Roma, 3 luglio 2001, h10:10 - Speranze per il futuro, qualche preoccupazione, ma soprattutto la consapevolezza della necessità di interventi volti a rendere più efficiente il sistema creditizio italiano e più in generale la struttura economico-finanziaria del paese.
Questo quanto emerge dagli autorevoli interventi che hanno caratterizzato l'assemblea annuale delle banche italiane durante la quale dopo la relazione del presidente Abi, Maurizio Sella hanno preso la parola anche il governatore della banca d'Italia Fazio ed il ministro dell'economia Tremonti.Le speranze di Sella Maurizio Sella, … nella sua relazione all'assemblea annuale delle banche italiane, dichiara che l'Italia ha "le capacità, le energie, la determinazione per realizzare decisivi progressi su tre fondamentali terreni": lo sviluppo del Mezzogiorno, la stabilità dei prezzi, l'incremento dell'occupazione.
La ricetta proposta da Sella ribadisce alcune richieste più volte portate all'attenzione della politica.
Provvedimenti immediati per il risanamento dei conti pubblici (il cui "aggiustamento nel 2000 è rallentato"), emersione del sommerso e politiche di flessibilizzazione per il mercato del lavoro, innanzitutto.
A queste misure, il Presidente dell'Abi aggiunge la questione dell'ordine pubblico al Meridione, che se risolta può dare nuovo slancio all'economia del Sud, portandola a divenire "motore dello sviluppo".
Cosa serve per la competitivitàSella sollecita l'attenzione del governo sui fondi pensione, che, spiega, "rappresentano l’ultimo importante tassello mancante per una compiuta costruzione del nostro mercato finanziario".
"In molti Paesi d’Europa - dichiara - essi gestiscono da tempo ed efficacemente la previdenza complementare e soddisfano l’esigenza di disporre di investitori di lungo periodo.
Il mercato finanziario non potrà raggiungere completo sviluppo fino a quando non si saranno create le condizioni di convenienza economica che inducano i lavoratori ad impiegare le proprie risorse in un investimento di lungo periodo.
Fondamentale in questo senso è la parità concorrenziale tra i fondi pensione negoziali e quelli aperti".
Del resto, secondo il presidente dell'Abi, buone sono le premesse del nuovo governo, che in breve tempo ha esteso anche alle banche la Tremonti bis, ha recepito la normativa europea sui contratti a termine ed ha presentato un progetto di riforma del diritto societario.
Le richieste dell'Abi tuttavia riaffermano la necessità dell'allentamento degli oneri fiscali, "sia nei confronti delle imprese italiane, come per le aliquote Irap, sia nei confronti delle banche europee".
"L'incidenza del prelievo sull'utile lordo della gestione - spiega Sella - produce rilevanti effetti sull'autofinanziamento, deprime la valutazione dell'azienda, genera inaccettabili inferiorità negli scambi azionari cross border ".
Forti critiche sono indirizzate anche alla Cassa Depositi e Prestiti con cui lo Stato "fa indebita concorrenza" alle imprese bancarie.Le critiche all'ordinamento comunitario La relazione del Presidente dell'Abi, non risparmia qualche accento critico all'ordinamento comunitario.
Sella, per esempio, contesta l'applicazione generalizzata alle poste finanziarie del bilancio, del criterio contabile del fair value, che "rischierebbe di portare le banche, per la natura stessa della loro attività, ad oscillazioni trasmodanti del risultato economico da un esercizio all'altro".
D'altro canto, le banche difendono con fermezza la validità della Legge Ciampi.
"Nel momento in cui l'evoluzione del settore ne conferma l'efficacia - dichiara il Presidente Abi - la Commissione Europea la pone sotto scrutinio, prefigurando una possibile penalizzazione delle banche per avere applicato una legge dello Stato".Le indicazioni di Fazio"Le banche debbono migliorare le procedure di concessione dei finanziamenti; evitare che iniziative meritevoli escano dal circuito legale del credito.
E' necessario che si accresca la consapevolezza da parte di famiglie e imprese delle conseguenze connesse con l'uso inappropriato del denaro e dei fondi presi a prestito".
Antonio Fazio spiega come, oltre i rilievi svolti dal Presidente dell'Abi, un importante fattore di crescita economica del Paese possa essere rappresentato da un'attività bancaria svolta con "competenza, correttezza e lungimiranza".
"Un uso appropriato degli strumenti contrattuali, una maggiore trasparenza, migliori rapporti con la clientela e un'adeguata tutela dei diritti dei creditori sono - secondo il governatore di Bankitalia - condizioni necessarie per accrescere l'efficienza nell'allocazione del credito".
Soprattutto, aggiunge Fazio va compreso che stabilità finanziaria, equilibrio dei conti pubblici, crescita economica sono obiettivi da perseguire attraverso interventi che vedano la "collaborazione delle imprese, delle parti sociali e del sistema finanziario".Il preoccupato realismo di TremontiDal 1995 al 1999, la quota delle nostre esportazioni sul commercio mondiale, è passata dal 4,6% al 4,1%.
Gli investimenti tra il 1996 e il 2000 sono aumentati ad un tasso medio del 4,2%, inferiore a quello dell'Europa.
La disoccupazione nel 2000 si attesta al 10,6% e nel corso di quest'anno non dovrebbe discostarsi significativamente da un valore a due cifre.
Sono questi i dati con cui, il Ministro dell'Economia e Finanza, Giulio Tremonti, spiega perché l'economia italiana è ancora debole e perché, anche le previsioni di crescita dell'Ocse, in vista del prossimo Dpef potrebbero essere messe in discussione.
Secondo le ultime previsioni - afferma Tremonti - l'economia italiana dovrebbe crescere quest'anno del 2,3%.
Questo dato potrebbe essere rivisto "alla luce delle nuove informazioni sul Pil nel primo trimestre di quest'anno".
Preoccupano soprattutto, sottolinea ancora il ministro, "gli scostamenti di bilancio aggravatisi nei primi mesi del 2001".
Tra questi in particolare l'indebitamento delle p.A., oggetto di impegno europeo, ed attualmente ammontante a più di 12.000 miliardi.
Necessaria la riforma di tutti i mercati La "diagnosi" che ne risulta è "una riforma che deve interessare tutti i mercati, da quello dei prodotti, a quello del lavoro e dei capitali".
Occorre - dice Tremonti - favorire maggiore concorrenzialità, completare le privatizzazioni evitando che oligopoli privati si sostituiscano a quello pubblico, rafforzare le capacità del sistema economico per cogliere le opportunità offerte dal progresso tecnologico, ma anche aggiornare il sistema educativo.
"I processi di riforma - sottolinea ancora il Ministro - non conseguiranno gli obiettivi prefissi se non si accompagnano ad una riforma della pubblica Amministrazione".
L'impegno del governo in sede Ue Sul fronte europeo, Tremonti, anche alla luce del Rapporto Lampfalussy, evidenzia la necessità di trovare "nuove modalità di raggiungimento del consenso tra Stati e tra le istituzioni comunitarie" e più in generale la necessità di rivedere "l'intero processo legislativo europeo".
A questo proposito, il Ministro dichiara che "il Governo s'impegnerà in sede comunitaria perché divengano realtà le specifiche proposte del Comitato".
L'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, spiega ancora Tremonti, intende dare "un forte impulso al processo di liberalizzazione e di modernizzazione del sistema finanziario europeo", ed agirà in difesa del risparmio "senza pregiudiziali e soprattutto senza la presunzione che vi siano sistemi nazionali migliori di altri".
Questo quanto emerge dagli autorevoli interventi che hanno caratterizzato l'assemblea annuale delle banche italiane durante la quale dopo la relazione del presidente Abi, Maurizio Sella hanno preso la parola anche il governatore della banca d'Italia Fazio ed il ministro dell'economia Tremonti.Le speranze di Sella Maurizio Sella, … nella sua relazione all'assemblea annuale delle banche italiane, dichiara che l'Italia ha "le capacità, le energie, la determinazione per realizzare decisivi progressi su tre fondamentali terreni": lo sviluppo del Mezzogiorno, la stabilità dei prezzi, l'incremento dell'occupazione.
La ricetta proposta da Sella ribadisce alcune richieste più volte portate all'attenzione della politica.
Provvedimenti immediati per il risanamento dei conti pubblici (il cui "aggiustamento nel 2000 è rallentato"), emersione del sommerso e politiche di flessibilizzazione per il mercato del lavoro, innanzitutto.
A queste misure, il Presidente dell'Abi aggiunge la questione dell'ordine pubblico al Meridione, che se risolta può dare nuovo slancio all'economia del Sud, portandola a divenire "motore dello sviluppo".
Cosa serve per la competitivitàSella sollecita l'attenzione del governo sui fondi pensione, che, spiega, "rappresentano l’ultimo importante tassello mancante per una compiuta costruzione del nostro mercato finanziario".
"In molti Paesi d’Europa - dichiara - essi gestiscono da tempo ed efficacemente la previdenza complementare e soddisfano l’esigenza di disporre di investitori di lungo periodo.
Il mercato finanziario non potrà raggiungere completo sviluppo fino a quando non si saranno create le condizioni di convenienza economica che inducano i lavoratori ad impiegare le proprie risorse in un investimento di lungo periodo.
Fondamentale in questo senso è la parità concorrenziale tra i fondi pensione negoziali e quelli aperti".
Del resto, secondo il presidente dell'Abi, buone sono le premesse del nuovo governo, che in breve tempo ha esteso anche alle banche la Tremonti bis, ha recepito la normativa europea sui contratti a termine ed ha presentato un progetto di riforma del diritto societario.
Le richieste dell'Abi tuttavia riaffermano la necessità dell'allentamento degli oneri fiscali, "sia nei confronti delle imprese italiane, come per le aliquote Irap, sia nei confronti delle banche europee".
"L'incidenza del prelievo sull'utile lordo della gestione - spiega Sella - produce rilevanti effetti sull'autofinanziamento, deprime la valutazione dell'azienda, genera inaccettabili inferiorità negli scambi azionari cross border ".
Forti critiche sono indirizzate anche alla Cassa Depositi e Prestiti con cui lo Stato "fa indebita concorrenza" alle imprese bancarie.Le critiche all'ordinamento comunitario La relazione del Presidente dell'Abi, non risparmia qualche accento critico all'ordinamento comunitario.
Sella, per esempio, contesta l'applicazione generalizzata alle poste finanziarie del bilancio, del criterio contabile del fair value, che "rischierebbe di portare le banche, per la natura stessa della loro attività, ad oscillazioni trasmodanti del risultato economico da un esercizio all'altro".
D'altro canto, le banche difendono con fermezza la validità della Legge Ciampi.
"Nel momento in cui l'evoluzione del settore ne conferma l'efficacia - dichiara il Presidente Abi - la Commissione Europea la pone sotto scrutinio, prefigurando una possibile penalizzazione delle banche per avere applicato una legge dello Stato".Le indicazioni di Fazio"Le banche debbono migliorare le procedure di concessione dei finanziamenti; evitare che iniziative meritevoli escano dal circuito legale del credito.
E' necessario che si accresca la consapevolezza da parte di famiglie e imprese delle conseguenze connesse con l'uso inappropriato del denaro e dei fondi presi a prestito".
Antonio Fazio spiega come, oltre i rilievi svolti dal Presidente dell'Abi, un importante fattore di crescita economica del Paese possa essere rappresentato da un'attività bancaria svolta con "competenza, correttezza e lungimiranza".
"Un uso appropriato degli strumenti contrattuali, una maggiore trasparenza, migliori rapporti con la clientela e un'adeguata tutela dei diritti dei creditori sono - secondo il governatore di Bankitalia - condizioni necessarie per accrescere l'efficienza nell'allocazione del credito".
Soprattutto, aggiunge Fazio va compreso che stabilità finanziaria, equilibrio dei conti pubblici, crescita economica sono obiettivi da perseguire attraverso interventi che vedano la "collaborazione delle imprese, delle parti sociali e del sistema finanziario".Il preoccupato realismo di TremontiDal 1995 al 1999, la quota delle nostre esportazioni sul commercio mondiale, è passata dal 4,6% al 4,1%.
Gli investimenti tra il 1996 e il 2000 sono aumentati ad un tasso medio del 4,2%, inferiore a quello dell'Europa.
La disoccupazione nel 2000 si attesta al 10,6% e nel corso di quest'anno non dovrebbe discostarsi significativamente da un valore a due cifre.
Sono questi i dati con cui, il Ministro dell'Economia e Finanza, Giulio Tremonti, spiega perché l'economia italiana è ancora debole e perché, anche le previsioni di crescita dell'Ocse, in vista del prossimo Dpef potrebbero essere messe in discussione.
Secondo le ultime previsioni - afferma Tremonti - l'economia italiana dovrebbe crescere quest'anno del 2,3%.
Questo dato potrebbe essere rivisto "alla luce delle nuove informazioni sul Pil nel primo trimestre di quest'anno".
Preoccupano soprattutto, sottolinea ancora il ministro, "gli scostamenti di bilancio aggravatisi nei primi mesi del 2001".
Tra questi in particolare l'indebitamento delle p.A., oggetto di impegno europeo, ed attualmente ammontante a più di 12.000 miliardi.
Necessaria la riforma di tutti i mercati La "diagnosi" che ne risulta è "una riforma che deve interessare tutti i mercati, da quello dei prodotti, a quello del lavoro e dei capitali".
Occorre - dice Tremonti - favorire maggiore concorrenzialità, completare le privatizzazioni evitando che oligopoli privati si sostituiscano a quello pubblico, rafforzare le capacità del sistema economico per cogliere le opportunità offerte dal progresso tecnologico, ma anche aggiornare il sistema educativo.
"I processi di riforma - sottolinea ancora il Ministro - non conseguiranno gli obiettivi prefissi se non si accompagnano ad una riforma della pubblica Amministrazione".
L'impegno del governo in sede Ue Sul fronte europeo, Tremonti, anche alla luce del Rapporto Lampfalussy, evidenzia la necessità di trovare "nuove modalità di raggiungimento del consenso tra Stati e tra le istituzioni comunitarie" e più in generale la necessità di rivedere "l'intero processo legislativo europeo".
A questo proposito, il Ministro dichiara che "il Governo s'impegnerà in sede comunitaria perché divengano realtà le specifiche proposte del Comitato".
L'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, spiega ancora Tremonti, intende dare "un forte impulso al processo di liberalizzazione e di modernizzazione del sistema finanziario europeo", ed agirà in difesa del risparmio "senza pregiudiziali e soprattutto senza la presunzione che vi siano sistemi nazionali migliori di altri".
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