"L'impero senza impero" è il titolo del nuovo numero della rivista di geopolitica "Limes" che cerca di spiegare come funziona la potenza americana nel mondo

Radio radicale siamo collegati con Lucio Caracciolo direttore di Limes la rivista italiana di geopolitica è uscito il nuovo numero che si intitola L'impero senza intero Caracciolo ci vuoi illustrare come si articola
Ma questo numero spiega o cerca di spiegare come funziona
La potenza americana nel mondo
Soprattutto dando la parola agli americani e cercando di capire come ragionano abbiamo quindi cercato di dar conto del dibattito interno americano
Affondando a comporre la storia perché in realtà molti dei comportamenti attuali degli Stati Uniti sulla scena internazionale sono correlati alla loro storia più o meno recente
Esaminiamo poi alcuni casi concreti che riguardano quello che è l'impegno attuale americano nella guerra al terrorismo ora in Iraq e così via i quelli che sono anche le reazioni degli altri paesi a cominciare dal nostro rispetto alla potenza americana in finte lì quello che emerge un quadro molto più Complesso di quello che normalmente
Si legge nel senso che la politica americana la potenza americana risulta molto meno
Forte molto meno consolidata di quanto i suoi critici o i suoi o Polo Geti tendono a dire
Ecco infatti il titolo ce lo dice ci sono delle contraddizioni in quello che viene considerato l'imperialismo americano sia in un senso positivo che in un senso negativo
E e contraddizioni che sono emerse in particolare nell'epoca dei e neo conserve la nell'affermazione dei neocon scollate con l'amministrazione Bush dopo l'undici settembre ce le può in poi evidenziare
Sì in realtà tutto questo dibattito scuri ne ho corse sull'amministrazione Bush
Manca un po'appunto di profondità storica le posizioni dei neoconservatori non solo così nuove sono altri certi aspetti affine tipiche di una certa parte del mondo politico americano
E il problema di fondo è che le le il progetto neo conservatore in buona parte sposato da Bush a un progetto tipicamente ideologico
Che non si bada quindi sull'analisi della realtà per cercare di modificarla ma si basa su un progetto che prescinde dai fatti
Il nome di alcuni valori per esempio quello della democrazia ora infatti dimostrano purtroppo che se noi dessimo la demografia non so all'Iraq piuttosto che l'Arabia Saudita o al Pakistan verrebbero eletti dei governi almeno oggi sicuramente antioccidentali
Perché l'opinione pubblica locale l'armata dalle rispettive culture e attualmente molto più simpatetica nei confronti di Bin Laden di quanto non lo sia per Bush da questo punto di vista esistono anche dei recenti sondaggi che pubblichiamo di un istituto assolutamente serio americano che rilevano appunto questo paradosso per cui si rivela demografia ti tolgono il consenso
Ecco
Tu nel tuo editoriale bici che gli Stati Uniti
Per conquistare l'Iraq non avevano bisogno di fare ma per controllarlo si
Ma secondo te ne sono effettivamente coscienti si stanno attrezzando per questo cambio di strategia che è necessario qualche cosa che Tano di chiarendo con molta fatica forse non vi hanno mai del tutto
Perché non dimentichiamo che questa guerra è partita all'insegna della famosa dottrina Rumsfeld per cui è l'America che decide la rotta e chi ci sta ci sta chi non ci sta non ci sta
Questo naturalmente può funzionare in una fase puramente di offensiva militare
Appunto in una fase del genere gli americani non hanno bisogno di altre forze militari
Non funziona affatto in una fase in cui bisogna controllare il territorio e bisogna soprattutto trovare una comune direzione politica per uscire da una situazione molto difficile
Quindi credo che in questo momento gli americani stanno attraversando una fase di presa di coscienza che non sappiamo che cosa sfocerà
Può sfociare in un tentativo di rovesciamento della dottrina Rumsfeld il cui appunto e la coalizione che prende in mano le redini del gioco o forse forse anche più probabilmente in un inasprimento dell'attuale dottrina nel senso che gli americani potrebbero rilanciare di fronte ai pericoli di crisi
Ecco una delle motivazioni che traspare dalla lettura di questo volume di Limes vera la guerra in Iraq comunque per la dottrina della guerra preventiva oltre che l'estendersi della democrazia in realtà è l'Est diversi
Dell'american way of life e in particolare anche di motivazioni reali materiali come il controllo del petrolio e c'è un articolo dedicato in particolare a questa questa è una questione energetica
E ci sono appunto di fatto tre dei maggiori fornitori l'Arabia Saudita Venezuela lira che che solo in una situazione
Di rischio ecco ci vuole un po'meglio stare meglio questa tu hai citato tre il tre dei cinque maggiori fornitori di petrolio gli Stati Uniti gli altri due sono in Messico il Canada che grazie a Dio per il momento sono presi
Stabili amici gli altri tre che ha citato per un motivo o per l'altro sono dei paesi in bilico che possono da un momento all'altro vedere rovesciare gli attuali equilibri
E quindi mettere in crisi i rifornimenti energetici all'America questo spiega il disperato bisogno americano di diversificare le aree di provenienza dell'approvvigionamento petrolifero considerando anche che l'America è un Paese molto dipendente soprattutto sempre più dipendente nel tempo dal petrolio e questo naturalmente è un problema geopolitico fondamentale nel senso che bisogna in qualche modo garantirsi
Che il controllo di questi flussi attraverso tormente di regimi che siano più o meno amici e quindi non era poi tanto errato dal punto di vista pacifista gridare no blog porrò io
Secondo me non c'entra nulla quei cioè uno immagina che la guerra irachena fosse dovuta solo a questo principalmente a questo secondo me sbaglia nel senso che non era la guerra all'Iraq
Diretta essenzialmente al al controllo il petrolio anche perché tra l'altro in questa fase se ne estrae pochino
Più in generale credo che se vogliamo prendere questo motto con una dignità di azione lo trovo piuttosto curioso perché onestamente non vedo chi copre di pacifisti sarebbe disposto a rinunciare al petrolio inteso come fonte di energia e quindi di mantenimento di un essenziale livello di benessere per i nostri Paesi quindi se
Che ci fosse davvero da fare una guerra per il petrolio penso che molti degli attuali pacifisti probabilmente cambierebbero idea ecco comunque si pone per
Soprattutto per l'Iraq su una questione di ovviamente di motivazioni per cui si è dichiarato di fare questa guerra e altre motivazioni che magari c'erano dietro che c'è anche la questione della costruzione della democrazia il trenta giugno si dovrebbe
Passare alla governo degli iracheni ma sarà davvero un governo degli iracheni ecco questo è il punto cioè la ragione fondamentale della guerra una delle ragioni mai chi è la principale era certamente quella di
Costruire un modello iracheno poi spendibili altrove in Medioriente questo modello non solo non sta nascendo ma si sta rovesciando in un modello negativo nel senso che la credibilità degli americani e dei loro alleati caduta i non si trovano in blocco degli iracheni disponibili in qualche modo a fare da foglie di fico diciamo di un regime di fatto in mano americana e quindi questo complica molto la situazione la sconfitta strategica americana potrebbe consiste proprio in questo
Ecco uno dei punti che segna no a un osservatore del dibattito politico in Italia ma non solo in Italia sul Leone che che si notano eh
L'incomunicabilità dei punti di vista perché se da una parte si sostiene che quello che sta avvenendo adesso
In Iraq la sollevazione di piccoli gruppi di fondamentalisti dalla tra Bach si ottiene che invece
è veramente una insofferenza di popolo allora secondo te qual è la delicata questa diciamo una delle ragioni per cui abbiamo fatto questo numero sull'America proprio per cercare di
Far capire come ragionano gli americani perché è un punto è un modo di ragionare certamente diverso dal nostro e molto spesso i i dissapori dissensi le crisi derivano proprio da una cattiva percezione allora incapacità di percepire da una parte e dall'altra le mie intenzioni degli uni e degli altri
Questo credo che questo diciamo ghetto di approccio culturale credo che sia fondamentale per capire anche i problemi di oggi
E quindi attuato avviso però invece qual è la la verità in questo momento della situazione in Iraq
La verità è che siamo in situazione di Fini Anarchia in cui di fatto il controllo del territorio sfugge largamente alle forze della coalizione in cui comandano o i capitribù piuttosto che alcuni nulla particolarmente intraprendenti e in cui è in corso una lotta per il potere
Tra i vari leader locali all'ombra di una protezione americana che ormai protegge assai poco tende più che altro poi comunque proteggere se stesso
Veniamo a un altro corno del dilemma perché è evidente che la politica americana segnata dalla alta guerra al terrorismo e però come fai notare anche nel tuo editoriale uno degli errori che tu insomma rimproveri insomma gli Stati Uniti
L'appoggio per esempio incondizionato alle politiche dice no perché l'altro corno del dilemma per il confronto con il mondo islamico arabo islamico è proprio la questione palestinese non c'è dubbio che
Questo schiacciamento della politica americana su quella israeliana non favorisce la credibilità dell'America Medioriente anche perché mi pare che in questo momento degli italiani non abbiamo le idee molto chiare
Anzi ce l'abbiano parecchio confuse il preannunciato ritiro da Gaza che sarebbe poi sostanzialmente lasciato il governo di Hamas potrebbe essere anche percepito come una sorta di Libano sud flusso cioè come una sconfitta italiana tale da incoraggiare ancora più i terroristi o comunque tutti coloro che pensano che Israele possono essere distrutto
Quindi paradossalmente questa politica di forza che non ha una visione strategica rischia di produrre molti più danni di una politica magari utopistica come quella di Ehud Barak
Ecco però gli Stati Uniti da questo punto di vista hanno annunciato no a questo progetto del grande medievale in quelli sono solo verrà cioè non credo che si debba spendere molto tempo intorno a queste parole perché per il momento solo parole
Poi mi ci deve anche spiegare che cosa vuol dire uno non riesce a stabilizzare un paese lo la vuole destabilizzare un paio di continenti
Ecco infatti nel tuo editoriale tra l'altro mi pare che invece più realisticamente
Appoggi una proposta che già è stata di di Pannella ma anche di altri Biella entrata di Israele nell'Unione Europea ma io penso che in un contesto come quello attuale si debba prendere considerazione questa ipotesi
Soprattutto per rimarcare in qualche modo Israele dall'America l'America da Israele perché evidentemente un'integrazione israeliana nell'ambito europeo da una parte ci responsabilizza rende maggiormente nei confronti di Israele
E dall'altro costringerebbe Israele ad adottare anche metodi e stili più vicini al nostro modo di di essere e di pensare certamente uno una evoluzione di questo genere credo che sarebbe di benefica beneficio sia per Israele sia per noi
Bene a parte però la richiesta che ovviamente dovrebbe fare e Israele c'è anche il problema del della mancanza in realtà di una politica per adesso europea no
Sì certamente gli europei non sono in questo appalto particolar mente popolari in Israele ma io penso che sia anche interessi israeliano quello di trovare un rapporto con altre potenze occidentali insomma alla fine non vedo quale sia anche dal punto di vista israeliano il loro interesse a schiacciarsi completamente sull'America o di schiacciare completamente l'America sulle loro posizioni
In un contesto fra l'altro di generale ostilità del mondo arabo-islamico nei confronti degli Stati Uniti oltre che di trenta
Bene io ringrazio Lucio Caracciolo naturalmente torneremo anche al al di fuori delle uscite degli messa ricontattarlo per
Aggiornamenti sulla situazione geopolitica io intatto lo ringrazio abbiamo parlato e voglio numero divide assai impedì impero senza interrogazioni semplice arrivederci
Chi