Come va l'economia italiana. La scatola nera della produttività

Si comincia ma
Questo per dare la parola Massimiliano notato questo mio compito
Ma intanto di Dini do il benvenuto do il benvenuto a tutti coloro i quali sono collegati finché non so quanti siano ma immagino secondo tradizione alcune centinaia almeno perché succede così insomma che
Abbiamo viziato un po'il nostro uditorio che insomma
Che altre de per le ritiene giustamente più comodo collegarsi che che arrivare in via Borgogna comunque
Saluto anche quelli che sono collegati da remoto
Ci siamo
Decisi ad avviare questo osservatorio economico può e Massimiliano ne parlerà anche lui
Spinti da un'esigenza che quella di rifare insiste che e avere un luogo in cui sistematicamente si analizza quello che succede
In modo tale da costruirci costruire un punto di vista critico che risponde ad alcune domande cioè la più semplice come va la nostra economia
La seconda è ma come va la nostra economia al di là di ciò che si racconta che è un problema non piccolo perché molto con molte cose si raccontano
Sulla
Sulle sorti progressive dell'economia italiana si costruisce molta della cosiddetta narrazione del centrodestra
E a non rispetta
Capire come come come usare l'intelligenza critica per capire cosa c'è di vero questo è un Paese abbastanza sfortunato un Paese che
Per decenni
Ha fatto i conti con dei grandi problemi strutturali
Che faceva molto fatica ad affrontare un paese senza più la grande industria privata un punto poche induzione grande privata sostituita purtroppo non dalla media ma dalla micro
è un Paese quindi che affronta le sue sulle sfide senza un vero motore di crescita chiaro motore di crescita
Paese che quindi è indietro sull'innovazione
Fa fatica strutturalmente al di là delle eccellenze che poi anche Dario Di vico vanta giustamente secondo me mancanza di qui diciamo di una visione generale che ci che ottimismo la qui particolari alcuni particolari sono degni di
Ecco alcune cose che funzionano bene sono sono degni di essere sottolineati e però rimangono dei grandi problemi di fondo quindi da noi abbia ritenuto spettasse anche
Usare un po'l'intelligenza per per capire come vanno le cose quindi Casa della Cultura ospita questo osservatorio economico Massimiliano onorato
Lo dirige
Con con i suoi validi collaboratori il nostro obiettivo conto e capire
Capire ciò che non appare evidente dalla propaganda non ovviamente fermarci qua perché a noi non piace mettere in luce che le le cose che le cose vanno peggio di quello che raccontano non si è una fa parte dei doveri minimi il dovere vero e capire come
Le cose possono andare meglio se possono andare attraverso quali strumenti quali alleanze quali parole d'ordine una volta si diceva no e ante attingendo a quali liete
Dove oggi parliamo di produttività ma parla di produttività in Italia per per per un per un economia cogliere un po'parlare di tutto
Al di là del mito forse eccessivo per cui dalla produttività tutto dipende
Poi la produttività migliora quando i Paesi vanno bene né un per una rapporto circolare ed è scatola nera davvero perché non si capisce bene
Come questo Paese
A cui ha dedicato una produttività strutturalmente cattiva così trovi con una manifattura che regge delle esportazioni che non hanno mai smesso di tenere i mercati internazionali
E quindi com'è che la produttività è cattiva e
E l'industria regge
E che cosa sta succedendo adesso insomma questo è un grande una grande domanda che molto ci parli ci interroga anche la sinistra perché
Noi di produttività per molto tempo abbiam passato abbiam parlato associandola molto e forse troppo spesso l'idea della flessibilità del lavoro commesse
La produttività coincidesse
Con quella poi ci siamo trovati con un lavoro un mercato lavoro estremamente flessibile una precarietà che si è diffusa è che ha reso precario e l'economia
Ma
Che è un pub non era ciò che si riteneva che sarebbe dovuto succedere mesi per alcuni pensavano che rende flessibile mercato lavoro e si allocano le risorse in modo corretto gli investimenti ripartono invece è successo che ventitresimo nel mercato del lavoro il per la prima conseguenza che sarà riuscendo nel costo del lavoro si abbassa
La merce lavoro costa poco viene usato sto più abbondante la produttività cala che abbiamo il Piquet rimane fermo e la l'occupazione che cresce insomma sono grandi sono diciamo
Problemi complicati che rinviano anche a incomprensioni errori Strategic didattici
Che un po'tutti hanno fatto in questi ultimi anni o addirittura decenni insomma di tutto questo sullo sfondo teniamo conto oggi abbiamo da presentare certo numero di di
Israele su questo tema
E do la parola Massimiliano questo grazie ringrazio ancora
Grazie Pietro grazie a voi tutti tutte per essere qui in presenza on line ma
è un piacere introdurre questa sera a questo osservatorio economico che come già detto è stato detto ci vorrà un po'l'obiettivo di alla
Provare dare un'analisi spunti di discussioni a alla nostra classe dirigente vogliamo mantenere vivo un dibattito un confronto fornire qualche qualche stimolo l'approccio che abbiamo cercato di seguire ora senza ripetere cose un po'già dette però e quello che viene anche ben riassunto da questa frase Dickens cioè dobbiamo essere in grado di studiare
Il presente alla luce del passato per cercare appare qualche indicazione per il futuro quindi anche noi almeno in questo primo report cerchiamo di aveva uno sguardo ampio non amplissimo non copriamo tutta la storia economica italiano vivamente me
Tutto il secondo dopoguerra partiamo dal mille novecento novantanove e forniamo una prima sintesi dell'andamento di alcune variabili chiare probabilmente molte delle cose che andremo a vedere
Sono note più sono state anche dette in vari dibattiti varie discussioni eccetera però ci sembrava importante
Come primo passo cercare di mettere insieme questi questi fare acquisti fatti questi queste questi fatti stilizzati per aprire il nostro percorso come detto si tratta di un percorso oggi è la prima tappa è una sorta di introduzione
La partiremo forse dalle bacino quindi com'è andata l'economia italiana in assoluto interno lordo la produttività di cui già si è parlato guarderemo gli investimenti iniziamo a dare un primo sguardo al mercato del lavoro alla questione dei salari ovviamente come vedrete
Ci sono tante cose che sono anche tralasciate
E questa è stata una scelta consapevole nel senso che abbiamo voluto cercare di partire
Da qui da da questi fatti come come punto iniziale per poi allarga all'anno allargare lo sguardo in futuro su altri temi più specifici che saranno oggetto
Del nostre future edizioni del dell'osservatorio sperabilmente
Quindi andremo poi in futuro accennare più in profondità temi che oggi non tocca per esempio quello del fisco oppure a guardare più in dettaglio a alle dinamiche di disuguaglianza di povertà all'interno dei mercati del lavoro oggi
C'è qualcosa ma c'è ancora tanto insomma sui temi da affrontare in futuro sono sono numerosi oggi vogliamo lanciare alcuni messaggi chiave appunto anche a che ha il compito di governare
In questo Paese o di fare opposizione chi governa questo Paese questo un po'l'intento ma ovviamente come è stato già detto attraverseremo un periodo in cui si accavallano vari varie dinamiche abbiamo nostro paese più cool del sappiamo
Soffre di
Varie problemi strutturali di cui si è discusso scritti in abbondanza credo ci possono riempire varie
Librerie di cose scritte al di là di questi
Problemi strutturali del nostro Paese poi come sappiamo negli ultimi anni in poi c'è stato il susseguirsi alla crisi finanziaria del due mila otto crisi del debito pubblico
Poi la pandemia quello scoppio della guerra eccetera quindi un periodo in cui si vanno a sovrapporre
Per la nostra economia problemi strutturali più tutti una serie di shock che si sono prodotti negli ultimi venticinque anni il diamo complessivamente credo in quella
Che è stata definito per esempio da da Ferrero in uno dei suoi libri sul quinto stato la grande trasformazione due punto zero uno dopo una prima grande la prima grande trasformazione quella di Pollari siamo nella seconda
Combinazione di innovazioni tecnologiche
Integrazione livello internazionale di e mercati eccetera questo ovviamente con tasso di di fondo su quale noi ci muoviamo come paese e che pone tante sfide
Economiche ma anche politica senso che
In questo condivido per esempio quello che lei ha detto
Viene detto incerta letteratura siamo in un momento in cui è probabile che i benefici di queste tosse trasformazioni importanti vengano innanzitutto il beneficio del primo Stato mentre i rischi
Angolo scaricati su quello appunto che voterà definisce il Quinto Stato e questo poi crea anche delle dinamiche di risentimento che possono generare anche dare origine a di bus GT nazionalisti uno forme di comunismo quindi un quadro complesso in questi venticinque anni abbiamo la nostra economia con i suoi problemi strutturali Bari sciocchi importanti una grande trasformazione che coinvolge non solo ovviamente il nostro Paese ma l'economia globale che pone sfide non solo economiche ma poi anche di tipo politico
Quindi abbiamo deciso di partire oggi concentrandoci su queste variabili
Fill investimento produttività mercati del lavoro lo facciamo partendo dal novantanove e nella nostra analisi poi confrontiamo il nostro Paese
Con due economie che appartengono quello che viene chiamato il corpo dell'Europa quindi Francia e Germania in molti grafici vedrete che spesso la portiamo in l'andamento del nostro Paese rispetto alla Germania e poi anche a alla Spagna quindi oggetto di analisi in questa in questa prima discussione sarà focalizzata su questi quattro Paesi ovviamente
Mancano ma non poteva essere diversamente che numero di slide non c'è già
Notevole mancano un manca un confronto con gli Stati Uniti ma anche un confronto con la Cina sapete bene come poi su questi temi semplici sia stato anche l'ultimo rapporto Draghi che messi in evidenza alcune dinamiche nel per il momento tralasciamo
Ma commette un po'sullo sfondo questo dibattito non so
Saremo ora prestato un piacere davvero lavorare in questi mesi con un gruppo di Giovanni economista economisti
Con Valentina Cappelletti che della segreteria della CGIL
Alla Camera del lavoro metropolitana di Milano
Con Davide Cipullo ricercatore presso l'Università Cattolica qui a Milano con Michele Magnani che un posto presso l'Università di Bologna poi ci ha dato una mano nostro insostituibile Paolo Iovino che un periodo perché giovanissimo
Attraverso l'università di Bologna quindi un team che in maniera del tutto volontaria
Aggiungendo questo lavoro ha già Bari incombenze che non manca nella nostra vita approvato a mettere insieme appunto questi una una prima riflessione su questi temi quindi io ora cederò alla parola
Anch'al tutti a in ordine prima Michele che ci parlerà di appunto di PIL Prodi cita per danni perché ci
Parlerà gli investimenti e poi conclude impellenza ventina sul mercato del lavoro loro esporranno alcuni già assumeranno
Anche la miriade di solai prodotte lanceranno degli spunti per la discussione
E poi dopo prenderò brevemente la parola per quarte osservazione finale dopodiché cd rom con le pietre alcuni venduta nel nostro dibattito con Antonio Misiani senatore del Partito democratico è responsabile
Economia presso la segreteria
Sly
A
Parleremo con Alessandra Lanza collegata on line
E che ringrazio per la sua presenza responsabile delle pattisti si cerca strategia industriale territoriali Prometeia ve ne andate all'asta dei comizi di Prometeia
Ne parleremo poi con una nota a firma nuovi sul presentazione del Corriere della Sera Dario Di vico e con Christian Sellani anche lui il collegamento Wi che ringrazio che a l'incarico di segretario confederale della CGIL nazionale responsabile dell'aria delle politiche per lo sviluppo
Quindi sarà un un dibattito
Dico
Conosciuto l'umore direzione di condurre il dibattito e con questo mi taccio e lasciò la parola al primo delle nostre vittime Michele appunto avrà l'onore di introdurre la nostra cinque
Grazie grazie buonasera pasto
Vasco pure ci
Comunque i mezzi
Grazie mi come come ringraziando Pietro e Massimiliano hanno detto questa breve ricerca che cercheremo di sintetizzare ulteriormente naturalmente
Posso
Dare qualche anticipazione non è Riccardi buone notizie anzi al contrario come il bar trendy di Melfi preferirei non dargli cattive notizie ma invece cominciando subito
Gli ha da qualche serie storica del PIL vedremo purtroppo le notizie meno che liete
Ora naturalmente il killer è un pochino fuori dal dal dalla sede stabile rettile un pochino fuori dagli argomenti focali su cui non ci siamo concentrati però siccome nessuna variabile esclusivamente determinata rispetto alle altre ovviamente importante partire da qui sono cose che sappiamo il il PIL italiano è stato sostanzialmente stagnante quello pro-capite più di tutti negli ultimi venticinque anni dal mille novecentonovantanove e confronto con la Germania comincia già a evidenziare già in questa prima importante variabile
Questa divergenza importante rispetto al all'economia più importante più importante d'Europa ma vediamo anche una certa divergenza che si apre anche nei confronti della Francia si chiude invece rispetto alla Spagna è un Paese che partiva a livelli ben inferiore al nostro
Come vedete dei venticinque anni la crescita del PIL pro capite in termini reali è stata minimali poco più di cinque sei punti percentuali
Tanto che ecco qui come vedete i dati riassuntivi evidenzia una crescita annua media sui ventiquattro venticinque anni
Che lei me trenta gloriosi ramo definito praticamente nulla zero cinque all'anno non ha quasi non ha quasi affetti
Ora una cosa interessante regia sino ad ora qui e in molte serie delle altre variabili continueranno a darsi che la tendenza degli ultimi anni cerchiamo di limare l'effetto ecco il rimbalzo della pandemia del corridoio
Fa sì che il trentuno sia cambiato non ci sono presto totali non più di tanto nelle le vicissitudini negli ultimi cinque sei anni non hanno determinato un cambiamento di rotta complessivo come vedete si cresceva poco prima si cresce tutto tutto sommato poco anche adesso
E questo è anche vero guardando la produttività andando a vedere quindi la la già misura principe per misurare appunto la produttività del lavoro cioè valore aggiunto in termini reali
Per ora lavorata vediamo un po'uno scenario simile a al trend del PIL pro capite l'Italia che qui è la serie
Colorata di nero un partiva da livelli non così dissimili dalle due principali economia della euro
Però vedete non ha quasi visto crescere la propria produttività oraria nel Complesso l'aggregato
Dei venticinque anni e il confronto la Germania fa segnare un netto un netto calo dal novanta per cento del del valore tedesco nel mille novecentonovantanove arriviamo al due mila ventiquattro il primo trimestre del due mila ventiquattro
Con lunga di circa venti venticinque punti percentuali
E qui vedete
Tutta nella sua plasticità l'ampliarsi l'ampliarsi della della differenza l'Italia è un Paese che fondamentalmente è cresciuto pochissimo nei dieci anni dai primi due mila dopo la crisi la crisi grande crisi quella crisi del debito
è cresciuto poco nei dieci anni successivi dieci dodici anni successivi
E se qualcosa possiamo dire degli ultimissimi periodi successivi poi alla fine della pandemia effettivamente osserviamo ove mai una leggera decrescita della produttività del lavoro in termini ora vedete che dal due mila ventidue in avanti c'è forse una decrescita per quanto siano dati
Proprio dell'ultimo ultimissimo periodo
Una cosa interessante notare che se la produttività in Italia di fatto non cresce ero cresce in maniera molto modesta negli ultimi venticinque anni ed è cresciuta poco anche negli ultimi cinque sette otto dieci anni
Le ore lavorate seguivano tutto sommato una tendenza di decrescita così come negli altri paesi ma dopo il Coni che invece hanno invertito la tendenza
In Italia si lavora
Più Peroni ha detto rispetto agli altri Paesi evidentemente non si lavora con la stessa efficienza degli altri paesi o si lavora in maniera crescente con meno efficienza che negli altri Paesi il fattore lavoro
Sfruttato qui in senso neutro senza implicazioni politiche molto più intensamente
Molto non lo so ma più intensamente senz'altro rispetto agli altri Paesi
Naturalmente sappiamo che i servizi prendono la maggior parte quasi quasi tre quarti delle ore lavorate totali l'industria nonostante tutto pesa ancora per circa un quarto delle ore delle ore totali e questo ma un impatto ovviamente
Su questo determina che l'impatto delle singole nelle singole dei singoli settori o sottosettori come in questo caso l'edilizia
Abbiano effetto causale importante sulla tendenza generale dell'economia deliziare ad esempio tra i sotto settori quello che è andato peggio sicuramente sofferto più di tutti gli altri sottosettori
Della della crisi della Grande Crisi e poi della crisi del debito vedete che la produttività del lavoro crolla in Italia rispetto all'anno base mille novecentonovantanove
Bisogna riconoscere che negli ultimi anni anche partendo da livelli molto ormai molto bassi prima prima nel corridoio probabilmente per una combinazione di fattori che passa tanto da superbonus quanto anche dapprima condizioni tutto sommato di credito favorevoli poi anche piena terre con ogni probabilità
La produttività è cresciuta rispetto agli anni immediatamente precedenti il copione l'industria invece ci dice qualcosa di diverso e l'industria è cresciuta se vedete i livelli in un confronto al mille novecentonovantanove di più rispetto all'edilizia e posso anticiparlo anche di più rispetto ai servizi di più rispetto alla media mi ha gridato
Dell'economia però che è ancora maggiore in senso relativo rispetto agli altri Paesi questo che cosa ci suggerisce che probabilmente l'industria italiana riuscita tutto sommato a contenere i danni nella maggiore competizione sempre più efficiente degli altri paesi europei e qui come suggeriva professor Onorato non abbiamo il confronto con la Cina con altri paesi che sono stati più capaci di stare al passo coi tempi come gli Stati Uniti magari in Giappone
Però appunto questo questa crescita tutto sommato più rilevanti della produttività in Italia si è tradotta in una perdita di potere
Di competere di concorrenziale del della dell'industria italiana rispetto agli altri Paesi la la tendenza dei servizi è tutto sommato paragonabile se non peggiore la crescita è stata assolutamente nulla fino a prima del quale c'è stata una leggera un leggero aumento tendenziale tra prima nei corridoi successivamente al Covi ma gli ultimi anni danno segnali danno segnali piuttosto preoccupanti
Qui vedete la stessa tendenza per tutti i settori escludendo l'edilizia andavo che ha avuto appunto un andamento del tutto peculiare la l'immagine e complessa non varia
Un po'come ricordi della crescita annua media non è non è non è non è quasi non è quasi rilevabile
Ora ci sono però andando a valutare cosa sta dentro al rapporto delle cose da notare ad esempio l'industria come vedete a sicuramente visto crescere più di altri settori macrosettori la produttività la produttività del lavoro ma a fronte di un valore aggiunto tutto sommato immutato per cui non ha guadagnato quote di mercato all'estero non ha espanso espanso la propria produzione l'industria italiana manifatturiero italiano depurato dall'effetto peculiare delle delle costruzioni ma sicuramente efficientato espellendo lavoratori riducendo le ore
Lavora in questo settore efficientato il metodo di produzione quindi se vogliamo questa produttività è in un certo senso difensiva ha permesso di sopravvivere ma non di riguadagnare terreno rispetto ai competitor qualcosa di diverso rispetto ai servizi che invece hanno aumentato di molto le ore lavorate ma non è stato ancora di più il valore aggiunto
Andando andando un pochino invece più nel dettaglio nei servizi possiamo vedere ad esempio alcuni settori che hanno lavorato se vogliamo meglio di altri
Il commercio servizi alberghieri ha visto crescere la produttività in maniera rilevante l'esempio di Francia Spagna un interessante ai ti informazione e comunicazione
Qui probabilmente grazie anche agli spillover tecnologici l'introduzione dei migliori tecnologie tutto quello che vogliamo in altri Paesi ha avuto un effetto a cascata anche sull'Italia per cui rilevante l'aumento dei oltre il trenta per cento nei venticinque anni però vedete che in generale comunque le tendenze fanno sempre vedere che l'Italia è rimasta indietro rispetto agli altri paesi quando anche la produttività è cresciuta è cresciuta meno che negli altri Paesi pure nel sottosettori
I sotto settori del terziario un'immagine particolare per quanto possano minare tendenza di tutti i tipi e la decrescita della produttività nella pubblica amministrazione settore istruzione e sanità né venticinque anni in maniera in maniera più decisa negli ultimi negli ultimi anni
Ora tutto questo naturalmente se non se non è slegato se non è slegato dalle altre variabili altre dimensioni di cui parlano i colleghi fra fra un istante sicuramente nella tanto nella letteratura scientifica quanto me nel suo nel nel nel nel giornalismo specializzato e spessore ricollegato ricondotto a un programma
Di assetto strutturale di metodi di produzione del dell'assetto produttivo italiano e i dati lo dimostrano dimostrano in maniera in maniera assolutamente evidente qui vedete le due serie in nero e rosso rappresentano le piccole imprese nero le micro imprese fino fino a nove dipendenti che hanno come vedete tutto sommato costante così come anche gli altri le altre le altre sottocategoria di dimensioni imprese una costante produttività per ha detto
Impiegano nel complesso circa il cinquanta per cento degli Alberti fino a dovuti imprese fino a venti dipendenti e presentano al novantotto per cento delle attività dell'attività private italiane ma il loro peso sul valore aggiunto creato è il circa un terzo un terzo del totale appunto nel complesso la loro produttività misera circa il cinquanta per cento rispetto a quella media e ancora inferiore rispetto a imprese di dimensioni ancor più ancora più rilevante che purtroppo come come diceva Pietro all'introduzione sempre sempre più evanescente nel contesto italiano
Questo vuole in qualche in qualche maniera riassumere quanto ho cercato di l'illustratore in precedenza il il punto punto fondamentale è che nei venticinque anni di stagnazione se non detiene italiano non ci sono cambiamenti rilevanti nella serie storica non non riusciamo almeno fino ad oggi a a vedere cambi di tendenza cammini tendenza importanti se una cosa possiamo osservare dal posto a me mia è che in Italia il fattore lavoro che hanno dato sempre più intensamente
Probabilmente per quanto si diceva prima Pietro sul sul sempre sempre ridotto costo del lavoro per la compressione salariale di cui si parlerà Valentina emersi fra qualche minuto però questo è l'unico e l'unico spunto non lieto nient'affatto enti possiamo cogliere da da questi ultimi anni fosse vostro arrivo
Con questo dire che possiamo passare alla parte degli investimenti che naturalmente direttamente legata a questa e quindi lascio la parola al collega dottor Cipullo decide
Buonasera a tutti ringrazio sì mi chi mi ha preceduto in particolare Massimiliano onorato per l'opportunità di collaborare questa prima edizione dell'Osservatorio economico
è stata un'esperienza anche formativa nel senso che tutta una serie di Trend disaggregati per settore sono meno banali di quanto si si pensasse purtroppo anche io sono costretto a a parlare di brutte di brutte notizie in particolare e credo sia anche la ragione per cui parlare di Investimenti è particolarmente importante dopo il quadro già raccontato Michele sulla produttività è che è lecito ipotizzare che tutto sommato una delle ragioni per cui l'Italia ha visto accrescere il suo gap di produttività in vari settori diversi
Rispetto agli altri Paesi europei sia quelli che già l'inizio delle nostre sette serie storiche stavano andando meglio sia quelli che come la Spagna andavano un po'peggio possa essere legato ha un problema di basso livello di investimenti nel nel Paese almeno in parte
In realtà non è questo il punto se pensiamo agli investimenti
Ad eccezione di alcune peculiarità spagnoli di cui parlerò più inseguito dall'Italia non rappresenta dal punto di vista della quota il a che risulta investita un'eccezione rispetto agli altri Paesi europei la dinamica di risposta alla Grande recessione è stata un po'diversa
Per l'Italia rispetto agli altri Paesi nel senso che abbiamo avuto una recessione più forte e con una con una quota di investimenti sul PIL che è rimasta più bassa di altri
Per più tempo ma se consideriamo nel nel suo complesso la serie storica di fatto l'Italia rappresenta il Paese dove si investe meno in relazione al Pil solo nel Periodo tra la crisi del debito del due mila dodici e la pandemia
Quindi diciamo su un arco trentennali di declino della produttività e stagnazione del PIL comunque si parla di una una parte abbastanza contingentata in particolare così come risultava che le costruzioni dal punto di vista della produttività fossero un po'un'eccezione premente anche in base a come viene misurata la produttività in quel settore sono un'eccezione anche per quanto riguarda gli investimenti infatti nel grafico di destra dove depuriamo del settore costruzioni
Gli investimenti era porta Pilla di fatto l'Italia anche dal punto di vista della la risposta alla Grande recessione di fatto una dinamica molto più simile a quella degli altri Paesi
Con la recessione Abu e una ripresa già incominciato a partire dal due mila quattordici
E infatti se andiamo a vedere le variazioni rispetto al valore di partenza del del novantanove di fatto l'Italia non è mai stato il paese in cui si è investito di meno se non per per un periodo a cavallo appunto del due mila dodici due mila due mila diciotto però veniva da anni a in cui tutto sommato gli investimenti erano stati comparabile gli altri Paesi
Tutto sommato quello che emerge è che gran parte degli investimenti provengano dal settore privato che conta circa venti punti percentuali di PIL media tra i vari paesi mentre il settore pubblico
Investe per circa il tre per cento del PIL in Italia e in Germania c'è una Grande similarità tra le due serie temporali di investimenti mentre invece la Francia si trova su un livello di investimento pubblico significativamente maggiore in molti anni superiore anche al quattro per cento del PIL
Vi dicevo prima che avrei trattato la Spagna in un modo un po'separato perché la Spagna ha visto un boom prevalentemente legato al settore edile quindi forti investimenti antecedenti al periodo della grande recessione
Di fatto con gli investimenti pubblici sono passati da un equilibrio molto simile al quadro francese ad un equilibrio molto più in linea
Con il tedesco l'italiano
Anche dal punto di vista degli investimenti nel settore privato non si notano grandi differenze nelle serie temporali tra l'Italia e i paesi a noi di paragonabili siamo su un livello attorno a sedici diciotto punti del del PIL presso che costante nel tempo vediamo un rimbalzo negli ultimi anni molto forte che potrebbe essere da scrivere almeno in parte al piano nazionale di riprese resilienza e in parte ai bonus del del settore edilizio
Passando invece alle note dolenti e quindi a ciò che rende dal punto di vista degli investimenti molto diversa l'Italia rispetto soprattutto a ma Francia e Germania è la spesa per ricerca e sviluppo allora spesa per ricerca e sviluppo una tenta molto poco consistente del totale degli investimenti ma molto importante perché permette di produrre
Quei beni servizi macchinari durevoli infrastrutture invece di dovergli acquistare sul mercato quello che vediamo è che l'Italia nonostante una crescita anche forse più marcata degli altri paesi soffre di un deficit nell'ordine di un punto e mezzo di PIL rispetto a Francia e Germania
Che persiste da più di un ventennio quindi sostanzialmente ogni anno a Francia e Germania risultano investire in ricerca e sviluppo put più del doppio rispetto a quanto non faccia il Paese
E questo è vero sia per il settore pubblico che contribuisce per una cosa veramente residuale si parla di un zero punto due per cento del PIL qua addirittura facciamo peggio rispetto alla Spagna sia per quanto riguarda il settore privato dove noi siamo attorno allo zero cinque zero sei per cento del PIL contro l'uno virgola tre per cento molto costante nel tempo della Francia e valori attorno o leggermente superiore al due per cento per la Germania
Ora una
Provocazione che vi potrei offrire sulla sulla base di questi risultati che abbiamo intitolata la sera rissa si era come la scatola nera della produttività ecco probabilmente ci sarebbe bisogno ci sarà bisogno di una nuova iniziò nel nuovo appuntamento per guardare dentro la scatola nera degli investimenti perché e difficile razionalizzare come il livello di investimenti nel Paese sia del tutto paragonabile a quello dei Paesi hanno i simili
Che in realtà anche gli anni in cui l'Italia è stata Caretti caratterizzata da accesso al credito minore rispetto a quello di altri Paesi non si vede neanche legato tutta questa differenza ma poi invece la differenza emerga molto dal punto di vista della spesa in ricerca e sviluppo
Quindi una speculazione può esser quella che il tipo di investimento a delle imprese dice e dei cittadini italiani anche nel settore pubblico sia diverso rispetto al tipo di investimento degli altri paesi in particolare si può pensare che si preferisca acquistare ad esempio il macchinario e il macchinario prodotto altrove invece di assumersi il rischio di fare ricerca svilupparsi macchinari in house è potenzialmente venderlo sul mercato
Quindi sembrerebbe che molte delle dinamiche sugli investimenti siano dinamiche che riguardano ha la propensione al rischio del del sistema Italia rispetto agli altri sistemi ERP e non tanto lo stock di PIL ebbene allocato agli investimenti
Un'altra cosa abbastanza importante che vorrei porre alla vostra attenzione che anche sugli investimenti come succedeva per il PIL e per la produttività di fatto non si vedono grandi Breaks stuttura Ali tra un approccio di medio Periodo novantanove ventitré è un approccio di breve periodo quindi a cavallo della pandemia
E degli anni successivi successivi alla pandemia anzi forse su queste serie abbiamo ancora più stabilità che non che non su altre questo in particolare
Ci mostra attorno un attimo indietro
Anche qualcosa riguardo agli effetti
Degli enti della grande mole di investimenti il pane nazionali di riprese dei resilienza che si sono concentrati nel periodo post due mila venti come vedete sulla sinistra il periodo post due mila venti abbia avuto rimbalzo molto significativo degli investimenti in Italia
E di gran lunga maggiore rispetto a quello di tutti gli altri Paesi ma in realtà gran parte di questo rimbalzo è legato al sito settore costruzioni quindi probabilmente ai bonus edilizi che non agli investimenti del Piano nazionale di riprese resilienza probabilmente quello che ci saremmo aspettati essendo l'Italia il più grande beneficiario del del Next Generation you sarebbe stato un rimbalzo multisettoriale non concentrato per quanto non concentrato tra il settore costruzioni
Io a questo punto lascerei la parola a Valentina Cappelletti per la terza parte del del lavoro sul sul lavoro
La il quando si parla di produttività si inizia a parlare anche di salvare il salvabile reali datore di lavoro
Oggi come allora non è così intima della maxi
Credo dirà che vi racconterò le cose più note di questa analisi perché il dibattito pubblico attorno alle caratteristiche del lavoro e dell'occupazione un dibattito molto acceso la cosa
Il tema interessante di questo lavoro è stata provare a tenere tutto insieme cioè guardare insieme le caratteristiche della strutturali che generano la domanda di lavoro e l'output nel lavoro che si genera
Guardiamo prima guarderemo prima due tassi il tasso di occupazione il tasso di partecipazione
Il tasso di occupazione occupazione o per occupata si intende una persona
Che nell'arco delle tre settimane successive di Chiara e Enden quelle precedenti dichiara di aver lavorato un'ora almeno retribuita nelle tre settimane precedenti oppure un'ora di lavoro non retribuita nell'ambito di una impresa a gestione famigliare
Essendo un passo misura il rapporto fra le persone occupate con questa caratteristica con più di quindici anni e la popolazione che aveva più di quindici anni
Naturalmente se guardate copre il metodo è sempre lo stesso cioè confrontiamo l'Italia con grandi altri Paesi europei
Se guardate la la prima figura cioè il valore assoluto vi rendete conto che in fondo ha una forma molto simile a quella del pila che avevamo visto all'inizio appunto non per caso
E in particolare potete osservare intorno al due mila e tra il due mila e tre ballerine tra in avanti che quello che succede in Italia che la doppia caduta due mila otto due mila nove e poi due mila undici due mila dodici invece non compare niente in Germania in Germania c'è una prima caduta
Poco prima del due mila tre e poi la crescita eh sostanzialmente ininterrotta con un divario che il SISMI accentua nel tempo in maniera
Molto molto significativa potremmo quindi domandarci che cosa diavolo è capitato perché potessero crescere così tanto i risultati
Nella Germania
Il salto questa
C'è una caratteristica che però non è soltanto una caratteristica italiana qui però è particolarmente accentuata la crescita del tasso di occupazione
è trascinata dalla terziarizzazione dalla femminilizzazione del mercato del lavoro lo vedremo dopo anche perché sostanzialmente il tasso di occupazione degli uomini viaggia intorno al settanta per cento
Stiamo parlando di medie territoriali che nascondono di medi nazionali che nascondono le differenze territoriali tasso di occupazione nella stragrande quasi la totalità delle province lombarde ormai è ormai pieno quindi il miglioramento non può accadere sul genere maschile ma se accade può cadere soltanto sulle donne
La partecipazione invece una ci dice un'altra cosa interessante il tasso di partecipazione misura la relazione tra le forze di lavoro gli occupati più disoccupati
Quindici e i sessantaquattro anni e la popolazione nella stessa fascia d'età qui dobbiamo fare attenzione ad una cosa dobbiamo fare attenzione cioè al fatto che tra il due mila e il due mila e venticinque
La popolazione tra i quindici e i sessantaquattro anni
Perde pezzi cioè mancano ottocento mila persone quindi è chiaro che c'è una crescita degli occupati ma il tasso di partecipazione che cresce più velocemente
Anche perché c'è una caduta del denominatore cioè la quota di popolazione in età da lavoro diminuisce in maniera molto significativa
Questo elemento che lasciamogli poi al dibattito che potremmo definire di scarsi ti cioè di
Riduzione delle persone che della della popolazione che potenzialmente possono entrare a far parte delle forze di lavoro è un fenomeno che si conferma
Ormai strutturale a cui il mercato del lavoro cioè le imprese stanno rispondendo in maniera differente
Noi vediamo vediamo la stessa cosa anche sui tassi ribadiamo l'ovvio Willy
Sia sul tasso di occupazione sul tasso di partecipazione correre si confermano dei Gatta dei differenziali tra uomini e donne molto sostanziosi
Che stanno intorno al diciassette per cento sul tasso di occupazione e sono un bel venti per cento secco sul tasso di partecipazione nonostante il fatto che abbiamo detto
L'occupazione il tasso di occupazione cresca grazie alla occupazione delle all'occupazione delle donne
La organizzazione settoriale la distribuzione settoriale
Degli occupati è quella che vedete qui guardiamo soltanto il mercato del lavoro italiano con una crescita significativa lenta ma significativa costante
Dell'occupazione generata dai servizi e sostanzialmente una tenuta dell'occupazione nell'industria esclusi il servizi
Ora questo piccolo segmento invece guarda all'andamento dei salari reali e qui qui c'è la nota fondamentale più dolente che naturalmente si spiega con la correlazione con gli altri con gli altri due intanto guardiamo le figure di valore del valore assoluto
La differenza il tra il salario reale italiano e il salario reale della Germania cresce nel tempo in maniera piuttosto significativa sui numeri decisamente importanti
E cresce anche la differenza di valore assoluto rispetto alla Francia ai quali eravamo più simili all'inizio di questa serie storica potremmo provare a fare un esercizio collocare sull'asse del tempo alcune riforme perché la cosa interessante è che tutti questi Paesi nel corso di questi anni sono stati interessati da riforme del mercato del lavoro
Oppure dare informerà gli assetti di regolazione istituzionale della contrattazione che comunque ha un ruolo rilevante
Non del tutto comparabile in questi paesi ma sicuramente rilevante in ci stiamo confrontando con la media europea dentro cui ci sono modelli istituzionali di regolazione del mercato del lavoro molto di darsi la Germania fa avvia le riforme Arsia del mercato del lavoro tra il due mila e tre e il due mila e qui e cinque vedete che dal punto di vista dell'andamento dei salari fondamentalmente non hanno nessuna non si nessun Effetto
Quello che succede interessante succede
Intorno al due mila e diciassette dove c'è una sorta di Buster
Per la crescita del valore assoluto dei salari probabilmente ma questa è una domanda che possiamo lasciare alla alla discussione
Correlata alla scelta di introdurre il salario minimo legale in affiancamento alla contrattazione collettiva che perdeva quote di copertura ed è stata la ragione per cui salario minimo legale
In Germania è stato è stato introdotto diversamente signor guardiamo se cerchiamo di legare il fatto nelle riforme del mercato del lavoro
Sulla dinamica dei salari in Italia vediamo un è stato sostanzialmente irrilevante
C'è forse qualche rilevanza in più con la diversa regolazione del rapporto fra contrattazione collettiva e dinamiche dell'inflazione
Perché è intorno al due mila e nove si sottoscrive la prima riforma
Degli assetti delle relazioni industriali che produce una modifica dell'aggancio dell'indicatore acquistano accanto agganciati i salari contrattuali con un effetto particolarmente depressivo
Questo è la riproduzione fatto cento l'andamento la fotografia del salario reale nel mille novecentonovantanove la riproduzione dell'andamento che abbiamo che abbiamo visto clima vi faccio osservare soltanto così un raffronto tra le figure le abbiamo messe accanto perché ci sembrava particolarmente facile da leggere
Guardate soltanto concentratevi speronamento soltanto sulla sulla linea nera che rappresenta in Italia salari reali e produttività certamente la produttività del lavoro a quell'andamento assenti copie faticoso che c'è stato descritto prima confrontato con la negli altri paesi europei e certo è che e di sicuro di salari reali non intercettano neanche quel piccolo andamento asfittico e faticoso impervia la in maniera e appelli per dirla in maniera elegante quindi torniamo sull'Italia guardando i salari reali per settore e naturalmente se voi tecnicamente quello che abbiamo detto prima cioè i tassi di occupazione crescono per effetto della terziarizzazione la terziarizzazione ha questa caratteristica
Dell'andamento del salario reale che lo vedete in rosso nella nei servizi
Fatto cento il due mila otto guardate qual è la diciamo il contenuto dell'andamento dei salari reali nel settore dei servizi all'andamento generale del faccio una piccola una piccola precisazione i servizi hanno dentro tantissime cose dai servizi ad alto valore aggiunto ai servizi a più alta intensità di di lavoro umano poi vedremo su questo che ci sono delle differenze anche per profilo professionali e ciò nonostante la media Cuesta
Vuol dire che è molto chiaro che la capacità della terziarizzazione di leggere di teneri la barra dei salari reali è sostanzialmente inesistente anzi c'è un concorso
Alla contrazione
Bene ma successivo no scusa torno un attimo torno un attimo qui
Questo ci dice quello che abbiamo visto prima soltanto con riferimento all'Italia e con una visione di natura settoriale
La tanto d'accordo con questo taccia
Un po'Impastato
Sorprendente
L'opposizione fra cinque
Saltiamo questa ecco mi dicevo prima anche abbiamo guardato anche con questa slide è soltanto uno spunto l'andamento dei salari reali per posizione lavorativa e naturalmente quello che vedete
Una penalizzazione molto forte del salario delle persone impiegate con in attività
A a rischio di alto sfruttamento per operai qui non intendiamo soltanto le persone che lavorano nell'industria gli operai sono le persone con funzioni esecutive Indipendent barra manuali indipendentemente da quale sia il settore
Nel quale vengono impiegate
La slide parla da sola ha bisogno di commentarla
Abbiamo raccolto la necessità di guardare un pochino meglio per via del dibattito pubblico a questa dinamica su cui c'è molta discussione dell'andamento del lavoro a tempo indeterminato
è senz'altro vero che il valore assoluto le attivazioni dei lavoratori di posizioni lavorative a tempo indeterminato hanno avuto una forte crescita subito dopo la pandemia in modo particolare dal due mila e ventuno in una ad oggi però se guardiamo allo stock cioè la percentuale delle persone che sono occupate con lavora a tempo indeterminato sul totale degli occupati la discesa è nettissima certo c'è Iqbal sino cioè questo e quello che vedete che in valore assoluto sembra un balzo da giganti guardato sullo stock è una cosa che non cambia
Non non non non cambiano non inverte non inverte la tendenza ecco l'ultima l'ultimissima cosa è questa date queste premesse la cosa veramente sconvolgente quanta parte del prodotto interno lordo viene distribuita a favore delle retribuzioni
Questa è forse la figura almeno mi si dice e e quella che meglio di tutte traduce alla fine quali sono gli esiti sulla condizione occupazionale delle persone e quindi anche sul loro potere relativo nella società e nei rapporti di impiego la quota di di distribuzione a alle retribuzioni dei lavoratori del piede nel nostro Paese è sempre stata più pazza ma ma è è egli di quanto è più bassa che fa impressione
E questa differenza si mantiene sostanzialmente costante nel corso del tempo non recuperiamo sostanzialmente quasi mai e mi avvalgo di un piccolo appunto che o cioè desunto da un articolo pubblicato qualche tempo fa su sbilanciato non ci potremmo vedere il correlato di questa che è la quota di prodotto interno lordo che invece remunera il risultato lordo di gestione cioè ai profitti è Ibex simmetrica con una differenza veramente molto rilevante c'è soltanto una slide sull'incidenza della povertà per posizione lavorativa con un'esposizione naturalmente è correlato di quello che abbiamo visto prima in modo particolare molto consistente
Per i profili esecutivi e operai direi che questa slide S immaginiamo che intorno al due mila diciassette è stato introdotto il reddito di cittadinanza prova potremmo dire che non è riuscito a fare la differenza
Per i lavoratori per i lavoratori poveri forse proprio anche per come era disegnato
In realtà lo spunto alla discussione è questo primo cioè il miracolo della crescita del tasso di occupazione
Di cui parla molto il governo Meloni non è affatto un miracolo italiano
Italia fa esattamente quello che stava che che che fanno ingresso delle più grandi economie europee il tasso di occupazione cresce ovunque siamo e restiamo quelli più lontani dagli addetti all'obiettivo europeo del dello European special Pillar cioè Atene occupato almeno il settantotto per cento delle persone fra i tempi i se di sessantotto anni
La crescita lo abbiamo detto è trascinata da una combinazione non infelice fra terziarizzazione femminilizzazione AN la domanda di lavoro che ha tutte le caratteristiche che sono state costruite viene quelle premesse precedenti e a una malattia intrinseca che è una forte domanda di flessibilità basso costo bassa specializzazione produttiva tutto questo ha bisogno di un'esplosione di decentramento produttivo che rende ancora più debole la possibilità attraverso l'azione negoziale tu cura di recuperare
Lei differenze
Un'ultimissima domanda e che forse possiamo lasciare una discussione riguarda gli strumenti che ormai da qualche tempo la le politiche pubbliche hanno messo a disposizione
O hanno pensato di Masera di di mettere a disposizione per stimolare la crescita della produttività in modo particolare le misure di fiscalità di vantaggio in favore del salario di produttività che date dati questi figure forse meritano poiché riflessione grazie grazie
L'uomo gli ultimi due minuti dall'altro pazienza risulterebbe grande presso perché il premier volge per alcune
Considerazioni finali qualche flash in vista della seconda parte della serata ma è apparso evidente abbiamo un Paese in forte ritardo su varie dimensioni produttività del lavoro mica era soltanto una vasi dai Sottotono fatto frutti sì ma anche lì non uscivano
Buone notizie quindi efficienza complessiva del nostro Paese
Problemi come detto su ricerca e sviluppo partecipi il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro quindi ahimè di questo siamo credo più o meno tutti consapevoli continuiamo a mangiare anche qualche sfida ecco se in questo contesto possiamo iniziare a ragionare su nuove politiche industriali ne parlo spesso anch'con letizia Giorgetti qui quindi una serie di iniziative che cerchino di aumentare la dimensione del portare a una crescita dimensionale delle nostre imprese
A creare Buongiorno siccome mi ha detto letterature orientali settore produttivo verso settori chiavi per esempio quello digitale
Poteva transizione ecologica
è emersa chiara da esposizione di Valentina una forte questione salariale serrati ideali Shelley dal novantanove ovviamente sappiamo come ha detto benissimo Valentina che nei servizi c'è tanto però questa questa situazione critica pare particolarmente forte in questo settore ovviamente ci poniamo anche come scusa di discussione un una domanda sul rapporto punto di forza lavoratori datori di lavoro la sa se c'è stato un c'è un dibattito punto su contratti pirata vigili rappresentanza sindacale eccetera poi rigida detto banchi benissimo l'incidenza della povertà in particolar modo fra alcune categorie di lavoratori
Per qualche spunto positivo più su quattro un conclusivo oltre appunto liberal squilibrare apprezzare questo nuovo sale su cui spero vuol discutere e confrontarci
Anche possiamo chiederci quale ruolo queste nuove tecnologie possono avere per rendere più efficiente la nostra alla pubblica amministrazione
Forse è un tema di cui si parla ma ancora poco ci può essere l'impatto sia in termini di efficientamento ma anche di capacità predittiva dell'amministrazione per esempio pensiamo evasione fiscale
In termini di sanità o anche l'incidenza di eventi avversi climatici ovviamente questo richiede investire
Su le capacità la formazione di chi lavora nella pubblica amministrazione e un cambiamento ora complessivo gestionale
Quest'ultima slide riassumeva alcuni punti proprio sul brevissimo periodo che però sostanzialmente sono già emessi in tutta la nostra discussione ecco appunto dal due mila ventidue in poi
Aumenta la produttività sono soprattutto in edilizia un po'nel settore agricolo alle costruzioni come diceva Davide hanno un ruolo trainante
Nella ripresa degli investimenti poco Pascoli
C'è appunto questo momento di lavoratori a tempo indeterminato però il rapporto totale il quattro in meno roseo e appunto rimane quello che per me è un tema importantissimo dal punto di vista economico ma anche politico ma della della alla questione dei salari reali e dell'incidenza della povertà che lanciamo come primo spunto di discussione poiché è un tema che vorremmo approfondiremo uno dei nostri Rossini focus ne abbiamo parlato tantissimo passo la parola ai nostri ospiti per per il dibattito grazie grazie grazie grazie
Io ringrazio Antonio Misiani Alessandra Lanza Dario Di vico che è stato essere qua
Io esco da questa sequenza di slide pensando due cose uno fra due anni le cose difficilmente saranno meglio da adesso perché
Ciò che sostiene l'economia a carattere più transitorio di ciò che invece la rende debole togliamo il settore delle costruzioni abbia meno produttività meno investimenti meno crescita cioè l'Italia senza il settore delle costruzioni è un'Italia che arranca ancora più di quanto di quanto si creda e
Si rivela ahi noi in modo abbastanza chiaro anche in questi ultime tendenze e la mancanza di un motore di crescita vero per questo Paese da che cosa derivi può derivare una crescita che da qui ai prossimi anni
Faccia uscire Alitalia dalla situazione di modesta capacità di sviluppo che l'ha caratterizzata negli ultimi decenni
Difficile capirlo lati magari nel nostro dibattito qualche buona idea ci viene no sarebbe bello che bastasse un dibattito come
Per venire a capo di un problema però almeno riconoscerlo credo che sia una cosa molto importante
E poi è un Paese che io quando nel due mila ventisette si buttano
Noi ci troveremo probabilmente di fronte a un'Italia più più più in difficoltà cioè di cattivo umore
In cui l'euforia
Meloni Ana di questi nei mesi passati forse un po'attenuato adesso sarà venuta meno sarà meno giustificata a quel punto
Compito di chi si cambia dirà governare dire ragazzi adesso arriviamo noi che rimetteremo a posto le cose che il compito che che spetta
In questo Paese con privo di motori di crescita in questa Europa
Nelle condizioni che noi sappiamo anche nel quadro internazionale trovare molti motivi di per pensare che c'ha un motore di crescita che noi abbiamo trascurato e lo possiamo riattivare
Mi sembra difficile però
E però spetta a chi si candiderà a governare intesa trovare i modi e le maniere di evitare un ulteriore declino fatto di poi spaventoso ingiustizie perché a me quel grafico degli operai
Per sanare rigore della povertà relativa è assoluta
The lavoro dipendente non sapevamo Mannheimer fa veramente effetto cioè la classe operaia
La grande sconfitta di questo ciclo economico
Uno dice dal punto di vista politico ora abbiamo anche digerito la City sindacato in difficoltà ma dal punto di vista le condizioni di vita di individuare un questa è una cosa che fa
Male non so come si dice da qui forse ripartire non si può rifare non partire da quarzo salario minimo io non so io che sono dai tempi in cui lavoravo alla sera ed eravamo assediati dalle cooperative pirata che facevano concorrenza l'azienda e McCain che funzionava facendo salari
Da fame io lo dicevo a CGIL ragazzi vi sbagliate vi sbagliate
Perché dovete fare uscire dalla
Dalla trappola del del del basso salario un pezzo di lavoratori dipendenti che
Che stanno sta sprofondando
Tra l'altro sprofondare la classe operaia
Per questo non aumenti profitti nuovamente lo sviluppo però ci segnalavano che la distribuzione del reddito si va a vantaggio dei profitti questo produce il ciclo virtuoso degli investimenti non è così perché abbiamo questa struttura tremenda di questo Paese in cui la micro impresa assorbe più del quaranta per cento dipendenti che una cosa che è uguale alla Turchia e questa roba questo pezzo di economia è un pezzo di economia che produce poco acqua poco valore aggiunto
E
Dominato da imprese marginali ma che si arrabattano e sopravvivono perché non paga le tasse in sala e questa è la parola la visione ecco quando quando sono di cattivo umore mi viene questa roba
AN ai nostri relatori di tirare un po'le le fila non dico il morale
Ma
Ma ragionare su questi temi o se c'è o su altri temi che loro ritenessero che importa grazie grazie mi
Va
Non so io farei un Borbone all'ordine alfabetico aziendali
Non glielo so dello sfogo vicine esso voi siete
Allora è complicato parallelo che erogano quattro dopo un'indigestione di esortare il peso dai piloti detta il cuore andrò ovviamente per flash
Dunque
Posto che noi siamo in una crisi industriale che ci preoccupa tutti
Si è aperto un dibattito forse non esplicito ma è implicito tra chi pensa che questa crisi sia confinato ad alcuni settori con l'aggravante in particolare dell'automotive
E chi dice che ci sono elementi strutturali
Addirittura di delusione del nostro vantaggio contro di quello che era stato il nostro vantaggio competitivo
Ecco diciamo che questi studi grano che ci hanno presentato oggi
Danno forza alla tesi vi che quindi non si può affrontare
Questa questa crisi con una crisi congiunturale rispetto alla quale va bene la moda si riprenderà
Tolomei Sicilia nove
Quelli erano già segnati da Dio
è c'è solo questione dell'automotive insomma mi sembra che sia un problema di sistema
In qualche maniera e non è un'acquisizione da poco perché io mi son trovato anche al a discutere delle obiezioni
Da parte anche confindustriale proprio su questo su questo elemento insomma sul dire che guardate
Va suonato un po'l'allarme perché
Non la possiamo solo catalogare come crisi di alcuni settori
Dentro queste preoccupazioni ci sono molte cose qualcuno parla addirittura di una trappola del mito in teche dell'italiano in qualche maniera come il fatto che noi rispetto a un certo tipo di innovazione siamo fermi invece a un meccanismo classico chiamiamolo distrettuale dell'innovazione incrementale
Persone perché evidentemente rispetto alla velocità dell'innovazione contemporanea
Ci mette in difficoltà chi sostiene questa tesi
Ma fa anche il caso tedesco che in qualche maniera
Ha degli elementi di somiglianza
Noi abbiamo poi dentro questo diciamo questo pessimismo bene
Ci sono il ritardo nel nell'ammodernamento dei macchinari adesso stanno preparando se non lo studio sul negli anni di obsolescenza dei materiali dei macchinari vediamo che il numero esce probabilmente probabilmente un numero significativo
C'è la debolezza degli investimenti in ricerca e sviluppo che abbiamo visto quindi abbiamo poca innovazione insomma
Quindi se questi sono gli elementi del
Del del pessimismo vide la tesi di io dico che però quando passiamo in sede construens beh c'è un po'di debolezza perché io dico francamente il termine nuove politiche industriali
Cioè mi rimane lì nel senso che mi sembra un po'di zucchero buttato alla fine di una analisi molto amata uno perché mi domando
Se esista ancora una politica industriale in un Paese solo
Perché
Forse sul continente svolta ma
In fondo il suo nanismo se nell'uso di questo Barale è un episodio
Del tutto marginale però la legge sul made in Italy aveva questo tipo di di DDT retroterra cioè l'idea che in qualche maniera potessero farsi
Per delle politiche così il sopranista nuovo al governo potesse fare delle politiche di usare in un Paese solo differenti da quelli che erano state fatte in passato
Anche l'altro esempio l'idea di sedare il milione di vetture in Italia era anche questa come dire
Questa Franco diciamo questa generosa diciamo non era solo strappa risana come me di lite come la legge sul made in Italy
Si è dimostrata impraticabile senza un contesto di politica industriale
Continentale per cui io quando dico sento dire nuove politiche industriali rompo dei dubbi
Dei dubbi su che quali possano essere queste nuove politiche industriali posto che adesso noi dobbiamo aspettare questo Clini dazio accusa e la correzione di Greenville per vedere insomma in sede europea
Quelle che sono delle politiche industriali che saranno vincolanti per noi insomma non mi sembra che ci sia grande spazio
Addirittura mi sembra che anche Urso sia divenuto a questa conclusione ma questa conclusione e nelle cose voi mi direte me presente la crescita dimensionale potrebbe essere una politica industriale in un in un paese
Non so però è evidente che a parte che nella legge di bilancio non c'era cioè quindi nessuno opposto questo tema né da parte dell'opposizione mi sembra che siamo stato posto questo tema la Confindustria scelto di enfatizzare un provvedimento che essi si dimostrerà
Diciamo quasi inutile che all'IRES premiale
Quindi per carità la crescita dimensionale è un tema
Nazionale il nostro ecco quali sono le nuove politiche industriali per affrontarla anche qua o un residuo di dubbio
Accelero
C'è poi la grande differenza bisogna manifattura servizi e la grande differenza del paradosso noi andiamo meglio nella manifattura dei servizi no
Tant'è vero che ci moriamo diverse il secondo Paese manifatturiero d'Europa i conti non si fanno parecchio vuole ma lasciamo stare cioè nessuno ti fa perdere per scendere ma il paradosso delle manifatture quella che ci rende europei perché insomma se un certo momento abbiamo potuto parlare di un triangolo Francia Germania Italia non solo per la foto del treno di Kiev ma ma perché c'era una struttura industriale intrecciata delle catene del valore che ci permette di considerarci ecco identitaria per certi versi no però noi dobbiamo sapere questa manifattura non è il futuro evidentemente è quella che chiamiamo terziarizzazione
Dell'economia e il passaggio un'economia di servizi
Evidente
Altrimenti se se noi come dire un saltiamo questo dato
Che facciamo pensiamo di che l'export sia quel motore di crescita che che diceva Pietro perché io da quelli che sotto che sottomano un po'secondo me
L'attuale crisi sento molto sottolineare l'elemento dell'export e pure in una situazione difficile
è cresciuto ma posto che il commercio internazionale
Viene bombardato però insomma ammesso anche che non lo fosse non penso onestamente
Che questa che il modello competitività export disciplina salariale possano essere possano essere abbia molto sia sensibile all'infinito ma mettiamola così
Quindi c'è un nodo della nostra terziarizzazione io il terziario italiano nutriamo low cost
Perché un terziario che ci fa molto di ferie sarebbe interessante per esempio vedere le differenze
Dei servizi
Con gli altri paesi europei noi abbiamo un terziario che evidentemente
E molto determinato dal turismo mani servizi intermedi
Ad alto ad alto medio valore aggiunto evidentemente siamo in difficoltà per cui mi domando se quasi con uno singolo She non avesse non abbiamo bisogno prima di Napoli
Per gli USA dei servizi appunto ed è un bisticcio lessicale però
Se un
Se non sia questo l'elemento da da focalizzare con un avvalorando lo convinse arriva politica forte perché lì dentro oggi noi abbiamo
La debolezza di innovazione abbiamo i salari più bassi abbiamo la concentrazione di occupazione più significativa che gli ha dato vita ora quel rimbalzo di cui voi avete analizzatore carenza basta così
Alessandra e i tempi hanno riaperto i tempi dunque noi a Leo per sette trentacinque dobbiamo materializzarsi perché son dei treni partenza quindi
Chiamiamola Alessandro chiazze Pietro provo a riprendere un paio di considerazioni i di Dario Di vico oltre ovviamente alle presentazioni ringrazio faccio continenti allora
Primo tema che pone Dario Di Vico non ha senso e che sposo moltissimo avvenire una politica industriale nazionale non ci può essere
Una politica industriale di dimensione nazionale perché sarebbe fallimentare
Lo sposo moltissimo e poco che di nonostante i dati d'istanza che abbiamo visto tra Italia e Germania la Germania non ha cinque
Prospettive più brillanti dell'Italia ora potremmo discutere a lungo se sia una crisi congiunturale e strutturale io sono di quelle che la Germania curarsi a spese esposto male in congiunturale che ci quindi sarà lusingata immetta classe un cammino di crescita
Eppure c'erano fa più vedere tutte le statistiche è invertito più Dinoi la produttività è cresciuta chiude da noi e così via qui c'è un tema che mi sta molto a cuore che Investimenti Siglienti mai nonché consonanza
Questo tema per me dal mio punto di vista alcune delle considerazioni espresse anche nel rapporto Donatien rapporto netta quello tra antiche in fondo segnavano come soluzione unica vittima un mercato dei capitali Utzon
Per far sì che si possa finanziare la crescita io credo che il PM per per next Generation in più ma in particolare perché in facili sì sì
è il punto no Nelson il tram cofinanziati dalla crescita ma il punto Inc che cosa aveva finanzio come lo metto cioè che scelte faccio
Ed in questo secondo me ci interroghiamo troppo poco e qui bilancio diciamo due provocazioni una sul secondo tema sollevato dal libico che sposa un monito
Ma chi declinerà in un'altra maniera cioè Dario Di vico ci dice basta con la politica industriale segua una politica dei servizi
Lo sposo in parte non del tutto perché secondo me servizi senza industria con una componente debole ma soprattutto lo leggo al convitato di pietra di cui Dario ha parlato ma non è stato toccato nelle relazioni che sono le esportazioni
Servizi per il mercato interno o no la nostra condanna a morte
Servizio esportabili che sono una componente più piccola e assai più ricca a maggior valore aggiunto allora sì ma non possiamo pensare di vivere
Con un mercato domestico ci scarsi cinquantasei milioni di persone che si spopola
Di più
Quindi sposa i servizi esistono attrezzeria infrazione l'economia è importante ma è di nuovo è una terziarizzazione dimensione europea ampi a ma allora dobbiamo o tante considerazioni perché non siamo Panucci secondo me nei servizi a giocarci una partita europea non lo siamo dell'industria due sassi da seconda manifattura figuriamoci ai servizi
Uomo consegnò servizio esportabili quali
Quindi anche qui ritornare a dimensione di mercato domestico in cui gioco all'Italia all'Europa
O se no ci serve a vedere qualche cosa che devo esportare non posso chiudermi non sarebbe ancora peggio questo il mio punto di vista anche se lo sposo la terziarizzazione però se la terziarizzazione divengano lo recava
Forse e ancor peggio di dire che dobbiamo vivere di moda e quindi insomma secondo me ci serve ancora tanta tanta riflessione su su su questo aspetto ma perché in questo Paese non si è mai fatta e questo lo sposo totalmente
Un'ultima riflessione è sulle linee industriali se pensiamo a una industria di dimensione europea doveri dobbiamo fare questi investimenti
C'è stata poca ricerca sviluppo sulle vero
Anche qui sarebbe bello vedere trova una prossima puntata in che cosa abbiamo fatto che certe sviluppo perché ci sono anche dei pezzi di ricerca e sviluppo e di brevetti
A che che Cicchitto diciamo sono salvabile i c'è una distanza siderale rispetto a Stati Uniti e Cina e Giappone soprattutto il Giappone
è una storia da guardare perché ci assomiglia di più
A e Q eh eh destro Sky guardiamo alle industrie ci sono dei grandi assenti
Nonostante siamo un continente non solo un Paese di trasformazione cioè a l'industria italiana è palese non indossa italiano l'industria di trasformazione a materie prime
Ma è vero diciamo media per tutta l'Europa non abbiamo pensato per nulla di puntare sull'economia circolare abbiamo abbracciato la rivoluzione algerina dicendoci che dovevamo abbassare tutto possibilmente ammazzando interi pezzi di industria
Ma non però allora
Parlo un pezzo importante e spingere l'economia circolare in modo da prendere dell'autonomia strategica per l'Europa tanto auspicato un pochino più vicina
E questo secondo me è un peccato grave nel senso che andava fatta una riflessione più estesa e andavano costruite
Degli eroi del pezzi di catene del valore dimensione europea che rendessero la circolarità europea e non nazionale
E che facessero di questo uno dei punti di forza che vanno esclusi che io vorrei ritornassi vada miti vantaggi competitivi sì
Per costruivano smantellati il quattro o più corsie non siamo diventati infine un'altra faccia insoliti che stando a quanto le dotazioni attore che andiamo allora forse bisogna ripartire dal nel dei cantieri poi ci dobbiamo mettere
Incinta
Le innovazioni interne state fatte altrove perché la partita tendente difensore artificiale di quella generativa
Di tutte le tecnologie perché nuove è stata fatta da un'altra parte poi non ci piace ammetterlo mai mi e non esca affatto assolvo negli Stati Uniti ma AGEA e io non credo nonostante il mondo diventi un posto sempre più complesse magari dedicheremo un approfondimento in una prossima spuntate perché secondo me cultura dobbiamo occuparci
Nel contesto internazionale per quanto diventi più frammentato ma forse ci dobbiamo occupare proprio per quello perché più complesse sfidante ma deve fare quella la nostra gara competitiva
Perché altrimenti tutte le bellissima considerazioni che ha fatto la collega parlando il mercato del lavoro
Che sono le stesse però che valgono per la produttività perché hanno un denominatore comune il denominatore comune
E una demografia avversa cioè quando guardiamo al mercato del lavoro e la produttività il convitato di pietra è una demografia avversi Attilio scemo Pietro con questo chiuso
E i mancati investimenti in un paese ancora in quanto pittore in una democrazia una democrazia avversa
Siano in Rete più chiuderanno in bonis con imprenditori che esclusiva insomma non mantenga se non nelle aziende allora allora perché non hai più niente Massignani mette fieno in cascina perché la Generalitat ci si ce ne sarà di meno
Ad un'apposita olimpici sono dei giudici scusate ma la generazione successiva abbiamo la media del pollo
Sarà più belle garantendo sulle generazioni facciate perché gli viene lasciato da una classe resa una ricchezza accumulata comunque più ampia Cazzullo getta di popolazione più piccola togato denominatore
I media chiaro non tutti ma necessità fanno meglio
E e quindi la spinta creatrice viene meno allora su tutte queste cose bisogna che facciamo una riflessione ampia grazie
No grazie Alessandra come grazie dalla Giunta
Io chiedevo nomi sui motori di crescita
Abbiamo lume sui motori di decrescita
Sulle preoccupazioni che Kensuke che vanno visti a viso coperto
Politica industriale tutto giusto se poi ci mettiamo ad inseguire il modello americano il modello cinese lo dico anche a livello europeo
Male stiamo questo continente in cui è stata impedita la fusione fra come Siemens quattr'anni fa insomma
Per motivi di anche legittimi di contrasto al al monopolio
E quindi questo è il continente degli startupper la
Degli spin-off universitari e su questo credo su cui bisognerà lavorare per per rialimentare un circuito di di innovazione non so quanti start-up universitari ci sono in Italia ma credo centinaia centinaia che nessuno si è mai mai peritato di censire alcuni sono bufale
Altri probabilmente no però che qualcuno si sia cerchi di capire questo sistema universitario che cosa può produrre che assomiglia a quello che che che appena ha permesso a una un giovanotto mica tanto cinese di fare loro open source una roba che se non altro ha disturbato per qualche giorno speriamo fa anche oltre
Riequilibri di dei degli oligopolistico
Non mi ricordo come li ha chiamati Mattarella insomma quelli lì
Però se se se non faccia leva su questa cosa qua
Su questa cosa che sta probabilmente nelle università italiane e difficilmente invece nelle quattro milioni di di microimprese
Che da su cui contiamo son quasi tutti i servizi per per per crescere non non non sarà facile insomma sarà fra difficile comunque
Christian Ferrari la parola
Sì buonasera tutte tutte
Scaroni sentiate io provo a rispondere alle tante sollecitazioni che emergono da questo importante osservatorio economico partendo da quella che come CGIL
Consideriamo la priorità delle priorità da affrontare qui e ora che è la grande emergenza salariale che Stark che stiamo attraversando
Diciamo che la situazione era grave di per sé visto che tra il novanta e il due mila venti i salari reali in Italia caso unico in Europa sono calati mentre ad esempio in Francia e Germania
Al di là appunto delle dimensioni europee sono cresciute a doppia cifra
Dopodiché a tutto questo si è sommato il TAR vanno avanti di una fiammata inflattiva cui nel quadriennio ventuno ventiquattro ha raggiunto in termini cumulati qualcosa come il diciotto virgola sei per cento un'inflazione ricordo causata per il settanta per cento in Italia secondo i dati del mezzo dall'aumento dei profitti e scaricata di fatto sui soli redditi fissi e tutto questo ha determinato una cosa molto semplice che si aggiunge alla fine a tutto quello che abbiamo detto un brutale impoverimento di milioni di lavoratrici e lavoratori italiani se a tutto ciò aggiungiamo una precarietà del lavoro che era estate livelli molto alti
Una quota di part-time involontario che non ha pari in Europa e che colpisce soprattutto giovani e donne e una povertà lavorativa è lo specchio
Di una struttura produttiva che tende a generare una domanda di lavoro sempre meno qualificato e meno retribuito
Eh beh direi che abbiamo messo in fila molti dei fattori di una questione sociale che in Italia ormai grande come una casa e che oltre alle condizioni materiale
Dei diretti interessati indebolisce zavorra anche la nostra economia nazionale e infatti dopo il forte rimbalzo o scopi ed è tornata a crescere dello zero virgola ma al di là anche delle dinamiche dell'ultimo quinquennio il problema e arriva al cuore che dobbiamo io penso affrontare è tutt'altro che convincente viene da molto lontano
è l'esito di una lunga stagione di deflazione salariale in cui l'impoverimento del lavoro
Non è stato l'effetto collaterale di un destino cinico e baro ma è stato un obiettivo perseguito direi programmaticamente in base ad un modello di sviluppo che era strutturalmente fondato sulla svalutazione competitiva del lavoro
E su una strategia troppo spesso gli è andata la competizione di costo
Un modello di sviluppo che non solo viene da lontano ma anche il frutto di precise scelte politiche bisognerebbe parlarne la grande privatizzazione degli anni novanta e due mila
Le politiche di austerità con avanzi primari cumulati e la conseguente riduzione non solo del perimetro pubblico ma soprattutto degli investimenti pubblici come si diceva prima
La precarizzazione del lavoro dal pacchetto Treu va giocata la terziarizzazione la frantumazione dei cicli produttivi gli appalti subappalti tutto quello che conosciamo benissimo ecco direi
Che sarebbe arrivato almeno al momento di tirare una riga
E di fare un bilancio onesto e oggettivo delle ricette economiche che abbiamo applicato fin qui purtroppo non mi pare che sia questa la volontà politica anzi
Guardiamo per arrivare anche ai giorni nostri alle ultime scelte del governo Meloni e siamo direi all'accanimento terapeutico nonché curvare qui vuole fare che poi di fatto vuol dire assenza di qualunque
Strategia di sviluppo di politica industriale stessa spiaggia stesso mare anche sul fronte della precarietà del lavoro ovvero dalla questione salariale ma soprattutto questo per noi un punto centrale
L'illusione di puntare tutto come leva per rilanciare il Paese sulla parte più arretrata meno innovativa e a più basso valore aggiunto e qualità del lavoro e fedeltà fiscale del nostro sistema produttivo
Con i risultati che poi sono sotto gli occhi di tutti insomma ventidue mesi di crollo della produzione industriale nessuno ne parla
Il ritorno ad una crescita anemica del PIL è una crisi che noi pensiamo strutturale del nostro sistema manifatturiero non solo italiano ma europeo
Soprattutto e concordo nessuna iniziativa a livello europeo per rilanciare sul modello Next Generation you che non è una parentesi pandemica da chiudere ma sarebbe anzi la direzione da prendere con ancor più forza come dicono anche i rapporti documenti che sono stati prodotti nei in questi mesi con risorse Investimenti e politiche industriali energetici ed economiche comuni a livello di uno non si fanno con il Patto di stabilità che abbiamo sottoscritto che abbiamo condiviso
Esiste un'alternativa a tutto questo guardate anche a livello nazionale
Noi pensiamo di sì e ce lo dimostra molto concretamente la Spagna il paese europeo che cresce di più anche grazie a scelte politiche molto chiare molto precise misure di protezione sociale innanzi a detassando gli extra profitti di banche grandi società
Pendo imposto i prezzi dei beni energetici tanto la altro che quel casino che nella il mercato di Amsterdam una riforma del lavoro per contrastare la precarietà che sta funzionando molto bene salario minimo tempestivamente rivalutato rispetto all'inflazione in Italia invece mi pare che non si vada oltre al solito dibattito sulla scarsa crescita della produttività intendiamoci il tema scelto tutto va affrontato ma in maniera corretta
E il punto di partenza è il cuore della questione per noi è sempre lo stesso
La dinamica della distribuzione funzionale primaria chiamatela come volete del reddito tra capitale e lavoro
Perché la realtà
Molto spesso rimossa e che giustamente Valentina Cappelletti ricordava prima è che nel nostro Paese negli ultimi trent'anni la pretura la produttività sarà pure stata bassa ma è comunque cresciuta mentre i salari sono diminuiti
E lo dimostra guardate la pesante compressione della quota lavoro sul PIL
Che in Italia e a livelli di gran lunga più bassi che negli altri Paesi come veniva detto prima
Siamo quasi al quaranta per cento addirittura meno dei profitti in Italia mentre altrove si è sopra il cinquanta per cento con l'alcol ori lavoro e di gran lunga sopra la quota capitale insomma primo obiettivo per noi bisogna alzare i salari reali utile utilizzando tutte le leve primo rinnovo ovviamente dei contratti nazionali di lavoro che difendano rafforzino sì potere d'acquisto secondo anche la via legislativa
Una legge sul salario minimo che rafforzi la contrattazione collettiva queste erano le proposte in discussione
Una legge sulla rappresentanza e sull'efficacia erga omnes dei contratti collettivi per contrastare i contratti pirati che al di là dell'ambito di applicazione alterano la dinamica contrattuale con una pressione al ribasso su tutta la contrattazione
Enzo contrasto alla precarietà
Ridurre bonificare le tipologie contrattuali come Hispania ripristinare le causali per il tempo determinato contrastare il part-time involontario in estrema sintesi
Riaffermare il principio per cui la forma normale ordinaria di rapporto di lavoro deve ritornare ad essere lavoro stabile a tempo pieno indeterminato
Soprattutto chiuso noi abbiamo bisogno come dell'ossigeno qui prendo la provocazione del dottor dico di politica industriale e di sviluppo io la dico così che puntino non ancora una volta sulla legislazione salariale sulla competizione di costo ma al contrario per dirla alla Sylos Labini sulla foresta salariale
Che inverta segno della distribuzione del reddito a favore della o dalla lavoro e quindi della domanda interna
Altro che esporta soprattutto in questa fase e che costringa il sistema dell'impresa stare sul mercato abbandonando la via bassa e spingendo invece sugli investimenti innovazione ricerca e sviluppo perché non se ne parla mai
Ma direi che da tempo c'è un'altra mucca nel corridoio che si fa finta di non vedere qui in Italia e che ha a che fare con il modello e la qualità del capitalismo italiano che ahimè molto spesso
Più che è parte della soluzione è stata ed è parte del problema io do solo per chiudere due numeri il primo riguarda gli incentivi automatici e i benefici fiscali che sono stati dati al sistema delle imprese
Cinquantacinque miliardi nel solo due mila ventitré dati Istat
Oltre settantasette miliardi nel due mila ventiquattro queste la ragioneria generale del dello stato notizia pubblicata quasi di nascosto l'ultimo giorno dell'anno nel loro sito istituzionale
E parliamo del novanta per cento delle spese in conto capitale dello Stato nel due mila ventiquattro
Sembra quasi che in Italia sia sparito completamente il concetto di capitale di rischio e che gli investimenti non si possono fare se non sussidiati a spese del contribuente
Altro dato questa volta di Mediobanca
Dal due mila e venti al due mila ventitré
Al di là delle piccole-medie inganni delle piccole imprese nelle medie grandi società industriali del nostro Paese la quota di valore aggiunto cade Munerato lavoro è crollata di ben dodici punti percentuali mentre quella dell'utile netto è aumentata del quattordici per cento in più rilevante trasferimento di ricchezza dal lavoro al capitale della storia recente chiudo ovvero quelle virgolette è stato definito così dal Sole ventiquattro Ore
Con l'aggravante che tutto questo utile è andato per l'ottanta per cento in dividendi niente cioè nel conto corrente ricco
Per il solo venti per cento degli investimenti e infine ultimo nodo per noi dirimente
Va rilanciato a livello nazionale e in termini più comprensibili strategia europea il ruolo di intervento pubblico in economia anche ripensando criticamente la stagione delle grandi privatizzazioni qui servirebbe
Una sorta di ritorno al futuro a quel modello di economia Nista ancora disegnato dalla nostra Costituzione
Perché come ci insegna la nostra storia migliore
Eravamo arrivati con questo modello adesso dalla quarta potenza industriale del mondo non c'è alcuna contrapposizione se non ideologica nell'accezione peggiore del termine tra economia pubblica iniziativa privata
Anzi c'è una piena complementarietà tra controllo pubblico delle infrastrutture dei grandi assetti industriali del Paese e un settore privato che in Italia piaccia o non piaccia è fatto di tante medie piccole e piccolissime imprese ecco direi che anche da qui dobbiamo ripartire per cambiare per rilanciare il nostro modello di sviluppo
A maggior ragione di fronte alla sfida di una rivoluzione tecnologica
Che deve attraversare anche il nostro Paese
Ma che oltre ai gravi ritardi che scontiamo apre anche degli scenari inquietanti anche per la nostra democrazia
Grazie grazie mille credo che la riflessione sugli errori ciò che andava non andava fatto nel passato c'è occuperà opera soprattutto noi più anziani
Problema poi
Capire come se ne esce le ricette non vorrebbe fatta la diagnosi poi la le terapie sono complicate perché detto che le privatizzazioni non sono andate bene io ne ho diciamo Carlo una forte convinzione
Se invertire quella tendenza sia una ricetta plausibile fattibile
Chitarra parlarne
Antonio Misiani della parola
Grazie grazie per l'invito grazie per il lavoro di di analisi davvero prezioso molti dati sono singolarmente conosciuti nel nel dibattito tra gli economisti però vederli tutti assieme fa veramente impressione
E non rallegra dal punto di vista dell'umore ma del resto si sa che l'economia e la la scienza previste per eccellenza
E quindi con formò alla tristezza generale cercando magari dare qualche elemento di pars construens che dovere una forza all'opposizione che si candida ma governare il Paese nuovamente
I dati di lungo periodo che avete ricordati la stagnazione del PIL della produttività i salari reali che non intercettano nemmeno quel poco di produttività
Che di aumento dalla produttività che c'è stata anch'io sono rimasto molto impressionato dal dato di aumento verticale della povertà relativa assoluta tra tra gli operai che dà l'idea che ormai nel nostro Paese non basta lavorare per essere protetti dall'emarginazione sociale
E questo è un dramma democratico oltre che che che che sociale perché se poi andassimo a vedere dato la disaggregazione socio demografica dall'astensione
Vedremo che chi non va più a votare e da una totale sfiducia nei confronti della democrazia sono esattamente quei ceti a più alta
Emarginazione sociale che hanno visto un progressivo impoverimento in questi anni credo che un elemento di riflessione in più
Lo cerco di darlo sulla situazione più recente perché nel dibattito pubblico italiano aleggia un ottimismo governativo che credo sia molto pericoloso e fuorviante
Legittimo da parte loro naturalmente magnificare la situazione
Ma credo che questo ottimismo di maniera rischi di nascondere una serie di di scricchiolii anche in una fase relativamente positiva come quella che ha vissuto l'Italia dal due mila e ventuno in avanti non abbia avuto un forte recupero nel ventuno ventidue superiore alla media europea era stato superiore a dir la verità anche il crollo del del due mila venti
Ma esposto dobbiamo dire che è stata una crescita drogata
Se me depura siamo questi dati dalla dall'edilizia pompata dalla da superbonus credo che alla fine l'Italia avrebbe fatto più o meno come il resto d'Europa il dal ventitré in avanti siamo nuovamente scivolati verso la stagnazione
Noi abbiamo un'economia afferma da ormai due trimestri la seconda parte del due mila ventiquattro abbiamo chiuso il ventiquattro la metà di quello che prevedeva il governo
E credo che l'uno virgola due per il due mila e venticinque scritto nell'lp SB sia ormai una chimera
La cosa impressionante che questo avviene il ritorno allo zero virgola nella fase in cui stiamo faticosamente mettendo a terra e piena R.
Senza il Pnr noi saremo in recessione presto la verità
Il modesto zero virgola positivo diventerebbe probabilmente un segno meno e questo dovrebbe farci riflettere anche perché chi governa avrebbe il dovere di delineare il futuro posto di M. R. R.
L'aspetto più deludente del piano strutturale di bilancio presentato ottobre credo che sia esattamente questo quel piano doveva avere l'ambizione come dire di delineare le prospettive economiche produttive dopo il due mila ventisei ecco a nostro giudizio ma non solo nostro
Da quel punto di vista il piano è assolutamente debole e poco ambizioso tanto è vero che i numeri stessi del governo ci dicono che nei prossimi anni il piano tra guarda al due mila ventinove l'Italia crescerà sistematicamente meno del resto d'Europa
Cioè il dato programmatico che il Governo ha scritto nel Piano strutturale di bilancio ci dice che l'Italia perderà terreno
Dopo una fase purtroppo breve in cui invece avevano in qualche misura recuperato oppure ripeto con il metadone del del superbonus e altre cose che sono state ricordate nel dibattito anche l'occupazione
Che è un dato positivo
Globalmente migliore del resto d'Europa questo dobbiamo dirlo perché l'occupazione cresce anche in Europa ma in Italia di più
Se però andiamo a vedere dentro i dati ahi noi l'occupazione viene creata proprio in quei settori che hanno il minor valore aggiunto la minore produttività e quindi temo che stiamo generando lavoro prevalentemente povero è vero guardo di dico che mi mi controbatte era o mente lavoro stabile a tempo indeterminato
Aumentano anche le ore lavorate quindi non c'è un aumento necessariamente del part-time involontario bene
Però l'impressione che questa creazione di occupazione non sia un dato da festeggiare
Con come dire lei in fasi che che governo attribuisce a questi numeri anche perché l'immediato riflesso aumento l'occupazione
In una fase di crescita dello zero virgola la produttività ostacolando Picco infatti è caduta di quasi il quattro per cento tra il due mila ventidue e il due mila ventiquattro allora
Analisi di tutto questo io credo anch'io l'hanno detto in tanti sono molto d'accordo problema di questo Paese che rimase intrappolato in un modello di sviluppo
Con forti elementi di arretratezza e credo che su alcune cose ne dobbiamo avere il coraggio di guardare la verità in faccia e ne dico alcune il primo noi per vent'anni ci siamo beati della retorica del piccolo è bello
è una cacciata
Non è un termine da economisti ma credo che abbia il dono della sintesi in questo Paese quarantuno per cento dell'occupazione concentrate nelle imprese tra zero nove a detti
Che hanno un valore aggiunto per ha detto che la metà del dato medio
Mentre sopra i duecentocinquanta addetti abbiamo il
La
Il il il venticinque per cento dall'occupazione contro il trentasei per cento della media europea
Quindi abbiamo dieci punti in più nelle microimprese dieci punti in meno nelle grandi che sono quelle che hanno una volta e mezzo il valore aggiunto per addetto rispetto alla media
Quindi abbiamo un sistema produttivo che per tanti motivi
è concentrato dal punto di vista dimensionale su la fascia dimensionali d'impresa che sono meno produttive rispetto alla media non necessariamente sono meno produttive delle loro controparti europee piccole intendiamoci non è che le piccole imprese italiane siano meno brave di quelle della Francia germanico il problema è che ne abbiamo di più in proporzione davano occupazione maggiormente concentrata lì
Rispetto a quanto accade nel resto e questo è un problema
è un problema perché specialmente nel settore dei servizi gli indifesi indicatori la concentrazione di lavoro povero bla bla bla coincide con il mondo delle delle delle micro impresa che forma ormai concentrato
Nei servizi che sono l'altro punto debole non del nostro sistema produttivo ce ne abbiamo avuto un processo di terziarizzazione povera in questo Paese
Terziarizzazione come nel resto d'Europa ormai siamo un economia
E per il settantacinque per cento valore aggiunto e occupazione e nelle terziario Pubblico e privato ma abbiamo avuto un processo di terziarizzazione ancora una volta a basso valore aggiunto e bassa produttività il ritardo nel capitale umano
E degli investimenti ricerca e sviluppo innovazione
Altro dato che emerge con grande forza in parte di questo modello di sviluppo e appunto il il lavoro povero il lavoro precario che poi genera il crollo ma dei salari reali ancora una volta innanzitutto nel settore dei servizi
Quella distribuzione funzionali impressionante con l'Italia che ha la quota dei salari dieci punti in meno rispetto alle altre grandi economie europee tutte le cose che veniva qui ricordate ora due punti
La politica del governo
Io credo che la politica del governo sia purtroppo per ragioni innanzitutto di constituency elettorali conservando questo modello di sviluppo è un modello di sviluppo ripeto che ci porta dritti alla stagnazione che anche noi dobbiamo naturalmente fare autocritica negli anni in cui siamo stati al governo ma per l'amor di Dio
Pacchetto Treu l'abbiamo fatto noi e anche noi non è che ci siamo esercitati con grande coraggio su scelte di di salto dimensionale e quant'altro riprendo le riflessioni di di Di vico
Il punto è che quel modello
Da tempo non è più sufficiente a garantire la crescita e lo sviluppo del Paese e questo governo proposta conservando dove lo vediamo la riforma fiscale la riforma fiscale noi abbiamo un sistema fiscale che rimane anzi che sono dati che si sono accentuati che favorisce la rendita oggi in Italia conviene molto di più acquistare un appartamento mettono sua Irvine di ci paghi pochissime tasse è un reddito garantito piuttosto di avviare un'attività investire e assumere e quant'altro è un sistema fiscale che è orientato verso quella che Ricolfi chiama la società signorile di massa
E poi però non lamentiamoci se se il Paese non ha non cresce anzi questo Governo con la riforma fiscale addirittura peggiorato questa torsione del del del sistema fiscale verso la stagnazione hanno abolito l'accento
Aiuta la crescita economica che con tanti limiti aveva aiutato una una patrimonializzazione
Delle delle indicazioni di italiane che sono storicamente sottocapitalizzate hanno introdotto Lives premiale che vanno da zero diciotto mila imprese che magari come idea non è nemmeno male
Come filosofia di fondo manomesso tanti e tali paletti
è diventata una cosa abbastanza ridicola come platea vera dei beneficiari
E quindi la loro riforma fiscale ancora una volta la riforma fiscale che premia la rendita apre Autostrade per l'evasione favorendo la sopravvivenza di una parte del sistema produttivo che altrimenti non ce la farebbe
Aboliscono
Uno dei pochi strumenti della della del del fisco che favoriva la la una maggiore strutturazione del sistema delle imprese e ovviamente non affrontava minimamente il tema del salto dimensionale secondo punto servizi le riforme della concorrenza nel settore dei servizi mi hanno fatto la fine che sappiamo quando si parla di taxi di balneari per non parlare dei servizi professionali le politiche industriali ma guardiamo che fine sta facendo fra sezione cinque punto zero sei miliardi quattrocento milioni stanziati ne sono stati utilizzati circa trecento milioni di euro e sono soldi Pnr andrebbero spesi entro il due mila e ventisei guardiamo all'allocazione delle risorse
Io sono andato a prendermi i dati del bilancio dello Stato
Beh spendevamo per ricerca innovazione istruzione istruzione universitaria il tre virgola cinque per cento del PIL ventidue scendiamo al tre virgola due venticinque al tre per cento nel ventisette con l'ultima legge di bilancio politiche industriali zero ventisette per cento ore ventidue andiamo lo zero zero cinque del ventisette
Cioè il governo si è disarmato da solo non ha definanziato solo il fondo Automotive ereditato dal governo Draghi ha in generale dismesso dal punto di vista della locazione di bilancio le politiche industriali
Per non parlare di petto dell'assenza di un ragionamento prospettico per la fase successiva al pm RN perché adesso nel bene o nel male abbiamo duecento miliardi da spendere ci sarà poi da fare una riflessione
Su che effetto reale produrranno sulla produttività sul PIL potenziale di questo Paese questi duecento miliardi ammesso che li spendiamo tutti il problema che dopo non c'è più niente
E non c'è nemmeno per un'idea di mobilitazione dei capitali privati verso l'economia reale
Che tutto sommato potrebbe avere senso in un paese in cui le famiglie hanno cinque mila miliardi di ricchezza finanziaria che in buona parte peraltro viene investita all'estero per fare e che la parte più difficile
Solo per titoli sono anch'io d'accordo le politiche indù il le politiche industriali oggi vanno messi in campo innanzitutto a livello europeo altrimenti ci ci illudiamo
Perché la competizione su quella scala con grandi sistemi come gli Stati Uniti la Cina che stanno investendo centinaia di miliardi di di dollari e quant'altro
L'Europa nell'ultima legislatura si dato degli obiettivi e delle tempistiche molto ambiziose per quanto riguarda il Green new deal
Non vanno rimesse in discussione
Però va messa in campo una politica industriale seria altrimenti semplicemente andiamo verso la desertificazione ce lo dobbiamo dire
Non solo per colpa degli obiettivi ambiziosi perché questa è la polemica dalla destra sull'automotive se Automotive vera va a gambe per aria
E perché ha accumulato un'enorme ritardo tecnologico nei confronti dei competitori non soltanto per via ai anzi due mila e trentacinque da questo punto di vista c'entra fino ad un certo punto però se l'Europa vuole confermare quegli obiettivi e garantire tenuta produttive dovuto sociale in questa legislatura deve mettere in campo politiche industriali con i soldi
Io mi sono letto la sintesi almeno della bussola per la
Competitività e dalla fondarla anzi ho capito che serve a semplificare il mercato unico e quant'altro ma se non si mettono dotazione finanziaria
Rilevante significativa non dico paragonabile a quella che l'Amministrazione by Diana messo sull'inflation vitaccia Marta
Ma la la Scala è quella facciamo filosofia e assistiamo passivamente alla desertificazione industriale europea servono politiche industriali anche verticali e non solo Rizzon tali come sono state costruite anche l'Italia fino ad adesso
Luogo pubblicò non si torna non non penso proprio che si possa tornare indietro la stagione delle partecipazioni statali anche se ha ragione cristiana Ferrari quando dice andrebbe riletta criticamente alla stagione delle privatizzazioni e quant'altro la dico così mi accontenterei
Che un di utilizzare meglio quello che abbiamo perché scusate
Non si fa la transizione ecologica in questo Paese senza un ruolo attivo di ENI ENEL Terna le public utilities a livello locale ok
Altrimenti ci raccontiamo favole
Tutte queste realtà però oggi vanno in ordine sparso
Prendiamo quello che sta succedendo sul nucleare l'opposizione del Pd sul nucleare la conoscete però il governo ha varato una società che si dovrebbe occupare delle del nucleare in Italia di questa società fanno parte ENEL
Leonardo Ansaldo nucleare e non ne fa parte ENI
Che sta investendo sulla fusione nucleare in l'America come si fa a fare una politica energetica in questo Paese senza metano attorno a un tavolo tutti
Gli attori tutti i player pubblici attorno a grandi missioni strategiche per il sistema Paese ecco io sarebbe già un grande passo in avanti fare questo utilizzare al meglio in modo sinergico e coordinato
Quella parte ancora significativa del sistema produttivo che partecipata dal pubblico a livello centrale a livello locale
Servono politiche per i servizi sono totalmente d'accordo
Totalmente d'accordo e ha ragione chi era diceva credo Di vico anche l'opposizione dovrebbe fare qualche passo in avanti da questo punto di vista bene
Segnalo però che anche dalle forze economiche le associazioni rappresentative di questo mondo viene molto poco e dal punto di vista delle proposte il dibattito pubblico sulle politiche per lo sviluppo dei servizi e a zero zero
C'è un dibattito abbastanza ricco sulle politiche industriali per il manifatturiero io non ho conoscenza di documenti strategici proposte
Anche provocazioni se volete ma qualche cosa che affronti il tema dei servizi e in particolare dei servizi di mercato nel nostro Paese quelli professionali commercio la distribuzione la logistica zero
E credo invece che sia il caso di applicarsi proprio perché questa parte rappresenta due terzi più del della nostra economia
Anche qui siamo in ritardo anche sul tema del salto di scala dimensionale ma se è vero quello che dicevo all'inizio io penso di sì anche su questo ci dobbiamo esercitare perché se sistema rimane così frammentato non farà dei passi in avanti lavoro
Noi sul lavoro una serie di cose le abbiamo dette
La legge sul salario minimo non è soltanto la legge dei nove euro lordi l'ora come soglia minima e anche la legge dell'estensione erga omnes la contrattazione collettiva nazionale
Delle organizzazioni più rappresentative su scala nazionale e quindi sostanzialmente il rafforzamento del ruolo delle delle grandi centrali sindacali serve una legge sulla rappresentanza assolutamente ci bisogna ridare forza alla contrattazione delle grandi organizzazioni in un Paese che anche qui ho visto un processo di polverizzazione alti nel erano registrati trecento contratti collettivi nazionali nel due mila e cinque siamo saliti oltre a mille
Cioè c'è un'esplosione della contrattazione pirata e un indebolimento anche della forza di di CGIL CISL e UIL che è impressionante perché l'altro dato e che oggi ventidue contratti collettivi firmati da CGIL CISL e UIL sono al di sotto nei minimi salariali dei nove euro lordi l'ora quindi abbiamo problema di mette la contrattazione filata fuori campo
La soglia dei nove euro però serve per dare una mano anche alle organizzazioni sindacali che in alcuni settori dove ancora una volta nei servizi sono così deboli che non riescono nemmeno a spuntare dei minimi salariali
Tali da garantire condizioni di vita dignitose
Bisogna intervenire sul tema della precarietà del lavoro si e alcune proposte le abbiamo fatte sul tempo determinato Distaso non retribuiti e quant'altro poi fra il paese ha un grande problema di investimento sul capitale umano
Abbiamo fatto il superammo Orta mento industria quattro punto zero transizione cinque punto zero forse varrebbe la pena di fare qualcosa di simile per la formazione nel nell'intero ciclo di vita intero ciclo di vita
Perché lì siamo in enorme ritardo perché l'Italia è al ventiquattresimo posto nell'indice di digitalizzazione europeo dei sì
Per ancora una volta il capitale umano
Sta lì il ritardo più che sulle infrastrutture la connettività e quant'altro quindi abbiamo problema forte di investimento lì che dovremo affrontare anche con una robusta incentivazione
Ci sono le politiche di contesto e quelle le conoscete ancora a volte ho chiuso il tema del fisco il tema della riforma fiscale
Non è a sinistra ci concentriamo sempre giustamente sul tema della progressività dell'equità orizzontale delle distorsione degli elementi di iniquità
Credo che la sinistra e ho veramente finito
Dovrebbe lavorare anche molto in un proprio progetto di riforma fiscale sull'ori orientamento del nostro sistema fiscale il rischio Investimenti la crescita e lo sviluppo è difficile dal punto di vista politico difficile perché quando mette in gioco la tassazione immobiliare parli non di una piccola minoranza ma di milioni di persone in un Paese altamente patrimonializzato
Però questo non può essere un tabù se vogliamo finanziare i servizi pubblici essenziali perché fisco serve innanzitutto questo e se vogliamo riorientare il sistema verso la crescita altrimenti
Non lamentiamoci di un Paese che scivola verso lo zero virgola che rimane ricco perché si sono arricchiti i nostri genitori i nostri nonni
Ma i destinato ad un crescente impoverimento se non affronta con grande coraggio e con grande determinazione il tema della produttività e della crescita come deve fare anche una sinistra che si candida nuovamente al governo del Paese grazie
Grazie mille grazie a tutti temo che dicevo che alle sette e trentacinque se ci si smarca e realizzata sulla sette comincia a farci saltare sì va bene quindi mi non mi resta che ringraziare tutti quanti
Chi era preparato queste slide molto interessanti e belle
Ario Antonio Alexandre Christian grazie per il vostro contributo andremo avanti così su questa strada grazie al semestre
Grazie a voi buona serata
Alla serata continua