Non c'è futuro senza memoria. 16 ottobre 1943. Memoria della deportazione degli ebrei di Roma

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Torna
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Ci ritroviamo ancora una volta in questo largo sedici ottobre del mille novecentoquarantatré
Dove ottant'anni fa era un sabato in una mattina piovosa trecento soldati tedeschi bussarono alle porte delle famiglie che vivevano in questo quartiere
Portavano un bigliettino dattiloscritto un ordine per tutti gli ebrei
Dovete essere pronti in venti minuti portare cibo per otto giorni soldi e preziosi
Ne furono rastrellati più di mille qui e in altre zone di Roma
Non furono risparmiati nemmeno i bambini gli anziani agli ammalati
Deportati nei campi di sterminio
Solo sedici fecero ritorno
La Comunità di Sant'Egidio e la comunità ebraica di Roma da trent'anni organizzano questo pellegrinaggio della memoria che ci aiuta a non dimenticare la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rende ancora più solenne ricordo di quel tragico evento che ha lasciato una ferita profonda
Non sono nella comunità ebraica di Roma ma nella vita della nostra città e dell'Italia intera
Grazie signor presidente di essere qui
Con lei
Con lei salutiamo i presidenti di Senato e Camera i membri del governo e le autorità civili e militari
Ricordiamo
Perché quel sedici ottobre non si ripeta mai più a Roma in Italia nel mondo intero
Il nostro pensiero e il nostro cordoglio va oggi a tutte le vittime della brutale guerra scatenata dai terroristi di Hamas contro Israele
Oggi è un giorno di memoria
Con la nostra presenza esprimiamo la vicinanza alla comunità ebraica
Roma le sue istituzioni i suoi cittadini i giovani i nuovi romani provenienti da altre parti del mondo la società civile
Vi diciamo non siete soli siamo con voi
Diciamo oggi mentre i testimoni di quell'orrore vanno scomparendo non c'è futuro senza memoria
Teniamo viva insieme questa memoria
La senatrice Liliana Segre che non può essere presente qui ha inviato un messaggio che di lecco
Saluto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le autorità e le istituzioni laiche e religiose presenti
Tutte le partecipanti e tutti i partecipanti alla cerimonia di commemorazione per gli ottanta anni della razzia del ghetto e della deportazione degli ebrei di Roma
Un luogo che un tempo fatali quelli che oggi ricordiamo
Il giorno è infatti il sedici ottobre mille novecentoquarantatré il luogo quella parte della città di Roma in cui mille ventidue ebrei furono rastrellati
Due giorni dopo sarebbero stati avviati verso Auschwitz cioè verso la morte
Solo sedici di loro sarebbero ritornati quindici uomini e una sola donna l'indomita Settimia Spizzichino
Nessuno degli oltre duecento bambini partiti fece ritorno
Oltre alla cattura di quelle povere persone che già dal mille novecentotrentotto subivano le privazioni all'isolamento prodotti dalle leggi antiebraiche del fascismo
Vi fu la razzia di beni religiosi e culturali d oro e denaro strappati dai nazisti con la forza nella menzogna
Il tutto grazie alla fattiva collaborazione delle autorità fasciste italiane che fornirono alleanze se gli elenchi degli ebrei
Oggi sono ottant'anni da quegli eventi che fanno parte dei peggiori orrori del Novecento italiano
Ricordare non è un atto rituale è un dovere il dovere di tenere viva la memoria di quel crimine che mirava alla cancellazione totale della comunità ebraica di Roma
Cioè della componente più antica della città
Presente nell'Urbe da due mila anni in un rapporto di osmosi che aveva avuto la meglio anche sulle varie forme di ghettizzazione e di persecuzione che si erano succedute nei secoli
Ed è un dovere anche onorare la memoria dei tanti romani di tutti i ceti e di tutte le fedi che si impegnarono con sprezzo del pericolo a nascondere e aiutare gli ebrei
Anche molte chiese conventi dettero asilo agli ebrei braccati
Vi trovarono rifugio anche mia in ogni Alfredo e Bianca Foligno che erano sfuggiti per un soffio alla retata del sedici ottobre
Ma tra le cose che non possiamo dimenticare c'è anche il fatto che manco una parola alta e nobile che denunciasse urbi et orbi ciò che stava accadendo agli ebrei inviati nei campi di sterminio nazisti Manco quello stesso gesto ieratico benedicente protettivo che il mondo aveva ammirato dopo il bombardamento di San Lorenzo tre mesi prima
Ho appreso con grande soddisfazione che a Roma è prevista la realizzazione sia di un museo della Shoah in un luogo simbolo come villa Torlonia
Sia di un memoriale presso il binario della stazione Tiburtina da cui partì il terreno della morte
Mi auguro che questi progetti possano effettivamente integrare il Progetto di un polo della memoria della città di Roma perché l'impegno a consegnare alle future generazioni la consapevolezza di ciò che è stato rappresenta il modo più adeguato per rendere omaggio alle vittime della tragedia di ottant'anni fa
Di nuovo un caro saluto a tutti voi da Liliana Segre
Prende ora la parola il professor Roberto Gualtieri il sindaco di Roma a nome della città
Grazie
La
Comunità ebraica
Romana
Grazie alla Comunità di Sant'Egidio che danni
Promuove assieme a noi la marcia della memoria grazie a tutte le autorità alle cittadine e cittadini oggi presenti in questa bellissima piazza
Uniti nella memoria di un evento tra i più sconvolgenti e disumani che la nostra città ha vissuto nel Novecento il rastrellamento degli ebrei di Roma del sedici ottobre mille novecentoquarantatré e la loro forzata deportazione nei campi di sterminio e grazie davvero alle caro presidente Mattarella
Che con la sua autorevole presenza
Dalle celebrazioni di questo anniversario il valore più alto memoria di quell'abisso spaventoso che gli uomini stessi furono capaci di creare coscienza dell'unicità della Shoah
Come punto di partenza nella ricostruzione morale e materiale dell'Europa testimonianza di un Paese il nostro che oggi riconosce nei diritti inviolabili della persona
Delle sue libertà e diversità il proprio irrinunciabile presupposto civile
Sono questi giorni drammatici
Dopo il terribile attacco di Hamas a Israele
Ripensando a ciò che accade ottanta ottanta anni fa a Roma
Quando famiglie intere anziani e bambini donne e uomini vennero portati via con forza dalle loro case e da una precaria quotidianità marchiata dalle infami leggi razziali
è difficile non restare atterriti di fronte ai racconti di quanto avvenuto pochi giorni fa nei kibbutz e nei villaggi dove i rastrellamenti e lo sterminio sono comparsi di nuovo come spettri di un inferno che purtroppo è tra noi
Il primo sentimento che sento di esprimere quello della solidarietà della vicinanza al popolo israeliano alla comunità ebraica romana che nell'intensa fraternità con Israele vive oggi il lutto e il
Colori sappiate che i vostri sentimenti sono quelli di tutta la città la storia non è soltanto una maestra distante che ci fornisce insegnamenti di vita
Da quella storia che assegnato colpito martoriato
Dalla storia tragica del sedici ottobre è cominciata per tutti una storia nuova
Di riscatto morale di democrazia
Di libertà e di condivisione di diritto quale di Rispetto per l'integralità della persona del suo pensiero della sua fede della sua cultura
Non torneremo indietro nessun integralismo nessun autocrazia nessuna ideologia di violenza annientamento ci farà sprofondare nel passato
Certo occorra essere vigili
Occorre essere solidali affermi quando il pericolo emerge occorre riconoscere combattere Sempre il virus dell'antisemitismo quando compare nelle sue molteplici metamorfosi
Occorre contrastare un'ideologia che nega la convivenza tra i popoli e non stancarsi mai di perseguire la giustizia e la pace
Anche per questo è importante essere qui oggi il rastrellamento del sedici ottobre e la successiva deportazione sono stati la fine del mondo per gli ebrei romani inseriti nelle liste
Che le SS gli agenti della polizia tedesca guidati da Kappler spuntavano mentre strappavano le famiglie dai loro appartamenti in tutta la città
Anche se molti di più non lo credevano possibile neppure quando vennero portati al collegio militare e poi caricati sul treno ammassati come le bestie verso i campi di concentramento e di sterminio
Di questo spaesamento e testimonianza indelebile il lucido bellissimo sconvolgente racconto di Giacomo Debenedetti sul sedici ottobre
Ma appartengono a questa storia questi luoghi anche le storie personali dei sedici sopravvissuti tra i più di mille ebrei romani deportati
Come quella di Enzo Camerino il più giovane tra i sedici che tornarono vivi ci Tolui per ricordare tutti aveva solo quattordici anni quando fu preso con la sua famiglia dalla loro abitazione a viale delle Milizie
La sua sopravvivenza oltre il campo di sterminio
Dimostra che c'è una vita che sfugge all'ideologia di morte persino lo torture all'Olocausto la vita che riscatta il male
Il mito della superiorità razziale il disprezzo dell'altro la vita che conosce l'orrore e comincia a raccontarlo perché tutti sappiano e l'inferno non torni
La vita che genera nuova cultura memoria è anche questo conoscere per poter cominciare una nuova strada conoscere perché il testimone della vita passi ai più giovani
Roma vuole farsi interprete di questa memoria e da alle celebrazioni dell'ottantesimo del sedici ottobre del quarantatré un significato speciale
Enzo Camerino non c'è più
Come non ci sono più gli altri sopravvissuti al rastrellamento abbiamo con noi alcuni di quanti scamparono la democrazia dalla deportazione come ma Perugia come Emanuele di Porto il bambino del tram scappato
Scampato alla razzia nazista e la deportazione grazie al rifugio trovato sul bus ventitré grazie alla protezione assicurata di dai tranvieri romani
Il racconto di questa meravigliosa perché drammatica storia e al centro di uno dei progetti che il Comune ha sostenuto in questi giorni di celebrazione
Emanuele Emma e tanti altri sono testimoni preziosi ed emozionante che qui tra noi c'erano Tatiana Bucci e Sami Modiano altri due
Testimoni che hanno conosciuto di persona l'orrore dei campi di sterminio
Tutti
Questi testimoni sono preziosi la loro voce il loro impegno nelle scuole nelle piazze per trasmetterci l'atroce esperienza dei campi di concentramento sono un dono per Roma un dono che raccogliamo e consegniamo le future generazioni
Alle quali spetterà coltivare il seme della memoria
Con questo spirito abbiamo composto il programma dell'anniversario un pro un progetto collettivo a cui ha contribuito la comunità ebraica e con essa
Tante personalità e associazioni tanti artisti intellettuali professionisti tanti cittadini la memoria una ricchezza personale e comunitaria
Non ci serve soltanto per riguardare indietro ci serve per costruire il domani
Alle radici della nostra libertà e della nostra civiltà
Resistono Sempre le tracce di radici malate che non dobbiamo illuderci di aver estirpato in modo definitivo possono comparire di nuovo anche dopo lunghi silenzi
La deportazione del sedici ottobre fu conseguenza di un odio razziale che trovò forma giuridica prima nelle leggi di Norimberga e poi delle leggi razziali fasciste del mille novecentotrentotto
Il presupposto della persecuzione ebbe origine nei miti delle ideologie che esso spinsero la volontà di potenza del nazifascismo e la sua guerra per la conquista dell'Europa
Ebbe origine in quella lunga storia di persecuzione verso il popolo ebraico
E purtroppo quella persecuzione
Quel giorno terribile che oggi ricordiamo trovò anche complicità della paura nella vigliaccheria
Negli opportunismi nei silenzi mentre invece trovo avversari in tanta gente semplice in tanti eroismi quotidiani che in nome dell'uomo non si piegarono a regole anti umane
Il nostro pensiero di oggi vale maestre e maestri alle professoresse professori cacciati dalle scuole dalle università ricordiamo gli artisti ebrei ai quali fu impedito di allestire mostre
Le attrici gli attori che non poterono più salire sui palchi dei teatri ricordiamo gli impiegati cacciati dal Campidoglio ricordiamo tutti i bambini e le bambine le donne e gli uomini che subirono l'infamia
Dell'odio antisemita
Proprio quello che è accaduto ci pone oggi il dovere morale di alzare la guardia perso tutto ciò che si veste o che diventa nei fatti antisemitismo odio razziale discriminazione
Speriamo che questi giorni di culture di storia di riflessione anche di socialità in memoria di un evento che mai più mai più deve ripetersi siano un momento importante
Di vita della città desideriamo che partecipino attivamente le ragazze e i ragazzi a cominciare da coloro con i quali tra questi tra qualche giorno partiremo per il viaggio della memoria nei luoghi dello sterminio
Ricordiamo il dolore più lancinante
Lo straccio indicibile ma vogliamo che la memoria diventi strumento potente per promuovere i valori della tolleranza il ROS fiuto di ogni forma di prevaricazione e di odio
L'inizio di una nuova solidarietà che muova dal rispetto delle differenze
L'universalità di Roma può vivere solo nel suo umanesimo viva a Roma che ha reagito alla barbarie
Grazie
Do ora la parola all'avvocato Francesco Rocca presidente della regione Lazio
Rivolgo a nome della Giunta regionale un sentito ringraziamento a tutte le istituzioni a lei signor presidente
Ai membri del governo
Ai padroni di casa Riccardo Di Segni Victor Patrum così come arazzi Indaco Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant'Egidio
Il borgo poi un saluto particolare affettuoso a Sami Modiano e a sua moglie ed è per me è un onore essere qui con voi in una ricorrenza così importante che simboleggia un tragico crocevia della storia del Novecento
Siamo qui per commemorare un evento che ha segnato profondamente la nostra città e la nostra confida l'ottantesimo anniversario dei rastrellamenti del ghetto di Roma avvenuto il sedici ottobre del quarantatré
Nel silenzio ovattato esiste Toso di questa camminata
è sembrato di sentire le urla delle madri dei bambini di tutti coloro a cui venivano strappate e lacerate le vite una volta per tutte
I nazifascisti andarono a prendere i casa per casa per portare i luoghi da cui spesso non c'è stato di turno intere famiglie sparite non nulla
E ogni pietra di queste strade
Ogni angolo di questo storico quartiere risuona del dolore e dell'angoscia di quelle anche il nostro solenne impegno e che lo ricordo viva in eterno attraverso un lavoro comune per difendere la verità promuove la giustizia e costruire un futuro in cui l'odio la discriminazione non trovino mai più terreno fertile
Così come comprendere ricordare significa anche saper interpretare l'orrore la barbarie avvenuta pochi giorni fa e quanto è profonda la ferita nel popolo di Israele per quello che ha dovuto rivivere sotto i propri occhi dinanzi alla barbarie dei terroristi
Ci sono tanti giovani in questa piazza ed è a loro che passiamo il testimone affinché l'intolleranza e l'emarginazione resti in una pagina buia del passato
La memoria non è solo importante perché ha vissuto e sofferto quella barbari ma anche perché domani dovrà farne buon uso come baluardo dei diritti della libertà e della vita
Un monito perenne è un invito al dialogo alla tolleranza e al rispetto reciproco
E oggi a ottant'anni di distanza da quella giornata così buia la Regione Lazio si stringe all'intera comunità ebraica e lo farà costantemente per non dimenticare mai
Coltivando insieme alla comunità ebraica il dovere della memoria
Perché lo dice il Talmud insegna al proprio figlio non insegna solo al proprio figlio ma anche al figlio del figlio fino alla fine di tutte le generazioni
Questo è il dovere che noi abbiamo abbiamo questo dovere al riparo di ogni retorica perché la sola in grado di salvaguardarci da derive razziste nazifasciste o violente laddove queste radici
Come diceva il sindaco rischiano di apparire dopo un lungo silenzio
Ecco perché a nome della Regione Lazio ancora una volta esprimo la vicinanza amicizia alla comunità ebraica romana e laziale al popolo di Israele in questo anniversario simbolico che ci vede tutti uniti nel condannare qualsiasi forma di odio
Grazie
Saluto i signori Ambasciatori qui convenuti e do la parola al dottor Victor fratellone presidente della Comunità ebraica di Roma
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Presidente della Camera dei deputati
Onorevole Lorenzo Fontana
In rappresentanza del governo il vicepresidente del Consiglio dei ministri non durevole Antonio Tajani e tutti i ministri presenti rabbino capo di Roma Riccardo Shmuel disegni
Presidente dell'Unione comunità ebraiche italiane Noemi Disegni
Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e tutte le autorità civili militari e religiose
Oggi ricorre l'anniversario degli ottant'anni dalla prima e più grande retata nazifascista in Italia avvenuta a Roma il sedici ottobre del mille novecentoquarantatré
Una data che ha profondamente segnato i cuori di tutti gli ebrei di Roma lasciando un'indelebile impronta di orrore e dolore nella nostra città
Caro Presidente
Cari amici
Pensavamo di poter delegare solo alla memoria immagini tanto aberranti quanto tragiche
Che oggi invece è tornata davanti ai nostri occhi
Pensavamo che nessuno avrebbe mai più usato entrare nelle nostre case
Uccidere i nostri figli
Dividere le famiglie a portare via bambini donne anziani sono perché ebrei
Invece e ciò che è avvenuto
In Israele nello Stato ebraico
Sono che elimini che ci riportano alla memoria alla data che celebriamo oggi e ai pogrom più efferati della storia
La marcia della memoria del sedici ottobre che la Comunità di Sant'Egidio organizzata trent'anni ribadisce oggi con la presenza del capo dello Stato presidente Sergio Mattarella
Del sindaco di Roma Roberto Gualtieri
E del presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo l'alleanza tra lo Stato italiano la nostra città e le varie componenti religiose nel difendere i valori della società civile e democratica
Insieme rappresentiamo l'impegno delle istituzioni a garanzie a garantire che ogni persona senza distinzione come detto all'articolo tre della Costituzione sia sempre tutelata e che mai più nella storia d'Italia un cittadino possa essere strappato dalla nostra nazione dalla propria casa
Mai più rivedremo un sedici ottobre
Prima con le leggi razziste del trentotto poi con le deportazioni il fascismo ha tradito gli ideali del Risorgimento a cui gli ebrei di questo per
E se hanno contribuito in modo fondamentale con l'occupazione nazifascista per gli ebrei fu una rapida caduta verso il baratro
L'inganno dei cinquanta chili d'oro e poi il saccheggio della biblioteca della comunità ebraica oltre sette mila volumi trafugati dai nazisti e mai più ritrovati
Un tesoro una fonte di conoscenza inestimabile che ancora oggi speriamo di recuperare e poi ve ne L'alba più buia
Quello Shabbat del sedici ottobre la Comunità ebraica di Roma fu travolta dalla furia dell'odio antiebraico
I nazifascisti rastrellano la città e dopo due giorni mille ventidue ebrei furono deportati ad Auschwitz
Non possiamo dimenticare i gesti di solidarietà di chi è a rischio della propria vita aiutò gli ebrei a salvarsi non possiamo neanche dimenticare che fu connivente con il nazifascismo e approfitto
Non possiamo infine dimenticare gli indifferenti
Che si voltarono dall'altra parte mentre si consumava la vergogna una macchia indelebile nella storia del nostro Paese
Mille ventidue
Non è solo un numero ma è l'insieme di una moltitudine di singole storie che dal quarantatré urlano al mondo di non dimenticare ciò che è stata la Shoah
Come la storia di Marcella Perugia la donna che partorì suo figlio al collegio militare subito dopo la retata neonato che trovò subito la morte
Quel bambino non ebbe neanche il tempo di ricevere un nome prima del suo assassinio sono ferite impossibili da rimarginare
Ci furono anche storie di eroismo di resistenza come quella di Pacifico Di Consiglio detto Moretto
Che sfidò i fascisti e nazisti e difese la dignità di questa comunità coi suoi pugni a mani nude
Storia questa che è di dolore ma anche di orgoglio e di rivalsa
Con la fine della guerra tornammo cittadini liberi
Dall'assembramento di quel sedici ottobre tornarono in sedici quindici uomini e una sola donna Settimia Spizzichino
Nessun bambino
Spettò al rabbino operato e poi rabbino Toaff il compito di ricostruire la comunità dalle sue ceneri una comunità che oggi è viva ed è tornata ad essere parte integrante della vita cittadina e nazionale
E contribuisce attivamente ogni giorno alla crescita del nostro Paese con le sue fiorenti scuole le sinagoghe i musei e quel magnifico patrimonio artistico e culturale
Un'identità ebraica testimoniata in questa città da oltre due mila anni di storia
Non sono mancati momenti bui abbiamo da poco ricordato ed onorato la ricorrenza del tragico attentato del nove ottobre mille novecentottantadue alla sinagoga di Roma
Quando i terroristi palestinesi lasciarono a terra nel sangue quaranta feriti ucciso nel piccolo Stefano Gaj Taché aveva solo due anni
Colgo l'occasione caro Presidente
Per ringraziarla
Per aver ricordato Stefano nel discorso d'insediamento del suo primo settennato come un nostro bambino un bambino italiano
Nei decenni precedenti a questo ottantesimo anniversario abbiamo avuto il grande privilegio di avere accanto hanno i sopravvissuti coloro che tornano dall'abisso e con grande generosità e coraggio si danno dei ricordi dell'inferno in cui sono passati per consegnarci la loro indimenticabile testimonianza
Dei deportati del sedici ottobre non c'è più nessuno allora ma la nostra profonda gratitudine
Ai sopravvissuti
Ai sopravvissuti delle deportazioni come sani come Tatiana
Va all'impegno di tutti noi a ricordare e continuare il loro lavoro per sempre
La fotografia della nostra comunità a ottant'anni da quel sedici ottobre mille novecentoquarantatré ritrae una collettività fiorente
Una comunità viva partecipe ed integrata più che mai nel tessuto sociale di questa meravigliosa città noi siamo gli ebrei di Roma
Che hanno ricostruito le loro vite
Offrendo ai propri figli l'opportunità di crescere e prosperare in un Paese democratico dove la sicurezza e garantita dalle istituzioni che oggi hanno marciato al nostro fianco e che ringraziamo sentitamente
Noi siamo gli ebrei di Roma italiani orgogliosi con un forte legame con lo Stato di Israele
Dove vivono i nostri fratelli unica democrazia del Medio Oriente
Che oggi è costretta ad una guerra per la sicurezza dei propri cittadini il nostro auspicio e continuare a contribuire sempre di più allo sviluppo sociale e culturale della nostra amata città potendo contare sul legame ormai sincero e consolidato con le istituzioni nazionali e cittadine
Guardiamo con fiducia al futuro della comunità ebraica
Confidando che violenze ingiustizie non si ripeteranno mai più e che la nostra collettività posta sempre essere motivo di orgoglio e virtù per il nostro Paese l'Italia
Grazie
Tutte le autorità ecclesiastiche presenti il cardinale Matteo Zuppi tesi ed anche della sei e estremo il signore senza fare tardi monsignor Ambrogio Spreafico
E dalla Canada Riccardo Di Segni rabbino capo di Roma
Signor Presidente della Repubblica
Autorità amici
La mattina di sabato ventitré ottobre
Quando si aprirono le porte del treno che portava da uscisse gli ebrei romani catturati nella retata del sedici ottobre
Tre mille e ventidue deportati c'era anche un bambino nato da poco
Sabatino Finzi uno dei sedici sopravvissuti di quel convoglio
Raccolto che le guardie naziste subito dopo la selezione
Presero il neonato insieme ad altri latitanti
Li avvolse euro in un lenzuolo che una madre si era portata
E gli uccisero sbattendo lì contro le pareti del camion
Per altri ottocento dopo poche ore ci furono le camere a gas
Questa è una storia di orrore che riguarda gli ebrei romani e non è l'unica perché nel mese successivo un altro migliaio di Nuoro
Fu deportato e ucciso
Sul Roma e l'Italia Calò la furia omicida programmata che aveva infierito in altri Paesi europei
Già alla fine del mille novecentoquarantadue quasi tutti gli ebrei dell'Europa orientale occupata dai tedeschi erano stati sterminati
Prima strappati dalle loro case senza alcuna distinzione di età è stato di salute
Poi fucilati in massa sopra fosse comune o deportati e uccisi in campi di sterminio
La novità della Shoah era quella dell'organizzazione sistematica e tecnologica dello sterminio
Ma i massacri degli ebrei avevano infami precedenti in tutto il mondo
Persino qui in Italia
A Modica
Nel mille quattrocentosettantaquattro ci fu un eccidio di massa che costò la vita a trecentosessanta trecento sessanta ebrei
Nella reazione antinapoleonica del mille settecentonovantanove
Le comunità ebraiche di Senigallia Siena
Monte San Savino
Furono Ansaldi te
Da bande al grido di viva Maria gli ebrei trucidati a Siena bruciati vivi
E gli esempi italiani sono solo una goccia in un mare di sofferenza
Dopo la Shoah abbiamo avuto l'illusione che il mondo fosse cambiato invece no
Ci sono stati i pogrom in Polonia e nei Paesi arabi del Nord Africa
I membri della nostra comunità di origine libica
Ricordano con orrore
I vari attacchi subiti con linciaggi violenze di ogni genere fino al mille novecentosessantasette quando furono costretti con la forza ad abbandonare quella terra in poche ore
Lasciando indietro vite case ricordi e tanti morti tra i prorogare
Quello che è successo nove giorni fa in Israele per le sue dimensioni e l'efferatezza hai vocato stragi antiche recente con i terroristi fin dentro le case
E l'assessore Shoah con i vecchi bastonati con il calcio del fucile le donne trascinate per i capelli picchiate
E i bambini in fasce separati dalle madri
Questo ha riaperto ferite sanguinanti di eventi avvenuti in questa piazza
E ha diffuso nel mondo un senso di insicurezza
Non sto a insistere sul messaggio essenziale
Che dovrebbe pure essere chiaro l'attacco agli ebrei in quanto tali perché di questo si è trattato è un attacco ai fondamenti della società civile e della pace sociale
Signor presidente
Interpreto la sua presenza qua come un ulteriore segno della sua attenzione personale e della vicinanza delle istituzioni dello Stato alle nostre difficoltà
Una risposta ferma e di principio contro ogni tentativo di deformazione confusione sostegno dell'impolitico e persino teologico
Alla barbarie di allora e di oggi
Oggi al volto del terrorismo
In questi momenti bui
Non rinunciamo alla nostra speranza per un mondo migliore
Più giusto
E meno violento
In cui
Ricordiamo le parole di uno dei nostri più grandi più Freti Isaia
Un popolo non alzeranno la spada contro un altro
E non studieranno più la guerra
Grazie
Da ora la parola al professor Andrea Riccardi che ringraziano con tutta la comunità di Sant'Egidio
Signor Presidente della Repubblica autorità cari dirigenti amici per la comunità ebraica
Cara tratti Anna Bucci caro Sami Modiano come è stato detto e dal mille novecentonovantaquattro che ogni sedici ottobre un piccolo popolo si è radunato quindi partendo con una marcia da Trastevere dove al collegio militare furono condotti gli ebrei razziati in quel tragico giorno del quarantatré
In quel collegio Roma militare
In cui si vissero
Da parte degli ebrei ore d'angoscia e venti di violenza
Puntualmente ogni sedici ottobre un popolo ebrei e non ebrei romani e nuovi romani nuovi italiani
Ricorda con convinzione di non poter lasciare sola la comunità ebraica nei suoi dolori ma anche di dovere liberare la memoria dal grigiore delle cerimonie celebrate sovente nell'indifferenza della città fu un'idea concepita
Dal rabbino capo Elio Toaff la cui memoria è benedetta con la Comunità di Sant'Egidio
E oggi signor Presidente la sua presenza onora prima di tutto gli scomparsi e la comunità ebraica
E dà la soddisfazione di vedere il Capo dello Stato a una manifestazione che di anno in anno aggrega più persone Roma non è insensibile al ricordo del sedici ottobre con tutto quello che significa per il passato e come proiezione verso il futuro
Vorrei
Sottolineare l'attenzione dei nuovi italiani
Che mostrano come il ricordo di quell'errore il ripudio dell'antisemitismo siano nel cuore di Roma
Quella coscienza
è parte dell'essere romani e con il tempo la memoria non scema anzi cresce perché fu un punto di svolta per Roma il sedici ottobre quarantatré è stato indubitabilmente il giorno più scuro della storia contemporanea della città
Un sabato nero quando gli ebrei romani e altri ebrei affluiti a Roma sperando protezione furono brutalmente sorpresi nel sonno e nelle case
Si apriva la strada di Auschwitz partendo dalla stazione Tiburtina
Quella razzia
Non distingueva tra anziano adulto tra Donno bambino tra fascista o antifascista perché la loro storia non contava nulla loro erano tutti ebrei
E gli ebrei andavano eliminati e fu così
Tornarono l'abbiamo detto solo quindici uomini e Settimia Spizzichino che ricordo qui per anni in mezzo a noi con le sue parole e con la sua presenza
Sì perché la memoria è stata recuperata per un'intera razione felice tra Giovanni e testimoni
Roma era stata indifferente quando con le leggi razziste del trentotto perché continuiamo a chiamarle razziali le leggi sono state razzista isolava hanno gli ebrei dagli ariani una definizione ridicola per gli italiani ariani se non fosse stata drammatica
In quell'ottobre quarantatré i romani erano preoccupati per sé e per i loro cari in guerra per le bombe per il cibo che mancava motivi in più per l'indifferenza
Il governo Badoglio non aveva trovato il tempo di abrogare le leggi razziste così Roma non fu un difesa e gli ebrei lasciati alla loro sorte
Debbo dire però che nell'indifferenza generale
Quella razzia terribile svegli o qualcosa nel cuore dei romani proprio qui vicino racconta Fausto Coen vedendo i bambini rastrellati una povera donna in piedi
Prese a pregare a piangere Moro Morando ritmicamente
Con un tremito persistente delle labbra
Povera carne innocente
Sì toccando il male qualcosa si svegliò nel cuore dei romani
Era troppo fu l'ora dei giusti
Ed è la lotta a mani nude perché si può sempre lottare a mani nude
Però fu anche l'ora non lo dimentichiamo mai di chi vendette gli ebrei duecento venticinque casi accertati con delatori seriali e la SS Kappler dichiarò per quello che vale che dopo la prima razzia Roma i tedeschi catturarono ebrei quasi sempre su segnalazione di italiani e poi con impietosa avidità la caccia ai beni ebraici dalla tragedia del quarantatré quarantaquattro L'inverno più lungo di Roma system però anche la distanza secolare tra ebrei e cristiani
E nel secondo dopoguerra
Ci volle tempo per prendere coscienza che quel buio sedici ottobre era un punto di non ritorno una memoria da trasmettere di generazione in generazione un evento che nella sua unicità non smette di parlarci ma anche un evento che ammonisce
Su quello che è stato e può sempre essere l'antisemitismo sul nazismo e il fascismo che collaborò alla Shoah italiana
Sui rischi argenti odi razziali e xenofobi sulla predicazione del disprezzo fatta parole ho fatta via sociale
La memoria di quel giorno non si svuota di concretezza ma coinvolti e quelle storie parlano ancora
La guerra è il terreno dove inevitabilmente si sviluppano crudeltà incredibili in questo nostro mondo con troppe guerre
Dove si spegne la voce dei testimoni si sta rivalutando la guerra e la violenza e il terrorismo
E allora cari amici in questo clima tra la memoria del quarantatré e l'orrore per le stragi e i rapimenti di innocenti
Causati dal barbaro attacco di Hamas in terra di Israele condividendo l'ansietà per il futuro
Dei nostri amici noi ci stringiamo attorno alla comunità ebraica con molto affetto e con una fedeltà che non è da oggi ci stringiamo e diciamo loro
Che siamo la stessa cosa
E che nessuno dovrà essere lasciato solo e isolato come avvenne ieri come non dovrà avvenire mai grazie
Grazie
Grazie signor presidente grazie a tutti e buona serata
Sì
Allora
Bonus
Abbiamo
Al
Non