco non le prassi che portano lo svuotamento del Consiglio perché tutto il cuore dell'attività del Comune si riversa e si è se riceve la Giunta il caso dell'intimità delibere in attesa di ratifica presso il comune di Napoli ma proprio perché non c'è bisogno del suo superfetazione di o un modello organizzativo
E c'è un punto che è stato tra l'altro toccato specificamente molto efficacemente dal senatore Nicola Zara
Nel modello è nella potestà di autorganizzazione a grande rilievo il profilo del rapporto tra gli organi cosiddetti politici e gli uffici l'organizzazione degli uffici e il personale questo è un capitolo molto importante
Rispetto al quale lo stesso modello statutario fissato nel testo unico tra legge comunale e provinciale si è andato evolvendo stato osservato giustamente come per esempio la caduta di livello etilene allo svuotamento sostanziale del segretario generale
Del comune che era configurato come momento anche di raccordo sul piano burocratico tra l'organizzazione dello Stato all'organizzazione locale dipende dalla attrazione del
Dell'apparato organizzativo verso gli organi politici e non sempre necessariamente la giunta ma per esempio per una versione che viene anche
Esso dato il registrare presso il consiglio nel che si apre un ulteriore dilemma qui io non vorrei infierire ulteriormente sulla vostra cortesia
Vorrei appunto sottolineare
D'accordo con quanto è stato qui detto intanto la necessità da tradurre in scelte e decisioni
Di una differenziazione in diciamo consistente che andrebbe poi stabilita esalta l'ente non soltanto forse per dimensione della popolazione ma anche su altre caratteristiche come è stato qui anche detto socio economiche
E la necessità di ripensare il modello di organizzazione tenendo conto di queste implicazioni che non sono soltanto quelle
Del rapporto con la comunità che pure sono importante che non sono soltanto quelle della correlazione con per esempio il decentramento gli strumenti di democrazia diretta all'interno
Della realtà comunale ma anche con tutta all'importante dimensione della organizzazione burocratica dell'apparato burocratico vi ringrazio molto
Grazie
La Terre del Serio domani l'appuntamento preciso alle nove e cominciamo con precisione assoluta grazie a domani
Norme
Sino