Seminario di previsione sull'economia italiana org. dalla Confindustria (c/o la sede della Confindustria - Viale della Astronomia)

Un ramo
E quelle per la finanza pubblica che a nostro giudizio coglie l'obiettivo del tre per cento quest'anno e si colloca leggermente al di sotto di questa soglia l'anno prossimo
Permangono margine di incertezza riguardo la pressione fiscale per gli anni successivi non essendo stato avviato un risanamento strutturale della spesa pubblica
La produzione manifatturiera pure in crescita e ancora leggermente al di sotto dei livelli del novantacinque
La crescita del prodotto interno lordo tenuto conto dell'informazione sul terzo trimestre dovrebbe collocarsi nel novantasette all'uno virgola tre per cento
Gli indicatori statistici inducono a ritenere probabile un'accelerazione della crescita nel corso del novantotto
Riteniamo però che non vi siano le condizioni perché l'economia italiana torni rapidamente a crescere a ritmi elevati ossia più vicini al tre per cento che al due per cento per due motivi
Sul piano congiunturale probabile che manchi Gherardo la riproposizione in misura ridotta degli incentivi per le automobili si registri una flessione della domanda in questo settore
Il secondo motivo attiene alle conseguenze che avrà anche per l'Europa la crisi finanziaria del Sud-Est asiatico che inciderà sulla crescita del novantotto per zero due zero tre punti percentuali
Appare comunque improbabile che la crescita dall'Europa e quella dell'Italia possono raggiungere i valori previsti ad esempio la Commissione europea poco prima della crisi asiatica
Ciò gli organi
Sulle prospettive di medio termine dell'economia gravano numerosi fattori strutturali pubblica amministrazione fisco scuola infrastrutture mercato del lavoro sistema bancario
Che incidono negativamente sulla competitività del sistema
In questo quadro sembra difficile che il tasso di disoccupazione che quest'anno dovrebbe collocarsi al dodici virgola due per cento possa scendere sotto il dodici per cento nel prossimo biennio
Hanno sostanzialmente invariati i divari tra Nord e Sud del Paese malgrado che negli ultimi tempi si stia manifestando qualche segnale incoraggiante al suo
Uno dei pilastri di risanamento italiano di quest'anno è senza dubbio la discesa dell'inflazione sino a livelli dai primi anni Sessanta
La crescita dei prezzi al consumo dovrebbe collocarsi all'uno virgola otto in media d'anno
Per la prima volta l'inflazione effettiva sarà inferiore all'inflazione programmata dal governo
Quest'ultima era pari al tre per cento sino al giugno del novantasei quando l'esecutivo cercò con esito incerto per l'opposizione del sindacato e di parte della maggioranza di portarlo al due virgola cinque per cento
Nessuno riteneva possibile un valore inferiore al due per cento
La riduzione dell'inflazione avvenuta malgrado il costo del lavoro sia aumentato del cinque per cento circa e ha dunque comportato un consistente schiacciamento dei margini dell'impresa
Tale schiacciamento è attribuibile al ristagno del mercato interno e ad un mutamento delle aspettative degli operatori
I quali sono andati via via convincendo sì che a differenza del passato eventuali aumenti di prezzi non sarebbero stati accomodanti da future svalutazione della lira perché l'Italia sarebbe entrata nell'Unione monetaria
Oppure perché in caso contrario la banca centrale avrebbe mantenuto molto strette le redini della moneta
L'analisi delle motivazioni sottostanti la bassa inflazione di quest'anno ci induce a ritenere probabile la continuazione delle tendenze in atto e a cifrare l'inflazione media per il novantotto al due virgola uno per cento
Malgrado si debbano ancora manifestare sui prezzi circa cinque decimi degli otto prevedibili come effetto complessivo degli aumenti disposti a settembre delle aliquote Iva
La dinamica delle retribuzioni dovrebbe essere relativamente moderata intorno al tre virgola cinque per cento anche se rimarrà superiore sia le previsioni del governo due virgola cinque per cento
Sia gli andamenti previsti negli altri principali Paesi europei fra il due il due virgola cinque per cento
Gran parte delle fortissimo miglioramento del disavanzo del novantasette può essere attribuito agli interessi alle revisioni contabili e a provvedimenti sulle entrate e sulle spese che hanno carattere eccezionale e comunque non continuativo
Il dato preoccupante che emerge dall'analisi dei conti pubblici è la stabilità della spesa corrente al netto degli interessi
La giustamente italiano non ha scalfito le dimensioni dello stato e della sua macchina amministrativa ma è avvenuto attraverso le imposte e la contrazione dello stock di capitale pubblico
La mancata riforma delle pensioni al novantasette è stata l'ultima dimostrazione di quanto sia difficile ridurre la spesa corrente
Malgrado queste valutazioni riteniamo che la Finanziaria in discussione alla Camera dovrebbe consentire di mantenere il disavanzo sotto il tre per cento nel novantotto
Per via dell'ulteriore riduzione della spesa per interessi è però essenziale che non venga attenuata l'efficacia dei controlli sui flussi di tesoreria
Le mancate riforme strutturali della spesa appesa no sulle prospettive di medio termine dei conti pubblici
Non essendo state avviate riforme capaci di ridurre gradualmente nel tempo le spese e stante l'alto livello del debito pubblico
I conti pubblici italiani rimarranno per lungo tempo particolarmente esposti alle fluttuazioni dei tassi di interesse internazionale
è ancora presto dunque per dire che non saranno necessarie ulteriori manovre di aggiustamento per il novantanove per gli anni successivi
E a maggior ragione purtroppo per prospettare una riduzione della prosa della pressione fiscale
Le trentacinque ore la nostra previsione non tiene conto dell'impegno del governo a ridurre a trentacinque ore l'orario legale di lavoro entro il gennaio del due mila e uno
L'assunto implicito è che alla fine prevalga il buon senso
Riduzioni contrattate dell'orario nelle singole aziende avranno luogo com'è accaduto negli ultimi anni senza dubbio ed esse sono coerenti con il nostro scenario previsivi
Ai fini della valutazione dell'impatto economico la differenza sarà di riduzioni contrattate a livello aziendale
E riduzione per legge molto rilevante
Nel primo caso fra le parti sociali interviene uno scambio fra orario retribuzione i lavoratori accettano una minor crescita della retribuzione in cambio di una riduzione d'orario
Nel caso invece di un intervento legislativo la riduzione di orario si pone almeno inizialmente come aggiuntiva rispetto gli aumenti retributivi anziché sostitutiva di Jas
Una riduzione d'orario ha qualche probabilità di generare occupazione aggiuntiva se fatta a parità di costo per le imprese
è molto più probabile che questa condizione valga a livello di singola azienda dove le preferenze i lavoratori possono essere verificati in modo diretto piuttosto che a livello nazionale
E che valga a seguito di un processo di contrattazione piuttosto che a seguito di un'imposizione legislativa
Una legge quindi massimizzare le probabilità di risultati negativi in termini di occupazione
La parità di costo non è inoltre di per sé condizione sufficiente perché si abbiano effettivi effetti positivi per l'occupazione per due motivi
Il primo è che possono sussistere incentivi a compensare la riduzione dell'amore di lavoro normale con il lavoro sta ordinando il secondo attiene al fatto che l'ha sostituita ore uomini è imperfetta
Anche a parità di costo una riduzione di orario dell'X per cento determinano un mento meno che proporzionale dell'occupazione
L'abitazione prospettata da quaranta trentacinque ore aumenta i costi orari nell'industria diano ammontare compreso fra il dieci e il quindici per cento
Aumenti tanto rilevanti non potrebbero essere assorbiti in un triennio neanche qualora tutti i contratti di lavoro fossero rinnovati con aumenti retributivi nulla
Se la finanza pubblica volesse farsi carico dei maggiori costi gli oneri aggiuntivi sarebbero nell'ordine dei trenta mila miliardi
Io non voglio dilungarmi oltre in questa presentazione
Passerei quindi subito la parola al dottor Galli facendo poi per quanto riguarda i commenti una una variazione rispetto al programma darò quindi la parola per primo subito dopo al professor Marzano
Io
Parlerò come di consueto Vitré cosa
Il livello dell'attività economica l'inflazione conti pubblici aggiungerò qualche considerazione
Sulle trentacinque ore
Il vello di attività
Sulla base degli ultimi dati Istat sostanzialmente l'anno nostro pre consuntivo per il novantasette di una crescita come avete sentito dell'uno e tre per cento
Per il novantotto prevediamo una in crescita del due due per cento malgrado la crisi asiatica e ieri più ridotti incentivi sull'automobile
Questo cosa significa significa che la ripresa c'è
E il PIL accelera rispetto a quest'anno
Ma sempre una variazione inferiore
A quella sia di quest'anno e dell'anno prossimo degli altri Paesi europei
Ed è come già detto Guidi dottor Guidi una crescita insufficiente per attenuare anche solo attenuare il problema della disoccupazione che noi prevediamo rimanga attorno al dodici per cento
I segnali positivi sulla congiuntura ci sono
Pregherei di
Mettere il primo grafico
Questi attengono alla produzione industriale la linea rossa è un'Inter Poland
Dei dati effettivi come vedete la produzione industriale negli ultimi dati
Cioè risale notevolmente nel corso del novantasette si riporta quasi ai picchi del mille novecentonovantacinque quindi c'è una ripresa ma a distanza di due anni ci troviamo più o meno allo stesso livello della di due anni prima
Successivo grafico riguarda la cassa integrazione ordinaria
Come vedete è stata utilizzata molto meno nel corso della fase difficile ora eccessiva del novantasei di quanto non fosse stata utilizzata nel novantatré ma se voi vedete nel corso del novantacinque sette ridiscende notevolmente si dimezza più o meno e ritorna ai livelli bassi del mille novecentonovantacinque
Indicazioni incoraggianti prossimo favore vengono dalla
Da lei che indagini sul livello e sulle aspettative degli ordini come vedete ordini dall'interno e dall'estero sono in ripresa nel corso di questi mesi del novantasei il dato forse più incoraggiante è la linea rossa quella più in alto che riguarda le aspettative degli ordini
E aspettative delle in prese sull'andamento dei propri ordini nei prossimi tre quattro mezzi questo livello ritornato grossomodo quasi a livello alla ai valori del mille novecentonovantacinque
Un altro dato incoraggiante prossimo riguarda il fatto che la ripresa degli ordini sta cominciando a riguardare gli investimenti
Questi sono gli ordini di beni strumentali rilevati dall'uscimmo
Come vedete c'è una forte ripresa molto forte degli ordini di beni strumentali dall'estero rivolti alle imprese italiane questa è la linea rossa
Ma c'è anche una qualche ripresa più moderata
Degli ordini dalla dall'interno queste indicazioni e altre che abbiamo ci fanno pensare che nel corso del novantotto ci sarà una qualche ripresa degli investimenti dopo praticamente due anni di tassi di crescita Piccini allo zero
La ripresa degli investimenti e perché la capacità produttiva utilizzata è abbastanza elevata ripresa degli investimenti che tuttavia sarà del tutto prossimo per favore sarà del tutto insufficiente a riportare il tasso dell'accumulazione
Italiano sui livelli dell'inizio del decennio voi qui vedete un grafico Dalma della rapporto fra investimenti complessivi e Tilla
Quindi sia investimenti privati che investimenti pubblici in termini reali dal mille novecentottanta e poi vedete la previsione della linea nera fino al novantanove
Vedete che noi prevediamo bensì una ripresa che pochissima cosa rispetto alla straordinaria caduta di circa due punti del prodotto interno lordo
Verificatasi all'inizio degli anni diciamo pari novantadue e il novantaquattro
Credo che nessun previsoni ree immagini che ci sia una più soste su Cossu una cospicua ripresa insomma che si possano ritornare sul livello degli anni Ottanta della fine degli anni Novanta
E anche per questo a noi pare difficile precedere Grandi Balzi nella crescita economica questo sostanzialmente lo stesso punto che è stato fatto nelle considerazioni finali del Governatore Fazio nel maggio scorso
Difficile prevedere oggi un grande salto nell'accumulazione difficile quindi prevedere una ritorno della crescita su livelli elevati tre per cento e oltre cioè sui livelli che sarebbero necessari
Per riuscire a cominciare a ridurre il tasso del di disoccupazione
Naturalmente in queste previsioni c'è una qualche valutazione degli affetti che potrà avere su di noi la crisi asiatica
Dirò poco su questo c'è un'analisi abbastanza dettagliata nel rapporto la nostra valutazione che il prodotto interno lordo europeo dovrebbe risentirne
Prossimo prego dello zero due zero tre per cento lei sporta azioni grosso modo per darvi un'idea degli ordini di grandezza
Le esportazioni dell'Europa verso il Sud-Est asiatico sono circa l'uno virgola due per cento del PIL dell'Europa
Questo significa per fare un conto che se le esportazioni dell'Europa verso quei Paesi
Cadessero del venti per cento che avrebbe una caduta del PIL dell'Europa dello zero ventiquattro per cento ora una caduta del venti per cento le esportazioni
è un'ipotesi che a un certo credito ma non è una piccola caduta
Nel Messico le esportazioni nel novantacinque caddero del dodici per cento qui però ci sono altri rischi che riguardano l'America Latina che riguardano la Russia quindi anche di questo occorre tenere conto
Ci sono però e ne abbiamo tenuti acconto ci sono però dei rischi aggiuntivi di cui non abbiamo tenuto conto
Sono cose di cui si parla e quindi ne faccio un cenno
Il primo è il rischio di una crisi diciamo così di tipo coreani in Giappone
Dirò pochissimo su questo a noi pare difficile che ci possa essere una crisi di questo tipo in Giappone perché il Giappone ha un'economia estremamente solido differenza della Corea ha un fortissimo surplus con l'estero
Ciò non toglie che la nostra previsione per il Giappone è stata fortemente rivista al ribasso e vediamo un Giappone che cresce circa l'uno per cento
Il secondo rischio di cui si parla è che illustrato mi pare piuttosto vivacemente in questo grafico
Riguarda come dire un rischio al crollo delle banche giapponesi
Che poi tirerebbero fondi sul mercato interbancario internazionale generando una qualche affetto di implosione cioè Nissim insomma nel sistema bancario nazionale discorso qui sarebbe lungo certo un problema con le banche giapponesi c'è questo qui
Il grafico illustra la linea rossa il la l'indice Nikkei della Borsa giapponese la linea blu è l'indice dei corsi delle azioni bancarie
Come vedete in un anno questi corsi si sono quasi dimezzate che c'è un problema sicuramente molto serio che percepito dal mercato
La nostra valutazione per una serie di motivi che non posso adesso illustrare qui è che il rischio di un effetto contati o attraverso il mercato interbancario di una implosione
Dezzo del sistema dei pagamenti è un rischio come dire
Circo sfoltire molto piccolo anche se qualora dovesse verificarsi gli effetti sarebbero estremamente gravi
Le borse
Non ci pare le borse dei paesi occidentali non ci pare che siano fonte di preoccupazione
Perché stanno già risalendo perché anche negli Stati Uniti dopo la caduta
Si è verificato una ripresa già si è verificata una ripresa non solo degli indici borsa ma anche degli indici di fiducia dei consumatori
Perché comunque le borse sono cresciute moltissimo nel corso dell'ultimo anno con l'eccezione del Giappone naturalmente
A e perché infine illa l'esperienza del mille novecentottantasette dell'ottobre ottantasette ci dice che negli cosa successe allora
Quindici Calderoli
Vostri cade del venti e rotti per cento l'effetto sul consumo sui consumi negli Stati Uniti furono estremamente modeste anzi nell'anno successivo ci fu una buona crescita dei consumi negli Stati Uniti
Mi fermo qui su queste questioni che sono di grande importanza rinviando al rapporto e passo il mio secondo punto l'inflazione
A anche qui nel rapporto abbiamo una estenuante analisi di come mai potente attivo di capire come mai l'inflazione sia tanto bassa o addirittura negativa se valutata al netto dell'IVA
Negli ultimi mesi
La spiegazione che ci appare quindi è molto più bassa di quanto noire chiunque altro si aspettasse fino anche solo sei mesi fa
Ricordate che ancora maggio scorso erano diffusi timori di un rimbalzo dell'inflazione nel secondo semestre furono espressi anche dal ministro del tesoro dal governatore della Banca d'Italia da quasi tutti i centri di ricerca
La spiegazione che ci pare più convincente
Sta in questo grafico in qualche modo dette l'inflazione italiana è scesa come è scesa quella i due Paesi che per certi versi hanno una storia simile a quella dell'Italia per quello che riguarda l'infrazione e cioè la Spagna e il Portogallo
Anche in Grecia c'è stato una fortissima discesa dell'inflazione sino a più o meno quattro per cento adesso ma da livelli partendo da livelli molto più alti
Quindi c'è un aspetto comune che può essere attribuito ha due cause uno l'aspettativa dell'unione monetaria
In unione monetaria i tassi di inflazione dell'area dell'euro saranno più o meno tutti uguali in qualche modo i comportamenti degli operatori anticipano una realtà dall'unione monetaria
In parte può esserci stato un effetto come diretti germanizzazione dei banchieri centrali dei paesi latini difficile discernere fra queste due ipotesi
Quello che questo grafico suggerisce che il di più forse di germanizzazione della nostra banca centrale rispetto a questi Paesi può forse spiegare perché abbiamo la stessa infrazione di questi Paesi pur avendo una crescita salariale un po'più elevata attorno alle quattro e mezzo cinque per cento era valutazione che diamo della crescita salariale di quest'anno
E una situazione finanziaria che fino a qualche mese fa appariva un po'più a rischio di quella della Spagna e anche di quella del Portogallo
Quello che c'è che appare certa che c'è stato un mutamento
Fonte del nei comportamenti e nelle aspettative di carattere strutturale questo naturalmente rende abbastanza difficile prevedere come andrà il futuro ma se è giusta l'interpretazione che diamo del fenomeno
Allora ne segue la nostra previsione cioè che anche nel corso del novantotto malgrado l'Iva malgrado varie cose gli aumenti salariali di quest'anno
Dovremmo a vere una inflazione anche nel novantotto attorno a livelli tedeschi numero che diamo per la media dell'anno prossimo ripeto malgrado l'Iva due virgola uno per cento
E vengo al mio ultimo punto
Che sono i conti pubblici
Osservanza per il mille novecentonovantasette
Il tre per cento
E acquisito
Per il mille novecentonovantotto la nostra valutazione
Che
La Finanziaria uscito dal Senato
Qualora non venga
Annacquata ulteriormente in questi giorni
Dovrebbe bastare a stare sotto il tre per cento
Anche nel mille novecentonovantotto a condizione però che continuino a ad essere efficaci come il ministero del tesoro ci assicura
I controlli sui flussi di tesoreria che hanno avuto un notevole ruolo nel contenere il disavanzo di questa
Estremamente difficile valutare se ciò avverrà non avverrà il ministero del Tesoro civile
Cioè assicura agli italiani che ciò avverrà non abbiamo dei dati per verificare esistono dati per poter verificare in quale misura il controlli di tesoreria abbiano determinato riduzioni di spesa rinvii distese rinvii di pagamenti
Quindi c'è il rischio che succeda qualcosa di simile a quello che è successo nel novantasei dopo la stretta di cassa sostanzialmente nella seconda metà del novantacinque cioè poi una forte pressione
Se ciò non avverrà come ripeto il ministero del Tesoro assicura
Sempre ci pare che per cui ha sostanzialmente dell'ulteriore riduzione della spesa per interessi che si verificherà fondi quasi assoluta certezza nel novantotto
Dovremmo stare sotto il tre per cento la nostra valutazione due nove ma non come dire a un anno di distanza è molto difficile valutare decima
Il mille novecentonovantasette il miglioramento della disavanzo nel novantasette è stato fatto essenzialmente tutto con riduzione di spesa per interessi revisioni contabili
In misure temporanee
C'è una tabellina che non riproduco qui che sta tabella mi pare diciassette nel rapporto che mostra come
Ciò sia potuto avvenire
Aggiungo che quasi tutte le misure temporanee che hanno determinato questo miglioramento non erano notte non erano ancora state deliberate
Quando noi facemmo la nostra previsione nel dicembre del novantasei quando noi dicemmo che mancavano quasi quaranta mila miliardi nella Finanziaria novantasei per il novantasette
Quasi tutte le temporanee furono decise le misure importanti furono decise dopo dicembre ricordo il secondo pezzo del TFR l'anticipo riscossioni accise condoni fiscali contributivi azzeramento per cinque mila miliardi dei crediti d'imposta in titoli plusvalenze Banca d'Italia uffici italiani campi maggiori revisioni contabili revisioni contabili hanno comitato per sedici mila miliardi non per i dodici mila e cinque che allora era hanno
A messe in finanziaria
Con l'insieme di queste cose FIAT si arriva attorno alla cifra che noi avevamo ma ciò è poco rilevante la cosa rilevante che
Le le questioni di cui si discuteva a settembre ottobre novembre dell'anno scorso quando era in discussione in Parlamento la finanziaria non so se ricordate i tagli ai ministeri
Associati al nome dell'onorevole Pennacchi il part-time di Bassanini
I dipendenti pubblici taglia scuole ospedali e quant'altro ossia gli interventi strutturali sulla spesa
Hanno avuto un effetto modestissimo forse nell'ordine
Centinaia e non migliaia di miliardi
Nella determinare ruolo modestissimo nel determinare il miglioramento di quest'anno
A prova ne che
In questa tabella voi credete
Questa è la tabella del Governo queste la valutazione del governo sul novantasette nel novantotto
Vedete che
La penultima colonna variazioni in rate la storica variazioni in rapporto al PIL novantasette su novantasei guardate la voce uscite correnti al netto degli interessi zero cioè non c'è stata alcuna variazione rispetto all'anno prima delle spese correnti se voi guardate all'interno delle spese correnti vedete che
Sono leggermente diminuite le voci discrezionali cioè quelli che in qualche modo potevano essere controllate con il monitoraggio sulla tesoreria cioè gli acquisti di beni e servizi scendi scesi di zero uno rispetto al PIL e i trasferimenti contro questa voce contributi alla produzione meno zero quattro che sono sostanzialmente trasferimenti finanziari apposte ferrovia cui ai minori non corrispondono però effettivi risparmi
Distesa da parte di questi enti o comunque CT corrispondono modesti risparmi molto più piccoli di questo zero quattro per cento del PIL
Crescono invece secondo le valutazioni ripeto del Governo le prestazioni sociali di zero cinque punti quindi circa dieci mila miliardi rispetto al PIL
Zero cinque per cento in un anno francamente è un'enormità
Un numero di cui ci si deve preoccupare
Cresce anche
Ma direi rimane invece costante rispetto al PIL la spezza per il personale il che non dovrebbe essere perché il numero di dipendenti pubblici dovrebbe ridursi
I le retribuzioni dovrebbero essere in linea con l'inflazione e quindi li dovremmo vedere una riduzione che invece ripeto nelle stime del governo
Non si vede
Quindi come è fatto il miracolo dei conti pubblici del mille novecento novantasette sostanzialmente abbiamo un miglioramento
Vedete la penultima riga di tre virgola otto penultima riga il penultima colonna di tre virgola otto punti
Dell'indebitamento netto questo è fatto per poco meno di due punti di maggiori tasse per lo più temporanee
Un punto virgola due di interessi e arresto zero sette di minori spense in conto capitale
Nulla sulla spesa corrente al netto degli interessi soprattutto ai nuovi nulla di strutturale
Come mai dunque nonostante tutte queste misure temporanee sul novantasette si arriva nella nostra valutazione oltre che in quello del governo
Altre tre anche sotto il tre per cento nel novantotto la risposta è perché scendono gli interessi
Gli altri uno virgola due punti percentuali del PIL la anche nel novantasette rimane sostanzialmente nel novantotto rimane sostanzialmente costante la spesa corrente voi vedete qui un meno zero uno
Credo che
è un numero di cui diciamo
Non varrebbe la conto di parete non varrebbe la pena di parlarne se non per il fatto che temo che sia una sottovalutazione perché qui dentro c'è un numero assai commendevole cioè c'è la previsione di aumenti dello zero virgola quattro per cento per i contratti del pubblico impiego
Che aggiungendo sia effetti di trascinamento di uno virgola quattro contratti novanta aumenti novantasette che hanno effetti sul novantotto
Darebbero l'uno e otto per cento di inflazione programmata abbiamo qualche dubbio che questo ottimo proposito anzi poi traduca in realtà la vediamo dunque al problema di fondo
Alla luce di tutto ciò e solido il risanamento italiano
La nostra risposta anche alla luce delle polemiche che abbiamo visto in Europa in questi giorni
E che
I nostri partners europei come dire hanno la avrebbero motivo per stare abbastanza tranquilli nel senso che l'Italia dovrebbe riuscire nel novantotto e oltre a stare sotto il tre per cento
Date le previsioni che si possono fare oggi sui tassi di interesse dei prossimi anni e sui tassi di crescita del PIL la il taglia in regola con i parametri di Maastricht
L'Italia dunque non farà male all'Europa la stabilità finanziaria dell'Europa rischia di fare qualche male a se stessa
Perché
Uno il patto di stabilità
Potrebbe voler dire ulteriori forti riduzioni del disavanzo e quindi uno aumenti di imposte due
Perché i tassi di interesse in europee internazionali potrebbero aumentare allora ci si chiede che cosa succederà la pressione fiscale dell'Italia
Qualora stante l'elevato livello del debito i tassi europei dovessero salire che ne so al sette per cento
Che oggi appare in Europa un livello lunare dato che i tassi tedeschi stanno altre mezzo quattro per cento e tutti speriamo di arrivare lì molto rapidamente
Ma il sette per cento e il livello di oggi di un Paese buona salute come il Regno Unito
Si dirà questi problemi li hanno anche gli altri Paesi europei questo in parte è vero bisogna però tenere conto del fatto che noi abbiamo un debito al centoventi per cento del PIL che ci espone più di altri è solo meno del Belgio alle fluttuazioni dei tassi d'interesse internazionali
E di che
Il Belgio ha un debito più grosso del nostro epiche tutto il nostro aggiustamento è avvenuto per così dire nel modo sbagliato non solo quest'anno ma in tutti gli anni precedenti
E cioè con aumenti di pressione fiscale prossimo grafico per favore
E con riduzioni della spesa in conto capitale cioè con le due cose che in un certo senso negli anni però mi bisognerà disfare dovremmo ridurre la pressione fiscale dovremmo aumentare le spese in conto capitale
Per che riparta il meccanismo della crescita questa figura
Mostra le entrate e le uscite della pubblica amministrazione dall'ottantanove a oggi ho scelto questo Periodo perché se guardate i dati sull'indebitamento cioè sul disavanzo
Sia quello complessivo che è quello primario ossia al netto degli interessi
La riduzione il diesel entrambi questi disavanzi aumentar no fino al novanta dal novanta in poi iniziano a scendere
Sostanzialmente dal novanta al novantadue scendono perché c'era il fiscal drag grazie aumentavano le spese ma aumentava ancora di più la pressione fiscale
Ebbene se si fa un confronto quindi a partire dal novanta si vede questo che l'indebitamento primario
L'avanzo primario e migliorato di otto punti del PIL questo è l'aggiustamento italiano questi otto punti di PIL sono fatti per sei punti di pressione fiscale entrate totali la linea rossa che passa da un quarantadue a un quarantotto per cento nel corso del periodo
E per due punti da minori spese in conto capitale
Che è la linea verde scala destra che scendono dal cinque cinque al tre cinque del PIL quindi l'aggiustamento italiano sono otto punti di cui sei pressione fiscale due spesa in conto capitale
Le uscite correnti prima degli interessi
Stavano al trentotto per cento nel mille novecentonovanta stanno al trentotto per cento ci sono salite fino ancora fino al novantatré sono scesi
In due soli anni nel novantaquattro e novantacinque e poi sono rimaste costanti
Di qui l'affermazione che già che ha fatto prima il dottor Guidi la dimensione dello Stato della sua macchina amministrativa dei suoi trasferimenti correnti non è stata scalfita
Non è stata scalfita in un periodo in una fase in cui le pressioni a farlo erano straordinarie prima la crisi dello smercio poi la necessità di soddisfare i parametri di Maastricht ed è lecito nutrire qualche preoccupazione
Sulla possibilità che ciò avvenga in futuro la riforma del welfare era l'occasione per fare questo
Il problema non era tanto mettere a posto i conti del novantotto con la riforma del Welfare
Questo poi è stato fatto con lo slittamento di tre mesi delle finestre con i contributi sul sui lavoratori autonomi
Il problema era quello di come dire creare uno spazio nel bilancio pubblico nei prossimi cinque dieci anni ancor più nei prossimi venti ma nei prossimi cinque dieci nell'ordine di un punto percentuale del PIL la
Invece prossima figura
Leffe secondo le stime della ragioneria
Quelle che stanno nella relazione tecnica al maxi emendamento allegata al maxi emendamento
Le tetto della
Della riforma delle pensioni effetto di riduzione della spesa fra lo zero quindici e lo zero due per cento del PIL da qui al due mila e sette cioè nel due mila sette si riduce la spesa di zero due per cento del PIL questo grafico che vedete qui può sembrare un po'una cattiveria
Ma dato che non ha proiettato qualche tempo fa pochi giorni fa anche il professor o nostri pensavo di poterlo fare anch'io
Vedete qui la spezza per pensioni in rapporto al PIL questo un grafico lungo dal mille novecentosessanta al due mila e trenta proiezioni della Ragioneria generale dello Stato
Nel periodo dal da quest'anno fino al due mila sette abbiamo messo le sospetto differenziale cioè come andrà la Spesal secondo la Regione via in seguito al maxiemendamento come vedete si tratta di una variazione in meno per l'appunto di zero due punti del PIL pressoché irrilevante rispetto alla tendenza a crescere di questo monte pensioni i lavoratori dipendenti del settore privato sono stati efficacemente tutelati nelle previsioni della ragioneria la riduzione distesa sul fondo pensioni lavoratori dipendenti dispensa
è di
Nell'anno due mila e sette è di lire cento miliardi cento miliardi non mille cento ed
Ne cento mila la nostra conclusione sui conti pubblici
è che
L'Italia rispetta
I parametri di Maastricht lo ripeto
Temiamo che ci sia un po'di ottimismo in giro per quello che riguarda le prospettive della pressione fiscale
Dico due parole
Sull'analisi che facciamo nel già parlato il dottor Guidi quindi dirò soltanto qualche cosa
Lui non ha detto sulla questione delle trentacinque ore
Nel rapporto facciamo una valutazione dei costi questo dato del dieci quindici per cento di aumento del costo orario quindi del gruppo a secondo di come viene fatta l'operazione
Costo di circa trenta mila miliardi per la finanza pubblica abbiamo una riflessione sugli effetti sull'occupazione
E ci chiediamo che cosa succede se la riduzione di orario viene fatta a parità di retribuzione per affetto
Evidentemente si mettono in moto meccanismi di sostituzione che sono la sostituzione capitale e lavoro no perdita di competitività rispetto all'estero e quindi sostituzione importazioni esportazioni Effeti di delocalizzazione
Quanto possono essere importanti questi effetti negativi e possono essere tanto importanti da compensare il sospetto di lei conosce ieri cioè lavorare meno lavorare tutti
Sulla scorta di un po'di letteratura ci siamo convinti che questi affetti contano molto al punto che probabilmente l'occupazione scende
Il ragionamento è sostanzialmente questo
Baldassarri dice ci si poteva arrivare senza far guardare la letteratura no va bene lo facciamo anche guardando la letteratura ma abbiamo appurato la considerazione è che considerando il solo effetto di sostituzione capitale lavoro qui consentitemi di parlare un attimino agli economisti
Se essi consiste si utilizza quella che come dire la stima econometrica più diffusa non solo in Italia su questa elasticità si ottiene un valore che è circa uno coerente con una funzione di produzione
Contact las che cosa significa questo in sostanza che un aumento del costo del lavoro del dieci per cento determina una riduzione della domanda di lavoro nel lungo periodo all'incirca del dieci per cento
Le stime possono essere un po'sopra un po'sotto nel modello ad esempio della Banca d'Italia l'Effetto eh elasticità di sostituzione punto nove quindi un aumento del dieci per cento del costo del lavoro genera nel lungo periodo una riduzione dell'input di lavoro del nove per cento questo significa sostanzialmente che il solo effetto di sostituzione capitale e lavoro tende a compensare più o meno per intero
Le petto di lei può scegliere in che anche questo è se io riduco l'orario del dieci per cento aumento del costo del dieci o in teoria un effetto di Labour Schering del dieci per cento più ci sono gli altri aspetti commercio estero delocalizzazione e inoltre il fatto che in parte si può ricorrere Rossi potrebbe ricorrere a straordinari a secondo di come viene fatto il provvedimento
E petto netto del provvedimento a me pare che ce ne sia d'avanzo per ritenere che sempre a parità di retribuzione
L'effetto netto sia negativo non siamo come dire corrono
Elementi aggiuntivi è un'analisi probabilmente più ampia per arrivare a dire qual è l'effetto ma credo che valori compresi fra meno
Due meno cinque per cento nell'occupazione complessiva industriale siano
Come dire valori ragionevoli
A meno naturalmente che
Non si riducano le retribuzioni e che quindi la cosa venga fatta in condizioni meno sfavorevoli dal punto dei costi punto di vista dei costi per le imprese
Naturalmente questo vorrebbe dire faticosamente risalire la china di un provvedimento che per l'occupazione e le nostre valutazioni e sicuramente negativo
Grazie ma Paolo Gallo
Come come vi ho anticipato vari Rocco il l'ordine dei di coloro che commenteranno questo rapporto darei quindi la parola al professor Marzano
In quanto a impegni mi sembra pressanti in Parlamento
Rammentare a tutti dato che il presidente Fossa dato che il presidente Fossa deve poi riparte partirei subito dopo le conclusioni vorrei non fargli perdere la Air
Racconta
Grazie presidente
Io condivido in larga parte le previsioni del centro studi della Confindustria
Anche se penso che sussistono molte più ombre di incertezza circa l'andamento dell'attività produttiva
L'indice destagionalizzato della produzione industriale di settembre come tutti sapete risulta in diminuzione dello zero sette per cento dopo momento dell'un per cento in agosto
Trovo che le stime della Confindustria e dell'IRS di ottobre novembre nessuno conta la vittoria
Mi appoggio le stime della Uefa frequente nei basiamo le nostre previsioni che prevedono un andamento assestato fino a tutto il novantasette
Per il novantasette la nostra previsione di un tasso di incremento del PIL dell'ordine l'un per cento sto qui a parlare di decimali ma sono dell'ordine dell'un per cento comunque in assoluto assolutamente inadeguato
Ovviamente alla creazione netta di posti di lavoro
E nel novantotto penso invece che è possibile che si sviluppino segnali di miglioramento dell'attività produttiva
Però credo anche qui che vi siano almeno tre motivi che renderanno questo fenomeno ancora molto insoddisfacente
I primi due motivi sono quelli menzionati anche dal centro studi e cioè un graduato indebolimento della domanda di auto e gli effetti di rimbalzo della crisi asiatica il terzo motivo è rappresentato dalla diversa natura
Delle due fasi cicliche che opposto al confronto quella del mille novecentottantatré mille novecentottantasette da una parte e quella del mille novecentonovantatré novantasette dall'altra
Nel circolo mille novecentottantatré ottantasette
I consumi privati agirono da stimolo alla ripresa crescendo in media d'anno di oltre l'uno virgola sei per cento
Le esportazioni contribuirono nel precedente ciclo per lo zero virgola sette per cento all'anno
E gli investimenti per meno dello zero virgola quattro per cento questo il circolo ottantatré ottantasette
Nel ciclo novantatré novantasette sono le esportazioni a svolgere il ruolo propulsivo
Dando un contributo al tasso di incremento del PIL poco inferiore all'uno virgola cinque per cento in media d'anno
E tuttavia il larga parte il ruolo delle esportazioni è stata così significativo nel ciclo novantatré novantasette soprattutto per effetto del deprezzamento del cambio della lira nel novantadue e anni seguenti
Il contributo dei consumi nel ciclo novantatré novantasette quello in atto si dimezza
Quello degli investimenti nel periodo pressoché il medesimo rispetto all'ottantatré ottantasette ma anche questa volta si tratta dell'effetto di una misura venuta sostanzialmente meno cioè della legge sulla detassazione degli utili reinvestiti che come sapete nel novantacinque provocò un forte rimbalzo degli indici
Tutto questo fa pensare che siamo di fronte a una fase ciclica molto più fragile rispetto a quella del mille novecentottantatré ottantasette
Molto più largamente dipendente dalla congiuntura internazionale
Ed è per questo che le nostre previsioni sul PIL del novantotto sono un poco più prudenti rispetto a quello del centro studi Confindustria pensiamo che il tasso di incremento del PIL nel novantotto sarà al massimo dell'ordine del due per cento
Ancora inadeguato quindi per dare sollievo significativo al tasso di disoccupazione che resterà sostanzialmente immutato
Quanto all'inflazione
Ci pare che bisogna anche qui esprimere qualche valutazione Prudente perché a me pare che la sua discesa si sia arrestata in sostanza già negli ultimi mesi
I prezzi alla produzione ha raggiunto il minimo tendenziale nell'agosto novantasei
E dei prezzi al consumo nel giugno novantasette
Noi pensiamo che non si possa escludere nei prossimi mesi un'accelerazione che potrebbe portare i prezzi al consumo
Piuttosto vicini al due otto tre per cento
Nel corso del novantotto mantenerli grosso modo che li rendono per il resto dell'anno
Cioè il nostro la nostra idea che la stabilizzazione dell'inflazione agli attuali dove livelli non è compatibile con un'accelerazione dell'attività produttiva
Ci spinge a questa considerazione anche alla constatazione che le retribuzioni orarie procedono a tassi sistematicamente più alti rispetto all'inflazione
In ottobre quattro il quarantasei per cento rispetto all'uno e sei dei prezzi al consumo e cioè una velocità praticamente doppia retribuzioni crescono cita doppia rispetto all'inflazione
Ora l'andamento delle attività produttiva d'altra parte così contenuto che non ci pare pensabile che il divario retribuzioni prezzi possono essere colmato grazie aumenti corrispondenti della produttività del lavoro
E con questo di verificazione non è chiaro in che senso si possa parlare ancora di politica dei redditi nel nostro Paese
Né in prospettiva ci sembra dato sperare in una resipiscenza riguardo se è vero che il Governo si accinge a varare per legge la riduzione a trentacinque ore dell'orario di lavoro a parità visionario
Dobbiamo qui ricordare che gli incrementi di produttività dovuti al progresso della tecnica
Si distribuiscono alla collettività in tre forme alternative
Quella della diminuzione dei prezzi dei beni
Quella di un aumento delle retribuzioni o quella di una riduzione dell'orario di lavoro
Ma si tratta di una distribuzione dei benefici del progresso tecnico
Che innanzitutto deve deve avvenire nei limiti dell'incremento della produttività
E che in secondo luogo può venire appunto alternativamente in una delle tre forme che ho detto minori prezzi maggiori salari minore l'orario di lavoro
La riduzione dell'orario in altre parole comporta una dinamica salariale più contenuta
E in caso contrario provocò un aumento del costo del lavoro e rischia di accrescere la disoccupazione
Ecco perché la riduzione dell'orario non può che essere il risultato di una contrattazione che consideri contemporaneamente
I vari modi con cui distribuire i benefici del progresso della tecnica
Anche il rialzo di Muti aliquote Iva
Potrà avere uno affetto sul tasso di inflazione probabilmente superiore a quello stimato dal governo
Infine devo dire che le previsioni della Confindustria sul livello del dolo da quota mille seicentotrenta lire nel novantotto nella media novantotto
Non ci pare molto realistico noi pensiamo che il doveroso secondo trimestre novantasette in avanti si porterà oltre le mille seicentonovanta lire
Rimarrà più di su più o meno al di sopra di te a livello sia pure con qualche oscillazione ovviamente per tutta la restante parte
De della
Per quanto riguarda il fabbisogno finanziario pubblico pensiamo che l'avvicinamento al limite del tre per cento sia possibile
Ma che questo non abbia affatto il significato di un effettivo risanamento della finanza pubblica
In larghissima parte questo è dovuto la riduzione dovuta al maggio dalle maggiori entrate fiscali
E cioè ad una strada che non riteniamo ulteriormente percorribile senza anemizzare in forma forse irrecuperabile ingegni della crescita economica
Inoltre si sono diminuite le spese in conto capitale
Ma anche questa è una strada che non si può più continuare a percorrere pena una grave osteoporosi della colonna infrastrutturale del nostro sistema produttivo
Le spese correnti complessivamente immutate in rapporto al PIL vedono aumentare la componente delle prestazioni sociali e diminuire le spese cosiddette discrezionali
Si tratta dunque di una politica del bilancio pubblico pubblico che colpisce in modo grave il potenziale di crescita del nostro sistema economico impoverendo lo sia di importanti stimoli all'iniziativa produttiva pressione fiscale
E alla creazione di posti di lavoro sia nella dotazione infrastrutturale che in molti settori esibisce ormai i tratti tipici
Di un Paese arretrato
In aggiunta a ciò molti dei provvedimenti previsti sono di esito incerto
Valga per tutti l'esempio della previsione di una lotta all'evasione
Il cui esito previsto è passato da cinquecento a mille cinquecento e poi a tre mila miliardi
Via via che non si rafforzava
Il sistema di accertamento delle amministrazioni finanziarie
Ma si andava riducendo l'ampiezza dei provvedimenti correttivi dello stato sociale
Inoltre preoccupa la rilevanza di provvedimenti di natura temporanea valutati dalla Banca d'Italia come pari all'uno virgola cinque per cento del PIL
E cioè circa la metà della diminuzione dell'indebitamento della pubblica amministrazione dovuta a provvedimenti di natura tempora
La cessazione degli effetti di provvedimenti temporanei data la mancanza di riforme strutturali incisive soprattutto nel settore dello stato sociale
Pone di borse problemi seri di sostenibilità del parametro del tre per cento
Sì però potrà anche il ricorso alla politica dei controlli di tesoreria
La sostenibilità di queste controlli ci reo
Da un lato la Presidenza del Consiglio si è riservata l'autorizzazione agli impegni di spesa
Cioè tutti gli impegni di Pacelli spesa devono recare il visto della Presidenza del Consiglio
Dall'altro il Tesoro ha facoltà di indicare autorizzazioni di cassa avvenire quello inferiore sia alla competenza sia i residui propri gli adesivi proprio
Tutto ciò crea due problemi
Da un lato le imprese fornitrici del settore pubblico si vedono ritardare i pagamenti corrispondenti alle proprie prestazioni
O si vedono ridere ritardare i rimborsi fiscali a cui hanno diritto con la conseguenza di crisi anche gravi di liquidità
E di un crescente indebitamento di queste imprese verso le banche
Sì che al minore indebitamento del settore pubblico corrisponde un crescente
Abbigliamento delle imprese fornitrici del settore privato
Lo stralcio fenomeno riguarda ha osservato la Corte dei conti gli enti locali
Che di fronte ai controlli della tesoreria reagiscono indebitandosi verso il sistema bancario
Sì che ad un minore indebitamento apparente corrisponde un maggiore indebitamento occulto degli enti decentrati
Terzo
Una ritardata autorizzazione agli impegni dispensa da parte della Presidenza del Consiglio specie se questo ritardo viene la seconda parte dell'esercizio finanziario
Provoca un mero rinvio all'esercizio successivo degli impegni sessi
E a sua volta limite alle autorizzazioni di spesa interposto tesoro dal Tesoro a sua volta provoca Rina vide vagamente di cassa
In entrambi i casi insomma l'indebitamento della pubblica venerazione e sono temporaneamente ridotto
Proseguendo lungo questa strada sarà sempre più difficile resistere alla prevenzione delle imprese fornitrici
Degli enti decentrati delle lobby e degli stessi esponenti della classe politica interessante a conseguire sia gli impegni di spesa sia le erogazioni di cassa quindi leggi di autorizzazione del Parlamento
Autorizzazione alla specie varata dal Parlamento danno pur sempre titolo
In queste condizioni pare a me è difficile parlare di risanamento effettivo alla finanza pubblica
Il laccio emostatico della Presidenza del Consiglio e del Tesoro potrebbe alla lunga dare segni di sfaldamento
Con la conseguenza di un'emorragia della spesa pubblica a riprova del carattere solo apparente del miglioramento dei conti pubblici
Questo è il limite della politica del bilancio pubblico basato su misure temporanee piuttosto che sulla correzione degli squilibri fondamentali
E cioè che la spesa di competenza
E gli squilibri strutturali che tuttora sono lì
Non c'è il risanamento quando l'eventuale tre per cento del PIL raggiunto in presenza di una situazione che rimane di non sostenibilità finanziaria per quanto riguarda il sistema pensionistico
Per quanto riguarda il crescente deficit della sanità
Per quanto riguarda il crescente esubero di personale nella pubblica amministrazione che nell'ordine di varie migliaia di unità
Non ci stancheremo mai di ripetere che il vero risanamento dunque lottare
Passa attraverso riforme strutturali di questi tre settori previdenza sanità
Pubblica amministrazione
E non attraverso ridicolaggine come le promesse inauditi mai esaudite di lotta all'evasione per tre mila miliardi
Nelle condizioni che si sono creati Risanamento appare oggi affidato ad una prospettiva alla prospettiva di una diminuzione dei tassi di interesse
Ma lo stock di debito pubblico non si è ridotto
è aumentato
La spesa per interessi che zampilla era da quello stock di debito pubblico
Dipenderà quindi dal livello che i tassi di interesse assume assumeranno nel mercato
Di livello dei tassi dipenderà sostanzialmente da tre condizioni
La prima è l'inflazione che però non escluso anzi ne preveniamo tenderà a crescere nel corso dell'anno prossimo
La seconda è la credibilità finanziaria del Paese
Che potrebbe però vacillare se la natura temporanea dei felini interposti alla Spesal dovesse manifestarsi nei termini che ho detto
E
Terzo dipende dal trenta internazionale dei tassi d'interesse
Che appare allo stato delle cose incerto e che comunque non è sicuramente sotto un controllo
Del nostro Paese
Siamo dunque nei termini di una scommessa dall'esito incerto
C'erano alternative tutto ciò in parte la risposta è già implicita in quello che ho appena detto
Bisognava avere il coraggio politico di porre mano a una effettiva e durevole diminuzione della spesa
E ieri la correzione degli squilibri nato importanti settori questa spesa
Per il resto penso sempre il problema
Di una impostazione culturale di fondo ai nostri problemi
Io credo che si sarebbe potuto attingere di più alla spia denso di altri paesi come gli Stati Uniti
Negli Stati Uniti la crescita economica è stata nettamente superiore sia alla media europea
Sia a maggior ragione a quella italiana
Il tasso di disoccupazione è un terzo di quello italiano
L'infrazione grosso modo la stessa
Petto a quella europea
L'anno prossimo gli Stati Uniti avranno un surf flusso del bilancio pubblico
Quel Paese dunque ha risanato la finanza pubblica lo ha fatto in modo strutturale lo ha fatto senza penalizzare ed anzi favorendo la crescita reale dell'economia e dei posti di lavoro
L'impostazione culturale dei problemi dell'economia è molto diverso dal fra gli Stati Uniti d'Europa e l'Italia
Il costo di questo delta culturale e tuttavia molto elevate grazie
Grazie al professor Marzano la parola ora al professor Giorgio Basevi
Grazie
Il mio intervento
Che nasce dato
E in una una serie di lucidi scritti a mano e mi scuso per il carattere artigianale
Per la presentazione
Anzitutto messo due punti
Che poi sviluppano Mammano nel tempo sperabile
Eventualmente taglierò alcuni punti se il tempo si nemmeno
Mi concentro comunque sospetti internazionale non tanto su problemi dell'Italia anche per mia competenza relativa
Vorrei riprendere anzitutto al punto uno
Alcune prospettive relative alla crisi asiatica indicazioni per il futuro
Senza ritornare su aspetti che riceve però molto tempo per essere sviluppati a fondo
Mi sembra che
Una cosa emerge fra le tante
Dalla crisi del Sud-Est asiatico che ormai possiamo chiamare crisi dell'Oriente asiatico poiché
Anche Corea e Giappone sono state coinvolte
Ed è che
L'integrazione commerciale che si è andato sviluppando negli ultimi anni tra i paesi di quell'area non è stata accompagnata anzi stata accompagnata forse da una disintegrazione monetaria comunque non è stata accompagnata dalla Costituzione
Di
Istituzioni che di raccordi monetari le finanziarie
Abbiamo cioè assistito ad un caso contrariamente ad esempio a quello europeo
Opposto adesso in cui sempre maggiori legami commerciali sono andati di pari passo con una varietà estrema di istituzioni monetarie di regimi di cambio
In particolare una diversità di regimi di cambio è veramente veramente particolare se pensiamo al caso ben noto di conta Hong legato al dollaro americano con un cross border
Se pensiamo ancora
Alla
Fatto che lo sviluppo della crisi monetaria e finanziaria ha messo in luce l'assenza se non proprio la mancanza di volontà politica di intervenire
Con una istituzione magari create ad hoc mass che potessero attuare una forma di coordinamento
Nell'estate scorsa il Giappone ha tentato di mettere velocemente in piedi un fondo asiatico di assistenza i Paesi in difficoltà
Mai incontrato subito su questa strada l'opposizione ferma
Degli stati Uniti attraverso il Fondo monetario
E quindi a maggior ragione l'assenza di un prestatore di ultima istanza regionale
Quindi un'integrazione commerciale spinta con delocalizzazione del Giappone
Particolare processi produttivi del Giappone nei Paesi emergenti di quell'area conforta integrazione in particolare fra Korea Giappone
Un'integrazione anche finanziaria ma non della politica monetaria del particolare di cambio
Tra l'altro c'è però magari dopo se ho tempo
Questo pone in luce non solo una manchevolezza della situazione del Sud-Est asiatico da questo punto di vista ma anche
Del pensiero di noi economisti nostre visioni su cosa costituisce un'area monetaria integrata
Su questo comunque tornerò dopo
La crisi asiatica pone anche è questo il punto uno due
In prospettiva guardando verso il futuro piuttosto che al passato
Una questione relativa alla successione tra movimenti verso libero scambiano le epurazioni momenti di capitale
Movimenti in senso opposto soprattutto pone in evidenza a mio parere un problema di sequenza e di gradualità
Se pensiamo alla nostra esperienza di noi europei prima abbiamo fatto l'integrazione economica commerciale
Poi gradualmente soprattutto in Italia quasi per ultimi
Quella
Monetario finanziaria
La liberazione di momenti capitali arrivata alla fine degli anni Ottanta in particolare per l'Italia
Ora giunge da me l'idea di in qualunque modo
Giustificare le prese di posizione
Posizioni Senofonte dell'in particolare del primo ministro malese
Ma sicuramente c'è un problema della gradualità e soprattutto della sequenza se prima si integrano i Paesi fortemente sul piano finanziario con completa liberalizzazione dei capitali
E non si hanno ancora le istituzioni che integrano anche sul piano
Non dico politico ma sicuramente della gestione Della politica economica si corrono grossi rischi
Questi problemi credo Foggia anche sorte sto sorgevano ancora di più in America Latina
Sono già sorti nel senso che nelle crisi precedenti tra America latina la forte l'ebreo seguenti capitali unita alla scarso coordinamento tra questi Paesi
Se non fosse intervenuto gli Stati Uniti ad esempio nel caso del Messico
Crea aveva creato grosse difficoltà
E in prospettiva si potrebbero creare in particolare nel Mercosur
A fronte di una liberalizzazione completa dei movimenti di capitali e un'assenza di istituzione che regolano il marco su dal punto di vista del coordinamento in particolare tra Brasile d'Argentina
Pensiamo al fatto che il Brasile
A un regime di cambio che si aggiusta gradualmente seppur con ritardo all'inflazione l'Argentina come sappiamo è fissata al dollaro una specifica sui bordi ora se venisse meno la se il il Real svaluta se credo che l'Argentina dovrebbe rivedere la propria politica di cambio vista la forte integrazione commerciale ed economica con il Brasile
Quindi i rischi di movimento verso
Il protezionismo commerciale visto che quello finanziario ormai difficile da
Imporre anche dovuto data la lo sviluppo delle tecnologie e l'integrazione dei sistemi bancari e monetari internazionali
Il punto uno tre che sempre dicendo a mio parere dalla crisi asiatica intermedi
Prospettive insegnamenti
In parte lo ha già toccato
Ma vorrei soffermarmi su un attimo quello relativo al concetto di area monetaria
Economisti terra-aria monetaria perché sia o meno ottimale intendiamo un'area all'interno della quale il cambio nominale sia fisso al limite nel caso europeo un'unica moneta
E sia invece flessibile sono del tutto fluttuante nei confronti dei paesi esterni all'area
Ora mi sembra che il caso della della Sud-Est asiatico dell'est asiatico pongo in evidenza che non è tanto il cambio nominale il problema ma il cambio reale
Il caso di Hong Kong nel caso emblematico Hong Kong un paese covo era un Paese autonomo ormai non è più comunque un'entità con una il cambio fisso con un cane Siebold con delle Riserve più che sufficienti a mantenere la convertibilità del cambio fisso
Quindi tecnicamente tutti scrivevano hanno scritto che
Non era inconcepibile un attacco al dolore di Hong Kong ma il problema era che mentre i Paesi integrati con Hong Kong valutavano
Il dolo Avion con grafie salto al dolore americana sarebbe inimmaginabile che l'aggiustamento della competitività di on congressi a chi attraversa un abbassamento dei prezzi e dei salari nominali
In sostanza
Se non c'è più il cambio per operare l'aggiustamento
Sì provocano grosse difficoltà problematiche sorge anche entrano in Europa
Quindi non basta diciamo una forte copertura di riserva dietro alle politica monetaria un Paese common Congo come l'Argentina per assicurare la viabilità di un cane Siebold
Occorre mirare ad un agganciamento ad una momento ad un gruppo di monete che sia significativamente valido per quel Paese
Un altro problema che avevo già in parte sottolineato che vuole però riprende perché ha forti insegnamenti secondo me per noi europee ma in genere per le istituzioni monetarie internazionali è che in un'area monetaria e che sia veramente tale occorre
Una centralizzazione della vigilanza
Quindi del prestatore di ultima istanza questo è un problema che per noi europei
Forse Saccomanni non so se vorrà riprenderlo
Mi sembra sia un po'lasciato in disparte nel dibattito sul
Istituzione della Banca centrale europea sui suoi ruoli
Abbiamo visto appunto nel caso del Sud-Est asiatico che una crisi che forse poteva essere tamponata durante l'estate si sta ancora trascinando essenzialmente perché mancava un prestatore di ultima istanza o non si è voluto che il prestatore di ultima istanza regionale cioè il Giappone intervenisse non si è voluto a livello internazionale a livello del Fondo monetario internazionale a livello degli Stati Uniti
Ora entra anche perché non ho tempo nella motivazione che credo siano essenzialmente politiche per questo
Comunque sia
L'assenza di un prestatore di ultima istanza regionale
Abbia un parere a un grosso difetto è un grosso problema perché perché persone di ultima istanza è ha ragione di esistere in quanto di siano quelle che noi economisti chiamiamole esternalità
Le esternalità ciascun Paese ma interno interno all'insieme dei Paesi ora l'insieme dei paesi al quale sono interni e gli effetti negativi ad esempio di una insolvenza di un Paese non è necessariamente il mondo intero può essere una Regione ed è quindi efficiente che prestatore di ultima istanza sia regionale non internazionale a livello globale come invece si è voluto seguire con l'approccio del Fondo monetario internazionale
Questo dicevo prima accennavo ha delle implicazioni per la Banca centrale europea la Banca centrale europea lascerà così stiamo delle banche centrali europee alle banche nazionali
Che Banca d'Italia eccetera il problema della vigilanza si potrebbe creare un
Fenomeno di per quello che gli economisti a meno di lingua inglese chiamano Moro Casal ma non tanto a livello delle singoli operatori ma a livello delle istituzioni monetarie nazionali perché come a livello del Sud-Est asiatico così anche a livello europeo poniamo nei confronti dell'Europa orientale o di altre aree
Prossimi a noi con nel quale ci stiamo integrando ci potrebbe essere un in futuro eccessivo esposizione di sistemi bancari nazionali
Con riflessi negativi per il sistema complessivo europeo che non mi sembra sia abbastanza tutelata
Da un ruolo della Banca centrale europea in questo senso ma può darsi che non sia al corrente dei documenti della banca centrale europea eventualmente Saccomanni vorrà osservo insomma riprendere questo tema l'ultimo punto relativo agli aspetti del Sud-Est asiatico che brevemente vorrei toccare
Molto brevemente è che se le cose vanno bene nel senso che non ci sarà russo crisi ulteriore che si prospettavano i precedenti interventi come una possibilità
Se le cose vanno relativamente bene indubbiamente però credo ne uscirà una rovesciato in una serie organizzazione dei blocchi
Commerciali sinora si è molto parlato se bocche commerciale sia una via verso il multilateralismo oppure no o se siano un passo verso libero scambio oppure no
Secondo me stanno emergendo è credo sia inevitabile ritorni al protezionismo
Abbiamo visto in America Latina che il Mercosur ha risposto con un aumento di tre punti della tariffa comune
I d'altronde mi sembra quasi inevitabile quando l'integrazione finanziaria monetaria non si tocca perché quasi impossibile far passi indietro sul piano del integrazione finanziaria laddove invece è più facile alzare barriere tariffarie e quindi credo che ne risulterà una maggior coesione una maggiore introspettivi progressione dei blocchi
Ignazi ai blocco non era ancora ben configurato e temo comunque prevedo che il blocco che noi siamo abituati a identificare come Sud-Est asiatico che già non è più tale perché anch'corre Giappone vengono ormai coinvolti si possono scindere in due una parte dominato dalla Cina
Periferica la Cina ovviamente Hong Kong ma anche diciamo il Sud grossi quattro e l'altro dominata dal Giappone o per interposta persona dagli Stati Uniti con eventuale frattura fra i due blocchi ma su questo eventualmente si potrà una nella discussione sulla discussione quindi un ritorno al protezionismo che si vede anche nell'ultimo punto del foglio di proiettato
Negli stessi Stati Uniti ovviamente con il fallimento della politica del tentativo di Clinton di avere nella legislazione per il fast track liberalizzare
Quindi ulteriormente il commercio con l'America Latina c'è anche un problema dell'India che per un po'di motivi politici potrebbe riprendere all'inverso la politica di liberalizzazione ma vengano brevemente alla ultima pagina sull'uccido e cioè i problemi più vicini a noi all'Europa e all'Italia
Stiamo ovviamente tratterà entrati sa comunque l'Europa si sta avviando alla l'inizio della terza fase dell'Unione economica e monetaria al primo gennaio del novanta e nove
Ci stiamo avviando verso questo fase ultima con quello che qui indico come crisi del federalismo europeo totale crisi intesa nel senso che si è rinunciato e non sono solo gli inglesi ormai si è rinunciato all'idea che era dietro a la filosofia del
Di tutti i passi che la c'è prima l'Unione europea ha preso dopo
Di tipo istituzionale cioè di mettere per così dire il carro davanti ai buoi
Sperando che l'integrazione prima commerciale poi finanziaria poi con la Banca centrale europea monetaria Cray quel spinte all'unificazione
Per politica non solo quella politica credo sia lungi dal venire ma quello che invece è avvenuto un
Una
Diciamo capovolgimento a livello del fiscalismo federale della fiscalità federale
E cioè invece di creare con l'integrazione monetaria una situazione che ci porti anche al federalismo fiscale abbiamo Massimo si è affiancato al sistema di Banca centrale europea il così detto Patto di stabilità e crescita
Secondo me Pato veramente
Disastroso o non verrà attuato sarà fonte di grosse tensioni come d'altronde tra le righe anche recenti documenti ufficiali della CEE della Commissione di Bruxelles pongono in evidenza
Non è tanto su questo perché non c'è tempo che vorrei di non guardarmi quanto sul fatto che a in mancanza di un'integrazione fiscale di un federalismo fiscale si è creato si creerà uno splendido isolamento dalla Banca centrale europea spendendo tra virgolette perché la Banca centrale europea diventerà il capro espiatorio delle tensioni politiche
E ed economiche tra i Paesi e qui credo che la posizione dei francesi che hanno spinto i quali spingano per la creazione di un consiglio o comunque di un consiglio ristretto o comunque di un organo che in qualche modo dia indicazioni per una politica di cambio ma non solo di cambio sia stata molto fraintesa
Non è in gioco l'autonomia della Banca centrale europea è in gioco la sua non politicizzazione
Una banca centrale europea che sia abbandonata alla sua autonomia senso diciamo a un controllo politico ma un contro altare un contrappeso
Sulla quale si possono scaricare le critiche giusto o non giusto delle opinioni pubbliche dei governi nazionali è una banca centrale europea che non poche diventare politiche lo vediamo nelle lotte nei dibattiti per la nomina del governatore
Qui un punto che non ho tempo di sviluppare che ne è del policy mix nel senso che con gli Stati Uniti la legge per il bilanciamento del finanze pubbliche con il Patto di stabilità in Europa con un mix in Giappone del tutto
Anomalo tra politica monetaria e fiscale ci siamo privati o il mondo sembra volersi privare del tradizionale policy mix tra politica fiscale e monetaria ma su questo non ho tempo dei Lungarni qual è invece concluderei con alcune osservazioni per ritornare al rapporto perché Loretta in velocità e quindi anche per questo non ho molto approfondito ma l'ho preso come spunto
Per tornare al rapporto di Confindustria alcune osservazioni sulle prospettive l'Europa e per l'Italia in campo di esportazioni ed investimenti dirette a seguito della crisi in particolare del Sud-Est asiatico e a seguito della formazione di blocchi possibilmente più protezionisti di quanto non fossero prima
Anzitutto per quanto concerne l'import export con Sud-Est asiatico si regge continuamente nei giornali in questi in questo periodo
Che questi Paesi saranno spinti a esportare al massimo a export dai devono ricostituire le loro riserva eccetera io non credo che su questo campo dovremmo temere eccessivamente nonostante le loro valutazioni
Una forte ripresa della loro concorrenza nei nostri confronti
E perché
Perché accettano soltanto molto ma hanno bisogno
Di
Di ricostituire margini di profitto di costituire una stabilità finanziaria delle imprese delle banche
In questo situazione due cose il credito commerciale alle loro esportazioni vogliono concediamo noire credo che chiunque sia molto diciamo Cauto oggi a concedere credito a quei Paesi o difficilmente se lo potranno creare loro e quindi parte del guadagno di competitività dal cambio viene ero eliminato dalla mancanza di possibilità di finanziamento del loro export due perché credo che faranno una politica di aumento dei prezzi in mare in moneta locale cioè di mantenimento dei pezzi se non indolore diciamo in valuta internazionale per ricostituire appunto profitti velocemente
Per ricostituire margini soddisfacenti quindi non credo che
La loro competitività
Sia dal lato dell'export loro un grosso ovviamente c'è un problema ma credo che stuzzica sicuramente sovrastimata all'effetto della forte caduta delle loro monete nei confronti dello sviluppo delle loro esportazioni dove invece chiaramente
Loro Billary la loro bilancia commerciale migliorare dall'atto dell'importo con forti restrizioni descrizione delle importazioni
Ma comunque il problema che cui accennavo prima con questo può e concludo
Che questi blocchi in particolare stress asiatico ma anche l'America Latina reagiranno a mio parere con una restrizione non finanziarie monetarie non dei movimenti di capitale ma con una più lenta apertura se non un aumento del le dazi doganali una più lenta apertura
Delle loro frontiere al Commercio Estero e quindi se vogliamo diciamo competere con loro dramma dovremmo rafforzare gli investimenti diretti in queste aree soprattutto sui a mio parere in America Latina Chionna zona sicuramente più sicura politicamente anche per la protezione diciamo che gli Stati Uniti ad essa forniscono ma su questo punto e cioè di come entrare in questi Paesi se con l'esportazione con investimenti diretti o con entrambi
Credo che c'erano di nuovo un problema di coordinamento a livello europeo quello che prima sollevavo per il caso della Banca centrale europea e della vigilanza e del Moro azzarda
Che potrebbero svilupparsi nel prestare a Paesi a noi limitrofi
Così si ripropone nel campo della politica delle esportazioni
Per il sostegno delle esportazioni attraverso le nostre istituzioni come l'ICI e purtroppo Fabrizio uscito ma comunque vizio alla Sace o altri enti che sostengono le nostre esportazioni qui
Dobbiamo io credo rafforzare non solo e non soltanto questi enti ma il coordinamento con gli enti analoghi a livello europeo se no faremo tra europee un un diciamo
Non dico la saluto secondo di via perché non è il caso ma sicuramente una mancanza di coordinamento un dumping che non avvantaggerebbe nessuno e potrebbe creare quelle difficoltà di l'impegno finanziario su Paesi a rischio che poi richiederebbero
Inventare un ruolo di lender of last risolto di prestatore di ultima istanza la Banca centrale europea che attualmente non mi sembra abbia sviluppato abbastanza questa sua funzione in prospettiva grazie
Grazie la professor Barberi
La parola ora al dottor Saccomanni direttore centrale per le attività estere la Banca d'Italia
Il dottor Saccomanni non parlerà non commenterà i dati che abbiamo oggi presentato purtroppo neppure venuto a dire che la Banca d'Italia abbassi il tasso di sconto del continua ma ha detto che non è possibile
Parlerà quindi dell'aria d'intervento
Che ha come responsabilità in Banca d'Italia
Quindi diciamo della preparazione dell'euro dalla Banca centrale europea
Ma grazie presidente siccome lei ha detto non non parlerò del dettaglio delle previsioni del del vostro rapporto la Banca d'Italia credo saggiamente si è ritiene come dire scavata nel calendario periodi diciamo dopo la fine dell'anno per fare le sue previsioni parlerà il governatore a fine gennaio alla riunione del Forex e poi usciremo col nostro bollettino a febbraio quindi avremo il vantaggio quantomeno di sapere come sono andate molte delle cose
Che sono ancora in discussione al Parlamento
Mi riferirò però alla alla al vostro rapporto soprattutto per quanto riguarda la l'analisi che viene fatta in un in un interessante riquadro pagine trentadue trentacinque del vostro vostro rapporto dove si parla appunto della della quadro della politica monetaria unica come verrà essere a essere realizzato con l'inizio dell'unione l'unione monetaria quindi farò alcune un sottolineature su quelli che mi sembrano gli aspetti più importanti di questo quadro e magari anche qualche precisazione su alcuni dei punti che sono analizzati nel vostro rapporto
Ma non vorrei prendere molto tempo a raccontare cose ovvie ma vorrei dire subito che diciamo i come in tutti gli schemi di di politica monetaria anche lo schema che sarà adottato in Europa prevede
Una serie di obiettivi una strategia e e e degli strumenti per realizzare questa questa strategie
Ora gli obiettivi sono fissati dal Trattato sono la stabilità dei prezzi il consenso è che questa stabilità dei prezzi e individuata con un obiettivo di inflazione compreso tra lo zero e il due per cento
La strategia verrà ufficialmente fissata dalla Banca centrale europea quando sarà creata nel prossimo
Nel prossimo maggio
Ma gli strumenti e le procedure invece sono stati già predisposti dalla dalla dal l'Istituto monetario europeo proprio per consentire agli operatori di come dire familiarizzare sì con con questo strumentario
E direi che questo è un fatto senza precedenti credo nella storia monetaria contemporanee non credo che mai come dire Banca centrale sia stata così Ri pianificata come la Banca centrale europea voglio dire no
La storia delle banche centrali ci mostra quante evoluzioni e quante in fondo improvvisazioni ci sono state nel nel creare le procedure e le tecniche le le così le
I pilastri del central banking e qui invece abbiamo come dire messo il Blueprint in pubblico in maniera molto molto precise
Comunque per quanto riguarda la strategia anche se essa sarà come dire decisa dalla Banca centrale europea si può dire chiaramente anche sulla base di quello che è stato già reso pubblico che
Lab la strategia sarà una strategia di tipo eclettico
Il il la Banca centrale europea non non sceglierà anni un monetari targhettine nei un inflation targhettine ma probabilmente sceglierà una una via di mezzo o quanto meno una via che utilizzerà entrambi entrambi gli approcci e devo dire senza entrare troppo nel merito soprattutto poi di fronte a tanti economisti la nostra impressione è che alla fine diciamo le differenze tra il limone tre Italia e Tinelli inflation target solo all'atto pratico molto modeste che nella realtà
Le banche centrali che fanno il moneta Rita Ghedini realtà guardano molto anche gli obiettivi finali di inflazione e le banche centrali che fanno il fashion targhettine non è che abbiano perso qualsiasi diciamo interesse per l'andamento degli aggregati monetari
Direi che le quindi la Banca centrale europea probabilmente utilizzerà probabilmente devo dire
Lo strumento del monetari targhettine come indicatore a automatico per per la per la come dire la navigazione tranquilla pronta ad abbandonarlo qualora variazioni della velocità di circolazione della moneta dovessero
Segnalare delle e come dire io rilevanze
Nel nelle nelle indicazioni fornite da questo da questo indicatore e quindi pronta a passare ad un ad un sistema di inflation targhettine direi per la navigazione manuale o o a vista
Un'altra cosa che mi sembra importante sottolineare è che l'obiettivo del l'obiettivo operativo della politica monetaria unica è quello di realizzare un tasso interbancario uniforme su tutta l'area monetaria europea
Spesso
Per politica monetaria unica si intendono cose diverso si intendono politiche monetarie che hanno come dire Effetti
Comparabili o simili su tutti i Paesi della su tutte le zone della della Regione ecco l'obiettivo che invece si vuole perseguire è un obiettivo direi più tecnico che è quello di appunto assicurare la uniformità del tasso interbancario
In tutta l'area e di creare diciamo le condizioni perché
Il prevenire un'armonizzazione degli strumenti e delle procedure che consentano arbitraggi della liquidità tra le banche in tutta in tutta la Regione e quindi ci vuole naturalmente un sistema dei pagamenti integrato ed efficiente per la trasmissione
Degli impulsi della politica monetaria sul tutta su tutta l'area è un sistema di Regolamento Regolamento dei titoli e in e tutte le procedure connesso
La struttura organizzativa della politica monetaria unica sarà decentralizzata cioè ci sarà un una strategia concepita al centro e le banche centrali nazionali avranno siamo la possibilità di di o a continuare ad operare con
Lei controparti nazionali diciamo per l'esecuzione materiale della politica monetaria questo diciamo è un un compromesso che si è raggiunto in sede politica probabilmente ci sono ragioni come dire
Di politica tout-court nel mantenere è un ruolo per le piazze finanziarie nazionali ma c'è anche credo un motivo di efficienza perché appunto la necessità di trasmettere gli impulsi della politica monetaria in maniera uniforme su tutto il sistema si può avvalere appunto dell'esistenza
Di lavoro in dei rapporti e delle consuetudini di lavoro che ci sono tra le banche centrali nazionali e e gli operatori di di ciascun Paese ma vedrò vedremo tra un momento
Quali sono un po'le implicazioni di questa di questa
Di questa scelta
Di decentralizzazione
Per quanto riguarda gli strumenti non starò qui a a ad elencare tutte le varie le varie cose del resto la documentazione
Fornite dall'Istituto monetario europeo cui il vostro rapporto steso fa riferimento indica chiaramente quali sono tutti gli strumenti direi che per quanto riguarda lo strumentario si è voluto mettere insieme diversi diversi elementi
Mi sembra che si è voluto in primis e dare un segnale forte questo segnale forte
Del del delli proprio dell'indicazione della politica monetaria mi sembra complessivamente dato dall'esistenza di questo corridoio rigido dei tassi
Massimi e minimi entro cui diciamo il tasso ufficiale
Sarà sarà sarà ufficiale di rifinanziamento al sistema sarà sarà compreso
Il secondo elemento mi sembra la flessibilità cioè ci sarà il tasso di rifinanziamento sarà un tasso determinato di volta in volta dalle operazioni di banca centrale ma con grossa con grosso attenzione anche alle alle elimini alle tendenze del mercato e il terzo elemento mi sembra l'elemento della della della stabilizzazione quale e come dire implicito nella accettazione del dello strumento della riserva obbligatoria pienamente mobili Zahavi letti e quindi diciamo fornirà un elemento di stabilizzazione ai tassi di interesse
Vorrei quindi in risposta alla sollecitazione del del del professor Basevi dire due parole sulla sulla vigilanza ed è vero la la politica monetaria
Sarà sarà centralizzata nella strategia e decentralizzata nella nella esecuzione la vigilanza sarà come dire decentralizzata però bisogna ricordare che c'è stato uno sforzo enorme di armonizzazione degli standard di vigilanza a livello europeo e quindi diciamo i rischi di applicazioni non non coerenti a livello europeo mi sembra non mi sembrano non condivido devo dire molto all'enfasi del posto al professor Basevi sulla sulla funzione di lender of last resort semmai diciamo dobbiamo guardare alle sono alla alla situazione giapponese direi
Quello che salta all'occhio è e forse che c'è stato un eccesso di legno plastica esorta e c'è stata forse insufficiente è un facile su gli standard prudenziali di sistemi bancari che forse spinti da una politica monetaria eccessivamente
Espansiva da parte del leader regionale hanno poi come dire trasmesso una serie di scelte di finanziamento quanto meno poco prudente
Comunque diciamo questo sarebbe un discorso che ci porterebbe lontano e lo chiudono e lo chiudo qui vorrei dire rapidamente due due alcune cose sulle implicazioni di questo nuovo schema della politica monetaria unica per le banche per le imprese che poi anche i brevemente anche per la Banca d'Italia
Per quanto riguarda le banche evidentemente l'implicazione è che diciamo si entra in un sistema anche per le banche estremamente competitivo la liquidità della banca centrale sarà decisa a livello centrale
Ma sarà come dire messa all'asta su tutta l'area non ci sarà una quota di liquidità come dire riservata per la regione italiana che potrà essere messa all'asta in Italia il rischio è che diciamo sì le le le le banche del nostro Paese non sono come dire
Allineate sul piano competitivo
Nella nelle nelle aste della liquidità potrebbero non risultare aggiudicatrici e qui sono significa che il mercato dovranno insomma le le banche dovranno ricercare sul mercato le la liquidità che non sono riusciti ad ottenere alla banca centrale questo naturalmente può avere delle implicazioni sul costo
Della della della della provvista di liquidità e quindi sulle condizioni poi di successivo rifinanziamento alla cliente
Direi che è importante per le banche italiane come dire equipaggiare sì con una presenza a su tutto il territorio perché chiaramente delle di di studi fra divergenze nella nemici del fabbisogno di liquidità a livello dell'area generale non potranno essere come dire e gestite con con una particolari strumenti dovranno appunto essere le forze di mercato a redistribuire la liquidità all'interno della e quindi diciamo le banche italiane dovranno accrescere certamente la loro presenza diretta o o tramite accordi però chiari precisi con con i corrispondenti per essere in grado di intermediare la liquidità sul tutta su tutta la
Un'altra implicazione importante che mi mi sembra da sottolineare per l'impresa e che viene giustamente messa in luce nel vostro rapporto e il fatto che tutte le operazioni di finanziamento della Banca centrale europea saranno collateralizzati cioè assistite da garanzie di titoli e qui diciamo c'è una innovazione importante rispetto alla situazione attuale vi saranno due liste di titoli stanziabili una diciamo a livello europeo e l'altra a livello di singolo Paese dove c'è e la possibilità di naturalmente di inserire e i titoli diversi dai titoli di Stato mi riferisco soprattutto ai titoli del secondo livello dove è possibile come dire includere titoli emessi dalle dalle impresa i titoli obbligazionari emessi dalle banche anche e titoli azionari ora diciamo la la questa questa possibilità naturalmente pone pone due due sfide una direi di tipo tecnico operativo alla Banca d'Italia che diciamo avrà il compito di dirigere queste queste liste e di proporle per quanto riguarda la prima lista all'approvazione europea e la seconda lista alla alla appunto alla alla al sistema al sistema Italia
Il primo il primo nella prima lista anche consente l'inclusione di titoli
Emessi da da enti privati ed è evidente che le implicazioni per la quella lì il grado di liquidità
E delle di rendimento di questi titoli sono sono chiaramente un un vantaggio potenziale però la sfida naturalmente va anche agli enti emittenti che diciamo devono prevedere la possibilità di appunto emettere questi titoli che in questi titoli siano quotati sui mercati regolamentati che ci siano dei rating per questi titoli insomma tutto lo strumentario che vende questi titoli
Stanziabili nelle operazioni della della Banca centrale europea
Ora per quanto riguarda quindi concludo brevemente diciamo a che punto siamo sulla in questa nella fase di preparazione per per la politica monetaria uniche qui
Di vero vorrei tanto soffermarmi sugli aspetti istituzionali
Che che pure stanno andando avanti ricordo solo che la legge delega che il Parlamento che il Governo ha ha presentato per prevedere l'adeguamento del sistema italiano al nuovo ordinamento europeo è stata già approvata dal Senato e dovrebbe essere approvata proprio oggi
è stata già approvata dalla Camera dovrebbe essere approvata oggi dal Senato
Questa legge consente al Governo poi di emanare una serie di decreti delegati si dovrebbero appunto consentire all'Italia di di adeguare il suo ordinamento a quello a quello richiesto dall'unione monetaria europea
Per quanto riguarda specificamente la politica monetaria unica che è in corso di predisposizione un decreto che consente alla Banca d'Italia di come dire simulare la la operatività del dei nuovi strumenti già come dire con sei mesi di anticipo rispetto alla al all'inizio della moneta della moneta dell'Unione monetaria
Ovvero sia insomma quando ci sarà la decisione di creare la Banca centrale europea la ci sarà la possibilità Pella la Banca d'Italia di e cominciare a simulare l'uso degli strumenti
Ancora prima della dell'introduzione dell'euro già simulando di con operazioni
E naturalmente tutta una serie di preparazioni che vanno dal dal dal sistema dal sistema dei pagamenti alla all'asta telematica in euro sono sono in avanzato stadio di preparazione
Sul mercato naturalmente ecco questo volevo concludere con questa con questa nota ecco come viene visto questo questo passaggio questa transizione alla politica monetaria unica mi sembra che le vicende delle ultime delle ultime settimane gli ultimi mesi
Hanno hanno in un certo senso sfrondato un po'di delle delle delle incertezze che ci avevano accompagnato degli ultimi anni mi pare che malgrado tutto
Evidentemente l'Unione monetaria europea adesso viene ecco ritenuta a certa alla data prevista del primo gennaio novantanove viene anche ritenuta certa che sia un'unione monetaria piuttosto ampia
E diciamo adesso non voglio entrare nel merito del del problema se è stato sollevato di nuovo recentemente sulla partecipazione o no dell'Italia mi sembra che il mercato non non non ha cambiato opinione su sul fatto che anche anche l'Italia farà parte della dell'unione monetaria fin dall'inizio
Mi pare che è venuto anche meno questo pesce di malinteso sul fatto che lei è uno sarebbe stato una moneta debole se il l'unione monetaria avesse compreso anche Paesi come l'Italia e che la Spagna e mi sembra che il mercato
è abbastanza sì è abbastanza convinto che la Banca centrale europea sarà un'istituzione credibile e indipendente malgrado questi ultimi discussioni sulla sulla creazione di vari di vari
Gruppi ministeriali che dovrebbero dare orientamenti e indicazioni alla banca centrale
Qualche elemento di incertezza vigente c'è ancora per quanto riguarda il profilo di convergenza dei tassi di interesse
Alla alla alla moneta così ai ai livelli comuni purché saranno necessari quando quando l'unione monetaria inizierà ora su questo punto forse un po'di confusione è stata creata forse involontariamente dalla decisione presa dei ministri dell'Ecofin di preannunciare nel maggio novantotto i tassi di conversione della moneta unica
Purtroppo diciamo la ragione di questa decisione è un ente era una decisione dovuta esclusivamente alla desiderio di evitare speculazioni di tipo valutario durante appunto il Periodo interinale cioè tra il maggio novantotto
E e il primo gennaio novantanove il timore essendo quello che interpretando in maniera un po'maliziosa
Le norme del trattato ci sarebbe potuto essere spazio per uno ultimo riallineamento proprio in quel periodo lì cioè manteniamo la stabilità monetaria fino al maggio ci facciamo ci facciamo dare la patente di moneta stabile però poi sotto il naso questa cosa è stata fatta invece facciamo un bel riallineamento generale di tutte le monete ecco questo timore
E era a è alla base della decisione di preannunciare i taxi
Devo dire l'impressione su sui mercati e nelle nella pubblicistica è stata invece che con questa decisione si sia voluto anticipare l'inizio
Della della moneta della moneta unica e quindi diciamo si è cominciato a ipotizzare che i tassi di interesse sarebbero stati pienamente convergenti già dal maggio del novantotto me pare che le indicazioni che stanno emergendo da dal dal dalle varie banche centrali in questi in questi giorni sono quelle che evidentemente ci sarà a partire dal maggio uno fortissimo una fortissima spinta la convergenza dei tassi di interesse
Che certamente sarà sarà accompagnata dalle banche centrali con adeguate misure
Però diciamo non c'è nessun nessun particolare motivo di appunto di ritenere che questo fenomeno debba avvenire
Con con grande anticipo rispetto rispetto alla al alle date previste etniche ci sia come dire una una una regola meccanica che imponga alle banche centrali di di convergere in maniera fulminea su su un un ipotetico livello ritenuto adatto per l'unione monetaria
Come ho già detto in altre occasioni la Bundesbank che ci ricorda tutte le volte che ci incontriamo che lei si ritiene libera di agire sulla politica monetaria tedesca fino al trentuno dicembre novantotto e questo evidentemente comporterà che fino a quella data diciamo la convergenza anche se come dire sarà forte potrà non essere completa e potranno esserci come dire degli scostamenti
Degli scostamenti
Dei tassi di interesse e e dei tassi e dei tassi di cambio naturalmente all'interno di un forte processo di convergenza che si completerà appunto alla fine del novantotto quindi direi che la conclusione che si può trarre è che il Processo sul piano della della della predisposizione della convergenza
è è iniziato i tempi tecnici per le l'adeguamento degli strumenti delle procedure anche come dire dei livelli dei livelli dei tassi e c'è questo diciamo quello che noi intenderemo intenderemmo fare in Europa e in Italia diciamo dei prossimi nei prossimi anni
Grazie grazie all'hotel Saccomanni la farò loro al professor Cipolletta
Grazie io cercherò di essere veramente breve volevo fare
Un una battuta e due due commenti specifici la battuta la volevo riservare
Al a
Ad Antonia Sergio D'Antoni che ci dice sempre che siamo che ci lagnava che piangiamo allora li volevo confermare
Che dalle previsioni del centro studi noi entreremo in Europa faremo parte della moneta unica almeno secondo le nostre le nostre stime che non ci sarà bisogno di una manovra aggiuntiva probabilmente nel mille novecentonovantotto perché la caduta dei tassi di interesse è stata così forte
Che malgrado l'incapacità a contenere la spesa corrente comunque non ci sarà bisogno di una manovra aggiuntiva e che quindi da questo punto di vista credo che possiamo stare tranquilli dovremmo poter avere un novantotto più tranquillo da questo punto di vista le due osservazioni invece che volevo fare di commento a le cose che sono state dette questa mattina riguardano da un lato questione del ciclo internazionale era seconda quello una qualche considerazione sulle trentacinque ore
Mi mi sarà consentito dilungarmi un pochettino su di questa su Cipro internazionale volevo dire con questo se c'è una cosa molto ciclica nella teoria la fine del ciclo economico ciclo economico ogni tanto viene decretato che finisce salvo poi accorgersi che non è finito per niente io ricordo
Che alla fine degli anni sessanta
Si attribuiva alla fine del ciclo al aver inserito nelle nostre economie degli stabilizzatori automatici e questi avrebbero dovuto comportare la fine di oscillazioni cicliche perché i sistemi si regolavano da soli poi ci siamo ritrovati con la crisi degli anni settanta evidentemente tutto questo è andato per aria
Abbiamo Uto negli anni ottanta il lungo ciclo americano
E in questo caso abbiamo attribuito alla fine del cito ove sarà attribuita la fine cito ai processi di terziarizzazione
E tutti dicevano un sistema che terziario non è ciclico e quindi il l'espansione continuerà e pare abbia avuto gli anni Novanta collettivistiche abbiamo conosciuta all'inizio degli anni Novanta
Oggi ritorniamo a parlare in parte di fine di ciclo con quella brutta parola che base l'importo perdonerà se la Provincia che e ha detto che non voleva più pronunciarla che la parola globalizzazione e che in realtà è piuttosto illa l'effetto della tecnologia
La tecnologia in tutto quanto il mondo ha accelerato i processi
Di di trasporto a a avvicinato gli spazi e ha ridotto i tempi e questo ha generato un grosso processo di adeguamento di crescita dell'offerta è come se l'offerta mondiale si fosse moltiplicata per un certo numero di volte
Per il semplice motivo che ogni domanda che sorge qualche parte del pianeta è possibile dare una risposta in termine di offerta di beni e di servizi di magari molto più rapido di quanto lo fosse nel passato
Questo ci sta portando è questa qui la novità di questo ciclo ci sta portando verso una situazione di bassa inflazione
Di bassa inflazione a carattere tendenziale abbiamo prezzi più bassi perché l'offerta è diventata molto più rapida rispondere alle sollecitazioni della domanda e se la fette più rapida significa e ci sono più
Concorrenti che offrono stesso prodotto gli stessi servizi sul mercato i prezzi devono scendere
E quindi il ciclo attuale è un ciclo
Di bassa inflazione
Ma significa reciproci ha finito
Perché un ciclo non è finito perché la bassa inflazione
Ha dato l'illusione nel mondo che il i sistemi economici non verranno più fermati da politiche monetarie restrittive
Cioè che non ci sarà bisogno di rialzare i tassi d'interesse per eccesso di domanda e siccome siamo stati abituati nel passato a legare la fine di un ciclo economico alla politiche monetarie restrittive dei paesi negli Stati Uniti d'America in particolare al rialzo dei tassi d'interesse l'assenza di un'eventualità di questo genere nel prossimo futuro ci lascia la speranza che la fase di crescita possa continuare
C'è da sottolineare tuttavia che la politica monetaria può diventare restrittiva anche a tassi interesse cedenti se i prezzi scendano se l'infrazione addirittura diventa diventasse negativa
Sarebbe quasi uno scenario da depressione però è lo scenario che interessa una parte dell'industria una parte non trascurabile dell'industria
Cioè siamo in una fase di inflazione calante
E siamo in una fase nella quale si possono determinare crisi pure carenza di profitti
Che è un pochettino quello che è successo in parte anche nell'ansia ma che potrebbe succedere anche in alcuni paesi europei non sarebbe niente di tragico perché il ciclo economico ainsi gli elementi per poi raggiungere un livelli di equilibrio ripartire ma cosa ci porta una considerazione che credo che sia importante anche e soprattutto per l'Italia
E che in una fase l'inflazione calante bisogna fare un'attenzione particolare ai costi molto più forte che non quella che si fa normalmente
E questo è tanto più vero per Paesi che hanno avuto un nella loro memoria storica recente un'inflazione alta e quindi sono felicissimi di trovarsi un'inflazione all'uno due per cento e pensano di aver vinto tutte le battaglie
E invece non è vero si può perdere competitività con l'inflazione al due per cento altrettanto di quanto se ne perdeva competitività con l'inflazione al venti per cento tutto dipende da quello che stanno facendo gli altri paesi e gli altri concorrenti
E e questo significa che noi dobbiamo portare avanti una logica di costi più bassi dobbiamo portare in termini di contratti di lavoro
Che ancora adesso continuano a immaginare crescite l'ho detto dove cifre duecento studi tre quattro per cento l'intento del tre quattro per cento in un anno può sembrare hanno i la sconfitta dell'inflazione
Una legge del tre quattro per cento dei costi del lavoro sono un processo inflazionistico che se non trovo uno sfogo nell'inflazione questo è la novità di questo ciclo situazione come termometro non c'è più
Però significa che c'è un termometro di carattere reale perché evidentemente si perde la capacità di competere
Quindi l'inflazione rimane bassa ma scompaiono alcuni produttori scompaiono alcune produzioni scompaiono alcuni lavoratori il che significa che il si mantiene la competitività ma a livello di reddito più basso
E in questo senso io credo che noi abbiamo un furia un eccesso di euforia del calo dell'inflazione italiana
I grafici che ci ha presentato dall'ICI ha fatto vedere che noi ci siamo comportati come la Spagna il Portogallo se non vado errato se avessimo messo la Grecia anche la Grecia ormai ci ha raggiunto
Cioè l'inflazione era greci sia intorno al quattro per cento che era molto più alta di quella che avevamo prima così si porta anche un'altra considerazione
Fu vera gloria l'accordo del novantatré enne portarci a bassa inflazione guarda Petersen intensità fu vera gloria nel senso che lo abbiamo che ci ha portato ma questa il risultato credo dell'accordo del novantatré noi forse il richiamo a leggerlo nella bassa inflazione lo dobbiamo leggere più nella tenuta del reddito e dell'occupazione che ha consentito aver abbassato l'inflazione senza aver generato processi recessivi fortissimi
Quello che voglio dire che probabilmente anche senza quell'accordo noi oggi avremmo un'inflazione bassa però avremmo sicuramente molto meno reddito e molto meno occupazione perché non c'è più il termometro inflazionistico perché il sistema economico
Se ne è andato verso un'infrazione relativamente più bassa
Il calo dell'inflazione può generare problemi sulla finanza pubblica ne siamo abituati a considerare il il caro infrazione dà vantaggi alla finanza pubblica perché riducendo i tassi d'interesse riduce la spesa per interessi sul debito
Il che è vero fino a che il calo dell'inflazione non comincerà a interessare anche il calo delle entrate
Pubbliche che sarà legato all'inflazione quanto lo è legata anche la spesa e quindi un Paese come il nostro che ha mirato essenzialmente nella riduzione del disavanzo in questi due fenomeno Italo della spesa per interessi aumento della pressione fiscale mentre ha lasciato crescere quella che è la spessa corrente al netto degli interessi può trovarsi in difficoltà in questo nuovo scenario ricordo sempre che la spessa per lo Stato è una sorta di costo dello Stato per i servizi che dai cittadini e quindi uno stato che aggiusta i suoi conti senza controllare i suoi costi ma aumentando i prezzi i suoi servizi cioè le tasse i contributi è un sistema che si mette fuori dalla concorrenza perché evidentemente fa un processo di carattere inflazionistico all'interno del sistema anche se poi non si traduce in maggio l'inflazione ma come ho detto si traduce minore capacità di crescita del sistema economico
Seconda considerazione sulle trentacinque ore SIM io preparato qualche graffio sulle trentacinque ore volevo attaccare due luoghi comuni che vengono spesso portati avanti
Si dice che le la riduzione dell'orario di lavoro
Avviene grazie a agli aumenti della produttività e che quindi si con la produttività aumentar nel nostro Paese ed è aumentata
Perché non riusciamo l'orario di lavoro punto interrogativo allora il primo grafico dimostra in evidenza
Con una periodo che va dal cinquantuno al novantacinque novantasei che effettivamente sembra esistere una relazione inversa tra riduzione dell'orario di lavoro delle ore lavorate
Aumento della produttività
E quindi sembra confermare questo relazione per cui ha una mente la produttività uno può ridurre Raiot l'orario di lavoro lei la curva dell'orario di lavoro è doppia perché
Quelle del ministero del lavoro si interrompono a metà degli anni ottanta e sono state rimpiazzate con una curva più o meno simile che riguarda soltanto la grande industria che sono le statistiche che sono disponibili
Se questo sembra essere vero andiamo però un po'più a fondo di questa affermazione vediamo il grafico secondo che è un po'più complicato io durante del proprio colleghi sul tavolo
Va ricordato anche se non hanno i colori
La seconda il secondo grafico
Mostra la reazione che c'è tra è vero tra riduzione dell'orario di lavoro che la curva nera e rossa
L'inverso della produttività che altro non è che il numero degli addetti per unità di prodotto
Cioè la riduzione della io lavoro vanta accordò la produttività ma va piuttosto d'accordo con la riduzione del numero degli occupati
Cioè si produce con meno occupati e quindi da questo punto di vista c'è una riduzione di orari di lavoro questa è la relazione principale da che provata l'estrazione vince l'aveva già detta con parole migliori di Wengen Paolo Galli dalla curva avverte che rapporto capitale
Ha detto
Cioè c'è Onna aumento del capitale che ha detto
Che evidentemente consente di abbassare il numero degli addetti e di rendere possibile anche la riduzione del delle ore delle ore lavorate
In conclusione non c'è alcuna relazione fra riduce l'orario di lavoro e occupazione di tipo positiva anzi al contrario ogni riduzione dell'orario di lavoro si sposa con una riduzione dell'occupazione nel passato questo non è stato negli anni Sessanta e cinquanta perché progresso tecnico
Dell'epoca nel mentre che riduceva
Occupazione per unità di prodotto siccome eravamo un Paese altamente flessibile
Generava maggior reddito perché c'erano forti spostamenti verso nuove attività
E nuove condizioni di lavoro e questo generando maggior reddito in maggior reddito ha compensato la caduta di occupazione che è implicita il progresso tecnico che fa risparmiare lavoro e il modello di sviluppo dei Paesi industriali è questo
Progresso tecnico genera sempre maggiore occupazione se all'occupazione che distrugge sostituendo capitali eccola detti
Il sistema è abbastanza flessibile da far nascere nuove attività che generano quella nuova occupazione che sostituisce la vecchia in un cambiamento di mestieri i lavori di imprese dove la mobilità e la flessibilità è l'elemento chiave evidentemente una riduzione per legge l'orario di lavoro non è un elemento di flessibilità
è un elemento di rigidità e quindi da questo punto di vista rappresenta un nonsenso in questo processo per cui determinerebbe solo una riduzione dell'orario di lavoro
Secondo luogo comune che viene detto con una certa secondo me senza rendersi conto di quello che uno dice e quando si afferma che è un trend storico inarrestabile della riduzione dell'orario di lavoro
Invece chi dice che l'orario di lavoro cantante storico in potrebbe storico dovrebbe dire che apre stabile
La prima considerazione banale sente dell'altro grafico è che i processi che scendono se hanno un limite nello zero sonar e stabili sotto lo zero non credo che si possa andare
Temo anzi penso che per quanto riguarda l'orario di lavoro bisogna restarci un po'sopra lo zero perché sarà un po'difficile immaginare che uno venga pagato senza lavorare potremmo essere tutti quanti però questa è un'aspettativa
Una prima di essere chi lavora può essere una novità
Allora se è vero che c'è stato un trend di riduzione dell'orario di lavoro come tutti prende che hanno una sintomo questa sito certo punto dovrà incontrare
Un limite ma ancor prima di questo limite dovrà incontrare un punto di flesso te punto riflesso significa che ci dovrà essere un processo di forte rallentamento nella riduzione dell'orario di lavoro in questo grafico permesso per alcuni Paesi la l'orario di lavoro in ore lavorate annue per alcuni paese voi vedete che il processo subisce un certo rallentamento più chiaro è il grafico successivo ricavato da da Giulio de Caprariis da una serie di pubblicazioni
E che mette in evidenza una serie storica degli Stati Uniti d'America
Da allora il lavoro dal mille ottocentotrenta al Milano centonovanta e li vedete chiaramente una curva che ha un suo limite ormai che sembra aver raggiunto un grosso limite al di sotto del quale è ben difficile poter andare
Che vuol dire questo qui vuol dire che non necessariamente ci potranno non essere riduzioni di orario di lavoro
Generalizzate complessive nessuno vieta evidentemente di avere un Paese nella quale accanto a persone che lavorano cinquanta ore sessanta ore a settimana ce ne siano altri ne lavorano quindici venti e quindi nella media poteva andare a trenta trentacinque ma sempre più la riduzione dell'orario di lavoro sarà un problema di media
I casi più disparati piuttosto che un processo di caratteri generalizzato
Comunque
Una riduzione della il lavoro
Riduce quantità di lavoro riduce occupazione hippie ed evitare che ciò avvenga occorre mette in moto processi di forte flessibilità per generare occupazione altrove queste sono le considerazioni che vi volevo fare a complemento delle analisi sui costi della riduzione dell'orario di lavoro che sono stati presentati nella foto al centro studi grazie
Grazie professor Cipolletta le conclusioni ora il presidente di Confindustria dottor Giorgio Fossa
Ma
Ombre
In tutte le famiglie che si rispettano stretti allineato con il mio direttore generale vuole iniziare anch'io con una battuta
Ma non riferita a D'Antoni perché quando dice certe cose secondo me non merita risposta
Ma sul fatto che ho sentito alcuni di voi sono poi con i giornalisti nel corridoio
Dire che ho in mente questo rapporto
Si riferiva al cosiddetto tanto usato bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto io dico no
Il bicchiere è quasi pieno però attenzione
Può diventare accetto per la mancanza di strutturalità del riforme della spesa pubblica che possono impattare negativamente soprattutto nel nel medio periodo
Le previsioni che il Centro studi ci ha presentato si indicano comunque un futuro ove si sono riaperte alcune possibilità per la nostra economia ma ove permangono ancora notevoli rischi
Sia antichi sia nuovi i rischi antiche sono quelli relativi al deficit di modernizzazione allo squilibrio strutturale alla carenza di risorse di investimenti infrastrutturali
A questi si aggiungono poi una serie di nuovi rischi di cui la riduzione dell'orario di lavoro per legge a trentacinque ore è solo una delle punte dell'iceberg
E riguardano soprattutto scelte retaggio del passato come l'illusione di difendere un sistema di distribuzione antiquato penalizzando la distribuzione moderna oppure forme di neo dirigismo come i contratti di subfornitura
Siamo così prigionieri due volte non riusciamo ad uscire dalle contraddizioni di una modernizzazione irrisolta e di ritorno all'indietro
Io credo che entrambe gli aspetti vadano sottolinea il nostro Paese come è stato più volte ricordato questa mattina ha fatto uno sforzo di riequilibrio della finanza pubblica molto elevato ancorché come abbiamo detto carente nella qualità dell'intervento
Sarà comunque difficile a questo punto per gli altri paesi europei escluderci dalla moneta unica e da parte nostra conveniamo che l'Italia ha tutte le condizioni di base per aderire all'euro
Vogliamo ricordare ora che il cammino è quasi completato che Confindustria ha sempre chiesto ai governi di accelerare i tempi di risanamento per giungere tra i primi all'appuntamento con l'euro
Giudicammo infatti positivamente la decisione del governo di raddoppiare nel settembre del novantasei la manovra di finanza pubblica del novantasette
Anche se al tempo stesso criticammo aspramente la scelta di non realizzare le riduzioni strutturali
Della spesa che restano ancora oggi indispensabili e che si è fatto e per tempo avrebbero scongiurato i dubbi sulla nostra partecipazione
Al primo gruppo dell'euro che purtroppo ancora oggi sussistono in ambienti europea
Riteniamo da sempre che per l'Italia non ci siano prospettive di rilievo senza la partecipazione alla costruzione europea
Attendere ancora rimane entrare nell'euro non si darebbe alcuna possibilità di ulteriori aggiustamenti
Ma anzi ci ripresi Peter ebbe nella confusione e nella demagogia
Continuiamo a confidare che la partecipazione all'euro sia uno stimolo al nostro Paese
Tra politiche sane di risanamento strutturale modernizzazione e sviluppo e per allontanare disastrose derive demagogiche
Ora che siamo in vista del traguardo europeo c'è un rischio l'abbiamo detto molte volte ma è giusto ripeterlo che la tensione sia lei
Che confondiamo l'ingresso in Europa con la conclusione del nostro impegno di risanamento
Dobbiamo stare molto attenti a questo illusioni non facciamoci tra diede ai miraggi l'Europa non sarà l'abbiamo anche questo detto mai giusto ripeterlo il paradiso terrestre
Ma solo il punto di partenza della vera gara che resta soprattutto quella della competitività
E da questo punto di vista restiamo purtroppo molto fragili con il nostro enorme debito pubblico e con la spesa pubblica corrente al netto degli interessi che è rimasta invariata rispetto al prodotto interno lordo
In queste condizioni la nostra finanza pubblica rimane esposta a rischio di pericolose ricadute
Se in futuro dovesse riprendere una tendenza al rialzo dei tassi di interesse internazionale come ci ha ricordato Giampaolo Galli ma come purtroppo notiamo soprattutto in questi ultime settimane
Da segnali che ci vengono dei mercati internazionali per gli altri Paesi europei sarebbe comunque un problema grave ma per l'Italia sarebbe un problema dramma e vi ricordo che il patto di stabilità
Prevede multe salatissime di migliaia di miliardi per i Paesi europei che non riusciranno a mantenere stabilmente i parametri
Ma le previsioni del Centro Studi Confindustria mettono in rilievo anche altre due cose su cui a mio giudizio è giusto riflettere
Il processo il polo processo di crescita del nostro Paese sarà limitato ed insufficiente per abbattere la disoccupazione e per avviare il necessario riequilibrio territoriale
L'aggiustamento della finanza pubblica venuto grazie ad un poderoso mento dalla pressione fiscale e contributiva e dalla riduzione della spesa per interessi sul debito
La pressione fiscale del nostro Paese dunque eccessiva e ciò rappresenta una minaccia permanente alla competitività del nostro sistema economico entrambi questi punti si ricollega la necessità di rendere strutturale il risanamento finanziario
La riduzione della pressione fiscale e contributiva necessarie per rilanciare la crescita economica presuppone infatti in primo luogo una capacità di ridurre la spesa pubblica corrente primaria
Quindi presuppone una capacità politica di avviare vere riforme di struttura
Sono i porta a parlargli brevemente alla conclusione di questo seminario i due questioni
Che hanno condizionato i riflessi del risanamento italiano e che sono alla base dei nostri temo timori sulla sua qualità
Voglio parlare in particolare della concertazione e delle riforme fiscali
Noi abbiamo attribuito grandi meriti alla concertazione che ci ha consentito di abbattere l'inflazione senza perdite di potere d'acquisto per i lavoratori
E non saremo quindi noi a rinnegare una al tempo stesso ne abbiamo però sempre denunciato i rischi di strumentalizzazione
Riteniamo che la concertazione sia un metodo di rapporti civili e responsabili
Tra le parti sociali e del Governo ossia un metodo ove ci deve essere a piena assunzione di responsabilità da parte di tutti di pieno rispetto dei Campi Elisi
In assenza di questi due requisiti la concertazione naufraga e diventa solo un alibi per mascherare legittimare comportamenti particolari scuse
Con il risultato che il clima sociale si degrada e non si risolvono i problemi del Paese
Mi spiace dirlo ma oggi siamo proprio in questa situazione
Prendiamo il rispetto del campione Cipros
La concertazione vuol dire che le parti sociali non possono pretendere di impedire al Governo provvedimenti legislativi su argomenti di portata generale di sua esclusiva competenza col pretesto che tali provvedimenti debbano tenere sempre il loro consenso
Analogamente il Governo dovrebbe astenersi dall'intervenire con leggi su argomenti che sono di precipitato competenza delle parti sociali
Le invasioni di campo solo distruttive della concertazione e noi abbiamo assistito ed assistiamo assimili invasioni
La riforma delle pensioni raccomandata dacci un da tutti i centri di analisi interni ed internazionali
Indispensabile per risanare davvero e definitivamente i conti pubblici
Era un caso specifico ove la concertazione avrebbe dovuto lasciare intatta la responsabilità del governo di assumere provvedimenti necessari per il Paese
Purtroppo dopo un processo di consultazione
Con tutti gli attori sociali sia andato su una strada diversa infatti la riforma è stata presa in ostaggio
Da una forza politica e dal sindacato
Malgrado essa riguardi non solo alcuni ceti sociali precisi o i soli lavoratori dipendenti ma anche gli autonomi anche coloro che a qualsiasi titolo lavorano e soprattutto quelli che non lavorano anche le imprese che pagano i contributi ossia tutta la collettività nazionale
Il governo ha detto che queste era la sola riforma possibile perché l'unica che avesse il consenso
Ma la ricerca del consenso non significa appiattirsi su parti specifiche
La discriminante tra un buon governo ed un cattivo governo e proprio la capacità di fare le cose necessarie e non solo quelle che a priori appaiono possibili
Una classe dirigente tale quando fa le cose necessarie
Analogamente ma in senso inverso non c'è rispetto dei campi reciproci quando il governo annuncia una legge per ridurre entro tre anni l'orario legale di lavoro a trentacinque ore
Ossia al di sotto degli orari contrattuali attuali cinque ore in meno dell'orario di lavoro stabilito per legge dallo stesso governo il diciannove luglio del novantasette che ha concesso per cui due tre mesi fa che ha concesso l'accordo sottoscritto
Che ha sancito l'accordo sottoscritto dalle parti il ventiquattro settembre dello scorso anno
L'orario di lavoro e parte integrante degli ambiti di autonomia negoziale tra le parti sociali come lo è il salario e l'organizzazione della produzione
C'è
L'orario di lavoro ma solo per consolidare i risultati contrattualmente ottenuti
L'orario di lavoro di quaranta ore il risultato della tornata contrattuale del mille novecentosessantotto mille novecentosettanta ed è stato consolidato
Più di ventisette anni dopo
Pretendere oggi di Pregola are una riduzione di orario definendo obiettivi vincolanti i tempi è un'usurpazione dei ruoli nei confronti del sindacato e dell'impresa
Il ministro Ciampi
Ha detto che una riduzione generalizzata dell'orario di lavoro a trentacinque ore oltre ad essere una violazione della concertazione è una stupidaggine economica
è verissimo così come è vero
Che questa pretesa invadendo il campo della competenza delle parti sociali
Ha bloccato il processo di concertazione e costituisce un grosso ostacolo anche alla normale contrattazione tale parte sociale in tema di sanare
Se vogliamo riprendere il processo di concertazione non c'è più la via togliere i vincoli di quantità e di tempo che riducono la concertazione al nero disbrigo di una pratica burocratica
Occorre allora
Convincerci tutti al di là delle convenienze e delle ipocrisie ufficiali che se il problema è quello di sconfiggere la disoccupazione non esistono scorciatoie
La strada dall'occupazione passa necessariamente dallo sviluppo la flessibilità la riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro
Ma sappiamo anche che per ridurre la pressione fiscale occorre una riforma incisiva la spesa pubblica
Dobbiamo anche chiederci perché le nostre previsioni di crescita come ci ha ricordato il nostro centro studi questa mattina ma non solo restano così modesti
La risposta è una siamo poco competitivi per vari motivi ma soprattutto perché paghiamo troppe tasse e troppi contributi
Non solo noi in Italia questo è un problema che riguarda tutta l'Europa continentale e anche questo è uno dei motivi per cui l'Europa non è il paradiso terrestre non sono i verdi vallate ma è lo stesso motivo per cui noi dobbiamo entrare con i primi perché poi quei primi devo cercare di ricostruire l'euro
Ma poiché è prevedibile
Che altri paesi dell'Europa continentale che hanno riportato sotto controllo la loro spesa pubblica procederanno dopo l'euro ad un abbattimento della pressione fiscale e contributiva allora è necessario che ciò avvenga rapidamente anche da noi
Il ministro delle finanze parla di una possibile riduzione di uno due punti percentuali nei prossimi due-tre anni
Ritengo che questo sia il minimo indispensabile ma ho fortissime perplessità che la strada che si sta percorrendo ci conduca a quell'obiettivo
Vedo risorgere nella politica e nella maggioranza una certa insofferenza per la politica di risanamento
Vedo che aumentano le pressioni dei partiti per annacquare ulteriormente legge attimi di Issime misure della finanziaria
Vedo che si sta andando già oltre i semplici vagheggia menti di alcuni sull'impiego di fondi pubblici per creare posti di lavoro artificiali e assistenziali nel Sud
Le riforme fiscali avviate nel mille novecentonovantasette con un numero elevate di leggi delega hanno avuto il torto di varare una riforma proprio nel momento in cui si andava ad aumentare la pressione fiscale
Morale nessuno avuto sollievo e tutti temo di dover pagare di più
Una nuova tassa come dire che sposta il carico dei contributi sanitari dal lavoro all'impresa e ci costerà cara in termini di capacità competitiva
Voglio ricordare le nostre critiche
Anche se tutte le imprese dovessero pagare qualche lira di meno per l'Iraq rispetto alle precedenti tasse e non sarà così perché chi è indebitato ci perderà la nuova tassa e sostanzialmente sbagliata
Essa a regime indurrà e questo è il problema più grave per il nostro Paese le imprese italiane a rifornirsi sempre di più all'estero dove questo importo non esiste
Con ciò favorendo le importazioni e la delle coalizione dell'attività produttive
Ma soprattutto è un'imposta altamente diseducativa perché induce le regioni all'irresponsabilità fiscale
Con l'Iraq le regioni finanzieranno i servizi sanitari per i loro cittadini elettori facendo pagare l'imprese che non votano
Si mette così il motto un circuito perverso di aumento della spesa regionale con lo scollegamento totale tra chi beneficia e chi paga consentendo così derive demagogiche estremamente rischiose
Ma vi prego di fare una riflessione su questo scollamento totale di chi beneficia e chi paga dopo che tutto il Paese che tutte le forze politiche
Ci hanno per molto tempo detto che era giusto un certo tipo di federalismo un certo tipo di avvicinamento su a livello territoriale tra chi paga e chi forniva i servizi andiamo esattamente dalla parte opposta
La partecipazione all'Euro ci darà tante più possibilità di crescita quanto più ridurremo rigidità interne e carichi fiscali
Ma attenzione
A partire dal mille novecentonovantanove non ci saranno più i guardiani di Bruxelles a imporci le riforme necessarie spetterà solo a noi i nostri governi dovranno essere in grado di cogliere queste sfide
Per l'impresa e per i cittadini ci sarà sempre la possibilità di soluzioni individuali magari cogliendo all'estero quell'opportunità che non si riesce a realizzare da noi
Ma così si salveranno solo alcuni cittadini solo alcuni in prese non si salverà il nostro Paese
Io nonostante tutto spero veramente che non sarà così grazie
Bene grazie a tutti e al prossimo appuntamento