18 NOV 2001

II Congresso DS: L'intervento di Cofferati

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Registrazione di "II Congresso DS: L'intervento di Cofferati", registrato domenica 18 novembre 2001 alle 00:00.

L'evento è stato organizzato da Democratici di Sinistra.
  • Video dell'intervento di Cofferati

    Gli approfondimenti 17.11.2001: L'intervento di Massimo D'Alema 17.11.2001: L'intervento di Enrico Morando 17.11.2001: L'intervento di Giovanni Berlinguer 17.11.2001: L'intervento di Francesco Rutelli 16.11.2001: La relazione di Piero FassinoAudiovideo 18.11.2001: Tutti gli interventi della terza giornata (antimeridiana) 17.11.2001: Tutti gli interventi della seconda giornata (pomeridiana) 17.11.2001: Tutti gli interventi della seconda giornata (antimeridiana) 16.11.2001: Gli interventi della prima giornata Il leader della Cgil parla di riformismo diversi che devono però trovare modo di confrontarsi con serenità in un partito unito<p>Pesaro, 18 novembre 2001 - I Ds non sono in grado di offrire nè proposte, nè rappresentanza politica ai 200 mila in piazza a Roma nella manifestazione della Fiom "che si sono materializzati tra la sorpresa di molti e l’indifferenza di altri", così come ai 300 mila del movimento noglobal di Genova.<br> Così Sergio Cofferati ha subito messo in chiaro - nel breve ma duro intervento al Congresso dei Ds - le proprie differenze con le posizioni della nuova segreteria di Piero Fassino.<p>Ciò nondimeno, il segretario della Cgil non ha portato all'estremo allo scontro ed al termine di un intervento in cui secchi e precisi sono stati i distinguo, ha preferito esaltare la necessità di unione all'insegna del riformismo, anche se ammette che esistono "due idee diverse di riformismo in campo".<p>I doveri dei riformisti di fronte alla destra<p>Nel proprio intervento Cofferati ha messo in guardia i Ds, richiamandoli a quelle che egli ritiene essere le responsabilità e i doveri di un partito che voglia definirsi riformista a fronte della politica del governo Berlusconi che "non è Margareth Thatcher, ma la somma di liberismo e di populismo è pratica più insidiosa, potenzialmente devastante".<p>La modernizzazione non è la vera sfida<p>"I riformisti - attacca Cofferati - non possono ignorare o rimuovere il modello di società, che questa destra vuole promuovere. La sfida non è quella della modernizzazione, ma della difesa della libertà, delle persone e delle forme associative".<p>La critica al Governo non si esaurisce in sè, ma si rivolge al partito della Quercia: "Se un riformista percepisce questo disegno, che cosa fa? - chiede Cofferati - Indica la strada dell’opposizione governante? Allude sistematicamente alla disponibilità bipartisan? Si chiude nella pur necessaria e nobilissima pratica parlamentare? Oppure, come io penso, promuove nella società il suo progetto politico perché cresca, acquisisca valore e consenso".<p>Rendere democratica la globalizzazioneCofferati rappresenta esplicitamente una diversa anima dei Ds anche su due altri fattori: dalla globalizzazione, "processo da regolare, da rendere trasparente e democratico", senza "ostilità ideologiche", ma tenendo presente che le decisioni internazionali non vanno nella direzione auspicata. A Doha - afferma Cofferati - il Wto si è concluso con decisioni che "negano ogni riconoscimento ai diritti, alle protezioni sociali, alla rappresentanza dei lavoratori nei paesi più deboli" e questo esalterà e renderà "ancor più drammatici i timori dei 300 mila ragazzi di Genova".<p>No all'intervento militareAnche sull'intervento militare in Afghanistan, Cofferati segna un netto distinguo dalla posizione di Fassino: se "il riformista è ben consapevole che il terrorismo è il nemico mortale della democrazia e pericolo costante per la pace" egli però - sottolinea - non deve essere disposto ad "accettare come unica soluzione quella di un intervento armato, con le modalità di una tradizionalissima guerra".<br>E Cofferati traccia la propria piattaforma di politica internazionale: "La nostra visibilità sarebbe altra - afferma - se ci fossimo intestati la campagna per gli interventi umanitari, con la cessazione dei bombardamenti e l’utilizzo civile dell’esercito che non è nei provvedimenti del Parlamento".<p>Sarà battaglia delle idee<p>Nonostante tutti questi distinguo, il leader Cgil chiude esaltando in primo luogo la necessità dell'unità della coalizione, nella lealtà e "senza produrre forzature nella diversa e complessa rappresentanza della politica e delle culture europee". Soprattutto però Cofferati mette al bando spaccature e scissioni e chiama all'unità la Quercia in cui i diversi riformismi in campo siano chiamati ad "una discussione serena, ad una vera e propria sfida delle idee".