24 GEN 2002

Radicali: Conferenza stampa ad Assisi, "No Vatican no Taleban"

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No Vatican, No Taleban.

I radicali denunciano le politiche morte portate avanti in nome della vita dal Vaticano, e ricordano che, in teoria, l'Italia è uno stato laicoAssisi (PG), 24 gennaio 2002 - "I Radicali continueranno a difendere il diritto della Chiesa cattolica a fare le sue predicazioni, ma hanno il diritto-dovere di dire che in concreto le politiche del Vaticano in nome della vita sono spesso politiche di morte".

Questa la denuncia del segretario di Radicali Italiani nel giorno dell'incontro interreligioso di Assisi.

È proprio durante il giorno di preghiera per la pace che i radicali
hanno deciso, unica voce fuori dal coro, di ribadire che l'Italia è uno stato laico e che le politiche in nome della vita che le gerarchie vaticane impongono di fatto al mondo politico italiano in una manifestazione di "bipartisanship di superstizione", sono in molti casi politiche di morte.

A tal proposito sono state ricordate le posizioni vaticane sull'Aids, sull'esplosione demografica, sulla ricerca scientifica, sull'aborto.Turco: Il peccato non è reato, soprattutto in vista della Costituzione Europea "Noi non pensiamo che i valori morali che la chiesa vuole imporre a chi è seguace di questa religione siano sbagliati".

Il problema, ha evidenziato l'europarlamentare Maurizio Turco, si pone "quando il precetto morale per l'individuo diviene precetto morale per lo stato".

Sottolineare che in uno stato laico dovrebbe essere chiaro che "non si può confondere il peccato con il reato", è tanto più importante ora che "ci si appresta a firmare la Costituzione Europea".

Il Vaticano, "con la propria banca centrale - ha ricordato l'euoparlamentare radicale - è ai primi posti per il riciclaggio di denaro sporco, è l'unico stato che pur non essendo parte dell'Ue può battere la moneta europea e che quindi gode di una serie di privilegi di extraterritorialità che devono essere abbattuti"Beltrandi: Siamo qui contro ogni fondamentalismo"Siamo qui - ha affermato Marco Beltrandi della direzione di Radicali Italiani - per ribadire che occorre l'intervento per diffondere democrazia libertà e diritto contro un pacifismo, di matrice cattolica o meno, che nel corso di questo secolo è stato impotente, quindi tragico e complice di tutti i massacri di diritto"A tal proposito Beltrandi ha ricordato le iniziative di "interventismo non violento" portate avanti dai radicali in Laos, per le donne nel governo provvisorio dell'Afghanistan, e in Italia con le 25 pdl di iniziativa popolareCapezzone: L'unica voce fuori dal coro contro una politica di morteTurco ha inoltre sottolineato che quella dei radicali è "l'unica iniziativa qui ad Assisi che cerca di far sentire un'altra voce, quella di coloro che credono che il potere della religione non debba essere il potere dello stato, non debba incidere sulle decisione di una società democraticamente organizzata"Daniele Capezzone, riagganciandosi a quanto dichiarato dall'europarlamentare radicale ha ribadito che "i Radicali continueranno a difendere il diritto della Chiesa cattolica a fare le sue predicazioni", ma hanno anche il "diritto-dovere di dire che in concreto le politiche del Vaticano in nome della vita sono spesso politiche di morte".A tal proposito Capezzone ha chiarito che chi è contrario alla diffusione del preservativo, della RU486, della pillola del giorno dopo attua una politica di morte, così come chi è contrario alla libertà di ricerca scientifica o all'eutanasia.

"Ci sono però questioni che non riguardano solo l'Italia", come l'esplosione delle "bombe" demografica e dell'Aids.

"A fronte di questo - ha rilevato il segretario di Radicali Italiani - noi abbiamo avuto nella sessione generale che l'Onu ha dedicato a questi temi gli interventi intercambiabili del rappresentante vaticano e del rappresentante islamico che dicevano che le bombe demografica e dell'Aids si combattono con la castità e con la fedeltà coniugale, ma no alla diffusione del profilattico".

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