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La guerra ha sempre diviso le sinistre.
Bertinotti ne è convinto, ma spiega che, rispetto all'opposizione alla guerra, e rispetto al rapporto con il movimento no global, si può ancora «costruire una sinistra alternativa in cui Rifondazione Comunista sia una parte, ma dentro un più largo schieramento che rappresenta il movimento»Roma, 8 novembre 2001 - Se il centrosinistra ha un futuro, è a sinistra.
In una conferenza stampa convocata per spiegare i motivi di opposizione alla finanziaria che il Parlamento sta varando, il segretario del Partito della Rifondazione Comunista compie diagnosi e … prognosi della crisi che sta dividendo la coalizione e i singoli partiti.«Senza invocare comportamenti che solo altri possono avere, noi traiamo la considerazione di agire con ancora più forza per la nascita di una sinistra di alternativa, di cui Rifondazione comunista sia parte, ma non il tutto».
Bertinotti parla con prudenza dell'ipotesi di una scissione della sinistra Ds, dopo l'ulteriore strappo sul voto sulla missione militare italiana in Afghanistan.
E sottolinea: «Non c'è argomento più esposto e delicato della scissione in politica, così delicato da togliere parola a tutti coloro che non ne sono direttamente protagonisti.
Ma posso dire che la collocazione neocentrista che l'Ulivo si è dato a maggioranza apre una crisi reale nel centrosinistra e nei Ds».
Bertinotti parla di «una espulsione dalla politica del centrosinistra delle sue anime di sinistra» che è «molto pesante».«Quel che oggi è una crisi, domani potrebbe diventare deflagrante...
Mi sento di dire che in ogni caso comincia a configurarsi più nitidamente una interpretazione della dinamica delle due sinistre: una sinistra in tendenza con Blair e Schroeder, che si configura come nuovo centro, e una sinistra, che, sulla base del movimento no-global, tende a darsi una latitudine più ampia e muove su terreni diversi».
La guerra ha sempre diviso le sinistreCritiche anche per il correntone che di fronte alla guerra si è mostrato «incerto».
Secondo Bertinotti, le parole pronunciate da Massimo D'Alema il 9 ottobre nel corso del dibattito alla Camera sull'evolversi della situazione internazionale ed il discorso pronunciato ieri da Piero Fassino, dimostrano che «la scelta dei Ds dentro l'Ulivo è la conclusione di una operazione politica lungamente maturata», di cui il sì alla missione militare in Afghanistan rappresenta solo l'ultimo atto.
Un gesto che, in ogni caso, rappresenta «uno strappo radicale nei confronti della storia delle sinistre italiane e del movimento operaio».
Io penso - osserva Bertinotti - che la sconfitta del correntone risieda in primo luogo nel non essersi contrapposti a questa traiettoria e non aver fatto della contrapposizione a questa traiettoria l'elemento distintivo fondamentale nel congresso.
Il 'correntone', sia sul terreno dei movimenti, ad esempio Genova, sia su quello della guerra, e' stato incerto ed infatti si disarticola».Una sinistra alternativa in cui Rc sia una parte, non il tutto«In tutto il secolo scorso, la guerra ha sempre diviso le sinistre: una parte che con la guerra sceglie di alienare la sua storia e una parte che contro la guerra ricostruisce il futuro.
Io non posso chiedere ad altri dei comportamenti.
Dico che da un lato rispetto all'opposizione alla guerra, dall'altro rispetto al rapporto con il movimento no global, si può costruire una sinistra alternativa in cui Rifondazione Comunista sia una parte, ma dentro un più largo schieramento che rappresenta il movimento».
Bertinotti ne è convinto, ma spiega che, rispetto all'opposizione alla guerra, e rispetto al rapporto con il movimento no global, si può ancora «costruire una sinistra alternativa in cui Rifondazione Comunista sia una parte, ma dentro un più largo schieramento che rappresenta il movimento»Roma, 8 novembre 2001 - Se il centrosinistra ha un futuro, è a sinistra.
In una conferenza stampa convocata per spiegare i motivi di opposizione alla finanziaria che il Parlamento sta varando, il segretario del Partito della Rifondazione Comunista compie diagnosi e … prognosi della crisi che sta dividendo la coalizione e i singoli partiti.«Senza invocare comportamenti che solo altri possono avere, noi traiamo la considerazione di agire con ancora più forza per la nascita di una sinistra di alternativa, di cui Rifondazione comunista sia parte, ma non il tutto».
Bertinotti parla con prudenza dell'ipotesi di una scissione della sinistra Ds, dopo l'ulteriore strappo sul voto sulla missione militare italiana in Afghanistan.
E sottolinea: «Non c'è argomento più esposto e delicato della scissione in politica, così delicato da togliere parola a tutti coloro che non ne sono direttamente protagonisti.
Ma posso dire che la collocazione neocentrista che l'Ulivo si è dato a maggioranza apre una crisi reale nel centrosinistra e nei Ds».
Bertinotti parla di «una espulsione dalla politica del centrosinistra delle sue anime di sinistra» che è «molto pesante».«Quel che oggi è una crisi, domani potrebbe diventare deflagrante...
Mi sento di dire che in ogni caso comincia a configurarsi più nitidamente una interpretazione della dinamica delle due sinistre: una sinistra in tendenza con Blair e Schroeder, che si configura come nuovo centro, e una sinistra, che, sulla base del movimento no-global, tende a darsi una latitudine più ampia e muove su terreni diversi».
La guerra ha sempre diviso le sinistreCritiche anche per il correntone che di fronte alla guerra si è mostrato «incerto».
Secondo Bertinotti, le parole pronunciate da Massimo D'Alema il 9 ottobre nel corso del dibattito alla Camera sull'evolversi della situazione internazionale ed il discorso pronunciato ieri da Piero Fassino, dimostrano che «la scelta dei Ds dentro l'Ulivo è la conclusione di una operazione politica lungamente maturata», di cui il sì alla missione militare in Afghanistan rappresenta solo l'ultimo atto.
Un gesto che, in ogni caso, rappresenta «uno strappo radicale nei confronti della storia delle sinistre italiane e del movimento operaio».
Io penso - osserva Bertinotti - che la sconfitta del correntone risieda in primo luogo nel non essersi contrapposti a questa traiettoria e non aver fatto della contrapposizione a questa traiettoria l'elemento distintivo fondamentale nel congresso.
Il 'correntone', sia sul terreno dei movimenti, ad esempio Genova, sia su quello della guerra, e' stato incerto ed infatti si disarticola».Una sinistra alternativa in cui Rc sia una parte, non il tutto«In tutto il secolo scorso, la guerra ha sempre diviso le sinistre: una parte che con la guerra sceglie di alienare la sua storia e una parte che contro la guerra ricostruisce il futuro.
Io non posso chiedere ad altri dei comportamenti.
Dico che da un lato rispetto all'opposizione alla guerra, dall'altro rispetto al rapporto con il movimento no global, si può costruire una sinistra alternativa in cui Rifondazione Comunista sia una parte, ma dentro un più largo schieramento che rappresenta il movimento».
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