Prima Repubblica - Conversazioni. Marco Follini

Marco Follini politico e giornalista nato a Roma il ventisei settembre del mille novecentocinquantaquattro esponente di spicco dell'UDC vicepresidente del Consiglio dei ministri nel governo Berlusconi due benvenuto a Radio Radicale grazie
Erano suoi la nostra conversazione onorevole ha per titolo Prima Repubblica cos'è stato questo momento della storia politica del nostro Paese e che
Differenze il paragone possiamo tracciare con l'attuale beh l'architettura della prima repubblica erano i partiti e la differenza principale forse sta qui nel fatto che per trenta quaranta cinquant'anni ci sono molti modi di contare negli anni della Prima Repubblica
Sono state le forze politiche le le dominatrici della nostra vita civile del nostro destino
Mano a mano che i partiti sono entrati in crisi e pian piano si sono dissolti fino a lasciare il campo a forme politiche molto diverse da quelle di quegli anni è cambiato lo scenario
Ma se vogliamo dare e la Prima Repubblica una definizione forse la definizione di Repubblica dei partiti che Scoppola nel bene e nel male il riassunto più efficace diritti quell'esperienza
Lei entrambe dopo aver completato gli studi al liceo Torquato Tasso di Roma entra nella democrazia cristiana perché questa scelta al un'età così giovane insomma ventidue anni perché un ragazzo sceglie la DC
Ma guardi con la decisa scelta molto prima io avevo quattordici quindici anni nella mia famiglia c'erano oltre curiosità politiche sono stato contagiato affascinato
Avevo questa curiosità fin quando ero studente al liceo
E ho cominciato in quegli anni sarà stato il settantuno settantadue
Ero quasi bambina a
In scena polare vede nella politica del movimento giovanile naturalmente
Nella mia scuola il tasso era una roccaforte di sinistra di giovani democristiani non ce n'era neppure l'ombra
Mi sono chiesto a lungo se il io era un atto di conformismo verso la mia famiglia che ne aveva guidato in quella direzione Orsera invece è un atto di anticonformismo
Nei confronti di uno spirito pubblico che aleggiava da altre parti non lo so non ho ancora trovato una risposta probabilmente un po'l'una un po'l'altra cosa
Dal settantasette all'ottanta e segretario nazionale del movimento giovanile della Democrazia cristiana l'Italia
Nel pieno dei cosiddetti anni di piombo i ricordi di di quei momenti
Ed è innanzitutto il ricordo di Moro negli doveroso Moro Trio
Ho fatto il segretario del movimento giovanile delegato si chiamava delegato nazionale al congresso di Bergamo settantasette venne Moro che con molto garbo molta discrezione senza darlo troppo a vedere
Però anche lui cercò di darmi una mano primissimi Bailey della mia esperienza politica più importante che è quella dei gruppi giovanili si sono svolti in qualche modo sotto la sua incita
Naturalmente mormorio era un uomo che tesse grande confidenza conviveva
Diciamo la convivialità
Politica era un uomo appartato era un uomo
Che sia pure con molto garbo e molta attenzione adesso tutti i fenomeni nuovi però sapeva tenere le distanze
Diventa un po'arroccato in questo studio che ho cercato anche più che scrivere dei propria Savoia
Laddove si svolgevano di tanto in tanto delle conversazioni anche lunghe e approfondite pare erano conversazioni rare proprietà
Un leader politico che potesse piacere tanto meno che attinge al repertorio della demagogia era un uomo colto riservato quasi severo
E però dall'alto di questa sua severità impartiva insegnamenti che sono rimasti nella vita della Repubblica
Intellettualmente c'è qualcosa di particolare che la affascinava immagino no per essere poi entrato nella sua corrente
Temi affascinava innanzitutto la persona perché loro era
Un uomo potente un uomo di grande influenza
E aveva
La solennità il carattere quasi monumentale tipico degli uomini che contavano quelli che davano le carte probabilmente era
Tra virgolette il politico più potente di quegli anni
E però nello stesso tempo era un nuovo fragile si intuiva in lui senso quasi di incertezza sul proprio destino sulle proprie sorti
Non si può dire che fosse come dire arroccato nella sua sicurezza Oro intuiva
Che la politica italiana aveva elemento di grande turbolenza e di grande fragilità e quindi questa contraddizione tra il potere e la fragilità che il Coni sorveglia
Nel al racconto di un potere fragile di un potere molto sensibile molto attento alle sfumature la cosa che
Colpiva di più con la la mia e la nostra immaginazione di quegli anni cosa c'era nella sua idea del compromesso storico
La fermo subito Moro non ha mai pensato al compromesso storico
Compromesso storico era la formula di Berlinguer ed era tutt'altra cosa Moro aveva rispetto dei comunisti
Pensava che il loro ruolo il loro contributo alla vita politica del Paese dovesse essere riconosciuto indoor demonizzato
Aveva dialogo perché la sua propensione al dialogo faceva parte sia della sua cultura che della sua personalità eravamo molto gentile quindi attento
A tutte le sfumature a tutte le minuzie della politica di quegli anni e tanto più attento ad un grande partito di opposizione qual era il Partito comunista
Ma non pensava che la Dc e il Pci dovessero cocaina assieme
Antunes era fautore del compromesso storico
Moro immaginava che ci dovesse essere prevede il passaggio in cui i democristiani e comunisti si riconoscessero a vicenda
E dicessero ciascuno ai propri elettori guardate che se vincono quegli altri non è un cataclisma non è la fine del mondo la democrazia funziona così
E come in Germania ci sono socialdemocratici e democristiani o il terra ci sono laburisti e conservatori e via dicendo
Occorre che anche l'Italia si avvia a diventare una democrazia compiuta e quindi tra virgolette un Paese normale
Dove il tuo avversario non è un è unico
Riconosci il suo ruolo trovino il modo di dialogare anche attraverso come dire le linee di frattura tra governa l'opposizione ma senza andare a costruire un blocco
Storico come quello che immaginava per le guerre quindi è vero c'era tra i due leader una qualche affinità ma avevano in testa cose molto diverse
Torniamo un attimo indietro e poi ritorniamo su Aldo Moro
Era il periodo del terrorismo no quello in cui lei era segretario generale del movimento giovanile della DC quindi tanti suoi coetanei
Erano in qualche modo elementi anche nuovi quelle delle tantissime bande armate che l'Italia aveva in quel periodo come chiedeva questo impatto con una parte numerosa della sua generazione
Beh innanzitutto noi terrorismo lo abbiamo capito dopo sentivamo nell'aria che c'era una tempesta in arrivo il quando poi la tempesta si è materializzata io direi che forse sopportare l'evento e ci fa precipitare dentro questo incubo dentro questa spirale di violenza diffusa noi non sappiamo con chi abbiamo a che fare
Il giorno stesso del rapimento di Moro e questo spiega anche diciamo la drammaticità di di quei cinquantacinque giorni
E noi non non sappiamo se
Un episodio drammatico apocalittico più inimmaginabile degli episodi ma un episodio chiuso in se stesso
O se è l'inizio di un assalto al cuore dello Stato che può colpire in mille direzioni con una forza di cui noi fino a quel momento non avevamo la percezione quindi questo questa confusione questo sbandamento di tutta la politica
Ci fa avvertire che che c'è nel rapporto tra Giovanni gli studenti una parte delle fabbriche c'è un si è prodotta una rottura
Che sarà ricomposta dopo anni anche dopo tanti morti e dopo tanti che ci si trovi drammatiche in quel momento noi siamo per così dire presi d'infilata in un sappiano che cosa ne sarà di noi e non riusciamo a capire qual è la strategia migliore per fronteggiare questa sfida
Dov'era il sedici marzo del settantotto e come apprende la notizia del rapimento di Aldo Moro
E mi arriva una telefonata ero a cambiarmi precipitò nella sede pecoreccio giovanile venti minuti macchina cioè mentre l'arrivo Radu Brocchi
Già amici tutte le persone che conoscevo e che avevano sensibilità politica anche più grandi epidemie
Più grande di noi
Come a dire beh è un momento in cui bisogna ritrovarsi tutti insieme e anche simbolicamente ritrovarsi dentro una sede di partito nostro era un ufficio a largo Arenula l'avrebbe preso pure negli anni successivi Mastella per fare e il quartier generale del suo partito Iran l'appartamento non avevamo cinque sale tanto eravamo vicini al partito radicale che all'epoca era quasi un nostro dirimpettaio
E appunto c'è questa chiamata a raccolta
Che anche se vogliamo un po'inconcludente non c'è molto che noi possiamo fare però partecipiamo dello spirito del tempo in quei giorni c'era un tempo altamente drammatico
Se dovesse raccontare no quei cinquantacinque giorni
Attraverso la democrazia cristiana insomma quali sono i maggiori ricordi cosa non dimenticherà mai di come i grandi leader della Democrazia Cristiana vivono e reagiscono a quella terribile
Accadimento
Ma la direzione si riunisce il giorno stesso del rapimento di Moro il movimento giovanile
Il segretario del movimento giovanile cioè il sottoscritto faceva parte della direzione
Diciamo che era la cosa più importante
E c'è una prima riunione che dominata dall'angoscia dallo sconcerto e poi ci si aggiorna a due giorni dopo
Il giorno tre funerali degli agenti della scorta
E poi curiosamente si dice la direzione siede in permanenza non facciamo più riunioni formali ufficiali con una regolare convocazione
C'era un andirivieni a Piazza del Gesù utili quindici venti ministri
Consiglieri però non non ci sarà più una riunione formale della direzione Shinohara che aveva un retaggio quando la direzione di convocata e corre voce che Canciani prenderà la parola per aprire uno squarcio che conduca alla trattativa e quindi per rovesciare una linea che fino a quello del momento era stata contrassegnata dalla parola d'ordine la fermezza
Ricordo rammenti tra i quali faccio anche fatica a mettere ordine poco prima quindi il comunicato del lago della Duchessa quando si pensò che loro potesse essere tanto come dire il giustiziato ancor prima fatto ritrovare alla cosa dato che essa ci sono alcuni giorni di totale black-out hanno sappiamo nulla non c'è nessun contatto non c'è neppure Solito florilegio di comunicati delle Brigate Rosse che non sapevamo quanto fosse da pentiti virtù che ci avrebbero portati vi ricordo che in quei giorni a un certo punto dissi va be'ma noi dobbiamo anche rispondere un po'muso duro dobbiamo scendere in piazza dobbiamo dimostrare che la democrazia funziona democrazia
Con i suoi riti con le sue occasioni di partecipazione non non si spegne non non ha passa il suo volume
Mi ricordo che con i collaboratori gli Haqqani paio di volte insistetti anche con lui sul fatto che una manifestazione sarebbe stata valutare dal punto di vista politico anche se capivamo quali effetti potesse avere rispetto alla remota eventualità che si aprisse un pertugio che avrebbe magari portato alle trattative per la liberazione dei loro ma sono dettagli
Ne potrei citare tanti altri ma la somma di questi dettagli dice una cosa
Che noi eravamo
Come ho detto prima presi d'infilata era un anno noi eravamo nella nella condizione di lucidità e dice ricchezza
Che fa parte di tante ricostruzioni successive ma certamente non faceva parte dello stato d'animo Titti quei giorni di quelle ore
Dopo la tragica morte dello statista mai avuto rapporti con con la sua famiglia
è ho un buon rapporto tuttora con i fili che naturalmente hanno sempre messo una distanza di sicurezza dal dal mondo democristiano
No non partecipavano alla battaglia politica si intuiva da parte loro una certa severità verso un ambiente un partito che assorbiva tanta le energie del tempo
Loro totale quindi è comprensibile che ci fosse come dire
Una certa difficoltà a condividere distinto l'uso del tempo
Questo rapporto poi diciamo negli anni successivi e a maggiore distanza direttori addolcito e approfondito
Però resta il fatto che Moro era una persona
Che nella sua riservatezza sempre verso una certa distanza tra la sua persona la sua figura alla sua famiglia e il ruolo politico che svolgeva
E d'altra parte questa distinzione tra pubblico e privato era molto diffusa in quel periodo
E sarebbe stata poi progressivamente
Cancellato nota tale al trionfo dell'odio di comunicazione di massa e quindi orientata all'introduzione in una stagione in cui pubblico e privato si mescolavano con maggiore disinvoltura
Dopo la morte di Moro si avvicina la corrente di Arnaldo Forlani
Perché fa una struttura ottima conoscenza locale no
La interrompo
Dopo la morte di Moro io al congresso baltici del mille novecentottanta
Scelgo d'Italia
Scelgo d'Italia per per due ragioni la prima
E che
Avevo una
Singolare curiosità nei confronti della persona tant'è che poi siamo diventati molto amici accertato tra loro un legame molto molto forte
Perché intuivo in lui
Una trasformazione in atto d'Italia era stato sulle prime un leader molto aggressivo molto rampante si sarebbe detto negli anni successivi
Anche con qualche tratto di disinvoltura
E poi però almeno mi sembrava di cogliere poi l'esperienza che ho contro vicino a lui me lo ha confermato c'era anche lui grande sforzo di migliorare se stesso un lavoro che faceva su di sé e la consapevolezza che tante cose dovessero cambiare illude dovesse cercare di essere uno dei fattori di questo cambiamento
La seconda ragione che d'Italia lo udì devo come persona del tutto estranee
Alle dinamiche di quei cinquantacinque giorni quel periodo lui era al Governo e non al partito
E quindi molte delle riunioni che si svolgevano cacce da Gesù istituzionalmente non partecipava e mi sembrava
Più libero soprattutto meno invischiato in quella logica del partito della fermezza come si diceva allora
Che non mi convinceva
E col tempo che è passato continua a non convincermi e però è un tema che ammettono un serissimo problema di coscienza perché io è vero avevo ventidue anni ero alle prime armi non avevo né la forza né l'autorevolezza per prendere una posizione più più netta io però mi sono sempre reso conto che quel tanto di concessione alle ragioni della trattativa che io sentivo dentro di me io espresse con una circospezione con una prudenza di cui
Mi sono ritrovato tante volte a Pieri idealmente a chiedere scusa avrei dovuto essere molto più sporche nell'esprimere una convinzione naturalmente queste convenzioni non erano ideologiche né quella della fermezza né quella della trattativa erano ipotesi che tuttavia la mia parte l'ipotesi all'epoca cento di averla recitata con troppa timidezza questo torno a dire mi ha posto nel tempo un problema di coscienza
Mi correggo e dopo dunque la morte di Antonio Bisaglia no che si avvicina quest'aria cosiddetta il preambolo di Arnaldo Forlani no no no ma perché no no ma lei vuole oltre a un ruolo non ne ho mai fatto parte
Io dagli acqua ecco
Incontrammo
Mi propose di andare a fare cose tra la RAI e io andai del pari nella tecnica
E Venica mi ricordo che di Capitalia
Porto Follini al consiglio della RAI ancorché sia giovane naturalmente all'epoca ero con la pietra dello scandalo perché no troppo giovane e con sicuro abbastanza rodato cosa nel quale ruolo
E pochi mesi dopo gradevoli e su De Mita Toia onorare quella promessa tant'è che
Ricordo sempre che ci incontrammo
Congresso mi pare fosse a Bergamo e tornammo a Roma insieme
E lui mi disse guarda non tu non ti devi preoccupare perché io ho preso un impegno che ti riguarda con una persona che non c'è più quindi quell'impegno io se anche volessi non potrei mai risentirlo
E quindi tu sarai nel consiglio della Rai
E questa è diciamo una
Una promessa personale che ti faccio
Quindi faccio ammenda ori ho visto l'ho rivelino poi sbagliati
No di lì in poi io parlai soprattutto con De Mita poi non avevo nessun ruolo delle correnti democristiane le ho le ho studiato e ho cercato di raccontarle
Ma io sono stato con Moro finché c'è stato Moro nel quadro del dopo Moro poi che non mi convinceva il la mitologia che ellenica
Avanti gli anni sul rinnovamento Zaccagnini hanno sull'idea che conta cantieri si aprisse nella nella DC una stagione nuova
E non avendo partecipato vero ancora segretario del movimento giovanile a quella mitologia ho scelto diversamente
Ma vorrei segnalare che questa scelta io l'avevo fatta a suo tempo
In sintonia con Moro
Perché anche Moro che pure giacché Aniello aveva indicato
In veniva dalle fila della sua corrente
Aveva poi nei confronti della gestione del degli ultimi mesi della segreteria
Gli ultimi mesi che gli è capitato di vivere un atteggiamento molto critico tutta questa enfasi sul fatto che la DC voltava pagina che cambiava tutto
Che Zaccagnini era l'alfiere della novità in modo sembrava consegnato al vecchio ordine era una cosa che lo faceva soffrire
E credo che nell'appoggio che Luís mia offerto in quei mesi in cui prendeva forma la mia candidatura alla segreteria del movimento giovanile ci fosse in un angolo del suo pensiero anche questa considerazione
Cioè che io ero un giovane Moro Teo dopo troppo Zaccagnini hanno agli occhi di Moro questa cosa era
Credo un elemento positivo
Poi dall'ottanta all'ottantasei durante i governi Forlani Spadolini Craxi Fanfani e alla direzione nazionale del partito
Da giornalista
Onorevole come era conterebbe i più giovani che ascoltano questa conversazione il Caf che è stato un po'tramandato come l'emblema negativo no di quegli anni che poi porteranno a Mani pulite che ricordo ne ha
Ma guardi in quegli anni secondo me si sommano due errori
C'è un errore di De Mita e di Craxi
Nella pervicacia con cui hanno con tutti e due non andare d'accordo l'uno con l'altro
E questo ha portato De Mita farsi molte illusioni
Sul partito comunista che in realtà nel frattempo era fuori dal gioco europeo occidentale non dimentichiamo che sono gli anni in cui vengono scelti gli euromissili occidentali che debbono fronteggiare i missili sovietici sono gli anni in cui avanza un processo di integrazione europea rispetto a cui il Partito Comunista a molte remore
E quindi giocoforza la DC si trova a governare con i socialisti le neppure De Mita riesce aspettare qua lo questa entità del problema l'altra metà e che però Craxi all'indomani diciamo della sua in copia unica abilità con De Mita sceglie come interlocutori Andreotti Forlani
Che diciamo
Trattando né con il dovuto riguardo
Considerando tutto il peso il valore della loro storia
Sono due signori che però
Non hanno nessuna
Curiosità verso il nuovo pensano che fondamentalmente il sistema vada bene così e e quindi c'è questo come dire incrocio di errori
Che porta a costruire un blocco un'alleanza
Che mi sembra troppo appagata di quello che c'è sembra andare a cerca di qualcosa di nuovo poi
Verranno
Negli anni successivi tutti gli appelli alla riforma istituzionale al ripensamento dei partiti
Ma fondamentalmente l'alleanza tra Craxi Andreotti e Forlani a un'alleanza all'insegna di un certo immobilismo e questo è stato il suo limite
Al momento dello scioglimento poi della democrazia cristiana sceglierà il centrodestra qual è stato il suo rapporto politico anche umano con il presidente Silvio Berlusconi
Io avevo
Una grande simpatia umana verso Berlusconi
E un profondo dissenso politico
Ho cercato molte volte di dirgli che le tue cose potevano stare insieme
Mentre lui riteneva che dove c'è amicizia ci deve essere anche condivisione politica e viceversa
E dove c'è un dissenso politico si incrina il rapporto personale una volta gli dissi guarda che io sono un vecchio signore ottocentesco che gli del pubblico e il privato in modo fin troppo netto e tu sei un sessantottino per cui il tuo privato e pubblico e viceversa lui ride alla battuta
Ma ovviamente restò della sua idea
Dal punto di vista diciamo delle qualità umane Berlusconi è stato certamente un personaggio rilevante e questo spiega anche quella scia di affettuosità diffusa che lo accompagna ancora oggi
Dal punto di vista politico avevo allora molte obiezioni che le confermo tutte
Berlusconi ha goduto di un una condizione di popolarità di forza popolare quale mai nessuno dopo di lui e forse neppure prima
è stato oggetto di un investimento emotivo da parte del Paese molto generoso
Avrebbe dovuto ripagarlo con una politica di riforme ma soprattutto con una politica scevra
Di cui miscela di particolarismi
Mentre invece a cominciare dalla cura straordinaria che ha avuto per le sue aziende
E come se avesse dato agli italiani il messaggio che era della Terza Repubblica francese arricchite lì cioè godetevi la vita
Che naturalmente rende molto simpatica la campagna elettorale ma non sempre
Risolta altrettanto i problemi del Paese un'ultima domanda Marco Pannella qualche ricordo particolare qualche interazione con lui
Ma guardi io Pannella l'ho conosciuto Tarozzi potere da Ban da bambino anche lui nel senso che mio papà era molto amico di Franco Roccella
E questa loro amicizia che era anche una consuetudine molto fitta
Ovviamente si allargava Pannella io lo conobbi
Negli anni
Sì settanta io fui mi ricordo che fui rimandato
In quarta ginnasio in greco perché avevo discusso con il mio insegnante lo avevo anche un po'maltrattato dal suo avevo fatto un gesto di ribellione un po'velleitario
E allora mio padre in quei giorni mi portò a conoscere Pannella
E mi ricordo che lo incontrammo a piazza Navona lui teneva spesso panico da quelle parti
E così mi presentò come uno
Che aveva insomma non è non è non ero troppo ho avuto ordine o creato un certo scompiglio questa cosa
Poteva suscitare una qualche curiosità Marco Pannella
E poi tante volte è capitato
Comunica
Poteva suscitare ma qualche curiosità Marco Pannella
E poi tante volte è capitato di rincontrarci piano Carletti litigare
Era un personaggio con magnetismo uno straordinario
Con molte più somigliante delle differenze che lungo le dita intrecciate
Farà affiorare il suo modo di costruire amicizia era nel suo essere provocatorio lo spigoloso critico di tutto
Però avevamo appicca il dialogo che mi ha sempre molto colpito molte volte emozionato e che conservo come ricordo particolarmente prezioso tra le persone che ho incontrato nella mia vita
Pubblica credo che Moro per un verso e Pannella per un altro contante differenti tra loro ma anche con qualche somiglianza
Siano le persone che mi porto dentro con più con un con un sentimento più profondo grazie a Marco Follini è stato davvero un piacere averla con noi
Grazie a voi