Il dibattito sulla riforma del sistema pensionistico e lo stato della disoccupazione in Italia interviste realizzate a margine del convegno "Riforme e ripresa: c'è un'alternativa a questi referendum?" promosso dalla Lista Bonino - Comitato di Coordinamento dei radicali per la rivoluzione liberale e gli Stati Uniti d'Europa (Sala del Cenacolo, Camera dei Deputati)

Radicali referendum liberisti per la libertà dell'impresa e del lavoro no effettivamente alterna per la politica economica del nostro Paese in Italia insomma il nostro Paese l'economia
Altre opzioni possibili per riuscire a liberare la
Pare necessario che rimasi pensavi le loro strutture socioeconomiche questo il che dove convegno presiederà c'ha alla Sala del Cenacolo bianco e che continuerà mani organizzato dalla lista Bonino per cercare un po'di capire se ci sono non ho alternative quali sono
E le necessità veloci che di questa politica liberista per
Dare e quali sono invece le strade perseguite dall'attuale maggioranza ed opposizione ora ora una serie di interviste a tre economisti che peraltro sono intervenuti anche nel corso del convegno si tratta di Mario Baldassarri di Giuliano Cazzola e di Arrigo Sadun è stato un dall'ascolto come sempre da Radio radicale
La ricarica l'abbiamo nostri microfoni professor Mario Baldassarri economista presso Baldassarre e sull'onda degli otto mila miliardi in più di entrate tributarie il governo D'Alema praticamente rinunciato alla riforma le pensioni ministro lavoro Salvi parla dirittura di e che le pensioni erano un obiettivo richiesto dal pensiero unico dei poteri forti quindi non era il caso per un governo di sinistra per seguirlo
Va chiarito che non è che il governo rinuncia a fare la riforma delle pensioni
Il problema è che senza fare la riforma delle pensioni si ottengono due conseguenze la prima di medio lungo termine invece sappiamo che l'attualissima pensionistico nel lungo periodo non sta in piedi e quindi in ogni caso va riformato la seconda invece molto più creta immediata e cioè un rallentamento contenimento della spesa pensionistica potrebbe consentire di destinare le risorse alla riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese per rilanciare i consumi rivestimenti e quindi destinare risorse lo sviluppo l'occupazione allora rinunciare alla riforma delle pensioni in questo senso significa in gran parte legarsi le mani in termini di vere politiche per lo sviluppo l'occupazione come se non al presidente Cosimo D'Alema dice il vero la vera priorità all'occupazione non
La riforma delle pensioni
Ma l'occupazione non si fa con ma i proclami io ho ho con le dichiarazioni di numeri come a suo tempo fece lo stesso Governo Berlusconi e più recentemente anche e il Governo da Lele che era questa no i numeri hanno un enorme valore io come ragioniere solo che i numeri contano molto ma i numeri dei ragionieri sono i numeri dei consuntivi non i numeri dei preventivi o delle speranze e quindi il consuntivo va fatto da qui a tre anni da qui a cinque anni con una politica che rilanciando lo sviluppo crei occupazione e ci porti ad Merzario soprattutto il tasso di disoccupazione perché da troppi mesi abbiamo di Parlato molto di occupazione ma poco del tasso di disoccupazione mi spiego meglio e cioè purtroppo i disoccupati in Italia sono circa tre milioni se è vero che gran parte lavorano in ero e quindi questo non fa esplodere il conflitto sociale però per quanto riguarda in particolare il mezzogiorno e ancor di più i giovani e il sud ammesso che non siano tutti i veri disoccupati è possibile che facciano lavoretti e lavori neri
Ma questi giovani ventenni o quasi trentenni gli offriamo una prospettiva di vita di continuare ad essere in un precariato assoluto attenzione non ad non dover cambiare lavoro ma poter cambiare lavoro in un mercato del lavoro che offre pari opportunità di scelta e non essere costretti a cercare dalla mattina alla sera un lavoretto qualsiasi ecco da questo punto di vista il bilancio va fatto a tre anni a cinque anni ma le decisioni vanno prese subito con l'attuale è stato della finanza pubblica con il peso della spesa pubblica con il peso del prelievo fiscale sappiamo ormai da tempo la si può rigirare in mille modi ma le intere Italia si auto condanna accrescere poco e a creare poco occupazioni
Neanche andato col proprio positivo il fatto ci siano otto mila miliardi in più di entrate tributarie poi all'ultimo dei conti
Ma il problema del bilancio pubblico non può essere valutato prendendo una voce sui sei mila capitoli di spesa e altrettanti capitoli di entrata che ci siano abbondanti entrate pubbliche è un fatto positivo perché consente di contenere il deficit pubblico quindi di mantenere gli impegni verso i mercati finanziari internazionali e soprattutto verso e i partner europei
Però è proprio questo il TAR la parte nobile della politica e cioè non quella di illudersi di fare occupazione e sviluppo in deficit
Come ebete che passati antichi ma la responsabilità della politica del fare sviluppo occupazione destinando dove prendere le risorse e dove destituite spendere queste stesse risorse in equilibrio di bilancio cioè a parità di De Filippo applico e allora qui ritorna fuori il nodo delle pensioni cioè se noi destiniamo le risorse a pagare pensioni soprattutto pensionati relativamente giovani che potrebbero tranquillamente continuare a lavorare e che non hanno pagato contributo sì in misura sufficiente per coprire il costo della loro pensione noi stiamo destinando queste risorse a queste persone nello stesso momento non ci sono le risorse da destinare ai ventenni e trentenni per creare occupazione ma tutto ciò mi pare che conduca
All'altra ma di questo convegno non c'è alternativa referente
Non c'è alternativa i referendum e finché il Parlamento appare bloccato su temi di fondo strutturali che possano rilanciare lo si Lupo del paese che sono appunto una forte riequilibrio i verso l'abbassamento della pressione fiscale che implica una stagione seria di riforme strutturali che contenga la spesa pubblica bisogna spostare il confine fra lo Stato e i cittadini che che lo Stato è al cinquanta per cento del PdL e assorbe la metà delle risorse prodotte da tutti gli italiani la conseguenza che la crescita asfittica
E la disoccupazione ancora attorno al dodici per cento destinata a rimanere al dodici all'undici a nove e l'undici otto quando va bene si riduce De zero zero uno per cento all'anno per i prossimi cinque o sei anni e allora tutto il resto in termini di occupazione rimangono chiacchiere o buoni auspici
Il caso il dato più probabile che abbiamo oggi che la prossima Finanziaria conterrà interventi molto modesti sulle pensioni con una forte connotazione demagogica e poi si vedrà magari si parla di questo ho disegno di legge collegato da discutere successivamente a partire dal due mila può darsi che li trovino il modo di inserire qualche norma di delega che affronti che affronti la materia io però sono curioso di vedere come faranno trovare undici mila cinquecento miliardi di tagli alla spesa corrente i tre mila cinquecento miliardi nuova entrata avesse agli investimenti siamo questi una cose che faccio fatica a vedere Marciano e i miracoli si possono sempre fare
Cioè perché non tagliando le pensioni d'annata
Beh ma è chiaro che a questo punto il il problema si porrà sul lato delle entrate nel senso che le la riduzione della pressione fiscale non ci sarà o sarà assolutamente modeste significa che l'equilibrio si farà sul versante sul versante delle entrate io comunque credo che sarà fatica a trovare undici mila cinquecento miliardi di tagli alla spesa corrente soprattutto quando ce la fa ma i contratti dei pubblici dipendenti quando si deve andare coi piedi di piombo anche sul versante dalla sanità quindi lì insomma che nel mio piccolo aspetto di vedere cosa farà il governo
Quindi al di là delle chiacchiere dice
Si interviene sulle spese interviene sull'entrata
Beh e e si diventa difficile trovare tagliare undici mila cinquecento miliardi senza toccare i grandi comparti la spesa corrente che sono la sanità la previdenza gli stipendi dei pubblici dipendenti sapendo che come detto anche adesso Baldassarri sul versante dei tassi di interesse non è che c'è da aspettarsi dividendi abbiamo avuto l'anno passato gli anni passati gli anni scorsi tenga conto che dal novantacinque al novantotto sono fatto male i conti
I tassi di interesse debito pubblico abbiamo risparmiato quaranta mila miliardi
Quindi hanno dato un contributo molto forte alla alla ai parametri di ma sia stato un tal rispetto dei parametri di Maastricht
C'è un rapporto diretto tra la crescita e con un
Beh certo che c'è quando lei pensa che l'aliquota contributiva è il pezzo forte del costo del lavoro e del cuneo fiscale e contributivo
E non c'è dubbio che essendo il cuneo fiscale e contributivo un una uno degli ostacoli
A far sì che dal secondo mercato del lavoro quello precario
Poco tutelato che è comunque in crescita ed espansione perché poi sono lì che vengono i posti di lavoro nuovi al di là di decidere di sapere quanti sono questi posti lavoro
Poi ecco da questo secondo barricadero pur non si passa nel primo proprio perché
Non ci non ci è in condizioni di superare la barriera del costo della
Ed essendo aliquota pensionistica la più alta del mondo mi pare che una relazione ci sia lei tenga conto questo lo dico non per stabile
è una relazione diretta ma così semplicemente per ricordare alcuni dati significativi e comunque una qualche relazione
Ce l'hanno che dal novanta al novantasette
Solo nel sistema però privato
Ci sono state e un milione centoquattordici mila pensioni d'anzianità in più nuove pensioni d'anzianità centoquattordici mila
Nello stesso Periodo si sono no scusate con confusi i dati sono stati un milione trecentoventi mila pensioni d'anzianità in più aprirà potranno trovate novantasette nello stesso periodo si sono persi un milione centoquattordici mila
Posti di lavoro
Cui settecento trentadue mila nel
Lavoro dipendente lo capisce quasi un rapporto tra le due somma nordico che è un rapporto meccanico ma notoriamente indubbiamente bisogna dei conti quanto meno spiegarlo un rapporto di questo genere quindi per l'intervento immediato c'è un rischio di
Quel sistema complessivo ma guardi lei tenga conto che il disavanzo previdenziale assistenziale e quando si parla di assistenza in questo caso si mi riferisco a la la Spesal assistenziale che confluisce in quella pensionistica e pare al quattro per cento del
Ebbene lo è strutturalmente noi dobbiamo realizzare il pareggio quel deficit che
Nel bilancio non sul sul PIL di qui al due mila tre
Per farlo dobbiamo assorbire
Un disavanzo strutturale pensionistico assistenziale di questa di questa portata in credo che sia molto difficile
Riuscire a farlo riducendo contemporaneamente il prelievo fiscale destinando
Risorse agli investimenti pubblici tenga conto che nel mille novecentonovantotto ancorché in crescita agli investimenti pubblici sono stati
Filippi detto diciamo che non è
Cosa diciamo deve servire
Dunque ora
Ma le privatizzazioni come ha detto anche se proprio l'europea devono servire all'inizio
Noi dobbiamo anche nel Patto di stabilità di una
Tutto una forte riduzione d'che è stato il parametro
Diciamo che ci hanno condonato
Mille novecentonovantasette quando c'è un fattore della prova finestra di Maastricht di sinceramente
Trovo un pochino singolare che si debba destinare la prima casa i soldi alla platea
Lettera insomma
Quanto meno è una prassi se una prassi abbastanza innovativa l'unica cosa che conosco stata nel passato e la gestione
Le dieci banche pubbliche
Vince lì le banche si assumessero anche
Diciamo la la sorte previdenziali dei loro dipendenti non creando una gestione
Ottavi cassa all'interno del bilancio in serie A coprendo le gli oneri però
Può secondo ovazione quella della nel preoccuparsi anche di di
No delle prescrizioni impressione che rischia di diventare un po'un ostacolo la prima fila
L'uso corrente vere cosa faranno con le ferrovie
Il la gestione dei dei del pensionistica dei ferrovieri è la più disastrata d'Italia
Inserite delle pensioni sarà il doppio degli scritti
Tutto quello che le merci mi par di capire quando il ministro Salvi dice la riforma delle pensioni si era imposta dal pensiero unico dice se non dice una cosa saggezza
C'era i posti pensiero unico io potrei dire che il pensiero unico non non riguarda solo il sistema pensionistico ma riguarda è un po'tutta l'economia quindi io credo che il problema ci sia d'altro canto non vedo una congiura di di di potentati internazionale che cospira no ai danni il sistema pensionistico italiano faccio fatica a vederlo insomma o quanto meno sono d'accordo con questi potentati
Guarirà dica l'abbiamo dei nostri microfoni professor ricorresse ad uno hanno appena finito potremo dire la sua relazione al convegno organizzato dalla lista Bonino riforme e ripresa con l'alternative referendum professore De Mita per di capire dal suo intervento ha detto le economie europei particolare in genere tutte l'economie europee ma in particolare l'economia italiana ancora non si sono adattate alle regole ai meccanismi dell'economia globale e quindi se non si fanno le riforme la ripresa parte una ripresina tecnica ce la sogniamo giusto esatto ora nera in
Gli ori delle circostanze noi saremo condannati ad avere un tasso di sviluppo intorno al due per cento che storicamente talmente basso e tecnicamente non è sufficiente né non è sufficiente per chiare posti di lavoro e per assorbire la disoccupazione
Tradizionalmente tenga presente che gli economisti consideravano un tasso di sviluppo del tre tre e mezzo per cento come condizione essenziale le assorbire la disoccupazione quindi con un tasso che quasi della metà ovviamente qualunque miglioramento
Largamente illusoria ecco ma lei nel suo intervento ha detto naturalmente su alcuni punti non fra analisi approfondite perché avevo ce la tirannia del tempo ben nota ecco ma che cosa vuol dire Coco soleva dire con adattamenti alla regole dell'economia globale da parte delle singole economia nazionale che vuol dire adattarsi
Da circa una decina d'anni l'economia mondiale è entrata in una fase di sviluppo che è caratterizzata da fenomeni quali la globalizzazione la rivoluzione informatica dei il rivoluziona mento in alcuni Paesi delle politiche economiche basti pensare paesi essenzialmente anglosassone che hanno ridotto l'incidenza beh pubblico nell'area privata e
La battaglia entrò l'abbattimento massiccio della pressione fiscale queste sono alcune caratteristiche queste economie i sistemi economici come appunto con gran parte quelle anglosassone che sono riusciti a capire e ad adattare la propria struttura a questi fenomeni hanno avuto dei risultati assolutamente strabiliante paesi che per culture diverse o situazioni politiche diverse o priorità di scelte economiche diverse non sono riusciti o non hanno voluto adattarsi in piena queste strutture hanno pagato un prezzo molto alto in termini di crescita economica
Giappone edita de l'Europa continentale particolare Italia sono gli esempi più chiare quindi mi par di capire Rattazzi vuol dire appunto diminuire fortemente da
Essere fiscale e ampliare l'area del privato sostanzialmente la flessibilità del mercato del lavoro esatto in più mettere i no Prato te quel
Quei cambiamenti che sarebbero necessari per sfruttare appieno la rivoluzione tecnologica a cominciare ovviamente ma proprio la riforma basilare da un sistema scorso scolastico o occasionale che permette l'utilizzo efficace è molto ripartito di questo tipo di di di competenza non è necessario andare università ora negli Stati Uniti per esempio ci sono delle persone che non hanno un livello di istruzione particolarmente elevato ma sanno utilizzare benissimo tutte le nuove tecnologie informatiche che vanno da operare un pc o eseguire alcune operazione relativamente banale ecco queste è stata non una delle grandi molle
Che ha permesso la crescita di questi sistemi economici e l'eccezionale Periodo di prosperità e come c'è chi dice faccio l'avvocato del diavolo i Paesi dell'Coppa continentale non sono come i Paesi anglosassoni non si possono importare se stessi meccanismi le che risponde
è una questione di scelta se il la politica di questi Paesi privilegia diciamo l'eguaglianza sociale o proteggere certe categorie di cittadini a scapito di una crescita molto più rapida che poi dopo di ritorno magari affronta e supera anche questi problemi è un'altra questione
In realtà per quanto ci siano delle differenze nazionali molto marcate non si può illudere da questi dettami generale la realtà dell'economia mondiale quella che non si può invertire poco spostare le lancette del tempo interno c'è un certo margine di manovra per permettere a ciascuna paese la sua via Nazionale ma in di fondo
Non si può sfuggire a questa a questa tendenza quindi le dice l'economia italiana in genere l'economia europea ed è uno comunque se vogliono avere un sì voglio dire subito che la fortissima disoccupazione adattarsi in gran parte se e quindi questo vuol dire che a quell'ora non c'è alternativa questi referendum una preferendo potrebbe essere la scorciatoia politica
Queste trasformazioni che vediamo il funzionamento normale del della vita parlamentare non consente la ringrazio