"Regione e Costituzione" promosso dal Consiglio regionale dell'Abruzzo

Signore signori illustri ospiti a nome del Consiglio regionale do ha poi tutti il benvenuto
Quella che ci vede oggi riuniti vuole essere un'occasione di riflessione
Su un tema quanto mai presente nella nostra quotidianità i consiglieri regionali
Parlare di Regione Costituzione significa affrontare uno dei nodi Gordiani del nuovo regionalismo
E per farlo abbiamo pensato di rivolgerci ad un attento osservatore della della realtà politico istituzionale del nostro Paese
Il professor Antonio Baldassarre presidente emerito dalla Corte costituzionale che ringrazio sin da ora per il contributo culturale e scientifico che citava
Non nascondo la mia soddisfazione per la presenza
In questa sala dei presidenti delle Assemblee e dei consigli delle regioni e delle province autonome
A cui va il nostro sincero ringraziamento
La loro partecipazione ci rafforza nella convinzione dell'opportunità della nostra iniziativa ed è la centralità di alcune riforme istituzionali che toccano in prima persona le regioni un saluto particolare quindi al presidente stelle ninne che Cortina a livello nazionale
Tutte i Consigli regionali e le province autonome
Un sentito ringraziamento ai tanti parlamentari che vedo presenti in aula ai rappresentanti dei Comuni
Delle Province
Alle autorità dello Stato
Alle autorità religiose civili e militari
Tra i relatori del nostro convegno c'è anche il professor russi
Magnifico Rettore dell'Università di Teramo un ulteriore motivo di soddisfazione
E questo coinvolgimento nei lavori di questo incontro della Università Statale di Teramo che rappresenta il Polo giuridico degli Atenei abruzzesi
Mi auguro che sia l'inizio di una proficua collaborazione tra l'istituzione regionale e quella universitaria
Per ricordare i venticinque anni del consiglio regionale dell'Abruzzo abbiamo inoltre stampato un poster commemorativo
Che contiene una immagine satellitare dell'Abruzzo un grazie particolare va quindi alla Nuova Telespazio
Che ci ha gentilmente messo a disposizione questa immagine e vi segnalo che questo poster commemorativo la cartellina con tutto il materiale delle relazioni
Che saranno presentate
In questo convegno verrà distribuito all'uscita al termine dell'iniziativa
Un ultimo e doveroso ringraziamento va al Presidente della Giunta regionale onorevole Antonio Falconio
Che ha voluto onorarci della sua presenza e che invito ad aprire i nostri lavori con il suo intervento
Signor presidente
Del consiglio regionale
Signore e signori illustri ospiti
Io mi associo al salute orale considera verso quanti onorano
Questa nostra
Sempre a questo nostro incontro
Che l'onorevole Melilla ha voluto prima
Rivolgere
Mi associo alla gratitudine al presidente Baldassarre che ha voluto onorare
Con la sua presenza questa nostra riflessione alquanti collusi concorreranno a renderla più ricca con il concorso così qui anche rammentarle il valore dell'università Apruzzese
Quella Università abruzzese con la quale intendiamo costruire un rapporto sempre più proficuo e più ricco ed è proprio credo l'università Bruzzese
Che ha assegnato con il suo crescere
La crescita stessa della regione
In definitiva la dimensione universitaria della realtà Bruzzese la dimensione istituzionale della Regione Abruzzo hanno avuto momenti convergenti di crescita e io credo che proprio gli studiosi prima ancora forze che quanti tante di noi distratti dagli eventi proprio gli studiosi
Possano a venticinque anni di distanza ravvisare il primo dato
Vero autentico di questo cammino percorso
La società Apruzzese
Credo acquistato in questi venticinque anni una più grande una più occulta una più diffusa consapevolezza della sua comune identità
Una comune identità che andava anche recuperata rispetto alla lunga stagione storica nella quale l'identità della Regione Abruzzo in termini istituzionali
Non si era mai definita in termini omogenei comuni
Oggi la Società Bruzzese credo che abbia compiuto questa cammino abbia acquisito questa alta consapevolezza una consapevolezza che fa premio su quanto ancora può restare di quel campanilismo negativo per nulla per fare colle la legittima consapevolezza della dimensione municipale dell'orgoglio per la propria località il proprio passato alla propria storia di quel campanilismo deteriore che non crea che distrugge che soltanto segno di cattiva
Politica
Detto questo io credo che il tema di oggi
Ci porti a riflettere come la vita della nostra società dalla Società italiana appaia caratterizzata da elementi contingenti e da tatticismi che rischiano di accrescere il distacco fra i cittadini e le istituzioni
Occorre perciò introdurre elementi concreti di innovazione
Per uscire dalla disputa su questioni marginali come ad esempio la data delle elezioni
Che la passione tanto le cronache i cronisti e contribuire invece a portare avanti il processo di riforma della vita pubblica
Un'azione incisiva per la riforma dello Stato proiettata verso il federalismo può rappresentare questo fattore innovativo
Così come avvenne all'inizio degli anni settanta
Allorché l'istituzione delle Regioni segnò l'ingresso nel sistema delle del sistema delle autonomie nella vita del Paese
Ed il primo momento di rottura della concezione burocratica e centralista dello Stato
E allora negli anni Settanta io credo la riforma regionalista
Anche con le fiammate di localismo che l'accompagnarono contributi pur tuttavia ad incanalare nell'alveo costituzionale forti spinte di difficile lettura e si agitavano nella società
Ed è oggi è auspicabile senz'altro possibile
Che la costruzione di un nuovo rapporto fra Stato e comunità regionale segni una valida risposta a nuove talvolta immotivate
Talvolta è posta in termini grotteschi istanze autonomistica
Ecco perché ritengo importanti appuntamenti come quello che stiamo vivendo oggi
E che per il quale va riconosciuto merito al Presidente del Consiglio regionale e all'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea regionale appuntamenti come questi debbano segnare il punto di avvio di una riflessione di un'azione che porti alla stipula di un patto per il federalismo possibile dalle regioni italiani penso che sia giunto il momento che i rappresentanti delle Regioni
Espressioni delle diverse realtà geografiche rete riverse forze coalizioni politica del Paese
Indichino al Parlamento al governo e alle forze politiche un terreno fertile di confronto che sia corrispondente alle attese dei cittadini
Il patto deve avere contenuti realistici il segno della gradualità ma deve anche essere ambizioso ponendosi obiettivi alti
Dobbiamo mettere subito sul tappeto i grandi obiettivi della riforma
Sollecitare che ha il compito di proporre di decidere anzitutto il governo ad indicare strategie tempi e modi del cambiamento istituzionale
Sui principi c'è l'omogeneità delle ispirazioni di fondo dei progetti e dei documenti presentati dalle Regioni
Il federalismo per unire e non per dividere
Per arricchire il sistema delle libertà una costruzione policentrica del potere
Per governare meglio
Semplificazione della vita istituzionale sburocratizzazione degli apparati
Per dare servizi più efficienti ai cittadini per sostenere lo sviluppo delle economie locali
Le linee essenziali della riforma federalista sono altrettanto lotte sostanzialmente condivise dai presidenti delle regioni italiane
Innanzitutto il richiamo all'Europa delle Regioni sancito dal Trattato di Maastricht che attribuito valenza europea ai livelli decisionali su statali una forma di Stato ispirate ai principi di sussidiarietà e di leale collaborazione cooperazione al fine di costruire un federalismo solidale
La richiesta del superamento del bicameralismo perfetto
Con una riforma del Parlamento che dia vita al Senato delle Regioni
La riforma della Corte costituzionale con l'ingresso nella Consulta dei membri designati dalle regioni
Un riparto delle funzioni che preveda le competenze dello Stato nelle materie di interesse nazionale federale
Esteri difesa polizia giustizia monete credito scuola diritti civili previdenza e tutela del lavoro reti e servizi di interesse nazionale grandi scelte di tutela del patrimonio naturale e culturale
E che attribuisca alle Regioni la competenza in tutte le altre materie secondo il principio del Governo più vicino
Le Regioni pertanto avrebbero competenza esclusiva nel campo della promozione dello sviluppo economico regionale settoriale
E in quello dell'urbanistica dell'assetto del territorio per quanto attiene salita assistenza formazione professionale e distruzione universitari
Trasporti locali e regionali gestione e valorizzazione dei beni culturali ed artistici musei e biblioteche turismo e tempo libero viabilità e lavori pubblici di interesse regionale
E nelle altre materie l'operato delle regioni troverebbe invece un limite nelle leggi organiche varate dal Parlamento
Si pone poi il problema della regionalizzazione delle amministrazioni statali di un nuovo rapporto regioni si stava delle Autonomie
Che riconduca le Regioni alla loro funzione di legislazione e programmazione e controllo
E attribuisca così come abbiamo posto del nostro programma per questa legislatura agli enti locali l'organizzazione l'erogazione dei servizi ed elimini ogni forma di centralismo regionale
Una riforma ancora della finanza regionale
Secondo il principio che il federalismo e fiscale o non è
Una riforma che nel rispetto dei vincoli dell'invarianza della pressione fiscale degli affetti nulli sul bilancio dello Stato della gradualità assegna alle Regioni uno spazio in positivo ha proprio rilevato imposta regionale sul valore aggiunto delle attività produttive una compartecipazione certa al c'è Tito delle grandi imposte il PEF direttamente ed entrate derivanti dall'imposizione sui consumi energetici
Una riforma che sia accompagnata con riferimento al divario nord-sud dalla costituzione di un fondo perequativo che consenta di sostenere lo sviluppo delle regioni meridionali e delle aree depresse
La chiara affermazione ancora che l'eventuale fusione di due o più Regioni cosa possibile sia definita con decisione autonoma e volontaria delle regioni interessate
E delle loro popolazioni e non imposta dall'alto
Ecco però al primo appuntamento che abbiamo di fronte è costituito dalla legge finanziaria novantasei
In quella sede potremo verificare l'impegno delle regioni a sostenere l'orizzonte federalista e la volontà del governo di dare le prime risposte positive per avviare un processo certamente graduale e di medio termine
Abbiamo chiesto che la Finanziaria stabilisca subito
La fine dei vincoli di destinazione della spesa regionale affinché ciascuna regione possono decidere autonomamente sulle specie nei settori di propria competenza
La compartecipazione al gettito di una o più delle grandi imposte erariali
L'istituzione di un tributo regionale sui consumi energetici energia elettrica e gas metano senza aggravi di spesa per i cittadini
Il ripiano del Dedede eticità accumulati dalle precedenti amministrazioni regionali per la sanità ai trasporti
Sono queste io credo proposta responsabili e realistica che ci permetteranno tuttavia di capire se lo Stato centrale intende riconoscere alle regioni autonomia istituzionale ed autonomia fiscale le siamo grati presidente Baldassarre alla corte da lei presieduta per una sentenza che ma perché
Per una
Pronunce che hanno rafforzato
La convinzione della dimensione regionalista del nostro Stato
Di un federalismo regionali nelle forme e nei modi della Costituzione per quella che oggi
Vorrei qui rammentare come il nostro insistere su questo itinerario il sottolineare come abbiamo fatto come abbiamo fatto come presidenti delle Regioni assemblee regionali come ho fatto io oggi
Lacci e laccetti per l'invito che mi ha cortesemente rivolto il presidente Melilli ha su questo tema
è un segno anche della serietà con la quale intendiamo camminare
Non intendiamo guardare alla realtà della regione o delle regioni che ci sono affidate
Con una stanca incombenza di carattere amministrativo con una sorta di delega centralistica che ci provenga soluzione bene perché attraverso il mandato popolare
Noi intendiamo vivere questa nostra dimensione
Di governo delle regioni italiane
Cogliendo DS tutte le potenzialità
Tutta la originalità della loro esperienza della loro storia dell'itinerario complessivo della società che si esprima
E vogliamo farlo con un'altra convinzione
Dell'unità della nostra patria
Nella consapevolezza del nostro destino comune come nazione
Un destino comune come nazione una convinzione di questa nostra itinerario di italiani nella realtà europea
Questa consapevolezza anche ad una parola dimenticata che è quella di patria che noi possiamo rilanciare senza tema come dire di critiche improprie
Perché siamo consapevoli che è tanto più alta sarà alla capacità di crescita della nostra comunità nazionale
Tanto più credibile forte sarà la nostra presenza in Europa quanto più la patria italiana sopravvivere non in ragione
Di un regime
Che costringa le Autonomie limiti impropri
Un regime poi non voluto dalla Costituzione perché talvolta passa attraverso pratiche surrettizie che nulla hanno a che fare con la volontà del governo del Parlamento delle sentenze della nostra corte costituzionale
Sappiamo che la varietà di questa nostra realtà nazionale
Questa forte storia delle nostre regioni la rete come la nostra per la sua storia è una sua identità un suo percorso delle sue radici alle quali non intendiamo rinunciare tutto questo
Se trova punto di riferimento
Trova punto non sono di riferimento ma di forza nelle politiche dello Stato nazionale a Roma tutto questo servirà a rendere più forte questo nostro stare insieme come italiani
E affrontare le grandi sfide alle quali dobbiamo far fronte in questo scorcio di millennio all'alba di un avvenimento epocale anche da noi qui lo dico e gentili ospiti di parlare spesso di Giubileo
Vista anche Roma è così vicina al nostro alla Bruce la Bruce ha grandi tradizioni cristiane ecco alla vigilia di questo appuntamento epocale noi riteniamo che il grande disegno costituzionale
Nel quale uomini e donne generose si sono impegnati cinquanta anni fa debba trovare compimento
E il sogno della Resistenza era un sogno arrivava per combattenti in quel sogno di non dividere qui non discrimina ma ad edificare una patria comune in cui tutti potessero esprimere la libertà della propria coscienza manca la libertà della propria identità locale e regionale
Tutto questo si renda possibile per la dimensione dello più alta coscienza della nostra unità della indivisibilità delle nostre sorti e della nostra storia
Ringrazio presidente della giunta regionale onorevole Falconio e invito il dottor sterline coordinatore dei Presidenti dei Consigli delle assemblee delle province autonome a prendere la parola
Signor presidente del consiglio regionale
Signor presidente emerito della corte di cassazione di costituzionale
Signor presidente della giunta regionale autorità colleghi signor Beppe Signori
Nella mia qualità di coordinatore della conferenza dei presidenti dell'assemblea dei consigli e delle regioni e province autonome
Ricordo il più caloroso saluto
A tutti voi che avete
Voluto essere presente a questo impone importante appuntamento anche da venire spesso istituzionale del nostro paese si celebra oggi il venticinquesimo anniversario del consiglio regionale dell'Abruzzo
Un anniversario importante perché in questi anni l'ente regione ha saputo tutto sommato dare sostanzialmente buona prova disse
Contribuendo alla trasformazione allo sviluppo di questa terra
In verità non il venticinquesimo bensì il quarantasettesimo anniversario di tale organista organismo avremo tutt'oggi festeggiare
La nostra Costituzione repubblicana entrata in vigore il primo gennaio mille novecentoquarantotto prevedeva infatti nel suo titolo Pinto
La ripartizione dello Stato in Regione la rapida costituzione dei relativi consigli regionali
Come tutti sappiamo le uniche regioni istituite fin dal mille novecentoquarantotto furono però la Sicilia la Sardegna al Trentino Alto Adige la Valle d'Aosta
Quattro regioni a statuto speciale
La cui veloce attuazione fu dovuta probabilmente da una parte alla preesistenza di leggi che prevedevano per queste zone del Paese
Una qualche forma di autonomia amministrativa
In virtù delle particolarità etnico linguistici linguistico linguistiche e d'altra parte ad una consolidata mentalità di auto-governo presente nelle rispettive popolazioni
Ma forse più di tutto ciò fu la coscienza che lei era pacifista aveva palesato in modo compiuto quanto di profondamente aberrante vi era nel progetto centralista di reductio
Ad uno reductio ad unum di tutte le feconde diversità che una storia particolare aveva prodotto sul territorio italiano
Fu poi la volta di un'altra regione a statuto speciale
Il Friuli Venezia Giulia istituita con la legge regionale numero uno del trentuno gennaio mille novecentosessantatré dopo che venne definita la situazione politica al confine con la Jugoslavia
Sempre nel sessantatré mi piace in questa circostanza ricordare la legge costituzionale numero tre del ventisette dicembre che ebbe notevoli effetti territoriali sulla Regione che ci ospita sancendo il distacco del Molise dagli abusi
Le regioni ad autonomia ordinaria continuarono in realtà
A restare lettera morta fino al mille novecentosettanta quando con la legge numero duecentottantuno vennero approvati provvedimenti finanziari per l'attuazione della riforma regionale dello Stato
E fu data al governo la delega per l'emanazione delle norme necessari al passaggio delle funzioni e dei dipendenti statali alle Regioni nei limiti delle loro competenze
Si dovette ancora attende il settantadue per vedere ma nati decreti governativi delegati di trasferimento delle funzioni soltanto poi con la legge numero duecentottantadue del settantacinque il governo ottenne la delega per emanare i decreti che completasse col trasferimento delle funzioni amministrative riducendo nel contempo l'organico delle attribuzioni delle amministrazioni statale
Si è molto parlato
Delle regioni che hanno frenato la riforma regionale del nostro paese
Ragioni storiche legate alla tradizione fortemente accentratrice del Regno d'Italia
E prima del Regno di Sardegna
Ragioni culturali che affondano le loro radici nella formazione rigidamente anti regionale di intere generazioni di burocrati cresciuti nel clima
Del ventennio
Ragioni forse anche psicologiche da ricondursi al vago timore di perdere
Una certa qualche adesione in Terna in un momento in cui il Paese duramente provato dagli eventi bellici si accingeva alla ricostruzione
E si ritrovava in prima linea nello scacchiere europeo piombato in piena guerra fredda
Ma soprattutto è difficile non vedere nel sistema degli Stati-nazione centralizzati allora più di oggi imperante in Europa
La causa prima di una logica di diffidenza e di sospetto
L'altro si chiami esso straniero minoranza culturale provvigione
Con la trasformazione dello Stato in senso regionalista si voleva tentare di realizzare un riavvicinamento dei singoli cittadini
Ai meccanismi di governo si deve esibissi desiderava creare una rete di amministratori e di competenze in grado teoricamente di influire in specifici ambiti territoriali
Contraddistinti da problemi ed esigenze che necessita una una conoscenza può Fanti approfondita dalla realtà locale
Conoscenza che soltanto una classe politica di livello regionale può a vere
Pur conservando nel contempo una sufficienza
Apertura alle tematiche più generale
Bisognose di interventi di ampio respiro su scale intercomunale o interprovinciale
Il giudizio sulle regioni non può però che essere fortemente contrastato
S hanno dato in linea di massima buona prova della propria efficienza
E in molti casi anzi la costituzione di tale nuove ente ha coinciso con una notevole accelerazione del processo di crescita di ampi territori prima depressi
In altri casi viceversa la deresponsabilizzazione degli amministratori
Conseguente principalmente alla mancanza di capacità legislative e di autonomia impositiva
Ha sostanzialmente favorito la svalutazione delle istanze e delle cariche regionali troppo spesse viste come semplice trampolino per più a ambiti traguardi a livello nazionale
Le pare sicuro che il sistema dei partiti esso stesso espressione di una visione profondamente centralista
Abbia a tal proposito giocato un ruolo non indifferente e certamente pernicioso
L'uomo politico che da esponente di un'Assemblea regionale reclamava più attenzione per il suo territorio
E così spesso stato visto gestire da Roma
Qualche importante riforma locale soprattutto se detta realtà particolare si trovava ad essere amministrata da una maggioranza dalla quale la propria formazione fosse stata esclusa
La politica delle compimento come la si è voluto in passate chiamare
Affonda le sue radici proprio in questa condizione ambigua delle regioni
Pubblicamente riconosciuto come soggetti responsabili
Ma di fatto troppo spesso svuotato del potere il minimo indispensabile necessario a svolgere i propri compiti
Alcune responsabilità mi scusi signor Presidente emerito a cuore la Corte costituzionale
La quale talvolta ha mancato al compito che era il suo di equilibrio attrice tra i poteri
E dichiarante della corretta applicazione dalla Carta costituzionale
Per appiattirsi eccessivamente su di un volo di difesa delle competenze dello Stato centrale centrale
Più generalmente credo sia possibile affermare
Che quanto non funziona nel sistema regionale italiano sia da riassumere con il detto
Troppo poco è troppo tardi
Un illustre costituzionalista italiano in questo Giorgio Lombardi
è arrivato ad affermare che l'imperfezione della Costituzione italiana
Erano tali da far sì che più veniva applicata più emergeva la necessità di una sua revisione
Se il sistema regionale fosse stato realizzato in integro fin dal quarantotto forse non saremmo a questo punto poiché però tale la situazione
Occorre allora chiedersi
Non più se sia necessario una riforma quanto piuttosto di quale riforma bisogni oggi l'Italia per far fronte ai problemi che da ogni parte le vengono posti
E ciò perché il nostro Paese confrontato ad una crisi che mi pare senza precedenti
Da una parte infatti tutti i limiti di una unificazione realizzata con troppa fretta e concerto ottimismo semplicistico stanno appalesando il rischio di una spaccatura profonda nel Paese
Dalle con sequenze
Potenzialmente tragiche
Dall'altra
Il contesto internazionale di mondializzazione dell'economia richiede al nostro Paese più generalmente lo Coppa
Un grande sforzo per rimanere competitivi su di un mercato che si dimostra sempre più impietoso verso i sistemi che non sanno adattarsi in fretta ai rapidi mutamenti
Che la tecnologia moderna nella gestito materne impone nella gestione delle risorse
Gli ha detto con altre Pavone il duplice
Imperativo di risollevare le sorti dell'Italia di costruire un'Europa che sia in grado ad un tempo di risultare efficiente in campo internazionale
E di rispettare quelle tradizioni di umanesimo e di coesione sociale
Che mi paiono fortemente distante dal modello ultra liberale nordamericano e più generalmente da quello anglosassone
L'Italia non deve soltanto riformare la propria costituzione
Deve dare lo sforzo di darsi un'organizzazione interna che sia compatibile con una futura Europa unita e che anzi possa servire da modello per l'unificazione stessa
Può apparire quest'ultima speranza come illusione o aspirazione velleitaria
Ed invece mi sembra per dirla con Sergio Romano che sia proprio nell'ideale europeista che l'Italia ha trovato una nuova missione
Un nuovo motivo di esistere come nazione dopo la fine della seconda guerra mondiale
E se il nostro Paese conosce per alcuni versi una specie di appannamento nella coscienza civile questa non può che stimo l'Arci a fare di più e meglio senza cedere a tentazioni disfattisti o qualunquista
Precisate quindi in quali ambiti deve muoversi lo sforzo riformatore occorre sottolineare quale condizioni minime deve assicurare la nuova organizzazione statale
A mio parere non può limitarsi a consacrare situazioni già esistenti né a favorire l'emergenza di un nuovo concetto quello secondo in cui tutto dalle ad secondo cui tutto all'economia deve essere subordinata
A questo proposito voglio qui sottolineare quanto il progetto elaborato da una Purcell istituzione quale la Fondazione Agnelli appaia dettato da mere ragioni economisti che cose economicistiche oserei dire addirittura aziendalistiche
Tutto è subordinato all'osservazione di grossolane indicatori macroeconomici
Da cui si trae con interpretazione per lo meno opinabile la conclusione che macroregioni
Artificiali antistoriche
Che guarda caso servano precisamente gli interessi dei cosiddetti poteri forti siano un ottimo ma al quale non sia possibile derogare
Altra cura deve essere invece deve invece avere con loro devono invece avere coloro che lavoreranno una nuova e più avanzata costituzione
Quella come più sul sottolineato difformi erano un'Italia multiculturali e perciò
Spesso
Più ricca gli strumenti di svilupparsi in un'Europa dei popoli unità
No a qualche burocrate di Brussel
Non alle grandi aziende spetta il compito di riso ignare le regole di convivenza alla politica e ad essa sola il dovere di Contemporary e tutte le esigenze presenti nel Paese
Ma quale politica a chi prendere l'iniziativa possiamo in altri termini e lasciare al solo centro il compito di interessarsi di questa cruciale questioni mi pare poter dire che si tratterebbe di un errore marchiano
I diritti delle regioni vanno difesi innanzitutto dalle regioni stesse allo Stato centrale attraverso i suoi esponenti rimarrà poi da far valere come logica vuole gli interessi ultra regionali
Che si è per definizione comporteranno talvolta una limitazione delle competenze locali mai dovranno far premio sul diritto fondamentale
Che ogni collettività a di riconoscersi di farsi riconoscere e di amministrarsi con la massima libertà possibile
Non significa altro il principio di sussidiarietà che proprio gli Stati stanno hanno tenuto ad inserire nel Trattato di Maastricht
Non significa altro in buona sostanza il termine federalismo ove si voglia finalmente vederlo nel suo valore etimologico da Petrus alleanza liberamente contratti
Perciò mi sembra di poter dire che una vera riforma dello Stato italiano non possa prescindere da un'intenzione in senso giornalistico federalistico
Non per sacrificare alle esigenze e talvolta gli egoismi delle regioni più sviluppate la necessità di aiutare coloro che per molteplici ragioni sono oggi sfavoriti dal punto di vista economico
Questa prospettiva mi appare infatti totalmente impraticabile e in ogni caso altamente indesiderati
Si tratta piuttosto e questo permetterebbe una siffatta riforma
Di far sì che la redistribuzione della ricchezza si faccia tra soggetti responsabili e sottoposti al controllo degli interessati in quanto di quanto oggi non avvenga
D'altra parte mi pare di poter affermare
Che il più grosso fallimento dello Stato eccetera centrale sia rappresentato proprio oggi dalla politica nei confronti del Mezzogiorno per il quale a più di cento trent'anni dall'unità d'Italia ancora non si vede no
Soluzioni praticabili e del quale permangono insoluti gravissimi problemi
In una logica di collaborazione tra Regioni e non in una di iodio invidie potrà essere realizzato io credo un Italia che sia di esempio per l'Europa
Perché essa si governa da una parte come prima sottolineato l'efficienza necessaria poiché appare evidente che le realtà locali vengono gestite meglio da coloro che in esse vivono in buona sostanza
Se necessario un certo grado di pianificazione centralizzata e conseguentemente un potere centrale dotato di alcune prerogative non si capisce perché al corollario di questa affermazione
E cioè che l'iniziativa economica deve essere libera e per quanto possibile priva di intralci non debba corrisponde
Una moltiplicazione dei centri decisionali partendo da quelli più vecchi ravvicinati al cittadino
Basterebbe ancora una volta a pensare ai fallimenti delle politiche economiche importo dallo Stato centrale al Sud per rendersene conto
D'altra parte e questo mi preme sottolineare cioè dall'altra e questo mi preme sottolineare garantirà il rispetto per il cittadino sia nella sua dimensione individuale sia in quell'associazione comunitaria
Entrambe essenziali per un uomo che non voglia diventare sentirsi solamente parte di unirmi ingranaggio
Detto diversamente si tratta di aggiungere le garanzie di libertà uguaglianza e solidarietà che sono a ben vedere null'altro che i fondamenti dello Stato di diritto di diritto quelle di partecipazione che mi pare fondamentale
Accrescere la partecipazione dei cittadini all'amministrazione del loro territorio
Riconoscendo dopo le specificità di cui sono portatori e segnatamente quelle della lingua per le popolazioni a dopo l'otto appare infatti condizione indispensabile perché si sviluppi in Italia quel senso civico senza il quale al di là delle forme mi pare di poter dire che è un Paese non possa definirsi come compiutamente
Democratica
Infine mi preme sottolineare la necessità dell'instaurarsi di legami sempre più stretti tra autonomia speciale autonomia ordinarie
Che pur nei rispettivi ruoli
Devono perseguire gli obiettivi del raggiungimento di una riforma credibile
In grado di rivoluzionare il metro di gestione della cosa pubblica
Le Regioni speciale vuoi per la loro esperienza vuoi perché nate in seguito a particolari condizioni storiche sono al motore trainante di un processo di riforma
Fondato sul pieno riconoscimento del ruolo pur propulsivo della regione in una moderna ed efficiente democrazia ancorata alle migliori tradizioni esistenti in Europa
Sono come acutamente
Ha fatto osservare il professore Gianfranco Miglio
Vittime di tentativi di marginalizzazione se non di cancellazioni in quanto ero sempre secondo Miglio esiste e persiste oggi come cinquant'anni fa un vago atteggiamento e dell'opinione pubblica contrario alle regioni a statuto speciale
In quanto si invidiano le libertà al Turi anziché chiedere che vengano estesi a tutti
Opinione questa calzante perché vogliamo assolutamente sfrattare convinti come siamo
Che soltanto da una collaborazione leale tra Regioni speciale regioni ordinarie si possa raggiungere perseguire gli obiettivi di fondo
Che sono stati alla base del sono tuttora della rivendicazione riformisti che ha portata avanti sempre con coerenza e unità di intenti
Concludendo signore e signori credo
Comprenderete pienamente il mio insistere sul ruolo delle regioni a statuto speciale
E questo perché sono valdostano perché la Valle d'Aosta da cinquant'anni è sulla breccia impegnate in una lotta per affermare concetti innovativi di gestione dello Stato
Cioè per realizzare un concreto sistema di autonomie in modo da avvicinare sempre più il cittadino alle istituzioni vediamo in tale direzione perché il nostro autonomismo è un autonomismo radicato nella storia nella geografia nella cultura e nella peculiarità etnico linguistiche di un popolo che da secoli è stato costretto a lottare per la sopravvivenza e per uno rinunciare alle sue origini grazie talvolta
Grazie alto toste venirne credo a nome di tutti voi
Fargli i migliori auguri perché in questo incarico di coordinatore dei presidenti dei consigli
Delle assemblee delle province autonome possano svolgere un proficuo lavoro e adesso mi do la parola
La pausa elettorale dello scorso aprile ha portato ad un certo appannamento dalla presenza e del contributo delle regioni al dibattito sulle riforme
Istituzionali
Purtroppo si va rafforzando il convincimento che questa dodicesima legislatura sia destinata a concludersi senza aver prodotto alcun significativo risultato sul cammino della riorganizzazione dello Stato in senso autenticamente regionale
Si tratta ciò nonostante nella scorsa legislatura
Con lavoro dalla Commissione bicamerale si erano create delle aspettative
Sulla possibilità di un progetto di revisione costituzionale
Coerente con questa impostazione regionalista
Si trattava in effetti di un buon approccio quello dalla Commissione bicamerale presieduta dall'onorevole Nilde Iotti
Per un riassetto equilibrato e aggiornato delle relazioni istituzionali tra lo stato e le sue articolazioni interno
Proiettato nella prospettiva di un'effettiva integrazione nel sistema comunitario ridefinito a Maastricht nel novantadue e con un recupero del ruolo centrale della Regione
Dei rapporti sia con lo Stato che con il sistema delle Autonomie locali
In tutti era forte la convinzione che nonostante la persistenza di nodi irrisolti di ambiguità e scarsa connessione tra alcuni passaggi significativi
Gli approdi faticosamente raggiunti dalla commissione bicamerale fossero un'accettabile base di partenza per ridisegnare uno Stato dichiara ispirazione regionalista
Certamente rimanevano senza risposta elementi qualificanti della proposta delle Regioni
Penso ad esempio alla proiezione delle regioni nell'organizzazione parlamentare attraverso la creazione di una camera delle regioni
Si privilegiò tuttavia da parte delle regioni la soluzione di non frapporre ostacoli a questo processo di riorganizzazione dello Stato la fine dell'undicesima legislatura ha segnato di fatto un arresto o quanto meno un inceppamento di tale processo di cui tuttora non si intravede uno sbocco positivo
L'attuale legislatura non ha registrato fatti nuovi al di là di un disegno di legge costituzionale di modifica dell'articolo centoventidue dalla Costituzione presentato dal governo
Berlusconi e ordinato a conferire alle regioni una potestà statutaria per la determinazione dalla forma di governo e del sistema elettorale regionale
Ma il tentativo poi naufragato di trattare a parte l'autonomia statutaria rispetto alle altre forme di autonomia regionale ha posto in evidenza illimitato valore innovativo se non l'inutilità
Degli forme parziali o dimezzate facendo emergere la necessità di una contestualità logica e sistematica tra revisione del Titolo quinto della Costituzione dedicato appunto alle autonomie regionali e locali
Il riassetto complessivo dell'ordinamento segnatamente dalla forma di Stato
E ciò anche nella prospettiva di un superamento dell'attuale bicameralismo paritaria perfetto con l'innesto dalla presenza regionale nel centro costituzionale dello Stato
Quale garanzia reale per un equilibrato e non reversibile svolgimento della forma dello Stato regionale
In effetti il profondo mutamento di questi ultimi anni dei rapporti tra Stato Regioni ed enti locali
E la presenza sempre più incisive pervasiva di un governo di livello sovranazionale
Richiedono una ridistribuzione complessiva delle competenze tra i vari livelli di potere assumendo i principi di sussidiarietà e di leale collaborazione come elementi fondanti e caratterizzanti della nuova forma di Stato
E ormai diffusa la convinzione che il principio di sussidiarietà
Se non penetra porta profondamente all'interno degli assetti autonomistici degli stati membri possa prestarsi almeno dal punto di vista del regionalismo anche assoluzioni accentratrici
Non a caso c'è chi teme che così procedendo il principio di sussidiarietà si traducano i fatti non già in un temperamento ma in una riformulazione aggiornata del vecchio principio di funzionalità richiamato dall'articolo duecentotrentacinque del Trattato di Roma del cinquantasette sul cui superamento l'intesa di mastri ha scommesso
Il fatto che nel Trattato del novantadue il principio di sussidiarietà sia affermato solo per le relazioni tra la comunità europea
E i Paesi aderenti non significa certo che le costituzioni degli Stati membri possano essere indifferenti o svolgersi in senso diacronico rispetto allo spirito Julia informato l'intero impianto comunitario
Né concepibile
Un processo di regionalizzazione dello stato che non veda le Regioni dialogare direttamente con gli organi della comunità europea
Sia nella fase ascendente della programmazione degli interventi sia in quella dell'attuazione dei programmi comunitari
L'attività comunitaria attraversa sempre più in profondità larga parte dalla competenza delle regioni
Mettendo a nudo la contraddittorietà di un sistema che ha che affida esclusivamente allo Stato il potere di interloquire con Unione Europea
Occorre quindi passare da un modello di sostanziale estraneità e impermeabilizzazione tra ordinamento comunitario e ordinamento interno ad uno fondato su una reciproca integrazione e collaborazione
Ma forse ciò che più preoccupa in questo momento la mancanza di un progetto politico di riforma delle istituzioni chiaro e complessivo attorno al quale si formi un largo consenso secondo la regola implicita in un sistema democratico
In base a cui le riforme che interessano tutti vanno fatte con il contributo di tutti e presuppongono il più vasto consenso a livello politico culturale e sociale
Il dibattito tra le forze di maggioranza e di minoranza ma io dico anche all'interno dei due schieramenti si è inflazionato negli ultimi mesi
Di slogan o sul federalismo sul presidenzialismo su una non meglio precisata Seconda Repubblica
Esemplare e la confusione che regna attorno alle proposte di federalismo chi progetta un federalismo forte al limite del confederali Isma'
Chiunque della lirismo moderato non distante dalle ore oggi un regionalismo chi infine si accontenta di un federalismo cosiddetto fiscale
Producono affatto ad una loro mozione unitaria
Si deve piuttosto fare riferimento alle singole realtà nazionale
è risaputo infatti che tra un federalismo moderato al quale si rifanno le forme più o meno moderate di
Dice il più moderne di federalismo europeo è un regionalismo forte quale auspicato dalla Conferenza delle Regioni corre una linea di sostanziale continuità almeno sui punti qualificanti delle rispettive proposto in fondo la stessa carta delle regioni d'Italia approvata a Milano
Nel marzo novantatré d'intesa tra le regioni lanci e Lupi
Alla quale si sono ispirate nelle linee di fondo di prospettiva le proposte di revisione costituzionale avanzate sul finire della scorsa legislatura da vari Consigli regionali Lombardia Toscana Emilia Romagna
Si scrivono in una concezione di regionalismo cooperativo
Dal carattere temperato nel quale emerge il ruolo della Regione come ente di governo politico che si integra perfettamente in uno stato pluralistico saldamente unitaria
Ipotesi avventurose
Potenzialmente demoni targhe della unità della nostra Repubblica per non parlare di stravaganti progetti di tipo secessionisti con non ci appartengono non ci interessano perché in aperta e insanabile contraddizione
Con lo spirito di solidarismo politico e sociale che rappresenta il dato fondante della nostra nazione
Ci interessa invece riaffermare la vera identità delle regioni
Superando le cause strutturali e funzionali della crisi del regionalismo che ha portato ad una falsa rappresentazione dell'istituto regionale come trasposizione a livello periferico del vecchio modello di Stato accentratore
Occorre ritrovare l'essenza profonda dell'autonomia regionale nei suoi valori e nel suo ruolo più autentico e genuino che è quello di snodo essenziale dell'articolazione
Istituzionale dello Stato ordinamento e di centro ordinatore delle Autonomie locale
Gli enti locali i comuni le Province devono integrarsi armonizzarsi nell'assetto regionale contribuendo a determinare le scelte di politica regionale attraverso strumenti di partecipazione
E di consultazione anche costituzionalizzato e a curare l'intero momento della gestione delle funzioni Regione a riforma regionale deve comunque coincidere con la reazione complessiva dello Stato in tutte le sue articolazioni politico istituzionale legislativo amministrativo finanziato
Versanti tra loro comunicanti è reciprocamente condizionante dare il disciplinare sulla base di un modello di organizzazione dei poteri pubblici incardinato come ho già detto sul principio di sussidiarietà
Nel quale si traduce l'esigenza di avvicinare il più possibile le sedi decisionali ai cittadini
Riversando a livello di governo superiore solo le funzioni che i livelli di governo inferiore non possono adeguatamente esercita non è sufficiente infatti ribaltare l'attuale criterio della distribuzione delle competenze legislative
Per dare all'autonomia regionale spessore contenuti propri degli enti generali dotati di rappresentanza delle rispettive comunità certamente questa tecnica rovesciata delle competenze
Che trae spunto dalla migliore tradizione federalista e che finisce per incrociarsi con le varie proposte di riforma in senso regionalista ha di per sé valore innovativo assoluto
E di fatto diventa il presupposto essenziale per fare del mio orecchio regionalismo il baricentro della riforma istituzionale ma il risultato sarà deludente rischia di riprodurre i vizi originari dell'attuale regionalismo se non si riuscirà a incidere in profondità in profondità nell'amministrazione pubblica
Attraverso una regionalizzazione amministrativa in tutti i settori nei quali la presenza dello Stato
Non sia strettamente finalizzata all'esercizio di funzioni assolutamente necessaria la tutela degli interessi unitari della Repubblica
Sarà dunque il versante amministrativo il vero banco di prova della riforma regionale
Perché su questo piano che le scelte del governo pubblico si traducono in atti e comportamenti puntuali attraverso i quali le Regioni posso mettere pomo dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini
Certo che tutta questa operazione di alta chirurgia costituzionale presenta difficoltà operative non di poco conto e margini di rischio notevoli proprio in ragione della indefiniti Rita
Del ridisegno dei confini tra ambiti di competenza statale e regionali e non è difficile pre vedere un ampliamento anziché una riduzione della conflittualità tra potere centrale e poteri decentrati
D'altronde nessuno si illude che nella Carta costituzionale possono essere fissati con esattezza i cippi confinarie
Tra le due sfere di competenza o che si possa dare un contenuto preciso ai limiti derivanti dalla legislazione statale di Indirizzo e di coordinamento
Soprattutto alla luce di un'esperienza nei rapporti tra Stato e regioni
Che ha visto il primo operare profonde ferite nell'autonomia regionale in nome di vincoli non definibili a priori o collegati a concetti generali difficilmente canonizzati
Questa intrinseca elasticità presuppone allora che tra Stato e Regioni si stabilisca un nesso di reale cooperazione
E di leale collaborazione costruito sulla più ampie preventiva con sensualità tra le parti sulla previsione di meccanismi di proiezione nel delle Autonomie regionali nella sede decisione naturale cioè nel Parlamento
E qui nel Parlamento che la presenza istituzionale delle Regioni
Può rappresentare il momento di confronto costruttivo tra centro e periferia per arrivare a forme di codecisione sulle scelte di politica regionale
D'altronde l'esperienza della Costituzione e la Germania federale
Che ha riconosciuto Island di avere propri rappresentanti con diritto di voto in seno al Bundesrat è un esempio da tener presente
Per i buoni risultati nel miglioramento delle relazioni tra la Repubblica federale tedesca e le sue principali articolazioni autonomistica dimostrando che sono possibili forme
Di federalizzazione dei poteri costituzionali che uniscono e non di rito che rafforzano e non indeboliscono l'aspetto centrale dello Stato
Verrebbe così superato quell'antistorico sistema bicamerale paritario che ci contraddistingue in negativo con l'introduzione di un modello parlamentare più equilibrato ed efficiente e io dico anche meno pletorico
L'idea di una camera particolarmente rappresentativa della realtà regionale sulla quale non fu possibile raggiungere un punto d'incontro in seno al comitato per la forma di governo della commissione bicamerale può oggi essere riproposta con forza e convinzione non solo per il maturare di un quadro politico più disponibile verso l'idea di un regionalismo forte
Ma anche perché esso rappresenta un momento di vera svolta
Per il passaggio dall'attuale fase di separazione delle competenze ad una fase di effettiva integrazione e cooperazione tra stato e regioni
Analoghe considerazioni possono valere per la proposta di ispirazione
Federalistica tesa ad una ridisciplinare la composizione dalla Corte costituzionale che veda una rappresentanza diretta delle regioni
Si tratta di un punto molto delicato che può anche offrirsi a valutazioni diverse e sul quale l'eventuale contributo del presidente Baldassarre potrà tornare certamente utilissimo
Al di là di tali profili suscettivi di ulteriore riflessione confronto vi sono punti essenziali e fondanti del processo di riforma sui quali il dibattito politico ha raggiunto ormai conclusioni dalle quali non è possibile tornare indietro
Una regionalizzazione dello Stato
Per essere veramente tale deve investire il quadro istituzionale complessivo in cui l'ordinamento si inserisce affrontando il problema in modo organico e coerente con tutti i suoi principi ispiratori in questo senso va tenuta in debita considerazione in regime di autonomia particolare conferite
Ad alcuni ordinamenti regionali e delle Province autonome onde evitare un sostanziale appiattimento delle loro posizioni sul regime ordinario
Per tali realtà
Vanno ritrovate le ragioni originarie della specialità
Valorizzando ulteriormente il livello di autonomia di cui godono secondo scelte statutarie funzionali alla loro alle loro caratteristiche socio economiche linguistiche e cultura
è necessario costruire un nuovo circuito di relazione amministrative imperniato su un duplice ordine di rapporti
Quello tra Stato e regioni è quello tra Regioni ed autonomie locali ciò comporta che si stabilisca un nesso diretto tra i due livelli di governo e si riconosca quello regionale non solo potere di organizzazione delle funzioni
Amministrativa attribuite o delegate agli enti territoriali minori ma anche Poteri ordinamentali etico ordinamento finanziario
Fermo restando le garanzie costituzionali a favore dell'autonomie provinciali e comunali sancite dall'articolo ventotto
Dottrina e giurisprudenza concorda norma anche con la centoquarantadue il punto di equilibrio del sistema delle autonomie locali lo sta più nell'uniformità dettata dal legislatore nazionale
Ma nel ruolo di centralità e di coordinamento delle regioni alle quali spettava il compito di ridefinire l'assetto delle funzioni in ambito regionale attraverso una modulata articolazione delle funzioni locale
Tutta la prostituta la prospettiva di rilancio del regionalismo
Passo ovviamente è appena il caso di sottolinearlo per la realizzazione di un'effettiva autonomia finanziaria e impositiva
Che porti anzitutto al superamento del meccanismo dalla finanza derivata e vincolata nella consapevolezza che solo un'autonoma fiscalità regionale dà fondamento all'assunzione di piena responsabilità politica
Fermo restando anche garanzie costituzionale circa il rispetto del principio di riequilibrio solidaristico tra Regioni forte regioni deboli attrae
Sono abituati meccanismi compensati
Modifica costituzionale assume tutta di un elevato valore sul piano politico istituzionale se intesa ad affermare il principio della responsabilità fiscale come fondamento della responsabilità politica
Così come lo è sul piano dei rapporti tra finanza regionale e finanza locale sette preordinata conferire alle regioni un pieno potere di coordinamento e di alimentazione di tutto il sistema finanziario locale
Con queste considerazioni concludo ho voluto indicare molto sommariamente i binari nei quali si collocano al momento
Le difficoltà e le prospettive di rilancio del progetto di riforma regionale evidenziando alcuni dei punti di maggiore sofferenza nelle relazioni tra centro e periferia
E importante tuttavia che da questo incontro che non vuole avere solo finalità celebrative dei venticinque anni di attività del consiglio regionale
E dalla riunione della conferenza dei presidenti dell'Assemblea e dei consigli delle regioni e delle province autonome in programma per domani mattina riprenda vigore una iniziativa forte e unitaria delle regioni
Che sia di stimolo e di proposta operativa per le competenti commissioni parlamentari e ci fa molto piacere che qui è con noi il presidente una commissione parlamentare Affari istituzionali
Parlamento chiediamo di fare fino in fondo il proprio dovere e di tenere aperto il tavolo delle riforme istituzionali al contributo indispensabile delle regioni
Infine vi è una questione decisiva
La ricostruzione di un rapporto di fiducia
Dei cittadini nella politica e nelle istituzioni
Se manca questo legame tutto diventa più difficile anche le riforme costituzionale il sistema democratico rischierebbe una vera e propria crisi di legittimazione in questi mesi ho avuto incontri con le più disparate realtà sociale
Tali associazioni imprenditoriali al volontariato e sindacati ai portatori di handicap ho avvertito una grande domanda di cambiamento
Quasi l'inizio di una nuova fase della vita istituzionale
Una nuova fase
In grado di dare risposte positive
Ai problemi concreti dell'occupazione di un moderno sistema di sicurezza sociale di una riforma della pubblica amministrazione problemi che solo apparentemente hanno poco a vedere con le riforme istituzionali
Le istituzioni debbono essere consapevoli che quest'ansia di cambiamento non può restare senza risposta
Un grande presidente della Camera dei deputati di qualche anno fa Pietro Ingrao
Ci rammenta proprio in questi giorni che la politica non è solo analisi
Ma è anche scatto dell'anima intuizione emozione sentimento eticità
Da questa visione della politica più umana è consapevole dei suoi limiti
Dobbiamo trarre la forza per corrispondere alle ansie di cambiamento così radicate tra i cittadini per troppo tempo
La politica è stata dominata dal gioco della tattica e dei pensieri corti
Come in quel famoso film di Luis Buñuel L'angelo sterminatore in cui tutti pranzano e alla fine si accorgono che nessuno può uscire e quella stanza diventa una prigione anche se non ha le grate
è quello che è successo e credo stia ancora succedendo nella vicenda politica italiana in particolare per le riforme istituzionali tutti ne parlano tutti ne vogliono ma si rimane prigionieri dei veti incrociati
Dipende anche natura
Dall'impegno solidale delle regioni delle province autonome se finalmente si avvierà un grande processo di riforma dello Stato in senso autenticamente regionalista
Molto dipende da come i cittadini sapranno essere protagonisti di questo disegno riformatore
Grazie invitò il professor russi magnifico rettore dell'università di Teramo a prendere la parola
Signor presidente emerito della Corte costituzionale
Signori Presidenti
Del consiglio e della Giunta
Magnifico Rettore dell'Università degli Studi dell'Aquila
Signori e signori
Ringrazio il presidente mi lilla
Per aver voluto
Che il rettore dell'università di Teramo
La più giovane delle università Bruzzesi
Polo giuridico politico come ho appena detto del sistema universitario
Regionale abruzzese e quindi anche a nome delle altre università dell'Aquila e di Chieti
Ringrazio il presidente Melilla
Per aver voluto
Che io lo accompagnassi in questa iniziativa venticinquennale
Opportunamente volta
A riflettere sul rapporto e abbiamo visto quanto mai oggi in movimento
Tra la Costituzione repubblicana e l'istituzione regionale
E non tanto sul caso Abruzzo
Che la nostra Costituzione articolo centotrentuno Titolo quinto della parte seconda
Ancora nel mille novecentoquarantotto chiama Abruzzi al plurale
Su cui si è già venti intrattenuto lui stesso il presidente Melilla
Anche con l'autorevolezza della sua carica
E con le tosse civile che abbiamo appena sentito
Perché non avrei per parlare dell'Abruzzo
Non avrei titoli particolari
Salvo la mia qualità di cittadino Bruzzese
Quanto io credo per aver riservato debbo questo invito per aver riservato il tempo residuale della mia carica rettorali
Tempo davvero residuale
Alla riflessione storica
Politica e istituzionale
In un certo senso quindi dottrinale
Sulle origini dell'ordinamento statale in nazionale
E sulle sue evoluzioni nel nostro secolo fino ai correnti anni
Per giunta ho appena consegnato all'editore Laterza
Per il dizionario di storia contemporanea la voce federalismo
Che bene mi sembra oggi anche qui sta a rappresentare e a compendiare
Le più delicate dinamiche della nostra vita associata
Fatta questa premessa veniamo allo specifico
Come è noto la nostra Costituzione non si limita a riconoscere
Ma si impegna a promuovere le Autonomie locali
La stessa costituzione
Intende queste ultime come il luogo deputato
Virgolette
Di esercizio espressione modo di essere
Garanzia di democrazia e di libertà per i cittadini
Ho riportato le virgolette
Tra virgolette quanto ripeteva continuamente
Un grande costituzionalista prematuramente scomparso
Carlo Esposito
Dista a distanza di cinquant'anni dalla fatica dei nostri costituenti
E dai quarant'anni da quanto auspicava appunto Carlo Esposito che ancora ricordo insieme all'amico Baldassarre
Professore nostro professore di diritto costituzionale all'Università di Roma
Si può dire che lo spirito e il dettato dell'articolo cinque si sono realizzati o che la rivoluzione democratica di cui parlava Esposito dell'apparato statale si sia realizzato
No decisamente purtroppo non si può dire
Il disegno affascinante sorto nella prima metà del nostro secolo
Se non vogliamo risalire addirittura al tursiope o accanto continua a sedurre l'uomo contemporaneo ma non riesce a conquistare definitivamente
A permeare di sé
Nello spazio politico che viviamo
Se si riconosce alla Regione tutta la sua potenzialità ma il discorso deve valere anche per la Provincia per il Comune
Cambia di segno anche il cittadino
La qualità di un cittadino
Che non può più essere valutato soltanto della sua individuale otto novecentesca appartenenza alla comunità nazionale
Ma anche nell'articolazione del complesso rapporto
Con tutte le comunità sociali e territoriali alla quale alle quali appartiene il costituente delineo a queste ultime
Come espressione delle istanze pluraliste della democrazia appena neonata
Specie da parte di chi in sede costituente come Ignazio Silone
Aveva combattuto il vecchio centralismo fascista e in quegli stessi anni
Del dopoguerra e della ricostruzione andava riflettendo Silone su soluzioni addirittura federali
La nostra Repubblica riconoscendo le autonomie locali parte dal riconoscimento che quella statale non può essere più considerata la sola dimensione comunitaria del cittadino
Il quale vive in una pluralità di comunità nelle quali esplica appieno il proprio ruolo politico
Fortunatamente dunque la nostra Costituzione repubblicana ha una visione assai ricca e articolata della complessità sociale dell'uomo democratico
E quindi della molteplicità delle posizioni e dei rapporti nei quali è immerso il cittadino
E che richiedono riconoscimento e tutela in quanto costitutivi della stessa cittadinanza
Si tratta quindi di difendere normativamente la pruriti menziona vita del cittadino
Paradigma e quindi valore sostanziale della democrazia
Gli articoli della Costituzione relative alle regioni alle Province e ai Comuni
Non fondano però soltanto i principi regolatori che rapporti tra questi è un autonomie istituzionali e politiche e lo Stato nazionale
Ma indicano le prospettive di sviluppo dell'ordinamento regionale in senso se non vogliamo dire regge federale lo sviluppo dello Stato in senso decisamente accentuatamente regionalista
Finora invece
è stato anche detto
Oggi stesso il nostro ordinamento forte anche di una certa ambiguità oggettiva contenuta nell'articolo cinque
Si è caratterizzato più come è stato delle autonomie locali che come è stato regionale
Come cioè uno Stato che riconosce e sa riconoscere le espressioni di comunità preesistenti
E comunque esistenti indipendentemente da esso stato e dalle sue leggi
E di conseguenza le regioni hanno praticato più l'autonomismo locale proprio di soggetti periferici che tutto il regionalismo possibile di uno Stato
Se non federale quanto meno policentrico
Al di là di ambiguità in compiutezza e comunque il disegno costituzionale resta quello di isolare il ruolo della Regione rispetto allo Stato centrale
E di tutelare questo ruolo attraverso la giustizia costituzionale
Anche se la posizione dello Stato delle Regioni non è definita in modo uniforme paritario
Il potere legislativo regionale ha rotto di fatto il tradizionale antico monopolio legislativo esercitato dal Parlamento
è questa la novità rivoluzionaria della nostra vita istituzionale
E non fu per caso che sul tema delle competenze legislative regionali si svolse un lungo appassionato e complesso dibattito in seno all'Assemblea Costituente
Che vide su sponde opposte tanto per citare qualche nome e ricordare così qualche illustra personaggio Benedetto Croce e Giuseppe Spataro Giuseppe Castelli Avolio e Bruno Corbi
Quando in Assemblea mi permetto di citare
Il professor Baldassarre quando in Assemblea costituente si discusse ricorda Baldassarre sulla forma da dare al decentramento politico fondato sulle regioni
Le preoccupazioni maggiori dei padri fondatori
Espressione
Ricavata dal linguaggio per gli Stati Uniti d'America i padri fondatori tra virgolette erano rivolte alle condizioni di convivenza
Dei nuovi enti con uno stato che per tutto il secolo precedente aveva orientato i suoi sforzi nel senso opposto
Ossia in direzione della soppressione delle differenze tra regione e regione
Da questa condizione conclude Baldassarre
Da questa condizione di partenza derivava una prima ragione dell'arretratezza del dibattito in Assemblea Costituente ossia quella dell'esistenza di una cultura non ancora preparata ad affrontare i temi più moderni del Che decentramento
Politico
Il nostro costituente comunque alla fine ha preferito enumerare le materie di competenza regionale piuttosto che quelle dello Stato
Una scelta quella dell'elenco che distingue il sistema italiano da altri
Ha probabilità di legislatori come si dice nei quali sono indicate invece le competenze dello Stato centrale
A seguire l'articolo centodiciassette
Beh indifeso e consenta ancora nel merito amico ritornato collega professore universitario Baldassarre ben difeso ebbene dilatato dalla Corte costituzionale
Il potere legislativo delle regioni e circondato di vincoli e di limiti
Alcuni certamente opportuni quali quelli dell'interesse nazionale o del valore unitario della Repubblica
Altri più discutibili
Quali ad esempio l'interesse delle altre regioni
Sta di fatto che sia in sede di avviamento che in sé in fase di prima attuazione
Dell'istituto regionale la Corte ha puntualizzato in sede giurisdizionale l'orientamento di graduare lo sviluppo degli assetti regionali ordinari
Successivamente specie deve dire nella definizione delle intersezioni
Tra le diverse realtà istituzionali assunto una posizione di imparziale politicità
E quindi si è assunto un compito di riequilibra amento Esterno dei rapporti tra l'apparato statale e il policentrismo delle Autonomie regionali e locali
Tutte cose che ben sa naturalmente Baldassarre che a questi rapporti tra Regioni e Governo ha dedicato nei primi anni ottanta saggi ancora oggi attuali
Brevissima sommaria e certamente discutibile questa mia riflessione
Però forse utile ad inquadrare alcune questioni dolenti nel circuito culturale e politico più che nell'alveo scientifico delle discipline giusto pubblicistiche
Utile forse me lo auguro a rilanciare in questo inizio di legislatura regionale a partire dall'Abruzzo
Una vitalità complessiva della comunità regionale nei confronti delle ancora forti resistenze centralistiche
E arredi in pari misura sia dello Stato centralista voluto da Cavour contro Minghetti e Farini perpetuato da Giolitti contro Sturzo e Salvemini
E consacrato da Mussolini contro il socialismo liberale Luigi Einaudi e Altiero Spinelli
Il rilancio della dimensione regionale
E del suo ormai acquisito ancoraggio nell'equilibrio istituzionale complessivo può aiutare e ben sappiamo quanto ne abbiamo bisogno può aiutare a riscrivere le stesse regole del fare politica a ripensare i principi dell'obbligazione sociale
Anche con l'odierno dibattito l'Abruzzo potrà rivendicare a sé di fatto e di diritto la convinzione di essere parte oltre che di far parte di quell'Europa delle Regioni
Che non è un asterisco a futura memoria
E che invece è molto più vicina di quanto siamo propensi a credere come tale il regionalismo
Se cessa di essere solo patriottismo parziale o addirittura fazioso può assumersi la funzione storica
Di diventare cerniera istituzionale privilegiata fra micro e macro livello di uno sviluppo in senso federale dello Stato
Tramite e a un tempo interlocutore sia delle necessità interno né di autonomia che dello stesso processo associativo europeo
Senza per questo dimenticare ho sottacere che il nostro processo di unificazione politica risorgimentale nazionale al pari di altri processi è stato e resta un vettore forte e positivo di modernizzazione
Ma è tempo di concludere questo intervento e di dare la parola al vero protagonista di questo incontro l'amico professore Antonio Baldassarre
Grazie al magnifico rettore dell'università di Teramo
E a questo punto diamo la parola al professor Baldassarre presidente emerito della corte costituzionale
Prima di tutto voglio ringraziarvi
Per quest'invito
Che
Mi rimanda alla
Prima volta che sono stato relatore a un convegno organizzato credo che fosse il primo convegno organizzato da tutti i consigli regionali nell'ottantadue ottantatré
E
Mi capitò allora di lanciare in modo abbastanza forte una proposta quella del regionalismo cooperativo
E mai come allora in quel dibattito presi in tutta la mia carriera tante di quelle critiche fatte in modo così preciso netto
E senza alcuna possibilità tanto che appena si chiuse il convegno pensai che questa mia idea che non era mia era Medea già esistente fuori d'Italia che cercavo di adattare la situazione tenera pensavo che fosse già finita quella proposta
E per fortuna invece qualche anno dopo
Questa idea
E divenuta ha iniziato a prendere spazio nella giurisprudenza costituzionale
E poi piano piano è diventato è divenuta
La visione prevalente dei rapporti tra stato vere e regioni
Ed ha una visione dalla quale poi
In altri paesi
è germinato a un'altra idea molto strettamente collegata a questa quella che venne chiamata al federalismo fiscale
Che è una parte è un fenomeno collaterale al federalismo cooperativo
Quindi vi ringrazio per questo per quest'invito appunto che ricorda una parte della mia biografia
Intellettuale
Ma prima di parlare di qualche cosa brevemente volevo anche ringraziarvi per
Per
Una cosa che io ho sentito direttamente immediatamente dalla voce di tutti quanti dal primo oratore fino all'ultimo
Questa testimonianza di affetto se mi permette di Re da parte vostra
E che in qualche modo mi tocca mi tocca anche perché in tempi recenti qualche amarezza ho dovuto sopportarla e che quindi mi in qualche modo mi conforta che qualche cosa da non disprezzare nel periodo in cui sono stato alla Corte costituzionale
Sono forse riuscito a farle questo di questo vi ringrazio in modo particolare perché allora è raro vedere persone che siedono nelle istituzioni
Che parlano anche con il cuore non solo concede
Venendo al tema brevemente
Vorrei dire quello che è già stato detto
Ma anche questo ci tornerò tra un attimo è abbastanza sintomatico
E cioè che la Regione sta vivendo un passaggio decisivo
Il decentramento politico in Italia sta vivendo un passaggio decisivo probabilmente tutte le istituzioni in Italia stanno vivendo questo passaggio ma è certo che il problema regionale è uno di questi problemi e forse
Uno dei due più importanti
E giustamente è stato ricordato dal presidente Mirella che il problema regionale il problema quindi la riforma per un decentramento politico
Ripeto le sue parole che io condivido in pieno più forte di un regionalismo in senso forte
Dicevo questo passaggio
Va collocato nel quale in un quadro generale non si può parlare di riforma di regioni dire formate del decentramento politico se non sia presente un quadro in quale quadro collocare questa riforma
Gli obiettivi particolari della riforma delle regioni devono essere inquadrati nell'ambito degli obiettivi più generali che riguardano la riforma di tutte le istituzioni
Io credo quindi che va tenuto ben fermo questo elemento
E va tenuto ben fermo il fatto che intanto un regionalismo più forte un decentramento molto più deciso dall'attuale può ed è giusto che sia realizzato
In quanto a livello centrale si mantenga ferma e si rende in qualche modo più coerente anche la scelta maggioritaria
Il regionalismo il decentramento politico negli Stati moderni laddove esiste una garanzia della delle Autonomie politiche
è sempre legato a una organizzazione del potere centrale
Che riconosce appunto al centro uno a potere
Che ha un vertice indiscusso capace di decidere e capace quindi anche di organizzare adeguatamente il centro dello Stato
In alcuni Stati c'è il presidenzialismo in altri stati c'è diciamo un sistema di Premiership
Che viene designato direttamente dal popolo attraverso l'elezione come in Inghilterra
O in qualche modo anche se pure ci sta particolare ma lo metto nell'esempio con sapendo consapevolmente che che è un è un esempio un po'particolare come avviene anche in Germania
In tutti questi casi da le ipotesi presidenzialisti all'ipotesi di Premiership
Abbiamo almeno non in tutti gli stati in cui c'è una tradizione di decentramento abbiamo di fronte un decentramento organizzato in forma
Forte per riprendere il terminologia qui USA
In alcuni Stati
Ma che hanno una tradizione particolare abbiamo un sistema federale
Stati Uniti
Germania
In altri abbiamo invece un sistema regionale
Più forte e più significativo del nostro ad esempio la Spagna
Noi dobbiamo a mio avviso aver presente questo che in questo quadro nel quadro di una riorganizzazione del potere centrale che dia più capacità di decisione
Al potere centrale le regioni sono o un decentramento politico qui deciso sono il più importante contrappeso il più importante contro bilanciamento
E per questo che deve essere fatto e per questo deve esser visto nell'ambito di una riforma generale delle istituzioni
Accentuare l'attuale decentramento mantenendo magari faccio un'ipotesi che spero sia del quarto tipo come si diceva nelle nel nostro liceo accentuando magari la dispersione del potere centrale
Cioè mantenendo la situazione attuale o quella di qualche anno fa
Significherebbe creare un mostro dal punto di vista dell'istituzione significherebbe condannare il nostro Paese
A non
Fare adeguatamente i passi
Che deve fare in questi anni in direzione dell'Europa in direzione dell'Occidente per una integrazione del nostro Paese per la nostra economia più decisamente nell'Occidente
Credo quindi che la riforma del decentramento politico
è un elemento appunto come cercavo di dire necessario della riforma istituzionale
E non credo anche che ci sono grandi divisioni tra le varie forze politiche se andiamo a guardare la sostanza
è stato già ricordato dal presidente Milella c'è stato una sorta di ubriacatura delle parole
Quasi tutti i partiti si sono definiti federalisti
Un libro di pochi anni fa di un autore
Di lingua inglese approvato a studiare il federalismo
Così come dire in tutti i paesi del mondo
E ha scoperto che si denominano federali almeno centocinquanta modelli diversi di Stato
Da qui la conclusione di questo autore che forse la parola federalismo e la parola più inflazionata nel mondo e che se si deve dire da un punto di vista giuridico che cos'è il federalismo forse molto difficile dirlo
Nella discussione italiana
Dei partiti italiana in piccolo si è visto lo stesso fenomeno
Poter dire che cosa i partiti politici hanno voluto dire quando parlavano di federalismo è molto difficile dirlo
Una cosa però è certa e credo che vada evitato
Se si vuole fare un'analisi del decentramento politico che sia coerentemente legata alla tradizione storica del nostro Paese
Nel nostro Paese non sono possibili forme di federalismo forte nel senso nel che già vediamo in Germania ad esempio o negli Stati Uniti d'America
In questi Paesi il federalismo nascevano si piazza storica
Con l'esigenza storica di creare uno Stato il più possibile unitaria
E dal momento che le identità
Delle singole regioni o dei singoli Stati erano più forti
Dal momento che le divisioni Lo Forte dei motivi di accentramento allora si è scelta la forma federale
Come legame divari euro entità che altrimenti non sarebbero potute stare insieme quindi una tendenza verso lo stare insieme non una tendenza alla divisione
E il problema del
Del rapporto tra centro e autonomia e si è posto sempre nella storia italiana
Molto lodato e è la ipotesi di Cattaneo che però va pur detto
Si collocava è stato ricordato anche recentemente in un sa in un fondo di un giornale del importante già italiano da uno i giornalisti più famosi italiani Montanelli si collocava in un'ottica politica particolare che io mi auguro che non sia condivisa da nessuno
Cioè in un ottica che portava le regioni del Nord a ridosso dello Stato asburgico
Mi auguro che non sia condivisa da nessuno
Ma non ne sono sicuro
Mi mancano le prove per dire che non che sia così io non sia così
Comunque la proposta di Cattaneo
Ebbene qualche fortuna tra ceti intellettuali
Ma nelle discussioni politiche quasi non entro
Allora
Direi che le l'orientamento politico fu
Fortemente orientato all'inizio dell'esperienza unitaria verso forme di accentramento
Troppo anche orientata verso forme di accentramento alla storia dell'Italia unitaria è stata una storia anche di negazione di legittima autonomia res di fronte allo Stato centrale l'unica autonomia che ha resistito
è stata l'autonomia comunale perché era radicata storicamente e nessun potere centrale riusciva a scalfire la in modo significativo
Fu grande merito
Di un pensatore
Critico dell'accentramento
E che tuttavia condivideva la posizione largamente maggioritaria che in Italia non sarebbe non avrebbero avuto nessuna legittimazione storica lo Stato federale fuga nel merito di questo autore don Luigi Sturzo
Inventare una una cosa nuova di cui secondo me noi italiani ci dobbiamo vantare
Perché poi altre estati hanno ripreso questa idea nuova
L'idea della regione
Ci dobbiamo vantare perché è un'idea originale ed è un idea che nasce dalla nostra cultura
E cioè quella di una forma di decentramento
Che si accompagnasse
Con i principi di uno Stato unitario
Perché non dobbiamo dimenticare che le forme estreme di federalismo quelle che ho prima ricordato Germania Stati Uniti gli esempi più noti
Sono definiti né corrente correntemente nei manuali di diritto costituzionale
Come la tipica manifestazione storica di ciò che è esattamente il contrario dello Stato unitario
Lo Stato federale di questi Stati federali vengono definiti infatti stati composti cioè stati composti da più stati che si raccolgono insieme formano una federazione
Lo Stato unitario
Almeno così si legge ancora nel manovali e l'altra e l'opposto
è lo Stato che non vede al suo interno altri stati
è uno Stato che riconosce divisioni anche di tipo politico ma che non hanno la il carattere di Autonomie statuale
La barriera e agli altri Laender
Hanno una loro costituzione non un loro statuto
La Baviera il più sembra che tutti gli altri Laender tedeschi hanno dei loro corti costituzionali che si aggiungono alla corte costituzionale federale
I lender hanno le caratteristiche essenziali di uno Stato
Sono degli Stati delle entità statali che si raccolgono una federazione per formare lo Stato federale tedesco
La Regione invece nasce proprio in un orizzonte diverso
Nasce nell'orizzonte che non vuole dividere lo Stato in tanti altri stati e poi mantenerli uniti da un legame comune che è la federazione
Nasce dall'idea di decentrare al massimo lo Stato unitario appunto di riconoscere
Persino potere legislativo ma niente più che potere legislativo e amministrativo
Non c'è giurisdizione regionale
La giurisdizione unitaria dello Stato e anche questa è una differenza non piccola rispetto alla Germania
Parlo solo delle ma senza parlare degli Stati Uniti perché
L'ipotesi americane è ancora molto più distante
Sto prendendo quella che molti autoritaria prendono come un modello da perseguire
A mio avviso è in questa direzione che dobbiamo marciare più decisamente non oltre dobbiamo rivalutare questa grande idea del pensiero italiano
E posso anche dire del pensiero cattolico
Perché è un'idea che si sposa
Radicalmente
Al pensiero politico
Essa delle sinistre e delle altre forze laiche
Non è un caso perché l'idea è quella di una comunità
Locale che deve servire i cittadini all'interno di uno Stato unitario per combattere l'eccessivo accentramento e credo che sia opportuno anche sottolineare perché questa era una delle motivazioni che Sturzo aveva per combattere
Le possibilità di attività di corruzione
Che allora caratterizzavano all'epoca di Sturzo il parlamento secondo la visione di struzzo del Parlamento nazionale se leggete i saggi distrusse le rileggetevi ora trovate significativamente questo elemento molto accentuato
Dare uno strumento vicino ai cittadini per evitare anche i pericoli di una gestione corrotta del potere
Se questa è la nostra storia se questa storia è rinforzata dal fatto che
Che questo Paese
Inoltre un secco
Quasi un secolo e mezzo di storia unitaria
Non ha AV non ha formato a livello nazionale una forte identità
Il compianto Paolo Farneti
Scomparso troppo giovane
Aveva ha fatto un'analisi molto dettagliato di questo elemento la formazione delle identità nazionale ed era arrivato a mio avviso giustamente ma non solo a mio avviso alla conclusione scriveva alla fine negli anni settanta
Arrivato alla sconsolata conclusione che quel processo
Che Massimo D'Azeglio diceva doveva iniziare subito dopo con lo Stato unitario
Doveva ancora compiersi
Che l'identità degli italiani aveva ancora dei pasti da fare
E intuitivamente penso che ognuno di voi lo lo lo ha in mente questo
Pensando a quale siano ancora le bissare differenze sul piano dei valori condivisi
Tra il Po i punti estremi del nostro Paese
Pensare di introdurre in una nazione in cui l'identità nazionale deve essere ancora saldamente
Formata
Forme di decentramento molto accentuato del tipo di quelli che ho ricordato significa a mio avviso in come inserire in un deposito di benzina una miccia accese significa cioè
Correre seriamente il rischio
Non solo che questa identità non si compie più ma che non ce ne sia più bisogno che si compia perché il Paese non può anche rischiare di dividersi innerva ripeto
E allora per tornare alle proposte concrete
Se questa è la storia del nostro pensiero pista da qui dalle persone che a mio avviso ma più compreso
Il fenomeno l'evoluzione delle istituzioni in Italia se questo è l'analisi che sta che poi è quello che conta è l'analisi della cultura dei valori della condivisione dei valori delle identità nel sentirsi parte della stessa collettività della stessa comunità
Se la conclusione questa cui sono giunti le gli autori vi ho ricordato e allora
Cerchiamo usiamo pure la parola federalismo
Se con questo intendiamo dire che dobbiamo rafforzare l'attuale sistema regionale
Anch'io potrei possedere un asino e dire che è un purosangue irlandese resta pur sempre un asino tuttavia
Usiamo pure la parola purosangue irlandese per una sì ma le regioni non sono una
Ma sappiamo che dobbiamo lavorare in una precisa direzione che è quella appunto di rafforzare questo sistema regionale
E se questa è la direzione torno a ripetere le distanze tra i partiti maggiori ma dire tra tutte le forze politiche non sono poi così abissali
Le proposte che ho sentito fare poco fa dal Presidente Milella sono sono proposte credo largamente condivise
Con
Varia cento azione ma penso largamente condivise e condividi
Che nella nostra forma di decentramento politico sia mancato un organo come quello della Camera delle Regioni penso che pochi possono contesta perché è mancato proprio quell'elemento che poteva sparse fare il salto dalle regioni che ricordava il professor russi ripiegata sull'amministrazione
Al quello che il costituente pensa che la Regione fosse effettivamente un ente di decentramento politico e perciò legislativo
E in questa visione io penso che non c'è bisogno di una designazione visto che mi ha invitato proprio il presidente nel dire la mia su questo non c'è bisogno di una designazione diretta delle regioni di giudici costituzionali
Ma basterebbe che ci fosse una Camera delle Regioni e basterebbe che il circuito delle delle nomine del delle dei giudici costituzionali passasse per questo organo
E anche a mio avviso la forma più corretta perché avere dei giudici designati direttamente da un soggetto che poi sarà parte
Dico del del giudizio
Che dovrà essere dato da quei giudici forse qualcosa di anomalo
Il massimo di partecipazione
Delle parti diciamo degli imputati tra virgolette alla scelte dei giudici sia nella giuria inglese
Ma abbia quando si sceglie un un giurato ci deve essere
L'accordo tra le due parti e viene in qualche modo cioè viene scelta la persona che non ha che non è contestato da nessuno dei due qui invece sarebbe soltanto uno a designare anche se l'altro coi al il suo potere ma
A tutte e due i poteri sarebbero separati io credo invece che sia preferibile seguire la via che passi la designazione attraverso la Camera regione per quella via
Si cercano anche persone appunto in qualche modo rappresentanti anche delle regioni così ma nel senso in cui si dice che i giudici rappresentano lo Stato quindi in senso molto improprio perché il giudice non deve rappresentare nessuno
Nel rappresentare soltanto la nazione la collettività e gli interessi di tutti interessi non di singole parti ma l'interesse comune a tutte le singole parti
E credo anche che c'è un che è largamente condiviso non soltanto all'esigenza di una Camera delle Regioni
Ma anche l'esigenza di della di quello che viene a mio avviso impropriamente definito federalismo fiscale e cioè l'esigenza
Perdonati io dico le le cose come a me sembrano che si debbano dire forse non sarà bello da un punto di vista politico non sarà affascinante
L'esigenza di dare attuazione all'articolo centodiciannove della Costituzione perché questo è quello che viene definito neri linguaggio politico il così così To federalismo fiscale cioè l'esigenza che ci sia una finanza autonoma delle regioni ma autonoma non nel senso che si dà alle Regioni una quota delle delle imposte come avviene per qualche legge una sua speciale esigenza che le regioni pomodoro tasse pongono le imposte e le e l'esigenza parallela
Che i proventi dell'attività di imposizione delle regioni siano spesi utilizzati dalla Regione stessa per finanziare i propri servizi
Questo è quello che viene definito federalismo fiscale ma questo è probabilmente
Quello che voleva il costituente quando ha scritto l'articolo centodiciannove della Costituzione che ha invece ha seguito nella sua attuazione vie diverse probabilmente molto o poco fedeli all'intenzione originaria del costituente
Credo anche
Che momenti di a significativi di accordo possono essere e in qualche modo sono collegati a questa esigenza possono essere viste anche nella ripartizione delle materia
Uno dei punti e qui c'è un stavo per dire mio collega un mio ex collega Lodi continua a essere giudice costituzionale il professor Vari credo che abbiamo vissuto insieme
Nella Corte costituzionale le difficoltà di un giudice costituzionale che si trova a giudicare della divisione di competenze tra Stato e regioni che non sono affatto certe
Perché la effettiva divisione delle competenze a livello di materie viene fatta come voi sapete sta in effetti almeno in via di principio nel decreto seicentosedici cioè un atto avente forza di legge ordinaria non sta in una Costituzione nosta in una legge organica
Ammesso che si possa introdurre una legge organica
E allora che cosa avviene qui c'è una delle più grosse difficoltà che ogni volta che una Regione
Contesta la legittimità di una legge statale che sposta i confini delle competenze dell'articolo del decreto seicentosedici o di un'altra legge successivo da modificato
No la Corte deve rispondere ma tu non puoi in invocare l'incostituzionalità di una legge dello Stato successiva perché contrari a un'altra legge che allo stesso la stessa forza allo stesso rango cioè il seicentosedici
Perché può benissimo una legge successiva modificare la legge precedente
C'è il problema della ripartizione delle competenze è stato in gran parte questo e dalle seicentosedici in poi c'è stato uno spostamento continuo dei confini
Quasi giorno per giorno
Le le il caso più clamoroso fu quello della riforma sanitaria che fu fatta esattamente l'anno dopo nel seicentosedici e cambiando quasi radicalmente in materia sanitaria
Quelli che erano i i principi e i confini stabiliti a seicentosedici ma come queste ce ne corre se ne possono fare tanti altri esempi questo è un elemento di grande incertezza per le regioni
Anche per il giudice costituzionale però io credo che una revisione visto che si parla di riforme costituzionali una revisione anche del titolo quinto e più che necessaria su questo punto perché c'è una necessità di dare al giudice costituzionale una certezza dei confini
Anche materiali tra le competenze dello Stato e le Regioni
Devo anche dire
Che mi pare che sia stato anche ricordato che il vero
C'è una sorta di schizofrenia a livello di forza di forze politiche
Perché si parla da tutti e da partiti partire addirittura della di un federalismo quindi dell'ipotesi massima di decentramento ma poi noi poveretti operatori pratici io ex operatore pratico
Si trova da per giudicare di atti del Governo magari formato gli stessi partiti che parlano che vogliono il federalismo che dicono di volere il federalismo che sono delle ipotesi
Direi che di scuola di come dovrebbe fare gli atti normativi o gli atti amministrativi uno Stato fortemente accentrato quindi c'è una schizofrenia tra le parole quello che si fa e da sempre perché nei nove anni in cui sono stato in nella Corte Costituzionale questa l'ho vista sempre dal primo dall'ottantasei ad oggi
Credo invece non vorrei appunto e l'orario è stato ricordato al presidente Mina non vorrei che questa schizofrenia si estendesse anche al dibattito sulle riforme attuali
Cioè che si parli molto di riforme nel senso di un regionalismo più forte e se ne parli soltanto e poi non se ne faccia nulla quindi è il momento a mio avviso di passare ai fatti
è il momento cioè di confrontare le proposte concrete e di vedere dove si può raccogliere l'unità tra le principali forze politiche
Sono convinto che quello che divide più oggi le forze politiche sulle riforme
Istituzionali in genere non soltanto quelle regioni
è un certo clima di sospetto
Io prendo proprio ieri dallo Stato di Israele ma capita di parlare con varie personalità ero stato invitato a loro dello Stato d'Israele di aver parlato anche con autorità cattoliche che invece hanno
Più forte presenza tre palestinesi
Ho sentito più o meno da loro gli stessi discorsi D UE più o meno
Cosa assai vicine
E però ho percepito anzi sentito proprio immediatamente che nell'una o nell'altra parte pur dicendo che la pace o si raggiunge entro un anno chissà quando mai si potrà raggiungere
L'una e l'altra parte hanno un forte sospetto
Che l'altra parte non stare ai patti
In questo modo non si fa nessuna riforma
Quando c'è un sospetto che l'altra parte
Cerchi chissà quale altro motivo
Ho voglia in realtà usare semplicemente il tavolo delle riforme per motivi puramente dilatoria ecco quando c'è questo clima di sospetto nessuna riforma può essere fatta
Perché le riforme possono essere fatte è stato già ricordato solo se c'è un largo consenso
E allora io credo che qui ci vuole anche un atto di coraggio
Cioè tra virgolette coraggio cioè il coraggio di mettere le cose sul tavolo e discutere seriamente per le cose che si possono e che forse si debbono fare
Che si debbono fare a mio avviso
In qualche modo almeno nella mia coscienza un fatto evidente
L'Italia di fronte a sé e scadenze importantissimo
L'Europa prima di tutto
Nessuno Stato
Nessuno Stato europeo
Che ha una qualche consistenza
Che ha un qualche ruolo in Europa non parlo ovviamente del Lussemburgo mi scusi o se c'è qualche lussemburghese in sala o di qualche altro ma nazioni che non Rocco hanno dato un significato all'unificazione europea e tra queste ci deve essere anche l'Italia Paese fondatore dell'uno della Comunità europea
Ecco non c'è nessuna di queste nazioni che ha un sistema di decisione delle politiche statali quindici un sistema di decisione
Statale
Che ancora legato ai meccanismi
Del proporzionale
E questo non è un caso
Perché la proporzionale porta a un sistema di decisione
Che tende a premiare un po'tutti i singoli gruppi rappresentati nel luogo dove si decide cioè nel Parlamento
Tende cioè a premiare più
I vantaggi dei singoli gruppi
Che non è a prendere decisioni che magari non premiano tutti ma che sono in un certo momento storico necessarie per fare dei passaggi
Io credo che noi siamo in questa situazione non possiamo permetterci come hanno capito per tempo i francesi i tedeschi e altri
Un sistema di decisione basato su un sistema proporzionale
Non se lo può permettere nessuna nazione che deve fare dei passi decisi in qualche direzione
L'Europa delle regioni non c'è dubbio che è un obiettivo e l'obiettivo indicato che sarà io credo il punto di arrivo
Ma non confondiamo il punto di arrivo il momento dell'arrivo con il momento della transizione noi a questo ci dobbiamo arrivare
Se noi pensassimo già ristrutturare ora lo Stato italiano
Come già dovrà essere alla fine del processo io credo che alla fine del processo non ci arriveremo mai
In un momento di transizione che richiede l'integrazione tra le economie anche gli operatori economici hanno bisogno di un potere che non può essere quello frammentato delle varie regioni hanno bisogno di un potere che non può non essere in questa fase se non il potere statale
Si può
Attraversare questa fase di transizione solo se sia un potere statale capace di decidere sulle questioni più importanti dell'integrazione economica
E c'è anche
Un altro elemento che dobbiamo tener presente
Che è un uno scenario più generale ma non ci deve sfuggire non c'è dubbio che quella dell'Europa è uno scenario essenziale primario ci sono proprio degli impegni stipulati dallo Stato italiano in questa direzione
Ma c'è anche uno scenario generale
Ed è quello
Ed è quello
Della divisione come si diceva una volta della divisione del lavoro su scala internazionale delle varie economie
Dove dobbiamo collocare quale posto vogliamo dare al sistema economico e sociale italiana
Oltre che politico ovviamente ma per quale posto gli dobbiamo dare
Noi dobbiamo assolutamente mantenere i legami con l'Occidente nel senso che dobbiamo essere una presenza significativa all'interno dell'Occidente
E a mio avviso dobbiamo rinforzare rafforzare il ruolo dell'Italia
All'interno dell'Occidente
E quindi dobbiamo avere uno Stato per il momento uno Stato forte perché senza avere uno Stato forte
Che possa fare da scudo di fronte a
Strategie politico economiche che altri Paesi hanno ben chiari e che stanno praticando dicono dobbiamo avere un centro che elabori e che atto in queste strategie politiche economica generale
Senza questo mia impressione l'Italia può essere cacciata in un ruolo marginale nell'ambito ricacciare in gola magia nell'ambito
Delle economie i sistemi economici occidentali
Ecco perché il problema delle riforme e tocca sicuramente le regioni è un però un problema che ha al suo centro il mantenimento del rafforzamento del principio maggioritario
Non perché non solo anzi perché la tendenza l'orientamento ormai è questo ma perché ne abbiamo bisogno
Ne abbiamo bisogno al fine di elaborare una politica della finanza pubblica è una politica economica che sia adeguata alle scadenze che abbiamo di fronte
E quando dico adeguata significa che possa dare all'Italia quel ruolo
Che possa far recuperare all'Italia quel luogo quel ruolo fondamentale che all'interno dell'Europa
Devo aprire e che all'interno ci dente deve avvenire
Una finanza pubblica
Oggi in uno stato moderno può essere adeguatamente
Guidata governata soltanto se riconosciamo
Al sistema di decisione alla alla meccanismo e decisione un qualche ruolo di privilegio all'elaborazione del Governo
Non voglio rientrare in quale forma ma dobbiamo riconoscere ad esempio rivedere le procedure di bilancio rivedere i meccanismi di normazione la divisione tra legislazione e potere regolamentare dobbiamo in a in in altre parole
Creare un governo un sistema di governo che dia alla nazione questa capacità di decisione che altre nazioni già hanno da tempo
E solo in questa visione avendo presente quindi
Il quadro generale
E soprattutto le scadenze europee solo in queste avendo presente quindi il quadro generale delle delle riforme istituzionali tutti i passaggi che dobbiamo fare a ogni livello di istituzione ecco solo in questo io credo in questo contesto
Baia
Vista anche la riforma regionale le Regioni devono essere un elemento di questo sistema di decisione sono convinto che le regioni possono far molto meglio dello Stato
Possono svolgere molto meglio dello Stato certe funzioni che ancora sono svolta dallo Stato
L'importante è saper tracciare una linea razionale tra le funzioni al momento inesistente
E su questo ecco ricollocare l'intero processo decisionale e quindi niente la disponibilità delle risorse da parte dello Stato e delle regioni
Un'ultima cosa voglio dirvi del mio discorso presso che concluso sul piano dei contenuti
Voglio soltanto aggiunge una un altro elemento che però è un elemento di se volete collaterale ma che io reputo abbastanza importante
Forse a causa della politica di accentramento forse a causa del fatto che la regione è stata spinta sempre più verso un ruolo di amministrazione anziché il ruolo di politico che gli competeva
Noi abbiamo avuto anche qualche difficoltà
All'interno dell'ente regionale nei rapporti tra classe politica e amministrazione abbiamo avuto anche qualche difficoltà a mantenere a livello regionale
O o uomini politici di valore che però consideravano la Regione e non gli si poteva dar torto
Nel dal loro punto di vista che però considera una regione semplicemente un punto di passaggio per una carriera
Che doveva essere più ambiziosa
E più celebrata
Questo ha in qualche modo indebolito la Regione
La sua capacità di elaborare cultura passo capacità di elaborare politiche significative per la propria completa
Noi abbiamo ora un momento
Abbastanza importante che quello che stiamo vivendo nei quali i partiti i popoli si stanno in qualche modo ristrutturando
Uno degli elementi che a mio avviso dobbiamo tener presente
E non ripetere l'errore del passato
Quello che l'H che ha caratterizzato la cosiddetta Prima Repubblica
E cioè che ci sia una carriera politica
Che può partire dalla essere governante di circoscrizione per arrivare poi alla vertice è un falsa visione della responsabilità politica a mio avviso
In ogni luogo in ogni luogo del delle istituzioni del potere
Una persona deve sapere che in quel momento sta facendo il massimo interesse decide che dei concittadini
E sia a livello di circoscrizione sia a livello di Parlamento deve essere una persona capace di interpretare il ruolo culturale politico che a quel livello gli ha richiesto altrettanto degno essere anzi molto meglio essere un bravo amministratore dice di circoscrizione che un cattivo governante accetta l'idea di una carriera in politica nel viso deve essere eliminata
Perché deleteria perché porta all'impoverimento ideale e culturale che è necessario
Anche per dare ridare vitalità
Al governo regionale il governo regionale ha bisogno delle migliori energie
E questo può avvenire soltanto se cancelliamo dalla nostra struttura politica questa concezione della politica la concezione cioè che sia un qualche cosa di parallelo a una carriera come se si trattasse di un lavoro burocratico o qualcosa di simile
Noi ci si dobbiamo sentire onorati e anche caricati di grande responsabilità
A servire i nostri concittadini perché questo lavoro del politico a servire i nostri concittadini in qualsiasi posto ci veniamo a trovare per un qualsiasi per una qualsiasi coincidenza
Vi ringrazio molto per l'attenzione e mi auguro veramente che da questo convegno ad altri ho sentito le proposte della conferenza dei presidenti ho avuto la fortuna
Di incontrare la presidente Guerra
Uno degli ultimi giorni
In cui sono rimasto in cui era la Corte uno degli ultimi incontri è stato devo dire è stato uno degli incontri che mi ha più gratificato
Perché ho visto veramente lei era non solo lei ma c'era una delegazione dei presidenti regionali ho visto veramente la volontà di cambiare il desiderio di cercare di fare le cose nel modo più serio possibile
E anche la consapevolezza esatta dei problemi e del passaggio conoscevate che la Regione sta attraversando in questo momento cerchiamo di lavorare tutti per una Regione più forte all'interno di uno stato che salvaguardi la forza e l'unità del che il nostro popolo si è conquistato con tanta fatica grazie
Vero
Noi tutti voi credo alla sofà al passar per incontri punto
Grazie dicevo alla professor Baldassarre per il contributo che ci ha voluto dare non formale per la passione con cui ci ha elencato Pressure illustrato le sue opinione ringrazio gli altri relatori ringrazio tutti i partecipanti a questo nostro convegno i lavori sono conclusi buona serata
Per