Critica e militanti

Buongiorno la critica militante oggi vorrei parlare di un romanzo uscito da poco per Bompiani il ritorno è lontano di Alessandra Sacchi
Un libro come già altri suoi insieme domestico e Cosmico e privo dei gratuiti esibizionismi formali o narrativi che solo ormai sembrano indurre gli editori anche grandi a promuovere davvero un volume dopo che l'hanno stampato
Anche il personaggio centrale sarà assomiglia ad altre controfigura dell'autrice un archivista di mezza età
Nella cui routine si insinua la malattia intorno a lei ci sono una figlia Nina che vede ormai solo virtualmente perché studia biologia ad Amburgo e un marito accogliente un po'passivo che prova ad attenuare gli estremismi delle sue donne
A un certo punto si aggiungerà poi Pietro un bambino che sarà voluto testardamente prendere in affido dopo che il tumore ha ratificato la sua sterilità suggerendo le quasi di non avere davvero mai vissuto se non quando è stata male
Ma i personaggi sembrano tutti un po'immersi in una solitudine d'acquario ognuno di loro è alla ricerca di una sorta di teodicea semplificato ognuno spera di poter curare
Le ferite nella vita senza però fare completamente i conti con l'antica questione del male
Sotto le dinamiche psicologiche affiora la storia sociale che definisce il suo corso soprattutto attraverso l'albero genealogico femminile Mina agli occhi di issare assomiglia alla sua arrembante nonna sessantottina vittoria
E sarà cresciuta nella post-ideologica fine del Novecento tra precariato culturale pratiche new age fede automatica quanto spirito nel progresso si sente invece una parentesi di realtà tra due donne che hanno lottato vittoria col suo rivoluzionari sono storici si quindi ne è uscita come già tutta armata dalla testa di Creta col suo Progetto di salvare il pianeta la generazione di mezzo della plastica generazione sintetica di tv fine della guerra fredda e merendine e magari un cancro precoce dovuto a tutto questo
Sembrava interna e invece è stata nella storia un lampo anche se continua a immaginare un mondo che socialmente e climaticamente non c'è più
Però in verità Nina non somiglia molto neanche a sua nonna vittoria ha infatti una fatuità allegra conviviale la vecchia alternativa Nina invece prende più sul serio al rapporto tra idee prassi
Ma non sa citiamo riconoscere i sentimenti di un proprio simile c'è in fondo i contesti lì
E così stemmi umani abbraccia gli alberi ma se tra gli alberi vede un drogato fugge per poi nutrire il suo senso di colpa con una contabilità persecutorie anima e bambina adulta mai adolescente da un lato è fin troppo saggia dall'altro la sua grammatica storico ideologiche povera schematica
Figlia non del mito della storia ma di quello della natura non dell'ambiguità romanzesca ma di una
In realtà da senta si ha bisogno di far coincidere i suoi sentimenti con le sue idee sulla civiltà in un fondamentalismo della correttezza che non lo nascondo mi ripugna e mi ripugna
Non tanto perché è un fondamentalismo perché inconsapevole non è disposto a portare i suoi pensieri fino in fondo in questo senso del resto Nina
è solo l'ultima erede di una lunga vicenda di false coscienze l'idea che tutto è collegato con tutto diventa il lei un ideologismo incapace
Di tatto di sfumature da un lato vuole amare il coso nella sua interezza dall'altro rimuovere male
Perché in questa interezza non sa dove metterlo è un'archeologa rigide erudita emotiva sprovveduta
Non sa concepire una gerarchia delle responsabilità morali e politiche che stanno tra dimensioni differenti poniamo tra le sorti della terra
E la raccolta di tappi di plastica al mito russo Iano è divenuto il lei anti umano mentre in sala e ancora fissato sull'infanzia perciò tratta Pietro il bambino difficile violento avuto in affido
Un po'come Nina tratta piante animali cioè regalatogli tutte le giustificazioni del mondo Nina invece con Pietro come con gli altri umani sarà severa ma dietro questo luddista resterà un'obiezione vivente alle ideologie di tutti semina vuole reciterà le riciclare lui vuole distruggere e prima di tutto proprio le piante se sarà vuole educare abituata a capitalizzare addomesticare culturalmente tutto lui continua a ripercorrere cito ancora
Il tragitto insensato del dolore c'è un dolore solo aperti in una famiglia che ha assorbito una idee riflessa del progresso i cui tentativi di comprensione diciamo antropologiche scientifica denunciano
Una fuga forbita dalla complessità morale Pietro mostra ciò che non a risarcimento possibile almeno fino a quasi finale
In un bosco tedesco al passaggio attraverso la paura e un altro dolore reso comune proprio dallo sfondo naturale ma il vero clima del romanzo quello precedente il climax
Sta nei capitoli che alternano il punto di vista come avvolto in una malinconica luce di crepuscolo lampade a stelo
Nel tepore casalingo di cucine dove si consumano patate fagiolini al microonde o insalate di pollo come in altri libri di starti
La vita vegetale diventa una dolorosa allegorie autobiografiche linguaggi di biologia medicina imprimono alla prosa una ricercata politica esattezza
Quali la forse un po'troppo voluta come lo sono certe Zone dell'intreccio Sacchi
E forse più solida dove il tempo gli eventi hanno una consistenza uniforme
Dal racconto di Alex Marro ultima osservazione si anima che sarà sono paranoica e credono di essere spiata in tutte e due rimpiangono qualcosa che sembra sul punto di sparire diceva
Ai sei a Berlino che il romanticismo ha portato alla ribalta soprattutto due atteggiamenti la paranoia dato che non si sa più dare un ordine condiviso al mondo
E la Nostalgia dato che ci si sente orfani di una stabilità perduta evidentemente non siamo ancora usciti dalla sua era a risentirci Penati prossimo