Non c'è futuro senza memoria - 6 Ottobre 1943. Memoria della deportazione degli ebrei di Roma

Buona sera
Proprio qui alla mia sinistra
C'è una lapide che ricorda
Qui ebbe inizio la spietata caccia agli ebrei
All'alba del sedici ottobre mille novecentoquarantatré quando si radunarono i camion e i soldati addetti all'aiuto all'Operation nell'area del ghetto dove ancora abitavano molto il Blair umani
Sono passati più di settore sono passati settantotto anni e più si allontana quel giorno più cresce noi la responsabilità di mantenere vivo il ricordo di quel tragico evento
Che ha lasciato una ferita profonda non solo nella comunità ebraica di Roma ma nella vita dell'intera città
E mentre stanno scomparendo i testimoni di quegli anni purtroppo non sono ancora scomparsi antisemitismo e il razzismo
Per questo la Comunità di Sant'Egidio la Comunità ebraica di Roma sono fedeli a questo appuntamento e continuano negli anni a coltivare una memoria che pensiamo sia la premessa di un futuro migliore
E per questo siamo contenti che siate in tanti o uniti a noi in questa memoria il darei la parola alla presidente della comunità ebraica di Roma brutto e dure che nello
Buona sera e benvenuti acquistati
Cerimonia di commemorazione di ricordo ma soprattutto di fratellanza di fratellanza e non ha memoria che sembra così lontana ma che è in me
Anche i fatti di questi giorni di certe recenti ricordano essere invece troppo vicina
Dicevamo giustamente era un sabato mattina era un sabato mattina presto e le famiglie erano riunite nelle loro case in un clima che era già un clima di terrore in una condizione che non era il più nemmeno quella di cittadini erano stati già negati diritti che erano state già delegate le libertà gli era stata già negato la dignità ma nessuno avrebbe mai immaginato che alle cinque e trenta di quella mattina in questo quartiere ma in tutta la città
La furia nazifascista andasse
Anzi sottrarre ai loro affetti
Alle loro case allora amore uomini donne e bambini per portarli e avviarle in un lento lentissimo percorso perso con i luoghi che voi ragazzi oggi portate alti nella memoria
Fu l'inizio di una persecuzione che durò per molti mesi di una caccia all'uomo a di una caccia anche alle donne e ai bambini una barbarie
Incredibile commessa saltò indifferenza era che parte
Ci furono Ascierto coloro che invece aiutarono che aprirono la loro parte che aprirono le loro case che si distinsero perché giusti ed è cooperarono una scelta quella scelta che oggi noi dobbiamo compiere rinnovare quella scelta che ci porta oggi dopo diciassette anni ancora a riunirci insieme in questo luogo
Agli venirci per fare memoria che non è soltanto una parola vuota o qualcosa che si possa evocare secondo opportunità o meglio e necessità
La memoria ha un valore salto è la nostra coscienza e la base del nostro essere cittadini in questa città è quello che vogliamo consegnare ai nostri figli è quello che fa di noi
Un'umanità condivisa qualche settimana fa eravamo insieme alla Comunità di Sant'Egidio in un altro momento
Significativo eravamo a parlare di pace eravamo a parlare di pace in una piazza qua vicino al Colosseo insieme a tutte le autorità religiose del mondo e il messaggio che il rapinatore sostenne ha voluto mandare a tutti gli altri è stato quello della interdipendenza dell'umanità ecco noi siamo uomini e donne interdipendenti l'uno dall'altro questa sera quale lo ricordiamo
E lo ricordiamo no perché vogliamo soffrire ancora insieme ma perché invece vogliamo trasmettere il senso la speranza di un impegno di un valore di una comune missione che dobbiamo continuare a portare avanti insieme
Grazie a tutti voi perché davvero sia mai più
Grazie presidente ascoltiamo ora il professore Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant'Egidio che insieme alla comunità ebraica tiene viva questa memoria da molto tempo
La memoria
Della Shoah come ha detto la presidente duro gare dello e lontana alla memoria della Shoah non finisce
Per questo ricordiamo il sedici ottobre quarantatré
E la miniera di ricordi contiene sempre nuovi frammenti
Un documento
Emerso
Dalle carte vaticane
Quasi per caso dalla montagna di documenti parla degli ebrei dell'Est Europa
Ne scrive Piroska Pizzi romano cappellano sui treni in Polonia in Ucraina
Si potrebbe dire
Che parla di fatti noti e già indagati ma non è così c'è sempre qualcosa in più c'è sempre una diversa prospettiva c'è un altro dolore in più
In una storia terribile di cui non ci dovevano essere nei testimoni né prove
La memoria che non finisce
è una risposta e negazionismo mi ma anche alla dimenticanza di una società concentrata sull'io spesso ammalata di vittimismo Scarfizzi siamo all'inizio del quarantadue scrivere
L'eliminazione degli ebrei con le uccisioni in massa e quasi totalitaria senza riguardo nemmeno ai bambini e ai lattanti e continua è evidente l'intenzione dei tedeschi
Eliminare gli ebrei secondo vari sistemi di cui il più frequente conosciuto e il mitragliamento di massa
Per questo esecuzioni gruppi di famiglie ebraiche per queste esecuzioni gruppi di famiglie ebraiche sono deportati a qualche chilometro dalla città
Vicino ai trincee Ronie oppure in luoghi dove prevale precedentemente sono state fatte scavare delle enormi fosse costringendo a questo lavoro gli stessi ebrei presso l'orlo delle trincee o delle fosse centinaia e centinaia talvolta migliaia di persone vengono inesorabilmente mitra gli atti e gettati nelle fosse
Così si legge
E Scapin si racconta la sua testimonianza assistito al lavoro forzato degli ebrei intirizziti dal freddo su un ponte senza ripari a rischio di capire del fiume
E chiede alle sentinelle tedesche il perché di questo assurdo lavoro
E gli rispondono
E proprio quello che si vuole anzi di tanto in tanto noi stessi diamo una spinta per farli cadere
La vita di un ebreo non vale nulla
Eppure Scarfizzi nota talvolta sul conto di questi ebrei condannati tratti di serenità
Un aspetto grave dignitoso anche se costretti a lavori inutili e durissimi
E a un certo punto in Ucraina vede che un gruppo ha scritto su un mucchio di neve
E lì finiva il evviva il il popolo di Israele e ha disegnato una stella di Davide
La memoria ricorda
I lati oscuri della storia del Novecento brutalmente incarnati nel nazifascismo
Tanto che noi ci chiediamo oggi come sia possibile oggi che troppi si sono una minoranza ma sono troppi
Che troppi facciano riferimento ai singoli ai ricordi agli ottimi
Ai metodi violenti di quel mondo che si ispirino ad essi che esaltino l'antisemitismo proprio dopo la Shoah
L'abbiamo visto recentemente a Roma
Ed è impressionante solo nell'ultimo anno la mappa di aggressioni a sfondo razzista e fascista quelle razziste infatti anti stia antisemitismo
Colpisce la diffusione della cultura
Dell'odio specie nella Rete
Sembra che un argine si sia incrinato brutalmente e che il veleno dell'odio e dell'antisemitismo circoli anche in forma subdola
Così uomini e donne spaesati abbracciano Hussein bolli
Terribili nazifascisti e compiono azioni violente e la vita come odio e una vita come odio non è una rivolta
E non è libertà è ovvio
Siamo
In un periodo di grande fragilità segnato dalla pandemia e dalla sua eredità
E in futuro
Lo ha detto la presidente dura Chiello parlando dell'incontro interreligioso a Roma e al Colosseo emergeva questo messaggio il futuro non può essere riedizione del passato
Specie dei suoi aspetti più oscuri
E vero scompaiono i testimoni degli orrori del Novecento della Shoah delle guerre
Ma noi figli del Novecento abbiamo l'immensa responsabilità di fronte al futuro trasmettere la memoria della Shoah
La coscienza
Del clima di odio e di acquiescenza in cui sia sviluppata
Trasmettere
Quell'antitotalitarismo quell'antifascismo che non sono posizioni faziose o partitiche
Ma sono chiarezza amore per la libertà rispetto per la vita e la democrazia insomma una scelta di civiltà
Le figlie
Le figlie
E i figli del Novecento assieme ai figli degli anni due mila possono evitare che le ombre malvagie dal secolo scorso sistemi danno anche sul futuro
E dire con forza e con coscienza chiara
Ricordare a noi stessi ma dire a chi gioca con l'orrore o lo con l'ambiguità mai più grazie
Grazie
Salutiamo e ringraziamo per la loro presenza che gli ambasciatori di Germania in Italia e presso la Santa Sede che sono qui con noi questa sera
Li ascoltiamo ora Riccardo Di Segni rabbino capo della comunità ebraica di Roma
Buonasera
E grazie a tutti per essere presenti scusate questa via voce influenzata
Per questo appuntamento annuale che potrebbe sembrare a un certo punto una ripetizione scontata l'inutile ma non lo è ha fatto in questi giorni
Sì letto e si è visto di tutto
Anche nello scenario italiano
Tra le tante cose che sono state dette
C'è stato un posto nel quale qualcuno ha scritto che finché gli ebrei
Stavano sotto la tutela di Mussolini non è stato ammazzato nessuno
Questo significa essere ignoranti prima
Quando
Perché prima
Verifiche cd
C'è stata un'umiliazione
C'è stata l'estradizione
La storia è cominciata nel mille novecentotrentotto con leggi razziali che non sono state una passeggiata perciò non sono stati cacciati via dei luoghi di lavoro private della dignità privatizzare la possibilità di guadagnarsi onestamente il pane considerati privi di cittadinanza ai cittadini di secondo livello poi dopo cinque anni di umiliazioni
Nel novembre del quarantatré la Repubblica di Salò in cui sappiamo che
Chi ne era a capo
Fece un infame che credo nel quale disse
Gli ebrei
Fanno parte di una cittadinanza nemica
Immediatamente scattarono in tutte le prefetture gli ordini di cattura
E quindi venuti aggirati vennero avviati ai campi di sterminio
A Roma il dieci il sedici ottobre del mille novecentoquarantatré che organizza una retata
Furono i nazisti con collaborazione io alcune dirigenze italiane
Ma dopo questa retata che porto e campi di sterminio mille persone
Ci fu nei mesi successivi la caccia all'uomo e questa caccia all'uomo sì
Eterodiretta dai nazisti ma veniva fatta dei fascisti locali
Questo abbiano
E allora a cosa serve
A cosa serve questa riunione a cosa serve questo incontro questo incontro serve a dire che bisogna studiare che bisogna ricordare che bisogna vigilare che non bisogna illuderci che specialmente in momenti di crisi la vigilanza dallo studio
Devono essere portati al massimo dell'attenzione e questo sono qui per ringraziarvi e spero
In una prossima occasione il nostro clima d'incontro sarà più sereno grazie
Grazie
Venditore a prendere la parola sua Eccellenza monsignor Ambrogio Spreafico vescovo di Frosinone Ferentino e da tanti anni amico della comunità ebraica di Roma
Cari amici mi sono chiesto perché anche oggi trovarci come ogni anno per fare memoria del sedici ottobre
Nonostante le coincidenze gli impegni di questa giornata quella tragica notte di dolore e di morte
Perché la memoria secondo le Sacre Scritture ebraico e cristiane e uno dei pilastri della vita di fede delle nostre comunità e del nostro vivere insieme
Ricordati dice ripetutamente Dio a Israele
La memoria fa la storia la costruisce anche nei momenti difficili come quello che stiamo attraversando anzi proprio in questi momenti abbiamo bisogno di non dimenticare perché senza memoria saremmo tutti schiavi del presente di univoche vorrebbe sotto metterci alla paura che rende distanti e persino nemici
La memoria fa vivere
Persino la memoria del male come quella di questa sera di quella sera può essere un richiamo alla vita
La memoria infatti anzitutto la memoria di un'alleanza che Dio ha stabilito con nome e con l'umanità intera e poi con Abramo con il suo popolo Israele e che con Gesù è giunta fino anche a noi cristiani
Scrive Jonathan Sacks
Ciò che colpisce negli ebrei tutti che siano religiosi o laici e la determinazione a sopravvivere con cui hanno risposto la minaccia di distruzione
Non morirò ma vivrò leggiamo le Salmo centodiciotto
Ecco la reazione ebraica il viaggio attraverso persecuzioni e sterminio dinanzi alla crisi il popolo ebraico ha riaffermato la propria alleanza con la storia
Una storia che ebbe inizio in retrospettiva con un fatto sorprendente
Che il popolo di Israele vive in virtù della testimonianza a un Dio vivente
Queste le parole di Saks sì questa memoria è diventata scelta di vita
Per costruire una storia in cui si potesse continuare a testimonianza era a testimoniare l'alleanza di Dio con l'umanità intera
Per vivere come fratelli e sorelle un'unica famiglia nella nostra diversità
Come papa Francesco scrive così bene nell'enciclica fratelli tutti e come ha ripetuto la scorsa settimana il Colosseo in quel memorabile incontro tra le religioni
Che con tenacia la Comunità di Sant'Egidio porta avanti ogni anno ha detto sogniamo revisioni sorelle e popoli fratelli religioni sorelle che aiutino boccoli a essere fratelli in pace
Custodi riconciliati della casa comune del creato
Cari amici
La memoria del sedici ottobre richiama la necessità di impegnarci perché la nostra storia e la nostra fede diventino cultura del vivere e del convivere la storia e la fede ebraica sono diventate cultura e hanno arricchito l'umanità
Mi chiedo a volte come possano venire
Che una storia così ricca ossa ancora subire attacchi violenti
Debba sottostare a quell'antisemitismo e antigiudaismo che purtroppo semina non solo odio nei confronti di donne e uomini che hanno sofferto e delle comunità ebraiche
Ma i no curano pillole di inimicizia nel tessuto umano nel quale saremmo chiamati a costruire nella nostra differenza un mondo fraterno
Credo che questa cultura
Con il cresciuta nei secoli metta in discussione e interroghi la prepotenza dell'Ulivo di individui e di gruppi che non vedono altro che se stessi
La loro identità da difendere invece di condividerla in un dialogo paziente e costruttivo
Come è possibile mi chiedo in un tempo così doloroso per l'umanità intera
Non fare della memoria della Shoah un monito perché l'idea e i convincimenti di uno non diventino un motivo di rivalsa di odio di violenza di esclusione dell'altro
Cari amici la memoria che così fedelmente rinnoviamo ogni anno ci preservi dalla condiscendente al clima violento che respiriamo
E ci aiuti
A rinnovare quell'alleanza di amore
Che sola porta la vita e che nella nostra nella nostra diversità e insieme nella nostra unità siamo chiamati a custodire a testimoniare spalla a spalla come dice il profeta Sofonia
Termino ricordando ancora con commozione le parole pronunciate darà Israel Meir lau un caro amico della nostra comunità
Ad Auschwitz Birkenau durante l'incontro di preghiera per la pace della Comunità di Sant'Egidio nel due mila e nove così disse
In quel luogo di dolore
Quando nel novantacinque mi trovavo nel campo di Buchenwald
Nella città di Weimar in Germania dove venni liberato quando avevo otto anni sul muro della finestra della stanza delle torture vidi una parola né cumene
Inibisce fai la vendetta
Era l'ultima parola di un uomo torturato in quella stanza una vittima di Buchenwald vendetta
Quale vendetta possiamo fare noi
Sono un credente credo nel Signore onnipotente non solo perché solo un rapido o un ebreo ma perché sono un essere umano
Io credo sia caduto dal cielo due o tre ore fa qui a Cracovia ero arrivato stanotte per partecipare all'incontro
Ho ricevuto una telefonata dal mio nipote nonno mezz'ora fatti ho dato alla luce un altro nipote
è nato oggi alle sette in Israele
Questa è la mia vendetta questa è la mia risposta
Resta è la mia soluzione Filippine lascia vivere vivete insieme in amicizia in amore ed in pace
Ecco le sue parole
Quanto abbiamo bisogno in questo tempo delle parole dirà collaudo
Viviamo insieme per il bene di questa città e del mondo perché l'umanità ritrovi la strada della solidarietà e della fraternità
E Possa riga appropriarsi della speranza che tutto può cambiare se insieme lo vogliamo e lavoriamo con passione e generosità grazie
Grazie monsignore e prende ora la parola il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che ringraziamo per essere con noi
Grazie
Alla Comunità di Sant'Egidio che in maniera molto lungimirante ormai da molti anni ci chiama a queste serate di memoria
E a tutta la comunità ebraica che in questo luogo ogni anno ci accoglie
Siamo di nuovo qui
Per ricordare i fatti della mattina del sedici ottobre del mille novecentoquarantatré
Quando come è stato detto i nazisti con la collaborazione dei fascisti
Fecero irruzione innanzitutto in queste strade nel quartiere ebraico e poi in altri quartieri di Roma
Le portando più di mille persone verso i campi di sterminio
Quest'anno come allora nel mille novecentoquarantatré il sedici ottobre capitato di sabato per gli ebrei una giornata importantissima di festa di preghiera di riflessione
I fatti dunque
Perché qualcuno ancora oggi questi fatti vuole rimuoverli i fatti e la loro forse indelebile
La lista nelle mani dei gerarchi nazisti con i duecento capofamiglia ebrei da portar via con le loro famiglie
Il terrore
Chi fu strappato dal proprio quartiere dalla propria casa dai propri affetti
E l'angoscia di chi scampo alla deportazione rimase senza sapere cosa ne sarebbe stato dei propri cari rischiando per il diporto per il i rastrellamenti nei giorni successivi
A tutti fu dato un biglietto in mano con le istruzioni di cosa fare in venti minuti poi il buio la fine della vita di prima la paura l'angoscia in viaggio e separazioni le violenze la morte
La terribile casualità in quelle ore che decideva chi rimane in vita e chi viene deportato per un viaggio senza ritorno
Ecco siamo di nuovo qui perché tutto questo enorme doloroso bagaglio di memoria deve rimanere impresso nella maniera più vivida possibile nella nostra mente
E perché il sedici ottobre eh
E statene certi faremo di tutto insieme resterà sempre una frattura indimenticabile nella storia di Roma e dell'Europa
Ma oggi io credo non siamo qui solo per ricordare quella giornata è fondamentale ricordare il sedici ottobre ma è altrettanto importante capire
Fare un passo indietro nel tempo riflettere insieme come comunità
Sui giorni mesi gli anni che precedettero quella giornata di orrore del sedici ottobre mille novecentoquarantatré il dramma della deportazione non fu un accidente della storia non fu un fulmine improvviso ma la conseguenza di una serie di fatti di una lenta e inesorabile erosione di diritti e di civiltà
La slavina dell'odio che
Portò la deportazione ha radici chiare motivazioni storiche precise che dobbiamo saper riconoscere la deportazione come risultato conseguito
L'Ente dell'immaginazione e dell'odio razziale e sull'approdo naturale
Di una ideologia nata con la violenza squadrista
Basata sulla prevaricazione sulla cancellazione delle basi civili e politiche della convivenza sull'intolleranza e sulla violenza e sui manganelli come forma di affermazione di un sistema lo sappiamo ormai
L'orrore all'inizio invisibile a volte incomprensibile monta silenziosamente cresce l'incertezza delle persone paradossalmente trova consenso nella paura per il futuro si nutre dell'indifferenza di tanti che diventa poi colpevole complicità
Si diffonde grazie a chi con cinismo e spregiudicatezza cavalca quelle incertezze ed cavalca le paure delle persone individuando sempre non la soluzione
Ma un nemico un Caprio espiatorio
Da questa radice di odio da una presunta superiorità che lascerà il genere umano nascono le leggi razziali del mille novecentotrentotto l'inizio della fine per tante che per tanti
Italiani di religione cultura ebraica
Vennero identificati riconosciuti colpiti da precisi indirizzi del legislatore cacciati dalle scuole cacciati dall'università rimossi dagli uffici pubblici licenziati spogliati di beni e possibilità di lavoro
Umiliati e spogliati di diritti di cittadinanza della steste la stessa dignità di persone musicisti registi
Uomini di cultura attori furono esclusi dall'erario da ideati dal cinema artisti ebrei
Non poterono più allestire mostre editori non poterono più pubblicare nuovi libri di autori ebrei mentre quelli già editi vennero sequestrati o ritirati dal commercio
Ecco come si arriva al sedici ottobre ecco come si arriva qui numeri impressi nella storia di questa nostra comunità di Roma
Delle oltre mille vittime della retata soltanto sedici sopravvissero quindici uomini è una sola donna
Nessun bambino o bambina ha fatto ritorno cancellati dalla faccia della terra durante i primi passi del proprio cammino di vita
Sono numeri che conosciamo possono soprattutto vite spezzate individui di romani strappati alla quotidianità di affetti e di relazioni allora per rispetto a loro ma non solo per rispetto a loro la memoria non deve scivolare nella ritualità degli anniversari
Questo appuntamento è anche una sfida ed è una sfida innanzitutto a noi stessi mentre passano gli anni e aumenta il tempo che ci separa da quella tragedia
Il testimone va passato alle generazioni future
E mentre noi siamo impegnati in una nuova battaglia collettiva per uscire dalla pandemia per tornare a vivere in libertà senza ulteriori sofferenze e tempo anche di riprendere una grande battaglia delle idee a difesa della democrazia e della libertà
Tutti vogliamo il lavoro tutti vogliamo il benessere tutti vogliamo il futuro tutti vogliamo la felicità e guardare al domani in maniera migliore ma il lavoro non nasce dall'odio e dai manganelli non è mai nata giustizia questo va ricordato sono accettabili e sono accettate le idee di tutti
Eccetto quelle idee che per affermarsi devono legali ad altri il diritto di esistere questo è il limite invalicabile allora dobbiamo stare attenti non abbassare la guardia
Il sedici ottobre iniziò una stagione drammatica una comunità fu aggredita ma furono annientati i valori fondamentali di convivenza tra esseri umani i carnefici
Non furono marziani
Non furono persone o esseri provenienti da un altro mondo
I carnefici non erano bestie erano uomini e donne
Segnati dalla volontà di opprimere e distruggere dei propri simili
E oggi sotto traccia continua a vivere il vezzo infame di minimizzare di nascondere ciò che è accaduto in queste strade in tanti angoli della città allora e cosa ha significato quella ferita alla nostra comunità cittadina e nazionale
Eppure lo sappiamo le forme di discriminazione di razzismo attraverso un'ancora il nostro tempo
E lo attraverso nell'affermazione nei gesti estremi di alcuni e nei silenzi complici i troppi e allora non illudiamoci
Occorre continuare a tenere insieme la testimonianza agli occhi bene aperti ed è importantissimo ad esempio in questi giorni il varo della prima strategia dell'Unione Europea per combattere l'antisemitismo e dobbiamo continuare a ricordare il sedici ottobre sapendo che significa
Essere qui oggi ma anche tornare a fare comunità nei nostri quartieri investire della cultura per una crescita collettiva del Paese scommettere di nuovo sulla scuola aveva una grande idea di futuro e a coloro che dicono ma tutto questo costa dobbiamo rispondere se pensate che la cultura un costo pensate piuttosto al costo dell'ignoranza che è molto più su più grande
Quello che hanno vissuto agli ebrei deportati è stato il più terribile tentativo di annullamento della qualità dell'uomo IMI che la storia abbia mai visto per questo una giornata come quella di oggi deve essere ricordata
Dentro un impegno quotidiano
Il mio pensiero dunque ancora una volta e il mio ringraziamento di cuore quello di tutti noi
Qua in particolare a quei testimoni che in questi anni ci hanno accompagnato i sopravvissuti che in questi anni ci hanno aiutato proprio con la loro persona con i loro ricordi a passare quel testimone
Porteremo sempre sulle nostre spalle oggi e per le future generazione il loro dolore la loro vitalità soprattutto in coloro che ora purtroppo non ci sono più
E quello che ci sarà ancora più bisogno allora rafforzare le radici della nostra comunità e per guardare al futuro con la speranza di non smarrire questa storia
Di essere rispettosi della fatica che loro fanno e che loro hanno fatto noi statene certi
E voglio dirlo proprio a loro
Noi ogni anniversario saremo qui
Ma noi saremo qui con questo spirito per non fermarci mai neanche negli altri trecentosessantaquattro giorni dell'anno con coerenza ricorderemo presidi eremo combatteremo per i valori che dovrebbero essere di tutti i e torneremo per sempre a dire non toccare il mio amico e il mio amico e colui o con lei che rischia di essere offeso rischia di essere ucciso semplicemente perché qualcosa questo non lo permetteremo mai
Grazie
Il futuro l'abbiamo ascoltato non può essere una riedizione del passato
Per questo dobbiamo continuare a trasmettere il ripudio dell'odio della violenza del razzismo
Ed è quello che insieme abbiamo fatto questa sera in questo largo sedici ottobre
Vorrei in conclusione ringraziare coloro che hanno parlato
Ma anche tutti voi che siete qui ci sono molti giovani ma anche anziani adulti c'è bisogno di generazioni diverse c'è bisogno di culture diverse e ringrazio anche tanti
Nuovi italiani nuovi romani che vengono da altri Paesi e che arricchiscono le nostre comunità qui a Roma che sono con noi a ricordare questo momento
Bisogna essere in tanti per dire insieme con forza mai più grazie ancora e buona serata