"Radio Carcere" rubrica di informazione sulla realtà carceraria e sui diritti della persona detenuta

Esista in Italia un cittadino italiano che accusato di un grave delitto è stato già condannato senza processo
Esiste in Italia un cittadino che è stato accusato e condannato senza processo
E per questa ragione poi si trova in carcere
Il suo nome Guglielmo Gatti
Accusato di un duplice omicidio a Brescia
Ancora prima
Che iniziasse il processo ancora prima che le fasi processuali fossero tutte terminate primo secondo e terzo grado
Insomma ancora prima che la sentenza eventualmente di condanna nei suoi confronti fosse diventata giudicato
Ovvero definitiva
Ugliano Gatti è stato condannato
è stato condannato senza processo prima di tutto da un magistrato del procuratore della Repubblica di Brescia dottor Tarquini
Poi Guglielmo Gatti senza processo è stato condannato dai giornali dai telegiornali e dalle trasmissioni televisive cosiddetti di approfondimento
Guglielmo Gatti è l'assassino Guglielmo Gatti è il colpevole è colui che ha fatto di quel garage un mattatoio il suo nome Guglielmo Gatti
No
Guglielmo Gatti
Per la legge e per chi ha coscienza
Persona sottoposta alle indagini e come tale è presunto non colpevole punto
E un popolo italiano il tribunale
Trentacinque del codice di procedura penale
L'appello di Palermo seconda sezione
Cinque antisemita novecento
Buonasera e ben trovati l'ascolto di radio carcere da parte di Riccardo Arena
Tredici settembre carceri Parma è morto Leone Simonato aveva trentadue anni e pesava oltre duecento chili
Sembra che Leone sia morto a causa di problemi di cuore derivanti dal suo stato fisico
Leone era detenuto nel braccio ospedaliero del carcere di Parma dove il suo peso era arrivato a sfiorare anche i duecentosettanta chilogrammi
Il suo cuore evidentemente non ha retto e leone si è spento il tredici settembre all'interno del carcere di Parma
Sempre la scorsa settimana una persona detenuta di nazionalità tunisina è morta nell'ospedale Silvestrini di Perugia proveniva dal carcere
Capanne di Perugia questo ragazzo tunisino va precisato era stato operato qualche giorno prima presso il centro clinico del vecchio carcere di Perugia quello che è a piazza
Dei partigiani dopodiché viene di nuovo rimesso nella sua cella del nuovo carcere di Perugia al carcere capanne di Perugia
Però il ragazzo tunisino dopo un po'che sta in cella inizia a manifestare e dei forti dei forti dolori dolori che trovano il suo il loro apice con una grande perdita di sangue si parla infatti una prima emorragia
La direzione del carcere nuovo di Perugia nel carcere di Capanne decide quindi di chiamare l'immediato intervento del pronto soccorso dell'ospedale Silvestrini di Perugia
Il ragazzo tunisino viene trasportato in una struttura di primo intervento e viene sottoposto alle cure possibili per fermare questa grande
In grave perdita di sangue purtroppo ogni tentativo è apparso inutile e questo ragazzo tunisino
Che era detenuto nel carcere di Capanne che era stato sottoposto a un intervento chirurgico nella struttura sanitaria del vecchio carcere il di Perugia a Piazza Partigiani muore muore
Per un'operazione pensato un po'alle emorroidi nell'ospedale Silvestrini
Di Perugia
Carcere Marassi di Genova
Sabato diciassette settembre una persona detenuta di quarant'anni conosciamo soltanto le iniziali P M si è impiccato
Nella sua cella del carcere Marassi gli agenti della polizia penitenziari avevano trovato morto e a nulla è servito
L'intervento
Di un medico
In base ai primi rilievi effettuati dalle forze dell'ordine
E P questo è il suo nome risultava affetto da ai DS ed era malato terminale si è ucciso nel carcere Marassi di Genova sabato diciassette settembre
Carcere Montorio di Verona domenica dieci otto settembre è morta per arresto cardiocircolatorio una donna di trentasei anni era di origine marocchina
Da oggi il sistema penitenziario italiano è in parte fuorilegge era infatti il venti settembre del due mila quando entrava in vigore il nuovo Regolamento di esecuzione dell'ordinamento penitenziario
Nelle normative il contenuto nel Regolamento il legislatore aveva lasciato a disposizione dell'amministrazione penitenziaria cinque anni per eseguire i lavori all'interno delle carceri
Lavori che si vendevano utili per adeguare le strutture carceri italiane a questo nuovo Regolamento penitenziario ad oggi purtroppo poco o nulla è stato fatto i primi a denunciare l'illegalità delicato ci italiane soprattutto alla luce della inottemperanza del nuovo Regolamento penitenziario
è stato proprio l'associazione Antigone sentiamo cosa c'ha detto Patrizio Gonnella che appunto presidente di Antigone
Patrizio Gonnella buoni di Antigone come è tradizione avete fatto un monitoraggio delle carceri italiane per dimostrare
La differenza che c'è tra ciò che è previsto nel regolamento penitenziario che doveva essere attuato entro oggi venti settembre del due mila e cinque invece quella che è la realtà
Ecco Patrizio chiedendo di uno sforzo di sintesi ci può era figurare quello che potrebbe essere un primo quadro
Di questo di questo non applicazione del nuovo regolamento penitenziario una premetta
In realtà questo regolamento penitenziario che fu approvato nel Duemila alcuni Dinoi lo criticavano perché era troppo moderato
Perché poi in realtà alcune norme
Praticamente importanti come quelle sull'affettività furono tolte furono tolte ricordo per esempio perché ci fu un parere del Consiglio di Stato contrario all'inserimento di norme di questo genere è però in ogni caso Elia un passo in avanti
Forte importante passo in avanti rispetto ad un vecchio regolamento che risaliva ventiquattro anni fa
E quel regolamento del cumenda il del venti settembre del due mila fu approvato con un decreto del Presidente della Repubblica appunto né non c'erano norme rivoluzionare non c'erano norme pericolose per la sicurezza del Paese
E per la sicurezza delle nostre carceri c'erano norme di Bondi prendo sto e quindi mirano soprattutto migliorare la vivibilità in cella dicendo perché è inutile dire all'articolo uno della legge penitenziaria che ovviamente deve essere rispettata la dignità delle persone detenute che poi invece non ci sono norme che regolamentano la vita quotidiana che garantiscano
Questo questo principio generale quindi cosa prevedeva questo Regolamento alcune norme sui colloqui alcune norme sul trattamento ma soprattutto norme che richiedevano una appuntita delle strutture carcerarie in realtà piccole modifiche non grandissime modifiche per esempio l'acqua calda oppure la possibilità di accendere o spegnere la luce dall'interno della cella
Piccole cose la possibilità che ci fosse sempre luce naturale non ci possono schermatura oppure laptop c'era
Oppure il bidet per le donne oppure il Iachini dove ci sono le detenute madri oppure legale mensa per parti che di piloti se vogliono possono mangiare tutti insieme oppure una cucina per molti duecento detenuti
E allora in questi ultimi Mickey in prossimità del quinquennio previsto dal legislatore spesso terra ettari e che poi si unì a queste norme quindi per mettere a norma
Il sistema penitenziario diciamo noi negli ultimi mesi abbiamo verificato tenendo conto che oggi venti settembre due mila scadono i cinque anni entro cui l'amministrazione penitenziaria avrebbe dovuto adeguarsi
E questo è avvenuto in realtà abbiamo verificato che è avvenuto molto poco ecco che voi avete fatto in grande parte di fatto un grande lavoro di osservazione nelle carceri italiane ci può dare qualche spaccato di questa
Della realtà odierna che contrasta con quella prevista dal regolamento non attuato
Assolutamente diciamo abbiamo deciso di monitorare tutte le carceri che hanno un diciamo una popolazione detenuta superiore a quattrocento unità e in più quantomeno o almeno un carcere
Un carcere per regione
Diciamo che abbiamo verificato ad esempio che in percentuali addirittura superiori all'ottanta per cento meglio più vicini al novanta che non invece all'ottanta
Non
Fossero state messe le docce all'interno delle celle ok perché tanta per cento circa dei detenuti non ha possibilità di avere acqua calda
Che il settanta per cento delle donne circa non nel vivere la propria cella
Che l'ottantacinque per cento dei detenuti vive in carceri dove non vi è una cucina ogni duecento detenuti che nel cinquantacinque per cento dei casi detenuto vive in carcere dove il colloquio non ha linee
In parti all'aria aperta neanche se ci sono figli piccoli e così via poi addirittura Carmelita addirittura adeguarci un pendente e pericolosissimo sette virgola sessantanove per cento dove ancora non c'è luce naturale cioè nel sette per cento dei casi detenuti ancora
Vivono in posti dove ci sono culture alle Fini ecco Patrizio Gonnella scuse di interrompono di Radio Carcere
Ogni settimana leggiamo le lettere che ci arrivano dalle carceri italiane e insomma la rappresentazione delle celle che ci fanno le persone detenute sonora presentazione di celle che sembrano la Cayenna insomma c'è carceri della Turchia non carceri italiane questo vostro questa mossa osservazioni in qualche maniera conferma
Il degrado delle strutture carceri italiane
Sì assolutamente il filo con ferma soprattutto diciamo nelle grandi carceri mole metropolitani
Ma quello su cui vorrei forte soffermare Riccardo e che in realtà in alcuni casi gli aggiustamenti sono stati fatti piccoli carichi piccolo e o a chi dove le cose
Funzionano meglio io penso a Palermo dove al Pagliarelli ci sono riusciti e perché invece in tutti gli altri postino
Perché invece ad Ancona negli aggiustamenti l'hanno fatti atti d'accusa chi e in altri istituti no
Penso che ci sia stata una negligenza una profonda negligenza o meglio un messaggio implicito di cui in questi cinque anni in queste cinque finanziarie
In queste cinque finanziare il messaggio implicito è stato annui del Regolamento di esecuzione e quindi dei diritti dei detenuti e quindi della loro qualità della vita non ce ne frega niente
Questo è il messaggio che deriva dal silenzio del nell'attuare questo Regolamento sì
Assolutamente
Ecco a volte si parla appunto della realtà delle carceri ma non ci si rende conto che se veramente in asse dei carabinieri volle ASL andassero in in carcere
E dovessero applicare i criteri che si applicano ai ristoranti o ai supermercati molti calci dovrebbero essere chiuse quindi questo è il vero
Assolutamente assolutamente e la cosa che preoccupa che non ci sollevi contro questo che non ci sia un moto di indignazione
Viviamo in un Paese dove ci sono ormai quasi sessanta mila persone detenute Santa mila persone che come abbiamo visto dalle percentuali dette in buonissima parte ibride in situazioni in qui ad esempio il Ennio e ancora nello stesso posto dove c'è il letto nello spettacolo amerà senza riservatezza ok appunto non può aprire a disposizione anche nelle gelide
Notti padani padane
Il la possibilità di aprire acqua calda
E questo diciamo ovviamente dovrebbe scuotere le coscienze
Io direi che in piena e Riccardo intima gli amici appunto di radio carcere ne dovremo porci anche il problema di sollevare questa questione davanti al Presidente della Repubblica d'altronde lui quel con decreto ha firmato e sottoscritto quel Regolamento e quindi non rispettarle anche un'offesa nei confronti
Anche perché poi è la conseguenza è un assurdo ovvero i luoghi dove le persone vengono messe perché hanno violato la legge sono i primi luoghi dove la legge viene violata assolutamente sono i primi nomi e come che a volte diciamo
Chi volesse sottintendere che il rispetto della legge diventa in realtà un po'pericoloso per la sicurezza Interna in realtà dove dobbiamo cercare conforto
Di far passare un messaggio diverso della legalità non ferma alle porte di un carcere
Abituare le persone detenute che magari hanno scontato una lunga appena ad li abitua arsi alla libertà
Accendere un faro in quella zona d'ombra che si ha quando una persona detenuta deve che si aprono le porte del carcere lui esce poi si chiudono quelle porte si trova a fare i conti con una realtà
Che spesso è diversa da quella che aveva lasciato quando entrato in carcere queste sono le osservazioni non nostre di Radio Carcere ma di Lucia Castellano la brava direttrice del carcere Bollate di Milano
Lucia Castellano che abbiamo intervistato e che tra poco ascolterete ma prima di ascoltare le parole di Lucia Castellano vogliamo farvi ascoltare
Cosa significa uscire dal carcere e trovarsi da solo e per questa ragione abbiamo chiesto la cortesia una persona che appena uscito dal carcere di raccontarci quel momento il suo nome è Marcello
Collegato con noi con radio carcere c'è Marcello che è da poco uscito dal carcere di Avellino Ciao Marcello vorrebbero ritirarle
Marcello se se la cerchiamo di approfondire quella che è la realtà poco conosciuti ovvero quando il portone del carcere si apre esce la persona deceduta libertà poi alle sue spalle si chiude il portone ecco quello è vero che un momento drammatico per la persona detenuta
Ma effettivamente reciprocamente per per chi diciamo fuori zona non lo so io sono Calabresi solo all'Avellino e quindi mi ritrovavo in una situazione resterà il solo ecco quindi effettivamente al di là di questo quindi della della situazione logistica c'è proprio la tentazione gli l'ho solo che che è molto più pesante rispetto al
Però all'estero effettivamente da solo questo il problema è strano perché sembra un'altra prigione no quella della rinnovata libertà e come tu mi dicevi che addirittura c'è gente che esce dal carcere non ha neanche il biglietto per l'autobus è vero
Non è questa la verità perché territorio estero di cuori da solo attualmente in alcuni casi nemmeno con dei soldi in tasca grazie a Dio non è il il mio prato però capita questo
E ti ritrovi a Hammill a mille cinquecento chilometri di distanza non so che cosa fare primitivi da solo
Ecco Marcello d'un po'd'altro se un uomo d'esperienza anche una persona che ha studiato di rendere conto che ci stanno spuntano in questo momento anche i cittadini liberi che hanno come preoccupazione pure della sicurezza non del sentirsi protetti ecco quant'è importante
Che una persona detenuto una volta uscito dal carcere trovi delle alternative al crimine per la sicurezza sociale dico
Guarda questo secondo me è quello che il problema il problema forse più grave perché effettivamente il letto adesso fuori in quella condizione non è soltanto una una questione privi di di poco conto che oggi il terzino ma è una questione che effettivamente una volta fuori tutti i ritrovi aveva ad essere un un ex detenuto un una persona che che effettivamente poco accentuato dalla società
E quindi non hai quella possibilità di
Gli accordi di reinserire dice ciò che lo Stato dovrebbe trovare quindi cercare di reinserire il detenuto in effetti lo esclude dalla società non creando dei ponti tra lascio dalla stessa e il carcere quindi va a creare un isolamento della persona
Dal momento in cui il libero
Perché nessuno ti dà lavoro nessuno ti dà
Una possibilità quel il problema tutto l'altro pm racconta un episodio che abbastanza sintomatico di quanto non si aiuta con le persone a deve abituarsi a una nuova libertà
Tu durante la tua detenzione e studiato all'università
E chiesto a un mese di distanza dal fine pena e chiesto un permesso per andare a fare un esame per hanno rigettato vero
Che gli hanno hanno rigettato tranquillamente Cirio
A parte il fatto che già aveva una laurea stavo stavo prendendo la seconda laurea proprio per non istituzionali gli allarmi e quindi per per essere libero mentalmente avevo chiesto a circa venti giorni ero nemmeno Merchant dal che la pena mi hanno risposto picche quindi voglio dire non non si aiuta proprio e la cosa più brutta è che che non è che questo tipo di situazione
Esso diciamo in un posto non lo so solo ad Avellino è un po'diffuso in Italia tranne poca situazione a luglio poche paralisi al livello di magistratura
Di sorveglianza il resto è vuoto intorno buio
Questa è dunque la realtà di una persona detenuta che esce dal carcere e deve fare i conti da solo con una libertà a cui non è preparato
Vi abbiamo detto prima che abbiamo contattato la dottoressa Lucia Castellano direttrice del carcere bollate di Milano
E lei che dirige un carcere ritenuto modello in Italia ed è proprio lei che ultimamente intervenuto a un convegno che si è svolto a Venezia
Ha insistito proprio sul migliorare questa zona d'ombra far luce in questa zona d'ombra ovvero quando la persona detenuta esce non farla trovare sola di fronte alla realtà e allora sentiamo l'opinione di Lucia Castellano a cui abbiamo chiesto perché è così importante
Accompagnare verso la libertà
Le persone detenute che hanno magari patito il carcere per tre quattro o cinque anni
Dottoressa Castellano cosa significa accompagnare una persona detenuta verso la libertà
Cosa significa illuminare quella zona d'ombra che si ha quando una persona detenuta vede aprirsi il portone del carcere
Esce
E poi sente di cui Purtuc si chiude inermi evita è quella di evitare promossi repentina di farlo chi come uscita dal carcere che è graduale e una riacquisizione della libertà
Che la figlia in qualche modo non attacco di libertà come io dico mentre con questa paura con il terrore che dall'oggi al domani dopo due tre anni di reclusione per cento tale i guadagni da libertà immediatamente quindi nell'ultimo periodo quello che precede fine pena a tirare avanti perché quotidiano realizzate tutte quelle proposte che la nordica nette penitenziario
Immagina che non sono le misure alternative o in subordine line lavoro all'interno
Quindi giustamente la cioè la sua idea che poi dovrebbe essere la normalità in un Paese che rispetta le proprie leggi
è quella di accompagnare la persona detenuta verso l'uscita cioè non l'apertura del portone così e poi la sua chiusura repentina
Poi magari abbandonarlo sa quali non alternative è questo il problema esatto io immagino una riacquisizione graduale della libertà
E soprattutto una leghista riformabile libertà responsabile da parte del condannato
Che non significa per forza parlare di rieducazione o di termini che comunque sono abbiamo accolto le io parlerei di responsabilità e soprattutto una cosa che primo molto guardando
Al carcere dal ambigua del Moro dipinta io temo molto la redenzione da istituzione totale primo il fatto che l'istituzione filone carceraria
Ripicca la precettato stanziamento di dello stato questo in termini manco riposare non fa bene a nessuno quindi lavorare sull'autodeterminazione del detenuto sia all'interno del carcere mi durante la sua casa
Carcerario nei affiliabili nella riprendere una nonna annoverata gradualmente la propria vita perché prima o poi le appena finite ci sono dei campi di regata naturalmente la prima palazzina finisce allora
Facciamo è perché quella appena che finisce finite in modo graduale il reinserimento che hanno un pericoloso per la società Lennon reputiamo alla società
Un disadattato una persona che in buona sostanza non sa neanche più attraversare la strada perché questo succede con lei ha visto dagli occhi di una persona detenuta
E chi si accinge a ad affrontare la libertà avviso la paura che sta di chi sta riscrivendo ora
E qui naturalmente la Toia la paura l'emozione una soprattutto ordinamento la paura dell'incapacità di affrontare la vita
Fuori perché nel mondo cambia molto molto repentinamente il mondo contemporaneo soprattutto
Cambia tanto uno per cui uscire dopo tre quattro anni ma i periti al potere totale ma nel PRIT magari neanche di un permesso premiale significativi in un mondo altro da quello che non sa per quattro anni prima a cinque anni prima
Dottoressa Castellano l'attenzione all'accompagnamento verso la libertà nei confronti di una persona detenuta tra l'altro è molto importante non tanto per ragioni di buonismo ma perché darebbe un senso maggiore e migliore alla pena detentiva o sbaglio
Puntato un primo immaginarlo non tanto nella logica dell'epoca dei buoni per tutte le tenuto a in quella di dare un contentino alla pena perché la pena per
Per essere efficace deve avere un significato non può essere
E una volta prepari rieducativa deve avere un penso io e lui il condannato delle percepirne il cemento allora secondo me condannato per un pezzo della sua Pirelli anche per la per tutta la sua pena nella fede Breve
La mattina l lavora e la dei rapitori nell'istituto
Ecco quella è una pena che amplificato maggiore è comunque una una pena ecco non è la libertà certo perché Tadino libero non se ne rende conto però comunque essere costretti a orari e tempi al lavoro e poi Nocentini
A Trento tipica avere comunque privati degli attento e chiaramente una pena la pena non è nessuno il carcere ecco su questo io
Combatto molto perché la pena non era nessuno quella detentiva alla pena detentiva allo stato attuale la più intenzionata possibile
Ripeto ancora in termini di pure professionale per cui né le dovremo aumentare le altre impongono di più abituati presenta contemporanea
Non riusciamo proprio a inventarne medio-alta e questo non spetta a me farlo che la pena detentiva in Puglia una pena
Ma Taiko che non privi il travolgente di alle proprie facoltà mentali perché deve dire una sorta di i perdona decreta operata di tutto non serve a nessuno non verrebbe meno
Al cittadino libero che volevo informarvi curato dal carcere allora curarne il cittadino che ha sbagliato nel cittadino che non ha sbagliato allo stato attuale
Direttrice Castellano ecco in conclusione un'ultima domanda anzi una domandati sa noi da qui da Roma da radio carcere immaginiamo il carcere di Bollate come un po'un'oasi insomma dove tutto dove tutto va bene
Ma ci dica la verità nel carcere di Bollate veramente tutto funziona così bene no il per niente nel cartone tutte le cose vanno bene innanzitutto il catalogo di pena per il dolore chiesette Florin perché sente anche qui
Quali sono le difficoltà che incontra nel sangue ma ecco apriamo tono legate naturalmente al fatto che una più di una verità dei nostri i detenuti libero ripagati una penale neanche il nome per limiti di età rinato armonica e caprini clandestini
Per quella prima difficoltà che anche noi nel nostro microcosmo quelli nel come nel macrocosmo delle città abbiamo una fetta di popolazione Beckett compirono il punteggio di riccamente
Rispetto alla quale gli proteine premiamo costruire firmano la data del cane rapina
Dopodiché l'unico loro futura l'espulsione o la clandestinità quindi il rientro nel giro criminale regina del cambio di nome eccetera tutti gli italiani invece con l'altra difficoltà certamente che costruire percorsi di tempo ed extra moenia per le persone molto difficile anche per rispetto agli italiani o ai cittadini
In regola con il premier in regola col permesso di soggiorno
Per cui chiaramente le risorse pure rapidamente a Milano una città sicuramente ricca e piena di risorse lavorative con un territorio molto previamente comunicazioni molto presenti di questo territorio ringrazio il Comune di Milano la Provincia e la la Regione
E il tutte le agenzie che lavorano nel carcere però è chiaramente le risorse non sono sufficienti per tutti in molti riguardano finito male per farvi capire soprattutto per il per il dopo cancellazione le regioni e lavorative
E quindi insomma ecco anche nemico quattro di Bollate che non curava il Petrarca e realtà e più felice però ai suoi problemi
Chi ascolta radio carcere si ricorderà che martedì scorso abbiamo fatto sentire direttamente l'intervento di Franco Corleone garante delle persone detenute del comune di Firenze il quale poco il dodici settembre ha inviato una lettera al presidente della Camera
Pier Ferdinando Casini invitandolo a
Così sollecitare il Parlamento ad occuparsi di temi relativi alla detenzione soprattutto alla luce della grave crisi presente elencarci italiane il sedici
Settembre il presidente la Camera ha ricevuto Corleone ha promesso
Che avrebbe inviato ai Capigruppo politici della Camera una lettera con la quale li invitava appunto ad occuparsi e ditemi i relativi a dimensione quanto meno prima della fine della legislatura nel frattempo si è attivato un vero e proprio movimento attorno a Corleone in quanto lui stesso ha iniziato un digiuno altri si sono uniti
Al Luís diciamo da tutt'Italia insomma le visioni sono tantissime oggi noi abbiamo di nuovo s'è raggiunto per telefono Franco Corleone per sapere novità e Franco Corleone ci ha detto
Novità sono innanzitutto che tanti hanno aderito a questo digiuno a staffetta che man mano andrà avanti e però purtroppo Casini sembra ancora non aver scritto ai capigruppo politici sentiamo proprio direttamente da Franco Corleone come stanno un po'le cose
Franco Corleone non glielo carcere e siamo qui anche per riconfermare il nostro impegno nel seguire questa vostra importante iniziativa ci vuole aggiornare su quelle che sono le novità oppure le non novità che ci potrebbero far preoccupare
Ma diciamo che nuovi alle cose positive sono le adesioni che stanno aumentando si stanno diffondendo in molte città italiane
Questo è il Lando di della importante invece a questione che mi preoccupa e il fatto che ancora il presidente Casini non abbia inviato la lettera che aveva dichiarato di ieri dette la barbarie immediatamente dopo l'incontro che avevamo avuto capisco che sono stati giorni
Intenti per ieri c'è della politica quotidiana italiana sul leggerle guarda ieri dei fedeli i commenti però io mi auguro che commetta questo impegno venga mantenuto perché essenziale che i capigruppo i gruppi parlamentari della Callas pieni investiti della questione del carcere e delle leggi che potrebbero peggiorare la situazione del carcere come la legge Cirielli
E invece delle leggi che sono all'esame del Parlamento che potrebbero esprimere un'attenzione ai alla condizione carceraria e i diritti degli atti io mi riferisco in primo luogo alla alla legge sulla garante nazionale dei diritti dei detenuti e allora legge che riguarda l'affettività
Ecco Franco Corleone se oggi ancora Gentile signora scritto questa lettera non ha inviato a quanto meno da quanto sappiamo se neanche domani dovesse arrivare questa lettera di Casini e i capigruppo quali iniziative intraprendere
Beh io penso che non posso pensare che quello che è stato dichiarato dal presidente non vengano venga mantenuto quindi voglio delle fiducioso e che nella giornata di domani questa lettera pervenga ai capigruppo altrimenti certo dovremmo richiamare presidente Casini alla al mantenimento di quello che autonomamente allieta deciso bene grazie grazie a Franco Corleone grazie anche grazie all'unione speriamo che ci sia un
Una svolta obiettiva soprattutto un'assunzione di responsabilità insomma incerti indi si può anche il migliore il no a molte colture ma almeno sul mio la responsabilità
La prossima è notizia bella introduciamo con una lettera che dopo ascolterete indiretta
Su Radio radicale questa lettera che ci viene scritta da Raffaella e dalle sue compagne di detenzione nel carcere di Messina
Raffaella scrive siamo in cinque detenute re siamo chiusi in cella per vinti un'ora al giorno
Ci passò da mangiare attraverso le sbarre proprio come si fa con gli animali chiusi nello zoo
Nella ce l'abbiamo un piccolo lavabo dove dobbiamo lavare tutto in ossidi e siti e noi stesse conviviamo con scarafaggi blatta i topi che ci accompagnano anche all'ora d'aria questo c'hanno scritto Raffaella
E le sue compagne ristretto nel carcere di Messina
E noi oggi abbiamo avuto la fortuna di potere ascoltare la voce di una donna che è da poco uscito dal carcere di Messina il suo nome Serafina il suo racconto non è tanto distante da quello che ci hanno scritto Raffaella
I suoi compagni detenuto nel carcere di Messina
Signora Serafina lei ha vissuto l'esperienza della detenzione nel carcere di Messina vero
Signora ci vuole raccontare qual è la realtà delle celle dove le donne sono detenute NARS nel carcere di Messina e euro Sinani
Come scegliere che sono piccolissime mettono in rete Toni anche tre persone ci sono la invitò perché girano vestito per il arrivano fino al al teste delle persone
Come caccia una schifezza poi fa tanto freddo entra acqua dentro che è un po'di problemi ne cattura di Messina che non che vive bene ecco percussivo situazione dicevano di conoscere il eravamo due o tre donne andati un piccolo bagno immagino e no bagno quello stabilendo tenta portare la non c'è la porta vicino anche il cancello cardine perché io praticamente quando andavo in bagno dove devono anche si vedeva fuori
Occorre quindi il bagno della cella del carcere di Messina dove lei era detenuta non è separato dalla cella no no no no no no però adesso grazie a questo piccolo ma
Un piccolo appare di ferro che si vedeva davanti però si vedeva tutto cuore non era
Ho ma c'era il bidet dentro questo bagno no anomalo continuo rotto no allora l'ordine sono un termine peggiorerà ecco voi donne detenute nel carcere di Messina come passava della vostra giornata
Tempi Insiel solo perché era due aree in mattina e due del pomeriggio e poi basta magistralmente entro perfetto tre giorni in cella chiuso non c'era nessuno non c'era nessun'lo l'opportunità di di fari niente ecco
Scommettiamo come le bestie mutanti dei che ieri si erano tentativi come detti nell'età ecco collettivo con la per farlo ma una donna non si può nemmeno navali niente
Ma una piccola cella
Che piazzava un anno che poteva dall'idea la ecco carattere proprio che non vale niente
Ecco nel calcio di Messina tra l'altro
Recentemente si è suicidata una donna detenuto nero che e quando sempre dovetti Allman chiedo arrivati a Messina c'aveva buttato una ragazza giù però è morta subito
Si buttano giù dove da primo piano parcheggi linee capi di Messina che pianterreno dove erano noi e poi per conto piatti mo'piano chiara di mafiose e al tetto piana c'erano in bambine e questa ragazza si è buttato di sotto
Votato Dattilo appianate voi donne detenuto nel carcere di Messina come avete vissuto questo suicidio
Malissimo perché la i colleghi ragazzi frodi massimale
Anche grafici tende avevano paura di gli atti Prezzolini che che facevano qualche valica di nuovo e così hanno messo un po'risotto
Dov'è che le immagini Materazzi quelli di quelli che mettono loro non per terra tre o quattro che mancare qualcuno pensava di votare il girone cadevano su quel tema sarà M ammesso di materassi per terra dette
Nella nella sezione del carcere di Messina dove lei era ristretta ci sono anche i bambini con le loro mamme
E che ha detto piano suo nei bambini e negli abissi questi bambini vedi quando ci andava messa che vedeva lo perché la che era terzo piano vedevano queste bambine con le mamme
E cosa si vede negli occhi di quei bambini quei bambini si rendono conto di essere in carcere e e Vivaldini clausole perché dal PM
E io non tutte anche loro ecco Tibet risulti sinceri quelli che in Fiera
Quindi nelle celle dei calci di Messina dove ci sono le mamme coi loro bambini anche Illy
Insomma sempre chiusi in celle e e poi è capitato un c'era una donna e che era in cella con me che avevo alla bambina no fondato questa storia no avrei questa bambina vissuto malissimo lì perché ha detto che c'erano delle delle due bambine di quelli incateno Cindy hanno appetibili doti dicevo questa donna la bambina aveva la cambia presto mortali insieme ad altri bambini polpettine insomma l'aveva fondato questa storia di no perché non c'è tanta pulizia né
Signora Serafina possiamo dire che la legge il rispetto della legge si ferma un fuori dal carcere di Messina non entra dentro al carcere di Messina
Quindi perché leggi non sanno che cosa che dentro né calze devono sapere e con perché mentre caccia devono
Quelle che tra poco vi leggeremo sono le lettere che le persone detenute ci scrivono dalle carceri di tutta Italia
Sono lettere che rappresentano in che modo
Il non rispetto della legge presente nelle carceri italiane si traduca Sempre
E con paura USA di petizione uniformità insofferenza della persona
Sembra un assurdo però è così
Ovvero proprio le persone
Che hanno sbagliato e la società quelle che in nome del popolo italiano sono in carcere ebbene proprio loro sono i primi testimoni del non rispetto della legge che dilaga nel nostro Paese
Certo loro se ne accorgono prima perché sono ristretti
La loro emergenza
E più drammatica perché sono chiusi non sono liberi
Infine la loro voce sicuramente più debole perché la voce di chi ha commesso un reato
è stato marchiato dalla società
Per assurdo gli ultimi però si rendono conto cosa significa non rispettare la legge
Chi a suo tempo non ha rispettato la legge diviene per assurdo il primo testimone delle conseguenze dell'illegalità
E questa l'unica lezione che le persone detenute imparano in carcere
Chi ascolta radio carcere si ricorderà che la scorsa settimana abbiamo dato informazione circa un misterioso trasferimento di circa cinquanta persone detenute che dal carcere di Regina Coeli una notte di agosto ci sono viste trasportate
E distribuite in diverse carceri siciliane sono state portate in aereo addirittura si tratta per lo più di persone detenute del carcere di Regina Coeli che hanno residenza
A Roma o comunque nel Lazio si tratta tra l'altro di persone per lo più inattese di giudice unico vanno poi tornare
A Roma di nuovo per celebrare il processo insomma
è un trasferimento questo deciso dal da per che ha lasciato non solo di radio carcere ma tante altre persone tra cui il dottor Manconi che garante delle persone detenute
Del comune di Roma insomma ci ha lasciato abbastanza perplessi
Sta di fatto che oggi ci arriva la lettera di alcune di queste persone detenute che sono stati trasferiti dal carcere di Regina Coeli al carcere Pagliarelli di Palermo scrivono questo gruppo di persone detenute così trasferite da Regina Coeli a Palermo
Caro avvocato Renna siamo dodici detenuti ristretti nel carcere Pagliarelli di Palermo siamo una parte di quei detenuti di Regina Coeli che la notte del trenta agosto sono stati trasferiti per ragioni di sovraffollamento
Ci hanno portato fuori dalla regione di appartenenza e lontano dal distretto giudiziario che ci dovrà giudicare
La maggior parte di noi ha infatti di Roma e stiamo affrontando enormi problemi per poter effettuare i colloqui con i nostri familiari problemi anche economici perché per chi non ha molti soldi fare un viaggio da Roma a Palermo significa sacrificare gran parte del proprio stipendio
Altri Dinoi che eravamo detenuti a Regina Coeli ora si trovano a Catania a Messina a Enna per loro è ancora più difficile
Da ultimo vi informiamo che altri cinque detenuti da Regina Coeli sono arrivati ieri qui da Palermo questa è una novità
Ci domandiamo proseguono questi ragazzi lettera ci domandiamo se tutto questo sia legittimo se il dato si stia comportando secondo le regole
Ci domandiamo si sia giusto per noi detenuti subire il trauma di un trasferimento in un carcere così diverso da quello da cui veniamo qui a Palermo giustamente ci sono usi e costumi diversi senza considerare la struttura del carcere Pagliarelli che certo non è molto migliore di Regina Coeli
Qui siamo chiusi in una cella per venti ore al giorno l'acqua che esce dal nostro rubinetto Air rossa di ruggine e nelle sale colloqui c'è ancora presente il vetro divisorio
Il sovraffollamento nel carcere di Palermo è la regola siamo in otto chiusi in una piccola cella
Chi perché del nostro trasferimento del Regina Coeli a Palermo sono sempre di più e rimangono senza risposta
Caro avvocato arenati salutiamo con tanta stima e salutarci Marco Pannella è insomma vedere questo trasferimento non gira proprio e
Poiché scrive Alessia e Giusi dal carcere di Belluno cara radio carcere siamo due transessuali detenuto nel carcere Baldoni che di Belluno la nostra situazione disastrosa siamo strappate come animali nessuno ha rispetto per noi
Ci troviamo in una sezione fatta proprio per i transessuali ma più che altro sembra la sezione del quarantuno bis
Tra l'altro siamo in un carcere che molto lontano dalla città di residenza delle nostre famiglie e questo significa carcere nel carcere vorremmo solo che qualcuno ci consideri persone
Aiutateci avesse Giusi Percassi di Belluno
Pietro dal carcere Pontedecimo in carcere un piccolo Carcina Liguria
Caro Arena le scrivo per quel ragazzo detenuto nel carcere di la Spezia che fu messo in isolamento e legato al letto il suo nome Mario ora Mario si trovi in condizioni di salute gravi e il suo fisico deperisce ogni giorno di più soffre di epilessia
I suoi reni non funzionano più
Per questo era per queste ed altre ragioni gli stessi medici del carcere hanno fatto presente che Mario deve essere operato in ospedale ma nonostante ciò Mario resta in carcere
Inoltre è giusto precisare che Mario è in carcere per scontare un reato del mille novecentonovantatré ed è stato proprio lui a costituirsi in carcere per scontare la sua pena
Non si chiede la libertà ma solo il rispetto di un diritto quello della sopravvivenza io scrive ancora Pietro vivono da paura che un giorno mi dicano Mario è morto
Ora caro Arena
Di da parte nostra a Mario di non mollare e che noi gli siamo vicino
La lettera è appunto firmata da Pietro detenuto nel carcere Pontedecimo Maurizio dal carcere Marassi di Genova uno quello che era almeno fino un po'di tempo fa uno delle carceri una delega al CIPE Jolie in Italia oggi somma la realtà è un po'uniforme
Scrive Maurizio caro Riccardo dalla nostra cella del carcere Marassi siamo in nove detenuti i letti sono a tre piani e chi dorme all'ultimo piano del letto a castello ha il soffitto a pochi centimetri dal viso
In una cella così siamo chiusi per tutto il giorno
Rieducazione lavoro diritto alla salute per noi del carcere Marassi di Genova queste sono parole senza senso
In televisione hanno fatto vedere un servizio sul Marassi peccato che hanno firmato la terza sezione dove ci sono quindici detenuti forse non sapevano che al Marassi siamo in ottocento
Quando finirà questa farsa
Ad essere presi in giro non siamo solo noi detenuti ma anche i cittadini
Fabrizio dal carcere Montorio di Verona Caro Riccardo siamo alle solite il carceri Verona fatto per contenere duecentocinquanta detenuti oggi ne ospita novecento questo è un carcere che ha iniziato a funzionare del mille novecentonovantacinque le celle sono state pensate per contenere solo una persona poi nel mille novecentonovantasei hanno pensato che in quelle celle ci potevano stare anche due detenuti
Ed in effetti schivi Fabrizio era possibile e tiro da soli dopo un po'in cella diventa anche noioso
I problemi però sono iniziati nel due mila quando hanno deciso che in quelle celle ci potevano stare tra i detenuti
Ti faccio presente che si tratta di celle dove lo spazio calpestabile e di sei metri quadri quindi è facile immaginare che in tre si sta veramente male al limite della vivibilità
Ma al peggio non c'è mai fine oggi hanno deciso che in queste celle del carcere di Verona possiamo starci in quattro detenuti
Sta di fatto che in molte celle hanno messo la quarta branda e hanno intenzione di fare così in tutte le celle
La direzione dopo una protesta non violenta fatta da pochi di noi il ventiquattro agosto c'ha promesso di sentire le nostre ragioni di ascoltarci ma da allora nessuno ci ha chiamato
Certo è scrive Fabrizio che se continuiamo così nel carcere di Verona da novecento diventeremo mille ottocento
Un gruppo di persone detenute nel carcinoma Ara caro Arena ti scriviamo per sottoportico casi un nostro compagno che si chiama Dino Dino che in misura cautelare
Prima dell'arresto ed è una frattura al femore per questa ragione in carcere ha sempre usato le stampelle fino a quando il dirigente sanitario gli ha tolto le stampelle dicendo che non ne aveva più bisogno
Sta di fatto che il tredici agosto Dino è caduto e si è rotto di nuovo il femore in due parti
Il giorno dopo e nel pomeriggio lo hanno portato in ospedale ma per complicazioni alla ricerca del suo gruppo sanguigno è stato riportato in carcere ora Dino vive con la ferita della gamba aperta
Ora Dino vive con la ferita della gamba aperta in una cella con delle condizioni igieniche assurde ed insieme ad altri cinque detenuti
Dino non può alzarsi dal letto ed è costretto a fare la pipì in una bottiglia
Dino dovrebbe stare in un centro clinico o in un ospedale e non certo in una cella come la nostra
Firmato punto un gruppo di persone detenuto nel carcere di Novara storia incredibile ovvero che poteva sembrare incredibile fino a un po'di tempo fa comunque ragazzi fateci sapere come Sabino
Raffaele e dei suoi compagni di detenzione nel carcere di missina
Caro Riccardo è terribilmente facile raccontarti la nostra giornata perché è terribilmente facile perdere qui la dignità siamo in cinque detenute restiamo chiusi in cella per ventuno ore al giorno
Ci passano da mangiare attraverso le sbarre proprio come si fa con gli animali chiusi nello zoo
Nella cella abbiamo un piccolo lavabo dove dobbiamo lavare tutto i nostri vestiti e noi stesse
Conviviamo con scarafaggi o blatte topi che ci accompagnano anche all'ora d'aria
Come se non bastasse io insieme a molte altre detenute siamo costretti a stare in un carcere lontano dalle nostre famiglie
In quale articolo di legge scrive Raffaella sta scritto che una mamma seppur detenuta deve scontare anche la pena di non poter abbracciare suo figlio
Riccardo volevamo infine dire che anche noi donne detenute nel carcere di Messina ci uniamo alla lotta non violenta intrapresa in altri calci dagli anni
Anche noi faremo la battitura delle sbarre lo sciopero della fame ti salutiamo con stima Raffaella Giovanna Francesca e Sahara donne detenute nel carcere Messina
Oreste Vincenzo al carcere di Lecce Carolina siamo due detenuti nel carcere di Lecce per prima cosa ti inviamo una garza di stoffa imbevuta dell'acqua che esce dal rubinetto della nostra cella la vedi esito vista
è rossa di ruggine ecco noi quell'acqua la dobbiamo bere
Inoltre vogliamo far presente che qui nel carcere di Lecce non viene fatta nessuna rieducazione per noi detenuti non c'è lavoro né attività sportive o ricreative
Per noi detenuti nel carcere di Lecce c'è solo la cella per ventidue ore al giorno
è questa la rieducazione scritta nella nostra Costituzione
Poi ci scrive conica dal carcere San Vittore di Milano
Coni che scrive il racconto del suo arresto e di parte della sua detenzione scrive conica adesso è ristretto nel carcere San Vittore di Milano
Appena arrestato a Torino in questura sono stato denudato legato e picchiato in varie parti del corpo
A causa di un'unghiata involontaria di un agente ho perso un occhio
Quando mi hanno portato nel carcere delle Vallette immatricola ovvero che l'ingresso del carcere la matricola
Non mi hanno accettato perché dicevano che ero ero conciato male e non volevano prendersi nessuna responsabilità perciò mi hanno portato in ospedale per delle visite mediche dopodiché mi hanno riportato in carcere
Durante la mia detenzione ho subito ben quattro trapianti ma in carcere mancavano le medicine per evitare una crisi di rigetto
Durante un colloquio mia moglie mi ha dato la notizia che il giorno prima era morta mia figlia che non avevo mai visto perché nata mentre io ero in carcere
Ho chiesto di poterla vedere ma il magistrato mi ha negato anche il diritto di vederla morta per questo mi sono tagliato in tutto il corpo e hanno dovuto di nuovo ricoverarmi
Mi hanno denunciato per tentato suicidio mentre il mio scopo era di poter vedere almeno una volta la mia bambina
Dopo di che è venuta a mancare anche mia moglie ma sono venuto a saperlo solo dopo sei mesi da altri detenuti non so neanche dove mia moglie sepolta
Ora chiuso in una cella del carcere di San Vittore sto combattendo una guerra per avere i farmaci necessari per il mio occhio superstite
Firmato
Conica carcere San Vittore di Milano
Un gruppo di persone detenute pace scrive dalla cella venti padiglione Roma del carcere Poggio Reale di Napoli
Caro Arena siamo un gruppo di sette persone che viviamo ammassati uno sull'altro dentro una cella del carcere di Poggioreale siamo tutti malati di Hayez nonostante la gravità della nostra malattia le nostre condizioni di vita sono pessime
Abbiamo difficoltà a tenere la cella pulita in quanto il carcere non ci fornisce i detersivi e già si è diffusa una prima epidemia di scabbia
Le docce sono su dice e l'acqua spesso è fredda se questa è vita era meglio nascere maiali
Anche gli agenti di custodia patiscono con noi questo degrado
Alziamo a radio carcere il nostro grido di dolore ma anche di speranza e le stringiamo la mano i detenuti della cella venti i sepolti vivi del carcere di Poggioreale
Ardian dal carcere di Prato caro Riccardo sono un ragazzo albanese mi trovi in carcere da cinque anni mi mancano solo tre mesi per finire la mia pena fuori dal carcere o un lavoro e una casa eppure eppure in questi anni non non non mi hanno mai concesso una misura alternativa al carcere finirò la mia pena ma con questa mia lettera voglio che si sappia che in Italia la certezza della pena c'è anche troppo
Fabio dal carcere di Enna cara radio carcere mi trovo nel carcere di Enna dove la situazione al limite della sopportazione il carcere iene infatti potrebbe contenere al massimo sessanta detenuti invece ne detiene novantatré
Siamo costretti a vivere in tre detenuti dentro ce l'ha fatta per una sola persona in questa piccola ce la dobbiamo viverci lavarci e cucina Arci
Abbiamo trascorso praticamente tutta l'estate senz'acqua e per questa ragione spesso non potevamo fare i nostri bisogni
Io mi sono lamentato e loro mi hanno messo in cella di isolamento qui nel carcere di Enna non c'è consentito fare una protesta pacifica perché andremo incontro a delle punizioni
La democrazia scrive Fabio del carcere di Enna rimasta fuori da qui come la nostra dignità
Poi salutiamo non abbiamo il tempo di leggere Francesco che ci scrive dal carcere opera di Milano
Francesco è una di quelle persone condannate all'ergastolo fine pena mai e lo vogliamo ringraziare per le sue preziose considerazioni Nicola Del carceri a Berlino
Che vive paralizzato in cella pensate un po'Pasquale dal carcere di Como Giuseppe dal carcere Bibbia che ci racconta la storia ci racconta la sua vicenda
Giudiziaria caratterizzata
Dalla contumace ovvero il processo fatto celebrato senza la presenza dell'imputato
E ancora Giuseppe dal calci di Piacenza diserta cinquantadue anni è in carcere dal due mila fine pena due mila e sedici
è detenuto sino a monte si lamenta perché non ha lavoro non ha soldi e addirittura Peschiera negli degli Oscar ci ha dovuto racimolare i soldi così in giro chiedendoli in carcere presentiamo Alessandro al carcere di Cuneo che invita i radicali e assiste alla sua udienza che si terrà il dodici ottobre
A Torino bene questa puntata di Radio Carcere comprese lettere finisce qui le altre lettere leggeremo la prossima settimana vi ricordiamo i nostri recapiti innanzitutto il numero di telefono
Che è diventato quasi il numero da fare quando appena si esce dal carcere si chiama radio radicale si chiama Radio Carcere questo il numero
Zero sei quattro otto otto sette otto uno e poi l'indirizzo di posta elettronica dove soprattutto di persone libere possono scriverci radio carcere chiocciola radio radicale punto it
E pari colpiamo l'indirizzo dove soprattutto alle persone detenute ricordiamo di scriverci questo indirizzo radio radicale rubrica radio carcere
Via principe Amedeo V due
Zero zero uno otto cinque Roma grazie a Lucerna Bruno per l'assistenza in regia grazie alle persone libere che anche magari per caso stanno in macchina hanno ascoltato
La voce di Radio Carcere e grazie grazie di cuore tutte le persone detenute anche quelle che maggiormente subiscono le conseguenze di non nel rispetto della legge
Che stasera con un gesto di dignità e di presenza hanno acceso una radio per ascoltare una voce la loro voce la voce di Radio Carcere a tutti voi un caro saluto da Riccardo Arena
Popolo italiano il tribunale
Il venticinque il codice di procedura penale
L'Italia d'appello di Palermo seconda sezione
Data cinque aprile mille novecento