Roma, 21 giugno 2001 h18.15 - L'ex ministro della Sanità Umberto Veronesi e il cardinale Luigi Tettamanzi si sono confrontati sui temi legati alla bioetica in occasione dell'incontro organizzato da Rcs - Corriere della Sera dal titolo: "La libertà delle idee: scienza, vita e diritti", moderato da Gad Lerner.Al centro del dibattito, naturlamente molti temi concernenti i nuivi diritti civili, alimentati anche dalla polemica sulla proposta di Rocco Buttiglione per la modifica della 194 e la ricerca sulle cellule staminali embrionali che permetterebbe, secondo quanto stabilito dalla commissione … istituita dall'ex ministro della Sanità, la scoperta delle cure per oltre 10 milioni di italiani affetti da malattie degenerative.
Uno dei temi sui quali si è incentrato il confronto è stato quello della definizione del concetto di vita.
In particolare l'arcivescovo di Genova ha sostenuto che la scienza si deve interrogare sulla possibilità che "esista qualcosa" anche prima in quello che viene definito pre-embrione, ovvero se possa essere considerato individuo anche l'embrione prima del quattordicesimo giorno dalla fecondazione dell'ovulo.Per Umberto Veronesi invece "non c'è vita senza pensiero" e da qui deriva la distinzione tra embrione e pre-embrione, in quanto prima del 14° giorno non è possibile rintracciare alcuna forma nervosa, che possa ricondurre al pensiero e quindi al concetto di coscienza e di essere umano in quanto essere pensante.
Questa distinzione è fondamentale per quanto concerne la possibilità anche legale di effettuare la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, su quegli embrioni soprannumerari della fecondazione in vitro che vengono poi fatti morire o buttati.
"Quando gli embrioni sono crioconservati - ha affermato l'ex ministro della Sanità - non abbiamo scelta: o li lasciamo morire, o li distruggiamo o li usiamo per ricerca.
Nel futuro siamo d'accordo che non debbano più esistere, ma ora utilizzarli per la ricerca mi sembra la fine meno ignobile".
Per il futuro, infatti, si cercherà di avere degli "ovociti nei frigoriferi", che in quanto "non fecondati - ha proseguito Veronesi - non hanno potenzialità di vita" L'idea per cui il concetto di vita dell'essere umano dipenda dalla possibilità di pensiero è anche alla base della definizione di accanimento terapeutico, "relativa" secondo l'ex ministro della Sanità.
Veronesi ha evidenziato anche l'anomalia per cui la "condizione submortale dello stato vegetativo permanente irreversibile, secondo i più è non-vita" mentre "per la legge è vita", è quindi impossibile per la legge italiana attuare la cosiddetta "eutanasia passiva", ovvero la sospensione del nutrimento e dell'idratazione forzata in caso di coma irreversibile.
Il cardinale Tettemanzi ha affermato l'importanza che "sul punto della irreversibilità il dato scientifico" debba essere "verificato meglio", ritiene infatti che non "si possa parlare di accanimento terapeutico".
Il teologo e lo scienziato hanno poi affrontato i temi relativi all'aborto.
Veronesi ha ribadito, "a scanso di equivoci", che la cosiddetta "pillola del giorno dopo", non può "assolutamente" essere considerata un abortivo, al contrario della RU486, che "rientra completamente all'interno di tutte le regole della 194".
Anche la legge sull'aborto è stata in questi giorni oggetto di polemiche dopo la proposta di modificarla avanzata da Rocco Buttiglione, e l'arcivescovo di Genova, dopo aver ricordato la posizione della Chiesa per cui si deve definire se l'aborto sia interruzione di gravidanza o "eliminazione di un essere umano", ha affermato che è necessaria "un'analisi critica su alcuni articoli che creano problemi".
Uno dei temi sui quali si è incentrato il confronto è stato quello della definizione del concetto di vita.
In particolare l'arcivescovo di Genova ha sostenuto che la scienza si deve interrogare sulla possibilità che "esista qualcosa" anche prima in quello che viene definito pre-embrione, ovvero se possa essere considerato individuo anche l'embrione prima del quattordicesimo giorno dalla fecondazione dell'ovulo.Per Umberto Veronesi invece "non c'è vita senza pensiero" e da qui deriva la distinzione tra embrione e pre-embrione, in quanto prima del 14° giorno non è possibile rintracciare alcuna forma nervosa, che possa ricondurre al pensiero e quindi al concetto di coscienza e di essere umano in quanto essere pensante.
Questa distinzione è fondamentale per quanto concerne la possibilità anche legale di effettuare la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, su quegli embrioni soprannumerari della fecondazione in vitro che vengono poi fatti morire o buttati.
"Quando gli embrioni sono crioconservati - ha affermato l'ex ministro della Sanità - non abbiamo scelta: o li lasciamo morire, o li distruggiamo o li usiamo per ricerca.
Nel futuro siamo d'accordo che non debbano più esistere, ma ora utilizzarli per la ricerca mi sembra la fine meno ignobile".
Per il futuro, infatti, si cercherà di avere degli "ovociti nei frigoriferi", che in quanto "non fecondati - ha proseguito Veronesi - non hanno potenzialità di vita" L'idea per cui il concetto di vita dell'essere umano dipenda dalla possibilità di pensiero è anche alla base della definizione di accanimento terapeutico, "relativa" secondo l'ex ministro della Sanità.
Veronesi ha evidenziato anche l'anomalia per cui la "condizione submortale dello stato vegetativo permanente irreversibile, secondo i più è non-vita" mentre "per la legge è vita", è quindi impossibile per la legge italiana attuare la cosiddetta "eutanasia passiva", ovvero la sospensione del nutrimento e dell'idratazione forzata in caso di coma irreversibile.
Il cardinale Tettemanzi ha affermato l'importanza che "sul punto della irreversibilità il dato scientifico" debba essere "verificato meglio", ritiene infatti che non "si possa parlare di accanimento terapeutico".
Il teologo e lo scienziato hanno poi affrontato i temi relativi all'aborto.
Veronesi ha ribadito, "a scanso di equivoci", che la cosiddetta "pillola del giorno dopo", non può "assolutamente" essere considerata un abortivo, al contrario della RU486, che "rientra completamente all'interno di tutte le regole della 194".
Anche la legge sull'aborto è stata in questi giorni oggetto di polemiche dopo la proposta di modificarla avanzata da Rocco Buttiglione, e l'arcivescovo di Genova, dopo aver ricordato la posizione della Chiesa per cui si deve definire se l'aborto sia interruzione di gravidanza o "eliminazione di un essere umano", ha affermato che è necessaria "un'analisi critica su alcuni articoli che creano problemi".
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