Italia chiama Europa dibattito organizzato nell'ambito della Festa Nazionale de "L'Unità" presso la Sala Blu

Buona sera immagino che gli applausi sono per i nostri ospiti vi ringrazio a nome loro
Stasera ho il compito di condurre un dibattito dal titolo molto impegnativo l'Italia chiama l'Europa e naturalmente prima di tutto vorrei presentarmi a sono una giornalista della televisione italiana del TG due e da molti anni sono come dire una cronista degli Este dei Paesi esteri una cronista di guerra ecco non sono una politologo passato lunghi anni nelle situazione di conflitti drammatici in Medioriente
E negli ultimi anni nell'Est europeo in Bosnia
Però questa sera dobbiamo un po'occorre una riflessione una riflessione appunto sull'Italia e l'Europa
Quale Europa mi viene da pensare a un'Europa che stiamo solo sognando
Perché sono poche ore fatta a pochi passi da noi c'è il segretario di un partito la lega Bossi che vorrebbe creare un suo staterello
Pretende anche tenderebbe anche di indire un referendum per tutto illegale per il riconoscimento internazionale del suo stato
Il commissario il presente Mario Monti
Ci ha fatto cioè Jardin
Che nell'Europa intende riconoscerne Bossi né la Padania ora già il fatto che però si sia posto questo problema e indice come dire di una drammatizzazione perché
Il fenomeno della regionalizzazione dei piccoli Stati delle piccole patrie è un fenomeno sicuramente che si è andato dilatando dopo la caduta del Muro nell'ottantanove
E non riguarda solamente l'Italia
Non possiamo naturalmente far paragoni tra la Padania o la Croazia ma possiamo dire che è presente questo fenomeno in molti paesi europei vediamo ovviamente la Spagna la stessa Francia la Germania
Quindi è un fenomeno che dobbiamo come dire non sottovalutare cioè da una parte quindi ci troviamo in un impegno ad andare a costruire una casa comune europea e nello stesso tempo come come dire frenare queste spinte alla regionalizzazione il presidente della Assemblea francese Philippe sega ha detto una cosa molto seria che deve far riflettere ed è una domanda che io pongo ai nostri ospiti
Il rendere più otto dare più autonomia dare più spazio a regionalismo può rendere più moderna l'idea di una nazione oppure significa la Morte di una nazione
Allora questa è una domanda che io pongo ai nostri ospiti
Mi scuso con loro ma ero forse Mozzi annata non ve li ho presentati li conoscete comunque
Il ministro degli Esteri Lamberto Dini
Il professor Mario Monti commissario europeo
E il sottosegretario agli Esteri Piero Fassino
Bene il ministro Dini lei è stato molto feroce contro Bossi nelle ultime dichiarazioni noi poniamo però la domanda più generale cioè come poter come dire frenare queste spinte nella costruzione di una casa comune europea
Ma certamente più autonomia non significa ma Morte di una nazione
Resterà la sua domanda la risposta sicuramente no
Io credo che questi fenomeni di cui lei ha parlato siano
Cioè il riflesso di situazioni molto diverse da un paese all'altro si cerca l'autonomia o la secessione
Quando ci sono ragioni storiche e culturali etniche
Quando si parla della Slovacchia o dei Paesi Baschi
Ma questa non è la nostra situazione noi siamo tutti uguali siamo tutti italiani venivano tutte dall'alto
Abbiamo le stesse radici abbiamo la stessa cultura
E quindi cos'è che si vuole inventare
Quindi la risposta non è quella la risposta è quella che c'è scritto fuori
Federalismo unità solidarietà è qui che si deve trovare la risposta alle domande che vengono di maggiore autonomia maggiore autonomia vuol dire anche un'altra cosa io credo e lo viviamo in Italia come lo vivano gli altri paesi e di desiderio di avvicinare le istituzioni ai cittadini
E che le decisioni siano quindi più ravvicinato
Che è meglio quindi le istituzioni e mi riferisco alle regioni mi riferisco ai sindaci delle città che ora sono eletti direttamente dal popolo possono meglio tener conto delle necessità
Locali questo è quello che io credo sul quale fenomeno che oggi il verifichiamo anche nel nostro Paese sono fenomeni che io credo che rafforzino la democrazia e non e non che la indeboliscono
Poi sebbene ci siano situazioni diverse barricata degli altri paesi ma ci sono nazioni con sono stati federali che funzionano molto bene
La Germania sì benissimo anche in Germania ci può essere una qualche distinzione locale al la Germania è uno Stato federale che funziona bene funziona benissimo l'Austria funziona benissimo e non credo
Che ci siano in quei Paesi desideri secessioniste
O di separarsi assolutamente no
Quindi questo io credo che sia la sostanza del problema quali quando veniamo alla nazione nei riguardi dell'Europa cercheremo dopo ti rispondo
Professor Monti lei come dire si è incaricata di dare una risposta ufficiale da Bruxelles a a Bossi e la sua eventuali eventuale richiesta leggevo oggi sulla Repubblica che in qualche modo era stata criticata questa addirittura questa richiesta di basse che ci sia stata la necessità di una risposta ufficiale e questo è così giusto per rendere un po'più attuale la mia domanda però sempre rimane quello lei che ha una visione da Bruxelles non italiana
Che quindi segue questi fenomeni diciamo che che sono insorti negli altri Paesi quale pensa anche come visione complessiva europea come si possa tener conto di queste spinte regionale
Ma anzitutto Bossi membro del Parlamento europeo a rivolto un'interrogazione alla Commissione europea
La Commissione europea deve rispondere non è una questione di accettare o meno l'interlocutore
E la Commissione europea sta preparando la risposta ufficiale intanto il portavoce della Commissione ha chiarito che sono gli stati a far parte dell'Unione e quindi a far parte di quella che sarà la moneta unica europea
L'Europa sta curando sempre di più lo sviluppo delle regioni già il presidente Dini
Richiamato questo concetto che le Autonomie da molti punti di vista sono benvenute dentro il quadro delle nazioni io voglio aggiungere una considerazione come italiano adesso non come membro della Commissione europea anzi se consentite comitali hanno che lombardo e addirittura varesino
Io capisco molti disagi che percorrono l'Italia settentrionale
Credo che la risposta a questi disagi ossia urgente doverosa
Credo che possa venire soprattutto dal far penetrare in Italia il modo di amministrare che è tipico dei paesi più avanzati dell'Europa perché questo avvenga occorre che l'Italia tutta l'Italia entri il più presto possibile nel cuore dell'Europa
E anche per questo io penso che sia così importante la questione della quale immagino parleremo più avanti dell'ingresso pieno e tempestivo dell'Italia nella moneta unica europea chi dovesse volontariamente o involontariamente ritardare questo ingresso effettivamente si prenderà la responsabilità di dare una base un po'più legittima di oggi a quelle proteste che percorrono l'Italia del nord
Il sottosegretario Fassino dalla sua esperienza anche di viaggiatore nelle zone dell'Est europeo
Ma io voglio dove appunto si è creata diciamo sì sì erroneamente forse creata una similitudine dalla ex Jugoslavia e la frammentazione eventuale e paventata da Bossi e io chiedo chieda Luís se è giusto questo paragone lo è stata volutamente forzata
Prima di rispondere
Permettetemi come dirigente del PDS quindi come padrone di casa come ospite di rivolgere un ringraziamento al presidente bene
Non solo per per la sua presenza a cui evidentemente ma è un ringraziamento che si estende non solo all'attività che oggi svolge come ministro degli esteri ma a quanto ha fatto come presidente del Consiglio nell'anno che si sta al
Di ringraziare ed è ringraziare il professor Monti ospite nostro qui questa sera che rappresenta il nostro Paese in Europa in un momento così delicato del processo di integrazione europea
Per venire alla domanda posta no io credo che il paragone sia del tutto infondato
Infondato per due ragioni
La prima la già richiamata al presidente Dini
Non ci sono ragioni etniche e religiose storiche o culturali che definiscano la identità della Padania come è stato come possibile è stato il nord dell'Italia ha vissuto nella storia nei secoli
Percorsi storici politici e culturali molto complessi e riversi che non possono essere richiamati nessun momento all'esistenza di una entità unità
E per altro verso negli ultimi cento trent'anni questa parte del Paese ha vissuto pienamente tutte le fasi i processi passaggi la storia nazionale e non vi è alcuna ragione che legittimi l'esistenza di uno Stato padano quando si guarda all'Est europeo al centro Europa beh ma lì c'è una storia radicalmente diverso
Basterebbe pensare per esempio che i confini degli stati dell'Europa centrale sono stati cambiati tre volte
In seguito diciamo le tre guerre che dal mille ottocentosettanta ad oggi hanno sconvolto l'Europa no dopo
La guerra franco-prussiana la Conferenza
Di Berlino del mila ottocentosettantotto dopo la prima guerra mondiale la pazza diverse del diciannove dopo la seconda guerra mondiale sulla base degli accordi di Yalta
Se voi prendete una carta geografica del mille novecentodiciannove dell'Europa centrale a mettete su un vetro
E sovrapponete una carta geografica l'Europa centrale del mille novecentoquarantacinque vedrete che tutti i confini sono state spostate di duecento chilometri ad Ovest in ragione della fino alla seconda guerra mondiale dell'esigenza di sicurezza l'Unione Sovietica
Degli accordi tra Roosevelt testare eccetera eccetera quindi questo in Italia non è avvenuto nel senso che come dire l'identità statuale italiana è quella da quando l'Italia
E nata la storia della formazione degli Stati del centro Europa è molto diverso secondo elemento del tutto diverso quegli Stati sono caratterizzati
Non solo in quest'ultimo secolo nei secoli dalla compresenza dalla
Convivenza talora e tavola dalla non convivenza dalla compresenza col conflitto di etnie religioni culture civiltà molto diverso
Qualsiasi Stato dell'Europa centrale caratterizzato dall'esistenza di minoranze molto grandi
Ciascuna di queste minoranze oggi
Diciamo in sofferenza di fronte a una situazione che spesso vede accendersi conflitti quindi c'è una storia culturale e politica del tutto diverso
E quindi dire siccome esiste la Croazia siccome esiste la Slovenia può esistere la Padania è una cosa che può essere suggestiva per una battuta televisiva ma nessuno non ha nessun fondamento storico politico e culturale
E quindi io penso che noi dobbiamo su questo non concedere minimamente a
A questo amo
L'altra cosa che voglio dire brevemente poi semmai ci ritorniamo più avanti
è che no in realtà stiamo vivendo due dimensioni che padani a prescindere da tutto quello che penso in Europa due dimensioni che non sono contraddittori ma sono complementari
Per un verso c'è una tendenza diciamo
All'acquisizione di maggiore competenze poteri e capacità di autogoverno a livello delle regioni questo fenomeno e si manifesta in tutta Europa
Ma questo fenomeno di una dimensione se volete più piccola dello Stato non è contraddittoria con la fatto che sia necessario avere una dimensione più grande dello Stato
Perfino nell'ex-Jugoslavia battendo badate è significativo che quei cinque le cinque repubbliche che sono nate sulla dissoluzione del Lazio con lo Slavia
Tre delle quali sono nate facendosi la guerra tutte e cinque rivendicano l'integrazione europea
Cioè nel momento in cui affermano la propria identità ciascuna di queste capisce che la propria identità oggi non può vivere in una logica autarchica perché noi viviamo in una fase in cui tutti i processi di carattere economico finanziario culturale politico
Si muovono sulla dimensione sovranazionale
E non c'è più problema di un qualche rilievo delle nostre società dall'occupazione all'ambiente a dall'immigrazione alla lotta alla grande criminalità che si possa risolvere soltanto sulla base di politiche nazionali
E quindi le la doppia dimensione rimessione diciamo federalista dell'organizzazione degli Stati nazionali e quindi con maggiore potere delle regioni e la dimensione della sovranazionalità e per quello che ci riguarda dell'integrazione europea
Non vanno vissute ora presentate come delle dimensioni contraddittorie in conflitto ma come due dimensioni complementari d'altra parte finisco
Ha già ricordato Monti commissario Monti come per esempio per ciò che riguarda la gestione dei fondi strutturali no cioè gli aiuti che la comunità europea da
Alle
Are dell'Europa perché hanno problemi di sviluppo di occupazione gli interlocutori i soggetti gestori di quei fondi strutturali sono le regioni quindi se un riconoscimento diciamo già
A livello comunitario europeo del fatto che gli Stati nazionali non sono l'unica dimensione istituzionale dell'Europa unita le regioni sono un'altra dimensione importante e appunto federalismo integrazione sopranazionale esso su convivono come due
Dimensioni complementare reciprocamente necessari
Quindi s'nazione e federalismo crimini impegno perché questo federalismo venga fatto rapidamente
Bene
Maastricht se questo strano nome che tutti gli accorre chiamo un impegno importantissimo per l'Italia se n'è ritornato a parlare se ne è discusso
è possibile non è possibile seguire i tempi dati dalla Comunità europea comunque il nostro governo
Si è Espresso per l'entrata ovviamente dell'Italia in Maastricht lo scenario quindi pessimistico del non arrivare a questo appuntamento sembra per lo meno otto così meno drammatico di quello che appare poteva apparire questo governo si impegna per l'entrata in massa a me per l'appuntamento di Maastricht
Però con quali prezzi ci chiediamo perché è un discorso ovviamente che che che per forza non può non riguardare la nostra situazione economica il nostro problema di deficit e l'esempio della Germania preoccupano molto vediamo in questi giorni con lo Stato cliccando
Un programma di tagli molto forti probabilmente producendo un forte autunno caldo
E lo stesso smetta ha detto che la macchina europea
Può camminare se sarà fatta una politica di rigori
Prodi
Proprio venerdì scorso
Ci ha assicurato che dopo la Finanziaria non ci saranno tagli
è possibile questo e possibile in termini realistici che noi possiamo andare a questo appuntamento senza una politica di tagli e poi una domanda a tutti e tre gli interlocutori
E specificamente al professor Monti quali saranno i nostri vantaggi se dovremo arrivarci
Con taglio senza tagli quali saranno i vantaggi per il nostro Paese di entrare proprio in quel nucleo forte dei paesi che serviranno da essere da timone per l'Europa
Torniamo agli anni Cinquanta c'era un grande dibattito in Italia se l'industria italiana sarebbe stata o no matura per entrare di fronte alla concorrenza europea nel mercato comune
Pensiamo a cosa sarebbe stato dell'Italia se quella scelta coraggiosa non fosse stata fa oggi la cosa va vista in questi stessi termini al di là della tecnica è una scelta di collocazione del Paese in una fascia avanzata o in una fascia arretrata dell'economia europea e mondiale
Noi siamo abituati a vedere Maastricht come qualche cosa di quasi punitivo
Guardiamolo in un altro modo Maastricht e l'alleato delle generazioni future di italiani e di europei
Maastricht consente qual sia si solidarietà sociale purché sia solidarietà seria vera cioè pagata nel presente da alcuni a vantaggio di altri
E taglia le ali Maastricht solo alla solidarietà falsa quella che potremmo dare oggi a carico di chi non è ancora nato o di chi ancora non non vota cioè mettendo sulle spalle del futuro il debito pubblico
Così dobbiamo guardare a Maastricht i vantaggi quindi sono enormi se l'Italia riesce a entrare nel cuore dell'Europa vantaggi soprattutto per le fasce più deboli per i giovani per coloro che oggi sono disoccupati
è chiaro che non ci sono soluzioni miracolose ma da ogni punto di vista l'Italia sarebbe peggio collocata se fosse fuori detto questo è verissimo che ci sono dei costi transitori da sopportare
Ma non è che Maastricht sia di destra di centro o di sinistra
Sta al singolo Paese decidere stalle sua autorità politiche di decidere la distribuzione dei costi per questo passaggio transitorio i tagli come lei diceva
Passaggio che poi una volta realizzato giova soprattutto ai più deboli perché sono i più deboli che sarebbero i più penalizzati da un'Italia che andasse verso il Nordafrica anziché verso l'Europa
In questa prospettiva a me pare che bisogna guardare al problema ora la
Sì è molto del dibattuto in questi mesi in queste settimane in Italia e anche credo che l'opinione pubblica abbia un pochino di sconcerto forse non capisce più chi a favore chi è contro un ingresso immediato dell'Italia nell'Unione economica monetaria
Io per dovere di chiarezza esprimo rapidissimamente la la mia opinione che è quella naturalmente di un osservatore che fa parte della Commissione europea
E che se mi consentite come italiano ha ma particolare vicinanza e tiene particolarmente a che l'Italia si presenti all'appuntamento ebbene la mia opinione rimane che è di grande importanza che l'Italia consegua
Nel mille novecentonovantasette il più possibile i requisiti per entrare subito nella moneta unica compreso il disavanzo pubblico non superiore al tre per cento del provetto del prodotto interno lordo
Il documento di programmazione economica e finanziaria si pone un obiettivo meno ambizioso lascia però aperta la possibilità di un'azione supplementare di risanamento a certe condizioni
La legge finanziaria che il governo si appresta a varare va certamente nella direzione giusta per il risanamento e importante arrivare al traguardo in tempo utile e da questo punto di vista senza entrare nel merito di scelte che sono squisitamente politiche
è importante che la legge finanziaria sia tale da garantire pienamente che il disavanzo novantasette rimanga nei limiti di quello previsto dal documento del governo
E io ritengo anche auspicabile che data l'importanza storica di questo appuntamento le autorità competenti decidano di proporsi quell'azione supplementare di risanamento già prospettata come eventuale nel Documento di programmazione economica e finanziaria concludo
Se posso con una citazione
Di Massimo D'Alema
Rinegoziare Maastricht è una frase senza senso comune non c'è niente da rinegoziare
A parte che noi l'abbiamo ratificato con un voto del Parlamento
Sgombrato il campo da frasi senza senso noi europeisti dobbiamo restituire a milioni di persone il senso che l'Europa è una opportunità e non soltanto i vincoli della moneta unica
Presidente Dini lei appunto è stato presidente del Consiglio un'esperienza da grande economista questo discorso sui tagli che quello che fa paura perché è vero che tutti abbiamo capito che Maastricht sarà necessarie nostri figli abbiamo paura per il presente
C'è da avere paura
Per le fasce più deboli quando si parla di grandi tagli allo Stato sociale è chiaro che si parla delle fasce più deboli
Ma io credo che lo sforzo maggiore
Per il risanamento del nostro Bilancio della finanza pubblica l'abbiamo già fatto
Certo ci rimane ancora qualche passo da fare
Il governo ne ha pianificato uno per il novantasette per completarlo poi nel novantotto al più tardi ma come diceva il professor Monti
Se le condizioni sono favorevoli poter potremmo completarlo anche prima cioè a dire entro la fine
Del mille novecentonovantasette
Io credo che si debba inoltre tenere in mente la cosa seguente
Che per una crescita stabile in Italia
Per creare posti di lavoro abbiamo bisogno di ridurre questo disavanzo dello Stato che significa consumi eccessivi per la nazione
Egualmente a vere un basso tasso di inflazione
Queste sono le condizioni che dovranno portare anche al riassorbimento dell'occupazione della disoccupazione gradualmente questo che dobbiamo fare paghiamo oggi gli eccessi degli anni ottanta
Di cattivo governo degli anni ottanta
Durante il quale abbiamo raddoppiato il De il il il debito pubblico
Se oggi avessimo noi
Avessimo il debito pubblico rispetta un prodotto nazionale cioè a dire alla ricchezza della nazione
Che avevamo nel mille novecentottanta saremmo praticamente al livello del debito pubblico della Germania o del debito pubblico della Francia
Grosso modo il che significa a parità di condizioni che pagheremo la metà in termini di interessi sul debito di quelli che paghiamo oggi
Il debito accumulato in passato per gli eccessi del passato ci costa duecento mila miliardi all'anno
Che sarebbero la metà se avessimo il debito che alla Germania e la Francia il che significa che avremo cento mila miliardi da destinare ai servizi pubblici ai servizi che dobbiamo dare ai cittadini e che ora non possiamo dare
Quindi la strada del risanamento finanziario del nostro Paese è una strada obbligata
Il fatto che vogliamo vedere di completare questo questo risanamento per far parte dell'Europa fin dall'inizio e questo io credo che sia un obiettivo irrinunciabile per la nazione
Perché lo dobbiamo fare lo dobbiamo completare questo risanamento per il nostro futuro
Ma al contempo se rimaniamo fuori dall'Europa come lei diceva giustamente io credo che i prezzi che dovremmo pagare sarebbero elevati in primo luogo non potremmo beneficiare
Del calo dei tassi di interesse che gravano sul sul bilancio dello Stato così pesantemente ma che gravano anche sulle imprese perché i nostri tassi d'interesse rimangano troppo elevati
Troppo elevati rispetto alle al tasso di inflazione di oggi o rispetto anche al potenziale che alla nostra nazione
Quindi facciamo questo sforzo massimo per riuscire a essere in Europa ne trarremo sicuramente i migliori Mantanus questo del resto rientra non soltanto nelle ambizioni nostre dei politici
Di voi che siete adulti ma rientra anche nella spiegazione dei giovani
E dei nostri figli che si sentono già europee che si sentono già Europa integrati nel resto dell'Europa basta pensare ai nostri figli come la considerano l'Europa è il nostro futuro quell'appuntamento non lo possiamo mancare dobbiamo fare il massimo sforzo senza necessariamente come lei dice di dover pensare sulle classi più deboli questo l'abbiamo evitato in passato
Mi pare nell'insieme l'abbiamo evitato il nostro modello di sicurezza sociale di protezione sociale è stato salvaguardato
Come in tutti i Paesi anche noi abbiamo fatto degli aggiustamenti basta pensare alla riforma del nostro sistema previdenziale fatta l'anno scorso con un consenso mi pare
Molto vasto e con solidarietà nei riguardi anche dei più deboli
Quindi voglio dire dobbiamo continuare in questa mania in questo modo non credo che la Finanziaria del novantasette contenga misure che possano essere considerate lesive degli interessi dei lavoratori e delle classi meno abbienti e quindi delle classi più deboli il Governo si sta muovendo bene
Fassino come responsabile del PDS prendo proprio quest'ultima frase del presidente Dini che dice che questo per il PDS al governo a un bagaglio un'eredità negativa dagli anni ottanta questo tipo di politica e dunque è veramente uno scoglio forte proprio per la sinistra al governo
Dover superare una situazione che per entrare in Europa forse appunto si dovranno pagare dei prezzi
Ma io condivido totalmente cos'hanno detto professor Monti il presidente Dini
E dico subito che quando sento porre la domanda in genere i giornali pongo la questione così è utile perché serve a discutere
Quanto costa stare entrare in Europa dico che la domanda è posta in modo sbagliato perché il problema vero è quanto costerebbe stare fuori dell'Europa non quanto costa stare in Europa
Che quando si dice noi dobbiamo ho detto giustamente il presidente Dini va ricordato paghiamo oggi gli errori di una dissennata politica dalla finanza pubblica degli anni ottanta
E io vorrei dire che questo problema ce l'abbiamo se mi si permette prescindendo dall'Europa da maschi
Noi oggi abbiamo un'inflazione
Che al tre virgola qualche cosa per cento è in diminuzione la Germania l'uno pochi anni fa eravamo al sei sette otto per cento una linea di riduzione dell'inflazione è una esigenza vitale dell'economia italiana nonché ci è imposta da mastri che dovremmo comunque perseguire abbiamo un debito pubblico che è tra i più grandi d'Europa la sua riduzione non è l'imposizione che ci viene dall'Europa e ridurre o non è un favore che facciamo a qualcun altro ridurlo è un favore che facciamo noi stessi perché fino a che abbiamo una massa di risorse che speso aperta se l'interesse così grande sarà sempre difficile spostare risorse per fare una politica per l'occupazione per gli Investimenti
Quelli questa storia
Che spesso ti viene posta ma quanto costa stare in Europa ma che vincoli ma che prese io sono totalmente d'accordo con con cosa ha detto Monti pare all'inizio la sua risposta ma pensate a che cosa sarebbe stata l'Italia se in questi quarant'anni
Dai trattati di di Roma nel cinquantasette ad oggi non fosse stata membra del processo di integrazione europea o non fosse stata partecipe di tutte le fasi e le tappe di quei progetti non c'abbiamo mica perso in questi quarant'anni in questi quarant'anni non c'è mica costato stare in quell'Europa
Stare in quell'Europa in questi quarant'anni è stato un elemento essenziale
Per lo sviluppo economico per la modernizzazione dell'apparato produttivo vorrei dire perfino per il consolidamento a democrazia in questo Paese
Guai a perdere di vista questo questo dato che l'Europa è il luogo la dimensione del futuro ha detto Presidente vinello alla dimensione della nostra vita ormai non c'è più nessun tema di un qualche rilievo per il nostro quotidiano per la nostra vita quotidiana che si risolva solo sulla base di politiche nazionali qualsiasi tema ne vogliamo affrontare anche quello a cui teniamo di più tutti il tema della disoccupazione in un'Europa che ha diciotto milioni disoccupati richiede un intreccio strettissimo di politiche nazionali di politiche europee
E così
Ogni altro tema quindi stare in Europa è essenziale per un Paese che voglia essere partecipe
Di un processo di integrazione che va avanti ineluttabilmente fare la battaglia potesse integrazione sarebbe come fare la battaglia contro i mulini a vento ma io voglio introdurre un altro punto di osservazione perché condivido tutte queste la le ragioni che hanno già risposto i nostri ospiti
Guardiamolo anche da un altro punto di vista l'Europa di qui a cavallo del secolo si allargherà
No diventerà diventi ventiquattro membri Paesi dell'Europa centrale e Cipro Malta forse le repubbliche baltiche diventeremo un'unione europea molto larga
In questa unione europea di venti ventiquattro membri
è presumibile è nelle cose che vi sarà un nucleo dirigente
Di alcuni Paesi che avranno una funzione trenta di traino di direzione
E che cosa deciderà
Chi sta in quella nucleo dei paesi che tirano e che erano una direzione o decideranno due cose
I paesi che parteciperanno alla moneta unica e i Paesi che riusciranno a dare una politica estera e di sicurezza comune all'euro queste sono le due dimensioni attorno a cui si coagula era il gruppo dei Paesi che sarà trainante e dirigenti ma io penso che noi dobbiamo avere l'ambizione di volere che l'Italia sia in quel nucleo
Vedete spesso si legge nei sui giornali o si sente nel dibattito un argomento del tutto privo di fondamento cioè che la moneta unica è qualche cosa che alla fine riguarderà pochissimi Paesi la Francia la Germania qualcun'altro non è così
Il Belgio che a condizioni economiche finanziarie non lontane dalle nostre ha votato alla fine di luglio una legge delega al Governo che lo autorizza a prendere tutte le misure necessarie perché il Belgio stia nella moneta unica
Il Portogallo Paese che ha indici economici che sono meno forti dei nostri si è data una legge finanziaria i provvedimenti economici con l'obiettivo di stare dentro Maastricht la Spagna sta perseguendo la stessa cosa l'Irlanda al altrettante
Ora io non voglio pensare che cosa succede il primo gennaio novantanove quando parte la moneta unica e si scopre che non solo c'è la Francia e la Germania mai questa moneta unica c'è l'Irlanda la Spagna il Portogallo e il Belgio e noi dobbiamo spiegare che non c'è l'Italia
Badate il governo dell'Ulivo non sarà il governo che tiene fuori l'Italia dall'euro
Spostiamo momento l'argomento cioè rimaniamo in Europa
La crisi dell'Iraq la crisi dell'Iraq è stato un testo abbastanza drammatico per la compattezza europea
Non c'è dubbio che abbiamo visto che antiche divisioni si sono per tritate l'Inghilterra si è schierata a favore dell'America la Francia no l'Italia ha assunto una posizione come dire autonoma ma è stata anche profondamente criticata
Diciamo di fronte a sul problema Iraq
A mio avviso si pongono tre quesiti ai quali vorrei che voi mi potete mi possiate rispondere e giusto usare la forza affini di pace
E solo uno Stato cioè gli Stati Uniti l'unico guardiano del mondo da dopo il crollo diciamo fu del l'URSS è rimasto sono rimasti gli Stati Uniti
O è giusto che intervenga quindi l'unità dell'inazione l'organizzazione delle Nazioni nazioni unite
E
Perché e come ricreare una politica europea che di fronte alla crisi internazionale non sia soldato come dire de del nostro principale alleato
E che quindi abbia una sua politica autonoma compatta queste sono le tre domande che diciamo rapidamente vi chiedo ma sono i tre scenari che possono venire di fronte a una crisi internazionale che per fortuna
Probabilmente non provocherà perché gli scenari sono diversissimi da quello del novantuno
Una crisi è una guerra però è stato un indice un indice di allarme
Posso seguire l'ordine
Prima il
Ministro Dini
Ma
Certamente questa è una domanda complessa alla quale non si può per rispondere con due parole
Ma in linea di principio quando le Nazioni Unite sono state create è perché esse stesse potessero costituire diciamo una polizia internazionale da utilizzare in maniera preventiva per il mantenimento della pace o per ristabilire la pace
Le disposizioni dello statuto delle Nazioni Unite
Risalgono al mille novecentoquarantasei quindi di cinquant'anni fa sapete che ce li abbiamo appunto il cinquantenario quest'anno non sono state applicate
E quindi le Nazioni Unite cosa devono fare davanti a situazione di crisi per il mantenimento della pace devono normalmente fa ricorso a
L'invio di contingenti di paesi aderenti alle Nazioni Unite oppure chiedere o un gruppo di Paesi di intervenire per conto delle Nazioni Unite
Quindi lei beh queste quello Cnn azioni temperare esattamente che dovrebbero avere il monopolio dell'intervento internazionale per il mantenimento della pace e questo non è avvenuto nel momento della crisi del Golfo
Furono un gruppo di Paesi compresi i paesi europei e anche la Russia al riguardo che si unirono tutti insieme per fermare un'aggressione le Nazioni Unite
Sancire un po'questa azione attraverso una risoluzione che ne dava legittimità al fine di mettere fine a quella a quell'invasione che evidentemente di un di un Paese sovrano invaso dal dall'Iraq e quindi dalla dittatura dalla dittatura irachena
L'obiettivo per il futuro è di completare la struttura delle Nazioni Unite e abbiamo detto che ci vorremmo fare portatori anche di proposte e di idee ora che si apre dalla prossima settimana fra dieci giorni la Assemblea annuale delle Nazioni Unite
Le Nazioni Unite hanno bisogno di riforma ma hanno bisogno di rafforzarsi principalmente in questo campo se questo non è avvenuto fino a oggi certamente non è colpa delle Nazioni Unite o della sua organizzazione
Ma è perché i Paesi non hanno avuto la volontà di completare il disegno delle Nazioni Unite
Ci siamo trovati di fronte a questo ultimo episodio
Di di mire espansionistiche in primo luogo di Saddam Hussein
Che ha infranto e che è venuto meno agli impegni e alle regole ai vincoli che erano state stati stabiliti dalla comunità internazionale e a nostro avviso anche a una precisa
Risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva il rispetto delle
Dell'autonomia diciamo delle regioni curde del nord del nord dell'Iraq e quindi ci è parso che effettivamente quelle mire espansionistiche di Saddam Hussein non fossero giustificati
La nostra posizione è stata quella quindi qui lo ripetiamo c'è anche sottosegretario Piero Fassino che qui su queste cose le abbiamo trattate insieme e con grande attenzione
E che abbiamo interpretato
La l'azione americana come una risposta a un'azione che era contraria
Al gli impegni e a una risoluzione delle Nazioni Unite
Quindi abbiamo espresso siamo comprensione rispetto a quella decisione il che non significa che la la giustifichi amo o che l'approviamo la cosa che naturalmente della quale ci siamo rammaricati e dobbiamo continuare a lamentarci è che l'Europa non si è espressa con una sola voce assolutamente no intendiamoci
Nel momento al momento della riflessione c'è stato un Paese che si è distaccato agli altri quattordici
Hanno espresso durante la conferenza dei ministri degli Esteri dell'Irlanda della settimana scorsa veramente posizioni molto vicine direi uguali a quelle prese dal nostro Paese
Quindi la mancanza di una politica europea
La mancanza di una politica europea comune dissi estera ex e di difesa queste la la Puglia questo dobbiamo colmare
Ci dobbiamo dare dei meccanismi e degli strumenti di concertazione e rapida che permettano di agire e dare una risposta univoca
Al al al momento del sorgere delle crisi dobbiamo muoverci in in cui in quella direzione potrei aggiungere altre cose ma vorrei appunto permettere agli altri di fare
Assassino volevo voi rispondere prima
Molte clienti volevo aggiungere questo sull'armata franco tedesca
è possibile che anche l'Italia possa far parte di questa armata franco tedesca
E in che modo questo nell'idea ovviamente era il terzo punto come rafforzare in termini sia di politica che anche di difesa il nostro l'Europa
Ma tu prima posto degli interrogativi anche adesso un altro
Per cui presidente ha già risposto io condivido le sue risposte voglio aggiungere qualche considerazione
Tu hai chiesto
è giusto
Usare la forza come si è fatto in Iraq
Per conseguire un fine di stabilità e di pace è un interrogativo che ci siamo posti altre volte in questi anni e che ha dato luogo a un dibattito politico molto no
Serio che non ha risposte semplici lo dico subito
Ma la questione esiste
E e è possibile usare anche lo strumento militare finì di pace
Oggi
Noi abbiamo sessanta mila uomini in Bosnia
Quei sessanta mila uomini impose non sono di fare che sono uno strumento militare non sono a fare la guerra sono a impedirlo e a mantenere la pace
Tutti i giornali danno oggi conto delle lezioni di bon in Bosnia ieri
E le cronache raccontano
Dei nostri militari lì che a bordo di autoblindo scortano
I profughi che tornano a votare
In Mozambico qualche anno fa noi abbiamo mandato alcune migliaia di nostri soldati non a fare la guerra mai
Guerra civile che va distrutto quel Paese potesse essere applicate cioè voglio dire che la semplificazione lo strumento militare non è altro che sinonimo di guerra
La pace si consegue solo comunque sempre sulla base della politica è un po'troppo schematica è chiaro che lo strumento militare non può sostituire mai la politica inopportuni sostituire mai la ricerca del consenso della trattativa nel negoziato
Ma per arrivare alla trattativa al consenso negoziato può essere anche necessario utilizzare lo strumento militare
Io ricordo che due anni fa in un analogo dibattito alla festa nazionale qui a Modena
Nel pieno della guerra Jugoslavia discutevamo di queste io sostenevo che era urgente intervenire gli husaria per impedire che la guerra continuasse e altra gente morisse
E forse e forse adesso retrospettivamente
Di fronte al fatto che una guerra che è durata più di quattro anni affatto quasi cento mila morti lì
Possiamo credere e possiamo anche pensare che se si fosse intervenuto prima qualcuno di quei cento mila morti non ci sarebbe stata
Quindi
Io dico queste dico queste cose non semplificando il tema e delicatissimo però se e bisogna affrontarlo seriamente
Perché siamo stati voglio dire la la pace è un valore in cui crediamo tutti ma non può essere un alibi
C'è una differenza tra affermare un valore usarlo come Ali e la pace e la stabilità si deve realizzare
Utilizzando tutti gli strumenti che permettono di conseguire le quando necessario può darsi che si debba anche per seguire l'uso evidentemente a fini di pace di stabilità di uno strumento militare se questo è necessario seconda questione in questa crisi
Se vista la debolezza dell'ONU
è giusto che intervenire sia stato gli Stati Uniti da soli non era giusto che interesse l'ONU ha già risposto il presidente è chiaro che sarebbe stato molto meglio che a sanzionare
I sarà musei fosse lo e però l'ONU oggi non ha gli strumenti per farlo e non per sua responsabilità vedete l'ONU è un'associazione di Stati
E l'associazione dei centonovanta state di questo pianeta
E chi dirige l'ONU Boutros Ghali fa quello che gli stati gli consentono di fare e la verità è che noi siamo di fronte a tutti una grande contraddizione
Che ogni qual volta scoppia una crisi nel mondo la prima cosa che tutti i governanti del mondo dichiarano e che l'ONU deve intervenire poi quegli stessi governanti non danno all'ONU gli strumenti e i poteri perché posso intervenire
Riflettiamo su questo riflettiamo su questo
Oggi per mantenere la pace in Bosnia ci sono sessanta mila uomini per fermare la guerra agli Stati di questo pianeta hanno dato a Boutros Ghali un massimo di sette mila caschi blu ora se per mantenere la pace se ne vogliono sessanta mila com'era pensabile che con sette mila si fermasse la guerra eppure quegli stessi che chiedevano ogni giorno all'ONU di fermare la guerra e se la loro non ce la faceva si riempiono la bocca di impotenza fallimento dell'ONU erano gli stessi che non davano loro gli strumenti per potere fare quello che gli chiedevano di fare e come se i soci di una società per azioni non ricapitalizzarsi alla società e pretendessero tutti i giorni dall'amministratore delegato che facesse gli investimenti voi capite che è un po'impossibile
E la stessa cosa allora questo è un grande tema e noi lo ha detto presidente Dini la prossima settimana quando presidente interverrà all'assemblea delle Nazioni Unite lo solleverebbe c'è questa crisi è l'Iraq riconsegna alla comunità internazionale un problema
Che se si vuole un governo diciamo mondiale se si vuole un'istituzione sovranazionale bisogna dotarla dei poteri e delle prerogative necessarie delle funzioni necessarie esercitare il suo ruolo se no è chiaro che non essendoci l'ONU ci sarà sempre qualcuno che si addosserà la responsabilità di sostituire terza questione vengono ultima domanda che ha fatto l'Europa
L'Europa anche in questo caso avuto difficoltà a esprimere una voce comune anche la crisi irachena ci consegna una contraddizione che altre volte abbiamo visto anche di fronte nella vicenda l'ex jugoslavi l'Europa un anno economico è un gigante economico un anno politico
è un grande soggetto economico per chiunque capisce perché perché qui è concentrato dal punto di vista finanziario tecnologico produttivo il meglio
Di ciò che il mondo produce però tutta questa forza non vale politicamente perché non abbiamo difficoltà a far valere una politica estera e di sicurezza comune
E questo è un tema che l'Italia sta solleva con particolare forza l'abbiamo fatto durante la presidenza italiana dell'Unione europea lo stiamo facendo adesso abbiamo avanzato proposte
E quando si dice politiche estere sicurezza comune si dice tre cose
Tante ma tre
Sì c'è intanto cercare di costruire un'analisi comune della situazione internazionale perché se non è un'analisi comune diventa difficile mettere in campo una risposta comune
Poi significa vere
Uno strumento politico che ci consenta di dare unità e visibilità la politica estera europea
La politica estera di un Paese a chi la rappresenta il ministro degli Esteri
La politica estera europea non può essere a presentata da quindici che parlano Kissing a nella sua brutalità una volta disse ma fatemi capire se c'è una crisi a chi telefono perché non ho tempo di fare quindici telefonate e aveva ragione
E allora il problema di come si la proposta che il governo italiano anzi dato sì istituisce quello che in gergo si chiama mister PESC per sfuggire politica estera e di sicurezza comune cioè una figura che dia unità alla politica estera in Europa ci vuole una una persona riconosciuta dotata nominata dal tuo dagli dei presidenti dei governi europei a cui sia data facoltà
E funzione che abbia la possibilità di rappresentare di fare una politica estera comune e terzo
Una politica estera e di sicurezza le due parole sono sempre tutte insieme presuppone anche che l'Europa si doti di uno strumento di sicurezza anche di uno strumento militare
Comune a parte la banale battuta che se l'esercito e unico è più facile che non ci sia la guerra perché finché ce ne sono quindici sempre la tentazione di qualcuno di sparare su qualcun altro ma a parte questo ma una politica e spera comune di sicurezza comune presuppone anche uno strumento perché come abbiamo detto prima
A fini di pace ristabilita si può anche essere l'esigenza di intervenire come in Bosnia
Qui ci sono stati dei passi appunto è stato citato te dei Germani Germania e Francia hanno messo armata franco tedesca forse un'espressione troppo anziano una brigata per adesso io no
La brigata hanno cominciato diciamo costruire l'ipotesi di congiungere le proprie forze ma io credo che questo sia un problema europeo
L'Europa uno strumento sia pure debole che la UEO l'Unione Europea Occidentale che una sorta di diciamo strumenti struttura di difesa comune e di sicurezza comune
E attorno a questa UEO
E attorno al rapporto tra UE Renato bisogna costruire
Uno strumento militare integrato che consenta all'Europa di aver una politica comune quando e necessario diciamo intervenire a fini di stabilità e di pace di poterlo fare
Se l'Europa non supera questa afasia non c'è dubbio che resterà sempre un anno politico infine
è stato detto una cosa siamo stati autonomi siamo stati subalterni io penso che la posizione italiana è stata una posizione equilibrata sulla crisi dell'Iraq ha ricordato il presidente sostanzialmente analoga a quella che han preso tutti gli altri Paesi europei salvo la Germania che è l'unico Paese che espresso sostegno pieno no
E la Francia che si è dissociata ma badate la Francia che si è dissociata non si è dissociata perché bisogna dal più poteri all'ONU
Tutta non è così
La Francia si è dissociato sulla base di una politica estera propria perché quella Francia che si è dissociata cui in Burundi senza chiedere niente a nessuno ha mandato i suoi paracadutisti non ha chiamato l'ONU
Chiaro e quella frangia che si è dissociata sull'Iraq e la stessa che un anno fa ha fatto esplodere le bombe nucleari senza chiedere niente a nessuno quindi
Allora
Noi siamo stati noi credo abbiamo preso una posizione equilibrata e io voglio dirlo qui una sede che è di sinistra liberiamoci di uno schema sbagliato è un po'infantile
Per cui se non si è d'accordo con gli americani sia autonomi se siamo d'accordo gli americani siamo subalterni è una sciocchezza questo è un prova Siri subalternità un governo deve avere la sovranità e l'autonomia di valutare i fatti per quelli che sono questo governo è lo stesso che per bocca del del presidente Dini ha detto di non essere d'accordo sulla legge Harris Burton contro Cuba di non essere l'accordo sulla legge D'Amato controlli
Che non è che siamo autonomi in quel momento e siamo invece subalterni se diciamo come ha detto il presidente che consideriamo inevitabile la reazione americana l'aggressione di Saddam Hussein e comprendiamo quella misura siamo sempre lo stesso governo
E valutiamo i fatti nella loro concreta
Nella loro concreta dinamica e cerchiamo di prende una posizione corrisponda agli interessi di stabilità di pace agli interessi del Paese
E io penso che così come l'abbiamo fatto di fronte valutando come errore di fronte alle leggi sul su Cuba sulla Libia lo abbiamo fatto in questa in questo caso e mi pare manifestando una posizione equilibrata che tra l'altro ripeto corrisponde la posizione Cam preso gran parte dei Paesi europei
Persino però sull'esempio della Bosnia
Per tre anni e mezzo l'Europa ha tentato di fare pane intervenute anche in America Senna dentro non si sarebbe fatta certo ma poi non se andiamo a vedere le rovine è vero che il ministro Agnelli io ricordo perfettamente
In un colloquio a Sarajevo
Ai diabetici che chiedeva la sollevazione dell'embargo era contraria profondamente
All'intervento addirittura al sollevamento dell'embargo
Però è anche vero che anche la tragedia Baldini ha dimostrato pure incapacità dell'Europa a diventare soggetto politico siamo la stessa cosa è la secca Ernesto ecco anche la Cardinale parte di casa bene quello che è la conferma di di di quello che abbiamo detto fin qui anche la vicenda l'ex Jugoslavia ci consegna un Europa che per le proprie divisioni è stata incapace di esercitare un ruolo che a un certo punto è stato surrogato dagli Stati Uniti io devo dire
No
Non mi piace che sia gli Stati Uniti a risolvere tutte le crisi nel mondo però devo anche dire che non mi va di prende mai Stati Uniti perché in gran parte Stati Uniti fanno tutto questo perché altri che potrebbero agire lasciano un vuoto incredibile allora o l'Europa si dà una politica estera e con e di sicurezza comune diventa un soggetto politico ha capacità di parlare una sola lingua una sola voce e diventa un soggetto forte
E allora conterà peserà e non ci sarà un Paese che siano che era il diritto di essere l'unico parla del modo se questo non avviene inutile spende sarà con gli Stati Uniti coprono lo spazio che altri di lascia io credo che questo bisogna essere un molto realismo capace di vederlo
è chiaro che c'è una crisi geopolitica e chiaramente
Ho una domanda forte un po'complicata
Per lei professore ma anche per gli altri questa Europa di fronte al due mila come la vediamo la vediamo come l'attuale basata sulla collaborazione intergovernativa la vediamo con un nucleo duro franco tedesco
Oppure la vediamo come un'Europa Stato prodotta dalla fusione dei suoi stati quindi con Unico Parlamento un'unica moneta un unico esercito ed è questa forse un'utopia pensarla realisticamente possibile nei in tempi brevi
Il due mila vicinissimo il destino dell'Europa del due mila si gioca in due anni con la Conferenza intergovernativa con la moneta unica
Tutte le opzioni che lei ha delineato sono tutte aperte niente ancora pregiudicato
Io credo che l'Italia abbia un grande ruolo nel determinare quale di queste soluzioni prevarrà e credo che l'Italia debba essere consapevole dell'importanza del del suo ruolo
Il presidente Dini ha detto sul finire della sua risposta una cosa a mio parere fondamentale ripresa poi dall'onorevole Fassino cioè la capacità dell'Europa di parlare o di non parlare con un'unica voce nelle relazioni internazionali
C'è un campo in cui l'Europa può farlo e lo fa è quello delle relazioni commerciale internazionale lì il trattato prevede che i diversi Paesi europei certo litighino tra loro perché hanno interessi a volte contrastanti ma siano costretti a provare una posizione unitaria che poi viene espressa nei negoziati internazionali
Con questa formula l'Europa ha ottenuto grandi vantaggi perse grandi vantaggi per la liberalizzazione del commercio internazionale
E si tratterebbe di ottenere qualche cosa del genere con la modifica del trattato che è oggetto di discussione nella Conferenza intergovernativa anche nel campo della politica estera e della sicurezza comune
E questo naturalmente è cruciale per quale Europa avremo nel due mila ma io vorrei che tutti noi capissimo
Che relazione stretta c'è tra la questione che si dibatte oggi in Italia di quanto rapidamente l'Italia entrerà nella moneta unica
E la forma che prenderà l'Europa del futuro l'Italia per esempio è stato ricordato è uno dei paesi che maggiormente spingono verso un'Europa capace di esprimersi con un'unica voce nell'arena mondiale
Possiamo stare tranquilli che se l'Italia riuscirà a entrare con la moneta nel cuore dell'Europa avrà più peso nel difendere questa posizione Serres
Era fuori avrà meno peso così per tutte le questioni di cui parliamo e che configurano l'Europa nel due mila ecco perché al di là della tecnica al di là dell'economia al di là della moneta dobbiamo t'tutti renderci conto che è la configurazione stessa dell'Europa che risentirà del fatto che l'Italia sia o no capace e mi sembra che questa consapevolezza ci sia sempre di più in Italia di giocare un ruolo adeguata
Quale delle tre opzioni e lei sceglierebbe o pensa più realistico pensare l'attuale quella del forte di
Siamo il nucleo forte è uno Stato fra
Mi pare che come
Giustamente ha detto il professor Monti l'Italia anni era è uno Europa integrata in tutti se senza e non a un'Europa basata sulla cooperazione fra Gore e vorrei al riguardo dare un esempio anzi forse due esempi stiamo i governi hanno ora iniziato a costruire l'Europa del due mila c'a dire la revisione dei trattati la revisione dei Trattati di Maastricht per raggiungere altra tanto esistente che sostanzialmente basato sull'Unione economica
Bene il pilastro della politica estera e di sicurezza comune e poi l'Europa dei cittadini Javier come i cittadini si possano sentire integrati perché ancora rimangono troppi vincoli che potevano essere rimossi per quanto riguarda la politica estera e di difesa comune certamente significherebbe rinunciare a prerogative nazione perché le decisioni sì andiamo nella Disneyland direzione in cui noi vorremmo sarebbero prese da uno otto Rita europea e non soltanto da conversazioni telefoniche quando scoppia una crisi fra i capi di Stato il mio telefono o IMI o i ministri degli esteri questa sarà una decisione difficile le suscettibilità di difesa di quell'ma che l'apparente sovranità nazionale continuano a essere molto forti specialmente in certi Paesi se la politica estera insicurezza COMU non è non detiene una prerogativa europea allora si baserà soltanto come dicevo come oggi di reprimere rimarrà una materia intergovernativa cioè a dire che si affronta fra con la collaborazione fra governi
Nei momenti in cui le decisioni debbano essere presi noi crediamo che questa ultima ipotesi non sarebbe sufficiente non sarebbe sufficiente a dare in particolare una voce comune
Certo c'è da fare delle rinunce la politica estera a quindici o sedici Paesi o domani venti non può essere fatta con il criterio dell'unanimità che oggi governa ma la più parte delle decisioni europee eccetto nel campo economico in determinate materie dovrei essere quindi e accettato il principio che quelle decisioni vengano prese a maggioranza maggioranza qualificata hammam maggioranza come avviene nel Parlamento nazionale nei nostri Parlamenti dove le decisioni sono prese democraticamente da una maggioranza di paesi questo è un punto io credo che sia importante l'altro sul quale effettivamente non col colpisce di meno e sieda meno attenzione ed la costruzione dell'Europa dei cittadini l'Europa dei cittadini non significa soltanto dare a tutti i cittadini europei lo stesso passaporto quella non è l'Europa dei cittadini dobbiamo integrare i nostri sistemi e i nostri sistemi i distruzione e di giustizia civile in modo che quello che si fa in un Paese possa essere riconosciuto negli altri Paesi questo il processo di integrazione sul quale lavorando e su questo aspetto dell'Europa dei cittadini
Io credo che raggiungeremo degli ottimi risultati perché sono materie maggiormente sentite e nei quali si sente meno il problema di dover rinunciare aspetti di sovranità
Queste sono alcune delle osservazioni
Se sia secondo te Christopher e chi dovrebbe telefonare ma io auspico che Christopher se c'è una crisi riesca a telefonare a uno solo non debba telefonare a quindici io penso che quale Europa vogliamo vogliamo nel troppa che sia un mercato unico in gran parte lo è già il suo completamento avverrà con la moneta unica vogliamo che sia soltanto un mercato unico ma si anche una società comune le cose che diceva adesso presidente cioè che armonizzi e integri i sistemi sociali distruzione i sistemi fiscali
I livelli di stato sociale eccetera eccetera vogliamo un'Europa che abbia una politica e spera di sicurezza comune abbiam parlato fin qui e tutto questo richiede allora un'Europa politica che abbia un parla ciò che abbia più poteri di quelli che oggi
Che gradualmente la Commissione europea che è il governo europeo veda crescere i suoi poteri le sue funzioni
Cioè in altri termini attualmente un processo lungo non avviene in pochi mesi si tratta di mettere in campo quel processo costituente che nell'Ottocento ha dato vita agli Stati voglio nel Settecento agli Stati nazionali e che oggi avviene su scala continentale citata ricostruire lo Stato europeo promettevano dico questo dicono obiettivo che è di lungo periodo che avviene gradualmente ci abbiamo messo quasi quarant'anni a fare il mercato unico non è che nel giro di sei mesi noi adesso realizzeremo l'Unione Europea in tutti i suoi aspetti è un processo graduale non è neanche un processo lineare come non lo sono stati quaranta anni che abbiamo alle spalle sono processi compro esso infatti anche di momenti di accelerazione di stagnazione conflitti con tradizione come tutti i processi politici e istituzionali però queste Europa di cui noi abbiamo bisogno un'Europa che sia un soggetto economico un'Europa che sia un soggetto politico un'Europa che sia un soggetto istituzionale
Questa idea dell'Europa non è l'idea che abbiamo tutti dell'Europa tensione
C'è anche in Italia ma c'è anche in altri paesi europei
Una corrente di pensiero che dice basta che l'Europa sia un unico grande mercato se è un unico grande mercato toh ha risolto tutti i problemi quella una dimensione sufficiente non è così
Non è così perché è un mercato bisogno poi di essere gestito regolato diretto
L'Europa è una società non è solo uno spazio economico
E quindi così come una nazione non può essere solo un mercato Figo se l'Italia o la Francia già ne fossero solo un mercato no sono un mercato dentro cui poi c'è una società ci sono delle leggi e delle regole che chi la dirige c'è un Governo c'è un Parlamento lo stesso ragionamento vale per l'Europa quindi noi dobbiamo batterci per questa euro OPA naturalmente è processo lungo però è questa la linea di marcia e da questo punto di vista io penso che dobbiamo lavorare con grande determinazione il passaggio a moneta unica per tornare alla questione abbiamo discusso è un passaggio essenziale perché significa il completamento del mercato unico in quanto il mercato unico si si è completi si accelera anche l'esigenza di aria sia sul terreno sociale che sul terreno istituzionale un'accelerazione dei processi di integrazione europea
Bene io credo che sono stati così chiari tutti e tre i nostri ospiti che leggendo due punti io ho segnato su solamente una cosa ho capito e credo che abbiate capito tutti che must non è un sogno che l'Europa nell'Europa già ci sono i nostri ragazzi come ha detto il presidente Dini ecco così per ricordare D'Alema rinegoziare Maastricht è una frase che non ha senso e noi siamo già in Europa che che poi moglie non credere altri e senza così ripensare ai piccoli staterelli che vorrebbero riformarsi noi siamo questo Paese questo Paese con radici profonde unitarie Rocco in tutte le nostre differenze la nostra vivacità ma sicuramente siamo questo Paese questo Paese ha creato l'Europa e sarà ed è in Europa grazie a voi tutti