Salute e sviluppo: l'impegno per l'Africa

Bene
Allora innanzitutto benvenuti a tutti coloro che ci seguono indiretta training siamo qui oggi per parlare di equità vaccinale di salute globale ma anche di percezione percezioni dell'Africa
E lo facciamo tre un'iniziativa di Ambra cioè e Code uguali abbiamo subito qui a fianco Melan vice ministro degli affari esteri la cooperazione internazionale Marina Sereni il saluto
Buongiorno abbiamo Walter Ricciardi professore di salute pubblica e consigliere del ministro per la Salute per la pandemia buongiorno abbiamo Nando Pagnoncelli presidente di Ipsos
E Tana Anglano a dell'iniziativa né per allora una ed esperta di narrazioni sulle emigrazioni sull'Africa
E Paola cristiani presidente di Ambra alta Africa Italia Wladimiro Boccali coordinatore dell'ex cocco Olduvai
Allora noi innanzitutto vogliamo focalizzare su quello che sarà il l'incontro di oggi in tempi di pandemia i nel mondo globalizzato in cui viviamo oggi
La corsa all'immunità vaccinale non può essere solo nazionale
Lo sfida nella del Cop diciannove ci porta sicuramente a comprendere fino in fondo e è una sfida globale a cui tutti dobbiamo partecipare
Ed ecco che in questa fase che stiamo vedendo le disuguaglianze in termini di salute pubblica sono divenute ancora più evidenti direi quasi insopportabili amarezze Civita da molto tempo a guardare verso l'Africa
Ma la pandemia è un'occasione imperdibile per far comprendere a tutti che la salute del continente africano è una priorità deve esserlo
Gli ostacoli non sono solo di tipo economico ci sono anche dei Gat di conoscenza ancora che dobbiamo colmare
E proprio per quel suo scopriamo a Brera i risultati dell'indagine che ha realizzato Ipsos per Ambra insomma che ci spiegherà che cosa pensano gli italiani dell'Africa come pensano si debba affrontare la pandemia nel continente africano
L'incontro di oggi è una delle tappe che ci portano acconto quella prima fiera italiana della cooperazione internazionale allo sviluppo
Che sarà in programma a maggio alla Fiera di Roma ma ci dice di più di questo Wladimiro Boccali coordinatore di cose guai
Grazie grazie dell'opportunità e grazie innanzitutto la viceministra per la presenza e per l'ospitalità
Al match che sappiamo che questo periodo non è cosa semplice occupare verista gli uffici di uffici pubblici per i venti di questo tipo ma ci di ci teneva particolarmente di questo la ringraziamo ringrazio amarezze Ipsos per averci dato questa opportunità
Mi consentirete qualche brevissima parola di presentazione di continui come ha già anticipato la nostra moderatrice cody nel primo evento dedicato alla cooperazione internazionale sotto forma di fiera non non una fila di prodotto come siamo abituati a conosceremo la piena di relazioni
L'idea di un evento di questo tipo nasce nel solco della legge sulla cooperazione legge italiana sulla cooperazione
Internazionale e nasce con l'obiettivo di creare una piattaforma abbiamo da qualche hanno cominciato a dire indichi tale e fisica perché speriamo appunto che di riuscire a tornare alla costruzione della piattaforma fisica saremo in Fiera Roma dal diciotto al venti maggio e in quella piattaforma fare incontrare quei soggetti e quei progetti
Che sono la cooperazione alla la cooperazione allo sviluppo l'utilizzo degli aiuti pubblici Allo sviluppo e quei soggetti che la legge individua come portatori di di valore di valore aggiunto di competenze e di professionalità con un focus particolare sul privato profit la legge
Italiana ha voluto dare una diciamo visibilità e una
Diciamo titolarità
Al privato profit e non vogliamo metterlo in connessione con i soggetti storici della cooperazione le organizzazioni della società civile Lele le ONG come le abbiamo conosciute in questi anche in questi ultimi anni per il loro straordinario aiuto il sistema delle Autonomie locali e ovviamente la cooperazione italiana con l'Agenzia italiana la cooperazione allo sviluppo
Con lo strumento finanziario che la legge individua in casa depositi e presti diciamo uno strumento e considerandoci uno strumento vogliamo essere utilizzati dei soggetti che fanno cooperazione soggetti pubblici e soggetti privati la cooperazione allo sviluppo è un straordinarie opportunità di costruzione
Di politiche estere tant'è che con la riforma il ministero si chiama Ministero Affari Esteri cooperazione internazionale ma non rubo il mestiere anche perché lo fa benissimo a la viceministra che poi ci ci dirà meglio che cosa significa la cooperazione internazionale e la piattaforma che vogliamo che vogliamo creare parte oggi con questa iniziativa anzi Code due partita con la le venti individui eventi invitare i fatti all'inizio
Di dicembre che hanno dato il quadro la cornice dell'evento e adesso ci saranno una tappa una serie di tappe di avvicinamento il primo non poteva essere che quello sulla salute lo sviluppo e l'impegno per l'Africa e abbiamo colto questa opportunità con la ricerca promossa Rama F. condotta da da Ipsos
La pandemia più di altro ci ha diciamo così dato i il senso di quanto il mondo è piccolo di quanto debba cooperare noi ci auguriamo che col da queste iniziative possa nascerà appunto questo
Ulteriore stimolo e questa spinta ai progetti
Di aiuto e di cooperazione sanitaria con i Paesi oggetto i Paesi target per l'Italia della cooperazione allo sviluppo io non rubo altro tempo la vi vi invito a prendere visione del nostro sito guardare quello che conto e a mettervi in contatto con noi a pensare di utilizzare cd utilizzare questa piattaforma per rappresentare le buone prassi per conoscersi per mettersi in connessione tra pubblico e privato soprattutto per utilizzare al meglio gli venti gli aiuti pubblici allo sviluppo prossimi appuntamenti in in occasione in avvicinamento alla alla Fiera del diciotto venti maggio saranno un altro evento organizzato con una X in preparazione a Koper alla conferenza della cooperazione allo sviluppo che terremo il dieci di febbraio il il l'appuntamento successivo quello del diciassette di marzo che organizzammo insieme a degli europea Now Sambro Setti a Bologna con il sistema delle delle imprese
Di di di Ambrosetti che ruotano intorno al circuito Ambrosetti a cui presenteremo la cooperazione sviluppo che cosa come come le imprese possono utilizzare
Mettersi in connessione con gli altri soggetti da grazie ancora dell'ospitalità mi auguro che da questa iniziativa possano nascere altre occasioni di incontro ma soprattutto che ci possiamo ritrovare in Fiera il diciotto rimaglio grazie ancora
Bene Ferrara e allora il motivo per cui siamo qui oggi all'indagine ci spiega di più alla Crestani presidente di Ambra
Grazie buongiorno a tutti scusate la mascherina ma pare che insomma è meglio che la teniamo per motivi di sicurezza
Il motivo per cui siamo qui oggi il motivo per cui abbiamo fatto quest'indagine assieme abbiamo chiesto all'INPS di fare questa indagine perché abbiamo sentito davvero forte l'esigenza di sapere qualche cosa di più
Rispetto a quello che gli italiani pensano dell'Africa e degli africani perché abbiamo sentito questa esigenza senza almeno per quello che siamo Amref un'organizzazione africana
è stata fondata a Nairobi ancora nel mille novecentocinquantasette per volontà di un gruppo di medici visionari ed allora si è sviluppata sempre di più Pappadà fino ad arrivare oggi ad essere la più grande organizzazione africana sanitaria non profit
Il nostro obiettivo è garantire la salute a tutte le comunità in Africa in particolare alle più fragili e vulnerabili
Proprio perché nessuno sia lasciato indietro e perché crediamo che la salute sia la strada per lo sviluppo non ci può essere sviluppo se se non c'è la salute
Amref quindi opera in Africa in trentacinque Paesi trentacinque dei cinquantaquattro Paesi dell'Africa
E implementiamo circa centosessanta Progetti appunto per garantire il diritto alla salute dei nostri progetti sono fatti in stretta collaborazione con la comunità con le comunità per le quali lavoriamo e credo che quello sia la chiave del successo dei nostri progetti
Ha mai presente in Africa ma non solo in Africa perché oltre alla presente in questi trentacinque Paesi a me è presente anche nel nord del mondo negli Stati Uniti in Canada in Europa Amref Italia una di queste sedi di amarezza
Nel nel nel nord del mondo in Europa
è stata affondata certo per concorrere
All'obiettivo comune di garantire il diritto alla salute alle comunità africane ma fin da subito ammette Italia si è molto pesa per garantire una racconto una narrazione dell'Africa e degli africani
Privo di pregiudizi e gli stereotipi più realistico possibile
Che favorisca l'inclusione che valorizzi la ricchezza di ciascuno la Val la ricchezza delle diversità questo per noi è un grande obiettivo l'abbiamo fatto
In tanti modi con dei progetti ma anche a volte con delle modalità insolite ironiche chino si ricorda magari le chiederei di Giobbe Covatta
Rispetto all'Africa
Lo facciamo e abbiamo sentito la necessità di farlo di più negli ultimi anni perché dalla fine degli anni dieci diciamo il clima anche rispetto all'inclusione in Italia era diventato molto pesante
Abbiamo deciso di fare uno anche con un nuovo strumento
Che abbiamo chiamato Africa mediata cioè un dossier che presentiamo regolarmente da qualche anno dal due mila diciannove su come invidia raccontano l'Africa
Ogni anno a un focus e i primi focus sono sono stati prima su appunto quali erano le rappresentazioni nei media in particolare nelle serie nel secondo la seconda edizione è stata su sulle il tutte o tutto quello che viene passato ai bambini alla fascia più giovane diciamo della popolazione
Lo facciamo ogni anno in occasione del venticinque maggio che la Giornata Mondiale dell'Africa
Quest'anno o meglio due mila ventuno ormai siamo già nel due mila ventidue abbiamo sentito l'esigenza di sapere qualche cosa di più non soltanto come l'Africa viene presentata attraverso i media ma che cosa pensano gli italiani dell'Africa
Perché in questo periodo di pandemia di sei Genius di voci insomma un po'non corrette ecco ne abbiamo sentite a bizzeffe volevamo avere il polso della situazione è più concreto possibili da qui è nata così
La la volontà di chiedere aiuto ambiziose di commissionare ad Ipsos questa ricerca che ci dice delle cose molto interessanti dopo il presidente Pagnoncelli ci dirà di più
A me fa molto piacere che questa iniziativa e questa ricerca abbia dato
Degli spunti anche di riflessione
E abbia raccolto l'interesse di tanti anche ad esempio del ministero degli affari esteri della cooperazione internazionale di code quei e grazie ai quali davvero vi ringrazio tantissimo oggi possiamo essere qui parlare di Africa parla nel modo corretto qualunque occasioni ci sia per parlare di Aprica per parlarne bene bene voglio dire
In modo giusto corretto non stereotipato
è una buona occasione quindi grazie davvero tutti di questa occasione di oggi
Ringrazio Paola Crestani anche per il quadro storico utilissimo che c'ha appena offerto abbiamo usato il termine narrazioni un termine molto usato recentemente forse anche abusato giornalisticamente direi
Ma io credo che quanto mai indicato per parlare di quello che stiamo affrontando oggi cioè descrivere insieme dei discorsi sull'Africa di cui si nutre l'opinione pubblica italiana Nando Pagnoncelli ci spiegherà la prima parte della nostra indagine
Grazie intanto buongiorno a tutti buongiorno le pressioni presenza con giorno le persone
Collegate sì innanzitutto un ringraziamento ad amarezza che ha scelto noi iniziò se diciamo un gruppo presente in novanta Paesi
E quindi abbiamo una Salvatore molto largo
I temi di cui stiamo di cui stiamo parlando in particolare inizio Assitalia c'è un'area di lavoro che si occupa solo di ricerche nell'ambito del terzo settore e quindi c'è una competenza che abbiamo voluto mettere a disposizione di amarezza
In questa in questa circostanza di cosa parla la nostra la nostra ricerca il mio intervento sarà in due momenti diversi prima fase riguarda sostanzialmente quello che l'Africa nell'attualità il covi della salute la seconda parte invece l'immagine che gli italiani hanno le opinioni che gli italiani hanno dell'Africa
Chiedere aiuto alla regia che discorre RAI condividerà alcune slide con i risultati
E direi appunto che a partire dal prima dal slide successiva per dirvi come abbiamo realizzato la ricerca su un campione rappresentativo di popolazione italiana
Ovviamente per i principali parametri socio demografici e la ricerca è stata condotta tra ottobre e novembre dello scorso anno ed è stata curata dalle colleghe Chiara Ferrari Livia Ridolfi che sono collegate
Oggi direi di vedere subito i primi risultati con Israele successive
Chiudere la prossima
E quella dopo ancora
Ora dopo ancora eccola qua sostanzialmente un primo un primo elemento quando abbiamo chiesto ma in quale parte del mondo più probabile che si sviluppino delle varianti del virus
Beh la risposta prevalente quarantatré per cento pensa che in realtà possono svilupparsi ovunque con la stessa probabilità
E poi però vedete che il venticinque per cento un italiano su quattro pensa che possono venire dall'Africa e l'undici e il quattordici per cento dall'Asia diciamo questo è un po'se mi è consentita la licenza un effetto collaterale dalla variante omicron per cui riceve arriva al Sudafrica e quindi l'Africa inevitabilmente e che in qualche modo
Il luogo da cui insomma dobbiamo temere di più l'arrivo di nuove varianti del virus però appunto risposta prevalente è che potrebbero arrivare da qualsiasi parte del globo l'altro dato interessante con la slide successiva
Appunto relativo al rapporto tra i Paesi ricchi ai Paesi poveri
Ed è interessante appunto l'idea che più di due italiani su tre lo vedete il sessantanove per cento sono del parere che si debba fare di più
Che i Paesi più ricchi debbano fare di più molto di più
Mentre l'undici per cento sono di circolo conosce una posizione un po'diversa diciamo pensano che in realtà si stia già facendo troppo
E questo porti a sottrarre risorse
Ahi ahi ai propri cittadini ci temi propri Paesi mentre invece un venti per cento ritiene che allo stato attuale si stiano impegnando adeguatamente Andrella sarà il successivo per vedere anche qui come spesso le opinioni vanno maneggiate con molta cura ovviamente perché vedete qui c'era la predazione secondo me abbastanza interessante perché quando distinguiamo tra le responsabilità dell'Italia dell'Europa vedete che le risposte sono un po'diverse
Nel senso che cosa dovrebbe fare l'Italia no nei confronti dell'Africa
Allora innanzitutto vedete un trentasei per cento diceva dovrebbe fare di più per aiutare l'Africa ma un trentasette per cento dice sta agendo correttamente va bene così quindi un po'di cautela rispetto a ulteriori interventi a favore dell'Africa un ventisette per cento dice sta contribuendo troppo e sta sottraendo risposte
Risorse cittadini italiani e quindi c'è un italiano su quattro più di un italiano su quattro e penso che stiamo già facendo troppo o quando diciamo ma l'Europa cosa dovrebbe fare e allora vedete che due su tre dicono ma dovrebbe fare di più sono che vuol dire in qualche modo una responsabilizzazione di altri ma più che non del nostro del nostro Paese ma quali interventi dovrebbero essere attuati lo vediamo con la slide successiva sembrava interessante queste o perché è vero che non c'è un intervento nettamente prevalente no tra gli italiani rispetto a quello che l'Italia dovrebbe fare cioè fornitura di aiuti alimentari il ventisei per cento a un ventiquattro per cento fornitura di medicinali di base
Stessa percentuale formazione sul territorio e poi via via le altre risposte abbastanza sgranate devo dire ma non ce n'è una nettamente prevalente
Viceversa quando gli italiani pensano a cosa dovrebbe fare l'Europa quali interventi dovrebbe adottare l'Unione europea vedete che le percentuali sono un pochino più significative
E cioè in primis la realizzazione di strutture ospedaliere uno su tre la pensa così
L'acquisto di vaccini colpiti per i Paesi africani trentuno per cento espose realizzazione di infrastrutture idriche
Quindi è come se gli interventi più onerosi per certi versi più complessi venissero in qualche modo trasferiti sull'Europa prima ancora che sul nostro sul nostro Paese un paio di slide
Per chiudere questa mia prima parte di intervento abbiamo chiesto sostanzialmente facendo riferimento nello specifico alla vaccinazione Covi d'quanto è d'accordo sul fatto che i Paesi ricchi si devono far carico dell'immunizzazione ai Paesi africani e vedete che oltre tre italiani su quattro si dichiarano d'accordo sull'impegno che i Paesi ricchi dovrebbero vere nei confronti dei Paesi africani per la vaccinazione addirittura un terzo è molto d'accordo con questa affermazione
Però vediamo con la slide successiva
Un elemento di complessità perché perché quando parliamo di brevetti vedete il sessantotto per cento è molto abbastanza d'accordo con l'idea che in breve che i brevetti limitino con la possibilità di produrre vaccini e quindi la possibilità anche per le persone i Paesi più poveri di ricevere la vaccinazione contro il Covi d'no quindi del brevetto è un elemento è un limite ma nello stesso tempo lo vedete l'istogramma di destra
Se invece che i brevetti se non necessari per evitare la produzione incontrollata di vaccini e quindi i potenziali rischi per la pubblica salute cinquantasette per cento di questi idea
Cioè da un lato il vaccino è un limite alla diffusione orarie del del dei processi vaccinazione i Paesi più poveri dall'alto però c'è anche un po'di cautela rispetto al fatto che ci possesso una produzione
Indistinta indifferenziate non controllata di vaccini quindi attenzione perché questo è un passaggio molto delicato dal punto di vista della comunicazione togliere brevetti non significa non controllare i processi produttivi mi fermo qua
Grazie
A questo punto d Italia Walter Ricciardi che impresse nelle fanno questi primi dati che arrivano dalla ricerca e che cosa significa salute globale in tempi di pandemia secondo lei
Ma io faccio prima delle considerazioni di carattere tecnico e poi di carattere sanità pubblica considerazioni di carattere tecnico derivano da dal fatto che non c'è una consapevolezza su quanto questo virus sia particolare e pericoloso
Particolare perché e la prima volta nella storia delle epidemie delle pandemie
Che abbiamo una velocità così forte di variabilità del virus nel senso che noi sappiamo e lo sapevamo da tempo che i virus a RNA
Variano in continuazione perché replicando sì in modo inverso rispetto ai virus a DNA provocano ogni giorno delle anomalie in questo processo riproduttivo che ogni giorno a migliaia si verificano nel mondo
Però alcune di queste diventano varianti di preoccupazione cioè varianti che impattano profondamente su un peggioramento diciamo dell'impatto del virus sulla salute umana o in termini di contagiosità o in termini di letalità o in termini di entrambi
Normalmente nell'evoluzione filogenetica dei virus i virus per espandersi hanno sempre scelto una forma intermedia
Cioè non hanno Nash certo diciamo nell'evoluzione la forma più letale perché di fatto questa uccide la persona che viene ospitato dal virus e quindi virus non si può più riprodurre ma sostanzialmente cercano di aumentare la contagiosità cioè la capacità di trasmettersi e generalmente evolvono verso una livello di letalità intermedia
Il livello di letalità della Sarzo copre due nelle sue varianti è sostanzialmente lievemente migliorato con omicron ma è notevolmente peggiorata la capacità di infettività e di contagiosità
Questo io mi con questo di il SARS scopo due è un fenomeno inedito dal punto di vista della velocità non si era mai verificato che nell'arco di un anno ci fossero tre varianti di preoccupazione
E non è un caso che queste varianti sono nate sono insorte nei Paesi che non hanno controllato l'epidemia
Ovviamente la prima è quella di Guanda l'originaria la seconda si è sostanzialmente generata in Gran Bretagna un Paese che dal punto di vista delle scelte e la capacità di reazione della capacità di preparazione
Ha praticamente sbagliato tutto e continua a sbagliare nel senso che la variante britannica si è diffusa perché sostanzialmente c'è stata un'incapacità di prevenzione di preparazione nel controllo che è stata in qualche modo poi su perita da un'enorme capacità di sequenziamento del Regno Unito attivato c'è il Regno Unito attende sequenze del cinque per cento dei campioni reali cioè sostanzialmente come se noi nelle ASL negli ospedali oltre che fare da un po'di molecolari sequenziato sino al cinque per cento
E da quel momento in poi ha cominciato a seguire
La variante che ha veramente cambiato la storia diciamo di questa pandemia è una variante del TAR perché la variante Delta e sostanzialmente anche questa in sorta in un Paese che ha sbagliato a controllare la pandemia specificamente l'India l'India sbagliando sia il governo federale sia sbagliando il governo nazionale peraltro con un ministro medico perché il ministro della Sanità indiane un otorinolaringoiatra
Ha completamente sbagliato la fase di riapertura cioè sostanzialmente ha dato la possibilità a milioni di indiani di frequentarsi lungo i i luoghi sacri diciamo dei fiumi sacri e ha contato l'uno con l'altro emersa questa variante Delta che è la variante ancora più pericolosa
Perché oltre a essere molto più contagiosa dalla variante britannica e anche molto più letale
Con la variante opero la terza nell'arco di un anno lo ripeto non era mai successo questa variante si è diffusa in Sudafrica ed è un Paese particolare il Sudafrica perché come posso dire offre l'immagine migliore se vogliamo il sequenziamento di omicron è avvenuto grazie alle capacità che quel Paese ha sviluppato e all'onestà con cui ha trasmesso molto rapidamente i risultati ma nello stesso tempo una capacità anche in questo Paese così
Migliore rispetto agli altri di scarsa vaccinazione ma non solo e qui mi avvio alla seconda parte del discorso
Vaccinare in Africa contro il Coventry e particolarmente problematico anche dal punto di vista di sanità pubblica
Cioè sostanzialmente mentre per le vaccinazioni contro malattie con cui in particolar modo le mamme diciamo africane e in generale le famiglie africane sanno che i loro figli muovono muoiono le mamme sono disposti a fare
Chilometri e chilometri di strada anche piedi per vaccinare i propri figli non è così pericoli perché linfoide mia che ha determinato anche in Africa il passaggio di notizie false
In alcuni casi strumentalizzate da alcuni Governi rendono la vaccinazione nei confronti di questo virus più problematica anche dal punto di vista della sanità pubblica
Concludo dicendo che come presidente della Federazione mondiale Società di sanità pubblica proprio ieri abbiamo fatto una riunione cercando di aiutare le società di sanità pubblica africani e il paradosso della difficoltà deriva dal fatto che ieri il presidente e l'associazione africani sanità pubblica Mattia some del Burkina Faso non ha potuto partecipare
Perché oggetto di un colpo di Stato in in in Burkina Faso e quindi non è stato fisicamente abilitato
Concludo dicendo è interesse di tutti vaccinare certo bensì forse nella seconda parte parleremo delle difficoltà legate a quel misunderstanding sui brevetti
E diciamo il suo trasferimento tecnologico perché non basta la sospensione del brevetto ci vuole la capacità di trasferire la produzione ma ci sono Paesi proprio come il Sudafrica
Come l'Indonesia e il più grande produttore di Pacini al mondo che l'India che sarebbero già disposti per file proporzione la seconda parte
Affronteremo questo Progetto e questo discorso in maniera più dettagliata perché vi potrei dire quello che sta succedendo meglio quello che non sta succedendo sotto questo punto di vista grazie
Ringrazia Walter Ricciardi per l'intervento ritroverebbero molto globale Paola Crestani dunque quali sono le proposta di Andrea per coinvolgere l'Africa verso l'obiettivo dell'immunità
Sì ringrazio anch'io davvero il professor Ricciardi perché ci ha ricordato ancora una volta quanto è importante agire in modo corretto non per far fronte alla pandemia e farlo ovunque
Anche in Africa importante fanno e direi che alla luce a maggior ragione di quello che il professore ci ha appena detto siamo molto nei guai in Africa perché in realtà di fronte ad un mondo che ha un tasso di vaccinazione medio
Circa del sessanta per cento a un'Italia che arriva quasi all'ottanta per cento di persone completamente vaccinate in Africa non arriviamo al dieci per cento
Ed è un dieci per cento
Molto diverso no perché ci sono alcuni Paesi si dice che ci siano già sette Paesi dell'Africa che hanno superato la quota del quaranta per cento di vaccinazioni tra questi ad esempio il Sudafrica
Perché è un Paese diciamo ben strutturato dal punto di vista sanitario ci sono Paesi nei quali praticamente non ci sono vaccini penso alla Repubblica democratica del Congo dove solo lo zero virgola due per cento di persone sono completamente vaccinati
Quindi è necessario non solo per l'Africa mi sento di dire ma per tutto il mondo è necessario che anche in Africa ci si posta accedere in modo equo ai vaccini
A me nessuna a fatto delle proposte in in questi mesi in particolare negli ultimi mesi quando a fronte di un un mondo diciamo ricco che si attardava
Centinaia di migliaia di dosi anche in sovrappiù rispetto alle nostre necessità si trovava a confrontarci con un'Africa che invece non riusciva ad accedere ai vaccini
E quindi una del la prima proposta da parte di Amref è che i Paesi ricchi non accumulino così tante dosi di vaccino perché altrimenti non sono rese disponibili per i Paesi africani di rallentare anche i Musteriano io sono felicissima che non possiamo essere coperti con tre dosi e qua possiamo anche essere insieme abbastanza tranquilli
Ma ci sono tante persone che non possono accedere nemmeno la prima dose e anche di condividere di più e più velocemente
Le dosi di vaccino tra i diversi Paesi
Un'altra richiesta forte appunto quella di togliere i brevetti in modo che queste produzioni possono essere fatte anche in Africa ricordo che l'Africa produce solo il due per cento dei farmaci
Globalmente e quindi ha una capacità ridotta di produzione ma ci sono già dei siti individuati e delle possibilità concrete riprodurre vaccini in Africa in Sudafrica ad esempio ci sono già delle opportunità magari poi il professor Richard e ci dice qualche cosa di più sono molto curiosa devo dire la verità rispetto a questo e e e quindi riteniamo che la liberalizzazione dei vaccini sia fondamentale e anche però altrettanto fondamentale
Rafforzare il sistema sanitario africano questo è un nostro obiettivo come ammette che cerchiamo di perseguire da sempre ma a maggior ragione adesso a fronte della pandemia diventa indispensabile altrimenti
E in futuro e magari spero di non essere pessimista ma alla prossima opportunità la prossima terribile
Ah pandemia ci troveremo di nuovo ad avere un applicate dipendente dai Paesi ricchi non può essere autonoma
Avere i vaccini non è sufficiente però lo sappiamo bene ci sono anche come si diceva prima delle dei pregiudizi nell'accesso alle vaccinazioni il perché mi devo vaccinare
Ci sono appunto un Info Day mia che ha portato a credenze sbagliate e c'è bisogno di una grande sensibilizzazione nei confronti delle comunità
Una sensibilizzazione che a me però cominciato a fare fin dall'inizio della pandemia sensibilizzare rispetto ai rischi del collide ma anche ultimamente rispetto alla necessità di vaccinazione
Questo perché è importante che nel momento in cui vengono resi disponibili vaccini le persone possono accedere o abbiamo la volontà di accedere a questi vaccini ci sono poi anche nel momento in cui arrivassero
Arrivano a disposizioni vaccini delle problematiche organizzative l'abbiamo visto nel nostro piccolo anche in italiano all'inizio uno dei temi non era soltanto averi vaccini ma anche organizzare la campagna vaccinale
Come parla molto piacere oggi potervi dire che l'Africa Africa stilistica e l'organizzazione dell'Unione africana che si occupa di salute pubblica
A a scelto Amref per implementare la strategia di prevenzione al codino e quindi anche la strategia vaccinale in trentuno dei paesi dell'Africa Paesi dell'Est paprika del sud della parte sud dell'Africa
Prendendo diciamo ecco questo tema proprio a tutto tondo quindi cominciando dallo stoccaggio
Del delle dosi all'organizzazione delle dei siti vaccinali al tutta la sensibilizzazione nei confronti delle popolazioni alla logistica è ovvio che questa questa possibilità ci è stata data intanto perché per quello che siamo no perché siamo un'organizzazione africana e per questo abbiamo potuto accedere a questo bando degli altri casi dissi ma anche per la grande competenza
Che abbiamo potuto sperimentare in questi anni di di lavoro sul campo
Anche per la capillarità della nostra presenza nelle singole comunità perché è lì che bisogna andare per trovare le persone per convincere le vaccinazioni per poter essere vicini
E arrivare a questo obiettivo che con questo progetto di applicazioni sei
Abbiamo cioè quello di raggiungere entro la fine di quest'anno il sessanta per cento delle popolo del della popolazione vaccinata in questi paesi nei quali interveniamo
Mi permetto solo di dire che questa cosa è possibile per applica sì dissi perché applicazioni si è stata finanziata in gran con su un finanziamento importante da parte della Fondazione Mastercard ma non non sarà sufficiente ci sarà bisogno ancora di supporto per riuscire a portare a termine questo obiettivo davvero ambizioso del sessanta per cento di popolazione vaccinata quindi indispensabile quella rette quella collaborazione tra tutti tra tutti intendo anche le istituzioni anche il mondo privato le altre organizzazioni della società civile
Per riuscire insieme perché io credo che solo insieme si riesce a raggiungere degli obiettivi così sfidanti perché insieme riusciamo a centrare questo obiettivo delle vaccinazioni in Africa serve all'Africa indubbiamente non serve tanto anche a lui
Grazie mille dicevamo prima
L'ostacolo non è solo economico cioè una gatta di conoscenze che dobbiamo colmare allora andiamo a vedere non italiani che cosa sappiamo dell'Africa che cosa pensiamo di quello che dovrebbe essere fatto con Nando Pagnoncelli
Grazie
Beh molto spesso quando facciamo le nostre ricerche dobbiamo affrontare un problema molto serio una distanza tra la percezione del fenomeno e la lealtà dei fenomeni invece abbiamo fatto una serie di ricerche dal due mila quattordici in poi in diversi Paesi al mondo
All'interessante una ricerca molto semplice chiedevamo quanti sono gli stranieri presenti nel suo Paese quanti sono gli anziani disoccupati e così via centinaia di indicatori dal due mila quattordici in poi
Poi andavamo confrontarla risposta media
Delle persone interpellate in ogni Paese la confrontavamo con il dato censurare contatto ufficiale
Ebbene l'Italia è il paese che mostra la distanza più ampia tra percezione e realtà
E quindi siamo portati a sopra dimensionare la portata dei fenomeni soprattutto quelli che rappresentano un allarme sociale in determinati contesti uno di questi fenomeni fortemente sovradimensionata
E la presenza di stranieri nel nostro Paese
E mediamente si impegna la risposta media degli italiani è che fatto centra la popolazione residente nostro Paese trenta per cento è costituito da stranieri venti per cento da musulmani potrei continuare quel per far salire il colosso Ricciardi
Quanti soffrono di diabete nel nostro Paese sono cinque per cento secondo le
Relazione alla sanità la risposta mi degli italiani e trentacinque per cento cioè uno su tre Dinoi soffre di diabete ma comunque questo per dire che la cosa ci fa sorridere evidentemente però dovrebbe farci sorridere un po'meno pensando che le percezioni
Prevalgono sulla realtà nella formazione delle opinioni e dei comportamenti è un problema antico Platone ci parlava dalla distanza
Tra la Doxa e le piste emettere intende citare diverse forme di conoscenza però quando ne affrontiamo il tema dell'Africa dobbiamo essere consapevoli che prevale un'immagine un po'indistinta un po'stereotipata no
Manca la conoscenza e chiudo questo introduzione alle ultime sei che mostra dicendo giustamente procede Ciardi parlava di Info Day mia
Allora l'informazione non straordinaria opportunità del mondo contemporaneo però quello a cui stiamo assistendo e che l'eccesso di informazione determina disorientamento nelle persone
E soprattutto anche rispetto ai temi di cui stiamo parlando no aiutare gli altri Paesi non aiutarli vaccinano Acea
Siamo reduci da una trasmissione io non so come lei faccia resistere di fronte diciamo ad alcune prese di posizione mi permetto di dirglielo
Molto sinceramente perché perché la logica alla fine da parte dell'opinione pubblica e quella di tipo confermativo cosa vuol dire di fronte a tante opinioni diverse sullo stesso tema
Oggi parliamo di vaccini così
Vado a dar ragione no a quelli che confermano quello che il mio pregiudizio ma siccome la mia opinione il mio pregiudizio basato spesso su posizioni errate su competenze molto limitate
Potete immaginare come questa straordinaria opportunità
Si traduca come dire in un rischio molto grosso
Tutto questo per entrare più nel merito di cosa pensino gli italiani dell'Africa lo vediamo con le slide
Successive ecco qua vediamo quella dopo andiamo a vedere per esempio che qui le percezione degli italiani rispetto all'Africa alcuni elementi cinque indicatori no con la lingua più parlata in Africa
E l'arabo ventisei ma solo il ventuno per cento lo sa perché vedete il trentatré per cento pensa che parlino inglese
La lingua più parlata in Africa se l'inglese padre case berbero nove per cento e così via con Larry la la religione più diffusa in Africa
è la visione cristiana ma solo il venti per cento lo sa il sessantadue per cento pensa che sia la Regione musulmane Andrella slide successiva
Quanti Stati africani fanno parte del G venti la risposta corretta la dal ventisette per cento uno solo il Sudafrica mentre invece il trentuno pensa che nessuno Stato
Il trentadue per cento due Stati Sudafrica Egitto il dieci per cento solo l'Egitto l'altro tema non molto spesso si pensa all'Africa come come dire una realtà molto particolare dove la popolazione vive in città di Venzone rurali chi lo sa
Quattro su dieci vivono in una città lo salvi vinti sei per cento questa risposta corretta vedete che però sono molto disomogenei l'ultima percezione sbagliata che fa conto però tiene conto di quello che vi dicevo prima sul tema italiani stranieri e così via la slide successiva
Sui dieci stranieri in Italia quanti sono africani
Due risposta corretta il trentacinque per cento lo sa
Quattro il trentacinque per cento sei il diciassette per cento pensa che il sessanta per cento degli stranieri presenti in Italia sia africano
Allora questo per dire come i livelli di conoscenza siano davvero molto molto modesti ma quando si parla di Africa
è la prima parola che viene in mente quali sono le parole che vengono in mente lo guardiamo con la sola è successiva
E vedete la dimensione delle parole evidentemente rappresenta come dire la quantità di citazione la citazione spontanei più frequente povertà
Povertà e poi caldo Saman leoni natura deserto e così via poi abbiamo noi proposto alcune parole e abbiamo chiesto di indicare fino a tre no che si associano che le persone associano ad Africa lo vediamo Platone successiva
E qui c'è una coincidenza tra la citazione spontanei che abbiamo visto prima povertà e la citazione eccitazione sollecitata perché tre su quattro settantasei per cento
Menzione alla povertà e poi a seguire migrazione
E poi natura malattie uno su due
Malattie
E poi la guerra il colonialismo e poi staccato la disoccupazione la voglia di riscatto solamente il diciannove per cento
L'origine della vita la storia corruzione percentuale decisamente più più contenute
Questa è l'immagine andiamo a vedere quali sono invece con la sera successiva il punto in comune tra gli italiani e gli africani secondo gli italiani e qui c'è un pochino più di consapevolezza del fatto che siamo un popolo di migranti anche noi siamo stati in parte lo siamo
E il cinquantotto per cento ritiene che questo sia il tratto che accomuna maggiormente Italia e Africa e poi ancora trentacinque per cento l'ospitalità questo lo troviamo soprattutto nelle risposte degli intervistati regioni centro meridionali e poi l'umiltà la storia e così via clima i valori la religione costumi da cucina eccetera
Ultima slide su quelli che sono gli ostacoli all'integrazione degli immigrati africani e qui è molto interessante distinguere tra le risposte fornite dalla totalità del campione
E quelle fornite dai giovani dei giovani tra i diciotto e i ventiquattro anni
Allora quali sono gli ostacoli principali per la popolazione italiana il quaranta per cento ritiene che le imprese italiane vedono gli immigrati solo come manodopera a basso costo quindi un atteggiamento come dire
Negativo che viene evidenziato dal nostro campione e poi ancora in Italia non ci sono adeguati programmi di integrazione più o meno lo stesso livello di la scarsa voglia di accettare gli usi e le consuetudini italiane da parte di africani quindi difficoltà di integrazione riconducibile a una certa difficoltà di adattamento diciamo così del degli africani in Italia
La chiusura mentale degli italiani la concezione euro dalla donna per gli africani e così via vedete tutte le altre risposte però mi pareva interessante sottolineare come tra la popolazione giovane
In realtà le tre risposte prevalenti sono diverse rispetto a quella totalità della popolazione
E cioè da un lato la chiusura mentale degli italiani menzionata dal quarantatré per cento dei giovani
Al secondo posto abbiamo gli italiani razzisti secondo appunto i giovani e al terzo posto in Italia non ci sono adeguati programmi di integrazione no trentadue per cento menziona
Questo aspetto quindi lo sguardo dei giovani su come gli italiani si relazionano popolazione africana presenti unitario non ricordo estremamente sì è vero
Mi fermo qui a disposizione per eventuali approfondimenti ulteriori grazie
Grazie mille né di questa info del mia di cui parlavamo sono responsabili anche i media di cui io sono rappresentante oggi qui mano e cerchiamo di capire di più andiamo a vedere quali sono le distorsioni sia sui media tradizionali ma anche sui social media è del Corcione che vengono anche nella comunicazione interpersonale
E io chiederei aiutarci a Tana angolana e dell'iniziativa nero allora ma è anche un'esperta di narrazioni sulle migrazioni sull'Africa
Grazie mille ma innanzitutto devo dire che il quadro è stato perfettamente dipinto dagli interventi che mi hanno già preceduto
E giustamente come diceva la nostra moderatrice parlare di narrazione volta sembra una scatola vuota vorrei cercare di riempirla un qualche suggerimento e qualche di Moro
Soprattutto in un partendo da un un elemento centrale la narrazione è fondamentale perché l'essere umano proprio per dare un senso alla realtà che ci circonda per questo ha un impatto così forte anche sulle percezioni
Però il rischio appunto che narrazioni divisive polarizzante di mettano un po'in crisi il lavoro anche di costruire società più coesa e come sta facendo in questo periodo anche a me ne fa ed è per questo che ci si concentra moltissimo sul tema del la narrazione del cambiare la narrazione ora innanzitutto un quadro di quali sono i rischi del comunicare la coesione sociale se possiamo andare avanti grazie
Il problema fondamentale sono società fortemente polarizzata e polarizzate anche da una comunicazione estremamente a suo agio nel cavalcare proprio le divisioni una logica degli opposti
E soprattutto anche questo è un rischio che corre
Chi cerca di comunicare la coesione di lavorare soltanto con contro narrazioni e quindi cercando di arginare delle narrazioni divisive anziché adottare delle narrazioni nuove generative
La sfida quindi a depotenziare questi estremi soppiantare questi schemi mentali divisivi
E riuscire a generare un nuovo modo di pensare
Il suggerimento che cerco di portare al tavolo questa in questa mattinata e quello di utilizzare il metodo del così detto approccio valoriale
Cioè aprire spazi di dialogo con costruttivo di ascolto tendenzialmente abbassare il livello dell'attenzione dell'argomento perché in tutti gli argomenti ad alto impatto emotivo e l'abbiamo visto anche con il tema del vaccino e della pandemia ma anche il cambiamento climatico
Il rischio e che quest'alta temperatura divida le persone impedisca di stabilire un dialogo
Avanti per questo motivo vi vorrei presentare questi strumenti dedicati proprio le organizzazioni che vogliono lavorare verso la coesione sociale che sono stati sviluppati dall'interna sul Centre for policy abbocca si di Berlino
E portati in Italia tradotti adattati dall'iniziativa Cavallone che è una coalizione di fondazioni private che si occupa principalmente di minori non accompagnati minori stranieri non accompagnati mi ha capito quanto è necessario creare anche un ambiente favorevole da un punto di vista comunicativo per favorire l'inclusione dei migranti
Questi strumenti provengono da discipline disparate come la linguistica cognitiva l'economia comportamentale ma soprattutto dall'esperienza sul campo fatta con campagne di sensibilizzazione nel tempo
Vorrei partire da un elemento la cui comprensione centrale se vogliamo andare avanti
Innanzitutto cosa non ha funzionato fino adesso della comunicazione pubblica per la coesione
Il discorso tradizionale fatto basato solo ed esclusivamente sui fatti e dati
Purtroppo non funziona non funziona perché rischiamo di passare come come dicono gli inglesi tipici cioè di essere giudicanti nei confronti del pubblico che ci ascolta attenzione non significa che date infatti non contino
Ma non possono essere l'apertura di una conversazione verso un pubblico scettico
E questo anche perché sono statistiche e dati grandi nobili sono un po'intangibili non atterrano nella vita delle persone che ci ascoltano molto spesso
Perché come è stato detto anche non funzionano perché viviamo nell'era della post verità la cosiddetta disfunzione nacque narcotizzati ante definita davanti a stelle Merton siamo subissati di informazioni e quindi l'economia dell'attenzione si è si è abbassata moltissimo
E siamo ridotti a prendere soltanto degli stimoli e dei flash è molto difficile comunicare la complessità di argomenti importanti come la migrazione
Per questo la proposta è quella di adottare un approccio di riformulazione totale dei fatti e degli argomenti che ci stanno a cuore avanti
Per fare questo è necessario capire un elemento fondamentale il potere degli schermi mentali
Gli schemi mentali utilizziamo tutti sono stati citati molto abilmente anche dal professor Pagnoncelli
Sono storie che usiamo per interpretare alla complessità del mondo però diventano anche storie identitarie e spesso anche agenda sette per l'informazione
Come funzionano noi in una storia globale mettiamo i nostri occhiali del nostro punto di vista scegliamo chi sono gli eroi e le vittime
E in questa con questa posizione noi cerchiamo di confermare con le informazioni che che abbiamo disponibili sull'argomento dal nostro punto di vista sì oceani diamo questo punto di vista e radicali diamo così tanto questo schema mentale che diventa parte del nostro inconscio cognitivo cioè il così detto spesso citato a sproposito buonsenso
Cosa significa che un'immagine o una sola parola sono sufficienti per innescare il nostro punto di vista pensate a quando si parla di immigrazione come invasione o quando si usa l'immagine dei barconi per parlare di un fenomeno estremamente più ampio multi sfaccettato come la migrazione
E quindi possiamo andare avanti grazie
Cosa fare di questi schermi mentali Cuzzi parlare
Tendenzialmente il suggerimento è quello proprio di uscire dalla polarizzazione e cercare di arginare gli estremi che tirano per la giacchetta altererà il l'argomento da una parte a un'altra
E cominciare a parlare con il cosiddetto centro fluido
Cioè uscire dalla nostra bulla di riferimento e spesso quando lavoriamo il mio il mio titolo principalmente ed esperta di migrazione e sviluppo quando facciamo conferenze
Spesso la sensazione è quella di fare terapia di gruppo ci parliamo fra di voi e difficilmente usciamo dalla nostra bolla comunicativa
Ora il suggerimento è quello di guardare al centro che sempre più visto come bilanciare politico e culturale ma chi è il centro fluido avanti e lo scopriamo grazie proprio lo sforzo fatto dall'Ipsos anche nel passato
L'esempio nell'ambito della migrazione è la fotografia è stata scattata da Ipsos Mori in comodi in diversi Paesi europei e in Italia con una ricerca che è stata pubblicata nel due mila diciotto
E fotografa una posizione centrale della popolazione che in Italia di circa il quarantotto per cento che sul tema migratorio
Non è particolarmente interessato informato ma che fortemente influenzabile dai media larga diffusione proprio per questa definito fluido
Avanti qui vedete una segmentazione anche se molto piccola mi rendo conto però un po'più particolareggiata
Perché è importante a guardare a questa segmentazione con lo sguardo molto più attento per capirne le caratteristiche principali ma soprattutto quali sono gli elementi e i valori che stanno a cuore di questo centro fluido
Quali sono i valori che difende e protegge qui vedete delle caratteristiche generali ma insomma per via della del del poco tempo cerco di andare più veloce avanti
Grazie
La cosa interessante e qui vedo riportato con dei dati dell'Osservatorio europeo sulla sicurezza un sondaggio che fa vedere quanto questo centro fluido sia assolutamente disposto a cambiare opinione molto rapidamente sulla base delle diverse priorità che vengono presentate e di come l'informazione pubblica presente anche il tema della migrazione avanti grazie
Quindi come parlare queste persone vi dicevo isolani soprattutto i valori positivi ognuno di noi si vuole presentare come una persona perbene
E anche il centro fluido ovviamente fa questo questo tipo di ragionamento e presenta dei valori positivi
Che si è incrociato i cui valori positivi delle nostre posizioni del nostro lavoro soprattutto della società civile
Creano quell'intersezione che esattamente lo spazio per il messaggio un'opportunità per raccontare a queste persone che lavoro della società civile riguarda direttamente anche loro
Quindi considerare la sfera emotiva però attenzione quindi disclaimer non significa lavorare sul pietismo o parlare alla pancia significa parlare al cuore significa darci la possibilità di avere una conversazione di difficile e non evitarla
Significa cominciare con i valori comuni e poi arrivare alla parte più complessa delle conversazioni avanti per favore
E a questo proposito vi vorrei dare solo qualche flash di uno degli strumenti a disposizione che sono le dodici chiavi per cambiare il narrazione sulle migrazioni
Innanzitutto uno stimolo che viene da Giorgio La Coffa Camus linguista statunitense se io vi chiedo di non pensare a un elefante a cosa sparite pensa composto probabilmente a un elefante e questo cosa significa significa tendenzialmente che quando cerchiamo di negare uno schema mentale Ellul citiamo anche solo per negarlo in realtà lo stiamo evocando e stiamo parlando un linguaggio delle persone che adottano una narrazione divisiva
Il suggerimento è quello di uscire da questo terreno scivoloso e puntare a raccontare una storia nuova
Avanti secondo Fletcher
E soprattutto lavorare con scambi propositivi cercare di evitare di stimolare i nostri ascoltatori quella che viene definito complesso di Atlanta e cioè cominciare con la dimensione problematica analisi particolari già tendini fenomeno
Non si tratta di negare la dimensione problematica ma di aprire la conversazione proponendo più possibile soluzioni e schermi propositivi avanti ancora
Terzo Flash dalle dodici chiavi e cercare di trovare un equilibrio tra risonanza dissonanza
Cioè nella nostra comunicazione prima di tutto creare un ambiente rassicurante e familiare atteso e creano un comporta abbassare il livello di tensione e solo una volta a terra la conversazione a quel punto aggiungere un elemento dissonante che significa proporre un punto di vista completamente diverso Amref l'afflato spesso con delle esporsi comunicativi cercando appunto di unire anche collegare elementi molto diversi fra di loro
Ora questi sono soltanto alcuni flash andando avanti vedrete che gli strumenti sono molto approfonditi avete alcuni elementi molto sintetici ma andando avanti anche con le slide non voglio rubarvi tempo nel dirvi esattamente come sono fatti nel dettaglio
Ci sono approfondimenti e soprattutto anche una sistema di linee guida passo passo per accompagnare le organizzazioni che vogliono creare delle campagne di sensibilizzazione avanti avanti avanti avanti alla non voglio rubare veramente troppo tempo
La cosa importante che se ne può fare un uso statalista seguendo le linee guida per chi vuole proprio creare un lavoro strutturato ma anche un uso modulare
Per chi non fa campagne di informazione ma comunque impegnato in sforzi comunicativi per la coesione sociale
Apprendimento autonomo oppure anche attraverso una formazione che ne però non mette a disposizione di tutte le organizzazioni che ne sentano la necessità tendenzialmente lo sforzo il suggerimento col quale voglio concludere è tentare di trovare una strategia condivisa per arrivare a un impatto collettivo perché di coesione sociale ne abbiamo veramente tanto bisogno
Grazie mille e spero di non essere stata troppo lunga
L'intervento utilizziamo in cui ovviamente mi riconosco proprio come esponente del mondo dei media
Meccanismi ricorrenti purtroppo che fanno parte della nostra professione ma che non sono lontani neanche dal mondo dei social media doveri formazione Sempre in pillole e dover fare i collegamenti è ancora più difficile e la responsabilità ovviamente si polverizza
Andiamo avanti perché abbiamo detto l'ambra perciò occupata di questo con progetti interessantissimi da molti anni
E quindi volevo per ora ancora alla Crestani cosa avete fatto per introdurre storie nuove come diceva prima vana anche la sull'Africa
Sì anch'io cercherò di essere più sintetica possibile proprio per comunque ricordare che è davvero un nostro obiettivo quello di promuovere una un racconto realistico dell'Africa e degli africani per l'inclusione e anche rispetto al tema così divisivo anche sensibile della migrazione rispetto alla quale ci raccontava prima il presidente Pagnoncelli ci sono delle percezioni e anche direi
Scorrette da parte degli italiani
Ecco come come anche diceva palandrana l'importante è lavorare insieme non si riesce a creare sinergia riusciamo a raggiungere l'obiettivo io questo credo fermamente
E mi fa piacere ricordare che il primo dei progetti che abbiamo implementato proprio alla fine degli anni dieci quando ci sembrava così indispensabile far fronte a quell'ondata di fatica nell'inclusione per non dire peggio per non citare quindi evocare cose con le contro le quali vogliamo combattere
Ecco uno dei primi progetti è stato fatto proprio in collaborazione con la cooperazione italiana con il ministero e quindi l'agenzia per la cooperazione a allo sviluppo e che riguarda la corretta narrazione anche delle migrazioni voci di confine si chiamava due mila diciassette
Fatto appunto in collaborazione anche con le organizzazioni delle diaspore che sono molto efficaci no nel nel parlare di una nuova narrazione di chi viene in Italia da lontano
E anche con la collaborazione di tante altre organizzazioni della società civile lo stare insieme aiuta e se lavoriamo tutti nello stesso senso riusciamo a raggiungere risultati importanti anche successivamente a questo abbiamo promosso un decalogo per la corretta narrazione dell'Africa in modo da indicare quali possano essere diciamo le strategie migliori per narrare più correttamente l'Africa
Ultimamente vorrei citare un progetto importante chiamiamo Chambers
Che ha finanziato dall'Unione europea proprio che vede nell'attivismo dei ragazzi dei giovani altro discendenti
La chiave per una ulteriori inclusione e per scardinare pregiudizi e stereotipi
Mi fa però piacere tornare a ricordare quello che faceva quello che avevo accennato all'inizio cioè il dossier applica mediata
Che questo dossier che presentiamo ogni anno su come i media narra non applica perché come Emilia narrano l'Aprica
Fa la differenza intanto che ne parlino e che non ne parlino soltanto in occasioni di di disgrazie tragedie o in senso negativo comunque
Ma anche che se ne parli in modo corretto
Peraltro Africa mediata è stata anche l'occasione che che ci ha concesso di approfondire di più e di arrivare anche a sentire la necessità invece di questa di questa indagine che abbiamo presentato oggi
Ecco Africa mediata sarà presentata nuovamente il venticinque di maggio
Si basa sull'osservazione fatta dall'Osservatorio di Pavia sull'osservazione di come si sono comportati i media nel due mila ventuno
E proprio perché il due mila ventuno in Italia è stato particolarmente significativo dal punto di vista sportivo ci sono stati degli eventi molto importanti
Nei quali abbiamo anche avuto delle grandi eccellenze ecco pensavamo di pare un focus a quest'anno
Su proprio l'ambiente dello sport l'ambiente lo sport che peraltro per i lavori per i valori scusate i valori che porta è un ambiente che si presta a mo'
Molto alla all'inclusione no al favorire l'inclusione un ambiente nel quale abbiamo tanti prioni
Che sono afrodiscendenti
Ma che ha anche visto proprio nel momento in cui celebravano questi campioni per la loro per i loro talenti per la loro vittoria visto anche fenomeni di razzismo
Non indifferenti visto mai anche così questi discorsi di odio che ci hanno profondamente rattristato
Ecco questo per noi parlarne parlarne in modo corretto divulgare nel più possibile aggiungere a queste occasioni anche delle campagne per promuovere l'inclusione la valorizzazione delle diversità ecco per noi un un obiettivo importante una grande occasione
Anche per lavorare insieme
Sarebbe bello anche così coinvolgere anche le istituzioni anche rispetto a questo Progetto di Aprica mediata gli ho lanciato queste un un messaggio che spero possa essere raccolto
E vi invito anche tutti alla alla prossima pubblicazione avviso a seguire la prossima pubblicazione di questo nostro dossier grazie
Allora emendarla parola la viceministra sereni in piacerebbe quindi volgere di nuovo Richard Gere ma anche Pagnoncelli sulla questione della liberalizzazione dei brevetti dei vaccini
Perché mi colpiva il fatto che come emerge dall'indagine la maggior parte degli italiani ritiene che i Paesi ricchi debbano farsi carico dell'immunizzazione dei paesi poveri ma sulla questione dei brevetti c'è una diciamo una una un quadro più sfaccettato
Sostanzialmente farò sette italiani su dieci ritengono che i comunque beneficiano una limite
A alla produzione di vaccini quindi su questo volevo sentire l'opinione di Ricciardi anzitutto e poi Pagnoncelli
Ma come si esce da una pandemia da una pandemia si esce applicando le conoscenze scientifiche con una fortissima alleanza tra scienza e politica quindi tra scienziati e e governi
Lo stiamo facendo no a livello globale no a livello italiano fortunatamente si perché abbiamo un ministro abbiamo un governo che crede fortemente in questo e cerca di proporre soluzioni lo stiamo facendo a livello globale no
L'esempio più plastico diciamo di come si esce da una pandemia eccome potremmo in qualche modo utilizzare l'esperienza maturata per quella pandemia per questa è la x
Che però è profondamente diverso perché non è una malattia a trasmissione respiratoria cioè le condizioni attuali per l'uscita sono molto più difficili perché sostanzialmente da una malattia a trasmissione respiratorie se ne esce soltanto con una vaccinazione globale
Mentre invece dalla dalla se ne siamo usciti perché ancora non abbiamo un vaccino però abbiamo elaborato dei farmaci straordinariamente potenti nel cronicizzata e la malattia e quindi nel far arrivare i malati di aizza un aspettativa di vita è una qualità di vita abbastanza comparabile a quella di soggetti e però perché dico che è una cosa che ci può ispirare perché sostanzialmente quello che è successo per uscire dalla è l'unica premessa
Di e possibilità di uscire da questa pandemia che altrimenti dura anni e naturalmente distrugge la psicologia delle persone che sono stanche distruggere economie distrugge vite distrugge Paesi allora qual è il motivo ispiratore dell'HIV è x e proprio nella leadership sostanziale di due persone peraltro due leader africani che si sono trovati in un momento topico
A a utilizzare le leve assolutamente importanti per uscirne mi riferisco a Nelson Mandela e a Kofi Annan
Quello che succedeva proprio in Sudafrica
Era che praticamente un sudafricano su due infetto da HIV ex e non si poteva curare
Per cui sostanzialmente c'era la possibilità che come nelle pandemie del passato la metà della popolazione sudafricana morisse
Come era successo per il vaiolo per la peste cioè sostanzialmente così succedeva nel passato quando non c'erano farmaci e vaccini moriva cerca cinquanta per cento della popolazione
Il restante sopravviveva perché si immunizzare la tra virgolette naturalmente e così stava succedendo in Sudafrica dove il cinquanta per cento della popolazione sarebbe rapidamente morto
Cosa successe in quella circostanza me l'ha raccontato personalmente ma anche pubblicamente Corcella
Che c'era già la possibilità da parte del Sudafrica di produrre farmaci ma era solamente impossibile perché sia il Sudafrica che l'India non li potevano Porcu produrre per il brevetto
Perché se avessero violato i brevetti
Non soltanto in termini di farmaci ma tutta l'economia di quei Paesi sarebbe stata disattende perché nessuno avrebbe più costruito prodotto e sapete che particolar modo rinvia era un Paese particolarmente delicato sotto questo punto di vista si sono riuniti con le aziende farmaceutiche e hanno sostanzialmente in una scarpa in una stanza chiusa ha detto voi da qui uscite perdenti in due modi
O perdenti dal punto di vista della vostra reputazione perché di fatto verrete etichettati dal mondo come degli assassini perché di fatto non dando farmaci agli africani agli indiani avrete autorizzato la morte di queste persone che non si possono cura
Oppure sospendendo temporaneamente i vaccini ma i brevetti in maniera tale che noi possiamo produrre farmaci per salvare la nostra popolazione
E non come in quel momento si trattava di acquistare farmaci dico per dire a cento dollari uno che naturalmente nella piega dell'India sarebbero stati in grado di produrre
Le aziende accettarono questo patto ma sì proposero tra di loro mai più mai più una cosa del genere per quelle da Buttiglione è stata messa una clausola per cui non ci può mai più essere una evenienza Lecce
Ora mi pare vi ho spiegato prima perché le varianti ci saranno e perché dei dieci per esempio dice che la prossima potrebbe essere molto più letale
Ci sorprende ci sorprenderà l'unica possibilità che noi abbiamo e di vaccinare gli otto miliardi di persone o quasi tutte in un tempo ristretto per evitare che questo succeda
Lo possiamo fare con l'attuale produzione di vaccini che concentrato solo in Europa e negli Stati Uniti no lo possiamo fare solo col meccanismo delle donazioni che però può soltanto un minimo numero di Paesi sta rispettando no che cosa dobbiamo fare dobbiamo far capire che questo non è il momento
Del monopolio del protezionismo ma dobbiamo far sì che questo venga attuato e che avvenga rapidamente perché ripeto anche con i vaccini più sofisticati che sono quelli genetici Marozzo maggior ragione per i vaccini meno sofisticati
L'India sarebbe in grado già da sola di produrne una quantità sufficiente a produrre a proteste non lo può fare perché sostanzialmente soggetto
Lo possono fare i due leader africani che in questo momento governano cioè Gosio con eguale anche la direttrice del da brutture Pedro s'che il diritto non lo stanno facendo non lo stanno facendo con l'Energia con la forza con la capacità con la persona si vita che avevano Mandela e avrà
Lo scopo cioè dovute verso il segretario delle Nazioni Unite no lo stiamo facendo l'Unione europea no perché dobbiamo dire grazie al governo italiano
Il governo italiano sempre sostenuto questa strada ma in questo momento ci sono la Germania che non è favorevole pur avendo un nuovo governo
Quindi chiudo dicendo queste l'evidenza scientifica su cui noi dobbiamo agire se non agiamo tempestivamente rassegniamoci ad avere in questo momento in Italia
Un picco una decrescita
Una buona primavera un'ottima estate e poi ricominciamo daccapo l'anno prossimo magari speriamo di no con una variante che compromette anche la capacità di protegge lo vogliamo no però ci dobbiamo tutti mobilitare perché questo succede
Una brevissimo trascinando pancia
Sì dobbiamo fare i conti sempre con conoscenze limitate dicevo ma anche con le contraddizioni delle persone come si spiega questa contraddizione sui brevetti da un lato c'è un atteggiamento come dire un po'
Pregiudiziale nei confronti del Big Pharma no
Cioè noi non abbiamo avuto come dire una larga consapevolezza nell'opinione pubblica dello sforzo con le case farmaceutiche hanno fatto e non lasso di tempo molto limitato
Le voci su guadagni e profitti e così questo tipo lasciano sempre il segno ma nello stesso tempo quando noi chiediamo ma
Lasciamo libero e tutto il produrre no
Perché perché non rischia allora capite la contraddizione le ambivalenze cittadini guidano quasi sempre le opinioni allora inviterei anche riflettere su questo settanta per cento che vuole
Dare aiuti ai Paesi più poveri attenzione non è che questo atteggiamento ci ha guidato solo da elementi come dire valoriali o etici no è la convenienza ci siamo resi conto che il virus circola quindicenne vogliamo fermarlo dobbiamo in qualche modo agire macinando però anche qui vedete che quando chiediamo cosa deve fare l'Italia quei deve fare l'Europa
Allora l'acquisto di vaccini Covent per i Paesi africani solo quindici per cento ritiene che l'iter debba farlo e trentuno per cento invece deve fare l'Europa
Allora
Mi piacerebbe e sembra paradossale che lo dica io che faccio questo mestiere che per una volta si cercasse un po'di prender le distanze dall'opinione pubblica chi è chiamato oggi a guidare assuma le decisioni più giuste e più corrette
Ovviamente non significa imporle dall'alto ma sostanzialmente attraverso la narrazione rendere accettabili decisioni che in qualche modo potrebbero suscitare
Una complessa reazione in una situazione nella quale ognuno dice quello che vuole e alla fine come si diceva prima si cerca in qualche modo attraverso l'ogiva confermativa titolare rassicurazione rispetti i propri pregiudizi grazie
Grazie mille il G20 ci ha lasciati con un impegno quello di immunizzare il settanta per cento e la popolazione mondiale entro il due mila ventidue l'Africa ancora molto indietro
Ma l'Italia è uno di quei paesi che ha deciso di fare di questo obiettivo una delle sue priorità e vediamo allora in che modo con la viceministra sereni
Bene grazie devo dire che mi ha fatto molto piacere ascoltare comunque quindi mi fa molto piacere essere qua per concludere questo evento ringrazio
Davvero agli le associazioni che l'hanno promosso Ambra fra Italia ringrazio la nostra moderatrice ringrazio
Wladimiro boccali di corde lui la la presidente di Amref Paola Cristani e voglio anche ringraziare appunto il presidente Ipsos Pagnoncelli la dottoressa andrà nel professor Ricciardi per i loro interventi è stata veramente diciamo una mattinata stavo chiedendo era ai miei collaboratori se possiamo riproporre questo nei nostri strumenti di comunicazione perché l'intera mattinata di discutere l'intero evento credo abbia offerto uno spaccato molto puntuale molto interessante
Che vorrei altri anche quelli che non hanno potuto ascoltare questa mattina indiretta da streaming possano avere l'occasione di di ascoltare l'Africa per il ministero degli esteri e della cooperazione internazionale l'Italia diciamo per l'Italia
è il principale partner della cooperazione allo sviluppo noi abbiamo venti Paesi prioritari di questi Paesi venti Paesi prioritari undici sono Paesi africani il nostro forte impegno sull'Africa
è testimoniato anche dall'entità delle risorse
Che vanno verso i Paesi africani nel due mila venti do questo dato perché a volte abbiamo poco chiaro diciamo questo elemento nel due mila venti dall'Italia dal sistema Italia
Sono stati erogati sono stati investiti mi viene da dire quattrocentotrentotto milioni di euro di assistenza pubblica lo sviluppo quindi non solo cooperazione allo sviluppo ma anche altri soggetti l'insieme del sistema Italia
Queste risorse
Concretamente significano progetti sul terreno attuati in collaborazione con attori diversi
Organizzazioni internazionali in qualche caso organizzazioni della società civile italiana in altri casi enti locali e così via
L'obiettivo di fondo diciamo la cornice che unisce tutto questo è l'attuazione dell'Agenda venti trenta e qui potremmo dire
A questa attuazione dell'Agenda venti trenta delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile
Dobbiamo dire che la pandemia ci ha allontanato da tutti gli obiettivi no quegli obiettivi fame zero riduzione delle diseguaglianze riduzione della delle differenze di genere eccetera eccetera eccetera tutti quegli obiettivi che hanno come dire hanno unito la comunità internazionale in una piattaforma diciamo di sviluppo sostenibile tutti quegli obiettivi sono stati allontanarli dalla pandemia per la pandemia a agito come acceleratore di tutte le diseguaglianze di tutte le fratture che noi ovviamente sapevamo esistere anche un precedente
Quindi dobbiamo raddoppiare gli sforzi però già oggi nell'agenda politica e diciamo nelle priorità
Nella nella politica estera italiana l'Africa è una teorica
Liberalità geografica all'interno dell'Africa ovviamente sono abbastanza diciamo diciamo legate alle situazioni di criticità il Sahel el per un verso poco fa il professor Giuseppe Ricciardi faceva riferimento a uno dei paesi del del sei ai meno l'unico che è stato in questi ultimi giorni interessato da un golpe militare
Noi li abbiamo fatto sforzi stiamo facendo uno sforzo di aumentar di aumentare anche la presenza politico-diplomatica abbiamo scelto di aprire delle nuove ambasciate proprio per la criticità
Dell'aria del sei una difficoltà che c'è in quella in quell'area nel contrasto alla violenza jihadista ma anche nella nella difficoltà di stabilizzare in qualche modo di RAI di dare opportunità diverse dal radicalismo e dalla violenza di Adista alle popolazioni che vivono in quelle in quell'area quindi cella
Ovviamente seconda priorità l'Africa mediterranea per ragioni di prossimità geografica per ragioni di governo dei flussi migratori ma anche per ragioni anche qui
Di stabilizzazione e democratizzazione non c'è bisogno che citi quali sono i Paesi in questo caso interessati dalla Libia a ad andare avanti
C'è poi una tradizione diciamo abbastanza forte di presenza italiana nel Corno d'Africa anche il Corno d'Africa eh
Un'area nella quale registriamo una crescente instabilità e dove dobbiamo sempre trovare una un equilibrio non sempre facile tra una volontà ferma molto precisa di non penalizzare le popolazioni civili e quindi di sostenere interventi umanitari e diciamo la spinta la pressione che dobbiamo esercitare perché ci sia rispetto dei diritti umani perché non ci sia violazione di lì e dei diritti umani
Accanto a queste priorità geografico ovviamente ci sono altri paesi africani dove noi operiamo in Mozambico e un altro di questi molto tradizionale eccetera eccetera ma accanto alle priorità geografiche la nostra cooperazione a delle priorità tematiche
E la salute è una delle priorità tematiche della cooperazione italiana lo sviluppo accanto ad altre prima Paola Grezzani diceva una cosa che nell'ambito della pandemia è stata molto evidente senza la salute non ci può essere sviluppo noi possiamo investire in progetti di sviluppo in questo momento si ovviamente sì lo facciamo di cultura i altri terreni transizione ecologica e così via ma non possiamo non vedere come l'assenza di non si sa di sistemi sanitari sufficientemente robusti a contrastare la la pandemia possa mettere in discussione qualsiasi prospettiva di sviluppo per questo l'Italia ha scelto lo dicevo prima professore Ciardi sin dall'inizio
Sia per intenzione del ministero dei degli esteri ma anche per l'attitudine del ministero della salute ha scelto una strada multilaterale noi siamo stati tra i Paesi parte anche perché colpiti
Diciamo tra i primi
Dalla pandemia ma siamo stati tra i primi a dire da questa pandemia non possiamo uscire con strumenti bilaterali o bilaterali ancor meno dobbiamo uscire con strumenti multilaterali siamo stati convintamente tra i sostenitori degli strumenti diciamo che la comunità internazionale ha messo in in piedi a cominciare dalla da Cova facility
Sapendo che non sono risolutivi ma sapendo che sono però indicativi di una direzione di marcia e la direzione di marcia che ciascun Paese ricco per tornare a una delle tabelle che Nando Pagnoncelli ci ha mostrato all'inizio che ciascun Paese ricco deve fare la sua parte
In quanto presidenza della legge venti abbiamo fatto la nostra parte nel due mila venti abbiamo donare abbiamo destinato trecentottantacinque milioni di euro alla Kovacs facility che per la dimensione del nostro aiuto pubblico allo sviluppo lo dico per i non addetti ai lavori non è poco
E e abbiamo donato quarantacinque milioni di dosi di vaccino a favore dei Paesi a basso e medio reddito di questi dei nostri quarantacinque milioni di di dosi di vaccino oltre ventuno milioni sono andati ai Paesi africani di questi quindici milioni sono stati già consegnati quindi abbiamo diciamo oltre la metà diciamo circa la metà di quelle di quelle dosi sono state destinati ai Paesi africani e quasi tutte sono state già consegnate
Questo è avvenuto anche su scala globale perché Kovacs ha ha donato seicentocinquanta milioni di dosi
A quarantacinque Paesi africani e di questi trecento settantasei milioni sono stati consegnati basca questo per avvicinare per vincere la sfida della vaccinazione in Africa ovviamente no e i numeri sono impietosi da questo punto di vista diciamo narrazione o non la relazione i numeri sono comunque impietosi diciamo che abbiamo il dieci per cento della popolazione
Africana che ha ricevuto una il ciclo completo della vaccinazione questo dieci gol per cento corrisponde a Paesi che hanno avuto un po'di più i Paesi che hanno avuto quasi zero e il tema dell'equità l'accesso dei vaccini quindi rimane totalmente sul tavolo rimane sul tavolo
Della comunità internazionale ed è chiaro che questo è un prerequisito essenziale per porre fine alla fase acuta della pandemia professore da questo punto di vista parlo super chiaro quindi non ho bisogno io di spiegare perché noi nella presidenza del G venti abbiamo molto insistito con il Global Times ammette alcuni in me con i vertici ministeriali dei ministeri dei ministri degli esteri
E dello sviluppo ma anche dei ministri della salute e delle finanze abbiamo molto in insistito sul fatto che non è il solo
In virtù di una come dire scelta valoriale che noi diciamo dobbiamo vaccinare il settanta per cento
Della popolazione entro avevamo detto entro la metà del due mila ventidue lei è stata diciamo la nostra moderatrice ci ha dato altri sei mesi ma diciamo l'obiettivo originario era e entro la metà del mila ventidue è chiaro che siamo molto distanti da quell'obiettivo
Noi quell'impegno lo dobbiamo ribadire non solo per ragioni di buoni sentimenti che comunque io dico son sempre migliori dei cattivi sentimenti ma anche perché egoisticamente
Anche la nostra parte di mondo quindi il mondo ricco e sviluppato ha bisogno che si completi questo sforzo vaccinale se lo vogliamo effettivamente pensare di poter diciamo arginare questa questa pandemia allora qui ci sono dei punti che debbono essere
Affrontati in prima diceva danni Nando giustamente devono essere affrontati senza necessariamente
Dover inseguire i sentimenti delle dei cittadini della popolazione che può essere inviata diciamo così da informazioni da percezioni anche sbagliare allora il primo tema è accrescere gli approvvigionamenti ora noi abbiamo fatto uno sforzo lo discuto dicevamo poco fa con la presidente e il direttore di Hammer fra prima di questo meeting e nel due mila ventuno nella seconda parte del due mila ventuno c'è stato uno sforzo quantitativo significativo cioè a quel lo sforzo di Kovacs sia concentrato realtà negli ultimi mesi del due mila ventuno
Noi dobbiamo ancora accrescere la capacità di approvvigionamenti perché non possiamo immaginare che ciò che è arrivato ai Paesi africani in fino ad ora sia sufficiente quindi prima questione non possiamo chiudere i rubinetti
E lo dico con molta diciamo chiarezza significa che lo sforzo che abbiamo fatto con con l'OCSE nel due mila ventuno
Va proseguito nel due mila ventidue è poco non è sufficiente non è risolutivo ma guai a noi pensare che possiamo chiudere quei rubinetti perché per quanto poco sono comunque stati importanti
Secondo dobbiamo incrementare le capacità di assorbimento e di distribuzione io ho
Ritenuto necessario all'inizio di quest'anno fario una breve riunione con le associazioni come Amref come altri che si occupano di vaccinazioni in Africa per capire come noi possiamo aiutare a creare le condizioni perché dal dose di vaccino si arrivi alla vaccinazione
Perché avere una dose di vaccino non significa essere in grado di produrre poi risultato concretamente perché ci sono molti colli di bottiglia di carattere logistico perché ci sono molte difficoltà organizzative perché sistemi perché i sistemi sono fragili sono deboli
Quindi noi dobbiamo lavorare su quel terreno però questo ammette a dire che una delle priorità diciamo nell'ambito della propria salute dobbiamo lavorare a progetti che guardiano anche oltre la pandemia
Cioè progetti che possano servire a rafforzare i sistemi sanitari nazionali dei paesi africani cioè non non fermarci alli all'emergenza ma cercare di dare delle risorse che possano poi lasciare qualcosa sul territorio anche per il dopo no questo per esempio può significare guardando alle nostre strumentazioni
Collaborare e cooperare mettere risorse per azioni di sensibilizzazione della popolazione
Perché abbiamo capito da chi sta sul terreno chi sta sul campo ce l'ha spiegato molto molto chiaramente che comunque lo diceva all'inizio mi pare il professore Ricciardi ora non mi ricordo Paola non non c'è lo stesso feeling riusciamo nei confronti di questa vaccinazione che c'è che c'è in Africa rispetto ad altre vaccinazioni mobili o quant'altro
E quindi noi dobbiamo sensibilizzare le popolazioni dove Leo S. C italiana né ci dicono hanno fatto questo sforzo insieme alle autorità locali hanno prodotto dei risultati quindi si è elevata la percentuale di vaccinazioni in virtù di un'azione di sensibilizzazione anche lavorando soprattutto lavorando con le leadership locali
Anche quelle informali diciamo quelle che possono creare fiducia nei confronti del vaccino il secondo terreno immediato che anche questo lascia però qualcosa per il dopo e la formazione del personale
Perché averi personale formato per poter condurre una campagna vaccinale significa e poi col personale non è che scompare qualcuno eventualmente e auspicabilmente abbiamo sconfitto la pandemia
Poi c'è il tema delle infrastruttura produttiva qui è stato già detto la questione della sospensione anche temporanea dei brevetti tema
Che come sapete non è risolto diciamo non è risolto nell'ambito europeo non è risolto nell'ambito WTO
C'è però accanto a questo un'altra questione che io credo invece vada un po'illuminata di più e cioè come noi possiamo lavorare per trasferire comunque tecnologica
Perché ci sono delle delle aree diciamo la produzione comunque richiede un trasferimento di tecnologie a prescindere dalla disponibilità dei dei brevetti o meno
E questo richiede del tempo
Allora siccome questo richiede del tempo
Nel mentre si si farà prima o poi si farà una discussione anche sulla disponibilità dei vaccini sulla disponeva di brevetti dei vaccini io penso che una delle cose che possiamo intanto cominciare a diciamo approfondire ecco che cosa noi possiamo fare che consentì Paesi attraverso anche cooperazioni bilaterali possono fare
Per rafforzare l'infrastruttura produttiva regionale
Attraverso il trasferimento di tecnologie di noia o di formazione del personale e così via c'è un primo centro di produzione vaccini in Sudafrica che mi pare stia avvenendo diciamo al di fuori del tempo vaccini perché stanno cercando di copiare e non su fisco dire ma insomma di diciamo fare un loculo vaccino diciamo sulla scorta di altre di altre scoperte di altri di altri brevetti
E io credo che questo è un segnale che noi dobbiamo guardare con un a un certo interesse ancora credo che dobbiamo stare attenti a non guardare solo al Covito quando guardano al a guardiamo all'Africa alla salute perché mentre c'è la pandemia del Covi d'altre malattie cui è stato evocato Leitz ma possiamo dire la tubercolosi possiamo dire la malaria
Il rischio è che mentre c'è l'emergenza covered altre patologie ricominciano a occorrerebbe questo è peraltro uno dei dati che noi diciamo registriamo
Quindi dobbiamo mettere in campo un percorso virtuoso anche su questo fronte non solo ci dobbiamo preparare a rifinanziare Kovacs perché comunque questo sarà necessario per il due mila ventidue credo ci dobbiamo preparare a rifinanziare il fondo globale che è un fondo globale
Molto diciamo importante nella nel nella lotta i fatalmente a quelle tre patologie Heinz tubercolosi e malaria è uno strumento che diciamo sempre molto funziona funzionano molto bene che noi dobbiamo continuare a finanziare
Salto diciamo perché sto prendendo troppo tempo il tema degli interventi umanitari posso solo dire che ovviamente il tema Salute poi ritorna anche in tutte le emergenze umanitarie cioè noi adesso stiamo parlando
Della situazione africani in genere dobbiamo avere in mente che sia la salute dei minori si erano avute delle donne
In più in generale la salute dei gruppi vulnerabili sempre una priorità nei progetti umanitari perché quando ci troviamo di fronte all'emergenza che sia la Libia
Che sia l'Etiopia che sia la Tunisia che se il Mozambico così al Niger noi abbiamo comunque dentro a questi progetti la necessità di lavorare con nei gruppi particolarmente vulnerabili rifugiati sfollati alle comunità ospitanti temi di questi flussi migratori interni molto molto problematici
Finisco con due considerazioni la prima e sui partenariati Paolo Bersani sia tornata molto e io penso che Noemi su questo dobbiamo molto investire
Cioè dobbiamo investire non lavoro che mette insieme prova scritta e non profit code o voi da questo punto di vista la Fiera dico dei voi una diciamo opportunità
Dobbiamo investire sul rapporto tra profit e non profit dobbiamo investire sul rapporto tra istituzioni e società
Il sistema nel suo insieme noi da lavoriamo meglio se mobilitiamo tutte le risorse io dico sempre che siamo di fronte a uno esigenze umanitarie crescenti
A fronte di diciamo donatori che comunque hanno un Baget diciamo finito nel senso che c'ha un limite
E per mobilitare tutte le risorse mobilità Bino abbiamo bisogno di una grande alleanza tra pubblico e privato fra tra sistemi istituzionali sistemi diciamo privati ultime due cose davvero che dico invece riguardano le narrazioni
Nelle narrazioni che diciamo sono state be'molto ma spiegate da da Nando Pagnoncelli da questa ricerca
L'Africa e percepita come abbiamo visto principalmente come il continente delle criticità
Però all'Africa è un continente con oltre il quaranta per cento delle della popolazione al di sotto dei trent'anni
Ed è anche e io mi permetterei di dire soprattutto il continente delle opportunità e difficile da comunicare questo concetto però io penso che noi come se posso usare ancora questa parola come classi dirigenti abbiamo la responsabilità di essere consapevoli di questo e di cercare di di trasferire questa percezione
Perché ci sono degli elementi di di forte fragilità di una mente di forte criticità che attraversa il continente africano ma c'è anche un enorme vitalità
E se andiamo a guardare i tassi di crescita del continente africano prima della pandemia
Quei tassi di crescere e in alcune aree del del continente erano straordinari
Quindi ovviamente la pandemia ha frenato ha bloccato ha creato molta recessione anche lì anche per l'interruzione delle catene del valore per tante ragioni
Però io penso che noi abbiamo la responsabilità di sapere che quello è un continente che offre grandi opportunità
Una delle opportunità sono le migrazioni
Le persone che migrano quasi mai sono le più vulnerabili quasi sempre su no
Come dire quelle che hanno più risorse
Le diaspore da questo punto di vista sono un grande elemento di ci siamo detti una gran una bellissima fotografia di questa opportunità ecco io penso che sia stato molto o diciamo un utile richiamo al progetto dell'Amref ma più in generale il fatto che nella nostra cooperazione allo sviluppo ci sia una ruolo specifico che noi abbiamo identificato già con la legge per le diaspore sia molto interessante molto importante
E questo è molto importante sia per fare una narrazione diciamo così positiva delle migrazioni ma anche per costruire progetti di sviluppo perché molte di queste diaspore sono impegnate negli nell'impresa per esempio e molte di queste diaspore oltre alle rimesse sono in grado di costruire progetti di sviluppo per i loro Paesi d'origine
E questo è un tema molto molto importante l'altra opportunità sono i giovani le donne cioè quando facciamo i conti con la sostenibilità con i processi di sviluppo anche se volete con la lotta alla corruzione con la lotta alle alle dinamiche diciamo
Almeno meno positive che noi vediamo comunque apparire nel nelle nel nei sistemi diciamo di molti Paesi africani investire sui giovani sulle donne sempre una un buon antidoto diciamo così ed è anche questo un elemento di grande opportunità quindi io mi fermo qua penso che ne avremo avremo occasione di tornare su questi elementi dopo code voi noi dovremmo fare faremo
Dico dopo nel senso che temporalmente dopo ovviamente sono due iniziative svincolate le une dalle altre ma noi avremo la corte la conferenza sulla cooperazione allo sviluppo coopera sarà la seconda conferenza nazionale della cooperazione allo sviluppo
Credo che tutta questa discussione e ovviamente molte altre cose saranno sarà bene trasformarle trasferirla dentro alla Conferenza nazionale dentro coopera ci lavoreremo
E questo diciamo è anche un impegno che prende il nome di questo ministero a continuare questo dialogo per arrivare a coopera avendo anche vivido ATO delle proposte concrete delle cose delle cose da fare insieme grazie a tutti
Io ringrazio tutti voi partecipanti dei ricchi interventi io credo che sembra uscita per a disegnare un quadro con pranzo ma anche molto chiaro questa mattina
E gli strumenti che abbiamo messo sul tavolo sono utili per noi giornalisti ma anche per tutto il mondo delle impresa che ci ascolta per il terzo settore terrorista civile
Che ci sta ascoltando e saluto che ci segue ancora i primi che ci ha seguito finora
Diciamo quindi è solo una tappa verso una sfida di lungo periodo che va oltre questa pandemia e quindi arrivederci a tutti
Grazie grazie