"Una grande impresa per servire il popolo. Incontro con Cesare Romiti" ciclo di incontri economici dal titolo "Solidarieta', impresa e lavoro: quale sviluppo per l'uomo" promosso dalla Compagnia delle Opere in collaborazione con Unioncamere organizzato nell'ambito del Meeting per l'amicizia fra i popoli '96 "Si levo' un vento impetuoso da est, e sicuri della loro guida, navigarono sinpo ai confini della terra" (Rimini, quartiere fieristico, 18-24 Agosto)

Un uomo che non ha lavoro e con un uomo a cui è privata la dignità
E per cui per noi il problema del lavoro
Più che un problema di ordine economico prima che un problema di ordine economico è un problema di ordine umano
Una caratteristica
Di una società civile
Per questo abbiamo voluto qui tra di noi il responsabile della più grande impresa italiana perché è come
Tradizione di un responsabile della di una grande impresa potesse trattare il tema del lavoro
Non tanto e non solo in termini economici ma vedendo come questo tema economico abbia le radici in un aspetto umano come anche le soluzioni che possono risultare nascono da una punizione culturale
Abbiamo quindi avuto tutta la settimana esponenti diverso tipo sindacalisti imprenditori professori che hanno trattato questo tema penso che questo sia il momento più importante in cui possiamo capire
Dare risposta a questa domanda dobbiamo veramente rassegnarci a uno sviluppo senza occupazione dovremo a bere tra Dinoi sempre più disoccupati pensando che è inevitabile
è vero che questo problema del lavoro e risolvibile e quali sono le stradine
Innanzitutto culturale e quindi economiche attraverso cui possiamo dare risposta a questo problema
è questo che noi chiediamo oggi al dottor Cesare Romiti e il responsabile della FIAT
Ringrazio il dottor Vittadini per la presentazione
Come ho avuto già occasione di dire ieri in una intervista televisiva il fatto di trovarmi qui per la prima volta a Rimini di cui certamente l'avevo letto molto
Ma essere capiti presenza di persona in mezzo a tante persone soprattutto a tanti giovani
è una cosa che non solo mi riempie di soddisfazione ma in un certo senso una cosa abbastanza nuova per me non perché io non frequenti i giovani ma tanti tutti insieme
Pervasi anche da una idealità come mi è stato spiegato come avevo letto è un punto particolarmente delicato
Io parlerò certamente del problema del lavoro
Allora il problema del lavoro ma voglio dirvi che comincerei prendendo il problema un pochino un po'più importanti un pochino più alla lontana
Io mi sono convinto anche perché l'ho detto tante volte ma perché ne sono convinto io che nell'attuale fase di crisi di crisi della società che accertamenti italiana ma che è una crisi della società europea oltre che le altre aree geografiche del mondo
Sono convinto dicevo che se c'è una cosa di cui tutti noi e voi giovani in particolare abbia tutti noi abbiamo bisogno per superare la sua crisi in cui ci troviamo ecco di che cosa abbiamo bisogno è un recupero prima di tutto difforme di ideali di ideali
Abbiamo bisogno di recuperare in qualche cosa in cui crede lei abbia bisogno di recuperare dei valori in cui tutti riusciamo come Comune minimo comune denominatore a riconoscerci
E devo dire con scelto preoccupazione e con una certa amarezza
Che in certi momenti io ho proprio la sensazione che il sistema dei valori della nostra società sia non solo fortemente indebolito ma addirittura in qualche caso che si è addirittura scomparso
Io non ho nessuna intenzione oggi qui con voi
Di atteggiarmi a all'Out dato il tempo rissa atti voglio parlargli con franchezza di cose della mia esperienza di cose di cui non so se ci troveremo d'accordo sui tipi di alcuni punti particolari
Ma voglio cominciare ripensando alla mia personale esperienza di vita io ero giovane deve dar pressappoco vostra che di oggi quando appena la guerra era finita
E se ripenso quei momenti agli ideali che era amico mica le difficoltà che dovevamo attraversare l'ora non c'erano certamente non c'era nessun posto di lavoro era un Paese distrutto
E trovo una profonda diversità di atteggiamenti di mentalità e di valori proprio fra quei momenti e ed oggi
Allora noi giovani avevamo traguardi ben precisi anche se non capiamo come li avremmo fatti in che maniera se ci saremmo riusciti
Il programma era di ricostruire un Paese che era materialmente distrutto distrutto proprio fisicamente nelle case nelle fabbriche
Nelle famiglie ricostruirlo nelle strutture ma materiali e ancor di più ricostruirlo nello spirito
Dovevamo ricostruirlo e ricreare una coesione sociale in Terna e nel senso di appartenenza alla grande comunità delle democrazie occidentali
Ecco se penso a quei momenti difficilissimi dal punto materiale ma esaltanti dal punto di vista degli ideali che aveva amo e li confronto con i problemi degli ideali di oggi io come dicevo all'inizio mi sento profondamente amareggiato
Non perché in tutti questi cinquant'anni non abbiamo fatto dei progressi ne abbiamo fatti moltissimi e certamente oggi materialmente parlando oggi si vive di gran lunga meglio di allora ma dal punto di vista dei valori e torno su questo argomento mi pare che oggi ci sia un grande enorme disorientamento
L'ho già detto vi chiederete perché io prendo le cose così alla lontana quando sono venuto qui invitato dagli organizzatori del Mizzi che per parlarvi gli argomenti più concreti molto vicini a noi come la situazione dell'economia e soprattutto della loro in Italia
Ma questa trenta miglia da lontano è una sollecitazione che mi avete dato voi stessi con il titolo bellissimo di questo Meeting mille novecentonovantasei
Che è soprattutto un invito a scoprire il mondo sostenuti da un incessante impegno di ricerca da ogni cessanti impegno di costruttività
Ecco apertura ricerca costruttività e proprio la forza di questi valori che ha segnato la rinascita del nostro Paese all'indomani della guerra ed è proprio la loro debolezza oggi che secondo me sta alle radici delle difficoltà che tutti noi e soprattutto voi incontriamo
In realtà quando dico nostre non mi riferisco soltanto all'Italia penso perlomeno a tutta l'Europa perché tutta l'Europa e come si è come seduta su se stessa
Cinque trincerandosi dietro l'idea di un modello di società un modello ideale idealistico Nocita iper protetta e interessi cura che ha fiaccato
Perché allora noi avevamo e che era lo spirito di apertura il dinamismo intellettuale la voglia di confrontarci col nuovo la voglia di crescere la voglia di svilupparsi
Questo indebolimento mi pare testimoniato con grande chiarezza proprio dalla crisi del mercato del lavoro
Non voglio darvi dei dati che certamente conoscete
Voglio ricordarvi solo che i diciotto è più un milioni di disoccupati in Europa non possono non essere il segnale drammatico di un sistema che non funziona
Un sistema che è incapace di corrispondere al più elementare dovere di una società civile
L'ha già ricordato il dottor Vittadini nella Centesimus annus è scritto a chiare lettere che il lavoro identifica la persona umana
Per questo lo stato di disoccupazione e lo stato di colui che è privato di una propria di identità e provai privato della propria dignità
Se a tanti questa identità e questa dignità sono rinnegate questo non possiamo dire che sia colpa del destino
Vent'anni fa pensate solo vent'anni fa il tasso di disoccupazione europeo era la metà di quello degli Stati Uniti e questo tasso non arrivava al cinque per cento
In vent'anni siamo stati capaci di dilapidare uno straordinario patrimonio quello che era il dinamismo in termini di capacità di creare lavoro della macchina economica europea
Perché non è affatto diminuito anzi è aumentato e il dinamismo e l'aumento della spesa pubblica
La cui incidenza sul prodotto interno lordo è salita da meno del quaranta per cento negli anni Sessanta ha molto più del cinquanta per cento negli anni novanta
Allora cosa è avvenuto abbiamo delegata allo Stato e sottratto al mercato e uso per la prima volta la parola mercato ma su questo tema ci tornerò molto
Abbiamo sottratto al mercato il compito di sospingere la crescita economica abbiamo convogliato sui consumi risorse che potevano e soprattutto dovevano essere convogliate sugli investimenti
Abbiamo costruito tante reti di protezione per il breve periodo
Trascurando di mettere in piedi l'unica vera rete di produzione sul lungo che è la capacità di svilupparsi e quando ci si sviluppa significa creare posti di lavoro
Ma il danno non è stato solo economico c'è stato un danno sociale sostanzialmente in virtù Emilia andò a sorridere a usare la parola virtù di un mercato del lavoro sempre più rigido abbiamo creato due mondi quello degli inclusi e quello degli esclusi esclusi il primo quello degli inclusi solo apparentemente sicuro il secondo quello degli esclusi sempre più lontano da una prospettiva di occupazione
E c'è il danno per così dire culturale
In una società in cui tutto è assicurato o di Vorpsi vorrebbe fosse assicurato per legge ha preso piede la mentalità del tutto mie dovuto allora responsabilità merito impegno hanno ceduto il posto alla deresponsabilizzazione all'appiattimento all'immobilismo alla difesa dei privilegi
Ecco questo è il meccanismo che ha ostacolato la creatività del nostro sistema e di cui non possiamo nord renderci responsabili
Questo è il meccanismo che ha spinto il che ha spento il coraggio di sperimentare
Che ha spento il coraggio di percorrere strade nuove di evolversi in sintonia con l'evoluzione del resto del mondo proprio perché il resto del mondo non è rimasto fermo
E non mi riferisco solo agli Stati Uniti che pure troppo spesso e troppo presto sono stati dati Comin decadenza in perdita di leadership ecco continuano invece ad essere uno dei motori fondamentali della crescita economica e uno straordinario serbatoio di possibilità di occupazione
Mi riferisco anche alle sempre più numerose economie emergenti dovrebbero essere indicativo è istruttivo per noi europei quanto sta avvenendo nell'Est e asiatico
Sono paesi che hanno saputo investire nell'unica vera forza di cui come noi europei dispongono e cioè l'uomo tante che c'è stata una forte crescita dei livelli di restituzione
Pensate che in appena trent'anni dai primi anni Sessanta ad oggi si sono trasformati in veri e propri paesi industriali ad occupazione sempre più ampia
Che sul totale della forza lavoro quella dell'industria manifatturiera è salita da poco più del cinque per cento al venticinque in per cento nella Corea del Sud
Dal quindici ad oltre il trenta per cento a Taiwan e così pure a Singapore
Per non parlare poi della Cina che un po'tutti oramai accreditiamo come la più grande economia del globo intorno al due mila e il venti
Certo queste dei paesi fanno parte e hanno formato società di cui non possiamo dire che abbia cittadinanza praticata quello che nella nostra riteniamo un valore cardine costitutivo di una comunità
La democrazia politica e la solidarietà intesa come coesione sociale
E allora voglio essere chiaro subito con voi sul tema della solidarietà un tema sul quale spesso si generano fraintendimenti e altrettanto spesso interpretazioni strumentali
Le conquiste sociali e di civiltà che l'Europa ha fatto nel corso degli anni costituiscono un patrimonio importante
La solidarietà e l'equità sono valori forti sono valori radicati nella nostra storia nella nostra cultura essi non solo definiscono la nostra identità sono un decisivo fattore di coesione sociale
Ma questi valori e questa coesione se davvero rivogliamo salvaguardare devono essere messi al servizio dello sviluppo dobbiamo in istituto rifuggire dalla contrapposizione così assoluta
Anche così facile così radicale direi ideologica che si è voluta creando tra l'approccio che viene chiamato solidaristico e l'altro che viene invece chiamato di mercato
Io sono convinto che la solidarietà è un fine un fine che tutto il sistema si deve dare per realizzare una società per quanto possibile equilibrata e compatta
Ma allora davvero crediamo davvero voi credete che sia una vera manifestazione di solidarietà fra generazioni la difesa di sistemi pensionistici
Pensioni istrici che caricano oneri insostenibili sui nostri figli e sui nostri nipoti e cioè su voi suo la maggior parte di voi
Davvero e solidarietà alla distruzione attraverso il finanziamento delle spese correnti dello stato di una parte rilevante di risparmio che invece andrebbe destinato agli investimenti produttivi
E alla realizzazione di infrastrutture che sono l'unico modo per creare per i posti di lavoro
Ma guardiamolo anche in una prospettiva più ampia o avete sentito tante volte parlare di globalizzazione è un termine che è entrato nell'economia moderna
La globalizzazione non è solo l'orizzonte ormai obbligato per la crescita dell'economia occidentale è anche l'occasione per fare accedere all'area del benessere molti nuovi Paesi che finora ne erano rimasti fuori
Senza globalizzazione senza l'apertura dei mercati e l'integrazione dei sistemi produttivi su scala mondiale
Nell'Est asiatico nell'America latina potrebbero contare su sufficienti tassi di sviluppo come invece stanno oggi facendo
E lo stesso dovremmo dire per l'Europa orientale che è una prospettiva che tutti ci auguriamo prossima per la parte meridionale anche del bacino mediterraneo
In questo senso a me pare che ci sia una seria contraddizione fra le critiche che da più parti si fanno alla globalizzazione e la volontà di affermare un concetto di solidarietà a livello internazionale
Perché la solidarietà passa anzitutto dando a tutti le chance di poter partecipare e le moderne economie di mercato e quindi allo sviluppo
E d'altra parte davvero è così selvaggia l'economia di mercato quando chiede o impone a ciascuno di essere più efficiente sul proprio lavoro
è così selvaggio il mercato quando chiede più flessibilità e mobilità lavoro se flessibilità e mobilità sono anche favoriti dai più fortune i sostegni formativi da adeguati ammortizzatori e soprattutto se la flessibilità consente di creare nuovi posti di lavoro
E ora di sgomberare il campo da confusioni e luoghi comuni
Voglio affermare una cosa molto precisa
Tra il mercato e la giunga non c'è neppure un cromosoma in comune e voglio ripeterlo fra il mercato e la giungla checché ne dicano profeti di sventura non c'è neppure un cromosoma in comune
Il mercato è una costruzione sociale una sua costruzione complessa il cui funzionamento si basa non sull'assenza ma sulla presenza esplorò rispetto di regole e allora ogni volta che si parla di regole c'è qualcuno in Italia che rispolvera una vecchia polemica quella sui cosiddetti poteri forti voi avete il fronte uno dei rappresentanti di questi presunti poteri forti sulla chiusura oligarchica del nostro capitalismo e sulla sua presunta connivenza con lo statalismo che sarebbe la vera causa delle bugie dette degenerazioni del sistema italiano e sulla sua mancata liberalizzazione
è un fatto che chi dà voce a questa polemica quando non si tratta di quella pura tattica politica per cui ci si scarica delle proprie responsabilità sventolando generici è indimostrabile i complotti
Di norma si colloca proprio fai fruttò fautori dello statalismo
Quelli che a parole invocano il mercato ma poi non vogliono le privatizzazioni e dunque una crescita del pluralismo economico e fanno di tutto perlomeno per ritardare il sono coloro che nel nome dell'equità sociale tendono a perpetuare un potere costruito sulla burocrazia e sul controllo di impresa che forniscono servizi inefficienti e costosi per la collettività
E le otto mila impresa che fanno parte dell'organizzazione di cui stamattina visivamente ho potuto rendermi conto stanno a dimostrare quanto sia invece molto più corretta è molto più proficua l'altra strada
Certo in Italia esistono poche troppo poche grandi imprese industriali e finanziarie private ma perché questo sicuramente non per interesse del grande capitale privato che in un'epoca di mercati aperti e pienamente concorrenziali nell'epoca della cosiddetta globalizzazione
Se vuole puntare su un'adeguata remunerazione non può che perseguire un solo obiettivo
Una crescente competitività dei suoi impieghi e quindi un acquisizione di profitto e quindi un impiego del profitto per lo sviluppo e per la creazione di posti di lavoro
E la competitività di un'impresa e quella che viene dal suo interno dai suoi Investimenti dalla sua organizzazione soprattutto dalla qualità dei suoi uomini
Ma è anche quella che può ottenere dalle sinergie come quello che comunemente si chiama il sistema Paese
Non si può essere competitivi se intorno a noi non ci sono altre imprese forti ed efficienti che investono grandi risorse di innovazione
Se non c'è un mondo finanziario sufficientemente robusto se non c'è molta moltissima ricerca
Se non c'è una rete di infrastrutture moderne e naturalmente se non c'è una scuola all'altezza dei compiti nuovi della formazione una scuola che deve adeguarsi che deve modificarsi
Oggi so che avete qui il ministro della pubblica istruzione e probabilmente mi auguro mi immagino che li farete domande pungenti e provocatorie per vedere dove fu
E tutto questo fu il problema per esempio della formazione è mancato perché lo Stato ha invaso il campo della gestione diretta dell'economia
Gestire in proprio in prese trascurando la costruzione della cornice entro la quale il sistema la società deve operare e nella cornice c'è fra Iva ai primi posti c'è proprio la istruzione
Allora se è stata la ben orme presenza dello Stato a restringere l'area del libero mercato è solo dall'allargamento di quest'area che possiamo aspettarci di dare al tempo stesso più forza e maggiore articolazione al nostro sistema capitalistico
Tra Stato e libero mercato oggi sta prendendo sempre più rilievo in tutti i Paesi occidentali e voi ne siete un esempio vivente
Il dibattito sul ruolo e la disciplina di leggi riguardanti le organizzazioni senza fini di lucro
Il cosiddetto terzo settore che secondo il risultato di un recente censimento conterebbe in Italia più di venti mila associazioni per la precisione ventun mila associazioni di volontariato e di attività non profit
Questo dipende da molti fattori ma soprattutto è la risposta a un bisogno nato dalla crisi dello stato sociale
Un vuoto di servizi aggravato si negli ultimi decenni
Proprio per le crescenti difficoltà della finanza pubblica che stanno imponendo una riforma radicale del vecchio Welfare State nato dalla nostra cultura assistenziale
Detto che vi spiega che negli Stati Uniti dove il volontariato è particolarmente sviluppato
Quando nasce un problema pubblico immediatamente si costituisce subito un'associazione o un comitato per mobilitare la popolazione al fine di risolvere questo problema pubblico
In Italia quando nasce un problema pubblico ma questo sta gradualmente diminuendo si pensa per abitudine che i problemi
Collettivi problemi pubblici debbano essere sempre è totalmente risolti dallo Stato
E l'esempio
E le sempre più volontariato che nasce e che voi conoscete così bene che praticate anche così bene e che sviluppate così bene e commi da pro io venendo qui fra di voi la fiducia appunto che questa tendenza deleteria anche nel nostro Paese sta oramai scomparendo
Io ritengo magari eccessivo l'ottimismo di quanti pensano che questo settore il terzo settore possa rappresentare la soluzione di tutti i nostri problemi
Ma è importante che le attività non profit ottengano gli strumenti legislativi fiscali organizzativi adegua ti con coraggio da tiro fuori e con coraggio e professionali necessari a uno sviluppo che potrà sicuramente risolvere
Molte sacche di inefficienza del nostro sistema e fornire anche un positivo contributo alla grave crisi dell'occupazione
Nella primavera scorsa come Fondazione Agnelli non abbiamo fatto un in un convegno proprio sul problema del volontariato e ci torneremo sopra anche per aiutare questa forma moderna e così vivaci e così da un punto di vista etico così nobile ha veramente a potersi sviluppare sempre di più
Ma per tornare al tema che fa di sfondo a questo meeting e alla mia conversazione vorrei sottolineare un punto
Il mercato è per sua natura uno dei luoghi privilegiati di ricerca e di costruttività un luogo che stimola che stimola le parti migliori di noi stessi stimola l'intelligenza stimola la capacità di soddisfare i bisogni umani stimola la laboriosità stimola il coraggio nel prendere decisioni stimola anche la prudenza
Stimola la capacità di rischiare stimola l'affidabilità nelle relazioni reciproche e soprattutto il rispetto della parola data
Ogni volta che si parla di mercato almeno qui da noi condizionati qualche volta dicevo da stereotipi ottocenteschi tutte queste cose si tende a dimenticarle a trascurabile
Della competizione poi sia una concezione darwiniana dimenticando il significato ovvero etimologico del termine
Competizioni significa cercare dirigersi verso qualcuno o qualcosa significa incontrarsi
Ma tutto questo finisce per allontanarci dalla realtà più vera per i avvicinarsi ad essa io vi consiglierei di leggere lì un libro pubblicato recentemente da Mikhail Novak che ha fatto ad Abba pubblicato un libro da un titolo stimolante gli affari come vocazione che cosa dice in sostanza Novak
Che il mondo degli affari non si regge non solo sulla legge ma su un sistema morale in quanto tale basato sul libero arbitrio
Gli oneri che vi operano posso fare bene o male questa è una loro scelta
Ma ci sono tre virtù cardinali senza le quali il mondo degli affari non può esistere e sono la creatività la costruzione di una comunità il realismo
Ora io non sono qui per riassumere il le tante molteplici suggestioni che emergono da quanto scrive Novak al quale volume vi invito ma mi fermo soltanto sulle due prime virtù perché sono veramente quelle che noi vediamo in atto ogni giorno nelle imprese che liberamente competono con correttezza sul mercato la creatività
Un'impresa non nasce non sopravvive se non ci sono sostenerla un'idea è una continua innovazione
Ora se l'idea può essere ed in genere è di uno solo di colui il quale assume la figura dell'imprenditore l'innovazione è il frutto del lavoro intelligente
Non del lavoro fisico in sé di tante persone di tanti uomini
Della loro capacità di contribuire a prevedere i bisogni e la migliore combinazione dei prodotti dei fattori produttivi per soddisfarli
E questa capacità nell'impresa moderna è richiesta a tutti è richiesto almeno Eggert come agli impiegati
Copia agli operai a ciascuno secondo le sue competenze la sua professionalità il suo ruolo
Una azienda
Che non sa valorizzare il massimo della creatività delle sue risorse umane che per loro natura sono per definizione per fatto sono sempre creative è un'azienda destinata al fallimento
Io non so come sarò giudicato
Quando lascerò l'attuale mia responsabilità di lavoro
Ma se posso essere fare un atto un momento di modestia ecco io attribuisco che è di tutti il lavoro specialmente di questi ultimi venti anni della più grande azienda privata del Paese
Il
Biglio orme rito che mi attribuisca da me e quello di avere sostanzialmente cambiato la struttura delle relazioni umane nell'interno della nostra azienda
Delegando sempre di più arrivando a forme di contribuzione della creatività dei dipendenti fino ai livelli più bassi
Avete sentito avete letto di uno stabilimento che noi abbiamo nel Sud Italia Melzi che è diventato l'emblema anche se quei sistemi stanno ormai in tutti i nostri stabilimenti in Italia e nel mondo in cui
Il al già a livello operaio nella costituzione di squadre che debbono attendere un determinato lavoro c'è la massima autonomia c'è la crêpe invita più grande c'è un sistema di lavoro che oggi permettete molo di dire non nessuna azienda automobilistico non ha forse nel mondo
Ma proprio per valorizzare queste capacità occorre che l'impresa si costruisca come comunità fortemente partecipativa rispetta i risultati aziendali nella quale si lavora con gli altri e si lavora per gli altri
Il profitto dunque questa parola che qualche volta ha assunto aspetti diabolici il profilo dunque la misura di questa capacità di essere creativi
Di creare un'ampia comunità di uomini che tendono a un medesimo obiettivo
Soddisfare le proprie aspettative di benessere soddisfacenti i bisogni di benessere di altri uomini
Il benessere
Anche su questa parola chiave credo occorre intendersi
Come dicevo all'inizio
Non c'è dubbio che oggi viviamo meglio di cinquant'anni fa certo ci sono ancora ingiustizie tante ingiustizie ci sono ancora sacche di povertà ci sono ancora esclusioni dentro la nostra società e nel mondo
Ma dove l'economia di mercato si è radicata queste la comune questi difetti sono molto ma molto meno diffusi approfondite che laddove l'economia di mercato ancora non esiste
E così pure possiamo dire che le differenze sociali e in questa aveva in qualche modo visto giusto Gramsci quando paventava che alla lungo il capitalismo avrebbe fatto del proletariato una vera borghesia
Tuttavia accentrarsi soltanto sugli aspetti materiali parlando di benessere mi sembrerebbe molto riduttivo
In realtà non possiamo trascurare quelli immateriali più legati alla cultura da sempre l'impresa rappresenta un momento di coagulo del sapere e dei valori di una determinata collettività
Senza andare tanto lontani nella storia domandiamoci perché i distretti italiani i distretti industriali italiani che tanti all'estero mirano e ci invidiano sono nati e dove sono nati
La ragione vera e che ciascuno di essi ha capitalizzato sulle proprie specificità di conoscenze di organizzazione sociale di mentalità di identità insomma di cultura nel senso più ampio del termine ma è anche vero che le imprese si nutrono della cultura circostanze sono esse stesse produttrici di culture e di valori che si travasano nella compagine sociale
Penso allora la cultura tecnologica alla cultura scientifica alla cultura manageriale alla cultura organizzativa una cultura che si collega strettamente avvalori come l'imprenditorialità
La professionalità l'innovazione il merito iniziativi individuale che se diventando non fertili non fertili Zanon solo l'impresa ma alla lunga tutta la collettività
Questa osmosi reciproca è una grande ricchezza una ricchezza che tenda a documentare quanto più vivace intensa e la dialettica e quindi è la propensione di impresa e società al cambiamento e all'avanzamento ecco allora che torna il problema più generale ed è una sfida che vorrei lanciare a voi che mi state ascoltando noi dobbiamo sbloccare la capacità del nostro sistema di muoversi di adattarsi all'evoluzione delle esigenze
Non illudiamoci di poter creare nuove opportunità di sviluppo e di benessere e noi posti di lavoro
Se ci ostiniamo a mantenerlo congelato negli schemi entro i quali la società italiane europea si è mossa negli ultimi decenni e questo è una critica che faccio agli uomini della mia generazione
Ma non facciamoci neppure prendere non fatevi prendere dai ragionevoli paure
Quello che abbiamo costruito finora non è affatto il mondo migliore possibile oltre il quale c'è il buio dell'insicurezza c'è il buio della provvisorietà il buio dell'ingiustizia
In sicurezza
Provvisorietà ingiustizia semmai sono destinato ad aumentare quanto più offre l'eremo quanto più freni avete voi che siete degli artifici quattro che offre nel remo quanto e più offre verrete il cambiamento
Di cambiamento è connaturato con la nostra società ci vuole coraggio
Bisogna rischiare come all'epoca della mia generazione abbiamo rischiato abbiamo creduto dopo la fine del dopoguerra
Ecco con questa sfida io
Mi avvio alla conclusione
E mi rendo conto di aver riparlato di questioni molto generali e non di stretta congiuntura economica e politica
Sono convinto però che di tanto in tanto tutti noi dobbiamo sollevare la testa dai problemi più contingenti e guardare cercare di guardare a un orizzonte più ampio
Certo la situazione dell'economia è più difficile le sfide del risanamento premono il problema del lavoro resta in tutta la sua drammaticità
Io quando parlo con gli uomini politici
Quando parlo anche con gli uomini di questo governo dico che i problemi del nostro Paese sono tanti e che però come capienza negli individui nelle famiglie quando ci sono tanti problemi bisogna darsi delle priorità
E non è vero che il sistema purché il problema del debito pubblico italiano
Che altri problemi pur gravissimi del nostro Paese
Sono quelli che vanno posti al primo punto della priorità al primo punto delle priorità del nostro Paese va posto il problema della disoccupazione e dobbiamo affermare anche
Con il coraggio
O ancora io
Io che sono un assertore della necessità di entrare presto e rapidamente in Europa che prima di questo e se che questo ci costasse anche di arrivare qualche tempo dopo in Europa ma ci permettesse di avviare a una parziale soluzione del problema della disoccupazione bene noi questo abbiamo farlo gli omini di governo italiano debbono farlo il problema del lavoro dei posti di lavoro della disoccupazione specialmente nel Sud Italia è il più grande problema che questo Paese deve risolvere
Ma per affrontare tutti questi problemi non bastano singoli e specifici correttivi
Occorre veramente un profondo cambiamento di mentalità nel senso gli ho ritrovato slancio verso il nuovo e quindi e a voi che dico questo gli uomini della mia generazione possono portarmi solo l'esperienza del passato
Ho ritrovato slancio verso una maggiore libertà
Verso un maggior senso di partecipazione e di responsabilità di confronti di noi stessi e della collettività in cui viviamo
Qui e non oltre qui non altrove stanno le condizioni per costruire e diffondere uno sviluppo solido e duraturo e concludo con un augurio che possiate vere lo slancio gli ideali il coraggio qualche volta la tenerezza tenerezza che abbiamo avuto noi dopo la fine della guerra per cercare di risalire la china
E che nel proseguo del tempo a questa augurio di questo coraggio nel cambiamento si aggiunge commi anche la possibilità di non commettere certi errori che gli uomini della mia generazione hanno oggi hanno invece commesso negli anni passati
Molti auguri a voi e ambiente
Ci sono
Che non sono state momenti del mondo cattolico forse in qualche ambiente durano ancora adesso in cui il profitto era un male e l'unica cosa buona era un volontariato capace di essere assolutamente in incidente sul piano pratico e molto operativo nei salotti
Ci sono stati momenti in cui il mondo industriale
Era dominato in incerti istituti universitari e ancora adesso da curve incomprensibili anche da quelli che le facevano dove il fatto romano era assolutamente trascurato a me sembra che oggi abbiamo sentito da un esponente fondamentale dell'economia del nostro Paese qualcosa di nuovo l'idea che la creatività la costruzione di una comunità il realismo siano la base del punto centrale dell'economia il problema della lavoro il problema della disoccupazione
Noi ci riconosciamo in quercia Tōjō riconosciamo qui
E dalla libertà dell'uomo della costruzione di un di un di un uomo da una mentalità umana che può nascere qualcosa di nuovo tanto è vero che il nostro Paese dalla piccola grande industria nasce esattamente da questa intelligenza ma da un'intelligenza come ha sottolineato il dottor Romiti che tende a costruire una comunità e a fare come fattore dell'impresa oltre che il profitto la risposta al bisogno umano
Noi ci riconosciamo in questo opposizione ci riconosciamo in questo idea che quindi ha una mentalità nuova di un uomo che può costruire qualcosa di diverso non uno schema non un modello non economia pianificata come l'idea di non tener conto di tutti i fattori mentre si pone impresa
Ma allora io penso che l'incontro di adesso col dottor Romiti Rispetto l'incontro di prima col cardinal Ruini abbiano come tutto il meeting abbiano un filo rosso tra temi religiosi
Umani filosofici e temi economici
Che ci vuole una ragione per costruire questa mentalità che oggi quello che manca di più tra i giovani e non più giovani e la mancanza di una ragione però essere creativi per essere imprenditori per costruire la ragione
Che avevano cinquant'anni fa quando hanno dovuto ricostruire l'Italia in cui nessuno mangiava ecco noi vogliamo essere un luogo dove questa ragione
Viene testimoniato una ragione che parte dalla fede ma che si apre a tutto non si chiudeva un pietismo ma si apre l'affronto dei bisogni umani come Ciaraldi un ricordato
Don Giussani l'assemblea della Compagnia delle opere Flora il messaggio di questo metri nel messaggio di questo incontro la risposta
All'appello del dottor Romiti che vorremmo essere educati continuamente dalla fede ad aprirsi ai bisogni a costruire essere creativi a Luca a lottare contro le burocrazie pubbliche e private che uccidono questa creatività grazie arrivederci