Il mercato delle ideologie

Sociale
Bene buona sera a tutti Benvenuti e alla presentazione di questo libro di Lapo Berti il mercato oltre le ideologie
Il libro viene presentato questa sera da un parterre di professori devo dire che quasi imbarazzante Paolo autorevolezza soprattutto per un giornalista che abituato cose molto più terra terra banali modesta di cronaca quotidiana però proprio per vuol dire che per evitare di rendono un dibattito esclusivamente tra economisti e soprattutto un dibattito bocconiano anche se il libro edito dalla televisione la Bocconi cercheremo di vivacizzare dipendono anche un po'
Più interessante legandolo a vicenda magari attuali politiche ed economiche e sociale che stanno si stanno manifestando nel nostro Paese in questi giorni
Proprio per individuare come la questione del mercato trattata ampiamente esaustivamente nel libro di Berti non sia solo di diciamo legata a problemi di natura teorica di filosofia e di economia bensì abbia un'attinenza diretta con fatti quotidiani
Di dibattito politico e vedendo il professor Salvati minuto subito in mente pensare chissà qualcosa discuteranno domani a Caserta di partito democratico e di mercato di quale tipo di mercato si potrà parlare inserire nell'infinito all'interno del partito democratico
Il titolo del libro il mercato oltre l'ideologia mi suggerisce una prima valutazione che vorrei sottoporre così ai nostri interlocutori
E cioè che sembra un titolo quasi neutro come se il mercato morte radiologie forse morte anche alcune idee non avesse più alcuna valenza di tipo ideologico
E così via
In realtà proprio in questi giorni vediamo che il mercato ha una sua valenza forte anche ideologica e politica
Attorno a questo tavolo sono diversi professori come dicevo non c'è questo cartone della Bocconi professor Marcello Messori
L'autore Lapo Berti abbiamo il professor Salvati poi professor Giorello
Io direi che possiamo iniziare con Messori che aveva anticipato che aveva una relazione un po'serena ma anche critica nei confronti del libro dell'atto e di modo che possiamo aprire la discussione con gli altri interlocutori grazie
Sì io in realtà vi deluderò subito perché ho pochissime critica a questo volume che ho apprezzato molto
E in realtà ciò che vorrei fare prima di rispondere alla richiesta del nostro coordinatore di cercare di concretizzare un po'il discorso cercare di spiegargli
Anche con una visione un po'come dire soggettive di assi in pratica per quali ragioni The ritengo con questo libro si è un libro importante i poi tentare di fare emergere quei pochi punti su cui invece credo che varrebbe la pena discutere allora molto brevemente io credo che ci siano almeno due ragioni che rendono questo libro di Lapo Berti estremamente importante perché Lapo Berti
Fornisce una base analitica c'era una base solida robusta
Per sottrarci alla seguente luogo comune e cioè che
Una serie di riforme che vanno dalla lotta alle rendite alla liberalizzazione dei mercati alla riforma del welfare sono riforme che la sinistra e costretta a fare perché in questo paese non esiste una destra che le abbia già fatte quindi in qualche modo perché tocca alla sinistra fare un lavoro sporco io credo che questa sia una tesi errata credo che Lapo Berti ci offra argomentazioni molto robusta per capire perché questa tesi erra la cosa può essere anche espressa in modo un po'diverso io credo che questo volume ci permetta di sottrarci a un'alternativa che un'alternativa
Del tutto deludente e cioè rimanere ancorati a vecchi paradigmi statalisti della sinistra oppure
Come dire
Fare un'inversione di centottanta gradi di accertare in modo acritico il mercato questo volume ci dice che vi sono buone ragioni analitiche
Per trovare una definizione diversa di mercato che consente di valorizzare anche in un'ottica di sinistro se preferite di centro sinistra questo tipo di riforme se questa è la prima ragione di importanza dobbiamo subito chiederci come mai
Sia possibile sostenere che la povertà diceva offre una robusta base analitica per sostenere questa tesi io credo che la ragione consista in una apparentemente semplice definizione o chiave di lettura e cioè che non vi è più una opposizione tra stato e mercato ma viene una complementarietà fra Stato e mercato complementarietà che può essere anche declinata individuando un nesso molto forte oserei quasi dire un nesso intrinseco tra concorrenza e regolamentazione
Il libro però non non si ferma a questo stadio già io come lettore sarei stato già molto soddisfatto se come dire leggendo un libro che mi consentisse di fondare in modo robusto e analitico una conclusione di questo genere
Però a mio avviso vi è una secondo passo che nel volume viene compiuto ed è quello di non accettare come risolto il problema
In un centro l'ha completamente adita tra stato e mercato ovvero il legame tra concorrenze regolamentazione
Il volume riconoscere la pubertà e riconosce che dentro quest'accoppiata di concetti o di cose molto concrete vi è comunque una tensione questi legami non sono legami risolti
Tanto la complementarietà tra stato e mercato quanto l'astensione fra concorrenza specie se una concorrenza che cambia il sistema economico cioè nel gergo degli economisti una concorrenza dinamica e regolamentazione sono poli che vanno tenuti insieme ma che sono anche intenzione quindi
Questa tensione fa sorgere dei problemi e il volume cerca di analizzare questi problemi e i modi con cui questi problemi possono essere se non risolti quantomeno affrontati
Naturalmente sarebbe interessante cercare di percorrere come dire il Complesso di concetti e di ragionamenti che consenta una Lapo Berti di
Sviscerare e di sostenere questi due passaggi io sarò al riguardo estremamente drastico apodittico
Per prepararmi un po'la strada per le due osservazioni che viceversa vorrei fare e che come dire passano da un discorso molto generale ed astratto un discorso più concreto e più legato forse alla realtà italiana
E quindi mi limito a rinunciare questi passaggi il primo passaggio che nel libro viene sottolineato e che di liberalismo cono unico a il grande merito di aver aperto una società che era chiusa
Ma anche il limite evidente che io condivido di assolutizzare il ruolo del mercato cioè il mercato non soltanto in questa concezione portatore di efficienza di crescita di cambiamento ma è anche portatore di equilibrio di distribuzione del benessere di coesione sociale
Questa tesi
La pubertà e lo dimostra io condivido questa sua dimostrazione è nella seconda parte almeno non un robusto è stata smentita dall'evoluzione storica il mercato cioè non è un meccanismo che sia in grado di ridurre al suo funzionamento la complessità del reale
Se così fosse naturalmente il mercato sarebbe l'unico netti meccanismo necessario per tenere insieme la società ma così non è
Se così fosse lo Stato non avrebbe alcun ruolo da svolgere e quindi ci sarebbe davvero opposizione tra mercato e Stato ma così non è
E perché non è così perché la storia di eventi storici ci dimostrano che il mercato anche quando raggiunge gradi accettabili di efficienza ovvero nel gergo degli economisti non fallisce non è comunque in grado di assicurare di per sé la coesione sociale
Se volete a dirle in termini più gergali il mercato non è un meccanismo ma è un'istituzione come altre istituzioni
Che sono necessarie all'organizzazione di un sistema economico e sociale seppure è un'istituzione estremamente importante e rilevante
La poterti sì soffermarsi sulle passaggi che il liberalismo stesso sviluppa per attenuare questa sua tesi io credo di non avere il tempo per sottolineare questi passaggi mi sembra più utile invece mostrare che
Se vogliamo
Non ridurre la complessità di un sistema economico e sociale al meccanismo del mercato ma pensiamo che il mercato sia un'istituzione Cuccia Ale ma non l'unica allora
Dobbiamo passare da una visione in cui vi è un'opposizione tra stato e mercato in cui o c'è un mercato c'è stato ha una posizione in cui proprio per poter permettere al fu al mercato di funzionare lo Stato a funzioni essenziali da svolgerlo
Spero usare le parole di Lapo Berti la funzione essenziale che lo Stato deve svolgere è quella di integrare il mercato nelle altre dimensione nelle altre istituzioni sociali
Che caratterizzano il funzionamento del sistema capitalistico o più in generale se volete il funzionamento di un sistema economico e sociale
In cui lo scambio avviene tramite il mercato
E quindi se così è ecco che emerge la complessità della relazione tra stato e mercato in cui il funzionamento del mercato non rende affatto residuale ruolo dello Stato Manzi proprio per poter far funzionare in modo efficiente ed efficace lo Stato delle il mercato lo Stato ha un ruolo molto importante da svolgere
Qual è però questo ruolo e qui come dire mi avvio all'ultimo passaggio che volevo
E nucleare del ragionamento che la Berti svolge nel suo volume anche poi per cercare di concretizzare un po'il ragionamento
Lapo l'autore
Sottolinea che se le cose che ho cercato di riassumere in modo molto grossolano sono corrette allora
Il lo Stato può svolgere questo ruolo essenziale per il buon funzionamento del mercato solo se è uno Stato regolatore e non uno Stato produttore ma cosa vuol dire uno Stato regolatore beh secondo l'Autore vuol dire almeno quattro coso almeno così io ho capito
Che possa essere definito in questo volume lo Stato regolatore innanzitutto lo Stato può e deve svolgere politiche industriali o io preferirei dire politiche industriali e dei servizi che però non siano intrusive rispetto ai meccanismi di mercato e che quindi come dire rispondano una sorta di principio di sussidiarietà siano intervengano al fine non di sostituire il funzionamento del mercato ma di consentire il funzionamento carte il che implica che questa sta la strumentazione di politica economica debba essere soprattutto fondata sul disegno di incentivi cioè sul fatto di introdurre delle aspetti che spingano i diversi attori economici e sociali a funzionare secondo regole secondo norme essenziali alla costruzione al buon funzionamento del Mar
Vi sono poi delle politiche che sempre nel gergo di un economisti definiremmo politiche orizzontali cioè quelle politiche che devono creare un ambiente favorevole alla capacità degli attori economici e di agire sul mercato e di produrre quei beni e quei servizi che dovranno poi essere scambiati sul mercato
Quando si parla di costruzione di un ambiente favorevole nel gergo degli economisti si dice che bisogna costruire delle esternalità positive
Vi è poi
Una come dire il ruolo dello Stato apparentemente meno rilevante ma in realtà se non crediamo che il mercato si un meccanismo importante che è quello di sostituirsi al mercato quando il mercato fallisce
Ci sono molte ragioni su cui non vi tedio per cui il mercato può non funzionare bene addirittura non esistere in questi casi
Il ruolo dello Stato diventa essenziale e infine ultima caratteristica che dovrebbe secondo questo volume definire lo spazio dello Stato come regolatore è appunto quello della regolazione che si sostanzia in ultima analisi nella tutela e nella promozione della concorrenza
Bene questo è tra le tante altre cose che si potrebbero dire quello che io ho capito di questo volume quello che mi ha più colpito
Quali sono i due punti che si riferiscono all'Italia ma io credo anche all'Europa e ad altri Paesi economicamente avanzati su cui chiederei un supplemento di riflessione è un supplemento di discussione rispetto all'auto
In qualche modo imbarazzante segnalare questi due elementi perché apparentemente si contraddicono il primo elemento su cui io vorrei un supplemento di indagine può essere non certo così
Davvero pensiamo che non vi sia spazio anche per una politica per una nuova politica industriale dei servizi che non sia semplicemente orizzontale
Ma che sia anche per così dire verticale e cioè che non intervenga anni secondo un principio di sussidiarietà nel secondo un principio di mira produzione delle esternalità e per farmi capire faccio due esempi se in un sistema economico sociale esiste un nucleo di impresa che producono beni industriali oppure servizi forte non è forse il legittimo cercare di rendere ancora più forti queste imprese per facilitare una selezione e una miglioramento del modello di specializzazione
E per farlo non può essere utile usare anche la domanda pubblica
Anche qui per farmi capire faccio un esempio noi siamo abituati a leggere la spesa sanitaria come spesa quindi comunque fatto di stato sociale che ha un vincolo negli equilibri di bilancio
Ma la domanda sanitaria potrebbe essere un volano straordinario di innovazione tecnica e quindi consentire o facilitare il per meglio dire una selezione delle imprese
Una valorizzazione del nucleo forte dell'impresa non penalizza azione del nucleo debole che se non fosse aiutata il mercato probabilmente realizzerebbe attraverso molte contraddizioni e molti fallimenti
Allora
Questa mia obiezione sembrerebbe come dire rivolge alla lotta ore una riflessione di questo tipo
C'è forse nella complementarietà tra stato e mercato c'è forse troppo poco Stato ma subito mi contraddico con la seconda obiezione perché perché l'autore non è ingenuo e si domanda ma come mai non affidiamo al mercato l'efficienza e Allo stato una funzione un obiettivo di coesione sociale forse che i politici che poi come dire costituiscono la carne e il sangue dello Stato sono degli angeli cioè pensano al benessere della collettività mentre gli imprenditori sono degli astiosi gli odiosi persone che pensano soltanto al loro benessere individuale possiamo essere contenti di una divisione del mondo di questo genere e l'autore dice di no
Non sono gli uni non sono gli angeli gli altri non sono diavoli ma allora se
Chi incarna le funzioni dello Stato non è un angelo come è possibile realizzare un obiettivo di benessere collettivo e la risposta dell'autore da è che c'è un'approssimazione a questo benessere
Che interviene per il fatto che il politico deve costruire consenso
Per potere essere riprodotto nella sua funzione di politico e che per costruire il consenso quindi per un obiettivo egoistico vada in una certa misura al perseguimento del benessere sociale
Io mi chiedo se questo sia vero
Io vedo un sistema politico che almeno in questo Paese oggi non è più in grado di ricca mediare di recepire mediare Rin comporre gli interessi sociali
Che non è esposto in modo così significativo alla concorrenza per l'acquisizione di consenso perché pone delle barriere all'entrata e che quindi come dire è prigioniero di un gioco autoreferenziale ma allora se così è potremmo concludere che nel volume c'è troppo Stato allora tra questo troppo poco state troppo Stato secondo me si gioca la necessità di un approfondimento delle
Grazie professor Messori allora chiuderei diciamo questa parte del tavolo dando la parola al professor Ottone per la sua riflessione iniziale sul libro grazie
Mi pare difficile intervenire dato Marcello Messori
Si fosse preso la catena e scese le finanze credo con questo intervento
Così nell'applicazione fu questo mi ha dato tre consolidata
Io credo per cui un'interpretazione del sementi più brevemente l'avvocato
Dirò subito che cosa
Mi è piaciuto del libro con risultati punti che è ricca di temi importanti e poi dirò quello che a mio giudizio potrebbe essere avvenute se l'ho detto anche con altri ferimenti
Non perché indicare autori ma perché ognuno ha la sua origine diciamo così culturale
Poi il primo punto assolutamente centrale che m'ha fatto grandissimo piacere l'impostazione storica del libro viviamo in un mondo ormai in cui le scienze sociali sono state castrati di questa componente con gravitano sul Piave interpretativo
E vedere il mercato come istituzione il risultato di un lungo processo storico
Dell'individuazione di regola può piatti a un punto fondamentali proprio per far partire un'analisi appropriata
Il secondo punto riguarda la riconoscimento e centralità della coesione sociale in tutte le strutture
Successive
Ma fatto un finché è in visione c'era eccitazione Bonanni erano anni che non la vedevo nella mia università probabilmente sarebbe costato un centravanti una squadra dell'Est europeo invece è un signore molto importante
Che ha soprattutto detto che terra lavoro e capitale non sono merci come le altre non possono estrarre come merci sul normale mercato ama hanno un intrinseci tra una specificità che impone interventi modalità di valutazione del tutto diverso da quello che si è attinto
Domani contesti mercato questa è la mia lettura antica della grande
Trasformazione
Terzo punto non è vero che viviamo in un mondo al di fuori dell'ideologia ma viviamo sotto una specie di ideologia Energia che risultato una lunga tra suo formazione e all'interno della
Il generale liberismo col cui si fa continuamente riferimento
E questo porta a negare due discorsi più più specifici prima il mito di autoregolamentazione mercati questo è un mito che ci portiamo dietro keniota dato molta teoria economica tutti i problemi di stabilità di equilibristi ridurrà come Generali via dicendo
Comunque c'è questo mito che il mercato sia autorevole autoproduce risultati in qualche modo efficienti ecco il Libor contribuisce a qualificare questo l'impatto che
Elementi validità ma anche su elementi discussione
L'ultimo punto
Di modo che merita di essere ricordato e sottolineato il fatto che la concorrenza non è un equilibrio stabile la concorrenza e essenzialmente dinamiche autodistruttiva cioè gli economisti importante non è dalla RAI Schumpeter
Con la con l'idea di continua ristrutturazione sistemi per cui parlare genericamente un sistema concorrenziale non posi problemi degli esiti che hanno questi processi è un punto fondamentale e quel giorno cinque punti
Ma farà piacere ritrovare
Fa certe età uno standard infanzia diventa nonno tradurlo rito ricordate quando era come a quando era giovane ecco il Vibo si chiude con un richiamo alla Costituzione economica
Dico qui nel mio carissimo amico si laurea con Di Finizio con atti sessuali che nel mille novecentosessantasei più potrà podio altri non so null'altro per cui non posso intervenire vedo bene dopo un punto per la la parte più costruttivo e Delli Ponti
Non entrando appunto nel merito di questa ipotesi
Io ritengo ed arrivo passi emerge anche
Un punto fondamentale necessità di inquadrare i fenomeni in un'ottica coerente
Questo una volta per stato rimproverato e Michele Salvati lo cita tre testi Ghezzi ideologia no nove impolverata insomma raccolti in me come sono tutti debolezza intellettuale stile se l'ideologia è un modo per organizzare le informazioni
E non è detto che invece l'ideologia potesse interpretata in un altro modo
Continua a essere l'opinione che stili se avesse ragione non non ci si può muovere nel mondo sociale senza uno schema di riferimento chiamiamo etologia chiamiamolo come vogliamo
E confesso che
Fulvio di guide ideologiche per me è stato un dibattito che l'autore giudicata da datato perché Perrotta ma rimane importante Franco Cennamo de dunque due personaggi non sospetti
E sulla contrapposizione fra liberismo e liberalismo
Questo non è il centro diciamo così su cui si può costruire un'ideologia sensata
Liberismo e attenzione esclusivamente agli aspetti economici concorrenza bis vista anche in modo molto statica idealismo e tutto ciò che attiene alla crescita dell'uomo all'etnico sociale ai ai rapporti fra individui
In Audi era il liberista accorcia era i libri il vero liberale
è una contrapposizione antiche degli anni trenta vedo fascismo disco ciste discutevano però è una contrapposizione con grande significato
Per cui diciamo così sul sulla base di queste giusta distinzione a mio giudizio c'è possibilità di recuperare nell'ambito di quella teoria economica e più o meno conosco che uno sostiene che non conoscono il calcolo che in qualche modo studiato nell'ambito di Economia da casa si possono recuperare gli spunti più problematici ma anche più significativi per questa analisi per questa contrapposizione primo luogo non sempre i mercati esistono in questo un punto fondamentale per capire quale ruolo chiamano dello Stato Ricotti vitalità
Cioè
E qui bisogna chiamare quello che a mio giudizio il più grande economista del secolo scorso seconda metà del secolo scorso ha creato che veramente con un articolo senza una formula costruisce le basi dello ska tra teoria vera dello stato sociale
Incertezza di incapacità di mercati affronta
Questo è il primo punto secondo punto non sempre a concorrenza è possibile questa anche per capire quindi è un po'più a disposizione cioè non Missoni Prina
C'è un'omissione a mio giudizio nel vivo e su questo punto è riferimento astio mi di nuovo liberale pochissimo Alfonso fu il primo dei due che so io a porsi il problema dell'impossibilità della concorrenza
Non solo e non tanto come monopolio naturale ma fatto come incapacità di controllare poi i meccanismi di dicendo
Nel mio così centrale finanza in attesa che arrivi posso Messori si insegna il teorema del privatizzazione di sappi tondi Stiglitz che fa vedere a quali condizioni si può poi cedere il sulla via delle privatizzazioni quali sono tutti i presupposti tenesse verificati
In questo senso io
Ecco sarei molto cauto chiamare liberalizzazione quello che poi un regime di concessione è una cosa molto delicata che impone tutta una capacità di controllo di amministrazione di guida
Che se un da pubblica questa azione capaci fa autonomamente ma capaci di fare neanche
Nei confronti di terzi questo è un punto fondamentali tutte discussione su cui veramente bisognerebbe meditare a lungo
E con questo sono i punti che cioè la mia vettura diverso evidentemente perché non conosco certe cose una certa formazione dicendo che ha fatto del tipo Ilvo comunque interessanti a mio giudizio importante
Però le forze diciamo così più giovani dovrebbero tentare di trovare qualche motivo di speranze per il futuro perché
In rappresentanza di certi diritti di certo liberismo abbastanza buttare
Che insomma
Bombarda da un atto mancato parte combattive auto moto è una cosa abbastanza preoccupante alla mia età ho chiuso ma dico altri potrebbero continuare
Grazie professore Artoni passare allora all'altra la del tavolo visto che abbiamo comunque aggiunto elementi importanti di discussione sul libro di nella pubertà professor Grillo vuole per
Grazie si anch'io comincerò dicendo come ha detto Roberto Artoni che una delle cose che più mette al centro del libro e la impostazione storica
E quindi il tentativo di offrire uno schema di riferimento la valutazione di che cosa può significare il mercato
Quando non ha più senso riproporre nell'arco
Il dibattito nei termini la contrapposizione ideologica ripercorrendo storicamente in che modo le istituzione del mercato si sono evoluto il secondo punto che mente piaciuto molto del libro è stato il richiamo che c'è e che anche laddove non è esplicito secondo me pervade gran parte della riflessione di Lapo Berti a una esperienza intellettuale la fine dei conti io temo ancora poco nota su cui poco si è riflettuto
In Italia probabilmente in buona parte della discussione che oggi gli economisti svolgono sul mercato
Ed è il richiamo all'esperienza intellettuale del soffermarsi più soft tedesca dei pensatori della scuola di Friburgo del e quindi dell'ordo liberalismo perché mi è piaciuto questo
Io penso questo vorrei un po'provare a a ripercorrere come io ho letto il lavoro di Lapo Berti
Rispetto alla il modo in cui è possibile definire gli elementi di complementarità tra stato e mercato di cui parlava Marcello Messori interrogandoci su qual è il ruolo del mercato
E necessariamente ed evidentemente quali ne sono i limiti di strudel se stiamo complementarità e quindi sinergia
E dall'altro lato quale ruolo dello Stato e quali Dini
Nel far questo
Io comincerei essenzialmente dalla da una posizione che quanto sembrano un po'un po'troppo astratta ma secondo me invece e produttiva di molte cose concrete quando noi parliamo di mercato
Sostanzialmente quello che abbiamo in mente e un sistema sociale nel quale le decisioni rilevanti possono essere decentrata il punto fondamentale è questo il decentramento decisionale ai soggetti
Ai singoli soggetti sociali
E vi sono molte buone ragioni per poter desiderare organizzazioni sociali che siano in grado di sfruttare al massimo grado le potenzialità che possono venire dal decentramento decisionale affinché una società funzioni bene
Vi sono argomenti di principio veramente vi sono idee che insistono sugo l'unico stazione di filosofia morale senza aumento di filosofia politica politica su problemi di libertà in sé libertà individuale
Vi sono ragioni che gli economisti portano di benefici concreti di efficienza che dal decentramento produttivo può venire il mercato vista cosa buona perché vi sono benefici che da questo vengono e forse da questo punto di vista il suggerimento volitivo e l'intuizione di von Hayek che alla fine quello che conta è che ciascuno di noi depositario di una parte
Dell'informazione che comunque rilevante per poter capire come deve funzionare nel migliore dei modi possibili una società costringe inevitabilmente a pensare che le sole forme di organizzazione sociale che siano capaci di vero successo nel loro disegno siano quelle che sono in grado di fare affidamento sul decentramento decise
Questo è il punto fondamentale Olivia del mercato
E il punto che l'al secondo punto che vorrei dire è che questa questione qui io questo modo di vedere le cose era ben evidente nella pensiero dell'Ottocento nel pensiero economico dell'Ottocento nel pensiero politico dell'Ottocento
E che in questa prospettiva vi era stata una importantissima convergenza ma forse anche una convergenza parallela
Tra l'idea di filosofia morale che in fondo giustifichi che si interroga su quali sono le condizioni nelle quali e eticamente ingiustificabile la intromissione della società o delle decisioni sociali nella sfera della libertà individuale della libertà
E nello stesso tempo l'intuizione degli economisti e degli economisti neoclassici e di quali sono le circostanze alle quali il decentramento decisionale in grado di produrre il massimo beneficio dal punto di vista dell'efficienza sociale complessiva
E se voi guardate in questa prospettiva alla idea che oggi suona duecento anni dopo con una norma banalità ma quella contenuta nel saggio sulla libertà di John Stuart Mill
L'idea fondamentale era quella che il la giustificazione della libertà individuale stava in tutte le circostanze nelle quali non c'erano effetti esterni rilevanti delle decisioni individuali
Quando le azioni individuali dei soggetti infliggono soltanto sul benessere del soggetto che compiva quella azione e non c'erano conseguenza sulla sul benessere degli altri soggetti ma se guardate la stessa costruzione della scuola neoclassica fa in particolare attraverso coupon
La giustificazione della concorrenza perfetta è la stessa
La condizione della perfezione della concorrenza che si realizza nel mercato e quando il mercato è costituito da un numero così grande di soggetti tutti piccoli tutti che contano infiniti sicuramente nulla
Tali che gli elementi di esternalità Tare cipriota possono essere eliminati
E questa è la costruzione fondamentale su cui con una processo in qualche modo parallelo noi abbiamo con lo stesso argomento l'assenza la stessa e l'assenza di esternalità
Il alla difesa di uno principio di filosofia morale che un principio di libertà del miglior liberalismo probabilmente quello che trova le sue radici in trasporto mille e della efficienza economica
Ma tutto questo ci fa confrontare o ci fa immaginare con mondi solo immaginabili cioè common disegno di contesti perfetti e e quindi che stanno soltanto nella Bebe incerte negli ideali di riferimento
In realtà il mercato con cui dobbiamo fare i conti sono mercati imperfetti e queste imperfezioni del mercato non consentono di garantirci che le esternalità sono rimosso del tutto
E non consentendo di garantirci esternalità sono rimasto del tutto naturalmente non sono in grado di garantire nei che l'esercizio individuale libero per la decisione individuale dei soggetti non si è in grado di produrre esternalità nel senso politico cioè diventare zeri di mercato diventare anche oppressione di un soggetto sociale nei confronti di qualche altro soggetto sociale e dal punto di vista economico della stessa Costituzione non porti a perdite di questi
Beh benefici di efficienza che ci si attendevano
Questo è un percorso ottocentesco che secondo me è estremamente importante per capire qual è stata la riflessione che all'interno della società liberale nelle fasi in cui si ragiona per schemi e contrapposizioni ideologiche
I migliori liberali
Io e in questo quadro è in questi termini leggo il problema fondamentale come lo rappresenta Lapo Berti in termini di a che cosa su che cosa dobbiamo fare affidamento affinché la coesione sociale sia garantita in un contesto nel quale pur tuttavia noi riteniamo che sia desiderabile
Massimizzare nell'organizzazione della società la delega del decisioni decentrate del decentramento decisionale
E in questo senso
Aspetta si parla di istituzioni del mercato cioè in questo senso il mercato è tutt'altro che il luogo della dello stato di natura dove in contesti al di fuori da convenzioni con cui soggetti istituzionalmente organizzano il loro convivere civile
Interagiscono ma diventa importante capire quali sono queste istituzioni del marchio e in queste istituzioni del mercato lo richiamava Marcello come il quarto dei punti suggeriti da da libro di Lapo cioè il problema della tutela e della promozione della concorrenza
Bene ora
Io ho condiviso con Lapo Berti alcuni anni di esperienza a lavorare sulle istituzioni del mercato cioè l'istituzione che vengono avere a cuore la tutela e la promozione della concorrenza
E una cosa che vorrei dire su questo punto le che secondo me c'è una forte incomprensione o ambiguità nel modo in cui il ruolo di queste istituzioni vengono viste ingenerare nell'opinione pubblica nel dibattito l'idea che una istituzione a tutela e la promozione della concorrenza si essenzialmente una
Ora istituzione a promozione della concorrenza che realizza la concorrenza che migliora le condizioni di concorrenza là dove queste condizioni di concorrenza non ci sono
La il sistema istituzionale più importante
Stilizzato più generale che insistette che che che i Titini in Paesi liberali hanno del liberalismo classico non sarà hanno saputo di segnare e qui ancora una volta che il richiamo implicito alla filosofia tedesca dalla al pensiero tedesco a soffermarsi chaff dell'influenza che questa ha avuto nella costruzione della dottrina giuridica della concorrenza del mercato in Europa nell'esperienza europei nell'organizzazione dell'Unione Europea bene
Tutta questa idea non è idea che le istituzioni del mercato servono a migliorare il funzionamento del mercato nel senso che c'è più un mercato c'è più concorrenza
Il punto fondamentale è ben diverso quando noi parliamo di come funziona questa istituzione cioè di diritto della concorrenza non stiamo dicendo una cosa molto diversa stiamo dicendo
Poiché abbiamo la consapevolezza che i mercati funzionano in maniera intera da e necessaria e importante fondamentale
Che i soggetti sociali riconoscano che il loro la loro sfera di libertà la loro sfera di autonomia la sfera della delega decisionale fatte soggetti privati sia adeguatamente ristretta
Più di quello che potremmo immaginare o pensare dovesse essere debba essere in un mondo in cui le condizioni di concorrenza sono perfette in modo da garantire
Che in queste condizioni nelle quali l'insieme di scelta dei soggetti adeguatamente ristretta destituzione bene appropriate la interazione tra soggetti che poi sono comunque liberi di scegliere all'interno di questi insieme di di di scelte più ristretto produce effetti sociali desiderabili e quindi questo diritto della concorrenza questa queste istituzioni antitrust che necessariamente emergono continuamente dalla dalla lettura del libro diversi essenzialmente sono istituzione il cui obiettivo e quello di fissare paletti al comportamento dei soggetti privati
Con l'obiettivo fondamentale di lasciare delega e libertà di scelta
Tant'è vero che il diritto antitrust introduce nuovi vincoli alle scelte libere dei soggetti economici
Se il diritto commerciale ottocentesco poteva essere l'assetto istituzionale giuridico sufficiente per far funzionare mercati perfettamente concorrenziali o come immagina che niente poteva serenità Antitrust introduce nuovi limiti e dice le imprese non possono coordinare le proprie strategie le imprese che hanno potere nel mercato
Devono a veder la una responsabilità speciale ad astenersi da determinati comportamenti io adesso non voglio entrare nella questione tecnica però quello che voglio mettere in evidenza è questo
Diritto il diritto della concorrenza è una disegno istituzionale che restringe i comportamenti dei soggetti
Mali restringe con l'obiettivo di enfatizzare né la propria capacità di decisione questo e a mio giudizio l'aspetto importante del ruolo dello Stato in quanto Stato regolatore
Usando le parole Massetti ho capito bene quello che Marcello Messori ha detto non del tutto condividendone quello che lui ha in mente lo Stato regolatore è uno stato che introduce più ragioni di diritto
E quindi i principi generali che sono principi giuridici al fine di potere dare il maggior spazio di libertà alle scelte individuali e lasciare spazio per il decentramento decisionale l'alternativa questa l'alternativa al decentramento decisionale sono le decisioni collettive ora le decisioni collettive il momento della decisione pubblica
E in qualche modo poi possono essere rappresentate con questa polarità dove il soggetto pubblico disegna
Regole ma devono essere regole di diritto all'interno delle quali soggetti sono liberi di muoversi
Oppure il soggetto collettivo dice no non c'è spazio non ha senso che ci sia spazio per una dei lega al decentramento decisionale e qualche forma di prendere decisioni collettive si sostituisce le decisioni decentrate prendendo decisioni nel merito perseguendo nel merito obiettivi di efficienza perseguendo nel nel merito assieme agli obiettivi di efficienza anche poi sugli obiettivi di benessere e gli obiettivi di difesa del welfare cui richiamava che richiamava Roberto Artoni
Questo è secondo me un punto importante del ruolo dello Stato dei limiti dello Stato e le nostre scusate del mercato dei limiti del mercato e dello spazio che si apre per lo Stato nell'ambito della tutela delle istituzioni del mercato
Questa è l'idea che secondo me è veramente ben contenuta nel contributo della scuola di Friburgo e attuata nelle istituzioni che sono state disegnate nelle istituzioni europee
Quelle istituzioni che stanno contenute anche perché la parte rilevante del Trattato europeo europea perché nel corso degli anni ottanta e novanta poi sono stono entrate nelle giurisdizioni dei singoli Paesi
Secondo punto
Guardiamo la questione dal punto di vista del ruolo dello Stato complementarità significa che vi sono momenti e circostanze nelle quali non è sufficiente sette pensare di correggere le imperfezioni del mercato introducendo maggior vini maggiori una maggiore quantità di vincoli giuridici all'interagire libero dei soggetti ma è necessario che ci sia un'istituzione che si sostituiscono
Alle decisioni decentrate e prendere un decisioni in maniera coordinata e in maniera collettiva e questo apre il problema alternativo cioè il problema il tentativo che è quello di dire ma in fondo noi che cosa sappiamo dei meccanismi con cui vengono prese decisioni collettive
Assenso ragionare come si ragione nei libri di testo di micro economia
Ancora adesso probabilmente con qualche strappo qualche forse con qualche modifica ma con cui si è molto ragionato laddove il mercato fallisce che cosa succede proviamo a a metterci nell'ottica di chi gestisce una funzione del benessere sociale e calcoli come funzione del benessere sociale
Che cosa che situazione sociale deve determinarsi e quindi interviene utilizzando i poteri coercitivi dello Stato
Per dare a ciascun soggetto il assegnare a ciascun soggetto i compiti questi meccanismi di decisioni collettive come li conosciamo che sanno funzionare
Gli economisti parte degli economisti hanno dedicato molte risorse negli ultimi vent'anni questo aspetto all'analisi del meccanismo delle decisioni collettive delle scelte pubbliche e delle delle delle dei fallimenti dei meccanismi decisioni dice se pur macché cosa noi abbiamo visto concretamente in che modo noi abbiamo visto concretamente l'influenza in chiave non soltanto descrittiva è positivo ma soprattutto normativa
Di come e possibile in un'ottica che consapevolmente un'ottica di disegni intenzionali di istituzioni per capire come certe decisioni collettive devono essere prese laddove una decisione collettiva Presa bene
Secondo il libro secondo i criteri ideali del libro e la alternativa migliore rispetto al decentramento decisionale
Franco Romani che una persona alla quale io sono stato molto affezionato quand'era in vita sono affezionata ancora adesso Luís
Lui diceva da liberale da grande liberale che la sola e unica ragione per essere liberale e che non si può abbinerei fiducia
In nessuna delle istituzioni con cui si prendono le decisioni collettive se si potesse avere fiducia nel modo in cui si prendono decisioni collettive tutti quanti saremmo non liberali ma probabilmente statalisti
Ed è questa profondo sì Nismo del liberale che giustifica i liberali più autentici come probabilmente lui merita di essere ricordato
Se non ultimo punto perché credo di avere troppo impiegato del mio tempo
Qual è il ruolo dello Stato e quali sono i limiti dello Stato e che idee possiamo avere rispetto alle esperienze che stiamo che abbiamo vissuto in questi anni che sono le esperienze di Stato regolatore che interviene attraverso scelte di politiche di liberalizzazione ma nelle quali in regola
Il comportamento dei il comportamento del del dei dei settori industriali e via di seguito si chiedeva Marcello Messori se sono possibili politiche industriali
Che non siano troppo intrusive ma che nello stesso tempo di uno spazio per una nuova politica io qui vorrei semplicemente fare un punto che siccome lo faccio imprinting in trenta secondi lo faccio molto polemico di tutta la se non riguarda il grosso dell'intervento della leader del del processo di liberalizzazione sperimentato non in Italia ma anche in ampia parte dei Paesi europei
è stato tutto quanto dei settori delle delle pubbliche utilità la liberalizzazione del settore dell'energia elettrica del gas e delle telecomunicazioni
E via discorrendo e tutta è stata tutta quanta costruito su un'idea essenziale e fondamentale l'esenzione fondamentale questa
Questi settori sono caratterizzati da fa sì che gli economisti chiamano di monopolio naturale fasi produttive nelle quali il modo più efficiente dal punto di vista tecnico di organizzare l'attività produttiva e che ci sia un unico socio
Però se ci deve essere un unico soggetto non può essere un monopolista privato
E quindi il monopolio pubblico del settore dell'energia elettrica e del gas è diviso questa era l'idea degli anni sessanta
Poi gli avanzamenti tecnologici hanno consentito di immaginare nel corso degli anni Ottanta di tentare di realizzare nel corso degli tanta di separare verticalmente le varie fasi del processo produttivo individuando che c'è soltanto una particolare fase del processo produttivo che mantiene queste caratteristiche che possiede queste caratteristiche il monopolio naturale ed è la fase dalla gestione della Rete
Ma che tutte le attività a monte e a valle possono essere attività svolte da una pluralità di soggetti allora uno immagina che con questa rappresentazione molto convincente che comunque sta all'inizio di qualsiasi libro che parla di liberalizzazioni lei liberalizzazione fossero state organizzate nel modo seguente lo Stato controlla il sistema delle reti e lascia leader la produzione e la distribuzione di questi servizi
Per quale motivo il disegno di liberalizzazione nel corso degli anni novanta
In Italia ma anche nel resto del mondo anche in buona parte del resto del mondo è stata tutta quanta costruita attraverso un disegno e normalmente enormemente complicato dove comunque
Il soggetto che prende decisioni collettive ha continuato e desiderato di aprire un suo ruolo cruciale da svolgere in quelle fasi che potevano essere svolte in condizioni di libero mercato e quindi in condizioni di concorrenza o ancora peggio di così
Quali sono le ragioni per le quali quando si è cominciato a parlare di privatizzazione ogni intervento del soggetto privato sono state le reti sia pure in parte perché le soluzioni naturalmente non sono mai nette ma sono tutte quante soluzioni che devono essere mediate le prime che sono state privatizzate per quale motivo SNAM è stata la prima cosa che è stata privatizzata nel settore del gas tutto questo il modo concreto con cui il disegno pubblico istituzionale del funzionamento di un'economia che vuole
Mettere e far lavorare bene la complementarità tra stato e mercato perché alla fine prodotto risultati così farraginosi e soprattutto così contraddittori con le sue premesse
Non
Io non risponderò ultima domanda si è fatto Michele Grillo
Perché è avvenuto così
Se molto interessante perché soltanto raffinati studiosi di politica le comodità di tipo studiosi singole circostanze storiche possono dare una risposta
A una domanda di questo genere evidentemente l'urgenza di fare cassa e altri tanti motivi che hanno risieduto le effettive privatizzazioni liberalizzazioni sono state oltre alla confusione intellettuale di molti di quelli che disegnano
Io credo che deluderò i miei ascoltatori perché immagino che cosa che molti vorrebbero sapere
E o di cui vorrebbero interrogarsi e oggi un conflitto che esiste all'interno della sinistra tra
Una sinistra liberale
Che si autoproclama orgogliosamente liberale sostiene la possibilità
No che la sinistra sia liberale debba essere grave specialmente nel nostro Paese un Paese di corporazione un Paese in cui tante cose vanno rotte non soltanto lo scopo di ottenere un maggiore sviluppo economico ammalo ottenere anche una maggiore equità sociale tenere maggiore giustizia sociale
Il conflitto tra queste invece altre posizioni che si tengono attaccate con cui sono attaccate ha una visione per la quale insomma liberalismo se non è un insulto
Poco di meno va in Francia è così Ideal
No è un qualcosa che è insultante nell'ambito della sinistra
E diciamo Sinistra liberale considerata diciamo un ossimoro considerato una contraddizione in termini questo della in Francia in particolare soltanto in Italia no perché l'influenza inglese lo sassone è stata molto maggiore ma diciamo in Francia impartito in Francia e in particolare e in alcuni aspetti per alcuni aspetti in Germania anche
Nuovo più solite vecchie tradizione socialdemocratica prevalevano
Siamo questa
Forte afflato liberale di una parte della sinistra non c'è stato anche questo è un argomento su cui piacerebbe parlare ma
No anche perché le polemiche di questi giorni
Diciamo l'uscita di Nicola Rossi tipico canonico siamo economista sinistra liberale che noi abbiamo è una delle persone migliori che vede in questo campo giudicato incompatibile o impossibile la sua permanenza occasione la dei DS va be queste sono cose su cui se volete poi parliamo a livello di
Quattro chiacchere noi perché sono scelte di cui io non con la conosco tutte le implicazioni e non conosco neanche una tante rilevante delle motivazioni
Ma questa è la cosa sexy
Cosa di cui la gente vorrebbe parlare
No io parlavo di cose un po'più fondamentali no a me è piaciuto tantissimo
Il libro di Lapo Berti che il Consiglio veramente
No anche non foss'altro per la straordinaria letteratura che controlla e questa visione storica che noi che lo diffonde un libro di grande bellezza del mito di grande utilità tutti qua
Io ho soltanto una perplessità di fondo lo dico subito
Molto spesso o quasi sempre Lapo Berti usare il termine in questa cosa è uscito fuori la parte attori quando dice abbia trovato molto utile per lui ancora fondamentale la vecchia polemica degli anni Trenta tra Croce e Einaudi
Dirty usa il termine liberalismo come fondamentalmente ideologie delle sette vero quella visione dalla sosta buona secondo la quale il mercato deve essere l'unica o l'assolutamente predominante istituzione di regolazione sociale
E questo seguendo gli economisti fondamentalmente ideologica alle stesse specialmente economisti relativamente recente conquista il Novecento voglio dire Hajech a livello massimo
Non ho diciamo
Milton Friedman a livello meno
Significativo culturalmente ma in ogni caso voglio dire affidandosi moltissimo una lettura del liberalismo che passa attraverso questi contributi relativamente recenti degli accordi
Se questa è se questo è il liberalismo
Mentre per la lista degli economisti del pianismo d'Italia e poi rispedito Friedman segue che dopo la caduta delle illusioni socialiste una forma di regolazione mista
Nella quale lo Stato democratico un ruolo penetrante viene definita come sta liberale
Liberale controllate accettabile post liberalismo
A che fare con quelle forme di controllo del mercato con istituzione ma come una delle istituzioni sociali attraverso meccanismi operativi che sono stati qui impatto largamente illustrati state molto ben delineati nella relazione iniziale di Marcello Messori o sono stati poi declinati in maniera più precisa per alcuni aspetti
Nella relazione nella nell'intervento di Michele Greco
Una delle cose che mi ha colpito in questo libro è che siamo la rassegna dei grandi pensatori liberali aggiustamenti giunto dall'Istria Cops postume con liberale ma Allocca significa monte Schiaffino accanto e veramente troppo tra
Se
La povertà è circolato un po'più a fondo su questo deduco rendersi conto che il capitalismo in filosofia in politica non coincide affatto con quella ideologia delle se fare
Di Milton Friedman ordinari
Questa è la visione una voi versione unilaterale estremizza
Del liberalismo filosofico degli fra il liberalismo della tradizione scorso scozzesi inglese sino al fondamentale Just giorni già specialmente non apparì bibliografia
Se non c'è tra le voci ai Saia per lì non c'è bibliografico come si può fare un libro sul liberalismo
Quando due colossi
Del liberalismo come sono con del liberismo ovvero non del grande liberalismo
Come come giostre al mio libretti
Non solo nei riti inutili tutte le sue non ci sono
Quindi tradizione scozzese inglese sito signor Jones va meglio sino alla tradizione francese da Montesquieu costa non faccia decibel costato file sono non ho controllato tutto ma insomma pensata due grandi a due straordinari liberale
A cui noi intitoliamo le nostre scuole di formazione politica ambito del partito democratico qua di Bologna intitolata a Tozzi
Non ci sono ma sia quella tedesca Kamps
Ora e quando
E invece è stato molto spesso un filosofo che io amo abbastanza è più un polemista che un grande filosofo che è John Gray
Dovrei uno strano personaggio un allievo di un grandissimo filosofo liberale conservatore che mai poco
Opus otto
In Italia se ne sente poco parlare ma fu il titolare della cattedra di filosofia morale che imprese per tanti anni Noor cavallo da guerra e dove subito dopo
No
Però diciamo di John resi ci sono alcune opere però non si tiene conto che quando John Ray e si prende a prestito da John Ritter le poste di denaro
Il primo diciamo che hanno detto attirano nel dibattito filosofico John Gray ma quando John Gray
Parla di posti liberalismo votata che non critica Menga Rokaj ecco Milton Friedman
Non gliene potrebbe frenare
Cioè
Cioè l'idea di mercato come regime di regolazione sociale ottimale
Questa per i filosofi liberale è una concezione derivate banali non viene considerata come rilevante in tutte le discussioni di filosofia morale sempre dette tutte le grandi discussioni di oggi sul liberalismo in filosofia
Poi fai è che a qualche mese menzione
Ma mi conferma su ovviamente
Questo è il punto il punto di forza milione di quello che varia di questo Papa
Quando John Ray parla di post l'idea
Non parla del fatto che sia poi necessario per ottenere un tipo di regolazione sociale ottimale
Diciamo rivestire il mercato no con un insieme no inserire il mercato in un insieme di organizzazioni giuridiche che ne tengono sotto controlli risultato notti ma
Che a cui questo può preferire
L'aria quando quando John vecchie giostre meglio
No critica i fondamenti filosofici delibera quando parla di posti dall'ISMU lui critica il punto primo l'individualismo morale e normativo cioè il riferimento esclusivo le preferenze del soggetto come criterio normativo essenziali
No
Critica l'universalismo sostanzialmente critica quest'idea che risorse fece al soggetto ma tutti i soggetti sono considerati di eguale valore di eguale dignità che è un'altra delle idee portanti
Del liberalismo quali sono profondamente affezionato
Critica quindi l'egualitarismo liberale
No in questo senso e critica irrazionalismo liberale cioè che sia possibile diciamo
Possibile arrivare a esprimere un un insieme di norme questo intrigante sotto tiro di John Rawls no
No un un grande tentativo di razionalismo etico che porti a definire un insieme di norme che caratterizza in una società buona e siano così fondate in principi privi che ogni diciamo uomo-donna
Di qualsiasi società e di qualsiasi cultura sia costretto ad accettare
Cioè più di razionalismo etico
E lo critica il nome cioè critica Rawls criticato working critica no anzi critica s'
Senta
E le critiche il nome non tanto del fatto che lui abbia le idee migliori di come deve essere organizzata la società o di quali siano i fondamenti ottimali per una buona organizzazione della società ma la critica sulla base di una visione di totale incommensurabili Italia dei valori
Sostanzialmente gli uomini possono condividere valori profondamente diversi e quindi questa l'idea finale di John Ray lui aveva una concezione di liberalismo modesto
Un minimo a posizioni minimaliste
Mi sono espressa al meglio in un bellissimo libretto che spero venga tradotto siamo a truffe si son divertiti due volte un libro Smeriglio alle due volti del liberalismo no mi il cui le ambizioni razionali di Eros Nozzi Senn etc di tira derivare attraversai principi primi liberali che prima ho elencato verrà niente a che fare con Milton Friedman e gli atti dei principi liberali come nel mercato delle concezioni di libertà di società buona che siano normativamente cogenti per chiunque
Cioè critiche nazionalismo etico e dice l'unica posizione ragionevole quelle per Lesmo oggi se è pienamente consapevole della totale come sull'abilità dei valori no
E il liberalismo come un insieme di pratiche
Minime di tolleranza per evitare che la gente si scali
Tra soggetti che hanno visione della sosta buona radicalmente diversi e non riducibili attraverso un esercizio di ragioni critiche cioè una concezione fondamentalmente o Psi Anna
Minimalista del liberalismo non cerchiamo di imporre un insieme di valori sui dotto Complesso dalla nostra SINCERT alti dentale a gente che di questa di questi nostri valori economica non vuole sapere niente
Che doc
Sosta investiamo le nostre del Gia in un insieme di pratiche minimali che ci consentano di non scannarsi
Che ama poste liberalismo questo tipo concezione che non poteva essere più diversa la concezione ricorda idealismo
Di cui parla allora io vorrei che veramente noi riflettessimo su questi liberalismo è una noi viviamo in un mondo ideale queste non è un'ideologia come tutte le altre e l'unica
E l'unico orizzonte culturale che è sopravvissuto
Alle tragedie del Novecento noi qui siamo tutti liberali
Fino quindi questo è il punto di forza
Ma è anche talmente fasto Novo
Noi quasi tutti a differenza di John vere crediamo in quei valori fondanti l'eguale dignità eccetera
E possiamo tirarmi diciamo
Diverse direzioni ed è per questo che si può essere liberali
Conservatori liberale di sinistra di ritenere il particolare che in un particolare tipo di società come la nostra
Ci sta assolutamente illiberale
Di partenza una buona dose una buona sventagliata di liberalismo non sia una medicina straordinaria e che la sinistra dovrebbe
Dovrebbe diffondere senta liberale non può costringere mangiare questa pillola
Però dovrebbe reclamizzare fortemente questo tipo di cure
Mi fermo qui col questa è la critica di fondo quindi faccia il resto espleto
Allora abbiamo fatto questo primo Ampère giro è articolato di opinioni valutazione sul libro di Berti che forse adesso tocca a te risponderei valutare pentito interlocutore
Ma le osservazioni che sono state
Poste
Sopportate da da
I diversi intervenuti sono di una tale ampiezza e di una tale rilevanza che non mi sento assolutamente in grado in condizione questo momento di rispondere a tutto a tutti e quindi raccolgo alcuni degli spunti
Che ho colto nelle osservazioni soprattutto nelle critiche perché sono quelle che mi interessano maggiormente a partire dall'ultima di Salvati cioè una una critica di fondo salvati fondamentalmente
Mi rimprovera di
Costui un'immagine di liberalismo che rende poi più comodo lo svolgimento del mio ragionamento
In parte è così effettivamente perché io prendo in considerazione in
Buona parte in una ricostruzione storica molto molto sommaria dichiaratamente sommaria
Di di di alcune correnti del liberalismo prende in considerazione solo il liberalismo economico quindi non mi confronto con le problematiche
Assai rilevanti che ha richiamato salvati
Non era forse nelle mie capacità farlo sicuramente non era possibile farlo nelle dimensioni che
Il mio lavoro a insomma le
La dimensione del del libretto quasi pamphlet in TG Steen pamphlet Tisch dico che io avevo con concepito inizialmente
Devo che nasce tra l'altro da un'esigenza
Che raccolto in qualche modo ancora salvati all'inizio anche se ha detto che poi non gli interessava in questo momento proseguire su quel terreno cioè la divisione all'interno della sinistra fra appunto una sinistra che Jesse autodefinisce liberale
E che molto spesso raccoglie del liberalismo soltanto alcuni a spetti e lo fa in maniera molto frettolosa è invece un'altra sinistra
Per la quale il liberalismo
è il diavolo è qualcosa
Da rifiutare per cui appunto le il concetto stesso di sinistra liberale è un ossimoro la il mio lavoro nasce proprio da un tentativo di di scavare
Dentro questa contrapposizione nasce dalla dall'insoddisfazione quasi dal fastidio di
Che mi è capitato di provare ma come credo molti di noi nel nell'assistere o anche nel partecipare ai dibattiti su Stato e mercato su liberalizzazioni che hanno riempito
Privatizzazione che hanno riempito gli ultimi anni per non dire decenni della politica italiana
Con
Con definizioni con concetti estremamente a mio modo di vedere estremamente poveri semplificati
Fondamentalmente prodotti di un analisi molto
Superficiali delle Terme delle tematiche in campo quindi il mio pamphlet è un tentativo di
Rispondere a questo tipo di esigenze non so in quale misura
Il libro comunichi quest'arco di proposito non è un pamphlet è un bel libro di studio non non non è affatto però se forte afflato bellico da studiare vedo eccellenti
Anche se proiettata verso via che nove però è un utilissimo unico disco
Chiedo scusa no no no no ma cioè volevo come dire richiamare a me stesso forse dire anche a le persone che hanno avuto
La la cortesia di venire a discutere questo contributo che al fondo c'era un'esigenza come dire di di di chiarificazione politica di contributo al dibattito politico
Che ha ispirato questo libro che del resto perché non contraddico affatto
Quello che Salvati ha detto questo momento e nasce come
Prodotto di un lavoro assai più lungo che non so se vedrà mai la luce
Che riguarda tenta di ripercorrere i modi in cui lo stato nel corso del tempo nel corso delle diverse culture politiche ha affrontato il problema della dell'economia dell'ENEL del controllo della delle attività economiche dalla loro integrazione nel sistema politico nel suo complesso
Quindi il quello che sta fondamentalmente alla base di questo lavoro è il tentativo dimostrare che in in questi anni
Noi molti di noi hanno discusso hanno partecipato a discussioni
In cui la visione del mercato che è stata utilizzata era una visione del mercato che era condizionata dal modo in cui
Il mercato
Ideologicamente è stato costruito dentro la versione liberale cioè a partire dall'ASS contrapposizione con lo Stato cioè
Il mercato la visione del mercato lo tutto quello che in circola intorno a la metafora del mercato è fortemente condizionato storicamente da questa sua origina dal fatto che nasce appunto nel momento in cui la borghesia
Tenta di trovare il proprio spazio nei confronti della dell'intervento statale e quindi contrappone all'area di intervento del del sovrano
Quest'area rappresentata dall'iniziativa economica e in cui si dovrebbe esprimere la libertà economica degli individui dei soggetti individuali e e quindi
L'intera storia fino ai nostri giorni delle discussioni sul mercato e in particolare della discussione politica che noi abbiamo di fronte abbiamo alle spalle a me è sembrata condizionata in maniera
Abnorme da questa
Origine liberale cioè inglobata dentro la visione politica del liberalismo
Del mercato come contrapposto allo Stato e e ho cercato nel volume appunto di ricostruire il percorso attraverso cui
Il
La metafora del mercato si costruisce e insomma sottolineando quegli aspetti del del liberalismo che mostrano il mercato come capace di risolvere non solo il problema dell'efficienza economica ma anche quello della giustizia sociale della coesione sociale
A questo mi sembrava se appunto fosse necessario per fare i conti storicamente con questo evoluzione per poter era arrivare apporre la il mercato
In una
Struttura concettuale diversa che consentisse alla sinistra di confrontarci sia appunto su un terreno proprio su un terreno non più fornito soltanto da una da un'altra ideologia per quanto grande e storicamente affermata come quella liberale quindi
Da qui nasce non non è un'invenzione mia naturalmente neanche questa
Nasce l'idea di discutere la complementarietà fra stato e mercato
Discutere dalla complementarietà arrestato mercato è è una grande sfida se è corretto impegnarsi come io credo da parte della sinistra da parte di una riformismo maturo impegnarsi in una visione del mercato delle attività economiche
Che si svolgono tramite degli scambi in una
Economia capitali di tipo capitalistico se questo appunto è è un percorso condivisibile è certamente va detto sin dall'inizio va avvertito subito un percorso estremamente compresso perché nel momento in cui si parla di complementarietà fra Stato e mercato si rinuncia di fatto a una visione assoluta sia del mercato che dello Stato
Quindi non c'è più una un principio un momento che ci garantisce
Idealmente e la soluzione del problema dell'efficienza Vigorelli la soluzione del problema della coesione sociale questi problemi si trovano scissi insistere differenti
Il problema dell'efficienza affidato al mercato il problema della coesione sociale
Per affidato alla Allo stato alla all'ambito delle decisioni collettive
Però appunto non abbiamo più una una soluzione che come dire sia auto consistente abbiamo due mondi intenzione fra di loro e di cui vanno individuate le regole di funzionamento
Per dar vita a istituzioni che garantiscono una interazione
E qui bravata fra le forze che agiscono sul mercato e quelle che agiscono nel mondo della politica nel mondo dello Stato per
Io sottolineo nel volume alcuni problemi che sono stati ripresi in parte dalle dalle osservazioni che sono state portate
Nel campo
Mi pare che intorno a questo tavolo condividiamo tutti una visione del mercato non come meccanismo che si autoregolazione pure un modo di guardare al mercato che è ancora molto diffuso che vi era ancora difeso con un'energia
Da molti autori mi pare non sia il caso a questo tavolo siamo convinti anche il mercato è un'istituzione
Il fatto che il mercato fatto di accogliere questa visione di vedere il mercato con un'istituzione
Pone più problemi di quanti ne risolva perché pone l'esigenza di individuare di volta in volta no una volta per tutte quali sono le istituzioni adeguate a far
Mo'a far sì che il mercato svolga la funzione che socialmente viene affidata cioè quello di garantire che l'assegnazione delle risorse
Venga effettuata nella maniera e l'utilizzo delle risorse vengono effettuati nella maniera più efficiente possibile
C'è all'interno appunto il fatto che il il mercato non sia una un ambito un meccanismo auto regolanti si è segnalato da un fenomeno
Molto importante molto rilevante che è quello della del potere economico
Se il mercato funzionasse come
Suggeriscono alcune
Idealizzazione estreme alcune concettualizzazione astratta del mercato il problema del potere economico non esisterebbe invece esiste particolarmente importante
E a mio avviso è un problema in parte ancora irrisolto Grillo ricordava
La funzione che hanno le normative Antitrust alla funzione che ha l'intervento antitrust nell'economia l'intervento antitrust a tra le altre funzioni che ricordava Grillo anche questa a la funzione di porre un argine alla crescita del potere economico
Oltre i limiti te lo rendono compatibile con gli elettori più economico stesso più in generale con con quello politico e quello economico però il problema non è interamente risolto e lo vediamo tutti i giorni lo vediamo dentro processi di globalizzazione
La formazione di poteri esorbitanti in campo economico si parla di poteri in mani private ovviamente
Poteri esorbitanti in in campo economico che sono anche in grado di influenzare
L'ambito delle decisioni politiche quindi qui abbiamo nel momento in cui individuiamo registriamo una crescita il potere economico abbiamo un'invasione dell'economico
Nel settore delle decisioni pubbliche e lo distorce lo condiziona e né far venir meno la capacità di essere riecco vibrante nei confronti del sistema economico spesso quindi questo vuol dire e cito solo il problema
Del del potere economico
Per segnalare la difficoltà e l'impegno che richiede il disegno di un mondo istituzionale in cui si danno e possono funzionare la con complementarietà fra Stato e mercato
Complementarietà che ne appunto non possiamo pensare per i motivi che dicevo all'inizio cioè per il fatto del venir meno di principi di carattere assoluto ma invece di
Il fatto di vedersi instaurare meccanismi di relazione di interazione dinamica tra il mondo
Dell'economia al mondo del mercato il mondo delle decisioni pubbliche da appunto la complessità del disegno istituzionale che è richiesto per il funzionamento di un meccanismo di questo genere se questa riteniamo appunto che sia la strada da percorrere
Per fare salve le ragioni del mercato dall'altro da un lato e quelle e le ragioni della della coesione sociale dall'altro
Ricordava Grillo mi è piaciuto molto il la
Quel suo accenno alla
A quello che sosteneva Franco Romani
Anche questo cioè il
Il fatto che se ci potessimo film fidare
Pienamente del delle istituzioni pubblica delle istituzioni statuali probabilmente appunto nessuno sarebbe il liberale e questo è un altro dei problemi
Molto grossi rilevanti che a mio avviso si pongono proprio all'interno del dibattito dalla sinistra all'interno della sinistra cioè
Un'abitudine che non è solo dei politici una un'abitudine a considerare il l'intervento pubblico
L'intervento dello Stato l'intervento della decisione collettiva come di per sé risolutivo quando il mercato non funzionerà dando per scontato che quell'intervento funzionale cioè a cura cercando che il lo Stato si ponga in una posizione di sussidiarietà si dà per scontato che quando è chiamato a intervenire interviene riso
Non è per niente detto che sia così
Non è per niente ha detto perché ciò dipende dal modo in cui funzionano le decisioni pubbliche dal modo in cui vengono prese di anche qui c'è un c'è un problema di disegno istituzionale ce un problema di
Di principii e
Di pesi e contrappesi che devono far sì che il sistema politico
Prenda le decisioni approssimando il più possibile quell'idea di bene collettivo che
Mi pare anche Marcello a un certo punto richiamava e sulla quale formularla qualche qualche dubbio dubbio che io condivido pienamente sentendo bene
L'osservazione di Messori
Pensare che il sistema i sistemi politici diciamo più in generale o il sistema politico che abbiamo davanti noi nel nostro Paese sia un sistema politico e nel nel suo funzionamento sia in grado di assumere decisioni collettive
Che approssimano la
Il conseguimento di un bene comune è certamente no una un'idea te fa sorridere tutti perché siamo tutti perfettamente consapevoli
Detti meccanismi di
Lo Stiffi stazione che esistono anche nel mondo nel mondo politico
Quindi anche qua appunto abbiamo bisogno di un disegno istituzionale il in cui
Non sia consentito il la formazione di intrecci tra potere economico e potere politico perché altrimenti la complementarietà tra ma stato al mercato assume una come dire una
Distorsione
Sulla base della quale non si riesce più a perseguire né l'obiettivo dell'efficienza assegnato al mercato né quello ed è quello che la coesione sociale assegnato alla all'ambito pubblico
Io sul ascoltando le osservazioni di Marcello Messori sulla punto sulla
Insomma questa critica
Questo rilievo con lui faceva sulla la problema del della definizione conseguente al benessere collettivo
Mi viene in mente è un punto io su questo ho riflettuto a lungo durante la stesura di questo libro e poi
Deciso
Di cavarmela senza affrontarlo il tema della definizione di benessere collettivo e quindi ogni volta che il tema veniva dentro il discorso dalla sono cavata dicendo
Parlando di
Obiettivi di benessere collettivo più o meno vagamente definiti secondo cessi e regole più o meno specificati
è una un problema di una difficoltà enorme
Io non credo che sia possibile
La mia riflessione attualmente mi porta a ritenere questo perché
Non è
Scibile definire utilizzare un concetto di benessere comune di benessere collettivo che dovrebbe essere una cosa se esistesse in natura facilmente è univocamente individuabile riconoscibile da parte di tutti cosa che ovviamente non è questo
Ci rimanda quindi alla complessità anche dalla formazione delle decisioni del mondo
Politico delle decisioni collettive che non possono essere altro che approssimazioni verso una un'idea di benessere collettivo
Che rispetta le preferenze che si esprimono
Le preferenze individuali che si esprimono attraverso il voto politico
Chiudo queste mie mie osservazioni molto
Sparse che non non hanno assolutamente la pretesa di rispondere alla complessità delle delle osservazioni che sono state fatte alla ricchezza vedere stimoli che sono stati portati
Appunto richiamando questo fatto ciò che
Il
Il mio libro il mio lavoro in fondo si ferma alle soglie del problema vero che è proprio questo di definire le modalità attraverso cui la complementarietà
Tra stato e mercato può essere resa concreta e realizzata e tradotta istituzioni
Bene grazie anche alla pop art per questa sua conclusione forse possiamo utilizzare ancora qualche minuto e l'ospitalità dalla casa dalla cultura perché tono sommesso le volevo aggiungere qualche riflessione finale su questo dibattito
Naturalmente un dibattito molto sia volato molto alto forse se avessero avuto l'occasione di rendono più concreto sulle cose nostro attuale
Ciardo fatto anche anche bene nel Surrey si io in realtà hanno no delle vere e proprie conclusioni forse appunto seguendo l'indicazione che citava il nostro coordinatore la scommessa sarebbe quella di riuscire a concretizzare le considerazioni che sono state svolte anch'io ho trovato il dibattito degli altri intervenute questa tavola rotonda molto ricco e molto stimolante allora
Per cercare di però di concretizzare forse vale la pena riprendere la difficile domanda che poneva Michele Grillo ma perché sicuramente liberalizzazione regolamentazione sono un po'punto di snodo fondamentale rispetta la complementarità fra Stato e mercato
Perché come dire riescono quasi concretamente a incarnare la possibilità di un concetto Complesso di concorrenza
E di regolamentazione
Nella unire due cose che unite non sono cioè efficienza ed efficace e quindi in un certo senso un'approssimazione della coesione sociale allora la domanda non è banale come mai
Nel primo tentativo che è stato fatto in questo Paese
Le liberalizzazioni sono state molto spesso io non vorrei essere troppo drastico un fallimento e questo ci può portare a dire che allora dobbiamo rinunciare a questa strada ecco la mia risposta è sì ci son state difficoltà molto grosse queste difficoltà non legittimano il fatto denuncia era questa strada ma dobbiamo chiederci come mai le abbiamo fatte così male
Io credo che non possiamo salvarci la coscienza dicendo le abbiamo fatte male perché eravamo sottoposti a un vincolo macroeconomico
E quindi a un'esigenza di risanamento del debito pubblico per queste vero severo fino al mille novecento novantasette cioè Milano certo novantasette novantotto cioè fino all'ingresso dell'Italia nell'Unione monetaria europea
La vera domanda è come mai dalla fine del mille novecentonovantotto dalla seconda metà del mille novecentonovantotto nel non siamo riusciti a fare operazioni invece in cui ci fosse la consapevolezza che su questo si giocava la complementarità tra stato e mercato e quindi si rinnovava il sistema allora io non ho ovviamente ha ragione Michele Salvati per come dire bisognerebbe fare una lunga discussione su questo però vorrei buttare a conclusione per quanto mi riguarda di questa riflessione alcuni anni beh innanzitutto perché
C'era l'idea che vi fosse un problema e cioè non vi fosse un mercato in uno dei punti di snodo cruciali de ogni sistema economico quello che noi economisti in gergo chiamiamo un mercato degli assetti proprietari
E la politica ha pensato che il modo di risolvere questo problema non fosse quello di introdurre più un mercato lì
In più un mercato regolamentato ma fosse sufficiente sostituirsi apprestate carenza di mercato attraverso un disegno calato dall'alto
Questo fatto quasi necessariamente sfociato in una conseguenza devastante e cioè che di fronte al fatto che anche in un mercato unico europeo non fosse la cooperazione fra sistemi nazionali Mark la concorrenza prevalere
In questo disegno calato dall'alto fosse legittimo richiamarsi al concetto a mio avviso estremamente distorsive inaccettabile di campione nazionale mettendo insieme questi tre fatti
Una carenza di mercato negli assetti proprietari che poi sfocia nel fatto che la vera rigidità di questo Paese e la rigidità del Capitan
Il fatto che la politica abbia pensato di fare opera di supplenza rispetto a queste che fosse tirata
E che nel fare questo verso una tentazione
Quasi irresistibile di costruire cantieri nazionali bene io credo che si sentiti sintetizzi molto del disastro l'esito è stato veramente pesante cioè quello di sostituire a monopoli pubblici
Mou quasi monopoli privati e quindi di come dire allargare l'area delle rendite renderebbe ancora più rigido il capitale
Io credo che questo sia uno dei temi fondamentali e dei lasciti con scritti che possiamo trarre dall'hip hop da poco
Bene grazie se lo uno spunto qualche vostro ospite d'onore in qualche un riflessione bene lo ringraziamo i nostri ospiti riconsegnò la povertà e che ha avuto dato l'occasione di presentare il libro alla casa dalla cultura Milano alla prossima