Intervista a Pierluigi Barrotta sul suo libro "Storia del Partito Liberale Italiano nella Prima Repubblica" (Rubbettino)

Radio radicale siamo in collegamento con il professor Pier Luigi bar da Pierluigi Barrotta è ordinario di filosofia della scienza direttore del dipartimento di civiltà e forme del sapere dell'Università di Pisa
Ha ha svolto numerose funzioni avuto numerosi incarichi nell'ambito dell'Accademia ma c'è un dato che vogliamo sottolineare che ci aiuta introdurre il tema di cui parleremo tra poco professor Barrotta
è stato segretario nazionale della Gioventù liberale italiana il professor Barrotta proprio su questi temi ha da poco pubblicato un libro dal titolo storia del Partito liberale italiano nella prima Repubblica edito da Rubbettino e allora professor innanzitutto ben benvenuto a Radio Radicale
Allora professore il suo libro è molto interessante perché diciamo consente di accedere diciamo così ai fondamentali sarebbe utile un lavoro del genere anche sugli altri soggetti della storia
Recente del nostro Paese perché sia prendono proprio i passaggi fondamentali della storia di questo di questo partito del Partito liberale italiano c'è una nota nella nella pagina finale del libro la storia di un partito la cui forza delle idee superò la forza del suo consenso questo è un tema nel classico che riguarda alcuni dei partiti
Italiani che non sono stati i due grandi partiti i cosiddetti due grandi chiese ma nel suo libro professor barrato ci sono anche alcuni capitoli che ci interessano particolarmente gli ascoltatori di radio radicale più volte l'ho sentito
Marco Pannella raccontare alcuni di questi passaggi l'esperienza per esempio della sinistra liberale che è stato il nuovo un po'in cui si è formato Marco Pannella si è formata anche quella idealità quella cultura che ha dato vita al radicalismo moderna cogliamo dare qualche accenno a partire da questa questione
Forse per inquadrarla correttamente meglio fare un piccolo passo indietro cioè proprio alla nascita del Partito liberale
I liberali si trovarono in una situazione nuova perché erano abituati a essere maggioranza nel Paese
E invece si ritrovarono uno essere una minoranza una piccola minoranza oltretutto a dispetto dei due partiti di massa la Democrazia Cristiana
E da una parte e il Partito Comunista dall'altra ora tutti liberali condividevano l'impostazione che Harada in parte da Croce conoscere delinquenza enorme azienda nascita del Partito liberale
Come tutti i filosofi idealisti nonostante il nome che ordinare direttore filosoficamente torna cotto crociera estremamente consapevole realista del rapporto di forza Zaia dell'epoca
E quando scrisse e quello Umbrella famosissimo articolo perché non possiamo dirci cristiani sicuramente sommo
Avevi in mente tante buone ragioni anche la necessità politica di un cambiamento
Delle della strategia dei liberali
Articolo molto interessante del tutto incompatibile con la filosofia idealistica questo mostro che aveva Emmett un problema anche col
Che era quello proprio di trovare delle alleanze
E virtuose le la sua fiducia nel cattolicesimo liberale dove scritti della storia d'Europa
L'aggettivo prevale sul sostantivo sì questa quindi è la prima cornice da tutti liberale sia della destra che della sinistra liberale a cui ha fatto riferimento prima
C'era poi una una seconda una seconda caratteristica erano tutti strettamente indicare in quali tra virgolette ferocemente anti coniugi
Sia i liberali di destra che ridare senso abbiamo ricordare che
All'epoca il Partito comunista nel partito stalinista perché allo stadio possiamo anche capire i motivi profondi di questa di questa avversione sistemarono declinati in quei luoghi completamente diverso
Per la destra liberale si trattava di fare un fronte conservatore che si oppone socia al comunismo da questo punto di vista loro volevano scalciare la Democrazia cristiana dalla posizione
Il partito argine contro il socio al comunismo perché non se ne fidava fondamentalmente la ritengo che ogni ambigua è una cosa che era anche propria questa convinzione del del partito di Giannini dell'Uomo nel nuovo qualunque da un'altra parte invece i liberali della sinistra e una strategia diverso cioè loro ritenevano che dovessero essere saldamente nell'ambito dei partiti laici del CNL e fondare con quelli in una per Capozza che si opponesse
Sia alla Democrazia Cristiana sia dall'altra parte al Partito Comunista
Quindi erano due strategiche completamente completamente diversi io primo momento insomma
Prevalse la la corrente di destra che provocò una prima scissione della sinistra liberale
Poi dopo la sconfitta tremenda senza appello del blocco nazionale c'è in questa alleanza fra
Dopo qualunque liberali osteggiata anche da Croce dal centro del partito
Già in fuga una ristretta una riunione un grandissimo molto bello congresso convegno altri disturbi a Torino che diede poi origine alla riunificazione
Del che avvenne nel cinquantacinque e dal congresso Firenze
Allora lei prima mi ha chiesto Sassari sulla sinistra liberale è chiaro che le due linee non potevano
Coesistere e questo ha dato origine per quel che non è di fare un passo indietro Sartori vigile proprio a tutte le le vicissitudini
Del del del partito del Partito liberale perché riuscì e la sinistra liberale nuovamente
Dal partito con l'arrivo di Malagodi
Ma riuscì niente uscì nuovamente dal dal Partito liberale perché ecco Malagodi cambia nuovamente la strategia non ripresa da vecchio aperte Cilia chiaramente della destra ma insomma era ugualmente incompatibile con la strategia della sinistra liberale riprendeva alcune caratteristiche Dalla Vecchia
Della vecchia posizione cioè per Malagodi
Gli scrigni accessoria seguono ente partiti laici contro partiti di massa per ridiventare una contrapposizione tra destra e Shinji
Quello che tentò di fare Malagodi di convincere la Democrazia cristiana a ritenere la svolta del centrosinistra impossibile ed è poi delle disavventure se vuole fare altre domande son voglio ma dunque la Malagodi si leva da una strategia non certamente non felici perché questo va innanzitutto
Come la Gordini appunto troppo sulla Confindustria
Ecco una delle cose che la sinistra liberale Franco è chiara e che illiberali devono avere un rapporto dialettico con le associazioni industriali lei ricorda anche nel libro
Gibuti si Dnestr musica critiche debba rispecchia esattamente quella era una chiara valutazione anche culturale si non all'aperto porta
Illiberale della sinistra sosteneva una terza via da una parte lasciar fare
Pronti puro come ha sostenuto anche da Corbino più esperienze siderali e e dall'altra parte il dirigismo dello Stato proroga c'è una distinzione
Culturale che derivava dal dall'otto al liberalismo dirette dal laudi sostenendo che le istituzioni le regole giuridiche stanno alla base del
Capitalismo non sono prodotti naturali di evoluzione vanno attentamente curate attività legislativa che consentisse
L'apertura al mercato da parte di tutti quindi una lotta contro come diceva lei sì contro le posizioni dominanti
Rossi riprende proprio un avventuroso da lei citato sì
Sostiene citava in continuazione il detto di Gianni Agnelli Gianni il padre fondatore della figlia dice noi industriali siamo filogovernativi
Per definizione sbaglia perché alle quelli industriali volevano essere filogovernativi cadavere poi ovviamente quel garantisse sospensioni dominanti che la sinistra liberale invece
Criticava notare questo insegnamento di Einaudi
Fu anche ripreso da Gobetti in realtà trascurato da molto interessante esula dal dall'innovare importante perché
Vorrei vicino a uso proprio dalla borghesia italiana sempre accolta
Accorrere sotto l'ombrello protettivo dello stato ricerca un alleato certamente impossibile con i consigli di fabbrica
Anche questa quindi la la critica proprio alla borghesia alle tentativo di di fare difendere attraverso lo Stato le posizioni dominanti
Era un tema che si presenta anche in e in auge alla sinistra liberare l'orario penso con delle critiche molto dure molto dure alle associazioni stessa
Sala Corni Neri invece no no non prese il nostro Chambers preziose cerca un'alleanza sistematica con largo non solo il partito liberale era un po'il braccio politico sì
La Confindustria dovrà essere il braccio economico
Nella lotta per la libertà
Per evitare l'arrivo dei socialisti dell'Ulivo cavallo di Troia del del partito comunista e dello Stato però quale comunque purtroppo Malagodi
Ebbe un successo nel sessantatré che in realtà con la sconfitta nella sua strategia perché non riuscì a impedire
La svolta del centrosinistra A&M quando fu chiaro che illiberali sarebbero entrati in un lungo grido d'opposizione vennero abbandonati proprio dalla dalla Confindustria c'è questo bel libro di
Forse l'Iran si sente Malagodi sì ma lui stesso fa vedere come progressivamente di industriale abbandonarono Malagodi al suo destino perché la minaccia delle nazionalizzazioni da parte del partito socialista trasformò piano piano nell'urto
Molto più amichevole delle politiche dei redditi delle modifiche concertazione simile ancor di più pratiche uniche industriali dipendevano sicuramente di buono se
Ecco professor Barrotta adesso facciamo un assalto diciamo un po'acrobatico in avanti è con lei
A contestualizzato molto molto puntualmente questo scenario di cui abbiamo detto
Nella vicenda italiana successiva dopo la nascita del Partito Radicale che tra l'altro diciamo scegliere tra i suoi campi d'iniziativa quello anche dei diritti dell'individuo editi da persona che poi vengono detti a volte in maniera un po'diciamo poco chiara ed diritti civili ecco su questo su questo campo
Il sostegno la partecipazione lei fa un excursus molto
Molto puntuale nel libro a cui rimandiamo naturalmente ecco su questo campo qual è stata diciamo in generale la la partecipazione del Partito liberale italiano
Guardino a innanzitutto ecco su questo legame tra Pannella e la sinistra liberale lo ha fatto una puntualizzazione storica
Pannella che sempre richiamato quell'esperienza ma non credo che il partito radicale fondato da Pannella potesse essere considerato l'erede della sinistra liberale senza c'erano molte differenze
Innanzitutto Pannella ebbe un durissimo scontro con Pannunzio assistita Pannunzio c'era era era molto era otto graffiante nel servizio
In risposta a Pannella fece un famoso articolo sul mondo che si intitolava
Proprio l'alleanza degli indecisi se si sebbene si cosa rimproverava a Pannunzio Pannella è proprio l'abbandono della terza forza niente Pannella riteneva da tempo sinistra Partito Radicale
Riteneva che ci dovesse essere un'alleanza direttamente con i comunisti comunista dell'epoca cosa che ovviamente andava a colpire al cuore proprio nella strategia
Del della sinistra liberale c'è anche un'altra differenza avevo che uno uno dei
Centro di punti più di maggiore attenzione quella parte della sinistra liberale stava proprio nella dimensione economica
Già nella lotta contro i le posizioni dominanti per l'apertura del mercato
A favore di tutti
Ecco questa dimensione economica obiettivamente passò in secondo piano rispetto a un al partito del Partito Radicale che invece puntò come lei dice su altri temi quella dei diritti civili
Partito radicale
Fondato insomma dalla dalla
Dalla sinistra liberale come lei sa ebbe una vita breve Sciolze poi a quel punto non si possiamo neanche più parlare ecco di una sinistra liberale che ci sono sì una funzione politica se non con termini proprio di lascito culturale nei confronti della società negli atti perché il partito liberale che vivace con Malagodi fu molto chimico sui sui diritti sui diritti civili junior non perché ne fosse nel corso ostili tutto al punto da mettere al Ticino si
Era molto timido era anche un po'impaurito teneva conto perdere il proprio elettorato io posso citare a questo riguardo che insomma la dice lunga sulla situazione del partito liberale sotto Malagodi
Per privare bianchi incertezze persino ad aderire alla referendum contro
Sul divo sì poi Malagodi quali varie occasioni ecco si riesce contrario al divorzio con qualche cambio idea perché poi una persona sempre molto corretta
Nel senso che non mo'non voleva assolutamente far finire il partito liberale nella morsa della grande destra conservatrice
Che voleva il con il sociale che fece Coggiola democrazia cristiana
Sotto la spinta di partito ieri alla fine fece passare la linea che il Partito Liberale doveva appoggiare il il divorzio ma non con la battaglia passò perché in realtà il partito
All'epoca utile un partito molto impaurito temeva che con la battaglia del divorzio ci sarebbe stato uno spostamento a sinistra
Cosa che in effetti poi avvenne quindi ebbe molta eco molto incertezza questura dall'idea di come i liberali ebbero obiettive difficoltà ad accettare
Le battaglie sui diritti civili di Pannella nonostante insomma l'identità culturale Costanzi minacce tranne quelle Franco due posizioni
Professor Balotta facciamo ancora un salto in avanti è così mandiamo ancora i nostri ascoltatori alla continuità del suo libro ricordiamo stiamo parlando
Nel suo libro dal titolo Storia del partito liberale italiano nella prima Repubblica edito da Rubbettino lei percorre tutte le fasi di questa vicenda con completezza ecco arriviamo alla fase finale che è una fase di cui tra l'altro in queste settimane si è riparlato in vario modo ecco si arriva poi a o un momento veramente difficile drammatico anche per il partito liberale
Ho
Cioè lei fa riferimento allo scioglimento si sostanzia in top sì sì senta il
Il partito liberale
Era un partito sotto altissimo chiaramente molto filo socialista
C'è una storica
Contemporanea con la ricerca dà un giudizio molto duro nei confronti degli
Altissimo poco credo eccessivo perché se si va a vedere interventi delicatissimo nei vari consigli nazionali Simonini congressi
Ed è una chiare idea della situazione scarsa moralità pubblica che c'era in quel periodo
Operò anche una critica un punto forte con una democrazia cristiana le pratiche di sottogoverno al consociativismo all'uso pericolosissimo dello stesso pubblica per avere il consenso non dimentichiamo che il cuoco di danno in cui Lerna dagli anni ottanta e gli anni di Craxi insomma in debito pubblico andò alle stelle per cento nessuna ragione specifica economica proprio per ragioni clientelare
Critico il consociativismo qui questo devo dire corso il giudizio ecco la ricetta troppo troppo duro però è vero che altissimo
Apertamente legato Accardo socialista non rinnegò mai questa posizione anche in una intervista
Concessa da molti anni dopo Craxi un grandissimo statista viceversa era la posizione di altri esponenti a cominciare da Biondi sarà da Patuelli i quali erano più diciamo più scettici erano più movimentisti e cerchiamo di cucina
Erano più vicini all'idea che oramai si trovava ci si trova di fronte a una crisi irreversibile del quello che poi sarebbe stata definita da prima Repubblica
E tentarono di legare il partito di dai movimenti referendari dice è questo erano due strategie che si potessero ci copiano chiaramente vedere all'interno del partito liberale
Coniugare conoscenze o rimase la situazione
Difficile col segretario altissimo che spinge da una parte Patuelli Biondi che aveva perso il congresso di Genova che spingevano da un'altra parte alla fine rimasero schiacciati quella che nel libro chiamo la frana inevitabile si prima iniziò con piccoli segnali la lega consiliare e imporsi ritornerò in una e una frana assolutamente cinesi inarrestabile grafico famoso discorso alla Camera
Tentò di arrestarlo anche giustamente spostando il problema da giudiziario che non era solo iniziali a più strettamente istituzionale politico riguarda proprio il finanziamento degli partiti altissimo dice che un discorso bellissimo vero insomma un discorso molto articolato e corretto però estremamente ormai la frana era iniziata certamente quel discorso non era più sufficiente fermarla pedalini fu travolto il partito liberale insieme agli altri partiti
Ecco professor Barrotta in ogni caso lei fa riferimento anche a questa straordinaria però autorevolissima tradizione del pensiero della cultura del nostro paese di una particolare designazione delle idee liberali che ci sono nel nostro Paese ha citato Benedetto Croce e in particolare anche quel quel libro dalla storia relativo alla sorella dell'Europa il diciannovesimo ma se con l'alcol tra l'altro e pieno di spunti ecco questa e grande tradizione che si materializza si realizza nel nostro nel nostro Paese è colpa lei nella fase di chiusura del libro parla del di questa realtà storica cioè la forza del consenso al nostro paese è sempre stata
Non adeguata diciamo alla grandezza di questa tradizione lei come lo spiega
Valguarnera uno questa affermazione qualcuno che lava ha recensito il libro l'ha preso in questi termini
Nove liberali siamo bravi e intelligenti non c'avete capito no veramente questo il problema era ed è un altro cioè liberali avevano delle idee
Che consideravo una che si sono rivelate anche estremamente allucinanti
Critica i limiti del centrosinistra dall'esperienza consociativismo che avrebbe poi ridotto all'Italia
A al livello che noi conosciamo in termini di efficienza corruzione e quindi e questo vale sia per Malagodi sia per la per la sinistra liberale
Avevano ancora un problema aveva un conto è non seria e quello a cui faccio riferimento dell'individuo è che i valori le idee viaggiano sulle gambe degli interessi
Loro dovevano cercare anche delle forze sociali che riconoscessero l'identità dei loro interessi con le idee e i valori del liberalismo furono sempre a caccia diciamo così di un rapporto sociale che facesse propria
Malagoli cerco di un dito sperò di trovarla nella Confindustria come ho spiegato prima scriverò una scelta poco felice
La sinistra liberale purtroppo non si pose correttamente il problema Scalco arriverà
Che insomma ampi credo con molte poche ragioni pretende dagli a credere nella generale magistero poco però con l'osservazione giusta
Cioè del genere agente liberali dell'epoca considerava la propria politica con una lotta ideali di modelli di società i valori tra considerava tutto l'aspetto degli interessi delle forze sociali
Che ha ottenuto l'acqua avrebbero dovuto parlo Protti questi valori soltanto come una una cosa
Spuri rilevanti o addirittura disdicevole poco insomma poco poco apprezzabile dal punto di vista intellettuale e quindi come scrisse Pannunzio nell'ultimo editoriale del
Del mondo non ci trovo disarmata e insomma rispetto al al Paese quindi punto acuto riuscirono a risolvere a risolvere questo problema
Ho capito bene né ringraziamo molto davvero il professor Pierluigi Barrotta lo ricordiamo ordinario di Filosofia della scienza direttore del dipartimento
Di civiltà e forme del sapere università di Pisa autore del libro di cui abbiamo parlato di alcuni aspetti di questo libro di cui abbiamo parlato in questa intervista storia del Partito liberale italiano nella prima Repubblica edito da Rubbettino lo ho trovate nelle librerie in queste e settimane grazie grazie molto professor Barrotta lavori