L'Europa. la pace, il multilateralismo. Cambiare i trattati dopo l’austerità

Ritti
Susanna Camusso che non ha bisogno di presentazioni
Enzo Amendola sottosegretario e politica internazionale ed europea e Alfredo D'Attorre anche lui della segreteria nazionale
Di articolo uno abbiamo perso il coordinatore purtroppo nello scavo perché risultato positivo al Covito e quindi io cercherò
Di moderare questo dibattito introducendo rapidamente
Il tema di di questa sera Cat Erasto
Nel due mila dieci Wim Wenders regista famosissimo è uno dei miei preferiti venne in visita al Parlamento europeo
E disse a Martin Schulz in un colloquio diciamo bilaterale riservato
Vedi Martin l'Europa è un sogno e per realizzare questo sogno sono state create delle istituzioni
Se finisce il sogno restano solo delle istituzioni senza bussola
Questo accadde nel due mila dieci ricorderà per ricorderete perfettamente era l'anno dell'inizio delle scellerate scelte di austerità dopo la crisi e quindi questa diciamo battuta drammatica aveva tutto il suo senso
è chiaro che adesso siamo in un momento diverso
Dopo il due mila diciannove e l'Unione europea dopo le elezioni europee con la maggioranza che ha vinto al Parlamento europeo progressista europeista
Ha scelto una strada di sviluppo sostenibile la risposta alla pandemia sia con le azioni che hanno riguardato come posso dire il coordinamento alla lotta la pandemia che il Pnr R.
E diciamo per tutta l'Europa gli investimenti di rilancio per tutto l'Europa hanno una una un un sapore completamente diverso rispetto alla alla crisi diciamo del capitalismo finanziario e le sue risposte
Però è vero è vero che il sogno europeo mantenere la pace e diciamo condividere la prosperità in un lungo fiume tranquillo si parla si diceva l'Europa dei piccoli passi
Non è più abbastanza ci vuole un nuovo sogno per questa Europa un sogno che ci che aiuti l'Europa essere all'interno di un mondo multipolare
E e e diciamo molti internazionale
Al tempo stesso dando per all'Europa una autonomia strategica sia interna che internazionale capaci di cogliere questa sfida la sfida tra trasformazione
Papa Francesco ha detto non poco tempo fa e tra l'altro prima della pandemia che non eravamo in un'epoca di cambiamento ma in un cambiamento d'epoca
Crisi di del capitalismo diseguaglianze le pandemie
Le guerre la le difficoltà legate al al cambiamento climatico sono tutte crisi di sistema per le quali certe necessario proteggere le persone i nostri habitat le nostre economie certa necessario adattarsi immaginiamo tutto quello che dovresti dovrà fare per adattare nostra città l'agricoltura l'industria ma sono necessari profondissime trasformazioni
In questo senso il cammino è iniziato ma è ancora tutto da percorrere
Comincerei quindi a fare una prima domanda a Enzo ha scritto pochi giorni fa un articolo a quattro mani con il ministro del lavoro
Proprio sulle questioni dell'autonomia industriale di questa unione europea perché di industria c'è bisogno l'Europa
Del del del neoliberismo voleva farci credere a un continente che poteva vivere di servizi è chiaro che dall'industria c'è bisogno ma anche perché l'indulto è necessaria proprio per la trasformazione quindi abbiamo avuto ieri un dibattito sull'il settore automobilistico è chiaro che ci sarà bisogno di enormi innovazioni di processo ma anche innovazioni di prodotto tutto questo necessiterà enormi Investimenti quindi quali sono partendo proprio da quell'articolo le necessità dell'Europa di domani e come l'Italia potrà cogliere l'opportunità di queste trasformazioni anche per il nostro sistema industriale rinvio
Grazie Anna è grazie articolo uno per l'invito a questa festa grazie per questo dibattito con Suzanne Alfredo di cui ho grande stima
Ed è un tema ovviamente quello che ci poniamo largo nella nella nel titolo ma se veniamo all'essenziale se ovviamente in Italia avremo come spero anche la la semplicità e la preoccupazione discuterne
Noi e ci troviamo dinanzi a un cambio d'epoca come dicevi tu citando ovviamente del Santo Padre
E questo cambio d'epoca noi stiamo ragionando su un tema che secondo me è centrale
Siamo dinanzi nei documenti si scrive a due transizioni Green digitale che era riassunto tolto questo arbusto Terme transizione sono una vera e propria rivoluzione industriale
Cioè sono un cambio dal modo di produrre di consumare di lavorare nel modo di di vivere di costruire la società europea e non solo
Perché quando siamo nati nel lungo processo integrazione che non è finito continuerà con battaglie e con sviluppi speriamo sempre più positivi
La la nazionale che ci mise insieme se più di settanta anni fa era ovviamente la pace allora come oggi
Ed era mettere insieme delle politiche all'epoca nasce in modo e ci unì Monsouri sul carbone
Sull'Unione dell'Energia che all'epoca serviva all'Europa per rimettersi in piedi dopo la guerra io credo che questa ragione d'essere qua c'è questa spina dorsale del del processo di integrazione oggi sta cambiando per due fattori uno per la rivoluzione industriale che abbiamo tutti davanti
Ed è una rivoluzione industriale su cui faro pochi accenni della ragione del manifesto che ho scritto con Andrea Orlando
E due perché la razionale non è più costruire per noi a ventisette prima ventotto a ventisette o quando saremo a trentacinque un'unione pensando che quello che succede per noi
Sarà la logica come è successo nel secolo passato che riguarda il mondo non è più così
La razionale che ci mise insieme a costruire questo percorso di integrazione oggi a una sfida che come dicevi tu giustamente Anna e multipolare
Di interconnessione dove l'idea che vent'anni fa doveva vivere cioè che tutti sarebbe si sarebbero trasformati in liberaldemocrazia non esiste più il relativismo che c'era a fine del secolo scorso non c'è più
Allora in questi due elementi io vedo la sfida
Che è stata accennata positivamente quando abbiamo visto la prima pandemia globale
Solidarietà e rapporti multilaterali il Comité stato una forza un urto della storia che ci ha spinto a fare delle scelte che sono arrivate Next Generation o politica una capacità fiscale comune rispetto al passato
Bene noi oggi ci ritroviamo ancora lì paradossalmente
Il bisogno della pace quando è si è scatenata una guerra nel cuore del continente europeo
Non è più quella che per dieci anni abbiamo assistito nel Mediterraneo in altre parti del mondo quasi in maniera indifferente ma siamo coinvolti in nuovi non solo per la brutalità del conflitto ma perché riscopriamo che l'Europa non può fare politiche se non ha una politica estera se non guarda il mondo se non è un attore
Di cooperazione per la pace e secondo la nostra missione
Che non si può chiudere più a ventisette però il problema non è il rapporto tra Roma e Bruxelles Roma Berlino Roma Parigi ma come questa alleanza questa comunità di destino come la chiama Romano Prodi e vive nel mondo di oggi
è il mondo di oggi competitivo
Ha una distribuzione internazionale lavoro assolutamente diseguale noi che vogliamo tenere quella che la capacità storica dell'Europa di un welfare che accompagna le libertà di mercato ovviamente si deve riorganizzare
Come farlo velocemente io non credo che la transizione Green digitale sia come dicevo una un elemento di studio o da relativizzare un ministro competente è una vera e propria rivoluzione
Perché lo vediamo adesso nell'emergenza delle del gas ovviamente legato alla vicenda ucraina però come produrremo Energia
Come costruiremo impresa
Il come saremo competitivi come lo siamo stati e Inter questo secolo perché forza
Dell'Europa era la capacità non solo di trasformare ma dalla capacità di elaborare era una manifattura
Forte nella competizione europea e mondiale e l'Italia in questo sicuramente era sì nelle prime file come leggiamo questa sfida se pensiamo che sia solo per un ministro competente ossia per un teorico diciamo di di un di un quadro è una sfida che cambierà tutto il sistema
E questa sfida si affronta io credo con innanzitutto con delle riforme ma anche con la capacità di guardare agli obiettivi la neutralità climatica non è una teoria è una necessità storica
La necessità di questa generazione
E gli obiettivi che ci siamo posti a livello europeo del green villa non sono obiettivi per pulirsi la o per salvarsi la coscienza sono obiettivi necessari il punto è come trasformare abbiamo scritto con il ministro André con Andrea Orlando come trasformare questa necessità storica anche in una capacità del nostro sistema industriale
Per reggere la sfida competitiva ma soprattutto per fare quello che sappiamo fare meglio cioè investire su ricerca qualità del prodotto
Qualità e dignità del lavoro protetto anche in base agli accordi che stiamo facendo nel quadro di Oporto che il prestato il vertice sociale l'Unione europea in un mondo che cambia la trasformazione digitale cambierà i rapporti i rapporti di lavoro la capacità tecnologica che stiamo vivendo cambierà anche il modo di produrre e tutto questo si lega degli obiettivi di sostenibilità ambientale ed è evidente come stiamo ragionando
Che in molti settori molte filiere noi dovremmo sopportare con investimenti delle grandi trasformazioni allora veniamo al dunque qui c'è la necessità della riforma il Patto di stabilità e crescita ha fatto bene il commissario Gentiloni non solo a sospenderlo
Per questi anni di crisi fino all'anno prossimo ma avviare la riforma perché abbiamo un patto di stabilità e crescita che è basato su degli obiettivi che erano relativi all'Europa e gli anni ottanta
è un'economia che viaggia come viaggia quella oggi competitiva non può reggere con quelli comunque i parametri secondo le regole della concorrenza degli aiuti di Stato degli Investimenti
E non reggono per la competizione globale magari servono tra i ventisette
A modificare degli squilibri ma non sappiamo che la competizione oggi ha bisogno di incentivare quelle che sono dei beni pubblici europei abbiamo fatto sciur per la disoccupazione durante il periodo di coprite noi proponiamo di farlo per ricerche investimento per Energia
Cioè utilizzare dei ribelli pubblici europei che servono non per il singolo Paese o per il suo bilancio ma per il sistema europeo per il suo mercato per la sua produzione per competere a livello globale su una vicenda che è legata agli obiettivi climatici che sono indiscutibili
Io credo che per farla breve
La solidarietà costruita dopo dieci anni di austerity illogica anche molto di chiusura perché poi la logica dell'austerity del degli anni dei decenni scorsi era collegata anche a una mancanza di politica estera
Di una visione del mondo non è un caso che adesso che si parla di politica energetica si poi si torna a parlare di politica estera perché gli errori della politica energetica europea avrebbe per erano anche legati a una incapacità diversificare i rapporti col mondo
E lo stesso quando si parla di migrazioni o quando si parla di commercio internazionale
Le riforme che dobbiamo negoziare a livello europeo riforma del Patto di stabilità e crescita capacità fiscale comune con strumenti che ho elencato e anche il capitolo sociale cioè la protezione del mondo del lavoro che cambia io credo che sia una sfida che l'Italia non deve discuterne solo avendone paura io sento molte Paure
E ovviamente per chi deve trasformarsi le tutte le filiere le filiere soprattutto quelle che consumano energie che devono trasformare il processo produttivo io
Credo che noi dobbiamo accompagnarli quello che hanno i faceva Effetto e questo è stata anche alla alla razionale del nostro commento
E che classe dirigente politica si lagna di queste cose invece di mettersi sotto il lavorare e cercare di capire come la filiera del vetro del cemento dell'acciaio dell'Automotive va in questa sfida deve trasformare non solo il suo modello ma deve costruire anche questione sociale
Il senso della battaglia che bisogna fare in Europa tralascio tutti ovviamente i le le le le analisi su sulla situazione politica contingente per l'Italia questo
Dentro gli accordi che abbiamo siglato Next Generation dentro i raccordi per il green deal per le direttive sul digitale cioè in luce una produzione di una grande trasformazione chiamiamola per quella che è una rivoluzione industriale
Che per i prossimi trent'anni ha l'obiettivo di salvare il pianeta dal punto di vista del clima della neutralità
Ma che non la dobbiamo vivere anche come una grande necessità per il sì del nostro sistema industriale di dotarsi di una di una forza di innovazione di Investimenti di capacità e soprattutto per difendere il lavoro che cambia
In questo senso ci siamo messi un po'così in maniera provocatoria dire che tutto questo si chiama politica industriale
E si fa parlando in italiano si fa con le filiere non si fa solo facendo come si dice appelli alla al mondo che fu perché mentre noi discutiamo del mondo che fu la competizione globale
Sta andando in un'altra direzione
Grazie
Susanna
Parliamo di sviluppo sostenibile pensando sempre alla sostenibilità ecologica ambientale e dimenticando
Che l'agenda dell'unione della della delle Nazioni Unite del due mila trenta in realtà a diciassette obiettivi la maggior parte dei quali e i principali dei quali sono tutti di carattere sociale la lotta alla povertà la lotta alle diseguaglianze il lavoro degno giustamente retribuito e protetto servizi pubblici universali e di qualità
Che sono presupposti affinché tra l'altro la transizione ecologica e la transizione digitale se fatta de qua talmente possano aver luogo
Anche in questo l'Europa è cambiata
Ricordo la direttiva sul salario minimo ricorrendo crociati attuali su una direttiva per la protezione dei lavoratori delle piattaforme noi in Belgio diciamo che quella lavoratori da piattaforme sa il cavallo di Troia
Per ritornare indietro di due secoli e quindi molto importante
Una speriamo un futuro di capacità di bilancio più ambiziosa la protezione dei servizi pubblici dubbio tu citavi giustamente le regole della concorrenza per troppo tempo i servizi pubblici sono stati soggetti alle regole di concorrenza e nella migliore delle ipotesi un'eccezione alle regole di concorrenza se dobbiamo fare
Quella quella politica industriale quell'unione europea della quale parliamo i servizi pubblici devono diventare nei trattati parte integrante del modello sociale europeo
Allora però tutto questo noi lo possiamo fare in alcuni casi con tanta volontà politica in altre ci vogliono le modifiche dei trattati e lì
Penso alla recente conferenza sul futuro dell'Europa dicevi prima giustamente l'abbiamo già quasi dimenticata direi che non se ne è parlato quasi l'Italia nel silenzio completo colpevole della stampa
C'è stata una conferenza che ha riunito cittadini tutti i Paesi parti sociali società civile e e che ha dato delle indicazioni sorprendentemente univoche e sorprendentemente positive in tutte le latitudini e longitudini d'Europa clausola di progresso sociale infine fine dell'Hunan dell'unanimità
Diritti sociali
Partiamo un pochino da lì partiamo dal fatto che le persone in Europa sanno che senza Europa sociale quindi con nuove competenze diverse competenze fine per unanimità
Istituzioni che lavorano meglio e più rapidamente su questi temi non potremmo abbracciare quel cambiamento del quale stiamo parlando
Grazie grazie all'articolo uno di questo dibattito di questo e di questo invito ma io proverei a partire dalle dalle tante contraddizioni di questa di questa fase non solo quelle
A cui pensiamo ogni minuto il fatto che c'è una guerra che non ce lo immaginavamo
Che la pandemia non è finita e continua a segnare come dire tantissima caratteristica della nostra esistenza oltre che dei gli elementi di di necessità ma l'Europa è in una stagione di contraddizioni diceva prima Amendola siamo passati come dire dalla logica dell'austerità più brutale alla solidarietà di Next Generation Europe complice una pandemia ovviamente ma complice anche forse l'esaurirsi
Di una almeno per molti Paesi di una disponibilità alle politiche di austerità e soprattutto perché in realtà non potevamo continuano ad indicare nella sostenibilità ambientale nella rivoluzione digitale come una cosa che verrà nel senso che ormai
Rivoluzione digitale tanta parte già in corso anche se continuerà a trasformarsi
Direi che le temperature ci parlano abbastanza del cambiamento climatico senza aver bisogno di sottolineare l'urgenza si possono fare
Cambiamenti Cocchi che vengono indotti da queste due straordinarie
Rivoluzioni in realtà ambedue sia quella della sostenibilità ambientale sia quella digitale senza pensare che tutto ciò cambierà la vita delle persone perché poi questo il il punto fondamentale cambierà allora un modo di lavorare cambierà la loro possibilità di trovare lavoro cambierà la loro formazione
E istruzione cambierà come dire tutte queste logiche allora l'Europa vive però due contro delle contraddizioni anche il nostro Paese vive delle contraddizioni
Perché
A Pappi attuali
Come dire noi abbiamo faticato molto anche a fare la direttiva sul salario minimo
Perché
Si era come dire sempre borderline rispetto alle regole del Trattato delle dei trattati dei trattati europei che non prevedono il fatto che tu possa esplicitamente indicare delle condizioni di progresso unito copre l'insieme dell'euro
Ci sono Paesi penso al Nord al nord Europa che ha continuato a votare contro opporsi esattamente in ragione del rifiuto di processi di questo tipo dall'altro c'è un tema che si chiama concorrenza poi c'è un tema che io credo sia quello fondamentale che l'Europa non ha una politica industriale comune non ha delle scelte comuni che determinino
Il suo ruolo con due variabili che secondo me non vanno sottovalutate una la Cina non è la Cina di quando abbiamo fatto i trattati europei cioè la dal Paese che poteva diventare la piattaforma produttiva di basso livello dell'insieme del mondo a un Paese che compete su compete sul piano delle tecnologie competere sul piano dell'innovazione compete sul piano anche dell'egemonia in una serie di altri paesi dal punto di vista delle scelte
E la seconda che
Su molti degli aspetti penso per esempio a tutta la produzione connessa al digitale
L'Europa non è un comune competitore significativo nel mondo frazionato per Paesi subisce l'influenza delle grandi mejor americane che determinano quali sono le politiche
E allora credo che una
Da dire parte le norme antitrust concorrenza che fanno a pugni e con qualunque idea di una filiera europea significativa su alcune materie
Anche alcuni trattati commerciali fanno vagamente a pugni e con tutto questo bisognerebbe come dire a ripensarci però questo presupporrebbe dibattito come dire che acceleri la discussione sul cambiamento dei trattati non solo sul piano delle misure economiche nelle misure come dire monetario economiche
Forse si abbandonasse un po'il feticcio del debito come l'unica questione che regola i rapporti e si decidesse che invece bisogna fare delle politiche comune io credo che il modello sciura sia da questo punto di vista un'ottima indicazione perché determina come dire
Forme di solidarietà non obbligate cioè forme di lavoro comune che determinano scelte comuni ma che non escludono il fatto che poi in quei Paesi possono dotarsi di strumenti da questo punto diverso
Però ci sono due elementi su cui invece l'Europa continua a essere ampia contraddizione e direi anche negativa la prima non puoi fare una grande opera di rivoluzione SI non pensi che il tema del funzione pubblica dei servizi pubblici delle scelte pubblica in termini direzione dell'economia tornano ad essere una faccio proprio la moderata moderata moderata almeno una possibilità per i Paesi non dico siano l'indicazione universale anche Mido presenta una composizione europea come dire un po'complicata ma non siano come dire in qualche modo vietate come oggi sono come il nostro disegno di legge concorrenza stack come dire producendo un'idea che degli giustificare l'esistenza del pubblico non deve indicare al pubblico la fondazione
Di coordinamento regolazione allora credo che questo sia seconda cosa un la direttiva sul salario minimo ai secondo me molto più importante di quello che il dibattito italiano riconosca per due ragioni
Una che appunto in qualche modo forza e trattati precedenti e dice il progresso delle condizioni di lavoro è un obiettivo europeo ma secondo perché io mi dica un tema che convergenza salariale miglioramento delle condizioni dei lavoratori in tutti i Paesi e quindi non concorrenza in Europa sul dumping sulle che con la villetta e localizzazioni sulla competizione interna
Qual è il messaggio che manca successivo che è come proviamo a immaginare delle filiere europee
La pandemia ci ha detto che le filiere mondiali sono andate in crisi parte lo sono ancora ci sono filiere che sono interrotte hanno determinato come dire a molti problemi possiamo immaginare delle filiere europee
Uno marginali ecco adesso non farei la filiera l'europea solo per fare le mascherine a proverei a fare la filiera europea per parlare di digitale proverei a fare la filiera europea per provare a pensare sistemi energetici proverei a fare la pipì la filiera europea
Per pensare invece presente alla telemedicina e alle forme della nuova cioè c'abbiamo davanti delle possibilità di sfide straordinariamente alte che si accompagnano un bisogno di qualificazione
Del mondo del lavoro della sua della sua dignità e qui però io vedo un problema
Non c'è una tutela efficace dei lavoratori se non si pensa che i lavoratori sono dei cittadini
Cioè se non si pensa che ciò che è diritto del lavoro e poi diritto di cittadinanza da questo punto di vista del l'Europa successo delle cose di arretramento penso le norme dell'Ungheria pensano spesso dibattito che c'è in Polonia allora credo che come si decide la fine dell'unanimità e così via sia un vincolo per potersi immaginare l'ultima cosa è
Una rivoluzione digitale una rivoluzione ambientale sono una fatica per la logica dei trattati
Perché sono in evoluzione continua
La logica dei trattati invece è una logica come dire fissi un momento tutte stanno a quelle regole devono continuare a fare
Se uno pensa all'intelligenza artificiale alla rapidità con cui l'intelligenza artificiale può determinare il cambiamento di tutte le altre tecnologie che sono in campo l'idea che tu hai solo delle regole rigide come dire renderebbe in sistematicamente come dire quei trattati degli elementi che non funziona allora io penso che va be'pretrattati serve anche perché evitiamo di riproporre il tema oste Rita che mi pare come dire fuori luogo in in tutti i casi ma riforme trattate serve se accompagnata anche all'idea che su alcune questioni c'è un governo europeo effettivo cosa che oggi non c'è vale il ragionamento che si faceva prima sulla politica estera perché non può farla nato una politica destra europea deve poterla fare l'Europa
Ma vale anche su quali sono le politiche industriali deve valere sulle politiche fiscali ovviamente che vanno insieme a questo c'è ci vuole da questo punto di vista un grande salto salto di qualità
E poi forse sommessamente aggiungerei se anche in Italia ne uscisse da discutere di quel che si discute l'Europa forse anche il dibattito politico italiano farebbe un salto di qualità
Concluderei questo primo giro perché penso che sul secondo dobbiamo fare una questione diciamo sull'autonomia sta sulla mancanza di autonomia strategica dell'Unione europea rispetto all'esterno e quindi parlare della guerra ma chiederei ad Alfredo questo Susanna citato il meccanismo sure meccanismo di protezione diciamo una specie di cassa integrazione per cassa integrazione europea una protezione diciamo dei lavoratori durante tutto il periodo della pandemia
Anche quel meccanismo assunto un'importanza superiore al meccanismo spesso perché è stato ecco l'embrione giù la protezione sociale europea
Di un governo europeo che protegge senza passare attraverso gli Stati membri ricordo che ad oggi le protezioni sociali sono falsamente appannaggio degli stati membri perché poi durante il meccanismo d'austerity
Non si regolavano ma si tagliavano quindi questa è una cosa però parlavamo delle delle delle della conferenza sul futuro dell'Europa dei sorprendenti e suggerimenti che il Parlamento europeo ha fatto propri in toto
Il consiglio no
Quindi sia per quanto riguarda un'eventuale riforma dei Trattati che per altre politiche
Mi pare che a ventisette
La strada sia tutta in salita e allora chiedevo Alfredo come pensa di immaginare il futuro di questa Europa non tanto con delle
Come dire geometrie variabili perché quelle in qualche modo già esistono con le cooperazioni rafforzate no ma chissà un'Europa cerchi concentrici
Compreso rispetta la sua autonomia
Diciamo strategica anche rispetta la NATO però rimaniamo diciamo
Sulle questioni interne all'Europa se è possibile fare una distinzione per un'Europa certi a cerchi concentrici
Nella quale alcuni dei Paesi fondatori con alcuni dei Paesi arrivati dopo ma che ne condividono gli obiettivi strategici
Pensino di creare un'avanguardia
Di Graziana consentire che MD associarmi ai ringraziamenti per i nostri graditissimi e autorevoli ospiti di stasera oltre che naturalmente per le compagne e compagni militanti volontari
Che ci consentono di ritrovarci anche quest'anno la
A Bologna
Io
Voglio fare solo due considerazioni che integrano le le le cose che ho detto Enzo e Susana con cui mi trovo fondamentalmente d'accordo io credo che siamo di fronte al due ordini di problemi differenti ma che in parte anche si incrociano
Abbiamo innanzitutto un'urgenza in questa situazione economica di nuovo molto complicata
Che quella di consolidare
E di rendere strutturale la svolta che l'Europa ha conosciuto nel due mila venti con la pandemia
Se ciò che è accaduto e che tutti noi abbiamo giustamente celebrato attorno la svolta attorno al call it
Che ha significato ne parliamo tutti del del re Coveri Next Generation io ma dai abbiamo sospeso il patto di stabilità ed è già il secondo anno
Abbiamo solo speso la normativa sugli aiuti di Stato che era pilastro fondante della della vecchia Europa
Abbiamo consentito alla BCE di fare diciamocelo ciò che sostanzialmente non sta scritto è perfino ovvio vietato nei trattati perché i vari piani di intervento straordinario che Emea leso stanno terminando
Sono stati una forma intelligente e furba ma sostanzialmente di monetizzazione del debito cioè noi l'Europa ha sostanzialmente disattivato gran parte delle sue regole economiche fondanti
E questo gli ha consentito di superare una una prova difficilissima
Aiutando i paesi più più più esposti realizzando anche quelle forme di mutualizzazione del debito e di unione di trasferimento che erano un tabù nella fase precedente
Cioè l'idea che in unione in un'unione monetaria in cui naturalmente non è un'unione monetaria in cui tu hai tutti i Paesi che hanno lo stesso livello di competitività quindi naturalmente
Cosa che non si è previsto all'inizio degli aerei dei meccanismi che consentono di riequilibrare i diversi livelli di competitività trasferendo anche risorse da chi va più veloce a chi va più piano
Questa cosa che era stata recisamente negata
Per più di un decennio anzi per quindici anni da quando la l'euro è cominciato fino al co-leader del due mila e venti viene finalmente messa in discussione
Ora la prima emergenza e consolidare questa svolta
Portarla in avanti fare in modo che non sia una parentesi perché se quella svolta diventa una parentesi
La marea montante dell'antieuropeismo che noi abbiamo immaginato di aver scalato rischia di tornare ad alzarsi
Quindi questo il primo punto
E dobbiamo sapere che quella svolta
E stata spiazzante non soltanto per i nazionalisti giro i sovrani insisti come richiamammo di destra quelli che avevano scommesso sulla definitiva dissoluzione del progetto europeo dopo la prego
Quella svolta è stata
Spiazzante anche per una parte degli europeisti cioè per l'europeismo liberista per l'eolico il ritmo del vincolo esterno per l'europeismo della della dell'austerità per quelli che per quindici anni
C'hanno raccontato che le regolano giusto che andavano bene così ci voleva quella disciplina fiscale ci voleva la BCE che non interveniva eccetera eccetera
Ecco se tornano ad avere ragioni quelli lì rischiamo di finire nei guai noi l'Italia e i Paesi più esposti ma il progetto europeo nel nel suo complesso quindi quella svolta va consolidata
E per far questo io credo che ci sia bisogno di una sinistra europea di un Partito del socialismo europeo che prenda più coraggio
Che si senta noi non abbiamo la necessità io credo in questa fase storica di presentarci come quelli che vogliono fare delle robe restare particolarmente di sinistra di dottor B. dobbiamo presentarci come quelle che stanno di nuovo col vento nella storia alle proprie spalle veniamo da un quindicennio commenta iniquo rispetto all'ideologia dominante ne andavamo controvento
Oggi per come sta cambiando il mondo noi dobbiamo interpretare le trasformazioni che sono necessarie perché le economie e le società europee possano reggere e quindi è evidente che è un'Europa che si attestasse semplicemente sull'Europa ordo liberale della concorrenza della tutela della concorrenza sarebbe totalmente inadeguata ad affrontare le sfide che ci raccontavano Enzo Susanna quello di pensare di fare la rivoluzione industriale che occorre con uno Stato che si limita a fare come era nell'Europa di Maastricht semplicemente la polizia del mercato cioè lo Stato deve star fuori
E semplicemente garantire le condizioni della concorrenza non interferire col mercato lasciare operare i player privati anzi addirittura intervenire se si creano delle aziende troppo grande abbiamo il problema esattamente opposto noi dobbiamo costruire dei player europei dei campioni europei con un intervento pubblico diretto con un ruolo attivo degli Stati e dell'Europa
Che siano in grado di reggere la competizione globale
Perché altrimenti banalmente faccio un esempio la transizione ecologica il passaggio all'elettrico si tradurrà nel fatto che noi decuplicare Emo le importazioni dalla Cina
Ed è evidente questa sarebbe un'altra gente in termini economici
Quindi una sinistra europea più determinata
Nel mettersi dalla parte giusta e la storia abbiamo è una un'Europa che finalmente non ci fa più le raccomandazioni per razionalizzare vi ricordate come si diceva la spending review USA la spesa sanitaria
C'è un'Europa che ha capito finalmente che i sistemi sanitari pubblici
Sono un pezzo fondamentale della tenuta delle società europee ma dico di più sono un pezzo fondamentale della civiltà europea
E quell'Europa che ne possiamo raccontare al resto del mondo e quell'Europa che c'è qui e che non c'è in Asia non c'è negli Stati Uniti non c'è nell'America latina quindi sono elemento anche fondante della nostra identità sociale e culturale
Avevamo in Europa che per quindici anni ci ha detto di liberalizzare flessibilizzare nella sostanza precarizzato il mercato del lavoro che adesso finalmente prende una direzione diversa e sono molto d'accordo con quello diceva Susanna la direttiva sul salario unico
L'avete proprio sul salario minimo non vorrà dire che avremo lo stesso salario minimo in tutti i Paesi europei cosa evidentemente impossibile ma vuol dire un cambiamento di logica cioè vuol dire finalmente pensare che i Paesi più deboli
Non debbano competere svalutando sul proprio costo del lavoro e quindi semplicemente facendo ognuno il proprio c'ho pensato o facendolo più volte come abbiamo fatto in Italia nel corso dei decenni
Ma devono invece essere aiutati a riposizionarsi su una fascia più alta nella divisione internazionale del lavoro quindi Bergamo ha censito tutto questo di renderlo strutturale
Di accompagnarlo con un disegno organico e di fare in modo che ci siano anche gli interventi che sono necessari per affrontare la strettoia che avremo nei prossimi due tre anni
Strettoia legata alla difficoltà della difesa più posto Covito alla guerra all'inflazione alla crisi energetica qui si questo significa già da quest'anno
Avere un nucleo di Paesi che inizia a ragionare in maniera molto concreta non più semplicemente come diceva Enzo sulla sospensione dal patto di stabilità
Ma su una sua revisione più profonda questo non attiene ai trattati obiettivo più impegnativo perché il patto di stabilità come sta sappiamo sta fuori
Trattati ha rappresentato a partire dagli anni novanta un elemento di peggioramento dei dei trattati
Abbiamo la necessità di una costruire un quadro di consenso politico che consenta alla BCE svolge un ruolo essenziale perché non non nascondiamocelo noi
L'epoca dei tassi a zero o sottozero quello che ci consentiva di pagare quasi nulla sui mutui
Di avere il danaro o abbastanza fa quell'epoca lì con questa inflazione per alcuni anni è finita quindi noi andiamo incontro a una BCE che inevitabilmente dovrà accompagnare rialzo dei tassi che è già in atto negli Stati Uniti
Senza l'individuazione di uno strumento ad hoc a tutela dei paesi più esposti questo per un Paese come l'Italia rischia di diventare molto problematico quindi il problema non è chiedere l'impossibile cioè chiaro in avremo dei tassi che saliranno
Problema avere una BCE che trovi con flessibilità con intelligenza lo strumento pulitrice anti frammentazione
Che consenta di evitare che questo rialzo dei tassi si traduca in condizioni insostenibile mente diverso separati da Armani a Paesi nordici e Italia Spagna Grecia Portogallo e poi le cose che dicevo sulla politica industriale quindi necessità assoluta di metterci con convinzione
Dalla parte di un cambiamento storico che è in atto e che l'Europa finalmente deve essere in grado di
E poi naturalmente al secondo aspetto avere anche la capacità di guardare più lontano
Che è quello di immaginare un'Europa che vada anche oltre una logica che sia come è stata finora prettamente economicistica
Che Possa diventare anche di più una comunità politica
Qualcosa che abbia un senso della propria identità del proprio essere nel mondo
Dei propri valori ma anche dei propri interessi e quando si hanno degli interessi significa che questi interessi sono anche distinti da quelli degli altri soggetti globali e allora lì probabilmente l'attuale struttura dei trattati dobbiamo interrogarci se sia adeguata Enzo dobbiamo chiederci se un'Europa a ventisette
Un'Europa in cui c'è la Polonia in cui ci sono i pesi delle ex Gruppo di Visegrad
In cui ci sono i pesi baltici in cui io credo noi dobbiamo associare altri paesi
Tema dei Balcani il tema dell'Ucraina che si pone quindi è chiaro che c'è necessità di una comunità europea accogliente
Che sia in grado di esercitare anche la sua forza centripeta ma è questa Europa come dire semplicemente confederale
A maglie larghe in grado di diventare soggetto politico e allora lì forse probabilmente occorre uno sforzo di immaginazione
Letta accennato qualcosa in questa in questa direzione lo stesso Macron
Occorre uno sforzo di immaginazione politica e istituzionale che riesca a tener testa assieme la capacità dell'Europa di essere inclusiva
Di accogliere anche Paesi molto diversi dal punto di vista economico culturale e politico con la costruzione invece di un nucleo europeo
Di quella che una volta si sarebbe chiamata la Kerner troppa nocciolo europeo
Bene quella un'iniziativa che inevitabilmente devono prendere i Paesi fondatori e soprattutto i grandi paesi europei come ripeto Romano Prodi la Germania la Francia l'Italia
La Spagna
E iniziare a costruire quel nocciolo europeo
Che è la condizione sia per dare stabilita all'euro
Perché alla lunga una moneta unica non può rimanere un fatto semplicemente economicistico dietro la moneta occorre un soggetto politico
Come ci dicono anche gli andamenti dei dei dei mercati di di questi giorni ma in prospettiva anche costruire
Un'Europa che non sia semplicemente appunto uno spazio ma possa diventare un soggetto politico e allora forse iniziare a ragionare sull'articolazione tra questi due livelli e anche il modo per dare concretezza a ai discorsi su
Balzo in avanti
Nell'integrazione europea la storia degli anni Novanta c'era c'ha spiegato anche amaramente che talvolta l'allargamento significa il contrario dell'intensificazione del processo di integrazione si allarghi troppo evidentemente quel processo di integrazione non lo puoi rafforzare dal punto di vista dei contenuti stavolta la storia ci obbliga ad allargare ma accanto a questo allargamento ne abbiamo la necessità di un nocciolo
Di una struttura più ristretta
Che si basi su una condivisione più forte si basi anche sull'idea di di un ruolo che vogliamo giocare nel nel mondo e qui forse abbiamo l'aggancio con la seconda parte agganciati saldamente all'Occidente all'Alleanza atlantica ma anche con un senso disse della nostra storia di ciò che vogliamo fare nel mondo a tutela di un mondo multilaterale
Pacifico e in cui diciamo il buono della globalizzazione non vada perso ne abbiamo vissuto trent'anni di globalizzazione né Olivera le frenate dal mercato ora rischiamo di avere ormai rovesciamento
Stiamo di avere un mondo segmentato un mondo diviso ecco un'Europa soggetto politico può salvare invece il nucleo di verità del della globalizzazione cioè l'idea che viviamo in un'epoca di interdipendenza non superabile
E di questo forse probabilmente noi con più forza ci dobbiamo fare interprete
Grazie riprendo
Dalla prima riga diciamo del titolo di questa di questa sera pace e multilateralismo facciamo quindi un secondo giro cercando di finire nel entro mezz'ora
E adesso chiederei a Enzo di parlare un pochino di più il rimessione diciamo Esterne ed estera dell'Unione europea perché
Se sulle questioni di autonomia strategica industriale sociale c'è qualche diciamo cambiamento e in in meglio
La guerra in Ucraina ha dimostrato probabilmente che una delle tante vittime della guerra collaterali si dice è proprio la nostra unione politica
è vero e come dire sulle sanzioni sulla condanna prima in primis sulle piazze sanzioni dopo d'Europa si è dimostrato unità
Però non si può non constatare che nonostante gli avanzamenti sulla carta del Trattato di Lisbona in un rappresentante della politica estera l'embrione di una politica estera di sicurezza e di difesa comune
Ma non si è messo in campo ancora un una una proposta credibile di negoziato per la pace di il recente vertice NATO
Da una parte ha mostrato una subalternità dell'Europa dall'altra nonostante come posso dire l'apparente unità di intenti un'Europa che è apparsa divisa con dei paesi come la Polonia per esempio che fa l'occhiolino al Regno Unito spostando l'asse della NATO verso nord est e dall'altra Paesi del quale parlava anche Alfredo Italia Francia Germania impegnati più di altri nella ricerca possibile di una soluzione
Negoziale con l'aggiunta del problema che visto che l'asse
Come posso dire la strategia e l'asse della NATO rischia di spostarsi verso altri lidi Nord estate l'Italia rimanga con il cerino acceso nel Mediterraneo che ricordiamolo una nostra frontiera più ampia il tuo punto di vista
No il mio punto di vista si collega molto bene alle considerazioni che faceva Suzanne da ultimo Alfredo perché la la difficoltà del soggetto politico Europa in questo nuovo mare che dobbiamo navigare della competizione globale dove ci sono giganti come gli Stati Uniti la Cina ci sono nuovi giganti che che stanno crescendo ci sono ancora forti diseguaglianze in questo mare
Noi per dieci anni non abbiamo mai navigato
Cioè la logica dell'austerity non era una logica di potenza era una logica di chiusura non è un caso che nello stesso periodo in cui abbiamo falcidiato diciamo una un'idea di crescita e di competitività
Dal punto di vista della politica estera l'Europa ha toccato i livelli più bassi
Quando si parla di politica energetica si parla di politica estera quando si parla di migrazioni e di gestione dei flussi migratori che sono un dato che la storia si parla di politica estera
Quando si parla di economia adesso l'abbiamo fatto sull'industria sull'autonomia strategica europea di avere una politica industriale
Si parla sì di regole che ci servono ma regole nuove perché c'è una competizione globale e lo stesso sull'ambiente quello che è mancato al dunque negli ultimi dieci anni
Ed è un'idea del nostro ruolo nel mondo
Un'idea dell'Europa rispetto alle rivoluzioni arabe nella nel Mediterraneo abbiamo assistito al mattatoio siriano senza nemmeno cioè facendo una compilazione di dichiarazione di intenti
Abbiamo visto le la Libia saltare in aria è tra i Paesi europei abbiamo litigato con la fine che cosa è successo che altri hanno risolto il problema
Abbiamo visto cioè dinanzi a noi e alla nostro confine est perché questa vicenda ucraina viene da lontano dagli accordi di mischia dal due mila e quattordici abbiamo visto cioè il mondo trasformarsi cambiare
E non cambiare come volevamo noi perché voi vi ricorderete che a fine diede del secolo scorso inizia questo segno tutti si pensava avrebbe la democrazia ha vinto
La liberaldemocrazia porterà prosperità e tutti avranno dei sistemi democratici
Da da dalla da est verso fino all'America Latina non è successo questo
Ma non è successo questo perché la storia dei paesi è completamente differente
Quando Putin e sul Financial Times prima della guerra dice io sono per le democrazie illiberali perché le democrazie liberali sono deboli e devono essere sconfitte
E non era un'intervista che uno dice va be ha detto a una battuta del feto possono Theorie che si sono radicate nella storia del Cuny Paesi
Non solo nella Russia di Putin che nel nostro silenzio generale ha cambiato nel due anni fa la Costituzione riportandolo va e vado al dunque Dio patria e famiglia un'idea della della dell'idea russa completamente differente da quella che conoscevamo anche dieci o quindici anni fa nello stessa la produzione politica che in Cina si è realizzata negli ultimi anni
Dove anche la regola del doppio mandato del del presidente è saltata nella Costituzione e dove c'è stato un documento che per fortuna poi in Europa l'hanno letto perché di solito con la Cina il nostro problema era solo il commercio
C'è stato un documento made in China venti venticinque in cui c'è scritto Cario non vai non siamo più la fabbrica vostra riassumo noi siamo la fabbrica per noi noi costruiamo per il nostro mondo e siamo competitivi anche verso
Verso di voi ma è tutta in queste trasformazioni negli ultimi vent'anni
Dinanzi a tutto ciò è serve la politica estera che non è un tema per il ministro ovvero è la il diplomatico è un tema di come tu stai al mondo
E di come costruisci rapporti commerciali che significa un'industria che si vende compete mai autonoma che ha la proprietà intellettuale di quello che fai
Perché noi abbiamo per molto tempo esternalizzato tutte le produzioni fuori adesso si parla di Rush ore in via di catene corte tutte cose giuste ma perché è cambiato anche l'assetto dei rapporti tra gli attori globali
Insomma
Potrei andare avanti sulla politica migratoria il presidente Draghi negli ultimi tre consigli prima della dello scoppio della guerra siamo riusciti a far passare un concetto che era molto semplice che però non c'eravamo riusciti per tanto tempo signori è inutile che fate a cazzotti e tirate fuori le bandierine ideologiche sui migranti sulla ridistribuzione
Finché non andiamo a fare cooperazione seria nei paesi di origine e di transito non ce la faremo
Guarda caso dopo sta battaglie si sono trovati dodici miliardi nel bilancio e anche la la il Commissione sempre Ignat'in otto piani di azione
Perché è evidente perché anche parole come il green ville in un continente come l'Africa dove ci sono seicento milioni di persone che non sono connessi a fonti energetiche tradizionali non è solo una grande opportunità di scambio di trasferimento tecnologico ma è un patto che tu realizzi ma per fare tutto questo migrazione Energia industria e soprattutto pace ci vuole una politica estera
Ora
è evidente che io tutta questa autoflagellazione che spesso ci siamo fatti sulle ragioni del conflitto di questa prepotenza militare russa verso l'Ucraina
Molte ragioni le ho sentite non sono un elemento scatenante perché era guardiamo a noi e ai nostri errori dovremmo anche però leggere quelle che sono state le trasformazioni agli ultimi vent'anni
Quando Vladimir Putin aveva al Museo di San Pietroburgo accede barrare Pietro il Grande non anni fa mesi fa
Un mese fa e dice quello che ha fatto Pietro il Grande riconquistando i territori dove ci sono i russi lo faremo anche noi adesso
E ti dà il segno di un'ideologia politica che è cambiato anche in Russia
E quando tu vai a discutere di questi fenomeni e leggi le agende politiche dei vari attori globali che sono in questo mondo per definizione necessari
Per reggere l'interlocuzione per trovare la pace
E non bisogna solo autoflagellazione facciamo noi Ghisolfi curarsi negli ultimi dieci anni quelli quelli elencati gli errori di una mancanza di una visione del mondo di una politica estera
Bloccati spesso dai veti interni bloccati da discussioni inutili a ventisette mentre il mondo attorno a noi saltava in aria perché anche gli accordi di mischie che dovevano stabilizzare
Lesta dell'Ucraina li dovevamo realizzare noi c'era anche una responsabilità nostra bere mentre collezioni amo tutto questo Auto da Fe del dell'Occidente però guardiamo come sta cambiando il mondo
Allora la reazione non è solo un congresso come qualcuno vorrebbe far dell'Occidente colletto molto molto simpatica questa idea ma non non so a che porterebbe mai guardare fuori dai nostri confini come cambia il mondo
I dati demografici i dati del clima i dati delle connessioni dei trasporti delle filiere di tutto quello che si riorganizza attorno al nord perché senza una politica estera cosa che è mancata
In maniera drammatica negli ultimi dieci anni noi non saremo mai un attore globale tu non riuscirai mai a leggere le trasformazioni
Di cui stiamo parlando e non riesci RAI mai anche a metterti all'altezza per ritrovare una soluzione l'Ucraina è una grande responsabilità europea perché il conflitto nel cuore del nostro continente
Ed è prima responsabilità nostra delle leadership europea e trovare una via d'uscita a questa tragedia soprattutto e colpisce innanzitutto i civili Ucraini che sono sotto attacco di una prepotenza militare
Allora per fare questo io la strada che si sta cercando di tessere come diceva giustamente Alfredo vero nocciolo duro anche politico e si assume le responsabilità
E e per l'assunzione responsabilità devi costruire quella che una politica io tra le tante motivazioni che ho visto
Su un in agenda per l'accelerazione conflitto
A me più colpito non il tema del discusso largamente molto anche fuorviante dell'allargamento della NATO verso est non era tanto quello era l'allargamento dei processi democratici
Che in alcuni Paesi si stavano radicale una delle grandi ragioni e la rivoluzione in Bielorussia contro il dittatore
Una delle grandi ragioni era quello che è successo in Kazakistan cioè nello spazio russo come direbbe
Il presidente Putin perché lì non c'era un bisogno di allargamento della NATO e lì c'era un bisogno di fronte agli sconquassi nel mondo a capire quali erano le scelte e le scelte devono essere autonome e sovrane
Perché se ricostruiamo in questo mondo complicato non una competizione ma degli equilibri fatti su prepotenze su assetti geopolitici predefiniti architetti Renault realizzeremo mai la pace
L'Occidente deve perdere sì sicuramente quella visione che vent'anni fa ci pensava che era tutto irreversibile la convergenza
Dal punto di vista istituzionale economico sarebbe stata irreversibile no quello lo dobbiamo ragionare comprendendo le differenza ma questo non significa chiudersi nei propri confini aver paura della propria identità perché io questa patente che abbiamo di uno spazio liberale dove si garantiscono i diritti e dove chi come diceva Susanna alcuni Paesi magari hanno delle ritrosie
Si fanno le procedure per lo Stato di diritto quindi le garantiamo perché libertà le civili e il i diritti sono elemento della civiltà europea io ma la tengo stretta ma non significa richiudersi perché per dieci anni ci siamo chiusi in discussioni inutili e non ci ha portato a niente io la vedo così
è un tema che tocca tutte le filiere su cui tutti i tasti che abbiamo citato prima anche la riforma dei trattati
Io lo dico
Riforma i trattati
E la convenzione che è nata soprattutto per volontà di un grande italiano europeista che era David Sassoli è una è una strada necessarie anche quella perché quando
Grande David
Perché quando noi in Parlamento italiano il Po il presidente Draghi il primo presidente del Consiglio che si Espresso apparente Strasburgo dicendo coraggio su questo
Non lo facciamo per aprire una strada negoziale sugli articoli ma è evidente che per mettere in fila tutto quello che ci siamo detti dalla governance economica la politica industriale alla politica energetica alla riforma di quelli che sono i meccanismi decisionali bene toccare dei anche le leve istituzionali democratiche di questo nostro spazio comune
Credo che sia un'ambizione da poter realizzare io su quello
Non credo che ci dobbiamo temere io
Faccio questa battutina ad Alfredo in conclusione quando si parlava di Next Generation quando si parlava di protezione sociale anche di riforma i trattati spesso quelle che hanno fatto più opposizione a delle posizioni italiane erano proprio le socialdemocrazie del Nord per essere lo dico perché ha ragione Alfredo lo è una battaglia politica l'Europa una battaglia che va combattuta pure tra di noi socialisti e progressisti europei non è facile ma è la strada giusta per affermare quelle che sono i valori fondanti di civiltà del nostro spazio comune della nostra comunità di destino
No non c'è dubbio che la devoluzione di sovranità della quale parlavamo prima per quanto riguarda gli Stati debba avvenire con più coraggio anche nei grandi soggetti politici
L'Europa politica transnazionale esisterà soltanto quando ci saranno dei veri soggetti politici transnazionali e non la sommatoria di partiti nazionali e speriamo che al congresso del Partito del socialismo europeo nel quale noi ci riconosciamo in autunno a Berlino questo salto di coraggio sia metodologico che di politiche avvenga però tornare un attimo a Susanna perché prima parlavamo di di diritti non c'è pace senza diritti
Non ci sarà una politica estera
Comune europea strategica nel senso auspicato da noi sei nomi ci sta la coerenza quanto meno tra politica estera politiche di aiuti allo sviluppo trattati commerciali internazionali
E e questa dovrebbe essere un'Europa capace anche di imporsi sulla scena
Globale compreso nella confusissima nozione di Occidente perché l'ultimo G7 ha dato l'immagine come dire da una parte di volersi
Surrogare la difesa dei valori democratici contro il resto del mondo dall'altra però veniamo da decenni di istituzioni internazionali che non sono l'ONU ecco l'agenda di sviluppo sostenibile ma sono il Fondo monetario internazionale vecchia maniera la Banca mondiale che hanno imposto l'austerità in continenti interi che non hanno fatto l'interesse dei quei continenti ci sono passati anche i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori quindi
I sanpietrini una parola su questo
Addio partire esattamente della filo conduttore dell'intervento di di Amendola che diceva non dobbiamo stare chiusi dobbiamo convenire provare a guardare cosa succederà
Il resto del mondo
Perché il cambiamento come dire non è non è fattibile allora io penso che
Mentre il resto del mondo stanno succedendo molte cose uso un esempio che è il primo voto o dopo lo scoppio dopo l'invasione dei russi in Ucraina
Quel voto lì e ha detto che l'Occidente era molto piccolo
Che quelli come dire che si riconosceva dunque la dimensione erano era molto piccolo da tutti gli altri sono tutti Miani cioè non è che si può utilizzare questa chiave per cui si dice una cosa diversa sa immediatamente
Che pare di moda nel nostro dibattito ma siamo giusto noi che siamo un po'provinciali che lo facciamo così la discussione
E allora il problema è che se il resto del mondo non guarda con interesse all'Europa adesso faccio un esempio che nulla c'entra con ma con con l'Ucraina ma tutti noi abbiamo vissuto una stagione in cui se mettere i piedi in America Latina la prima cosa che ti chiedevano è ma questa cosa la comunità europea come possiamo fare eccetera desunto chiedono più cioè proprio
Allora
Qualche qualche deficit nelle relazioni tra l'Europa il resto del mondo non è il solo figlio della situazione attuale come dire un'idea e una supponenza diciamola così del fatto che bastava essere democratici
Economicamente forti e questo di per sé terminava consensi peccato che poi non ce la fanno ma le grandi scelte poi nella più grande scuola sindacale in Africa la costruita la Cina e costruita dai cinesi che sono gli ospiti d'onore in ogni in ogni occasione quindici anni fa non ce lo saremmo a vent'anni fa non ce lo saremmo mai immaginato commedie allora il problema è che non non c'è una politica estera se non c'è l'insieme una politica di cooperazione e un'idea che tu devi pensare a come integri
Nelle tue prospettive di politica industriale di crescita e così via Monday che sono stati grandemente esclusi e questo per noi ovviamente voto innanzitutto Mediterraneo ciò vuol dire innanzitutto che
Direttamente più vicino e l'ha già detto
Enzo prima cioè da un lato c'abbiamo la Siria dall'alto c'è però una questione palestinese non mai risolto tra l'altro c'abbiamo la Libia cioè Unter un terreni no nel quale
Ma anche un ma comunque paesi e popoli a cui abbiamo dato dei messaggi che io credo invece andrebbero corretti
Io se il titolo del dalle non c'ero ma dalle dalle cronache la visita del presidente del Consiglio è vero dove Anna tutti i giornali hanno riportato questa affermazione sui profughi siamo allibiti sulle migrazioni il Paese al limite
Ecco possiamo per esempio immaginare che la politica europea sulle migrazioni non è pagare Erdoğan perché faccia ai campi dei profughi siriani
E scambiasse spesso
Nell'eterna perché io credo che bisognerebbe cominciare da qui c'è bisognerebbe cominciare dall'idea che non abbiamo un rapporto con questi altri popoli che non riguarda con l'idea se state lontano da tutto bene ma se provate avvicinarmi
Noi mettiamo le barriere di utilizziamo come dire le alleanze per fare separazione
Secondo tema la politica estera vuol dire anche decidere se politica estrae di per sé politica degli armamenti o invece e politica estera del politica della democrazia
E della diplomazia io sono molto preoccupato dalle scelte di investimento in armamenti che sta caratterizzando l'Europa in questa stagione
Sarò un po'vecchia a me la Germania che serie Arma non mi entusiasma anche se ho un grande affetto per
Cancelliere Scholes ma insomma come dire preferirei che non ci fosse una gara riarmo che è una sottrazione di risorse da a tante altre cose ma è anche una risposta al conflitto in corso tra l'Ucraina e la Russia perché se il messaggio unico che l'Europa dai quello che siriano ma e che allargare alle Alleanza del difensiva in Europa per cui siamo tutti dentro la la l'alleanza difensiva tranne la Russa io non sono certa che sia un messaggio che aiuterà la diplomazia
E che aiuterà a una soluzione pacifica perché alla fine la logica del fronteggiarsi non ha una logica
Del determinare come dire delle condizioni positive allora io credo che bisogna anche che posso tra di noi ci mettiamo d'accordo su cosa e politica estera
Perché è indubbio che politica energetica che politica del commercio che è politica industriale se ci si riesce ma è anche scelta di come si sostiene
Una rete di alleanze di relazione di cooperazione ben diversa da quella che abbiamo avuto fino ad oggi e forse anche la scelta di non spostarla sul piano militare
Chiudo dicendo questa cosa io penso che un'Europa che vuole fare politica e essere un soggetto multipolare
Nel momento in cui non c'è più nessun Paese neutrale lo fa con un po'più di difficoltà di prima
Perché la sovrapposizione tra Comunità europea e nato diventa sempre più una sovrapposizione leggibile dal resto del mondo io non voglio non voglio mettermi a discutere delle paura della Finlandia della Svezia capisco tutto
Però
Voglio dire la discussione politica vera su come dobbiamo essere fatti da voi presso noi Europa per essere del negoziatore di pace che prospettiva ci immaginiamo io credo si debba fare perché se l'unica prospettiva al fronteggiarsi con una politica di difesa io credo in questo foriero per molti conflitti non di una soluzione pace
Al credo per capire se ce la facciamo essere brevi riusciamo a fare un ultimo Giro sulla situazione politica attuale non ci per chi mi pare
A proposito di pace
Non si può fare
Beh partivo da questa considerazione però di Susanna sul disarmo perché mi pare che valga la pena ritornarci cioè nel due mila venti l'Istituto internazionale per per il il controllo delle armi ahimè consente a Stoccolma già ci metteva in guardia diciamo internazionalmente sul fatto che quello era stato l'anno in assoluto con la produzione di armi più alta della storia del mondo e quindi anche della transazione economica di armi
Mettendo anche in guardia sul fatto badate che c'è un momento un cui queste armi
Qualcuno vorrà usarle
E allora riprendendo e non essendo cercando di essere più breve possibile quello che diceva Susanna la fine una vera agenda europea
Vi è più progressista e quindi anche di coraggio da parte dei soggetti politici Europa i progressisti non dovrebbe proprio partire da qui da una grande nuova azione internazionale internazionalista sul disarmo
IVA io volevo innanzitutto riprendere osservazione affatto Enzo qui dovuto raccordo che ha richiamato
David Sassoli
Secondo me parte per tanti di noi è stato compagno un amico una persona cara
Ma io credo sia anche una figura che tornerà spesso quando dovremo ragionare nei prossimi anni della nuova Europa
E anche del coraggio che occorre perché europeismo è stato spesso anche un'etichetta una bandiera un modo per apparire come quelli buoni rassicuranti ma il vero europeismo appunto battaglia capacità poi di di cambiare quando quando Sassoli a un certo punto lancio l'idea di rendere perpetuo il debito pubblico che l'apice stava acquistando per effetto del dell'emergenza pandemica e io me le ricordo le le le le reazioni scandalizzate o irridenti che è una parte degli europeisti liberisti quelli delle regole
Quindi gli rivolsero trattandolo come uno che non sapeva di ciò di cui parlava mentre realtà
Sassoli aveva il coraggio intellettuale in quel momento di portare nel dibattito pubblico e di sfidare il conformismo ciò di cui si stava iniziando a ragionare in tutte tecnica in campi economici più avanzati
Su come rendere ingestibile il debito pubblico della della della della pandemia
E questo coraggio del cambiamento c'è questo coraggio di rendere l'europeismo non semplicemente il vestito buono dalla della della domenica ma appunto il terreno a una battaglia politica ci occorre sicuramente anche su su altri su altri ambiti
Occorre nell'immaginare appunto l'Europa che abbia la capacità di tornare
A guardare verso il Mediterraneo e non semplicemente verso l'Est Europa e qui si gioca anche un ruolo specifico che il nostro Paese potrebbe
Io io insegno all'università meridionale per esempio mi colpisce la quantità di accordi che si fanno con i posti più disparati del mondo
Tranne che con le università del Nord Africa del Medioriente lì per esempio Romano Prodi pone una questione secondo me di straordinaria importanza
Cioè il nostro sistema universitario dovrebbe assieme di Atene della Francia della Spagna del Portogallo che lanciare un grande progetto di integrazione di scambio di collaborazione con tutta la fascia la fascia mediterranea
è una anche lì una battaglia politica per riorientare strategicamente del del progetto europeo aperto
Tornare o per iniziare ad avere un'Europa protagonista in Africa condizione essenziale anche per gestire il fenomeno fenomeno migratorio
Sulla questione della del del del del del della pace io io credo questo non non la faccio lunga tra tutti
Ci sono anche interlocutori con più competenza di me possono affrontare questi temi
Io credo che poi svolgerebbe
Una una funzione c'è poi avere un Progetto se sei di un soggetto perché non c'è la politica estera europea perché perché non c'è un soggetto politico europeo
C'è un commissario per gli affari esteri ma la politica estera la continuano a fare degli Stati
Pure il nodo è quello cioè identificare il nucleo europeo
Che si doti delle identità di interessi divisione di ruolo che vuole giocare a quel punto poi giocare la politica essere a quel punto poi costruire anche un'Europa che deve avere anche
Una sua capacità di stare in questo mondo nuovo in cui hai me
Per una fase occorreranno anche gli armamenti
Se non hai le armi quindi è chiaro cioè il tema del disarmo del disarmo nucleare ma c'è anche il tema di come inserire questi investimenti che ci saranno in un progetto che non sia semplicemente dato un'agenzia di costruzione
E di integrazione la capacità di di di di difesa europea
E c'è la necessità di dotarsi anche di una capacità di di parlare al mondo io credo però c'è molta delusione come diceva Susanna forse per quello che l'Europa poteva essere o non è stata prima la pandemia ma c'è anche una grande richiesta di Europa insomma è capitato di incontrare compagne e compagni brasiliani qualche settimana fa a Roma
Che sono impegnate sono anche qui presenti nella sfida decisiva che sarà in Brasile a sostegno di Lula cui lanciamo un grande
In bocca al lupo
Che Fresco il Sudamerica me lo raccontava il compagno Provenzano è stato sulla dice una grande attenzione verso ciò che può maturare in Europa anche come interlocutore certo alleato ma anche distinto rispetto rispetto
Naturalmente questo passa per una per una battaglia politica che che dobbiamo che dobbiamo svolgere per una capacità e qui chiudo davvero
Di tenere anche i nostri dibattiti politici nazionali
All'altezza che se ecco chiudo con questa battuta forse
Noi abbiamo chiesto al governo Draghi cosa che evidentemente non poteva fare cioè Salvini gli ha chiesto la la tax
Noi abbiamo forse abbiamo immaginato potesse fare delle riforme fiscali evidente che se il governo Draghi affronta la riforma del fisco con la maggioranza che ha dubito che verranno fuori grandi grandi grandi cose
Mentre questo intermezzo del governo Draghi poteva essere l'occasione
Per rendere l'Italia più incisiva su alcuni grandi partite di riforma del del del dell'Europa e di riposizionamento strategico del nostro Paese ecco se portassimo discussione a questo livello
Su ciò che ad esempio nei prossimi sei mesi
Un governo italiano potrebbe fare in materia energetica tetto del gas
Riformare le regole europee il nuovo ruolo della BCE
Vicenda ucraina ecco forse questo ci consentirebbe di affrontare anche forse un po'più matura e un po'più saggia e meno nevrotica anche al dibattito sulla crisi di governo grazie
Riduttivo dalla parola Enzo proprio su questo perché presupposto per fare tutte le cose che abbiamo discusso oggi quindi migliorare l'Europa è credere profondamente nell'Europa esteri convinti che l'Europa la nostra unica speranza e quindi essere profondamente europeisti le provocazioni di queste ore sono postino ma io penso che Alfredo fortuna conclusione per fare
Dibattito meno isterico significa guardare a quello che sta succedendo leggere il contesto credo che sia sempre la bici di qualsiasi posizione politica
Io non do lezioni responsabilità nessuno ognuno la responsabilità se la prende per sé quello che dobbiamo mettere in fila e quello che succederà nei prossimi sei mesi che c'è
La discussione sulla riforma la politica per Investimenti Patto di stabilità e crescita lo choc energetico da gestire soprattutto questa grande rivoluzione industriale che è poi quella della del green deal
E della rivoluzione digitale sono grandi processi della storia che un grande paese deve affrontare anche dividendo spia anche avendo posizioni differenti e quando è nato questo governo nacque perché su sulla caduta del del governo Conte si decise di avere una corresponsabilità ma una condivisione di obiettivi
Per reggere l'urto dell'emergenza che avevamo poi lungo la strada Rivalta
La la la la la guerra con gli aspetti economici che ci sono è di fronte a questo scenario noi andremo a elezioni a scadenza ordinaria fra pochi mesi ora credo che questa crisi che stiamo vivendo
Se si mettessero in fila non per un senso di responsabilità che ripeto ognuno se lo tiene per sé sono insegnasse spesso Boy ognuno deve fare come si dice pronta con la sua coscienza quando si parla di responsabilità ma se guardiamo a queste che sono le condizioni date commessi ci insegnavano nelle sezioni da bambini cioè prima si parte dal contesto e poi si arriva a decidere come agire io spero che con un po'di di di di forza e anche di capacità si riesca a ragionare altrimenti ovviamente la via elettorale è sempre quella che ci unisce sicuramente tra di noi progressisti ma è quella che che è la via né necessaria però mi auguro ma non lo dico per un tatticismo che alcuni un Paese maturo di fronte a delle sfide complesse
Da qui a mercoledì ogni forza politica che sta riflettendo rifletta bene non per il suo interesse ma per l'interesse generale grazie
Grazie ringrazio i nostri ospiti ringrazio tutti i presenti rinnovo a nome di articolo uno il ringraziamento a tutti i nostri volontari fuori e dentro le cucine dove ci stanno tipo sessanta gradi
E lasciamo spazio all'ampi perché l'Europa è stata costruita dagli antifascisti e l'Europa è antifascista grazie