Per un'altra Europa

Bene buongiorno a tutti propongo di cominciare
Innanzitutto vi do il benvenuto questa iniziativa che l'associazione riformismo e solidarietà voluto
Pensata subito dopo il quattro marzo
Già in previsione della scadenza prossima delle elezioni europee che giorno ogni giorno che passa si configurano sempre più importanti e sempre più dedicate per le sorti dell'Europa stessa ma anche per il nostro Paese
Abbiamo voluto fare avviare questa questa riflessione abbiamo chiesto a al presidente Gentiloni a Paolo di partecipare lo ringrazio
Di essere qui con noi abbiamo chiesto alla professor Sergio Fabbrini di introdurre questa riflessione dei nostri lavori
Poi successivamente ci sarà una tavola rotonda che l'amico fa per genio fatti garante giornalista di Avvenire condurrà
Non non fatto non faccio nessuna introduzione se non quella di far presente a tutti la delicatezza del momento l'importanza e darsi da fare in tutti i modi possibili questo è uno questo è un modo quello di attivare una coscienza civica di attivare una una riflessione tali culturale il politico
E noi dedichiamo le nostre energie in questa in questa direzione e vogliamo farlo con una serie di di lavori di iniziative di interventi
Nome ente particolarmente delicato ma è anche ricco di potenzialità non bisogna mai vedere solo la parte problematiche negativa bisogna avere una forza e un coraggio di immaginare un futuro e di far di tutto per costruirlo
Per questo abbiamo intitolato un'altra Europa perché siamo europeisti
Talmente europeisti che vogliamo migliorarla vogliamo fare in modo che essa diventi un punto di riferimento ancora più forte di quello di adesso ovviamente con tutte le modifiche necessarie
Non mi dilungo di più ringrazio ancora i partecipanti e chiederei al professore Fabbrini di iniziare il la sua relazione se vuole parlare dall'io dal palco come preferisce
Venti minuti un quarto d'ora venti minuti dipende poi
E poi parlerà Paolo Gentiloni
Buongiorno a tutti
Grazie per l'invito Paolo
Quello che cercano di far di e di cardiaca quadro che emerge da da riflessioni che conducono a molto tempo fa
Sulla sulle trasformazioni dell'Europa in difficile fare politiche in Europa cambiare l'Europa informare l'Europa se non si capisce secondo me è la struttura e i problemi che l'Europa non è stata in grado di risolvere
Faccio una premessa poi organizza la mia relazione in tre punti l'Unione europea e la sua struttura la politica come dico sempre
Ai miei studenti avviene sempre in contesti strutturati non è non avviene nel vuoto
Secondo punto cosa hanno prodotto di crisi multiple nella struttura dell'Unione europea e terzo quali sono le le opzioni le strategie per uscire dalle crisi e quindi derivò alcune conclusioni intanto consentitemi di fare una premessa la premessa è che la politica oggi è una politica radicalmente diverse da quella che si svolgeva venti venticinque anni fa quella che io chiamo la politica nel sistema dell'interdipendenza nell'epoca dell'interdipendenza
C'è una difficoltà da parte di chi fa politica di prendere atto che
Dei cambiamenti che sono avvenuti diceva che Ncd capi di governi d'uomini politici le donne sono prigionieri del lei fioriere di economisti di una generazione precedente spesso questo avviene anche sul piano delle analisi istituzionali
Le le la crisi multiple del due mila e dieci richiamo crisi multiple sono la crisi finanziaria crisi dell'emigrazione la crisi della sicurezza hanno reso evidente così nella l'interdipendenza e come lo dobbiamo ragionare in termini politici
In radicalmente in modo diverso rispetto al passato cioè hanno reso evidente che ormai ci sono euro pinzati conflitti domestici compiti domestici e non hanno più una loro natura
Diciamo così in Terna ma sono le setto l'espressione ok dei conflitti
Che hanno che fare con interdipendenza io credo la svolta da questo punto di vista è l'estate del due mila e quindici in cui si prezzi prassi in Grecia ancora insiste sulla politica dell'indipendenza organizza un referente chiedete suoi cittadini se sono d'accordo su quelle condizioni economico-finanziarie per salvare
La Grecia dal fallimento e i suoi cittadini e per due terzi dicono di sì il giorno dopo va a Bruxelles ed è costretto ad accettare condizioni ancora più difficile ancora più dure di quelle
Che avrebbe potuto sostenere senza fare il referendum
Baruffa chi sezioni però sono l'esempio di quest'idea che siamo rimasti ancora negli Stati nazionali che siamo ancora negli Stati indipendenti
Quel referendum mostrato che quelle epocali è definitivamente conclusa
La seconda implicazione sempre dentro questa
Riflessioni di premessa pecche nell'interdipendenza il conflitto Sinistra e destra non è più quello che noi conoscevamo abbiamo interpretato abbiamo mobilitato durante lo stato dell'indipendenza sempre di più se sviluppato nei sistemi politici europea di un conflitto che ha che fare con la natura stessa dell'interdipendenza
Nel nostro caso dell'Europa e quindi un conflitto che sempre di più un conflitto che ha che fare con l'Europa in quanto a rima
Dell'interdipendenza questo non significa che è finito il conflitto Sinistra e destra
Ma il conflitto Sinistra e Destra varrà interpretato in modo sostanzialmente diverso rispetto al passato è finito il l'epoca in cui la sinistra la destra si contendevano il governo dell'indipendenza oggi noi siamo una situazione in cui invece la sinistra adesso non sono più in grado di contendersi il governo dell'interdipendenza
Questo ha significato che in tutti i paesi europei in tutti i Paesi europei persino i più stabili più solidi come la Germania
Si sono affermate forze politiche movimenti che mettono in discussione l'interdipendenza io ho chiamato questi movimenti sopranista imponga perché questi movimenti non sono la replica tradizionale del nazionalismo
Che fa parte di un altro periodo storico e sono soprattutto dei movimenti che richiedono un maggiore un rimpatrio di maggiori competenze a livello nazionale assumendo che la sovranità nazionale è conciliabile con un mercato sovranazionale
La svolta secondo me per la il cambiamento della natura del suo franchismo cioè di questo nazionalismo che ha fatto dell'Europa il suo avversario politico quindi è un nazionalismo combinato col populismo
E a mio parere la break sì
I costi della Breaks intime implicazioni dalla presti la difficoltà a staccarsi dall'Europa persino per un Paese come la Gran Bretagna che in una la moneta comune non condivide con gli altri Paesi la moneta comune le difficoltà della operazione prezzi è stata così traumatica
Che quasi più nessuno si pone il problema della disintegrazione
Come era prima il conflitto era integrazione disintegrazione ora il conflitto eh stando dentro l'Europa come possibile svuotarla ma preservando quelle politiche che sono necessarie o utili come per esempio le politiche dei fondi strutturali
Quindi qui siamo di fronte a un cambiamento se posso dire così dell'avversario un cambiamento radicale considerarlo tradizionale nazionalismo a me pare una sottovalutazione subito non prepara le forze che vogliono invece andare avanti ad affrontare quel questo nuovo clip reagiscono diciamo che questa nuova frattura ed è qui appunto che la premesse dicendo che civili gli europeisti sono in difficoltà
Sono Ina in ascesa i sovrani in stile ovunque
Mentre sono in difficoltà gli europeisti non sanno esattamente quale risposta fornire che analisi portare avanti è l'unica posizione che assume una posizione conservativa
Difendono l'Unione europea così come ora come io cerco di fare spiegare in ogni ogni domenica mattina né mi editoriali sul Sole ventiquattro Ore cerco di dire che c'è una terza posizione non vogliono sorprese
Evocare nient'altro che semplicemente un fatto geografico come si dice c'è una terza via che tra chi vuole svuotare l'europea chi lo vuole difendere così come c'è una terza via che la via del riformismo della possibilità cioè di difendere l'Europa perché l'Europa va difesa aveva più integrata ma anche contemporaneamente
Va riformate fa perché la debolezze decisionale dell'Europa come si può dimostrare è la causa dei problemi
Non è semplicemente un derivato di questi ultimi o che questa è la mia premessa vado al primo punto che cos'è l'Europa riunione
Europea non è caduto dal cielo e risultato di processi storici e politici che vedono come protagonisti principalmente gli stati do per scontato che dopo la decisione
Del parlamento francese nemica centocinquantaquattro di votare contro le la comunità europea dalla difesa finisce questi idea diciamo così spinelliana che fosse necessario prima costruire delle istituzioni e poi sviluppare delle politiche dopo il cinquantaquattro questa idea spinelliana non funziona più
Emerge invece viveva diciamo non è che dice parliamo delle politiche vediamo derivare dell'istituzione
Questo processo chi partire dalle politiche tra le istituzioni e ovviamente è un processo che ha prodotto grandi contraddizioni
Perché non parte da uno schema un suo ordine logico come lo schema di una Costituzione
Ad esempio quella di Filadelfia una parte invece da interessi materiali che di volta in volta si combinano sulla base di contingenza anche storiche i governi che ci sono in carica in quel momento e così via
Quel processo d'integrazione parte soprattutto sul mercato dopo Parigi del cinquantaquattro l'idea era monete partiamo dalle cose comuni facciamo delle politiche risolviamo dei problemi costruiamo un mercato comune che poi diventa un mercato singolo
E su questa base agli Europei trasferiranno la loro lealtà dal livello nazionale a quello europeo
Le cose non hanno funzionato così ma nel complesso queste Europa del mercato comune diventato singolo l'Europa sovranazionale l'Europa comunitari Giancarlo ha funzionato e continua a funzionare
Qui c'è un triangolo molto chiaro la Commissione al monopolio dell'iniziativa legislativa
Il Consiglio dei ministri dei vari Stati membri prendono decisioni a maggioranza e sempre di più
C'è un Parlamento europeo che da settanta nomina centosettantanove eletto direttamente decide Dini ad un ruolo di codecisione nel processo decisionale ma parliamo di single market liscio cioè di politiche legate al mercato si
Tra il mille novecentottantanove e mille centonovantadue c'è una svolta in Europa finisce la guerra fredda soprattutto nell'ottobre di novecentonovanta assillo unifica la Germania
E a quel punto una serie di politiche quelle che noi chiamiamo le nuove politiche le politiche strategiche
Le politiche che hanno che fare con gli gli affari esteri con la sicurezza con l'ordine interno con la giustizia
è sempre di più con la nascita dell'euro ozono dell'eurozona la politica economica dell'euro zona diventa una politica europea si trasferiscono a livello europeo
Ora quello che io ho cercato di mostrare anche nel dibattito scientifico internazionale è che queste politiche
Hanno dato vita a un manufatto costituzione un nuovo regime decisionale vengono già decise
Da Maastricht impone secondo un modello intergovernativa quindi noi abbiamo dopo Maastricht due costituzioni se posso dire così all'inglese cioè non regole formali ma regole rispettate riconosciute due costi due funzioni
Dentro l'Unione europea all'Unione Europea dal mercato col triangolo che vi dicevo prima e l'Unione europea delle nuove politiche in cui comando ma fondamentalmente i governi nazionali
I governi nazionali dicono portiamo a Bruxelles queste politiche ma vogliamo essere noi a controllarle
Siamo noi a decidere qual è l'organismo per fare questo il Consiglio dei ministri è sempre di più il consiglio europeo dei capi di governo e di Stato quindi quello che vediamo è la nascita di un secondo un modello di integrazione nel mercato c'è un'integrazione attraverso la legge
Il parlamento il Consiglio appropriato direttive e regolamenti
La Corte europea di giustizia supervisiona la costituzionalità di queste decisioni
Nell'altro invece nelle politiche degli esteri della sicurezza degli interni dell'asilo dell'immigrazione
Nella politica economica e decisioni sono soprattutto politiche non legislative e l'integrazione e lo fa anche attraverso il coordinamento volontario dei governi nella forma di ministri e sempre di più nella forma di capi di governo ora qui abbiamo due idee d'Europa nella prima c'è un'Europa dei cittadini che trionfa con il rafforzamento del Parlamento nell'altra c'è l'Europa dei governi e queste due uno apre dal novantadue si sviluppano contemporaneamente
E questo testimonia che l'Unione europea
Non è il risultato di un progetto costituzionale ma il risultato dei compromessi pensate al compromesso più importante poi eventualmente eliminiamo i cui si comico premesso più importante che avviene dentro la costituzioni intergovernativa i francesi riescono ad imporre ai tedeschi che la politica economica cioè a politiche di bilancio e fiscale faccio questo riferimento perché quello cruciale per esempio per oggi per capire l'Italia
Venga decisa da oggi diciannove governi i tedeschi impongono che la politica mia monetaria dell'euro zona sia Necci controllate esclusivamente dalla banca centrale
Quindi il compromesso tra la visione sciopero nazionale federale della Germania e la visione più decentralizzata nazionale della Francia
Quindi abbiamo un euro zone che si basa su questo compromesso un'unica moneta diciannove Governi
Perché
I francesi in qualche modo non voleva un governo del polittico della moneta tecnici tedeschi subito dopo dicono ma chi mi garantisce che voi oggi diciannove Governi nazionali fatto una politica di bilancio che non trasferisce su gli altri le vostre scelte sbagliate o non scelte quello che loro chiamano l'azzardo morale
Di qui subito dopo il il trattato di Marsiglia Mino centonovantaquattro inizia la costruzione del Patto di stabilità e crescita attraverso direttive regola quindi che vengono poi riconosciute dal dal Trattato queste direttive a cosa fanno il patto di civiltà che so cosa fare cerca di contenere immagini dell'autonomia
Decisionale dei governi nella politica economica in modo che non si trasferisca su altri
Lei scelte sbagliato le non scelte dei vari governi nazionali e qui nasce la giudiziari in stazione dei criteri macroeconomici il tre per cento del vertice il sessanta per cento del debito
Che andata avanti la crisi è questo il mio secondo punto piscine irrigidito questo sistema
Perché la crisi mette in moto delle logiche distributive soprattutto i paesi più forti la Germani primo luogo vogliono proteggere le proprie stesse posizioni interne sì
Vediamo il secondo punto alle crisi
Le crisi sono sviluppate nelle aree che sono stati a Maastricht assegnate alla costruzione intergovernativa fate attenzione
L'emigrazione
La sicurezza la politica economica Ciano leali chiamarti si decise di contenere nel modello intergovernativo e crisi non si sono sviluppate nelle politiche del mercato
Singolo
Anzi sul mercato senza allora che il processo di integrazione andata avanti fino a diciamo così a quelle Piton incredibile
Che la commissione obbliga l'all'Irlanda appena a multare Airport apprendere i soldi da Apple per un suo vantaggio fiscale nella competizione sul mercato anche se l'Irlanda non voleva prendere quei soldi ma li la commissione ha un potere sovranazionale e riesce a imporsi sul governo irlandese nelle altre politiche dove c'è la crisi
In quella politiche e il modello intergovernativo le decisioni sono prese politicamente
Pochissime decisioni legislative le prendono i governi i ministri capi di governo attraverso un coordinamento volontario e questo coordinamento volontario fa sì anche che siano gli stessi governi ad implementarle a livello nazionale
E che questo sistema che non ha funzionato quindi quando si parla della crisi dell'Unione europea è bene capire distinguere come fanno i chirurghi tornò non possiamo intervenire un corpo a caso e così farai scienza della politica vuol dire capire dov'è che le cose non vanno e la crisi avvenute nei sistemi nel sistema intergovernativo e non sappiamo perché il sistema decorativo non può prendere decisioni adeguate perché quando c'è la crisi e quando ci son problemi distributivi
Il consenso deliberativo come viene chiamato dentro
Il Consiglio dei ministri il Consiglio europeo non funziona più
Ci sono i dilemmi del veto io posso porre un veto a bloccare tutto tra l'altro il vento era una delle ragioni per cui la Francia ha voluto portare nel motel intergovernativo queste politiche perché una volta che la Germania si unifica i suoi ottantadue ottantuno milioni di allora
Avrebbero rafforzato la presentata tedesca rispetto a quella francese nel Parlamento europeo per questo poi la Francia insiste specie vengono prese nel Consiglio dei ministri o nel consiglio
Europea è un'altra istituzione avviate da Valéry Giscard d'Estaing mila centosettantaquattro
Ma quando io c'ho un potere di veto è chiaro che posso bloccare interrompere posticipare erano in cani processo decisionale anche se la crisi fuori delle finestre io rompe impietosamente
E poi soprattutto perché il tempo io applicare delle decisioni che magari non sono più convenienti al governo al Governo che incarico al governo che è succeduto a quello che ha preso quella decisione la Grecia è un esempio di questo oppure qual è la legittimità
Di un Consiglio europeo e di un Consiglio dei ministri a prendere decisioni
A nome di tutti i cittadini europei i membri del Consiglio europeo i membri del consiglio dei ministri sono stati eletti dei rispettivi parlamenti nazionali sono accanto e Paul responsabili ai rispettivi elettorati nazionali ma quando sono a Bruxelles e agiscono collegialmente prendono decisione che hanno un effetto su Baggio elettorati nazionali su altre poi cittadinanze nazionali quindi quello che ne abbiamo nelle Modiano intergovernativo è un vero e proprio corto circuito sul piano della legittimazione democratica io leggo la Merkel
Perché sono un tedesco che voglio quel tipo di posizione quel tipo di organizzazione partitica nel mio Paese ma la Merkel influenza decisioni Qiang stretti su altri cittadini che non hanno mai letta
Ora come si dice oltre a questo dilemma della legittimazione ma soprattutto come dico spesse volte ai miei colleghi amici tedeschi come potete voi accettarla ma situazioni di questo genere perché può evidente
Che quando succede si sviluppa la crisi e la crisi comincia avere le fatiche istitutivi date decapitato nel due mila e quindi cedibili di dare una lectio magistralis ad Atene e da di fronte alla sede Carafa dal Parlamento di Atene di Atene c'è una grande sala come dalla Merkel con i imbustare scontenti baffetti di Hitler quindi come è possibile accettare
Che è legittimo una decisione presa dal consiglio europeo quando il Consiglio europeo e fatto non dalla somma dei singoli capi di governo ma è fatto da una collegialità che prende decisioni in quanto tali
Ora qui si si pongono i problemi delle difficoltà che abbiamo oggi
E i problemi della sovranità perché nel modello intergovernativo si è cercato di difendere con le unghie e con i denti la sovranità pensate la solita fiscale la sovranità territoriale questi sono gli ultimi bastioni del della sovranità nazionale
Con il risultato però che quando io difende la sovranità territoriale o difendono sovranità fiscale pro debbo coordinare ma con altri Paesi
Perché se io faccio il due punto quattro nella mia politiche di bilancio le conseguenze potrà essere di Hamas devastante per altri Paesi a quel punto Quenya sovranità formale sul piano fiscale o sul piano territoriale piene prepotentemente delimitata
Dai regolamenti sempre più stretti e sempre più centralizzati
Quindi la viabilità prelevo zona una formale riconoscimento della sovranità fiscale ma un suo svuotamento nei fatti come stiamo assistendo in questi giorni
Il governo Conte non può far le valigie di bilancio che ritiene opportuno fare deve fare i conti con il l'interdipendenza delle regole dell'interdipendenza
Quindi da questo punto di vista c'è un problema politico che anche culturale dobbiamo rivedere il concetto di sovranità solita non è come mi diceva il mio professore di diritto da da studente
è qui quella un professore mi dissero se tu non puoi essere sopra la metà come non puoi essere incinta metà non è così
La sovranità è spacchettati lire io posso essere sovrano su una politica e non posso è un ho deciso di non esso sovrani in altre politiche non si tratta solo trasferito sovranità da leader nazionale a livello europeo
Si tratta di stabilire quali sovranità di alcuni Maniero nazionali
Quali sono entrati devono andare a livello europeo
Terzo punto è possibile da un verso la conclusione
Ora è evidente che questo sistema non funziona non prende decisioni e paralizzato e come qualcuno che si trova in mezzo un fiume e non si lascia andare avanti né indietro
E di qui la reazione
Più il sistema debole sul piano decisionale e più coloro che non hanno mai pienamente digerito il processo di integrazione che non hanno mai capito che poggia sull'integrazione
E la risposta agli al diavolo del nazionalismo gli italiani dovrebbero sempre ricordarlo ancora adesso mi colpisce
Che non ci sia una riflessione costante ripetuta nei nei limiti e nelle televisioni su cosa ha prodotto il innate cos'è un cosa quel balcone
Che viene presentato in questi giorni nella stampa
Bene quelle sta riflessione sul nazionalismo attualmente non ha coinvolto intere popolazioni e nascono sempre cornetti sopra i ministri che dicono di fronte a questa impotenza decisionale della quota li portiamo a casa di competenze possibili
Al evidentemente possono portare a casa più competenze possibili ma rimane una domanda
Come è conciliabile un mercato sovranazionale con la progressiva nazionalizzazione delle competenze io la la mia risposta è
Difficile quasi introvabile io non posso avere un mercato sovranazionale se non c'è una corte europea di giustizia che sappia dirimere i conflitti le dispute tra imprenditori tra Stati
Non posso avere un mercato solo nazionale se non ci sono delle istituzioni che prende decisioni regolative
Lo dicono accettati da tutti quindi qui né la polizia né di Urbano nella posizione di Salvini c'è un equivoco loro sono forti nel criticarla l'Unione europea che non decide ma sono estremamente deboli nel dire qual è l'alternativa infatti non hanno un'alternativa
Alternative dire andiamo via da questo sistema
Diamo vita a questo sistema ma domani nel Parlamento europeo i sovrani si avranno una grande difficoltà a coordinarsi in quanto sopra ministri perché ognuno e prigioniero dalla propria sovranità come abbia come ha detto se basta un culto
Noi ci facciamo carico del debito degli italiani quindi Savini sarà anche un amico Valmy si deve fare carico dei suoi problemi
Qual è l'alternativa queste qui c'è diciamo la difficoltà che secondo me del mondo della cultura compresa ma anche dalla politica europeista perché l'alternativa è un'alternativa che oscilla tra facciamo un'unione europea integrata ma gestita dal governo
Quindi sempre di più organizzate intorno al diciamo al consenso dei governi secondo me questa è l'opposizione che a cui ha ha maturato Wolfgang Schäuble che è certamente un operista ma un europeista diventato intergovernativo
Ora è evidente che un Unione europea basata sui governi
è una perché presuppone che i governi abbiano più o meno le stesse intenzioni gli stessi interessi le stesse idee cosa che non è quindi uno una integrazione europea basato sui governi e paralizzata nei costantemente sarebbe oggetto di divisioni costanti come abbiamo visto nell'immigrazione da politiche economiche eccetera
L'altra alternativa e l'alternativa parlamentare sovranazionale facciamo dell'Unione europea un Germania federale in grande
Anche qui ospita in candidati
Parte di questo ma poi scopriamo che la spesa in candidati potrebbe essere tuo utilizzato dei sondaggisti permettendo in questo in Europa non per rafforzare l'euro
E perché questo perché un'unione di Stati
Soprattutto Stati a simmetrici Malta quattrocento mila abitanti la Germania ottanta milioni di abitanti con forte differenziazione nazionali sul piano culturale dell'identità non può avere un'unica istituzione che prende decisioni
La centralizzazione parlamentare
Diventa un pericolo e una minaccia in un'unione di Stati asimmetrici e differenziati per questo poi lo spirito in candidati viene spinto ma poi qualcuno dice Dammacco ad altri ma guardate se lo spinse candidati lenta
Un manto del Werder che si allega con le componenti sopranista e Parlamento europea abbia una commissione dopo il due mila diciannove che consente ai sovrani misti di muoversi come ritiene come ritengono i da nazionale chiudo qua
Io credo che gli europeisti l'alternative rock vista sopra Nismo vada come dire rivista riformata già per il coraggio di cambiare idea perché il mondo cambia e ci dà un sacco di informazioni
Non possiamo mantenere uno schema la politica non può essere basato su schemi ideologici che sono stati elaborati a Ventotene mila centoquarantuno le ripetiamo sessanta settanta ottanta anni dopo
Dove dobbiamo ricostruire l'Europa su una base di Kirwan NT potere
Quello che io chiamo un sistema di unione federale non di Stato federale o un sistema dove non c'è mai una renna decisiva
Che io De vivo questa esperienza dal dalle due esperienze di successo
Sul piano internazionale non significa di copiarne ma sono l'unico due esperienze successo sul piano internazionale di una Unione per aggregazione non di Stati come quello tedesco per disaggregazione gli Stati Uniti e la Svizzera sono milioni per aggregazioni che si sono formate senza uno Stato senza un governo
E hanno funzionato per molto tempo addirittura senza un popolo
Delle loro rispettive unioni quindi tanto da cambiare il paradigma se posso dire così la prospettiva e capire che questo scontro tra sopranista europeisti è diventato molto più rilevante dello scontro tra sinistra e destra sinistra se non riesce più a riportare dentro
Lo scontro se è così evidente europeisti devono attrezzarsi per questo scontro con delle idee nuove con delle leadership coraggiose e soprattutto con una visione non si può combattere il Sora minimo dicendo lasciateci lavorare
Io sono liberi dal dall'altra parte della strada sta gridando urlando bisogna rispondimi con una precisa visione dell'Europa che vogliamo diverse sicuramente un'Europa riformata grazie
Grazie Paolo
Sì grazie ora dettare
Dell'invito e di questa occasione di di riflessione sul futuro delle OPA
Devo dire che Sergio Fabbrini ha
Ha messo la discussione sui binari giusti che io condivido quindi
Prendendo anche per me abbastanza più semplice
Le cose che devo dire
Fare molto riferimento dallo schema
Alla Scala al percorso che che Fabbrini anni ha descritto
Partendo però da da una constatazione di fondo e cioè che
In questa
In questo paesaggio della dell'unione europea
Con la sua evoluzione
Istituzionale e di costituzione materiale che Fabbrini ha descritto
A un certo punto
Più o meno attorno alla metà di questo decennio
Si è scatenata una tempesta
Quindi noi dobbiamo credo
Da un lato avere presente il quadro in cui ci troviamo la sua evoluzione storica
Le cose che ci ha ricordato Fabbrini nella sua relazione
E dall'altro però
Capire che il livello della crisi così come si è presentato alcuni anni fa non molti anni fa
Ha rappresentato un un salto questa in questa dinamica
C'è stata come si è ripetuto spesso una sorta di tempesta perfetta nella quale sono si sono moltiplicati tra loro diversi fattori di crisi
Il primo naturalmente è stato
La crisi economica
Il fatto che questa crisi importata tutto sommato da dagli Stati Uniti
Dove aveva avuto origine in Europa si è prolungata più a lungo
E ha avuto conseguenze sociali più durature aggravando la differenza tra i diversi Paesi europei
E aggravando le differenze all'interno dei singoli Paesi europee
Non ci sono stati effetti disastrosi ma siamo stati a lungo sull'orlo di effetti disastrosi
Pensate alla parabola di Alexis Tsipras
Che io ritengo una parabola ammirevole nel senso che penso che il primo ministro Tsipras abbia salvato il suo Paese
Mi auguro che salverà anche
Dal punto di vista politico la pelle nelle elezioni dell'anno prossimo
Ma forse salvare il suo Paese comunque era la cosa importante da fare
Ma ricordo anche quella
Sinistra più o meno populista che era accorsa entusiasta salutarlo
Quella domenica del referendum a cui faceva riferimento Fabbrini
Adesso lo considera un traditore
Cito per tutti
Il leader della sinistra radicale francese che si chiamerà Auchan come sapete che due o tre mesi fa gli ha dato esattamente del del traditore
Quindi la crisi non c'è stata anche per
Per il coraggio il realismo la forza che ha manifestato
In quel contesto la leadership greca e che è stata coronata qualche mese fa
Dalla conclusione del decennio della troika in in Grecia
Però ha lasciato cicatrici
Enormi profonde
Secondo abbiamo avuto la grande crisi migratoria non è che non ci fossero stati fenomeni migratori in Europa
Nel corso dei decenni precedenti figurarsi Ance regolamento di Dublino Regolamento di Dublino come sapete
Era stato studiato per i fuoriusciti dei regimi comunisti
Nei piccoli numeri
Tutto concentrato sui rifugiati politici
Poi c'era stata
Negli anni novanta un qualche fenomeno molto rilevante
Prodotto dalle guerre
Nella nei Balcani dalle dei cambi di regime nei Balcani però insomma nulla di paragonabile a quello che poi è capitato tra il due mila quattordici e il due mila
Sedici
E nell'incrocio di queste due dinamiche adesso non la faccio lunga perché tutti conoscete a memoria l'impatto politico che queste due dinamiche la crisi
L'esplosione dei flussi migratori hanno prodotto
Nell'incrocio tra queste due dinamiche non c'è stato né in una notte di giugno del due mila
E sedici
Breaks
Che cioè per la prima volta e non da uno Stato qualunque ma uno dei quattro grandi paesi europei
C'è stata l'ha messa in discussione della inevitabilità del percorso europeo
Di questa unione che era nata con sei componenti era finita
A ventotto aveva dato asilo prima le ex dittature fasciste poi all'ex dittatura comunista era diventata un modello
Ebbene exit dimostra che quel modello è irreversibile perché da dall'Unione si può entrare ma si può anche uscire
E ne esce un Paese molto rilevante
Acque quindi diciamo così in un meccanismo il cui
In troppi ha descritto con grandissima lucidità Sergio Fabbrini irrompe
Un uragano politico che deriva dal convergere di queste due grandi crisi economica migratoria
Due grandi crisi dal punto di vista sociale e politico
E dal fatto che si
C'è un campanello d'allarme perché
C'è uno dei soci
Anzi uno dei soci principali che il decide di andarsene
In questo contesto
Diciamo così
Ha un
Busto e un una spinta un incremento enorme la spinta che chiamiamo nazional populista sopranista ognuno la chiama
Come preferisce
Anche qui non perché non ci fossero stati
Fenomeni in Italia se si parlò molto di d Fighter e della Stiria qualche o della Carinzia qualche qua della Carinzia qualche anno fa
E poi certamente c'erano stati segnali rilevanti in Olanda piuttosto che
Chi è in Francia
Però insomma la spinta e dire certamente collegata
A questa
Periodo particolare del del decennio che abbiamo quasi alle spalle
E deriva certamente da la crisi economica la reazione alla crisi economica alle ingiustizie sociali che questa crisi ha messo in evidenza
Attenzione perché il contesto in cui si lavora e il contesto
Descritto con le sue difficoltà
Ma la spinta di cui parliamo a una spinta che va ben oltre il contesto europeo
Perché
In quello stesso periodo nel novembre del due mila sedici pochi mesi dopo Breaks et negli Stati Uniti vince in modo del tutto inaspettato un presidente
Che ha certe caratteristiche
E magari tra qualche giorno il qualcuno lo collochiamo il Trump dei Tropici in un altro grande paese in Brasile
Si afferma un'offerta politica per certi versi molto simili
Attenzione quindi che il tema di cui stiamo parlando cioè il mix tra le diseguaglianze sociali il disagio e la rabbia
Delle fasce più basse della classe media
Quelli che Roosevelt non Trump aveva definito i forgotten man che Trump ha ripreso questa
Espressione
Da un lato e dall'altro lato la domanda di identità la paura
Che questa identità venga messa in discussione dalla globalizzazione dall'intercultura lirismo dalle diversità che si mescolano
Questi due
Fiumi sono due fiumi globali
Non sono soltanto collegati
Alle difficoltà e alle temperie che viviamo in Europa
Naturalmente hanno grandi differenze
Però poi alla fine non è un caso che lo slogan
Prima di tutto i brasiliani vedere tutto gli americani prima di tutto gli italiani prima di tutte ben controllerà lo slogan del libro in in Gran Bretagna
Accomuna grosso modo con tutte le differenze del caso questa spicca
E siccome ogni paese anche i paesi più piccoli a qualche pagina di storia alle proprie spalle alla quale rivolgersi no nella storia c'è stata la grande Bulgheria c'è stata la Grande Albania non c'è stato solo l'impero austro-ungarico o l'impero romano o l'Impero britannico no
E c'è questa componente
Della
Guardarsi verso il passato quindi nella domanda identitaria
Poi lo possiamo chiamare sopra Nismo nazionalismo populismo in questa roba qua
C'è molto spesso il guardarsi all'indietro
In pagine che sono state o comunque vengono raccontate come pagine
Gloriose di ciascun popolo di ciascun paese di ciascuna identità
Nazionale
Ed è chiaro
Sono chiare due cose la prima come ricordava Fabbrini che questa roba non fa multilateralismo
Perché è il contrario del multilateralismo
Tu puoi anche avere un mio affinità ideologico culturale
Con il Governo Kurtz Asstra
Ma il governo Cours Stracke il più feroce
Contro di te
Governo
Italiano sia sui temi migratori che sui temi economici quindi il fatto che siate culturalmente amici o che
Coltivate amicizia con Spielberg non va be può servire
Per qualche riflessione culturale ma non fa multilateralismo
Perché la base è che
Il mio Paese deve venire prima di tutto e quindi tu soprattutto se sei un vicino tra l'altro sei
Un problema non si è un alleato
Quindi primo non fa multilateralismo secondo una cosa che non dobbiamo sottovalutare
Mette in discussione per la prima volta
A quel modello
Quel sistema liberale
Di cui noi davamo un po'per scontato in questi decenni la anche qui la irreversibilità sembrava irreversibile come l'Unione Europea
Perché si andava spendendo si discuteva addirittura vent'anni fa trent'anni fa la vera discussione era se quel sistema andassero esportato con le armi
Per esempio in Medioriente o in paesi canaglia oppure dovesse nascere dall'interno di questi Paesi
E ma le cose non sono andate così
Che da qualche tempo
E proprio il modello che coniuga democrazia e libertà
Avesse rimesso in discussione non solo perché ci sono dei modelli che mettono in discussione entrambi sia la democrazia che la libertà e che purtroppo io ricordo un bellissimo libro di Amartya Sen perché cercava di dimostrare che sono un regime democratico e liberale poteva consentire uno sviluppo economico
E purtroppo al momento ci sono dei grandi paesi che contraddicono questa questa tesi
E che rappresentano un modello che lo si voglia o no per altri paesi nel mondo
Ma anche in casa nostra cioè in Occidente
Il nesso tra democrazia e libertà viene messo in discussione
Questo riguarda anche la nostra
Politica italiana ma qualcuno lo teorizza in modo esplicito per esempio Viktor Orban come sapete ha più volte detto che
La democrazia non è in discussione ma nessuno ha detto mai che i principi liberali debbano essere col essenziali col modello democratico
Tradotto significa che andare a votare con voto libero è sacrosanto ma questo non deve per forza coincidere con l'autonomia della magistratura o i diritti delle minoranze devo la la tutela di fedi religiose diverse ore eccetera eccetera eccetera
Questo è il quadro in cui lavoriamo eppure che se no poi dice Cvc determinante
Eppure
Primo
Quando si parla di
Un'onda sopranista
Al proprio interno collegata destinata
Travolgere le istituzioni e l'Unione europea e a vincere le prossime elezioni del ventisei maggio
Io francamente dico
Carlo
Anzitutto per ragioni che ricordavo prima non esiste il multilateralismo sopranista
Esiste il contrario
Secondo perché
Breaks sette
Stato un fallimento
Quindi adesso al di là della discussione e del Interna alla al Regno Unito se bisogna rivotare non bisogna rivotare come andrà a finire questo negoziato
Però non c'è dubbio che
Da dal punto di vista economico culturale e sociale
Perfino della percezione degli stessi cittadini britannici
Oggi ho visto una pagina dal Financial Times mi sembra che paragonava
Diciamo Breaks città in qualche modo alle invasioni barbariche cioè alla fine dell'Impero romano
Sarebbe a dire che l'Impero britannico
Era finito c'era da un po'ma comunque insomma il sentimento è questo
Dei una gigantesca decisione autolesionistica appresa da un grande Paese che adesso sta cercando con questa decisione autolesionistica di fare i conti di contenerne
Le conseguenze ma siccome quello era fondamentale cioè in questa dinamica di sessant'anni a un certo punto uno dice sapere c'è esco
Beh fosse stato un successo
Le cose sarebbero convintamente andato andate diversamente
La terza cosa che ricordo è che anche
Dal punto di vista dell'opinione pubblica
La situazione se l'opinione pubblica e messa di fronte a una domanda semplice volete rimanere o volete andar via dall'Unione Europea
Degli europei che vogliono andar via dall'Unione Europea sono circa il dieci per cento
Undici per l'esattezza secondo quest'ultimo sondaggio di cui s'molto si è parlato
In Italia per la dimensione ridotta dei fan dell'Unione Europea ma per quanto ridotta sia la dimensione dei fan è comunque più del doppio della del numero di quelli che invece la vorrebbero abbandonare quindi in Europa quelli che uscirebbero dall'una rotella sono circa il dieci per cento stando ai sondaggi attuali in Italia sono circa il doppio circa il venti per cento ed è un problema
Però vuol dire che è una posizione del venti per di un italiano su cinque non come ogni tanto
Anche noi stessi c'è l'autorappresentazione amo pace è una cioè una roba che che che inarrestabile che
Che fare io penso
Voglio dire due cose in conclusione la prima
Io credo che dobbiamo diciamo così far precedere
Alla
Visione che ci rappresentava prima di professor Fabbrini
Un'opzione di fondo
Penso che naturalmente un discorso che faccio da da esponente politico
Approfitto di un convegno di di riflessione per dirlo ma
Io penso che le elezioni del ventisei maggio debbano avere al centro una domanda molto semplice
E cioè vogliamo stare in Europa o non vogliamo stare euro
Guardate che non è una forzatura
Perché alla fine
La iper semplificazione della discussione pubblica
Porta a questa conclusione cioè noi siamo
A trent'anni l'anno prossimo sarà il trentennale la fine della guerra fredda della e la caduta sembra ieri per cui la mia generazione ma comunque della della caduta del muro di Berlino bene
A trent'anni dalla caduta del muro di Berlino
Riteniamo
Praticabile una strada che poi viene presentata da qualcuno come il piano B da qualcuno come ma noi non non vogliamo Cheval europea ma vogliamo fare dentro le europee quello che che ci interessa per i nostri interessi nazionali ognuno alla sua versione nei singoli Paesi di questa linea
Però il punto fa fondamentale serio dovessi oggi
Parlare di una campagna elettorale che faremo in primavera per De lezioni che sono fissate il ventisei maggio è stiamo dentro l'Europa o vogliamo uscire dall'euro
Perché all'osso
La decisione a cui siamo chiamati
E questo
E
Non si voterà
I meccanismi di Beck dopo di fronte a crisi finanziarie di cui i nostri elettori ignorano
Completamente l'esistenza
Non si voterà sul Regolamento di Dublino perché anche del Regolamento di Dublino
Chi andrà a votare ignora completamente l'esistenza
Così come in Gran Bretagna il ventisei di un ventiquattro giugno quand'era non si è votato sul pacchetto Rho negoziato da Cameron con io anche
Anzi come sapete il giorno dopo il referendum la parola più dunque la più più cercata su Google era Unione Europea
Nel senso che gli inglesi cercano di capire meglio da dove diavolo
Avevano deciso di uscire
Si voterà su questa scelta di fondo che riguarda non il passato
Non quelle da Bruxelles odiamo la Chicco Mino terzo cioè quello che abbiamo ottenuto fatto in queste ok tutte cose importantissime il welfare la pace il il
Erasmus e così via no è un problema che riguarda il futuro cioè se il futuro lo vogliamo vedere tra singoli stati nazionali che si fanno concorrenza economica se va bene
E tra i quali si alimentano tensioni diverse se va male
Oppure se vogliamo scommettere
Sull'Unione
E qui credo sarà fondamentale anche il
Il ruolo del nostro Paese
Penso che l'Italia sarà un molto osservata in queste elezioni europee del ventisei di maggio
E penso che come ci arriveremo ma quello che io vedo in queste settimane in questi giorni è un Paese
Che rischia in pochi mesi sei mesi
Di mettere in forse rimettere in questione la fatica fatta
Dall'impresa e dai dal mondo del lavoro
Dalle nostre comunità negli ultimi sei anni
Non i miracoli fatti dai governi perché i governi di Fossano fare disastri ma è difficile che facciano Miracco
Ma la fatica fatta dai nostri concittadini in cinque o sei anni
Che aveva prodotto dei risultati
E questi risultati sono in discussione pensate addirittura in appena sei mesi
Perché non credo che sia propagandistico dire che in appena sei mesi
L'Italia è diventata un Paese più isolato e quindi meno sicuro
è un paese più povero
Ho visto che oggi Luca Ricolfi
Quantifica in trecento miliardi
Quello che l'Italia avrebbe perso in questo periodo naturalmente
Lì si parla di
Capitalizzazione di Borsa e che di costo dell'aumento dei tassi d'interesse non si parla di
Per dite nei fondamentali dell'economia reale no però
Naturalmente quella roba costa no il famoso spread costa quanto costa lo spread qua
Diciamo più o meno ogni anno quanto il reddito di cittadinanza no quindi siccome al reddito cittadinanza se non ho capito male ma lo capiremo vivendo sarà una lunga storia capire cosa c'è scritto in questa legge di bilancio ma apparentemente di le risorse aggiuntive sono di circa sei miliardi aggiuntive rispetto al i rispetto ad altre cose
Ecco sei miliardi è guarda un po'grosso modo quello che se e io spero di no resta ai livelli attuali ci costa ogni anno
Quello che è stato fatto in questi sei mesi paese ma non è stato fatto niente
è stato fatto il mille proroghe
è un piccolo decreto che riguarda le clausole per il rinnovo dei contratti a tempo e alcuni incentivi per le imprese che delocalizzano a cui è stato dato un nome
Molto pomposo che preferisco non ricordare sono state fatte queste due cose un mille proroghe ad agosto è un piccolo decreto su queste prego
Però sono state dette tante cose e sono stati annunciati alcuni progetti alcuni piani che hanno prodotto questi effetti
Basta questa alternativa
Europa non Europa io dico che l'Aula l'alternativa è fondamentale
Perché non dobbiamo prendere in giro né noi stessi negli elettori
O il grado di consapevolezza e che di questo si sta trattando cioè di politiche che più o meno consapevolmente mettono in discussione
Il futuro dell'Unione Europea oppure noi viaggiamo sotto a livello che oggi è richiesto
Naturalmente questa posizione
è una posizione troppo fragile se non contiene anche l'idea di una altra Europa come dice il titolo del nostro convegno e quindi a la risposta o la bozza di una risposta perché non è semplice
Ai problemi che il professor Fabbrini descriveva nella sua nella sua introduzione
Io credo che
Una cosa sia chiara e cioè che il l'impostazione funzionalista
Non ce la fa più cioè l'idea oggi ci sarebbe più bisogno di Comunità europea della difesa che di Comunità europea del carbone e dell'acciaio nel contesto sto dicendo torniamo a come come logica
Ha fatto miracoli
L'Europa descritta da da Sciamanna e la teoria di diciamo né ma alla fine si è visto che tirando l'approccio funzionalista anche al suo massimo in in quasi impensabile cioè la moneta unica
Poi alla fine nel mondo attuale
Con la crisi dell'ottimismo globali vista con le difficoltà economiche con questa domanda di identità non ce la fa
E quindi
Io credo che noi dobbiamo rilanciare
L'europeismo ma su
Ponendosi il problema di rilanciarlo su delle basi diverse dall'europeismo che abbiamo frequentato negli ultimi venti trenta
Qual era il principio di fondo dell'europeismo di questi venti trent'anni come è stato detto
Era appunto la logica del
Andiamo avanti su progetti su passi avanti e questi ci porteranno tutti insieme a un'Europa più
Integrata
Il claim era la la ever closer riuniti cioè lo slogan fondamentale che ha alimentato la cultura dell'Unione europea negli ultimi decenni era un'unione sempre più stretta tra i ventotto Paesi mi
Questa cosa non funziona più
Perché chiunque abbia fatto una riunione negli ultimi
Cinque anni a Bruxelles sa che la ever closer Union
è una cosa che tiene lì ma insomma non non c'è
E allora io dico primo serve
Una
Differenziazione nel nel contesto europeo io non la chiamo neanche Europa a due velocità perché il discorso Europa a due velocità presuppone che quelli più lenti
Comunque raggiungano i più veloci
Se vogliono la porta sempre aperta ma preferisco parlare o di cerchi con cenni uno ognuno la chiama come crede
Sapendo che si tratta di dare
Coraggio sistematicità e se possibile che la cosa più difficile
Legittimazione democratica a dinamiche che sono in atto da anni
Perché come noto
Sei o sette Paesi
Sette otto Paesi dell'Unione non fanno parte dell'euro
Altrettanti non fanno parte di Schengen ci sono addirittura dei paesi che non sono all'Unione Europea che fanno parte di Schengen
Quindi le l'Europa a
In gergo europeista si dice a diversi livelli di integrazione esiste già
Il problema è con che coraggio questa bandiera viene presa in mano
Sapendo che qualcuno è più disponibile a prenderla in mano per esempio macro
E qualcun altro un po'più riluttante per esempio la cancelliera Merkel che giustamente dal suo punto di vista cerca sempre di mettersi in mezzo tra non in mezzo al centro tra il nord e il sud i addirittura tra chi resta e chi esce dall'Unione Europea no ad avere una posizione centrale e quindi è più prudente più riluttante ma comunque credo assolutamente disponibile
Quindi Clint il discorso dell'integrazione
Dell'ambizione federalista
Nell'ambito di questa dinamica
Complessa che descriveva Fabbrini che io condivido cioè livelli di unione differenziati
Deve avere a mio parere un suo motore
Che deve essere fatto
Dai paesi che sono disponibili a un impegno
Europeista federalista maggiore
Ci sono questi Paesi io penso di sì
Io potrei anche di cioè culturalmente sono certamente i Paesi fondatori certamente i paesi della penisola iberica e forse anche qualcuna
E poco passo
Fa se alla fine ci sono Francia Germania Spagna Italia
è una
E tanto dell'Europa
A ventisette sono non saprei dire ma penso economicamente sani i due terzi solo questi quattro Paesi sfocia aggiungiamo il Benelux
Ce ne sono anche altre e sono scomparsi per carità facendo la lista dei buoni e dei cattivi
Che fa questo cerchio più ristretto ma innanzitutto mette sul piatto del conto di un contesto internazionale che ne ha bisogno
Il ruolo attivo di una superpotenza tranquilla come è stata definita l'Unione europea
Per questo prima dicevo ci vorrebbe più la Chamber della Ceca oggi c'è uno straordinario bisogno geopolitico di Europa
Che parte dal fatto che
Il Paese leader dell'Occidente
A almeno al momento che non è la prima volta nella sua storia un'amministrazione che ritiene
Di non dover esercitare questa leadership del campo occidentale
Chiedo di doversi occupare dei problemi
Dei propri interessi e del proprio Paese
Mentre nel Mediterraneo in Africa
Nell'Europa qui si parla di rivedere il trattato
Sui missili a raggio intermedio caspita se c'è bisogno di forza geopolitiche di credibilità geo politica di difesa
Secondo ci sono alcune sfide adesso non la faccio lunga il digitale la tassazione del digitale sulla quale ma non solo la tassazione anche la promozione
Dell'intelligenza artificiale della robotica in cui con diciamo un gruppo di Paesi europei
Più coeso potrebbe svolgere
Un ruolo fondamentale
C'è il compromesso da trovare ma in fondo
Alla a nostra insaputa purtroppo perché accaduto due o tre mesi fa
La Merkel le macro un qualche debole compromesso
Sul completamento dell'Unione monetaria si è delineato
E potrebbe dopo le elezioni europee del ventisei maggio riprendere fiato
L'Ibex troppo arriva qua diciamo il famoso
E poi c'è la
Totalmente irresponsabile sottovalutazione per troppo tempo del tema migratorio
Che è la l'altro questione su cui se c'è un gruppo di Paesi che vuole scommettere sull'Europa
Deve intervenire
Perché lasciato
L'idea di lasciarlo a ciascun Paese l'idea di lasciarlo ai Paesi di primo arrivo
è un'idea
Totalmente distruttiva per l'Unione europea
Che la cosa incredibile dell'Unione europea e che su questa questione che è la questione politicamente più delicata
Di gran lunga più delicata
Oltre a quella del povertà della diseguaglianza che c'è nei ventisette o ventotto Paesi membri
Sino a due o tre anni fa non c'era neanche uno straccio ipotetico di politica comune
La prima agenda europea sui temi migratori
è del giugno del due mila quindici
In seguito a una tragedia accaduta
A largo delle coste libiche a un vertice straordinario chiesto
Nel due mila quindici dal governo italiano
Al seguito del quale vi ricordo ci fu una roba in dieci punti
Del commissario europeo
Sulla politica migratoria
Ma la discussione nell'Unione europea sulle politiche o migratori è ancora deprimente
Perché ruota tutta attorno a
Il Regolamento di Dublino
E l'eventuale carico delle ricollocazioni nell'ambito del Regolamento di Dublino
Con il piccolo particolare che come sapete benissimo il Regolamento di Dublino riguarda esclusivamente
I rifugiati
E i rifugiati sono una percentuale minima per fortuna
Dei flussi migratori
Quindi è come se l'Europa facesse questa discussione sentendosi la Nuova Zelanda o cioè facendo finta di non essere nel Mediterraneo di non avere di fronte l'Africa
Ma di a essere un Paese in cui se c'è una guerra possono venire dei boat people a
A raggiungere tutti
Mentre abbiamo di fronte un continente che nei prossimi vent'anni aumenterà di un miliardo e duecento milioni
Di abitanti
E che anche se funzionassero che possono funzionare
Le politiche che ne promuovono lo sviluppo economico la curva
Delle intenzioni migratoria
Con il miglioramento delle condizioni economiche in una prima fase non scende ma sale
Sa che ce l'abbiamo chiaro
Se uno guarda la storia
Del confine Messico Stati Uniti si accorge che ci sono voluti trenta quarant'anni di crescita economica del Messico per rendere flirt
Quel confine oggi addirittura credo se si parla di messicani e non di Guatemala cioè di altri popoli
Addirittura il il flusso è leggermente negativo cioè sono più i messicani che tornano in Messico di quelli che vanno cercano di andare negli Stati Uniti ma ci sono voluti trent'anni
Può l'Unione europea non avere una politica io direi anche può l'Italia non avere una politica
Di quote
Per i migranti economici sto dicendo
Di tentativo di matching tra domanda e offerta di lavoro in relazione a queste quote
Di corridoi umanitari certamente per i rifugiati
Dite che l'azione
Su questi terreni una volta che il grande flusso è stato in qualche modo messo sotto controllo
Da un grandissimo lavoro che ha fatto la signora Merkel
Per quanto riguarda la il Mediterraneo orientale se me lo consentite il nostro governo per quanto riguarda il Mediterraneo centrale
Due grandissime operazioni politiche fatte
Dal governo Merkel e dal mio governo
Adesso che si fa
In Europa si fa finta che non ci siano i flussi migratori dei migranti economici e in Italia che si fa
Si lucra sul lavoro che abbiamo fatto
Nel due mila diciassette risultati certamente sono impressionanti in termini numerici ma sarebbe esattamente questo il momento di parlare
Di quote di corridoi umanitari di politiche di integrazione ora che non c'è più una pressione di flussi gestiti dalla criminalità
Irregolari che rischiano i travolgenti
Pensa al futuro no
Invece di far finta magari che
Questi flussi sono stati ridotti
Va be
Quindi io
Concludendo penso che abbiamo in vista di questo ventisei maggio
Un doppio dove il primo è quello giustamente di dire la nostra e fornire dei percorsi
Per una ripresa del processo di integrazione europea nelle condizioni nuove in cui siamo perché andare avanti con la vecchia ricetta
Non funziona
Ma accanto a questo
Io penso che dobbiamo alzare
Chiarissimamente la posta
Perché c'è qualcuno che questa posta la sta alzando e non solo in Italia
Quindi la posta
Alla fine se noi vogliamo
In qualche modo ripetere l'esperienza
Fatta
Da quelle classi dirigenti che nel mille novecentotredici furono definite I sonnambuli
Oppure se ci rendiamo conto della posta in gioco che giochiamo la partita all'altezza
Di quella posta in gioco
Grazie
Allora allora buongiorno ringraziamo punto il professor Fabbrini il presidente Gentiloni che appena andato via
Per rete per i loro interventi adesso procediamo con successivo momento dell'incontro a più voci e quindi chiamo a salire sul palco va be'non ci tutto Maurizio Gardini presidente di Confcooperative si scusa ma per un inconveniente
Non può essere qui con noi rimarchiamo comunque gli altri relatori Marcella Panucci il direttore generale di Confindustria
Gianfranco Torriero vice direttore generale dell'Abi dell'associazione bancaria
Mentre Luca vicentini che il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati ha avuto un impegno fuori Roma comunque ha mandato un contributo video che manderemo in onda più tardi
Durante appunto la discussione a questo punto sua madre con noi si unisce nelle in questo dibattito
Così è corale anche direttamente
Pier Paolo Barretta
Comunque ecco non mi dicono su si unisce a noi Copper Conf cooperative Marco Venturelli direttore generale Bongiorno
Allora quando Pierpaolo sonnecchia e studi di moderare risponde quest'incontro questo dibattito insomma io ho subito accettato per la stima che ho di Pierpaolo Bandino subito dopo mi sono chiesto insomma ecco che cosa si si potesse dire per stimolare non annoiare la platea hanno
Su qualcosa che non fosse già sentito insomma che ormai sono sono anni M. che che abbiamo che abbiamo letto che abbiamo che abbiamo scritto che abbiamo letto che abbiamo dibattuto sugli stenti e sulle difficoltà nel processo di disintegrazione
Europea annuncia senza fare tutta la storia ma basta ricordare basti ricordare il fallimento non del del progetto di Costituzione europea nel nel due mila cinque sull'onda dei referendum in Francia e nei Paesi Bassi
Il
Il Trattato di Lisbona
Del due mila nove anch'esso buona parte rimasto rimasto sul sulla carta fino al libro bianco del di un anno fa che lo stesso professor Fabbrini in un suo articolo aveva definito un apporto modesto
Modesto e confuso insomma impolitico come l'ex cancelliere tedesco Helmut Schmidt
Disse una volta note l'Europa in fondo vivete crisi si costruisce attraverso la sommatoria che viene papà una crisi o una crisi dopo l'altra in quest'ottica quindi questa lunghissima crisi in cui versa l'Unione europea può forse anche essere vista come una una lunghissima opportunità per rafforzare un progetto non che come si dice sempre con avuto come suoi principale risultati
E non è poco non sono settantatré anni nodi di pace nel nel continente l'avvento del dell'euro della moneta unica
Einaudi diceva alla classe dirigente ha il dovere di saper spiegare percosse la moneta e perché si deve riporre fiducia in sono questo questo incontro fra di noi
Punto interessante perché mette a confronto
Proprio tutto l'arco del delle voci del del delle imprese del mondo dell'impresa e non c'è l'impresa tout-court l'impresa cooperativa le imprese bancarie
E allora punto vi così come primo come primo stimolo vi volevo chiedere ecco se voi come parte no della classe dirigente del Paese no assieme ai politici avvertita la corresponsabilità in questi anni di non aver forse saputo spiegare bene
Fosse che cosa è stato percosso e l'euro e appunto quali sono le le mostri le vostre riflessioni dei vostri
Progetti concreti per i prossimi mesi da qui a maggio due mila diciannove quando si voterà per elezioni in questa Europa appunto confusa un po'disorientata su Marco per dire per riprendere le parole del presidente Gentiloni
Comunque coraggio pensate di prendere in mano la bandiera nel dell'europeismo da qui alle elezioni di maggio
Diamo nell'ordine partendo da da Marcella Panucci
Grazie grazie anzitutto per avermi invitata ringrazio Pier Paolo Baretta che ripeto con grandissimo piacere
Parto da un uno spunto che ha lanciato il presidente Gentiloni
A diciamo facendone riflessioni anche provocatorie perché il presidente dice noi andremo alle urne alle elezioni europee e di fatto queste saranno elezioni sì o no sull'Europa
Ecco io vorrei sommessamente ricordare che quando sono state trasformate le competizioni elettorali sul referendum non ha portato proprio benissimo quindi ci andrei molto cauta anche perché anche qui lasciatemi provocare se gli europeisti siamo questi un pochino mi preoccupo cioè siamo un po'pochini quindi evitiamo competizioni di questo tipo e partiamo da un presupposto che tutte le forze politiche stanno dicendo in questa fase storica di non voler uscire dall'Europa di non voler mettere in discussione la euro ci crediamo ci fidiamo però
Stando alle dichiarazioni questo è quello che emerge allora quello che io vorrei dire come diciamo mondo della rappresentanza dell'industria italiana
Sfidiamo queste forze politiche dirci che cosa vogliono dall'Europa quale Europa perdono per il futuro perché la verità è che mi pare che siamo tutti d'accordo nel dire che l'Europa va riformata
Le forze di maggioranza le forze di opposizione tutte le forze del Paese anche noi siamo assolutamente d'accordo
Però stiliamo lì sul terreno della proposta chiediamogli che cosa va riformato nell'Europa perché dire semplicemente Europa sì Europa hanno mi sembra diciamo una semplificazione estrema
Che
Non poche finir male francamente cioè devo dire che sono abbastanza pessimista perché evidentemente questo tipo di competizioni basate su una semplificazione spregiudicata non finiscono mai bene e non si espone perché non è facile spiegare il perché si mentre più facile spiegare perché no
Allora io direi ritorniamo a pensare non in centoquaranta caratteri come un Twitter non diciamo a nel sì o no referendario ma di mente ricomincia Max spiegare la complessità magari attraverso parole semplici
è colgo un altro spunto del presidente Gentiloni su questo sono assolutamente d'accordo
Stiamo attenti a dire l'Europa ha prodotto tanti benefici perché senza ombra di dubbio prodotto tanti benefici per tutti noi che la viviamo
Però diciamo soprattutto cosa dovrà fare l'Europa in futuro perché come diceva Churchill ti voteranno non per quello che hai fatto ma per quello che dirà il che vorrei fare quindi su questo secondo me c'è tanto terreno su cui lavorare
Dire grazie Europa perché tu mi hai portato in una situazione di benessere che assolutamente vero è che tutti condividiamo
Per un disoccupato a cui raccontiamo che può volare con sessanta euro da Roma Dublino francamente quel disoccupato dice ma che ci vado a fare a Dublino che non ho neanche sessanta euro all'ora dobbiamo dirgli
Noi chi mettiamo in condizione di prepararti affinché tu possa avere un lavoro posso avere non soltanto i sessanta euro per volare da Roma Dublino ma anche per crearsi una vita un progetto futuro una famiglia in questo l'Europa può fare sicuramente molto
Ma lo può fare ritornando e fondamentali dell'esigenza di cittadini
Io penso che stiamo attraversando una fase complessa molto difficile di riequilibrio ne parlava Michael Spence una bellissima intervista domenica al Sole ventiquattro Ore dove diceva
E come se ci fosse stato un pendolo con della globalizzazione questa grande o fuori all'apertura dei mercati voi questo pendolo e violentemente oscillato dall'altra parte quindi ha rimesso in discussione tutto quello che è successo con la globalizzazione
è ha creato paura incertezza ma l'essere nelle persone soprattutto dei Paesi più avanzati che hanno visto eroso il proprio welfare anche a seguito della crisi economica e finanziaria
Allora ripartiamo delle persone Ripartiamo dalle loro esigenze dalla loro formazione io penso che la grande sfida dell'Europa per stare insieme sia innanzitutto su queste esigenze e poi sulla governance e qui dico due cose e poi chiudo perché non voglio sottrarre tempo
Agli altri relatori
Io penso che l'Europa abbia davanti alcune scelte importanti a partire dal prossimo quadro finanziario pluriennale ripeteva dal due mila ventidue mila ventisette
Il quadro finanziario pluriennale e il bilancio dell'Europa ed è evidente che gli obiettivi si raggiungono attraverso le risorse il bilancio della ed è finalizzato a raggiungere questi obiettivi quindi deve puntare sulla politica di coesione perché la questione sociale e territoriale
Ma anche in Europa
Quando noi abbiamo le quattro regioni del Sud Italia che sono le ultime nella classifica delle regioni europee sono circa duecentosettanta non mi ricordo
Quelle con il più alto tasso di disoccupazione giovanile è queste evidente diciamo un segnale evidente che manca la coesione e quindi noi dobbiamo rafforzare le risorse per la coesione
E non invece un po'venirle come qualcuno vorrebbe fare soprattutto dei paesi diciamo dove queste divergenze sono meno evidenti e non esistono
Due non dimentichiamoci delle piccole e medie imprese all'interno del quadro finanziario plur pluriennale e lo dico perché l'ottica è quella di puntare penso pesante le risorse per l'innovazione Horizon sulle grandi imprese che fanno le ricerche poi l'intendenza seguirà ma guardate che l'intendenza non segue cioè le piccole e medie imprese
Che hanno partecipato soprattutto quelle italiane lo dico con orgoglio
In maniera molto diciamo numerosa all'allo strumento PMI previsto da Horizon venti venti
Perché devono vedersi sottratto questo strumento perché poi seguiranno le grandi imprese che fanno la ricerca le grandi imprese vanno supportate perché fanno grande attività di ricerche questo dei benefici enormi per i Paesi per l'Europa
Ma anche le piccole imprese nella loro attività di ricerca innovazione vanno supportati
Perché puntare sulla ricerca innovazione
Diffusa tra grandi medie piccole imprese vuol dire puntare sulla formazione delle persone perché chi fa ricerca bisogno di persone di alto livello
In più il e infrastrutture infrastrutture materiali e immateriali sono un elemento fondamentale di coesione
E lo dico diciamo venendo da una regione del Sud molto svantaggiata perché sono calabrese io penso che se ne vogliamo far rimanere i giovani in queste regioni dobbiamo dargli la possibilità di spostarsi quando vogliono e poi di ritornare perché se tu non riesce a muoverti dalla Calabria jonica perché non hai la strada per arrivare a Roma tutte ne andrai
Si torna cioè riesce a muoverti tu creerà in una qualche vita economica lì e la porterà in poi in tutto il mondo cioè questo elemento fondamentale su cui il bilancio europeo deve
Assolutamente puntare
A e quindi stiamo anche attenti alle alleanze che facciamo con i paesi per ottenere questi questi obiettivi perché allearci con i Paesi dell'Est
Su una politica di coesione che nell'ottica della commissione giustamente punta ad andare più verso i Paesi del Mediterraneo quindi l'Italia
è insomma può essere perdente perché quelli spingeranno per avere più risorse per loro quindi facciamo attenzione perché le alleanze non devono essere solo tattiche ma devono essere assolutamente strategiche l'altro punto della sicurezza
La citate presidente Gentiloni
La sicurezza è uno diciamo è una delle gambe mancanti dell'Unione europea perché i cittadini si sentono messi a rischio di fronte a minacce esterne
E allora chiaramente bisognerà creare degli strumenti comuni per garantire la difesa e la sicurezza dei cittadini europei quasi un capitolo mancante è stato diciamo a oggetto delle diverse politiche nazionali e il caso che se ne faccio una comune e chiudo con il punto sulla governance stoccato magistralmente da Fabbrini che io condivido nella maniera più assoluta
Forse il più grande problema dell'Europa degli ultimi anni è stato diciamo da un punto di vista della mancanza di un di decisioni democratiche consentendo che quando le decisioni vengono prese all'interno del Consiglio con la prevalenza di alcuni Paesi evidente che i cittadini dei Paesi che non hanno partecipato a quelle decisioni o che erano contrari
Si sentono decisioni imposte da chi non hanno votato e allora forse bisognerebbe ribilanciare i meccanismi con un ruolo più importante del Parlamento europeo che il soggetto democratico all'interno dell'Unione
E con dei meccanismi decisionali diversi all'interno del Consiglio
Qui faccio un esempio diciamo e poi chiudo sto dicendo tante volte ma giuro che questa volta è vero
E la l'Europa e diciamo a metà tra due spinte una di Stati Uniti e Russia che vorrebbe vorrebbero disgregarsi nel senso che avrebbero molta più convenienza a trattare con i singoli Paesi più piccoli e più deboli rispetto all'Europa è una della Cina che invece vorrebbe tenerci insieme perché diciamo più maniera forse un pochino più a visionaria pensa che attraverso i meccanismi di voto in consiglio e quindi l'unanimità e la possibilità di porre tetti attraverso piccoli pezzi possa condizionare le politiche europee cosa che peraltro ha fatto c'è un bellissimo articolo
Dell'economista che dice
Come la Cina attraverso alcuni piccoli Paesi dei quali acquista debito pubblica fatto porre il veto sul con le decisioni che riguardavano i diritti umani
Quindi c'è chi ci vuole tenere insieme per un proprio interessa sfruttando meccanismi decisionali c'è invece chi ci vuole disgregare sempre per propri interessi
Allora forse l'interesse nazionale che tanti evocano all'interno dell'Europa dovrebbe diventare un interesse
Diciamo verso l'esterno dell'Europa un interesse nazionale dell'Europa e allora cambiamo di questi meccanismi di decisione all'interno degli organi dell'Unione Europea rendendo veramente più democratiche le decisioni e facendo in modo che l'interesse nazionale venga realizzata attraverso un vero interesse europeo con questo chiudo spero di non aver preso troppo tempo però ascolterò diciamo quel resta del dibattito perché penso sia un tema molto interessante e su cui ognuno di noi ha responsabilità
Grazie
Innanzitutto poi Benvenuto Giovanni Sabatini direttore generale dell'Abi intrecciato giunti nel frattempo privarci ugualmente foriero per la disponibilità
Dice Panucci nella campagna elettorale prossima per l'Europa della politica più che ricordare
I benefici passati del della costruzione europea dovrebbe forse indicare quali benefici intende portare per il futuro riceva tornare ai fondamentali delle esigenze dei cittadini
In questo in uso nel mondo cooperativo Venturelli
Forse può dare indicazioni punto concrete
Deve fare precisa
Grazie Buongiorno tutti io mi scuso e scuso innanzitutto il Presidente Garattini è stata costretto quando partire per Milano disertare l'appuntamento di oggi
Mi scuso oppure per non aver sentito professor Fabbrini che solo le conclusioni del presente Gentiloni quindi
Può essere che
Debba avvince dare e e dei lei inviterà il rito per fargli successivi però rispondendo al primo quesito con la quale è stata aperta la tavola rotonda dico che
Nessuno di noi può sentirsi
Completamente a posto con la coscienza per avere fatto tutto il possibile per l'Europa chiedeva se rispetto a questo sentimento diffusa anche europei sta cosa abbiamo fatto noi per lavorare affinché si creasse un tessuto europeo ma la coscienza ve dei cittadini e e quanto si sa impegnati credo che
Tutti dalla politica i corpi intermedi subito dentro anche era Confcooperative per l'Europa potevamo fare di più
Credo che sì noi andiamo a valutare quanto impatti da sulla vita de dei cittadini dell'impresa ed il sistema Paese la politica europea
E quanto in rapporto all'impatto che ha nelle nostre vite ognuno i corpi intermedi io investe in Europa per dare il proprio contributo credo che non ci sia una una proposta in tal senso e quindi credo che innanzitutto va partiamo con una con una riconoscimento che occorra più impegno otto i punti di vista anche in termini di di elaborazione di di di di di funzionari dedicati di dirigenti
Politici delle organizzazioni e parti sociali che si dedicano a questi temi che non solo di risulta
Per andare nel merito del contributo che possiamo dare a a costruì una fisionomia nella Europa futuro anch'io credo che non basti assolutamente e poi porta sempre bene come Starscream cordata
Sì prima di me
Un aut aut per l'Europa o contro l'Europa perché è chiaro che
Siamo assolutamente perorò qua perché poi travisare questo ma non nelle conclusioni presente Gentiloni ovviamente dato il tempo non si declinava
Per quale Europa
Siamo perché non possiamo essere per questi Europa che alla fine ha visto anche in questi anni
Ridurre nei fatti penso che ci siano adeguati indizi indicatori statistici che possono dimostrarlo si è ridotta in qualche modo la concorrenza o per lo meno si è accentuato l'oligopolio dei grandi gruppi
E sulla e che che hanno mostrato e in termini fiscali dai grandi gruppi digitali e in altri settori di potere anche
Restare abbastanza immuni da un finora da da una certa regolamentazione che cercassi di di ingabbiare mi dentro delle regole per cui l'impressione che si in Europa dove indebolì i piccoli
Sulle regole devono stare e ignoranti
Riescono una mente a ad evitarle e anzi ad accrescere il loro potere coi in termini di digitalizzazione non è solo questo che fare pagare importante è anche una questione di affrontare il tema della
Mio latifondi ISMU DBT data il mentre un tempo si si temeva che la concentrazione
Del patrimonio e della ricchezza ecco che vada che il potere e che non produttiva
Che si poteva concentrare nell'atti fonde diremo sono potesse in qualche modo ridurre democrazia diffusione di diritti di ricchezza la più equità eccetera oggi credo che questo pericolo mortale per la democrazia e per maggiore equità
Il per la riduzione disuguaglianze passi da Carandini punto oligopoli latifondisti del quattro punto zero su questo da cui discende anche poi far pagare loro le imposte
Ma
Questi Europa che non riesce neppure ingabbiare impresa i grandi o quanto si vuole a alla loro responsabilità credo che non ho poche nuvole nessuno
Noi dobbiamo partire dalla presa d'atto che questo Europa
Ha portato quindi e
Finora
I una concentrazione della ricchezza uno mento delle disuguaglianze uno mento della democrazia e una riduzione della avvio diversità e e del pluralismo
Quando noi abbiamo una pure su questo
Direttore Sabattini potrà anche smentirmi però quante abbiano una
Uluru qui a che
Spinge per uniformare il più possibile l'industria
Bancaria sotto le stesse regole riducendo lo spazio e la valorizzazione delle banche il territorio quando noi abbiamo una politica agricola che non premia leverei filiere ma si accontenta estremizzo ovviamente il ragionamento che ci siano filiere indicata che attestano aggregarsi ai produttori valorizzazione del reddito e e quindi sono quasi più pregnanti della sulla
Esistenza dei campi anziché sugli investimenti preghiere are efficienti filiere agricole quando noi abbiamo un
Pilastro sociale che anni che si discute ma non è ancora
Nato si discute per impiantare lo e crearlo nel prossimo settembre programmazione allora credo che tutti vogliamo un'altra Europa
E dobbiamo specificare quale
Mi avvio alla conclusione
E poi forse possiamo sono declinarlo se ci sarà tempo anche dopo
I cinque obiettivi strategici del prossimo settennio che semplificano quindi l'impostazione prossima programmazione in Europa intelligente innovative Europa verde Europa connessa Europa sociale Europa vicino ai cittadini
A nostro avviso deve essere un Europa suoni filone strategico e su ogni programma
Che veda trasversalmente impiantato il pilastro sociale
Perché se noi non
Investiremo valorizzando
La PMI la vicinanza ai cittadini un ruolo di un'Europa per il lavoro una
Un Europa intelligente innovativa ma da sviluppare solo se è sostenibile se noi non prendiamo
De il
Gli atteggiamenti e le responsabilità sociali
E e sociali e sostenibile e quindi responsabili
Suo ogni politica quindi se non facciamo il pilastro sociale chi attraversi o di politica noi avremo sempre una Europa dove i più forti
Vincono dove ci sarà comunque la distanza il predominio dei potentati la distanza dei cittadini e l'aumento delle disuguaglianze e quindi non potremo
Costruire quell'Europa
Sulle quali se cioè che che immaginiamo ecco vogliamo quindi la politica si più attenta all'accoglienza alla politica unità sul versante delle
Bancario ma una politica chiarire agli Stati Uniti
D'Europa nella nostra idealità ma se agli Stati Uniti Europa e non vediamo un pilastro sociale che primi Kjaer sociale sostenibile e penalizzi fortemente
Chi non si attiene a questo comportamento noi un'Europa corriera non la raggiungeremo mai e creeremo forse la difesa venire dei popoli e della burocrazia europea che oggi ancora in prima
Grazie diceva
Il presidente Gentiloni poco fa
Abbiamo capito il gene Europa l'impostazione funzionalista non ce la fa più una delle funzioni fondamentali Sabattini e quella bancaria hanno che appunto funzionerebbe in Europa riscontrato insomma
Più di qualche successo ma anche tanto insistenti e tanti affanni non nutre quasi inutile ricordare l'unione bancaria la mancanza ancora oggi di un'assicurazione comune sui depositi bancari comunque lo spunto di partenza era quando me ne stavo arrivando insomma ecco
Qualcuno mondo associativo quali azioni intendete a porre in atto nei nei mesi da qui a maggio due mila diciannove per ora prendere in mano la bandiera dell'europeismo
Grazie grazie intanto inizio con un ringraziamento a Pier Paolo per avermi invitato e con veramente le scuse per essere arrivato in ritardo per una imperdonabile sovrapporsi di venti nella nella mia agenda
Una premessa e e tre veloci considerazioni su tre temi la premessa io
Alla fine degli anni Novanta ero nel comitato per l'euro come rappresentante della Consob comitato presieduto allora da rimpianto Tommaso Padoa Schioppa e quindi ho vissuto l'entusiasmo di quegli anni di quella costruzione e sento ancora a quell'entusiasmo
E quindi per me è l'Europa non è mai stata in discussione non lo è
Non lo sarà sono convinto personalmente che perno su un stato membro ci sia uno spazio una possibilità al di fuori della dimensione europea
Detto questo
Serenamente sottoscrivo quanto disse in un'assemblea dell'associazione bancaria anche il nostro presidente Patuelli questa Europa così come non ci piace
Occorre in linea di principio ritrovare un diverso equilibrio tra di obiettivi di stabilita crescita e occupazione
La stabilità la stabilità finanziaria è sicuramente fondamentale ma è una precondizione non può essere l'unico obiettivo
Credo ci sia un tema di graduazione attracco probabilmente la stabilità è uno strumento per raggiungere gli obiettivi di crescita e di occupazione e non essere essa stessa solo l'obiettivo dell'azione europea
Perché
è vero che senza stabilità non c'è crescita non c'è occupazione
Ma allo stesso tempo nel medio e lungo periodo senza crescita non c'è nemmeno stabilità quindi questo credo sia il pur la la la la premessa su cui poi costruire ogni altra riflessione tre veloci considerazioni ovviamente una e non posso certo sottrarmi tema bancario unione bancaria
Su cui c'è molto da dire un secondo tema che pure vorrei accennare quello alla proposta dalla Commissione europea della riforma della governance europea e poi il terzo
Cosa fare concretamente per poter ma incidere di più sulla dimensione europea come contare di più in Europa unione bancaria il settore bancario è l'area dove ma l'Europa ha fatto i maggiori progressi in termini di integrazione ancorché incompleta all'unione bancaria è stata la il progetto che ha consentito di la reagire alla più grande crisi finanziaria che l'Europa ha vissuto
Ho iniziato citando Padoa Schioppa nel due mila sette quando ero con lui al Tesoro
E si cominciavano a vedere i primi segnali della crisi Padoa Schioppa scrisse
A ai suoi colleghi ministri nell'Ecofin di novembre due mila sette una lettera in cui evidenziava la necessità di una funzione integrata di vigilanza europea a supporto di un mercato finanziario unico e la creazione e un fu il primo a usare questa espressione un single rule book per le regole della vigilanza europea sul settore finanziario
Nel due mila sette la sua lettera ben argomentata
Carden nel totale disinteresse anzi con qualche sorriso così di di condiscendenza da parte dei suoi colleghi ci son voluti cinque anni
La crisi greca a l'intervento massiccio non in Italia dei governi per salvare le banche in Germania in Spagna in Irlanda in Olanda e così via
Per convincere che quelle idea doveva esser portata avanti e quindi realizzare il progetto di Unione bancaria e quindi il nuovo progetto di Unione bancaria positiva ma anche qui ci sono cose che vanno riviste e migliorati
Primo tema unione bancaria non completa
Sicuramente manca oggi un meccanismo che dia maggiore credibilità al cosiddetto fondo di risoluzione unica al singolo resolution Fund
Che è lo strumento con cui poi funzioni base anche il meccanismo di risoluzione unica che uno dei pilastri oltre quello della vigilanza unica dell'unione bancaria
E manca la realizzazione del sistema unico dei depositi ecco mentre sul primate sul prima tempo
Sul primo tema sono assolutamente convinto che questo sia necessario perché a fronte di crisi sistemiche di grandissimi intermediari alla fine è necessario un intervento con risorse
Il limitate e quindi con un Bex otto pubblico
Perché altrimenti il finanziamento della soluzione della crisi posto a carico delle altre banche può diventare un meccanismo di trasmissione di rischio e quindi a invece di risolvere il problema amplificato lo ho qualche dubbio se il Progetto di
Sistema unico di garanzia dei depositi non sia stato troppo ambizioso
E se sia effettivamente necessario io ho l'impressione che probabilmente anche per essere pragmatici perché io credo che oggi quello che sia importante chiudere questo dossier e andare avanti
Probabilmente anche un semplice meccanismo di di network di sistemi di garanzia dei depositi nazionali con un a accordo di rifinanziamento opera sovvenire alle esigenze di liquidità laddove il sistema nazionale avesse esaurito le sue risorse a fronte di un intervento di entità troppo rilevante credo che questo modello sarebbe sufficiente a completare il quadro dell'unione bancaria
Quello che dovrebbe essere fatto
è invece restituire ai sistemi nazionali la possibilità di intervenire con sui di poter intervenire sulle crisi delle piccole banche quelle che non vanno in Risoluzione quindi per le quali l'unica alternativa in caso di crisi e la liquidazione perché ancorché la terminologia europea qualifichi le piccole banche come Lessig unificante Institution
Denominazione che io ho sempre criticato la liquidazione la crisi e l'eventuale liquidazione di una banco la per quanto piccola è sempre significativa per il territorio su cui quella banca opera quindi la gestione ordinata delle crisi in questa dimensione affidata ai fondi tutela dei depositi come abbiamo fatto
Nel tempo e poi come siamo stati impediti di continuare a fare con conseguenze francamente non sempre positive per effetto di una
Discutibile
Tant'è che ancora in discussione
Il ricorso della Governo italiano alla Corte di giustizia europea sulla posizione della Commissione europea
Che ha ritenuto che l'intervento del Fondo tutela dei depositi con il ramo obbligatorio fosse unna
Ma un aiuto di Stato e quindi non coerente con il quadro regolamentare europeo altro tema che sicuramente ma qui soltanto ma più che altro storia sempre riferito al meccanismo di risoluzione
La l'assurdità di aver invertito l'ordine di realizzazione della del del meccanismo di risoluzione cioè prevedere prima l'entrata in vigore della risoluzione
E poi chiedere alle banche di aggiustare i bilanci con un'adeguata composizione del passivo che consentisse di a vere sufficienti passività sottoponibili a Belinda per avere delle risoluzioni ordinario siamo partiti prima con la risoluzione e nel due mila ventuno avremo poi l'obbligo di rispettare il requisito del mare
Una inversione che di fatto ha causato che ogni risoluzione sia stata fondamentalmente disordinata oggi esita caso per caso in maniera disomogenea
Ma tornando un attimo al tema di che cosa manca per quello per dell'unione bancaria ecco sicuramente manca l'armonizzazione di tutto un altro sette di regole che pure sono definì info fondamentali
Per avere un terreno
Competitivo livellato quindi normative fallimentari diritto societario diritto penale dell'economia e così via ma questi sono cantieri che ancora non sono nemmeno stati ipotizzati
Ma c'è anche un tema proprio di regole
Probabilmente dopo dieci anni di incessante produzione normativa anche abbastanza disordinata e cito ma non entro nel merito quello che è stato fatto sulla regolamentazione della problema dei crediti deteriorati e del loro smaltimento dove c'è stato
Un susseguirsi si disordinato scoordinato di provvedimenti che sicuramente non ha agevolato
Una corretta gestione del problema ecco io credo che oggi il quadro regolamentare europeo debba essere rivisitato alla luce dei principi generali della cosiddetta better regulation
Cioè trasparenza coerenza responsabilità proporzionalità
Che cosa significa vengo al tema della proporzionalità che era stato anche sollevato prima proporzionalità a due dimensioni una che definisco Rizzon tale una verticale
Orizzontale le azioni e quindi gli interventi regolamentari
Devono prevedere una proporzione tra i costi che richiedono per essere implementata i benefici attesi ecco non sempre questa analisi costi-benefici sia sta è stata portata avanti con sufficiente
Credibilità tant'è che posizione personale io credo che sia avessimo in Europa un organismo indipendente incaricato di svolgere per ogni tipologia di regolamentazione un'analisi costi-benefici
Probabilmente questo sarebbe utile per avere un miglior rispetto del principio di proporzionalità l'altro livello e la proporzionalità
Verticale e cioè le regole il l'approccio utilizzato in Europa ma non ad esempio negli Stati Uniti one size Pizzol
è un approccio che non funziona le regole devono essere calibrate in funzione dei rischi che ogni entità
Porta non è soltanto sicuramente un problema di dimensione è un problema anche di complessità è un problema di interconnessione però
Il
Punto centrale e a fronte di minori rischi minori intercorsi interconnessione minore Sister rilevanza sistemica probabilmente in sede di dimensioni la regolamentazione andrebbe meglio calibrata proprio per garantire quella di un ecosistema del settore finanziario sufficiente dico sufficientemente diversificato all'interno del quale possano correttamente economicamente ed efficacemente operare grandissime banche medie banche piccole banche banche di territorio
Questo in una Europa il cui tessuto economico poi è caratterizzato soprattutto da micro piccole e medie imprese
Le microimprese per quanto possa svilupparsi la Capital Markets junior quindi un mercato dei capitali
Non avranno mai dimensioni per poter accedere direttamente con emissioni a azionari obbligazionari al mercato dei capitali e quindi avranno bisogno sempre
Della banca e probabilmente qui una banca ben gestita di territorio
Con un'adeguata regolamentazione vigilanza comunque può ancora svolgere in maniera economica utilizzando le moderne tecnologie il ruolo sto prendendo molto tempo cerco di essere velocissimo su gli altri due punti progetto di riforma della governance europea è un qualcosa proposta della commissione della alla fine del due mila diciassette
Sicuramente gli obiettivi di questa riforma sono condivisibili ma le modalità con cui viene proposta sicuramente
Lasciano perplessi la trasposizione della a materia del fiscal compatta in una direttiva va bene ma quello che osserviamo nell'attuale proposta non entro nei dettagli è che però si osservano tutta una serie di irrigidimenti che di nuovo vanno a privilegiare l'obiettivo della stabilità
A discapito di quello della crescita e quindi anche dell'occupazione
C'è sempre più maggior focus sul livello assoluto del debito
E non sulla sua sostenibilità vengono previsti meccanismi che probabilmente irrigidiscono la flessibilità che pure oggi è prevista nel fiscal compact
E quindi anche le a attuali clausole che lasciano dei margini di flessibilità vengono ridotte ad esempio in caso di riforme strutturali sono soltanto quelle che hanno nell'immediato un diretto impatto sulla riduzione del debito
E quindi altri
Riforme più di carattere generale che pure hanno impatto su produttività efficienza di un sistema economico non verrebbero riconosciute i in quest'ambito
Al tema trasformazione del meccanismo di stabilità europeo in un fondo monetario europeo
Bene
Ma attenzione anche in questo caso se manteniamo la governance di questa entità fondamentalmente un moderno basata sul modello intergovernativo
Avremo ancora tutti i problemi che abbiamo osservato nel processo decisionale quando c'è stata la crisi greca
E anche qui attenzione immaginare meccanismi che veda non soltanto in ipotesi di ha difficoltà nella sostenibilità del debito pubblico a fare via Flora a riaffiorare idee che all'interno di una Area unica monetaria secondo me sono assolutamente sbagliate di interventi mirati di ristrutturazione dei debiti
Vado a concludere però che cosa fare ha in prospettiva ecco credo che un obiettivo che l'Italia si debba porre eh contare di più in Europa e concretamente questo che cosa significa
A a vere un commissario europeo in una direzione economica
Questo è fondamentale maggiore attenzione anche ai livelli immediatamente sottostanti quindi le direzioni generali e anche il supporto ai nostri uomini nelle varie istituzioni europee
Questa è la mia valutazione degli anni in cui sono stato al ministero dell'economia noi non siamo attrezzati in modo strutturato e organizzato per interagire con le istituzioni europee
Dobbiamo cambiare mentalità e organizzarci a un tema di organizzazione e quindi credo che questo anche se può sembrare un approccio minimalista
Credo sia il primo passo per poter dare un vero contributo di idee di uomini di valori alla costruzione di un uomo di una Europa di versa grazie
Ringrazio Sabattini è una rapida nuova domanda Marcella Panucci fra poco ci deve lasciare per un altro impegno alla comicità Cocciante giornalistica volevo chiedere ma a livello di comunque utili Confindustrie europee quando vide fra di voi ecco cioè che cosa vi dite relazione alla costruzione europea cioè la questa insoddisfazione che cova che si registra a livello popolare
C'è anche appunto a livello di Confindustria insomma
E noi diciamo tu abbiamo un rapporto molto forte con le nostre consulenze consorelle europee a partire da dalla Confindustria tedesca e dalla Confindustria francese ma stiamo lavorando anche con le altre
E devo dire che sia con ai tedeschi che con i francesi abbiamo una comunanza di visione sia su quello che non funzioni onorò in Europa che anche su come la vorremmo riformare
E questo devo dire bello perché va al di là invece delle differenze che ci sono tra i governi
Divisione di strumenti di risorse e di diciamo proposte
Ma essere più vicini a livello industriale forse più semplice nel senso che abbiamo di interessi comuni e che quindi portiamo avanti insieme l'industria tedesca e quella italiana sono fortemente diciamo a allegate
Nelle catene del valore così accade anche forse un po'meno rispetto ai tedeschi ma anche tanto con con l'industria francese quindi diciamo per citare Jean Monnet quando diceva i miei obiettivi sono politici le mie spiegazioni sono economica e con molto più facile partire spesso dalle relazioni economiche
E dalle connessioni industriali per arrivare ad una visione comune che non invece partire dall'obiettivo e poi trovare degli strumenti questo forse potrebbe essere un meccanismo che anche
I governi dovrebbero mutuare andando a vedere dove ci sono le importanti relazioni economiche
Che poi creano ovviamente occasioni di crescita e di lavoro piuttosto che arroccarsi su posizioni più ideologiche che però hanno ben poca diciamo
Possibilità di sfociare in proposte e concrete sono un piccolo inciso io condivido le l'idea di Giovanni Sabatini che diceva a me dovremmo puntare a fare più sistema in Europa questo un problema diciamo annoso AN a puntando innanzitutto ad avere un ruolo a dove si parla di economia perché quello lì interesse vero dei cittadini
E quindi poi farà avere un commissario nelle materie economico commerciali
Così come dovremmo cercare di supportare gli italiani che siedono nelle istituzioni europee a livello tecnico politico
E che quando sono a Bruxelles a superano anche gli steccati ideologici e politici aver presente dei parlamentari perché devo dire che troviamo spesso una forte collaborazione
E coesione trasversale sui temi di interesse per quel che ci riguarda
Nell'industria europea a prescindere dall'appartenenza politica questo è un valore che ne dovremmo cercare di a diciamo rafforzare attraverso una più forte è un più forte sostegno da parte del governo italiano chiesta per noi anche se grazie
Bene ringraziamo Marcella Panucci ordine stoppare un attimo al discussione fra di noi momento maglioni di mandato il mondo il contributo video di Luca Visentini che appunto ha avuto un un primo impegno fuori
Dura un quarto d'ora per cui
Comunque comparativa
Uno
Io
Primo
Lo
Vuoto
Di un'attitudine fortemente sfiduciata nei confronti del futuro del nostro continente
Tuttavia noi non crediamo che la soluzione a questo a questo mondo così negativo sia quella di di degradare ulteriormente l'immagine dell'Europa presso i cittadini e per quanto ci riguarda particolarmente presso i lavoratori né tanto meno di attardarsi eccessivamente in pronostici catastrofici rispetto a quello che potrà essere il risultato delle elezioni europee che si celebreranno fra pochi fa pochi mesi noi preferiamo come sindacato europeo concentrarci su un'analisi un po'più approfondita di quello che sta avvenendo di quali sono i sentimenti le percezioni
Delle persone che noi rappresentiamo i quali possono essere le origini da una parte ma anche le possibili soluzioni per questo sentimento di forte disaffezione nei confronti delle istituzioni europee
E più in generale della politica
Dopo lezioni che si sono svolte in alcuni paesi le ultime in in Svezia tra tra quelle più rilevanti diciamo così
Le nostre organizzazioni nazionali hanno lanciato una serie di sondaggi interviste di di questionari e così via anche sui luoghi di lavoro tra i lavoratori iscritti al sindacato
E cioè diciamo il risultato
Grosso modo convergente stupiscono particolarmente i risultati che abbiamo avuto in Francia e in in Svezia un risultato grossomodo convergente che ci porta a dire che sul totale dei nostri membri qui non stiamo parlando di lavoratori in generale sono parlare degli iscritti al sindacato quindi di persone che sono anche se volete politicamente un po'più motivate delle altre un po'più attento e forse anche lo speriamo un po'più informate
Ma ciononostante tra gli iscritti al sindacato in Europa in media circa un terzo
Hanno votato o intendono votare per le cosiddette forze sovrani Ste estrema destra populiste e xenofobe e così via
Circa un terzo non sono andati a votare o non intendono andare a votare
E poi un circa un terzo diciamo hanno continuato continueranno a votare per i partiti tradizionali particolarmente per i partiti progressisti della sinistra socialdemocratico anche più radicale ovvero via ambientalista e così via
E questo dato è un dato abbastanza scioccante perché ci fa vedere come la disaffezione abbia purtroppo raggiunto con la stragrande maggioranza dei lavoratori
Sindacalizzati in Europa e dentro questa sacca di disaffezione ci sia anche una forte reazione
Negativa diciamo così di rigetto nei confronti della politica tradizionale delle istituzioni tradizionali delle regole e delle istituzioni dei valori dell'Unione
Dell'Unione Europea
Però dobbiamo cercare anche di capire perché tutto questo succede e quello che possiamo vedere
E che la prevalenza del voto per le forze sopranista o di estrema destra così come la prevalenza del voto per labbra exit del Regno Unito non si sono verificate le regioni e le città dei vari Paesi dove c'è una maggiore presenza di migranti
Al contrario
La prevalenza di queste reazioni negative avviene nelle regioni dove i migranti sono in numero limitatissimo
Ma al contrario ci sono stati gli effetti più pesanti che sono derivati dalla crisi economica dalla globalizzazione e particolarmente dalle politiche di austerità che l'Unione europea e i governi hanno messo in campo nell'arco dell'ultimo decennio ovvero quelle regioni nelle quali è più alta la disoccupazione
Il numero di posti di lavoro a rischio per quanto le persone siano ancora occupate temono di perdere il posto di lavoro più alti sono i livelli di povertà di disuguaglianza di esclusione sociale maggiore difficoltà di avere accesso ad un'abitazione
Ad d'accesso alle cure accesso ai servizi pubblici e così via c'è quindi un radicale e profondo disagio sociale
è derivato da un disagio economico che ha fatto sì che queste persone
Anche i lavoratori iscritti al sindacato percepiscano di non essere protetti
E non ha vere da un lato il futuro adeguato per se stessi per i propri figli per le proprie famiglie
E di non avere nessuno che li aiuta a costruire un futuro diverso o a proteggerli da futuri problemi che potrebbero derivare anche perché no purtroppo anche da una possibile ulteriore nuova crisi economica che perché alcuni economisti si potrebbe annunciare all'orizzonte c'è cioè la percezione che a differenza del passato
Non ci sarà nel futuro barese
La possibilità di avere un lavoro decente
Di trovarlo o di mantenerlo se lo sia
Di avere un salario decente di avere accesso appunto alle prestazioni sociali alle pensioni e alla fine la propria carriera lavorativa di avere gli stessi diritti che i lavoratori tradizionale io l'ho conquistato nell'arco degli ultimi decenni e così via cioè cioè una profonda paura sociale che sta distruggendo le fondamenta
E i valori della nostra dalla nostra economia sociale di mercato come viene chiamata dai trattati di Unione europea il modello sociale europeo com'è stato definito
Da molto tempo a questa parte e tutte queste conquiste di decenni e decenni di processo d'integrazione europea sono state o spazzate via o fortemente indebolite
Dalle politiche di austerità dalla crisi dalla globalizzazione e così via ed è per questo che sulla base di questa analisi noi come movimento sindacale proprio avevano deciso che bisogna veramente fare un grande sforzo per cambiare la narrativa
Per cambiare la narrativa politica economica e sociale del nostro continente dell'Unione europea in particolare e per cambiare questa narrativa c'è bisogno di fare una riflessione
Sul fatto se sia possibile o meno costruire un modello alternativo
Per contrastare questo famoso slogan che ormai si ripete da tutte le parti no che veniva chiamato King aderissimo alternativa un po'lo slogan che prevaleva durante il periodo di crisi e durante l'implementazione delle politiche di austerità neoliberiste che purtroppo sono state la ricetta sbagliata per far fronte alla crisi perché non l'hanno risolta sufficientemente
E nonostante ci sia una qualche ripresa economica purtroppo questa ripresa ancora non si trasforma
In benefici in termini di posti lavoro qualità dei posti di lavoro protezioni sociali di Nitti
E così via ecco che allora per cambiare questa narrativa è necessario costruire un modello alternativo un modello macroeconomico alternativo prima di tutto che non significa smantellare le regole dell'Unione Europea la regola dello Patto di stabilità e crescita le regole
Della governance economica del semestre ma significa rendere queste regole
Più al servizio delle persone e non semplicemente al servizio delle banche dei bilanci pubblici
Della cosiddetta disciplina di bilancio e così via bisogna fare in modo che queste regole
Riescano a sostenere un nuovo modello di crescita economica sostenibile sostenibile da un punto di vista ambientale dal punto di vista sociale dal punto di vista delle regole che devono essere in introdotte anche per proteggere le persone i lavoratori le imprese
All'interno del mercato interno all'interno del mercato del lavoro dell'unione europea
E per questa ragione che noi abbiamo lanciato cinque priorità fondamentali nella nostra strategia come sindacato europeo la prima riguarda proprio la riforma dell'unione economica e monetaria ma anche
Della della della governance economica più in generale dell'Unione europea in un in maniera tale che si possono effettivamente attraverso
Introduzione di elementi di flessibilità ma soprattutto attraverso una diversa politica di investimenti far ripartire la crescita economica e al tempo stesso anche la crescita dei posti di lavoro
C'è stata una lunghissima discussione
Negli ultimi anni a livello europeo sul piano Juncker per gli investimenti né pensiamo che sia un'iniziativa positiva ma non è sufficiente
Ci sarà bisogno di investimenti pubblici in quantità decisamente maggiore ci sarà bisogno di ripensare le regole della governance economica per mobilitare gli investimenti in maniera molto più intensa soprattutto dal punto di vista degli investimenti pubblici dedicati a appunto investimenti che producano poi in effetti crescita di nuovi posti di lavoro c'è da pensare in maniera più ambiziosa la riforma della riforma delle regole dell'unione economica e monetaria in prospettiva
Non abbiamo grandi speranze al momento proprio le lesioni che questi obiettivi si concretizzino ma è necessario continuare ad insistere in questo senso e noi pensiamo di continuare a farlo sicuramente con grande intensità prima delle elezioni e durante la campagna per le elezioni europee l'allegato a questo punto ma economico c'è un secondo punto che anch'esso ma per economico ma che ha una
Connessione molto più diretto agli interessi delle persone che noi rappresentiamo le quello dei salari in Europa
Ormai intollerabile che durante l'ultima decade di o stare in piedi e crisi noi ci siamo trovati di fronte ad un doppio attacco alle politiche salariali da una parte si sono abbassati salari dappertutto
Con una pesantissima moderazione salariale che è passata attraverso lo smantellamento un indebolimento delle strutture della contrattazione collettiva nei vari Paesi
Ma contemporaneamente si sono accuditi acuite le divergenze salariale tra i Paesi dell'Est i paesi dell'Ovest e in parte anche tra i Paesi del Sud ai Paesi del Nord dell'Europa
E per questa ragione che noi stiamo intensamente facendo campagna per un aumento dei salari legato alla produttività
Nel nostro continente ma contemporaneamente anche per una grande iniziativa
Di convergenza verso l'alto dei salari in maniera tale da colmare questi gap pesantissimi che ancora esistono e che stanno veramente attaccando le fondamenta della coesione del mercato interno dell'unione europea
Terzo punto quello della transizione
Della transizione laddove si parla di cambiamento climatico di problemi energetici diconomia circolare ma anche di digitalizzazione di automazione dei processi produttivi tutte queste trasformazioni insieme anche agli evoluzioni
Avanti indietro un po'diciamo negli ultimi tempi del commercio internazionale della globalizzazione ci fanno dire che c'è la necessità di una grande iniziativa di governance a livello europeo prima di tutto ma anche a livello globale
Per cercare di governare questi fenomeni governare questi fenomeni significa certamente migliorare le competenze delle persone dei lavoratori in maniera tale che possono essere ricollocati sì alcuni posti di lavoro vengono distrutti da queste trasformazioni ma significa anche fare altre due cose la prima che ancora bisogna mobilitare gli investimenti pubblici per fare in modo che laddove ci sono posti di lavoro a rischio per il cambiamento climatico per l'automazione dei processi produttivi
Si possano creare altrettanti posti di lavoro possibilmente migliori possibilmente di maggiore qualità e possibilmente anche maggiore il numero in maniera tale che si possa risolvere il problema di coloro che potrebbero essere lasciati indietro da queste trasformazioni ma contemporaneamente anche costruire nuove opportunità di lavoro particolarmente per i giovani per il futuro e l'altra cosa da fare è quella che dobbiamo assolutamente risolvere il problema di Outsiders e insider sa
Cioè il fatto che purtroppo le trasformazioni dell'economia digitale e dell'automazione hanno portato alla creazione di almeno un terzo di posti di lavoro nel nostro mercato del lavoro che sono precari sottopagati senza protezioni
Non è vero purtroppo che l'economia digitale si fa soltanto una gran fortuna molto spesso si fa a e invece dei passi indietro incredibili in termini di protezione sociale i diritti di con possibilità di contrattare il proprio salario e così via ecco che allora l'estensione dei diritti e questo ci fa andare verso la quarta priorità che noi abbiamo stabilito
L'estensione dei diritti e il rafforzamento del modello sociale europeo facendo in modo che questo modello possa effettivamente beneficiare tutti i lavoratori a prescindere
Dal settore in cui lavorano ed allo status del rapporto di lavoro che loro hanno in questo momento è veramente una battaglia fondamentale a livello europeo per ricostruire una fiducia tra le persone
Dobbiamo dire che in questo momento l'Unione europea la Commissione europea ha lanciato per iniziative fondamentali da questo punto di vista per cercare di estendere i diritti le coperture delle prestazioni sociali
C'è un aggancio grande scontro con molti Paesi su questi temi ci sarà veramente bisogno di diciamo realizzare alcune alcune iniziative importanti in questo campo prima delle elezioni se si vuole dimostrare che l'Europa può ancora fare qualcosa
Per le persone che lavorano nel nostro continente e c'è un'ultima forse la più spinosa delle nostre priorità che quella dell'immigrazione
Noi rifiutiamo veramente questa deriva che si sta verificando in Europa che si sta facendo veramente perdere l'anima dal punto di vista dei valori che erano sempre stati alla base
La pace la solidarietà l'integrazione la tolleranza che erano sempre stati alla base del progetto di costruzione dell'Unione europea e per questa ragione che da un lato noi rivendichiamo la necessità di avere una seria politica
Migratoria nel nostro continente che riguardi rifugiati ma anche i migranti economici
E dall'altra parte abbiamo bisogno però anche di mettere in campo all'interno dell'Unione europea una politica di integrazione per i lavoratori stranieri compresi i lavoratori dell'unione europea che si spostano da un paese all'altro per lavorare
All'interno del mercato del lavoro all'interno della società rendendo certo il fatto che tutti vengano trattati nello stesso modo che non ci sia sfruttamento perché avere lo sfruttamento avere il dumping avere la concorrenza sleale fra lavoratori genera sentimenti di xenofobia
L'unico modo per prevenire la xenofobia
Per fare in modo che tutti quanti abbiano un lavoro e tutti quanti siano protetti allo stesso modo ma guadagnando lo stesso salario per lo stesso tipo di rapporto di lavoro ecco questi sono i temi che abbiamo deciso di mettere al centro della nostra campagna sindacale per le elezioni
Dell'unione dall'Unione europea del Parlamento europeo
Ma è chiaro che da soli non possiamo farcela abbiamo veramente bisogno di costruire insieme ai partiti democratici dell'Unione Europea che ancora ci sono i tuoi siamo convinti resteranno partiti maggioritaria all'interno del Parlamento europeo
Due alleanze la prima alleanza deve essere un'alleanza per
I contenuti
Cioè per quale strategia si deve mettere in campo tutti insieme
Per appunto lanciare un nuovo modello di sviluppo per l'Unione europea che possa spostare l'attenzione della narrativa di queste elezioni di questa campagna per le elezioni da in eritemi della sicurezza dell'immigrazione e della difesa e così via
E invece spostare questa tensione di più nei confronti dei temi di una crescita sostenibile della sicurezza sociale della equità sociale
Della inclusione delle persone e così via
E su questo stiamo ovviamente discutendo con le forze politiche democratica a livello europeo e speriamo veramente di poter portare avanti delle strategie comuni ma dall'altra parte abbiamo bisogno anche di un'alleanza se vogliamo così dire democratica cioè dobbiamo fare in modo che
Questi partiti si impegnino anche a lanciare delle riforme
Istituzionali profonde nel prossimo Parlamento europeo c'è bisogno cioè costruendo possibilmente una maggioranza democratica all'interno del prossimo Parlamento
Di pensare a come si può ristrutturare l'Unione europea a come si può fare in modo che i cittadini si sentano più coinvolti nei processi decisionali dell'Unione Europea perché non possiamo nasconderci che la prevalenza del processo intergovernativo
Ha spostato il potere decisionale
Dagli organismi istituzionali che sono eletti dai cittadini a livello europeo sempre di più verso i governi i capi di Stato i capi di governo che hanno preso tutte le peggiori decisioni purtroppo dobbiamo dice la fra di noi tutte le peggiori decisioni che si potevano prendere durante la decade dell'austerità e della crisi
E dobbiamo anche riconoscere fra di noi siamo tra probabilmente io Karin nella vostra sala tra persone che la pensano nello stesso modo dobbiamo anche riconoscere fra di noi che purtroppo le forze progressiste non sono stati capaci di imporre una narrativa diversa durante il periodo della crisi non sono state capaci
Di contrastare il modello neoliberista con un modello di progresso sociale ed economico sostenibile e quindi è veramente il tempo di mettere in campo un'agenda di contenuti e di strategie diverse
Di trasformare questa agenda in dei messaggi che le persone comuni possono comprendere ma contemporaneamente anche di lanciare una grande iniziativa istituzionale per le riforme dell'Unione Europea
Dopo che questa missione europea saranno state celebrate e sperando appunto di avere all'interno del prossimo Parlamento
Una
Maggioranza che permetta di porre al centro sia la questione democratica che la questione della giustizia sociale
Bene un rapido giro finale prima pellicola
Da tempo gli Abba retta inevitabile l'interesse sulle questioni economico-finanziarie Sabattini capito lo spread non l'ho detto più volte Claudio Borghi il presidente leghista dalla Commissione bilancio in un'Eurozona normale lo spread non dovrebbe esistere è un'argomentazione semplicistica o vi erano il fondo anche il profano di economia pensa Italia in questi anni ha dato il suo contributo di quasi cinquanta miliardi
Gli aiuti
Al Tristano appieno vediamo cosa significano se si pensa accostò sta succedendo i due miliardi gli extradeficit insomma ecco dove sta la verità
In effetti se noi guardiamo alla storia prima della crisi greca
Gli spread erano effettivamente contenuti in un range molto ragionevole ed erano sostanzialmente stabiliti stabile
Che cosa fa a la crisi greca che cosa cambia un paradigma
Non scritto ovviamente ma largamente accettato ed che era quello che nessun Paese dell'area dell'euro sarebbe andato in default qui con la decisione presi da da Francia e Germania a per cui la crisi greca poteva essere affrontata soltanto prevedendo anche una ristrutturazione del debito greco che coinvolgesse anche gli investitori privati
Questo paradigma che rifletteva effettivamente l'idea condivisa che all'interno di un'aria a monetaria unica gli spread fossero sostanzialmente allineati
E che ha poi provocato anche la crisi del debito sovrano perché dalla crisi greca poi abbiamo avuto l'esplosione e quindi noi siamo entrati nella seconda fase della recessione col due mila undici due mila dodici perché ovviamente se quel paradigma veniva meno immediatamente i principali di a soggetti sotto osservazione data la dimensione nostro debito pubblico
Era era l'Italia quindi questo è il tema quindi sicuramente a a vere
In futuro dei meccanismi di gestione delle crisi degli shock asimmetrici che consentano effettivamente a di dare soluzioni tempestive europee
Non però guidate dalla decisione dei singoli stati quindi ritorniamo al tema la governante sa del futuro fondo monetario europeo eh determinante
Perché se prevale la logica intergovernativa continueremo ad a vere interventi che sono condizionati anche dalle esigenze politiche nazionali
Come è stata purtroppo la crisi dire
Se troviamo altri meccanismi allora probabilmente avremo delle soluzioni efficienti e probabilmente avremo questa minore divaricazione degli sprechi
Qui vengo a un annoso tema che viene riproposto anche in questo a nelle attuali contingenze
Si dice a bisogna scindere il legame tra rischio Paese rischio banche riducendo limitando la detenzione di titoli di Stato nel portafoglio delle banche
Allora qui il problema è in caso di ciò che simmetrici e andiamo al due mila undici due mila dodici le banche italiane
E anche attualmente hanno sostituito la domanda degli investitori esteri per titoli del debito pubblico italiano acquistando titoli di Stato è lì che comincia a crescere lo stock di titoli detenuti dalle banche che cosa hanno fatto fondamentalmente le banche hanno funzionato da sciocca Sorbello nazionale per contenere gli impatti e quindi anche ridurre lo spread
Allora nel momento in cui fosse previsto un meccanismo europeo efficiente
Per la gestione e per arrivare ad aiutare gli stati sottoposti è sciocca a a sciocca simmetrici si può anche discutere se sia opportuno o meno rivedere il trattamento prudenziale
Della portafoglio di titoli di Stato nei bilanci delle banche
Ma in assenza di soluzioni europee che si dimostrino realmente efficienti
Allora continuiamo a lasciare le cose come stanno perché questa rimane una difesa peraltro un altro tema
Facilmente dimostrabile empiricamente
Il legame tra rischio Paese rischio banche non è tanto o non solo derivante dal possesso di titoli di Stato nel portafoglio delle banche
Stiamo parlando di un qualcosa che può oscillare tra un dieci un dodici per cento del totale dell'attivo del settore bancario
Ma laddove c'è una crisi tale di un Paese da comportare come in Grecia una violenta crisi economica generata anche da la crisi della del debito sovrano
Quella crisi arriva nei bilanci delle banche attraverso le difficoltà o i fallimenti delle imprese delle famiglie c'è se ne guardiamo la storia anche dell'Italia due mila undici due mila dodici dove che le banche hanno sofferto di più
Per i crediti deteriorati che erano risultante principalmente della crisi PIL che cade del dieci per cento non certo per le perdite sui titoli di Stato che comunque rappresentano per una banca commerciale un un posta limitata
Chiudo solo con una battuta riferita alla all'intervento precedente ecco io
E e e lo dico con convinzione questa contrapposizione tra a impresa e famiglie e banche non la capisco
E vero ci sono stati dei manager bancari che hanno commesso gravi errori malversazioni che hanno portato alla crisi delle loro banche e questi devono essere perseguiti
Le loro responsabilità accertate perseguiti condannati dalle autorità
Competenti ma questo fatto che le banche comunque siano in qualche modo un considerate un nemico
O una componente sempre negativa del settore economico è veramente inaccettabili perché le banche sono imprese come le altre dove ci sono migliaia di lavoratori che francamente credo come messi sei
Si sentano offesi da questa generazione generalizzazioni
Che producono valore aggiunto che investono e che svolgono una funzione in un mercato comunque moderno di allocazione delle risorse quindi francamente continuare a contrapporre le banche arresto del sistema economico è veramente un errore
è vero
E qui torniamo a una delle colpe se vogliamo dell'Europa è chiaro che quando si parla di Europa li uniche cose di cui si parla sono unione bancaria
Risoluzione
Direttive sul capitale delle banche è chiaro che nella testa dei cittadini si pensa che l'Europa sia soltanto funzionale al sistema finanziario
Non si parla però dello Junkers clan adesso che si sta trasformando in veste you cioè quindi probabilmente c'è anche un problema di riformalizzare torno a quello che dicevo prima gli obiettivi dell'Europa
E cioè crescita occupazione
Garantendo la stabilità in questo processo crescita e occupazione le banche come tutte le altre imprese svolgono il loro ruolo e criminalizzare le francamente un errore concettuale e anche concreto
E grazie
Venturelli per chiudere insomma si diceva nel negli anni della crisi anche dopo il principio differenze nei livelli della disoccupazione che mi venisse salariali si sono cresciuto non sono mai state cucite mantenendo in questo il modello sistema cooperativo può giocare il suo ruolo
Sì risposte si può giocare il proprio ruolo e stima cooperativo insieme agli altri perché verso riprende il passaggio di Sabattini ma anche del direttore di Confindustria
Una contrapposizione banche corre sto non solo delle altre imprese ma anche della del sindacato
Non è una frammentazione della realtà e che che non funziona perché le parti sociali
Banche associazioni d'impresa e diciamo non bancarie e sindacati hanno un destino comune un rivivere è una cittadinanza comune e la possibilità di costruire insieme un'Europa diversa ma comunque un Europa che penso punto tutti vogliamo e quindi non o vince su una parte per cui nel rafforzare il messaggio di Sabattini volevo anche richiamando i lettori Confindustria che in Italia in Europa
Solo con una connessione la collaborazione tra le Confindustrie d Europa piuttosto che in Italia
Solo in una connessione Confindustria con i sindacati non porta a costruire
Un futuro migliore dentro questa quindi dimensione vestire che la cooperazione può risolvere da sola anche dove può se vuole proprio ruolo
E quindi non non lo sostengo certamente lui
All'interno di un dimissioni cooperazione economica sociale economica e civile voi
In Italia Mathieu supporto in Europa ben diverse poi declinazioni possiamo fare la nostra parte possiamo fare la nostra parte
Nel anche la dimensione che sembra prima Fitto più lontana con me sul tema sulla disintegrazione del sistema paese del sistema Europa perché
Quando prima parlavo di Monopoli o o latifondi ISMU quattro punto zero dei Big Data
Noi ci candidiamo e ci sono le esperienze importanti per promuovere piattaforme digitali cooperative e quindi di di un valore condiviso di una partecipazione nella proprietà
Di carattere cooperativo
In Italia sulle multiutilities quindi i servizi al territorio non abbiamo avuto come cooperazione molta fortuna nel senso che negli ultimi Filippis cooperative si sono ristretti studiate prese europei non ci sono in Italia c'è scelto un altro modello sul quattro punto zero attenzione perché i rischi di consegnare
Lo sviluppo e la visione strategica del dell'infrastruttura
Quattro punto zero solo a dimensione di riprese ripresa forte profeta insomma ha degli evidenti che sono sotto gli occhi di tutti come cooperazione possa andare un grandissima aiuto nella promuovere il riscatto da situazioni di di assenza di lavoro di il disposte in termini di creazione di lavoro in territori difficili in aree interne nelle aree più depresse abbiamo esperienze di una cooperazione di comunità che sulle aree interne sta veramente diffondendosi e su questo come cooperazione Confcooperative statisti ma parecchio per accompagnare parlano di sette vittorie presso la nascita di cooperative in territori meno
Fortunati lontano dalle infrastrutture attese sulle riteneva Renzetti elettori servizi
Può passare attraverso la creazione cooperative comunità
Riscatto delle abbiamo esempi numerosissimi di riscatto di situazioni di crisi attraverso workers buy out cooperative
Create da da lavoratori
Che riscattano appunto i di e rilevano l'impresa in crisi o che non ha una prospettiva di successione generazionale per potere voi
Dare futuro all'impresa sulla nuovo welfare uguale il far più inclusivo e accogliente
Anche credo che come pure una una nell'economia collaborativa che parta dall'organizzazioni delle filiere agricole che abbia promozione di housing sociale che unisca risposta dell'abitazione ad altri servizi
Abbiamo veramente tantissimi tantissime possibilità di di promuovere un nuovo modello di economia sociale ma che
Non venga promossa solamente il solitario solo cooperazione solo i soggetti economia civile apologo del no profit
Ma in è questa la vera sfida in una partnership pubblico privato sociale ma cooperazione ed altre forme
L'impresa
Perché una partnership pubblico-privato pubblico privato sociale privato profit non privato e e no profit queste nuove capacità è la sono veramente le sfide che ci attendono per costruire un'Europa migliore d'Europa
Con un pilastro sociale che attraversi ogni iniziativa e Tonya passione politica che venga promossa
Scocca papà tuo un rapido Paolo Nova promotore di questa mattina proprio di riflessione non il fondo del riformismo sorride pipa dovrebbero essere due proprio le parole le parole d'ordine di dell'Europa se vuole avere un senso realmente popolare e non essere concepita da solo come il frutto di élite nazionale illuminate come evidentemente viene invece percepito dalla parte buona parte dei nostri connazionali no
Sì grazie nessuna pretesa di conclusioni
Per
Uno perché il tempo è stato impegnativo per tutti per i presenti è stata una bella mattinata due perché questo è un convegno di partenza di un percorso di riflessione di lavoro che ha come scadenza le elezioni di maggio e quindi semmai più che altro qualche spunto su come andare avanti a lavorare
Che traggo dalla discussione di questa mattina in ringraziando innanzitutto tutti presenti tutti i nostri amici ospiti
E relatori
Il titolo che abbiamo scelto e già indicativo un'altra Europa nel senso che siamo europeisti
Dicevo all'inizio lo siamo talmente tanto che vogliamo cambiarla statico cioè che vogliamo migliorarla che vogliamo
Anche fare in modo che sia percepita
Per per le potenzialità e le possibilità che ha e e penso che spetti agli europeisti l'onere e il compito di essere più espliciti sulle sulle ragioni del cambiamento
Chi non è favorevole all'Europa a meno oneri da questo punto di vista se la cava più facilmente
Chi invece come noi è convinto deve fare in modo che emerga contenuti valori piattaforma due cose non ci possiamo permettere la prima è abbastanza ovvia essere chi è PD sulle critiche che vengono fatte non tanto nel merito ma l'idea stessa di Europa e la seconda conservarla così come in questo senso lo dico anche riflettendo sulle cose che ha detto prima Marcella la discriminante che ha posto Paolo Gentiloni cioè l'Europa sì Europa no non è così peregrina perché è vero che tutti vogliono l'Europa come tutti vogliono la pace no ma poi la coniugazione di questo argomento di questo tema
Beh si presta alle interpretazioni necessarie tra chi lo dice
O superficialmente ore storicamente o strumentalmente e chi invece è assolutamente convinto quello che sta accadendo in queste ore in questi giorni nel nostro Paese
è contraddittorio perché può anche essere vero come hanno detto alcuni osservatori che la posizione rigida della commissione possa provocare nell'opinione pubblica
Un'ulteriore critica alla all'Euro burocrate euro europeo ma rende però altrettanto evidente che nella posta in gioco l'apposizione di una parte
Delle forze politiche e soprattutto delle forze politiche di governo va oltre la dialettica di merito con la Commissione e sta rivelando
Un fastidio nei confronti dell'Europa che fondamentalmente è questa Europa è di troppo
Allora che dire che questa Europa va cambiata è un percorso non facile
Importante difficile ma che va praticato ma che è ben diverso da dire questa Europa di troppo quindi rendere esplicito questa questo questa dialettica renderla come dire portarla anche alla coscienza dei dei cittadini
E degli elettori è importante è importante perché come ricordava Paolo Gentiloni beh
è ebbe l'interessante constatare che mentre il consenso alla politica del governo molto elevato
Contemporaneamente sulla Europa abbiamo dei problemi ma non è che siamo di fronte a una débâcle il il sessantacinque per cento degli italiani ritiene che non bisogna uscire dall'euro
E è vero che solo il quarantaquattro per cento
Dice che vuole l'Europa masse toglie il ventitré ove intessono il corretto esatto degli incerti siamo le proporzioni per le quali gli antieuropeisti Kinky considera l'Europa
Fuori dall'orizzonte del futuro sono ancora fortunatamente una minoranza il che non toglie il problema delle che si sta erodendo
Il il il il consenso nei confronti dell'Europa e quindi bisogna lavorarci in quest'ottica io
Accenno solo a a quelli che mi sembrano tre percorsi che dalla discussione di questa mattina intravedo e sui quali lavorare ognuno per la sua parte nel prossimo nei prossimi tempi il primo è bisogna affrontare di petto
La questione posta da Fabbrini all'inizio e poi ripresa non solo Gentiloni ma anche da da voi e cioè la governance no non c'è dubbio è lì in sospeso no e e bisogna porselo questo problema perché vita possano in maniera esplicita perché ha un impatto non soltanto sulle questioni economiche ma anche sulla percezione che i cittadini hanno la volta scorsa si è votato per la prima volta elezioni dirette il presidente della del del della commissione ma si è poi visto che il potere della commissione totalmente subordinato ai poteri dei governi allora questo tema il ruolo del parlamento
Europeo il ruolo del dell'equilibrio tra le istituzioni europee e il ruolo degli Stati nazionali è un tema che va assolutamente affrontato e va affrontato
Con coraggio e anche con un po'diciamo non dico di utopia ma insomma anche con un po'di visione
Io non credo che sia fuori luogo parlare ad esempio di Stati Uniti d'Europa
Perché nel concetto di però voglio dire in maniera così semplice e più moderato di quanto Sensi perché significa un approccio federale Stati Uniti d'Europa poi si può
Gestire la parola Stati in che modo
Riteniamo Fabbrini va posto questo tema ma significa trovare il punto di sintesi tra le comunità nazionali che esistano e un'idea però di unità
Fabbrini citava i due esempi prese del del del dell'America e della Svizzera per dire no come sistemi che sono nati e cresciuti unificando sì dal basso Stati Uniti d'Europa evoca
Qualcosa di apparentemente utopico ma è un valore è una e poi sul piano concreto forse più praticabile di tante altre discussioni come che che rappresenta un punto di mediazione il secondo argomento
Capitolo del filone di lavoro che bisogna affrontare quello che è emerso con chiarezza nella discussione di oggi dobbiamo riprendere in mano il modello sociale europeo
L'economia scene arcaico metto tutta la terminologia conosciamo
E su questo io penso che è molto opportuno sia emersa in questo finale di
Di convegno la lo scambio dialettico che c'è stato negli ultimi minuti tra l'intervento interessantissimo
Di Visentini che condivido per molte cose compreso quello di e che ricordava anche mentre il dell'impatto che la crisi ha avuto no sulla percezione che di i cittadini lavoratori hanno avuto e quindi l'abbassamento della dell'idea di Europa proprio perché la crisi e la gestione della crisi ha avuto un impatto non non soddisfacente
Ma contemporaneamente accanto all'impatto economico
E all'impatto sociale del della crisi e delle dinamiche della globalizzazione sulla percezione quotidiana dei cittadini c'è l'impatto economico finanziario che le dinamiche della stessa globalizzazione pongono cioè siccome c'è bisogno di più finanza nondimeno finanza la finanza migliore una finanza
Che abbia che corregga il più possibile con le storture alle quali correttamente
Anche Sabattini ha ricordato settima mentre poi le banche non sono prive di di responsabilità nemmeno i i in quello che è accaduto l'idea cioè di provare ad avere uno sforzo per il quale il modello sociale europeo eh
La capacità di tenere insieme come è sempre stato sviluppo crescita e rende e e diritti sociali economici significa che di non non si può essere separazione di intenti
Ci può essere e ci può essere e ci sarà di sicuro battaglie interne
A questa visione
Non necessariamente tra le banche e il mondo del lavoro
Ma tra coloro delle banche dell'impresa del mondo del lavoro che hanno una certa visione d Europa e coloro tra le banche che ci sono e gli imprenditori e ahimè anche nel mondo lavoro che magari hanno un'altra idea
Del del dello sviluppo il rapporto tra accumulazione redistribuzione è un rapporto ineliminabile allora oggi troppo lo sforzo più difficile
Che è quello su cui siamo scivolati rispetto all'impatto della crisi ma è quello sul quale bisogna ripartire perché se ripartiamo in una logica per la quale l'Europa essenza le banche o contro le banche o
Si sa c'è anche chi lo pensa
Se il contro un'idea di dignità di lavoro no
Secondo un modello i parà anglosassone
Allora a quel punto il gioco è finito per entrambi
E io penso che e lo sforzo più difficile quello che nel riprendere in mano il modello economico e sociale europeo dobbiamo avere una visione globale che lo metta in grado di affrontare le le le e l'esperienza della crisi è molto interessante adesso non c'è tempo per approfondirla ma rileggere le Dina da tutti i punti di vista le dinamiche dal due mila otto in avanti io ricordo che appena è scoppiato a tutti e tutti tutti anche coloro che lavorano provocata hanno detto da questa crisi ne usciremo diversi
Ho sempre pensato che diversi volesse dire migliori prezzo se non aveva senso di utilizzare questo termine la verità e che dopo i primi tempi si è ricominciato a tutti con un modello
O la economico basato esclusivamente sul lato consumistico o di tipo sociale basato sulla contrapposizione aprioristica
Quanto bene o quanto male abbia fatto cito solo come esempio la Bolkestein tutto questo ragionamento meriterebbe da solo un convegno approfondito perché è chiaro che di fronte anche come alcuni interventi
Regolatori dell'Unione Europea le conseguenze poi sono state questo
La terza ed ultima considerazione che però è molto più politica e chiedono i nostri ospiti scusa se entro dentro ma noi siamo
Anche
è ma alle elezioni europee il fronte
Europeista che fa si presenta dopo tanti convegni
O a o comincia vera anche un'idea propria perché veniva detto stamattina da da Gentiloni e condivido ed che il fronte sopranista
No no non è in grado di di fare una un'operazione europei di di fronte europeo perché il fronte europeista per sua natura è alternativo a una aggregato perché ognuno fa gli interessi suoi come è successo in questione
è vero non è vero lo vedremo so che sfuggono leggo che si stanno riunendo per fare di Salvini leader vedremo quello che chiaro
è che il fronte europeista questo problema non c'è la il fronte lo presta il problema opposto a quello di mettere insieme le risorse allora
Una piattaforma di contenuti che affronta i nodi che abbiamo detto ma diciamolo chiaramente
Una lista
Io personalmente sono favorevole alla tesi che con generosità
Significa andare oltre le logiche proprie di singole forze politiche legittime ma si si guardi
Bene
E non è non sto parlando di una distratta Ras nazionale troppo non non sono in grado di arrivare a questo mi mi basta occuparmi di una posizione in questo caso italiana no cioè se le forze europeiste
Sapendo che ci sono delle differenze no affrontano insieme le elezioni europee si misurano con un risultato che non importa su sei sarà vincente o perdente ma sicuramente sarà migliore di tutti i risultati che ogni singola forza può portare avanti
E perché questo è importante scusate l'esempio un po'diciamo hard perché quando la la la resistente nella Resistenza si misero insieme le forze
Diverse tra loro
Con l'obiettivo della libertà del Paese due anni dopo c'è stata una elezioni che hanno visto le stesse forze contrapposte una vinto l'altra perso
Ma perché di fronte a quella spaccatura drammatica dal quarantotto la democrazia retto
Quaranta e non soltanto perché ha vinto uno contro l'altro
Perché precedentemente c'era stata la costruzione di un terreno comune rispetto a un obiettivo generale allora
Oggi noi siamo in grado di capire che l'Europa del futuro la costruiamo solo se tutti coloro che credono Europa anche sapendo che dopo avranno delle opinioni diverse magari si scontreranno in elezioni diverse ma costruisco la piattaforma e allora sì
I cittadini capiranno che la posta in gioco è davvero drammatica poi sceglieranno quello che ritengono più opportuno ma saranno messi nella coscienza di poter aver chiaro qual è la posta in gioco allora sì l'Europa del futuro nasce sul suo su buone basi e su solide basi e comunque la partita aperta è una partita che merita assolutamente
Di essere giocata io penso che se noi per quanto ci riguarda come associazione
Daremo faremo tutto quello che è possibile
Per dare un contributo nella direzione che abbiamo cercato di dire che abbiamo ricavato questa mattina ma come diceva Venturelli ce n'è per tutti cioè ognuno deve fare la sua parte e penso che sia importante aver chiesto
Ai nostri ospiti di dire la loro
E penso che sia il momento che tutte queste partite tutte queste discussioni escono dai convegni e diventino attività culturale e politica
Direttamente nel rapporto con i cittadini grazie