Un libro che ripercorre la vicenda della laicità dal Risorgimento allo Stato unitario per arrivare alle vicende del recente passato, attraverso anche la disamina del rapporto tra la Chiesa Cattolica e lo Stato italiano sui temi classici, aborto, divorzio e su altri più vicini a noi come il matrimonio tra persone dello stesso sesso, bioetica, legge 40 ed eutanasia.
Allievo di Massimo Salvadori all’Università, estimatore di grandi pensatori laici italiani, di cui … è stato amico e a cui ha dedicato il volume, Tullio Monti è "figlio di tante storie politiche" (dal movimento liberale a Giustizia e Libertà al liberalsocialismo di Carlo Rosselli e guido Calogero e al partito radicale di Pannunzio prima e di Pannella successivamente) ma non si riconosce espressamente in ciascuna di esse ma, "sicuramente, posso dire di essere un radicale, a volte con tessera a volte senza ma appartengo anche a quella storia politica".
Monti è deluso dal fallimento dell’esperienza della Rosa nel Pugno; liquidatorio sul Partito Socialista post RnP, deluso anche dalle vicende del Partito Radicale successive a quel fallimento.
Con una constatazione di fondo: la fine della prima Repubblica ha causato anche, nel nostro Paese, la fine della politica.
Pessimismo sulle praticabilità di una politica liberalsocialista oggi in Italia: "non c’è nessuna forza politica che si richiami seppur in maniera molto lontana al liberalsocialismo non c’è più nessuna possibilità di realizzazione in un Paese che è rimasto cattocomunista".
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