Più Libri più Liberi - L'attualità delle riviste di cultura nel dibattito contemporaneo

Faremo così
Presente sì
Ecco sì
Buongiorno buongiorno a tutti Benvenuti io sono già da far salari giornalista direttore de L'Avanti della Domenica in questa veste segretario generale del cric il coordinamento delle riviste e di cultura prima di iniziare questo dibattito che abbiamo titolato l'attualità delle riviste di cultura nel dibattito contemporaneo
Permettetemi intanto di ringraziare intanto il c'è per il Centro per il libro e la lettura che quest'anno ci ha fornito ospitalità i suoi spazi per poter attenere ai nostri dibattiti naturalmente è radio radicale che ogni anno segue con molto interesse i nostri i nostri dibattiti poi volevo ricordare che il coordinamento delle riviste e cultura che è un'associazione che i cui che associato più di duecento richieste
E possibile grazie al contributo dell'otto per mille della chiesa valdese e del ministero della cultura fatti questi doverosi ringraziamenti voglio dare il benvenuto agli ospiti di oggi che sono Simona Maggiorelli alla mia destra direttive CEE della rivista Lester grazie Simona per essere qui
Giacomo Botta Mossa direttore di Pandora rivista grazie a Giacomo e ma del cassa del comitato di direzione della rivista Economia della cultura edita da il Mulino
Dunque stiamo nel vivo della del nostro dibattito intanto sono veramente molto contente di aprire questa serie di dibattiti del coordinamento della vista e cultura ricordo tra l'altro che oggi pomeriggio se non altro molto importante su
I conflitti e le religioni con nel cardinale zuppi Valdo Spini che presidente del coordinamento delle riviste culturali al tra l'altro sta arrivando avuto qualche problema con il treno colonna
Noemi Di Segni e la Tavola Valdese insomma diciamo sono molto contenti di aprire questa serie di dibattiti proprio con questo
Argomento che ci sta molto a cuore che è proprio qual è il ruolo delle riviste di cultura nel dibattito o contemporaneo vorrei iniziale subito coinvolgendo Giacomo Buttons direttore della arrivista a Pandora
Intanto ricordando sollecitandolo a prendendo spunto dalla l'ultimo farà rapporto Censis si il cinquantasettesimo rapporto Censis uscito proprio qualche giorno fa
Che Giacomo ha descritto un'Italia il Censis ha utilizzato questo vocabolo terribile un'Italia di sonnambuli
Un'Italia dove c'è sempre più individualismo dove ciascuno si sente un po'più solo dove c'è un iter personalizzazione della propria vita in tutti i campi nel lavoro
Dove c'è un grande tema che quello demografico non si fanno più figli i giovani scappano un giornale a descritto questo rapporto
Come un Paese che trascina i piedi ora io non non non volevo il ramo iniziare con questo quadro questa fotografia però in realtà licenze e istituto autorevolissimo che fa la fotografia sociale del Paese ogni anno e dire che è una fotografia pessimistica forse è un po'riduttivo perché voglio iniziare a discutere con voi prendendo spunto proprio da questo tema perché perché se parliamo di ruolo delle riviste nel dibattito
E contemporaneo dove c'è lo sanno tutti un po'di deficit sotto molti punti di vista chiedo a te come il nostro ruolo quindi quello del riviste cultura può coprire quel tecnici spettacolo
Grazie faticosamente recuperato il microfono ringrazio davvero
Ringrazio davvero già da per l'invito poi il coordinamento in vista italiani di cultura è davvero un piacere avere l'occasione di discutere col
Rappresentanti di previste autorevoli come Simona Maggiorelli ma del casta e mi fa particolarmente penso sia effettivamente particolarmente utile diciamo iniziali a riflettere partendo dalla rapporto del Censis che sì da sempre diciamo delle suggestioni che ci aiutano a pensare poi ovviamente diciamo sulla base di quella che è l'analisi di quello che è il il ritratto che viene fatto ogni anno del paese si possono fare varie considerazioni però sono sempre gli spunti interessanti
E è stato detto giustamente diciamo un ritratto
Complesso difficile pessimista sulle prospettive a lungo termine
Pure in un contesto che presenta alcune variabili positive perché comunque diciamo ci sono dei dati economici
Che non sono pessimi c'è un occupazione che ha una dinamica positiva vediamo anche diciamo
Dei segnali di spinte diciamo anche verso un miglioramento in quanto meno alcune contesti diciamo delle delle una spinta verso una ricerca del miglioramento delle condizioni di lavoro salariali non solo quindi tutto sommato uno potrebbe dire ci sono alcuni tanti che potrebbero fa pensare positivamente c'è un aumento del turismo insomma ci sono anche c'è una dinamica dell'export interessante e anche questo viene evidenziato dal rapporto senza
Però nonostante questo c'è una cifra generale che l'analisi del Censis cattura e che in fondo tutti noi sentiamo no tutti noi sentiamo che il Paese no il il rapporto Censis pasta parla diciamo di questa epoca in cui viviamo
Dei desideri lì piccoli dei desideri diciamo primi diciamo di un grande slancio di una grande ambizione e quindi è interessante riflette un po'su questa popolarità non so quanto tempo ho per
è interessante riflettere su questa polarità è interessante anche molto riflettere sulle cause il rapporto Censis CISL voi sapete storicamente cioè si sta sempre diciamo
Insistito diciamo su questa immagine delitto accessi di sviluppo dal basso no c'ha questa Italia diffusa che innesca va dei processi di sviluppo che non erano tanto pianificati non non partivano tanto da un da un po'oggetto diciamo dall'alto ma erano innescati da tanti piccoli processi di innovazione diffusi l'Italia dei distretti delle cento città no
Abbiamo avuto Giuseppe De Rita ospite qualche mese fa nella serie dei nostri video podcast eccidi parlava proprio del momento della nascita del del Censis che nasce proprio in dissenso anche rispetto a un'impostazione dello dello Svimez da cui proveniva anche Giuseppe De Rita e e e questo tema era proprio un un punto centrale della flessione
Ecco ci dice l'analisi del Censis che questa spinta diciamo questa dinamica trasformati va innovativa di questa Italia dal basso tende a esaurirsi no
Lo sciame che è l'immagine che viene usata dal Censis che lo sciame diciamo è un ordine spontaneo che emerge in qualche modo dall'aggregazione di tanti sforzi individuali che senza diciamo coordinarsi ex ante però riescono alla fine
A produrre qualcosa che ha che risponde in un qualche modo al contesta la situazione ecco eccessi si dice questo non funziona più
Perché appunto siamo in questa epoca dei piccoli desideri non c'è più un investimento sui progetti a lungo termine anche il lavoro
è è declassato nella lista delle priorità di vita delle persone e quindi diciamo siamo tutti un po'disillusi è una società che non non riesce diciamo a guardare lontano e questo vengo al punto è proprio uno dei problemi principali la Società italiana ed è uno degli ambiti in cui le riviste potrebbero approvare ovviamente con i pochi mezzi con le proprie capacità a incidere
Che perché se c'è una cosa che le riviste di cultura hanno è proprio la capacità di guardare al medio e lungo periodo
Di provare diciamo a sedimentarie un pensiero una riflessione sui grandi processi di cambiamento che la nostra società attraversa senza soffermarsi tanto sul giorno per giorno l'istantaneità e e e tutte queste dinamiche che ben conosciamo che sono certo amplificate dai sociale dalla dalla brevità le modalità ma hanno anche delle radici più profonde delle radici che provengono
Da dinamiche e tendenze sociali e questo guardate e in pace perché dobbiamo chiederci perché quella dinamica che il Censis descriveva e che aveva descritto nel corso di tutti questi anni viene a concludersi
Io credo che sia perché noi adesso viviamo in un quadro intendiamo un incastro di tanti cambiamenti molteplici in cui
Un quadro che se vogliamo fino alla crisi del due mila e otto dagli anni ottanta anni settanta ottanta alla crisi del due mila otto bene o male diciamo che avrà delle code a la globalizzazione ciò che ama delle coordinate più o meno fisse in cui ci si poteva muoversi in cui in un certo senso gli attori sociali economici potevano anche andare in un certo senso col pilota automatico no diciamo si trattava di fare delle delle cose che che che bene o male non richiedevano
O quanto meno magari tasso di coordinamento c'era a monte no c'era nel progettare le coordinate di un mondo ma una volta fatto questo
I vari soggetti diciamo più o meno si arrangiavano e questo generava una dinamica ecco questo negli ultimi dieci quindici anni di crisi è cambiato siamo in un mondo in cui il paesaggio si sta continuamente ristrutturando ridefinendo e quindi pilota automatico non funziona più
Le società che non sono in grado di Chan molti progettare
Il cambiamento e progettare lo sviluppo Ossimo numero di quando faccio un po'di pubblicità repository quando alla lista che uscirà a breve qua predicato al tema dello sviluppo ecco uno sviluppo senza aggettivi oggi non è più possibile
Bisogna definire le caratteristiche le qualità dello sviluppo e per definire le caratteristiche le qualità dello sviluppo c'è bisogno di un dibattito pubblico all'altezza che è quello che oggi drammaticamente manca perché mancano i luoghi perché le modalità di discussione non sono adeguati a tutto diciamo fatto di caricature macchiette e quindi il dibattito che abbiamo non è all'altezza di questa progettazione a medio e lungo termine di cui abbiamo bisogno e su questo io penso che le riviste di cultura potrebbero fare molto e magari poi ci torniamo dopo non prendo atto
Abbiamo soltanto microfono quindi per semplicità passo subito la parola a Simona Maggiorelli Simona Giacomo di cera
A delle cose molto importanti quelle che mi hanno colpito di più e quando poco fa diceva non si fanno più investimenti a medio lungo termine il dibattito pubblico no
Soffre di questa cosa e e anche rapporto Censis lo descrive va bene c'è una un dibattito fondato sull'istantaneità quasi sulla polarizzazione del scontri anche a livello istituzionale a livello politico tutto dirigi una rivista che alla sua missione nel nel nome che porta all'esterno
Ma al netto di questo può come dire intaccare
Un po'anche il sistema democratico delle istituzioni questo dibattito fondato sull'istante vietata sull'onda emotiva
Cioè noi abbiamo visto ad esempio qualche giorno fa fatti di cronaca ma qui come quello che ha ha coinvolto Giulia Cecchetti una che tu hai trattato come fai da sempre sulla questione che riguarda una violenza sulle donne abbiamo visto per esempio il drammatico incidente lo scontro che c'è stato e che ha travolto cinque lavoratori insomma l'impressione e c'è non solo la politica ma la classe dirigente in generale che fatta da classe politica imprenditori stakeholder insomma l'élite del pensiero del Paese
L'impressione è che ci si stia tutti facendo un po'trascinare da questa onda emotiva
Dei dei cittadini no ecco questo attua viso può in qualche modo intaccare anche il sistema delle istituzioni sistema democratico del Paese
Grazie Giada domanda impegnativa
Andrà sì sicuramente sì condivido la tua analisi condivido quello che grazie Giacomo e cioè fatto il quadro rende più semplice voi proseguire allora quello che vedo io dal nostro osservatorio una spaccatura tra il Paese reale le istituzioni in questo momento sia più che altro governo direi
Il rapporto Censis mi riallaccio a un attimo a quello che diceva Giacomo lo fotografa piuttosto bene
Perché ci sono tutti gli aspetti negativi che ha detto Giada che ha detto Giacomo indubbiamente ma ci sono qua e là anche invece dei segnali voglio essere ottimista
Molto interessanti dal mio punto di vista in primis il la laicità la secolarizzazione progressiva della società italiana per cui del rapporto Censis viene fuori che
E i matrimoni sono sempre di meno per esempio figure in quell'inchiesta poi ancor di più viene fuori che il mi pare oltre il settanta per cento degli delle del campione è a favore dell'eutanasia
E noi viviamo in un Paese appunto che interi è un Paese cattolico
E poi viene fuori che un settanta per cento è a favore oltre il settanta per cento a favore è dello ius soli
Incredibile no la cittadinanza i neri nuovi cittadini italiani cui si nega hanno tutti i diritti da e di governo di governo no
Purtroppo neanche il centrosinistra si è distinto perché quando aveva lo sole opportunità lo dico cornuto controllore perché appare il giornale che dirigo punto si chiama letta è quindi evidente da che parte
Batte nel il nostro cuore però non ci siamo riusciti no è è quello ci sono dei piccoli quindi i segnali di una società civile
Terzo molto più avanti rispetto a questo governo che invece si propone come fortemente razzista Moon politiche contro i migranti io in una bici pr come sapete in ogni regione
Risolvere i problemi sociali sempre ricorrendo nuovi provvedimenti di legge e qui veniamo anche il tema che ci è molto caro sorda anche atteggia dazio che te ne occupi molto
Tema della violenza contro le donne ricchi governo Melloni la risposta è stata facciamo più leggi facciamo decreti Calibano
Mandiamo i ragazzini anche se minorenne in galera come se questo fosse un modo per risolvere il problema problema ecco eminentemente culturale
Le le ragioni le radici sono molto complesse indubbiamente però ci dobbiamo esercitare proprio su questo c'è il veto di ruolo delle riviste culturali se vogliamo toccare questo aspetto
In particolare possono avere un ruolo di avanguardia perché serve molto approfondimento cosa mi sui giornali non abbiamo l'ho letto non abbiamo quanto meno abbiamo visto in tv perché Enzo Masini secondo me anche il caso di diritti drammatici stimo dice Giulia Cecchetti indi Femminicidio di Giulia è stato raccontato con una serie di particolari anche morbo sì no con questa continua andare nel dettaglio senza andare a cercare di capire il senso la dinamica di quello che è accaduto allora
Per fortuna il Paese ripeto secondo me più avanti del delle del del di chi dei nostro della classe di governo perché l'enorme manifestazione meno abbiamo raccontato anche sul sito non solo a Roma ma in tutta Italia c'è stata una scossa o movimento nuovo
O un dire un urlare no basta basta violenza sulle donne hanno partecipato Giovanni Vecchi i ragazzi e ragazze
è previsto io penso che il nostro compito sia da non parte leggere questi movimenti ma anche danni una sponda no una possibilità di espressione perché non sappiamo che poi i movimenti sono molto belli di tali però poi se non c'è una traduzione
Anche politica si perde no per ogni volta ci ritroviamo daccapo
Allora il nostro compito essere come riviste culturali anche molto ambizioso giorno noi per esempio cerchiamo di affrontare il tema della violenza sulle donne
Da tanti punti di vista che non sono solo allora sociologico ovviamente
Riguarda le disuguaglianze disuguaglianza economica come sappiamo e di ogni genere ma anche cercando di capire di stimolare come dire un approfondimento su quella violenza
Che prima di diventare visibile prima di diventare il femminicidio è ovvio violenza invisibili che a volte difficile da cogliere come nel rapporto nei in questo caso si vedeva se vogliamo dall'esterno
Con chiarezza al suo acquisto
Odio direi lucido il freddo del del ragazzo che a un certo punto quando lei fa un movimento cerca di emanciparsi si vuole separare si scatena no
E passa all'atto però prima di arrivare a questo
E epilogo drammatici Simone c'erano vere seppur difficili da vedere dei segnali in questa importante
Secondo meno questo lo scriviamo Sempre la formazione la formazione per la prevenzione
Formazione vuol dire anche formazione non sono appunto dei polizia magistrati di chiunque si debba occupare misto ma anche le individualmente personalmente come formazione umana di ciascuno di noi in certi
A volte quando dico questa cosa vengo criticata perché fece ama che puoi dire che allora le donne sono colpevoli no perché dovevo vedere dovevo sentire io penso invece che e imparare a sviluppare una sensibilità ma capacità di sentire il contenuto del rapporto sigle così come dire tanto premuroso mi telefonava dieci volte al giorno in realtà è controllo no cercare di legge dell'invisibile sia una forma invece di empowerment
Ulteriore di strumenti ulteriore di emancipazione
Allora ritorna Valdo quello che diceva Giacomo qual è il compito delle riviste in questo senso è anche di non fare avanguardia cioè andare a cercare tu anche l'interno delle discipline della psicologia della Psichiatria come nel caso nostro
Passa c'è di più moderno di avanguardia rispetto al comprendere la la la la realtà umana no quindi ogni rivista noi in particolare
Rivendichiamo anche di avere una visione come dire che anche a che vedere con l'antropologia truffa non
Appunto basandoci su tutta una serie di studi e cominciare appunto dallo psichiatra Massimo Fagioli che è stato tra i praticamente i tre fondatori di letta con la sua rubrica
Cerchiamo cioè pensiamo che cerchiamo di di sviluppare un discorso sul sulla violenza sulle radici della violenza che non è nata nell'essere umano
No perché allora una persona diventa violenta
Penso all'interrogazione che dobbiamo continuare a riproporre riproporre riproporre cercare di approfondire in maniera meno ideologica possibile cercando insomma una profondità e appunto una multidisciplinarietà nostro nome lento
Significa chiarissimamente sinistra ma come molti di voi sanno è anche un acronimo di Liberté
No libertà uguaglianza fratellanza che magari io preferisco dire solidarietà e quella di quella di di trasformazione che vuol dire appunto che era Boy rubrica Massimo Fagioli
Che vuol dire trasformazione della realtà fuori di noi non hanno ovviamente sociale trasforma anche trasformazione interiore di ciascuno di noi e credo che
Oggi nel due mila ventitré non ci possiamo più sottrarre a questa a quest'impegno a questa sfida grazie
Grazie è grazie a te Simona soprattutto per la l'analisi che hai fatto voglio prendere spunto da una delle cose che hai detto alla fine del tuo intervento quanto è importante la formazione se non porre Toriko in realtà probabilmente parte tutto da lì con questa suggestione voglio che involge tema del terapista
E ricordare tre che tra le altre cose è uno dei numeri di Economia della cultura
Era dedicato proprio a una formula che molto emblematica la rete chiamata siccità educativa una una bella formula sa che gliela rubiamo questa Simone per i prossimi numeri di Renzo e più avanti
No e però qual era come sviluppava il tema la vostra rivista parlando di una marginalizzazione educativa
Che non riguarda ormai Chivu come succedeva nel passato le periferie ma che coinvolge cotto la classe media
Questo se ci pensate è abbastanza preoccupante allora ti chiedo
Dovevamo da questo mondo dove va il mondo dell'educazione e come le riviste di cultura possono coprire anche questo spazio
Bene in petto io vorrei iniziare con dato ottimistico
Che fattuale ed è che quando è stato formato istituito il critiche abbiamo fondato il terribile
Il coordinamento del dagli anni di cultura nel due mila
Eravamo circondati da sguardi di
Soprattutto Espresso quindi ne non dovevamo neanche intuirlo al CIPE
Noi delle riviste
Noi invece ci credevamo e per fortuna siamo anche allora era diciamo un periodo meno meno pessimistiche o meno di membri minor chiusura di Milano sfiducia
Sì diminuzione e quindi
Ha posto le grazie
Ed è ma forse lei sentite o no no
Sì
Modalità allora
Quel abbiamo fondato
Non si sente
Ecco mi sentite
Noi
Più massa critica i problemi delle riviste proprie me dalla distribuzione il problema no en non si sente
Ecco così
Cioè la il e il tentativo di costruire uno strumento che mettesse a fattore comune i problemi
Delle riviste per facilitarne l'esistenza considerate che nel frattempo stava diventando pervasiva la cultura digitale la il digitale e
E quindi e e c'erano tutt'altro la tendenza anche a porsi il problema di passare al digitale ma con la consapevolezza che non è un solo un cambio tecnologie un movimento un ma o un cambiamento tecnologico ma è invece un ripensare se stessi rapporti col pubblico perché il digitale
Fa girare i contenuti in un altro modo chiaramente ecco allora abbiamo costituito questo critiche Mammano le riviste non solo sono finite
Ma sono aumentate fino arrivare in questo momento
A essere molto vitali e da che noi davamo una piccolissimi piccolissimo punto di questa fiera quindi c'è proprio un riscontro con riscontro materiale adesso noi siamo poi il cricket è un protagonista delle vere della fiera cercarti anche privilegiati in qualche modo questo fidanzata mente la misura
Del cambiamento per cui è vero che la la situazione dell'Italia è questa ma soprattutto c'è un problema di rappresentazione perché l'Italia è è un Paese a macchia di leopardo e per fortuna direi perché così e posso più possibile
A ai singoli soggetti gruppi di trovare il loro spazio cioè a maglie larghe a maglie larghe e soprattutto perché noi guardiamo sempre in alto io lavoro con i beni culturali con l'eredità culturale col nostro patrimonio e e dico sempre al tessuto al mio tessuto professionale scrive che noi non dobbiamo stare sempre aspettare che ci arrivi il del decreto il Regolamento il finanziamento ma dobbiamo essere noi i qualche modo a trovare la nuova un nuovo tipo di mediazione nuovo modo di porci ecco quella per le riviste è è la stessa cosa quando ci si accorge di questo ecco per esempio Economia della cultura come vedete un binomio abbastanza non improbabile assolutamente però e anche ha creato quasi conflittualità perché conflittuale potenzialmente però la rivista riesce a a offrire strumenti a guardare lato economico ma non subordinando la cultura all'economia tutt'altro trovando sempre il il rapporto giusto cioè quello che favorisce la cultura dandogli degli strumenti quindi ci siamo chiesti ma come si diffonde oggi come si diffondono oggi i contenuti
Quali sono i modi e luoghi della trasmissione dei contenuti in un Paese in cui appunto riconosciamo la debolezza educativa all'abbandono
E che non è più delle periferie intese in senso tradizionale ma diversi tipi diversi tipi di periferia e la lettura ci è sembrato ci è sembrato indagare alla lettura ci è sembrato importante perché già ci si rendeva conto che non si legge come si leggeva prima quindi fare la domanda quanti libri in onda conto di quello che si legge e infatti il numero è stato curato da me con Gianni Peresson che il direttore il direttore della ufficio studi dell'Aie dell'Associazione italiana editori questo vuol dire che gli editori ovviamente stendono conto più di non avere un quadro di non riuscire ad avere un quadro della situazione
Perché lei sta in le domande che si fanno sono vecchie nel senso che sono le stesse domande che non possono tenere delle risposte
Significative e così abbiamo fatto un'indagine che coinvolge diversi ruoli eh ovviamente invece di pena interdisciplinare perché la realtà viene rappresentata in modo efficace attendibile da diversi sguardi da sguardi di benessere di diverse discipline lo chiamiamo neanche interdisciplinare perché è un termine molto un aggettivo molto sfruttato
E che finisce per non Volver di quasi niente perché il problema è come questi sguardi poi confluiscono nella anzi di un problema è così emerso che chi per esempio non legge molti libri anche che so due libri l'anno un libro all'anno non è detto che non legga perché magari legge moltissimi articoli su sul web non solo dalla la richiesta di una rivista ma anche come quell'articolo per esempio gira condiviso condiviso condiviso su i sui soci alla e poi per esempio o legge
Legge gli argomenti che gli interessa ma perché perché il web è fondato sui contenuti nostri dice del contente istinti
Perché nel web il contenuto e la pertinenza è quella che conta quindi le persone seguono il proprio tema il tema d'interesse sul web attraverso tutti i mezzi non tutti ormai attraversiamo mezzi di terzi durante la giornata
Cioè quindi e e il nostro tema il tema che ci interessa in diversi momenti della giornata dalle tetto colossi segua leggendo un libro anzi direi che forse è questo che in qualche modo penalizzare la lettura del libro insieme che pure c'è
Ma è in crisi ma era in crisi anche negli anni Trenta è sempre in crisi perché mercato italiano del libro per lo stesso fatto che italiano non ha il bacino di pubblico che può avere l'inglese anche lo spagnolo ecco però si legge si legge i ragazzi leggono in modo diverso ti che tocca i ragazzi settiche top marzo c'è proprio l'articolo sulla rivista e i ragazzi tutti toccarle non solo leggono ma fanno promozione del libro dei libri che gli interessano perfino l'hanno fatto di Dante
E Repubblica che ci ha una certa diciamo una certa presenza che sta sul pezzo rispetto alle tecnologie essa monto sul pezzo
Si è accorta di questo fatto e quindi ha fatto un accordo e il martedì sera esso non so se è cambiato il giorno fa un o un incontro su tic toc
Subito Bucchi tocca molto
I ragazzi certo promuovono i libri che piaccia o no ok ai ragazzi però i libri cioè non qualche altra cosa i libri
E quindi anche le il il modo di diciamo di lì dei libri il il il modo di distribuirsi dei libri non è Pius solo la la promozione dell'editore o le librerie tenendo conto che a mezzo paese non a librerie effetti spazio nelle edicole ma le dico che stanno diminuendo a vista d'occhio sotto i nostri occhi ne chiudono nei quartieri tutti i giorni quindi non è ecco cambiano cambiano di i motivi cambiano i moti in cui noi
Veniamo a contatto con i contenuti che pure cita giungono tutti i giorni
Senza tener conto e quindi da questo numero noi abbiamo avuto una visione molto articolata molto mobile ritorna qui quella fluidità di cui si parlava no certo è un magma noi viviamo in un magma perenne in cui tutte le coordinate cambiano
Continuamente però è anche vero che e mi Ampa pian piano emergono gli strumenti per governare
Questa fluidità per le riviste e questo è sicuramente un vantaggio un vantaggio perché appunto alla loro periodicità gli consente
Di intervenire abbastanza di dosso dei temi caldi ma non troppo ma non tanto da diventare instant ecco quindi danno garanzie di un pensiero frutto di riflessione frutto di dibattito
Senza dover aspettare i tempi i tempi tecnici per e ecco per cui e c'è anche un e le leggi si appunto colgono possono cogliere il vantaggio appunto di poter raggiungere con il digitale con il web il il pubblico potenziale che oggi c'è mentre nel due mila l'idea era che fosse molto ristretto
Oggi noi sappiamo che non è così ristretto sarà certo una nicchia ma è una nicchia abbastanza larga che però non si conosce perché mentre le riviste accademiche hanno i loro indirizzario no all'albo e le riviste di cultura proprio per loro natura visto che i contenuti si incontrano i contenuti non sono verticali contenuti hanno sempre una trama
E quindi il la rivista di cultura può potenzialmente avvicinare un pubblico molto più ampio
Bisogna lavorare molto ecco in questo senso credo che le riviste e il cricket
Debbano lavorare molto per individuare i motivi e i luoghi del in cui incontrano i loro contenuti i nostri contenuti incontrano il pubblico che c'è
C'è penso che già diciamo per chi pubblica la alla consapevolezza che il pubblico cioè è importante basilare però altrettanto importante capire come come raggiungerlo questo accetta un lavoro appassionante che però andrà fatto
Grazie ma dall'intanto chiedo scusa a tutti voi per RAI il problema tecnico che c'è stato che spero insomma
Di aver ha risolto in questo modo chiedo scusa anche a Mother il perché siccome il tempo sta per finire voglio fare un secondo giro con i nostri direttori in qualità diciamo di padrona di casa sono sicure hanno non me ne vorrà ai e quindi un secondo giro prima Giacomo Botton se poi in chiusura Simona
Maggiorelli diceva prima ma del crac sta che la realtà delle riviste di cultura in fondo è una realtà ancora molto viva no è quella via di mezzo tra libro e giornale che come dire hanno la sua unicità e per esempio l'altra volta mi ha capitato di seguire via streaming la tua festa la tua kermesse di Pandora rivista che addirittura e questo è anche un altro segno di vitalità aveva come dire una partecipazione incredibile migliaia di persone forse Simona Maggiorelli prima diceva il nostro ruolo è anche quello di fare avanguardia
Giacomo come fa avanguardia Pandora rivista
Grazie beh innanzitutto devo dire che sono molto d'accordo con le cose che sono state dette e penso anch'io che ci sia uno spazio significativo per le riviste di cultura e anche questa vitalità abbiamo visto negli ultimi anni abbiamo visto diciamo riviste storiche che sono cresciute che sono rinnovate anche tante nuove riviste che sono nate quindi questo sicuramente è un segnale
E proprio quello che diceva adesso
Giada Fazzari
La quei proprio questo posizionamento diciamo intermedi o no qui è che in un qualche modo
E sta a metà tra lo spazio e l'informazione e il libro lo spazio e l'editoria e quindi è una nicchia che consente ancora di mantenere un interessamento ad esempio la carta stampata lo sappiamo tutti quote la carta stampata intendo quotidiano sappiamo tutti che in un trend di declino
Può mai pronunciati stimo e che probabilmente continuerà per questo tipo di prodotti probabilmente ci sono delle potenzialità interessanti
E e sintetizzerei quello che si può fare con riprendendo appunto una suggestione di Simona Maggiorelli quando diceva che bisogna diciamo anche da una sponda rispetto a quello che nasce che emerge dalla Società dai dibattiti che forse bisogna fare un passo indietro rispetto alla stessa tali attualità
Però ad esempio per guardare più lontano e qui il tema dell'avanguardia e per andare più in profondità e anche per dare profondità perché la continuità delle cose è una cosa che oggi tendiamo ad avere poco ma che è importante per produrre affetti perché le cose estemporanee tendono diciamo a esaurirsi rapidamente e anche il tema della costume di Alita che è stato evocato da madre casta è fondamentale perché di per la sella rivoluzione digitale è chiaro che presentai delle tendenze negative di polarizzazione di maggiore
Rapidità però presenta anche delle potenzialità interessanti quindi avere una strategia ibrida che permette di intersecare gli aspetti positivi
Dei mezzi digitali ma ibrida andò ovviamente poi c'è tutta un'altra
Capitolo che riguarda gli effetti dell'intelligenza artificiale generativa che ancora tutto da esplorare da discutere però al netto di questo un uso diciamo saggio dei mezzi digitali permette anche di fare degli effetti di amplificazione anche nel formato della rivista culturale cosa facciamo noi beh noi proviamo a fare questo proviamo mettere insieme tanti formati diversi a partire proprio dalla rivista di carta
E anche una rivista diciamo bella corposa insomma parliamo di numeri che mandare duecento alle trecento pagine che hanno una periodicità m'lunga è un quadrimestrale quindi escono tre numeri l'anno
Però proprio l'idea di da un prodotto che permetta che si tenga lì
E che si sedimenti e che dia proprio degli strumenti per approfondire per capire un tema perché sono numeri monografici accanto a questo c'è facciamo dei video video podcast podcast parvenza tutti sociale del quindi siamo tutti i canali digitali e facciamo i venti pubblici fisici di quel più importante appunto grazie per averlo ricordato il Festival che è un festival che ormai al sesto anno a Bologna che spetta al Festival lungo di due settimane quest'anno abbiamo avuto più di centoventi ospiti una quarantina di incontristi all'incontro conclusivo c'erano un migliaio di persone in l'interesse poi c'è insomma quando si fanno questo genere di sperimentazioni si si incontra diciamo un riscontro effettivamente positivo è chiaro che parliamo sempre diciamo di cose difficili che richiedono tanto sforzo tanto impegno tanto
E in questo ovviamente la base l'elemento fondamentale sono i lettori e qui c'è un grande discorso appunto su fosse più ampio su come si fa diciamo ad aumentare il pubblico dei direttori ma questo chiama in causa sicuramente delle strategie che le riviste possono mettere in campo ma chiama in causa anche temi molto più ampi che riguardano le politiche che riguardano il lungo periodo la formazione e qui devono fa un altro dibattito grazie
Grazie Giacomo in chiusura Simona allora io riconosco ammetto che aspetto l'uscita di Lester che è mensile lo ricordiamo
Perché tra le tra i meriti che all'estero c'è quello di azzeccare sempre il titolo d'apertura allora siccome non è ancora uscito ma Simona stata così carina che mi ha portato il prossimo numero in omaggio
Con questo titolo di apertura che io già spicciato mentre c'eravamo prima se vogliamo anche farlo vedere ecco il titolo di questo mese peggior già emblematico di quella che la mission di Lester
E quindi insomma diceva Giacomo Pandora per esempio una una rivista che a quale cadenza quadrimestrale di duecento pagine tu
Appunto saprebbe riprendere prima quello che dicevamo prima tra libro è giornale il mensile e non è settimanale ma non è ancora quadrimestre insomma è una una come dire un formato particolarmente impegnativo dicevamo prima
Allora intanto ti chiedo cosa ci dobbiamo aspettare in edicola in questo nuovo numero e poi proprio in chiusura proprio perché ne siamo qui anche per valorizzare il ruolo delle riviste di cultura la due sì di quelli bravi dicono da Cipro e Twitter andarci due tic toc oggi si direbbe
Qual è la crisi più forte che una rivista attraversa in questo periodo
Due-tre Twitter su come superarla
Domanda impegnativa ad lo era
Dunque il mensile non è una sfida per noi noi siamo sempre stati settimanale abbiamo fatto questo cambiamento ormai da un anno
In realtà poi ci siamo resi conto che anche quando facevamo settimanale in qualche modo faceva un mensile nel senso che così denso e corsi cercando di come tu fai con il tuo settimanale di
Gettare no il cuore oltre l'ostacolo provare a prefigurare quali saranno i temi di discussione che cosa
Coinvolgerà pubblico la riprendo due cose veloci io credo che il bar la mi che di quello che è stato detto io credo nel valore aggiunto delle riviste culturali si è fatto di del politico culturali in questo caso nostro di avere una Community come la vogliamo mettere un collettivo cioè le riviste sono fatte da sono ingegno collettivo il frutto di una redazione
Ma che coinvolge come tu sai bene poi mi piacerebbe invece in chiusura Tucci raccontassi se posto la sua esperienza
Servono
Dei militanti nota come dire dei lettori militanti che ci sentono partecipi della ricerca che si fa collettivamente
E questa lati positivi e negativi come ci dicevamo prima no perché poi magari appunto ognuno si sente noi siccome siamo eredi del vecchio avvenimenti
Fino a qualche anno fa c'era ancora chi telefonava diceva ma io non sono o cinque mila dire di quote otterrà fatto scusate cinque Milic
Ecco vedete qui sta la la dice lunga dell'affezione e e l'altra cosa dal valore aggiunto e qui mi allaccio come si supera la crisi indubbiamente insomma è difficile
Allargare no la propria cerchia io credo che Lella o valore aggiunto di queste delle riviste sia il fatto che siamo una formale che è un modo un po'misto da una parte appunto usare tutti i mezzi del digitale tutto quello che penso cioè al tutto quello che vogliamo
Ma anche in rapporto ritorno di rapporto umano la relazione per cui rifare il festival come fa Pandora che insomma è enorme il loro risultato no indubbiamente è perché
I lettore non è un pensato dalle riviste come una figura passiva no con destinatario e partecipe in un momento di crisi della politica questo poi mi dirai tu un sale pepe
E in qualche modo questi incontri culturali e politico culturali
No pensiamo per esempio ai festival lo anche no e Festivalfilosofia quanto mobilità anche a livello di volontariato nobili persone che si danno da fare come se l'andare in sezione di una volta sì posso tramutato in un andare a discutere in circoli
No politico-culturali quindi in questa è buffo le riviste sono un po'a questo da una parte già come dire come se avessero due volti uno mi guarda al futuro perché noi non ci possiamo schiera schiacciare come è stato detto prima sul presidentissimo
Ma dobbiamo anzi scavare oltre la cronaca dare un contenuto per cui ne valga la pena andare a comprare ma c'è anche qualche cosa di identità Rio cioè io compro quella rivista perché
Come dire fa parte no mi sento orgoglioso di far parte di di di quel mondo ciò un Progetto c'è un sogno un sogno politico
E quindi ecco quivi io mi fermerei chiedendo a te quale il sogno politico Tocqueville ha mai detto una cosa bellissima cioè che voi avete anche la distribuzione ancora la distribuzione militante
Sì no io ringrazio Simona Maggiorelli perché la sua dice chiamiamo la deformazione professionale la spinge a fare domande al moderatore io ti ringrazio ma siccome il tempo è quasi finito e ti ringrazio per la sua gestione
Ma insomma semplicemente l'avanti e la domenica è un giornale che e nato centotrenta anni fa e oggi vive e già questo è un segno di vitalità ha una distribuzione militante nel senso che ci sono appunto dei militanti iscritti
Che si reca no a comprare il giornale la missione è quella di sempre quella
Di stare dalla parte degli ultimi ora io non non è questo il luogo il momento per la promozione del mio giornale io veramente ti ringrazio mi sento anche un po'in imbarazzo per questo
Ma ecco con questo in questi qui nella cosa che ho appena detto punto c'è tutta la missione editoriale non solo editoriale del mio giornale e veramente se molto cara per aver me lo ha chiesto detto ci sono io ringrazio per questo momento di dibattito che a mio avviso è stato non soltanto molto interessante ma secondo me utile anche come cassetta degli attrezzi per chi attraverso Radio Radicale attiva il tra attraverso altri strumenti
E qui in presenza vuole affacciarsi o conoscere questo meraviglioso mondo perché questo grande giacimento e di idee rappresentato nelle riviste di cultura quindi davvero grazie a tutti noi parto da Giacomo Botta Oss direttore di Pandora rivista Grazia Giacomo per essere stato qui
Grazie ma del castra crassa della direttivo del cric di Economia della cultura e grazie a Simona Maggiorelli direttrice di Lester grazie ancora a tutti voi buona giornata