"Indipendenza dell'Eritrea e prospettive della cooperazione italiana"

Per il triennio novantatré novantacinque il governo ha deciso di tagliare del quaranta per cento i fondi già esigui destinati alla cooperazione allo sviluppo
L'Italia si associa così è la tendenza in atto in tutta Europa a privilegiare gli investimenti pubblici di carattere nazionale destinati a combattere i fenomeni recessivi piuttosto che incrementare quei capitoli di bilancio relativi alla cooperazione con il sud del mondo
Persino quei Paesi scandinavi che e fino ad oggi erano i più disponibili attenere allargato i cordoni della borsa hanno deciso di ridurre la quota di prodotto interno lordo per questo settore
Ma in Italia i tagli riguardano principalmente i fondi destinati alle organizzazioni non governative rischiando di paralizzare né completamente l'attività
è questo il segnale d'allarme lanciato martedì scorso dai rappresentanti delle ONG italiane riuniti in occasione di un convegno dedicato alle prospettive della cooperazione italiana e al caso dell'Eritrea
Il convegno organizzato dal cesto in Mani tese dall'Osservatorio sulla cooperazione ha visto la presenza tra gli altri del numero due del dipartimento della cooperazione allo sviluppo del ministero degli affari esteri il ministro Antonio Catalano
Su di lui unico rappresentante del governo si sono appuntate le critiche le richieste per un settore devastato negli ultimi mesi dalle inchieste sulle tangenti che fra l'altro l'ho portato in galera il capo del dipartimento della cooperazione ambasciatore Santoro
La discussione è servita a chiarire il nuovo modello di cooperazione italiana che come ha detto catalano a partire dal caso eritreo vuole superare la crisi concettuale del modello precedente e privilegiare un quadro multilaterale
In concreto significa che verrà abolita la pratica non trasparente degli accordi bilaterali creati apposta per favorire determinate imprese
Senza bisogno di gare d'appalto pubbliche ed i soldi italiani verranno spesi di concerto con la Banca mondiale e gli altri Paesi donatori secondo le esigenze che di volta in volta saranno indicate dal governo beneficiari degli aiuti
Ma altre affermazioni del rappresentante della Farnesina hanno creato sconcerto fra gli operatori del volontariato delle varie ONG presenti
Il ministro ha sostanzialmente detto che le ONG non hanno un diritto assoluto al finanziamento pubblico ma devono trovare le proprie risorse nella società civile
La replica l'affidiamo le interviste che abbiamo realizzato a margine del convegno ma primo occupiamoci specificamente dell'Eritrea e per aiutarci a capire ascoltiamo il giornalista Pietro Petrucci esperto del Corno d'Africa
Tu hai detto che l'indipendenza dell'Eritrea coincide perfettamente con la rifondazione che dovrebbe esserci della cooperazione italiana ecco perché è un teste importante innanzitutto per l'Italia e per rifondare la cooperazione
Ma perché mi lei ritenga si affaccia sulla scena internazionale come Stato sovrano e quindi come partner a pieno titolo dalla cooperazione italiana
Proprio nel momento in cui la cooperazione italiana ha superato o comunque affrontando il trauma di Tangentopoli
Cambiato il ministro degli Esteri cambiato il vertice in termini funzionali Sitam delle nuove linee di intervento si dà una nuova strategia si ridimensiona finanziariamente quindi deve fare delle scelte
Rigorose precise
E quello che io penso e che quale che sia il criterio per una ristrutturazione del ruolo italiano in Africa le i tre non può che venire fuori dalla questo esame come il partner in questo momento perché il parte non perché l'Eritrea meriti più di altri paesi ma perché è il partner più percorribile cioè il tetto tanto di un gruppo dirigente rappresentativo
Sostanzialmente democratico io credo perché tollerante perché fin qui ha superato qualsiasi prova qualsiasi testo esplosa esigere di democrazia
Perché è fatto di gente capace ci sono dei rapporti degli esperti internazionali a dire che per i tre uno dei pochi Paesi che non ha un problema di rischi persone c'è vigente
Capace di amministrare quel Paese ecco quindi vedo senso si pensa che gli altri partner sono Paesi come la Somalia che in pieno no Francia come l'Etiopia che ha una una gestazione di una nuova realtà molto più difficile o il Mozambico che anche se un Paese in transizione ecco io credo che abbiamo fatto l'elenco dei partner privilegiati Capitani ha detto sia lì
Quindi la cooperazione anche come strumento di politica estera italiana per fin quando la cooperazione rimane sotto l'ombrello della Farnesina non può che essere uno strumento della politica estera
Allora l'Eritrea è uno dei luoghi dove la politica e la diplomazia italiana ha commesso uno dei suoi più vistosi errori
Di valutazione perché per trent'anni circa non ha non ha mai dato credito a questa ipotesi
Dell'indipendenza eritrea a questo prolunga attivissimo errore ha posto riparo il nostro ministro degli Esteri andando il giorno della proclamazione dell'Indipendenza quindi voltando pagina
E quindi questo la cooperazione da una parte la politica estera dall'altra messe insieme fanno sì che l'Italia debba tenera in Eritrea io credo un profilo relativamente alto l'altra d'altra parte abbiamo un profilo alto in Somalia quindi lo abbiamo nella regione
Tra l'altro l'Eritrea può essere considerata anche come un momento di stabilità nell'area del Corno d'Africa in questo momento
Mentre io credo che in questo momento distribuisce stabilità in un'area di instabilità e mi spiego per esempio la separazione consensuale dell'Eritrea dall'Etiopia
E tale che l'Eritrea la piccola eritrea oggi assiste politicamente e perfino militarmente non è un mistero l'Etiopia a far fronte a delle situazioni di stabilità interna quindi in pratica esiste come un legame di federazione non dichiarata fra i due Paesi
L'Eritrea è un punto di riferimento io credo anche per la crisi somala nel senso che se e quando bisognerà fare riferimento a forse anche militari della Regione Britain questo si era già offerto di mandare dei suoi uomini in Somalia beh credo che anche perché esistono legami vecchie solidi fra Eritrea Somalia Eritrea è disponibile anche per dare un un contributo regionale alla gestione della crisi somala
Da esperto voglio fare una domanda al giornalista punto esperto d'Africa per quanto riguarda la situazione interno al governo all'equilibrio di forze del Fronte popolare di liberazione vitrea sembra che i sei assalto Gorki leader del Governo provvisorio si è un po'il punto di equilibrio anche un po'precario fra diverse fonti contrastanti all'interno del suo governo
Ma io non ho una visione come dire un quadro aggiornatissimo delle contraddizioni il il il fronte chi conosce la storia del movimento nazionalista eritreo sarà che una storia
Tutt'altro che facile travagli Artissima questo gruppo dirigente che derisa e Hans non è un uomo solo Esaias l'esponente più qualificato di un gruppo di nazionalisti di una generazione dei nazionalisti che hanno veramente ha saputo imboccare la strada storicamente vincente
è una storia travagliata dicevo che ha avuto la sua sanguinosa di battaglia interni di conflitti interni sopiti ovviamente dalla prospettiva dalla vittoria ora è chiaro che aprire il gioco politico in in Eritrea significa dare la stura ad una serie di tensioni che ci sono nel Paese
Non tensioni io io sono abbastanza ottimista nel senso che lì per esempio dei tre è un Paese diviso quasi in parti uguali fra cristiani e musulmani che hanno sempre qua qui tanto è vero ma hanno coabitato ignorando si avvicenda il fronte la guerra costretto cristiani e musulmani a vivere insieme ad agire insieme ora il problema qual è che io credo che le ritenga al suo interno abbia maturità energie civiltà sufficiente per essere a sufficienza per gestire bene queste sue contraddizioni il pericolo è che dall'esterno tanto per non far nomi che per esempio l'Arabia Saudita decida cosa che sta già facendo di supportare movimenti integralisti oppure il Sudan islamico o il Sud con Sudan è un la situazione è un po'più sotto controllo perché i vecchi rapporti fra Sudan Eritrea fanno sì che ci son poco dei rapporti di amicizia e di solidarietà fra gli attuali dirigenti eritrei Fleischer gli attuali dirigenti sudanesi integralisti
Io credo che la i più pericolosi in questo momento per la stabilità e penetrazioni sauditi Vezzoli che fanno la politica pericolosissime in tutta la regione
Metterei in seconda posizione l'Egitto di cui si parla poco ma l'Egitto ha storicamente delle mire sul Mar Rosso e quindi ha interferito pesantemente nella storia del nazionalismo eritreo e i sudanesi naturalmente perché sono anche confinanti ecco però io vedo la il maggior pericolo la stabilità Eritrea può venire più dall'esterno
Perché dall'interno
Dopo Pietro Petrucci giornalista esperto di Africa ascoltiamola Enza bello che è il responsabile responsabile della cooperazione allo studio per la lega nord
Dunque tu hai sentito il discorso il ministro Catalano il numero due della cooperazione allo sviluppo che in sostanza ha detto
Le ONG devono rastrellare i fondi nella società civile non devono più piangere presso il Ministero dei fari essere per avere dei finanziamenti pubblici come gli risponde
Ma io dico al ministro che anzitutto dovevano lui deve cercare di a Rieti riavere indietro quanto De Michelis e tutte le bande
Democristiano democristiani hanno hanno sottratto appunto alla cooperazione alle lo sviluppo e restituirla ai legittimi beneficiari cioè ai terzo mondiale di casa nostra e dei paesi dove ancora dove sono rimasti quindi Andreatta la prima cosa che dovrebbe fare quello di farsi restituire il maltolto per quanto riguarda i fondi di aiuto pubblico allo sviluppo per quanto riguarda le ONG sì so che una diatriba però non ci dimentichiamo che svanisce ci sono centinaia di ONG alcune sono organizzazioni che hanno lavorato bene in maniera onesta pulita
Diciamo così e motivata
Altri sono invece espressione di partiti politici di uomini politici che nulla hanno a che vedere con diciamo così i principi della solidarietà e dell'aiuto giù sulla carta i soldi pubblici i soldi pubblici ai quali voglio dire Franco Fuschi da solo Cina mi sembra una decina di questi dico di queste scatole vuote
Angelo Sanza tra l'altro un altro inquisito
A questo a proprie strutture cioè diciamo che ogni partito politico se non ho ogni uomo di segreteria
Si è costituito in gli ultimi decenni delle scatolette in cui da riempire con la solita storie dalla solidarietà noi come lega Nord abbiamo presentato un progetto di legge non oggi ma da quasi due anni
Per rivedere tutta l'attività di cooperazione sviluppo quindi segue che secondo noi deve essere decentrata e non deve essere monopolio dello Stato centro caotico che tutto provvide che tutto gestisce che tutto pensa
Che tutto fa è e niente tutto dice quindi c'era se questa decentralizzazione delle attività di cooperazione e soprattutto non devono o più ruotare attorno a questa strada cooperazione nato il sito della cooperazione ladri idea appunto sulla sulla su su su su sulla sulla sulla falsariga di De Michelis Santoro
Di quant'altro per rifondare la cooperazione e lo sviluppo si parla molto di
Nuovo intervento multilaterale invece dei degli accordi bilaterali che tanti guai hanno creato non ultima le tangenti tutto mi sembra eh molto critica però verso questo nuovo approccio Vallée
La l'azione multilaterale sana e credibile se si fosse provveduto a una pulizia un riassetto radicale dell'azione bilaterale ma laddove l'azione bilaterale
Diciamo ancora un guazzabuglio di interessi e di speculazioni far bypassare quei pochi fondi che ci saranno perché lo stato attuale non c'è più una lira attraverso organismi multilaterali significa ancora una volta accentrare va bene
In mano a pochi personaggi la gestione della cooperazione estromettendo ripeto tutti
Ma soprattutto il suo mettendo le persone che invece possono veramente dare un controllo un contributo è una gestione
Vera dal basso e questa cosa appalto avviso sulle per concludere le regioni o gli organi che a cui progetto dalla lega nord dovranno essere affidate le competenze del Direzione generale per la cooperazione e lo sviluppo hanno poi le capacità penso ai comuni e alle regioni hanno le capacità per creare infrastrutture accordi con i Paesi chiara se lei regioni se alle Regioni viene accordata con Hellenic
Attuale quella quarantanove soltanto una un potere di informazione così di suggerimento di indicazioni molto vago e nient'altro
Chiaro che le Regionali Marra hanno sempre un'appendice dello stato centro pratico che nulla vuole concedere l'autonomia regionale noi della lega nord diciamo che le Regioni devono poter programmare finanziare e sovrintendere
I singoli progetti d'intervento in base alle proprie vocazioni regionali perché è inutile andare a fare dei progetti
Non so per esempio a Brescia dove c'è un tipo di attività industriale di tipo pesante per una zona come può essere ad esempio la zona del Maghreb dove invece l'attività che dovrebbe essere sviluppata il turismo
E la pesca e l'agricoltura
A seconda della vocazione industriale sociale delle varie regioni bisogna anche elaborare all'interno dei velivoli vedere quanti stanziamenti esistano quali aree geografiche ci si può è possibile diciamo di non lo scambio più diretto e soprattutto che fine fanno poi questi interventi perché se una Regione dopo dieci anni non ha dato risultati in termini di reciprocità e di sviluppo non capisco perché bisogna ancora Sarli a finanziarla loro a chiare a questo punto che non si ha interesse a finanziare alcun tipo ma sia interessa finanzia soltanto le casse del proprio partito o delle o delle società amiche
Gil dopo Araldi è il responsabile del COCIS il coordinamento delle organizzazioni non governative laiche io credo che nella società moderna
Si stanno sviluppando due modi contemporanee compatibili con cui il cittadino partecipa alla vita pubblica
Quello di sempre
Un po'vecchio mediato dallo Stato lo Stato deve interpretare tramite i partiti tramite le nuove norme elettorali quello che vogliamo la volontà media dei cittadini e usare le risorse drenate con le tasse penalizza e quello diretto che il fatto nuovo il modo nuovo i cittadini si riuniscono creano associazioni creano movimenti nei campi più diversi
La pace la droga gli handicappati
La cooperazione la solidarietà internazionale e pretendono intervenire direttamente e questo è il modo che ha animato credo alla storia delle grandi campagne delle grandi battaglie civili e della modernità oggi questo modo c'è
è un modo che richiede una partecipazione dirette quindi son d'accordo con una parte di quello che dicono le leggi non possono essere Enti finanziate dallo Stato
Non possono soprattutto ridursi essere agenzie tecniche di cooperazione come ditte ma senza fini di lucro devono avere una partecipazione un radicamento sociale forte però proprio in quanto gruppi di cittadini che rappresentano quindi in modo meno mediato in modo diretto la volontà di singole aree e di pensiero italiane hanno anche diritto a fruire dello stato e delle delle macchine dello Stato
Il problema che cos'è e che si è venuta a creare negli ultimi anni un'operazione inversa un'operazione in cui aree e dello stato edera previste profezie tradizionale creavano proprie sigle di comodo
Che sono una parte trascurabile delle merci ma come sembrava su una pecora nera per portarli gregge le quali fruivano dei contributi dello Stato questo va eliminato ci sono n g poche ma ci sono che non hanno assolutamente radicamento proprio sono agenzie finanziata sconveniente dallo Stato questo va eliminato
Che invece venne ci siano in grado di muovere la società civile e di fruire anche di vantaggi giuridici innanzitutto
Perché io non posso mandare una persona in Bosnia senza avere neppure una copertura assicurativa la copertura dell'Italia a farsi massacrare vasta ma anche finanziaria dello Stato questo credo sia un diritto che in un momento in cui lo Stato taglia
Amman bassa sul i fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo ancora un senso parlare di Rifondazione
Ancora un senso
Sono due discorsi da fare sono diversi uno quantitativo e uno più importante qualitativo su quello quantitativo io dico che quando l'Italia essere impegnata per lo zero sette per cento avevo detto era poco e continua a dire poco certo so bene che l'avantreno cooperazione fallita
In cui la gran quantità di soldi è stata di fatto rubata e non mi riferisco a qualche tangente che un episodio criminoso mi riferisco a scelte di cattedrale nel deserto assolutamente inutili ai popoli che lo ricevo neanche al popolo che dona con italiana ma utili solo all'impresa parassitarie che avuto quell'appalto
Ecco davanti a questa ma crollo della credibilità della cooperazione parlare oggi di aumento quantitativo non è credibile bisogna prima ristrutturarle rifondare una in termini corretti e poi riprendere la marcia verso l'un per cento ma proprio interesse di più l'aspetto qualitativo se andiamo a vedere i tagli di cui da quello corretto prima si capisce che non piango più di tanto vediamo che il fondo di cooperazione Adorno è stato completamente stroncato
Quello che veniva usato per appalti
Senza gara appalti a licitazione privata e che il Parlamento imposto d'ora in poi deporre dovere Sarfatti agar non è stato assolutamente toccato il fondo a credito
Un fondo quindi che permette di aggirare la gara
Dicendo caro a Tunisi e ti do questi soldi per una petti presto questi soldi per una cosa che farei fare la tal ditta e questo appare chiaramente nelle delibere quindi un un modo di raggiro selvaggio in questo che poi ha comunicato petto aumentare il debito del Terzo Mondo di cui adesso non si parla più non per anni fa c'era parlato molto un debito che non sarà mai in grado il Terzo Mondo di pagare e poi traveste di fatto un dono in quanto quando il prestito un prestito agevolato al tasso d'un per cento con un perito di grazia di vent'anni per cominciare a pagarmi restituzione beh allora chiamiamolo dono e facciamo seriamente ma un'ultima cosa su questo
E pensiero comune che oggi l'Italia è in crisi la cooperazione l'aiuto ai poveri della terra è un lusso e quindi dobbiamo stringere questo russo
Questa è la concezione sbagliata gravemente sbagliate
Fino a quando si continuerà a ritenere come andar bene e le poche cose fatte bene è stato fino ad oggi che la cooperazione un dono un elemosine proprio da terra sì il discorso diventa questo quando sconcia da capire
Che la cooperazione fatta bene è un interesse importante per il popolo italiano interessa uso proprio però interesse perché con la cooperazione fra le vene si compra la pace tanto per cominciare si compra la sicurezza
Si compra anche il controllo di flussi migratori non sia chiaro non la barriera non non è nuovo muro di Berlino messo non più a Berlino la tra nord e sud ci sarà sempre a flusso migratorio ma la possibilità delle dei flussi migratori utili
Si compra il fatto che sono solo due alternative possibili o la guerra totale tra nord e sud che può solo essere persa dal nord a meno che stermini psicosi del sud ma non è possibile
Oppure un'interdipendenza effettiva ora quando si capisce questo si capisce che diventa un investimento essenziale tanto quanto essenziale un altro investimento ignorata te quello per salvaguardare l'ambiente pianeti
Baraldi un'ultima domanda sul caso dell'Eritrea l'Eritrea come test della nuova cooperazione allo sviluppo italiana si è privilegiato finora un approccio multilaterale questo sta facendo discutere molto
Io credo che l'Eritrea come teste della nuova cooperazione italiana potrà funzionare non per mere tornarono cooperazione italiana che tenterà e sta già tentando di fare tutti gli errori del passato ma perché per la prima volta ci troviamo di fronte a una controparte
Seria
Che ha vissuto sulla sua pelle i danni di ma la cooperazione e che è assolutamente disponibile non cooperazione da parte da Leonardo Di ma la cooperazione perché alcuna operazione data l'Etiopia non ha certo giovato al vapore eritreo
Ed era cooperazione
Ed è ha dimostrato di essere disponibile cioè non è solo un'Annunciazione affermazione di principio a non volere una lira piuttosto che avere una cooperazione non gestita correttamente come loro vogliono e queste l'elemento di maggior speranza credo rispetto a questo teste
Microfoni di radio radicale ora il ministro Catalano il numero due del Dipartimento della cooperazione allo sviluppo del ministero degli affari esteri visto che aveva hanno suscitato suscitò molte polemiche la sua affermazione ribadita giorni fa anche del ministro Andreatta che le ONG non hanno un diritto assoluto al finanziamento pubblico ma devono trovare le proprie risorse le leggi sono frutto dovrebbero essere lodi del tessuto sociale che le produce loro ruolo è quello di mobilitare le energie e le risorse delle realtà sociali e trasferirle nei paesi in via di sviluppo attraverso un contatto con analoghe realtà locali il contributo pubblico è un eventuale non è un diritto del contributo pubblico viene volentieri concesso ad integrazione dei loro programmi laddove si giustifichi
Ma non si può concepire come un semplice diritto il solo in quanto si definiscono invece questo era il concetto che ho espresso credo sia questo il concetto c.t. ribadito il ministro non significa un aprioristica decisione di tagliare i fondi per le leggi o di non collaborare con le leggi vogliamo che le leggi vedete ritrovi non lo cospirazione originale portino il loro apporto dopodiché il finanziamento pubblico certamente verrà ad integrare quanto di originari di proprio diventeranno nel nel loro programma colto in questo anno convegno all'auspicato che l'Eritrea sia un testo di buona cooperazione italiana lei come direttore del dipartimento cosa risponde credo che siamo partiti sul piede giusto credo che il contesto di coordinamento tra donatori che abbiamo cui abbiamo voluto aderire sia quello buono e speriamo che la elaborazione che richiederà del tempo di un programma paese nel quale tutti i Domatori si riconoscano e quindi coordino locazione per evitare duplicazioni o lasciare settori scoperti sia la strada buona speriamo per concludere questa serie interviste l'ambasciatore il nuovo ambasciatore eritreo a Roma da poco rappresentante da circa un mese di uno stato formalmente sovrano indipendente Andemicael Kasai che cosa si aspetta l'Eritrea dall'Italia
Beh e i rapporti
Italia Eritrea sono sono storici
Abbiamo
Legami legami storici e culturali con l'Italia a l'Eritrea esce da una guerra distruttiva durata trent'anni ha bisogno
Di
Un sostegno
Internazionale per la ricostruzione
Del Paese
E siamo fiduciosi che d'Italia
A
Darà il suo suo contributo per la ricostruzione questo nuovo Paese tuttavia il governo eritreo sembra non fidarsi molto degli accordi bilaterali che avevano governato la cooperazione allo sviluppo italiana
Volevo un interlocutore unico un interlocutore che possibilmente era presente un organismo sovranazionale
Diciamo che la politica della cooperazione italiana
A come hanno dimostrato gli avvenimenti recenti sono stati
Caratterizzati di errori di valutazione eccetera questo spetta agli italiani di di analizzare
Noi non abbiamo cominciato
Il dialogo con il Governo italiano già a dal mille novecento novantadue doverne eritreo ha presentato le sue priorità e il Governo italiano ha a ha ha dato il suo contributo sulle priorità indicate dal governo eritreo
E credo che questo deve essere l'approccio della cooperazione che il Governo recipiente deve indicare le sue priorità
Paradossalmente le le tre anche se lo Stato giovanissime uscito dal la guerra trentennale sembra essere nel Corno d'Africa nell'area del Corno d'Africa a lungo l'unico Stato
Non dilaniato da conflitti interni e il Presidente Isaia Safer War chi sembra essere un po'il punto di equilibrio di questa situazione di sicurezza tutto sommato fino a quanto può durare in queste condizioni questa fase
Ma intanto ne abbiamo smentito le previsioni dei cosiddetti esperti prima della liberazione si diceva difficilmente l'Eritrea può vincere la guerra l'abbiamo vinta
Poi alcuni dicevano anche se l'Eritrea per qualche miracolo
Vincerà vince la battaglia contro l'Etiopia siccome l'Eritrea avrà composta di di vari di gruppi religiosi eccetera non ci può essere la stabilità anche
Abbiamo smentito
Ma anche questa questa previsione tersa previsione alcuni esperti dicevano
Non ci sarà mai un governo inni e Ina disse aveva che può accettare l'indipendenza dell'Eritrea abbiamo dimostrato che si può passare da un rapporto di conflitto un rapporto di
Cooperazione
Con l'Etiopia e anche con gli altri paesi
In Eritrea
La gente è stanca di di guerre
Ma c'è un enti sia smog per ricostruire
Il Paese e per
Avere rapporti di corporazioni a livello regionale
Questa stabilità che esiste in Eritrea è questa stabilità regionale rapporti di cooperazione regionale principalmente con l'Etiopia
A
Durare
Se l'economia del paese riprende e per questo
Facciamo un appello alla comunità internazionale di dare il suo contributo per
La crescita economica dell'Eritrea Egitto tutta la regione Tomba sciatore c'è un problema che preoccupa molti
Governi e partner occidentali dell'Eritrea in questa fase e quella delle infiltrazioni dei cosiddetti fondamentalisti fondamentalisti islamici l'Eritrea saprà tutelarsi da questo rischio
Io posso dire che il problema dell'integralismo islamico non è un fenomeno da sottovalutare
Però nello stesso modo conosciamo la nostra realtà l'Eritrea è un Paese
Di di cristiani e mussulmani che hanno convissuto per secoli pacificamente
Qui malgrado i tentativi di di vari colonizzatori inglesi etiopici che hanno cercato di sfruttare queste contraddizioni il popolo eritreo
Ha adottato assieme
E Fronte popolare prima di diventare governo
Eritreo ha fatto sempre una distinzione tra stato e la religione rispettando le rigide revisioni della gente
Noi continueremo in questa strada e poi se ci sono i tentativi di destabilizzazione
Provenienti dei dall'estero
Io sono fiducioso che possiamo contenere anche questo questo problema
Era Ande Mikhail Kasai ambasciatore dell'Eritrea in Italia