"Nove pensieri sulla politica"

Sempre nelle pompe apprezziamo
Per dovere di ospitalità tocca a me
Il compito di aprire la discussione di questa serata
Io ringrazio intanto attualmente i partecipanti al dibattito
Anche a nome di Roberto Esposito del PRS promuove questa discussione
E il pubblico che è intervenuto nonostante questo caldo opprimente tutti avvertiamo certo è una discussione interessante anche perché per molti versi insolita cioè in incrociamo
Stasera tanti livelli di esperienze di discorso
Non solo di pressione filosofica
Di Roberto Esposito ma anche pensiero le riflessioni di uomini che hanno un impegno politico un'azione politica immediata costante come Massimo D'Alema
Contatori
Gli studiosi del problema
Della trascendenza di Dio come padre Barbanti
I teorici militanti come Mario Tronti
Discorsi diversi che dobbiamo cercare di in qualche modo rendere comunicanti
Io dirò solo alcune battute d'avvio
Certo le questo libro di Esposito pone un in modo radicale
Estremo
La questione
Di che cosa è politica
E direi che un'interrogazione così estreme così radicale
In qualche modo bene corrisponde
Alla fase che stiamo vivendo
In cui la politica si presenta nei fatti con molte facce
La faccia della corruzione e persino del crimine
Della violenza
Neppure limitata dal monopolio del diritto
E dall'altra questa voglia indubbie di partecipazione di a di attivarsi di essere protagonisti di qualche cosa che certamente impormi
Confuse
E presente
E significativamente
Come riannodare questo oggi in cui siamo immersi con la riflessione di Esposito che in qualche modo
Si ricollega a a tutta la tradizione dell'Occidente quali sono i punti che vengono a coagularsi
Ecco a me è sembrato naturalmente
Chi legge deve poi stravolgere un testo per per afferrarne quello che gli sembra l'essenziale
E poi Esposito avrà modo di vent'di rispondere se io colto nel segno a me mi sembra che questo libro possa essere definito sotto due paradigmi che sono sottintesi convergenti in qualche modo
Il paradigma che io chiamerei della tragedia dell'uno della maledizione dell'uno del pensiero dell'uno
E che tento subito di esplicitare
Perché il discorso di Esposito riguarda la politica ma si dilata poi abbraccia l'intero fare umano
L'opera la comunicazione
Non solo la politica in questione è proprio il fare umani e questo fare umano sembra condannato alla ricerca dell'unità perché il pensiero non sa pensare non non sa conosce altro privilegio dell'essere che l'uno l'uno come pienezza l'uno come soggettività trasparente l'uno come valore alcuno come bene l'uno come giustizia
La società come unica proprietà come comunità il pensiero dell'uno sembra un pensiero insopprimibile quasi una una guida interna un rovello un e tuttavia dobbiamo continuamente negarlo perché l'esperienza ci dice che noi viviamo nel due nel terrene in molti nel conflitto nell'antinomia nella contraddizione
Da qui questo rapporto che Esposito descrive subito rispetto alla politica da un lato l'indigenza appunto filosofica di riportare in molti a lungo il conflitto all'ordine
La realtà all'idea
Dall'altro la continua sperimentazione della sua impraticabilità fattuale
L'impressione che qualcosa di decisivo resti fuori
Questo uno
Che ha il pieno privilegio dell'essere che l'immagine di dio Po dovremmo dire
In un certo senso ci perseguita e ci affligge perché siamo costretti a cercar vorrà negarlo contemporaneamente
E perché
Perché se no lo affermiamo cadiamo in quella che Esposito dice la teologia politica cioè questo valore che finisce con l'essere unico e perciò oppressivo tirannico
Assume le forme della
Dissoluzione delle differenze
E d'altra parte
Se non è diamo non possiamo poi se lo neghiamo come principio come valore come bene come giustizia se destituì diamo l'uno di valore
Quest'uno è come se si vendicarsi e perché ritorna poi nei fatti per i fatti della politica che privati del valore del bene del giusto della reductio ad unum
Si esprimono come forza come volontà di potenza come potenza che ordina e per ordinare la potenza deve unificare solo che l'unificazione che realizza è il rovescio di quella unità nell'idea di bene che la politiche la teologia politica rappresentava è un'unità fattuale contingente priva di valore
Sembra quindi che da un lato e dall'altro non sia possibile sfuggire a questa condanna o l'oppressione del valore unico l'oppressione dava forza vincente
E rispetto a questo
Che l'interrogazione allora
Dove ritirarsi per non essere violenti o non essere violentati
In quale luogo non c'è un luogo Esposito a differenza di altre riflessioni
Scava all'interno del positivo questo spazio del l'impolitico come
Il nonno il don fare non parlare il Silenzio
Ma questo avvenimento finisce con l'apparire come una sorta di maledizione perché non si sfugge
E finiamo col precipitare in una situazione nella quale non abbiamo più criteri
Perché declinato questo paradigma su tutto l'arco dei dei nove termini di Esposito significa che la democrazia
Non può dirsi come valore perché se si dice come valore
Finisce anch'essa nel vicolo cieco del dell'unità
Finisce collo postulare il suo esito comunitario e quindi
La fine del conflitto della
Riprese riproporre il tema della riconciliazione anche la democrazia
Deve restare incompiuta perché il suo compimento e la sua il suo rovescio la sua negazione
Questo paradigma dell'uno
Che non che ci accompagna
Che perseguiamo che dobbiamo continuamente negare e che si ripropone
La brutalità dei fatti è per certi versi io mi permetto questo accostamento anche perché stasera abbiamo un'interlocuzione che ce lo consente
Non sono la conseguenza del pensiero tradizionale della cosiddetta logica identitaria per cui ciò che non può che essere unico e tutte le determinazioni non possono che ricondursi al a a a una totalità che le integra non è possibile
Tra parte tutto che è una relazione in cui la riduzione ad unità poi annulla le differenze e figlio di questo pensiero dell'Unità che accompagna la riflessione filosofica in generale non solo quella politica
E che mette in discussione tutto il sistema delle differenze quindi tutti gli scarti su cui ricostruisce non solo la politica ma anche l'etica perché anche l'etica messa in discussione
Questo paradigma secondo l'impressione che ho ricavato al libro mi sembra la trasposizione di Luxottica di un paradigma biblico
Il paradigma biblico della
Dell'Agnola del
Scacciato addio l'angelo che che che e spinto attratto da questo Dio che il la pienezza assoluta va corretto la coincidenza totale di parola e cosa la parola divina come viene detto nel libro di esposti della parola che rappresenta una coincidenza che fa che nomina crea in cui contemporaneamente oggetto e che cosa si danno nel nel nome
Questa attrazione l'impossibilità di raggiungere che si rovescia nel negativo del diavolo del Lucifero il demoniaco che continuamente presente nella riflessione di di Esposito
L'onnipotenza come aspirazione dell'Angelo onnipotenza divina che l'angelo cerca di catturare chi rovescia nel suo contrario nel suo diventare il re del male l'artefice del
De la maledizione della condanna il distruttore il Lucifero
Sembra che le le due due paradigmi alle due parabole si tengano
Perché non c'è spazio
Non c'è spazio tra tra
In realtà
Tra l'uno e i molteplici non non è possibile in questo pensiero pensa affermare l'esistenza del due dei monti
Non è possibile in questo pensiero affermare
Che la condizione umana non è né quella della bestia dell'animale né quella di Dio
Questa chiusura del cerchio e secondo me è quella che va messa in discussione
Perché sono queste premesse
Queste premesse in cui l'assoluto si fa valere poi una forma come teologia o in un fatto come forza che vince che debbono essere messi in discussione
E come si possono mettere in discussione
Riproponendo comporta un pensiero della differenza contro il pensiero dell'identità e non solo perché questo ci viene oggi lo ha grande esperienza del mondo femminile
Ma perché la nostra stessa condizione storico sociale e istitutiva di differenze
Differenze tra forme sociali tra forme di vita di differenze tra culture ma più in profondità le differenze tra pensiero estere perché la condizione dell'uomo e che non è mai trasparente a se stesso
E non è neppure totalmente opaco come il linguaggio non è puro arbitrio ma non è neanche puro riflesso rispecchiamento delle cose
Secondario in considerazione
L'idea che ciò che vale e fondamento e e l'infondata visto il fondo come negativo come come nulla
Io penso che l'infondatezza invece la la non rappresentabili da Del Bene assoluto sia la sorte la fortuna della condizione umana perché ciò che gli permette di
Creare la propria legge è a partire dall'infondatezza che come dal dal Silenzio nasce la musica dall'infondatezza nasce la legge dell'uomo
E rispetto alla legge dell'uomo si può avere una visione dalla politica diversa che non sia Potenza che ordina
Ma coesistenza schema di coesistenza di differenze che si danno un eguale diritto di partecipare alla produzione della legge
Ma io così anticipo cose che vorrei dire
Più a lungo
Contrapponendo al pensiero è esposto un pensiero che taglia con questa tradizione secondo me oramai declinata da Esposito in modo ineccepibile fino alle estreme conseguenze la logica dell'identità non lascia spazio
La logica dalla ragione strumentale non lascia spazio all'opera diventa violenza persino la parola diventa violenza
Ma noi non possiamo dire che consigli perché la la nostra esperienza ci dice che c'è altro noi abbiamo anche un'azione che non è violenta non abbiamo una parola che non è necessariamente distruttiva
è possibile pensare proviamo insieme stasera a costruire un discorso
Sulla riflessione di Esposito che comunque ci interroga fino in fondo che non ci lascia scampo
Perché quel paradigma è un per paradigma che esaurisce le possibilità
Io dopo parole sommario Tronti che continuerà e all'Agra certamente l'orizzonte di queste riflessioni
Ma e
Intanto
Mi sembra un dibattito non questo qua
Che citiamo Hannover pensieri sulla politica
E io faccio subito una premessa
Che viene naturale ad apertura subito del introduzione
Perché nove perché non dieci
Perché soprattutto
E diventa una casella vuota quello pensiero
Sull'origine
E questo discorso sull'origine
è presente assente tutto il libro
Ecco il tema dell'origine non è lontano dal tema della
Della identità di cui adesso
Parlava a Barcellona
Però è importante verificare che questo tema accade nel discorso di Esposito spontaneamente
Però è una logica quasi Terna è intrinseca proprio al fisco
Senza volontà dell'autore
Ma per quella potenza
Estranea il personale di cui parla appunto Esposito che poi è sempre la potenza che guida i pensieri più intimi indice quelli più profondi
Perché io credo che il carattere di questo libro carattere molto
Interno diciamo alla vicenda anche intellettuale dell'autore almeno così a me pare di avere capito
Nel senso che dopo il testo precedente che è molto
Vicino a questo
Le categorie dell'impolitico
Mi pare che questo testo rappresenti un po'un seguito
Però anche un convento e però anche un tentativo di superamento anzi io ci leggo qualcosa di più cioè quella che lui chiamava una pausa nella ricerca
Che segna anche un punto di crisi
Credo a un punto di crisi dentro quella ricerca non non la vedrete quindi come una ricerca che sicuramente va avanti a conquistare altri territori ma che appunto in questo con questo libro si ferma un attimo
A meditare a vedere un po'le conseguenze Iniesta AN a cui il discorso precedente Porta inevitabilmente quindi mi pare uno di quei libri centavos finiti Ficili
E anche un po'tv giudicabili
Ma io capisco bene insomma questo questo tipo di approccio ad alcuni problemi che poi vengono anche esplicitati nella formula del Silenzio del silenzio poi dell'operano in una certa fase
Perché credo che sia molto interno a che cosa può essere oggi un libro che si propone di pensare la politica
Che
Va fatalmente incontro appunto a questi punti di crisi di crisi proprio interno
Io per esempio mi sono fatto una convinzione che è una convinzione abbastanza recente
E cioè penso che la politica oggi
Si può fare
E nello stesso tempo si può pensare
Però la politica si può fare in pubblico
Ma si può pensare solo in privato
Perché il pensiero sulla politica
Non incontra il fare della politica stessa
Non incontra più voi
Forse per una fase non può incontrarlo non ha detto che non ci sia poi un altro grande incontro
Ma appunto il pensiero sulla politica come poi appunto si esprime Esposito
è un pensiero che va oltre i dati stessi della della realtà Paolo oltre come dire va oltre gli discipline
Nella politica stessa ora qui nell'intento l'operazione mi pare che fa Esposito è quella di anche rispetto alla sua ricerca precedente è quella di spostare il luogo dell'impolitico come dice lui dai confini esterni all'interno stesso del bowling dico
Questa è un'operazione molto consapevole nel testo
Roberto dice di questo si narra nel libero
Ecco ma così cambia in senso a mio parere sia del politico che dell'impolitico
Nel senso che svaniscono i confini tra i due terreni
Si intrecciano gli ambiti
E il risultato qual è il risultato io almeno lo leggo così che irrompe nel discorso e quindi anche credo nella ricerca attuale di Esposito irrompe qualche cosa che gli io definirà in consiglio duro fare il il reale muoversi il concreto agire della politica
A un certo punto si abbandonano questi termini insomma
Come dire teoretici
Il politico l'impolitico
Questo terreno insomma che
Tra teoria e qualche cosa di più della teoria somme qualche cosa comunque di diverso perché c'è dentro nell'anima la sensibilità contemporanea cioè Petronella grandi filoni di letteratura per esempio novecentesca
Cioè appunto del pensiero e la cultura della crisi dal di questo secolo tutta intera insomma
E cioè che ci ritroviamo di fronte la politica nono quest'antica e sempre nuova parola
E non a caso poi nelle questi pensieri ritornano le categorie della politica
Le categorie della politica sia classica sia classica moderna
E cioè democrazia cedere sovranità
E poi si aggiungono categorie che non sono proprio della politica ma sono della storia sempre dal secolo responsabilità Occidente o della grande cultura del secolo il discorso sul mito e così via
Accanto ad altre voci che sono seri politico
Teorico della politica praticare sono le voci come operaia come parola eccetera io ognuno di noi Toia a accanisce Harada uno più di uno di questi pensieri insomma no
Io naturalmente aggancio
Pensiero sulla politica direttamente sulla politica Esposito dice subito che la politica qui diventa oggetto del pensiero
Quindi pensiero sulla politica e non Filosofia politica o filosofi Antella politica tra l'altro sono queste cose queste strane vicende delle
Delle dottrine accademiche no che non si capisce mai in che cosa consistano perché per esempio
Nell'università c'è una filosofia c'è chi fa filosofia politica chi fa filosofia della politica si è mai capito quella la differenza se non quella forse di plurale Cesare luoghi accademici e così via
Esposito fa una scelta netta dice appunto pensiero sulla
Politica
E quindi la voce politica io credo che
Nel discorso che qui troviamo
Che da parte da molto lontano anche nell'excursus storico
Beh insomma io credo che quando affrontiamo questo voce cioè non si va molto avanti se si riparte dalla politica antica
Mentre si può andare molto avanti se si riparte dalla politica moderna con un'avvertenza insomma no che politica moderna
Ormai
In modo acquisito un lungo arco entità pochissimo la politica moderna e anche politica cristiana così come era moderno ormai era cristiane infatti qui la linea
Da qui comincia il fondo tutto un discorso sulla politica moderna è quella che Esposito chiamo una linea minoritaria all'interno della tradizione cristiana
Quella che da Paolo Quad Agostino poi nel moderno arriva Pascale e così via cioè
La dimensione mi dice fattuale di discordia
Della politica
Una linea teologica che poi si incontra con con l'idea del conflitto in politica
E cioè si incontra favoriscono
Machiavelli
Un luogo centrale sempre nel discorso di Esposito e con una polemica frontale contro tutte quelle ipotesi Teorie
Di Filosofia politica che
Assumono il conflitto sempre in funzione dell'urbinate
Ho essere quindi ma io ci metterei dentro anche fa posso anche perché questo ordine può avere due esiti Diversi no conduttori né storicamente ha avuto
Cioè un ordine
Totalitario l'ordine
Democratico fino appunto alla linea diciamo più a costo alle nostre spalle che quella che Esposito individua nella linea Burkhard Nitsch
Cioè sarà
Tutta questa linea che cosa dice
Esprima un riconoscimento della fatti citate la politica
E nello stesso tempo un rifiuto dell'Apologia del fatto ecco mi sembra che questo sia il nesso forte fondo del realismo politico
Moderno ma appunto antico e moderno si prendiamo questo lungo arco di di tempo
Che punta appunto alla espulsione del valore tanto
Ad un certo punto A pagina
Questa voce dalla politica
Esposito riporta sono affermazioni di Burkhard perché mi pare riassuntiva in fondo di questo filone
Per quel che riguarda lo stato all'interno dice Burkhard ricordiamo che esso non è nato da un'abdicazione degli egoismi individuali
Ma che esso è quella dedicazione
è la loro riduzione a un comune denominatore
Tale che il maggior numero possibile di interessi i egoismi ritrovo pitture ugualmente il suo tornaconto e finisca coll'intrecciare completamente la propria esistenza con lo Stato stages
E cioè che
E qui viene fuori una precisa idea è stato un concetto del pubblico
Che io credo sia stato una grande limite per esempio di tutto il pensiero della sinistra non aver raggiunto a non aver acquisito non averli terrorizzato anche nella propria vicenda storica
Io sono
Sempre più convinto che
Uno dei guai del movimento operaia lo chiamo così perché la dizione diciamo più forte di questa storia che diventa debole quando comincia a diventare storia della sinistra e così via ma questa tradizione forte
Il fatto che questa storia non abbia incontrato la tradizione etiopica giusta
Che era quella più adeguata appunto alla sua sostanza storia grava a sua anche possibilità formulati
Venti successo nel conflitto
E cioè di non aver proprio
Incontrato
La linea quella che Esposito chiama quell'aspro segmento di pensiero della politica che va da Burckhardt
Anni sci
E senza che questo c'è stata un'altra storia
E è un libro come questo fare pensare appunto ad alcuni noti e questo è l'ultimo punto che entrato perché questa voce politica io l'ho letta molto
Insieme all'altra voce male ma invito ad una lettura parallela in fondo di queste due voci no perché mi sembra ma quelle più organicamente unite
Perché ebbe a dire il vero non solo di Martì East due decisioni ma anche di politica Critics se se non cioè
Anche la politica e male qui si fa tutto il discorso sulla libertà che si collega al male e la libertà è sempre conflitto ma dovrà quindi anche il conflitto è il male
Allora l'intera cioè era tale della politica di ben diventa il male il tragico nel politico resta esattamente qui dei
Voglio dire che il volto demoniaco del potere non è un particolare della politica moderna
Ma è la sua essenza profonda
E quindi questa è una
Ma cosa su cui magari
Fare affari
Può anche
Dire la sua perché
L'ambito di di pensiero che anche le sperimentazioni di queste cose mi pare essendovi basta molto profonda partiti allora bene non c'è in politica
E io credo che non ce il bene comune
Nel senso che in politica c'è il bene di una parte che è sempre il male Carla tra
E per chi agisce politicamente per l'importante non è che ciò che per noi è bene quanto ciò che per gli altri male questo è il punto decisivo da riconoscere sei
E non è tanto il proprio corpo di valori che uno porta in campo e che crede poi con questi di vincere ma il fatto che gli altri riconoscono se ma in questo corpo come appunto
Ma
E viceversa
E cioè quello che importa in politica non è tanto il proprio campo quanto il campo avversario
E il campo avversario che definisce il proprio campo e non viceversa
Mi rendo conto che è una concessione
Però la politica difficile da
Da da assumere perché contrastanti con una con un'altra parte contraddizione profonda di pensiero del movimento operaio che pure c'è
E che non è qualche cosa che sta fuori ma che sta dentro hanno che però secondo me poi è quella che che ha vinto anzi
E cioè in politica nemico è più importante della
Io quando devo
Quando anche nella politica pratica di metto a organizzare nel campo delle forze che devo
Alleare
Mi pongo il problema anzi
Dell'altro
Il problema fondamentale contro Rocky veri
Alleare queste forse ancora Find alleanze giuste
Ora questa è la politica moderna
Della politica moderna
E quindi Loris tre qui nel tentativo di andare oltre è sempre un po'la tentazione di ritornare al prima
Voglio dire il male non è
In politica il male non è l'eccezione Auschwitz
No la sua banalità la banalità del male ma la sua normali da
E allora conclude in questo senso l'asso politicizzazione in corso
Questo è il vero pericolo
Il processo è fissa politicizzazione di neutralizzazione che Esposito richiama più volte Stoccolma
Che non bisogna mai assumere nemmeno per con il tentativo di sfuggire per il tentativo di sfuggire all'attivo logica politica
Perché l'unica argomentazione forte che può essere di andare a questi processi ti spogli ti citazione proprio per evitare di per piccolo appunto della teologia
Politica e qui io mi chiedo però e questo è un punto di somme che che chiedo anche a Roberto perché però mi pare che questo sia un po'il punto questa Spoon indicizzazione passa oggi per quindi politica non può passare oggi anche per l'impolitico
Questo è il dubbio insomma che viene poi alla vettura
Di questo libro io credo che sia poi anche l'effettivo punto di crisi insomma di una ricerca intorno a questi problemi
Ed è un punto di crisi su cui appunto una pausa di riflessione forse quella che ci vuole un Silenzio di i FAS è quello che può meglio approfondire
Le cose meglio io voglio dire immediatamente l'assoluzione chiesta dietro la
Io ringrazio pronti
Credo che abbiamo o sul tappeto una questione sulla quale vale la pena di ritornare in fondo questa
I rappresentanti impossibilità di rappresentare il bene coincide con la mancanza di bene comune non c'è un bene poi bene bene sempre di una parte ciò che appare una parte bene e male per l'altra e viceversa
Ora io domando lo mandò ma pronti anche l'Esposito se questa non sia una radicalizzazione della premessa precedente che o abbiamo tutto in comune o non abbiamo niente in comune
Se se essi estremizza no le posizioni dentro una logica dell'identità o abbiamo tutto in comune non abbiamo niente in comune non abbiamo più criteri di distinzione cioè non possiamo più distinto perché per una parte uomo cauto sarà bene per l'altra parte dalla male invece non rido non possiamo rinunciare ad avere un criterio in Comune per definire che l'Olocausto e male la resistenza è bene
E il fatto che abbiamo qualche cosa in comune come potrebbe essere questo criterio per distinguere un uomo cauto dalla Resistenza non li indica che abbiamo tutto in comune come invece si è pensato una volta tre della comunità dovesse estere totalizzante la comunità ecco esistenza di mondo comune e di mondo privato
Questa è la la questione nuova sulla quale dobbiamo misurare le teorie che abbiamo praticato in passato è pronto a me sembra teorie unilaterali del tutto o niente
Do la parola Massimo D'Alema che ci darà certamente sul terreno dalla sua esperienza concreta e la mia opinione
Anche se naturalmente questa nostra conversazione intrecciati piani e punti di vista diversi
E naturalmente come risulta evidente anche diversi gradi di competenza di possibilità e capacità di entrare nel discorso
Che è un discorso complesso
Ricchissimo di tessuto di riferimenti culturali
Che io cerco di senza addentrarmi in ciò che non è mio
Di svolgeremo
Dal punto di vista di chi
Diciamo considera l'agire politico come
La dimensione della propria vita del proprio impegno
Per arrivare a porre qualche problema che mi sembra abbastanza serio qualche punto che secondo me
Non appare risolto se non in modo oscuro allusivo che a me sembra invece abbastanza decisivo
Io considero
L'asse di ragionamento da cui muove Illy
Estremamente suggestiva io direi anche nella sua parte critica
Voglio dire da accogliere ma sicuramente ci siamo in grado di sgombrare il campo
Di una riflessione sulla politica
Sgombrare il campo da i residui dell'ideologia
E cioè il punto di partenza mi sembra quello di una critica radicale di ogni filosofia politica in quanto essa tende inesorabilmente a soffocare annegare il proprio oggetto
E quindi
Una critica
Di ogni mito della estinzione della politique
Di ogni mito della soppressione del conflitto
Questa critica mi sembra che sia tra i si muova in due direzioni
Cioè non soltanto in una direzione tutto sommato abbastanza tradizionale
E cioè
Di una critica liberaldemocratica al marxismo qua le diverse forme di totalitarismo diciamo che derivano da ogni
Da ogni schiacciamento della politica diciamo dentro una filosofia della storia
Che rimanda
Ad un terreno ultra politico di liberazione umana
Perché tutto sommato sotto questo profilo diciamo ci si muove in un sentiero già tracciato variamente percorso
Io qui avrei ma ci tornerò un'osservazione diciamo
La la critica del marxismo mi pare
Troppo indistinti
Nel senso che mi sembra sommamente iniqua la pagina dedicata gran come versione locale diciamo per il grande mito marxista della
Del grande mito ultra politico del marxismo realtà io penso che gran ci sia un pensatore molto più complesso e molto più drammaticamente contraddittorio
Nel senso che nel suo storicismo assoluto c'è anche diciamo l'idea che la rimozione del conflitto il regno della felicità
Non è un obiettivo storicamente attingibilità c'è ma è un'idea limite nel pensiero dei grafici ma comunque questo è proprio un inciso
Io trovo interessante che il libro diciamo così nella sua critica d'ogni filosofia politica
Si spinge anche ad una critica
Delle teorie della fine della storia del compimento della storia
E cioè di quella teoria della SPÖ Lipchitz azione moderna che riduce la politica pura gestione degli interessi cioè al mito dell'annichilito
E quindi si presenta sotto questo profilo come una critica radicale anche della ideologia occidentale e non soltanto del comunismo
Naturalmente questa operazione
Che è un'operazione che restituisce pienamente alla politica
La sua dimensione
Diciamo io paradossalmente dico che
Ho visto so
Riflessioni di Cacciari eccetera
Io rovescerei un poco il discorso diciamo l'impressione che in questo in questo modo la politica torna ad essere un vero principe della libertà
Cioè della possibilità di scegliere
Di una esaltazione delle delle possibilità umane di scegliere al di fuori di ogni filosofia della storia
Naturalmente con tutti i rischi che questo comporta di un'esaltazione della politica come pura espressione di una volontà di potenza
Naturalmente questi sono i rischi che sono legati ad un'operazione che espelle separa dalla politica ogni dipende ogni dimensione di valore ed ogni dimensione enti
E tuttavia mi pare che da questo punto di vista la riflessione di Esposito
Introduce
Rispetto a questa a questo rischio
Nel momento in cui si combatte ogni pretesa della politica di rappresentare il bene e la si restituisce appunto la sua dimensione drammatica di luogo del conflitto
Tronti dice
Del male
E sì riduce la sua verità
Alla sua logica di funzionamento interno la democrazia deve restare tecnica dice Esposito si si pretende di assumerla come valore si finisce per negarla
Tuttavia mi sembra che agisca rispetto ai rischi di un'operazione culturale di questo tipo
Agisce potentemente
Questo concetto questa idea della compresenza dell'impolitico
Nel cuore del Polito
E l'impolitico diventa non soltanto il limite della polizia
E quindi anche un freno al dispiegarsi diciamo della sua diabolica volontà di potenza
Ma
Non so
L'impolitico non è non solo assedia la politica dall'estero
Ma l'attraversi è presente nel cuore stesso del pool
E la verità della democrazia dice Sposito sta oggi nella salvezza dell'impolitico da ogni pretesa di annessione incorporamento
Ho traduzione politica
Ma questi termini sono veramente diciamo così dicono veramente la stessa cosa io qui pongo un interrogativo poi sul quale tornerò
Annessione incorporamento
Indiscutibilmente diciamo così sono una cosa su rimandano ad una visione totalizzante della politica traduzione politica dell'impolitico è veramente la stessa cosa
Io dubito di questo tornerò su questo perché a me sembra che qui c'è un punto sul quale riflette
L'impolitico così si presenta come il campo dei valori
La comunità
La presenza assente della comunità nella democrazia la democrazia non pretende diciamo così
Di permeare di di di costruire la comunità ma la comunità è presente
Il campo dei valori che vengono espulsi dall'agire politico e che tuttavia lo attraversano e lo limita
Ora evidentemente declinato così il tema dell'impolitico
E aperto due possibili prospettive
Per un verso l'impolitico che assedia e attraversa l'agire politico
Lo condiziona e lo limita
Si presenta nella storia
La nostra civiltà questo è stato sicuramente una presenza straordinaria come una come la dimensione religiosa
Della fede
Che nello stesso tempo diciamo così si presenta come il campo della salvezza
Limitando il Polito
Pensiero cristiano affondato una cultura della laicità e della e del limite della politica certo in una sua non suo
Di una sua versione poi naturalmente c'è una versione teocratica che affonda altro invece così una forma di assoluti
E questo è uno degli sviluppi possibili c'è il tema dell'Ippolito
Ma c'è anche uno sviluppo laico del tema dell'
Inteso come un sistema di valori
Che appartengono alla cultura laica
E alla cultura del movimento operaio
Solidarietà
E Guagliani Enza
Comunità intendiamoci questi valori confinano e si intrecciano
Tuttavia in una dimensione extra religiose
Con valori propri dell'esperienza cristiana
Ora il problema che il libro pone in modo estremamente suggestivo secondo me non risolve diciamo così è il problema della relazione
Della comunicazione fra l'agire politico e questa dimensione
Di valori
Che lo limita e lo attraversa
Io penso che il problema della politica moderna è quello di costruire laicamente una relazione fra queste due dimensioni
Dico laicamente cioè al di fuori di ogni pretesa di ammissione incorporamento ma anche di compiutezza
Di fine ed estinzione della polizia
Allora forse la questione e quella diciamo di riarticolare il rapporto fra discorso e conflitto
Se si cancella questa relazione la politica rischia di ridursi a scienza dell'acquisizione e della conservazione del potere
In fondo anche Esposito dice in un libro suggestivo anche perché a mio giudizio complesso e contraddittorio
Non è pensabile né auspicabile la fine del mito
Non è pensabile una ditta senza mito cioè ancora senza opera senza comunicazione senza speranza riterrete dizione
E parla di interruzione del mito non di soppressione del mito che cadrebbe nella mitologia dell'anti mito
Ma la politica può non ha vere in relazione con questa dimensione
Può cioè non ricercare le linee di frattura
Le linee di frattura le interni debolezze della democrazia
Beh se la politica non ricostruisce una relazione con questa dimensione dei valori senza pretendere di rappresentarlo di incorporare urla essa rischia di diventare una tecnica Stati
Ma la politica è processualità
è capacità di modificare anche la sua verità cioè le sue regole interne di funzionamento
La politica produce regole
Per approssimazione successiva
Costruisce forme di comunità e di solidarietà
Senza pretendere di incorporare in sé
Questa dimensione
Allora se è così
Io torno e concludo su questo
Naturalmente questo che dicono pongo anche informarvi interrogativo
Io penso che il limite nella esperienza del movimento operaio riprendo il tema posto da Tronti
Non è stato tanto mi pare quello di non avere perseguito il male dell'altro
Da questo punto di vista dice appunto
Nella sua esperienza il movimento operaio a perseguito diciamo così ma no il limite è stato di nascondere questo
Dentro l'ideologia del bene comune
Perché questa operazione ha portato a non riconoscere nell'altro
L'avversario
Che certamente deve essere combattuto perché non si costruiscono
Diciamo Formigli equità reale di solidarietà
Senza combattere il privilegio l'equità è sempre un'operazione che da a qualcuno e toglie a qualcun altro
Il nascondimento ideologico di questa operazione
Nell'idea della felicità di tutti ha portato questo sì alla Damon demonizzazione del nemico cioè a non riconoscere l'altro
Come un avversario da combattere ma non da distruggere
Recuperare invece in pieno una cultura del conflitto
Una cultura del conflitto che non ricerca un ordine supremo che non estingue la politica
Significa anche individuare l'altro
Combatterlo
Nel nome di determinati valori e di una parte
Ma riconoscerlo come un pollo antagonista che non deve essere distrutto in questo senso io credo il movimento operaio ha bisogno di questa idea di politiche
Ma se questa idea di politica non viene messa in relazione laicamente con un sistema di valori
Allora secondo me si riduce attenti
E in questo senso diciamo così
Personalmente nomi intestino mi interesserebbe più diciamo torno diciamo mio pensare privato sul mio agire pubblico in questo senso non interesserebbe
Mi pare che D'Alema mette a frutto il libro di Esposito in un senso che poi dobbiamo verificare con lui
Che io raccolgo in questi termini
Bene questa critica e la filosofia politica ci libera dall'ideologia e dalla teoria della politica come modello esaustivo che che che definisce una volta per tutte ciò che si deve fare
E restituisce perciò liberata la politica da questa gabbia
L'ideologia e la teoria la realtà restituisce al suo essere un fare umano creativo una prassi creativa un alterarsi stando insieme anche confliggenti e proprio per questo come prassi creativa continuamente produttiva di regole ma anche messa in questione di queste regole con riferimento a valori che non sono i valori dedotti ma sono i valori prodotti dall'agire collettivo
Questo mi sembra il del senso del della riflessione di D'Alema che apre un versante a cui Esposito sarà chiamato a rispondere do la parola a padre Alessandro Barbano
Parla per ultimo
Ha un campo molto ridotto perché chi lo ha preceduto ha già focalizzato
Molti punti molti temi di questo libro di quest'opera di Esposito
Io vorrei partire da una mia esperienza con questo libro perché quando l'ho visto in libreria
Dopo scattato dove pensieri sulla politica anche perché sapete che alla rinascita Feltrinelli ci sono sette questi tagliandi qui dietro che coprono il contenuto del testo il titolo non mi aveva molto ispirato e poi c'è da questo tagliando che copriva tutti sgomento ho visto un po'depresso be insomma non l'ho comprato poi c'è stato gentilmente invitato Maria Costa incontro me l'hanno regalato e ho avuto la sorpresa molto gradita perché non mi aspettavo un discorso di questo genere mi aspettavo un discorso politico un posto letto ristretto eleggerà qui siamo di fronte a un testo
Che a delle tre chiese d'autore vuole
Così presentare nella dimensione dell'impolitico sul quale anch'io ritornerò ecco
Una riflessione molto seria e siamo di fronte a un libro fissato aggiornato come tutta una serie di coordinati di citazioni di autori
Un po'sempre gli stessi però
Beh collocati
Io ho fatto negli anni poteva gioventù Heidegger io ho ritrovato l'ho ritrovato qui
Tante citazioni
E
Credo che Heidegger
Si è un po'il sottofondo per tante intuizioni del pensiero di Esposito subiti nove pensieri sulla politica
Comunque prendendo più alcun testo il contenuto
Io vorrei parla restando in due punti
Beh vorrei partire anzitutto dalla crisi dello scenario politico che noi stiamo vivendo
Perché un libro così
Non si può comprendere secondo me se non lo collochiamo nel contesto della crisi politica che noi stiamo vivendo in Europa in Italia
La forma la figura del politico intatti in crisi
Diciamo se questo muro di Berlino non fosse caduto l'avremmo battuto noi non se ne poteva più in Europa di questa divisione tra Ovest ed Est
Di questo di questa muraglia ideologica non se ne poteva più in Italia di questa separatezza tarda cultura laica e la cosiddetta cultura cattolica
Non se ne poteva più di tutti questi steccati ideologici e filosofici cattedre di non se ne poteva più volevamo ispirare da ambo le parti
Perché veramente CD dopo quarant'anni
E più di di divisione
Veramente tutti io credo e nel mondo cattolico della cultura cattolica e nella mondo della cultura laica ci dà veramente il desiderio di il nuovo ossigeno nuovo confronto
E con non più inquieta conflittualità un po'troppo parrocchiale
E io credo che
La caduta del Muro dalla caduta delle ideologie anche se non sono del tutto d'accordo perché la ideologia ha una sua ha un suo spessore positivo e che va anche coltivato
è il totalitarismo dell'ideologia che in qualche modo fa Renna e diventa una gabbia diretto mi rivolgo proprio per chi la esercita e per chi la pensa in forma totalitaria tanto le parti perché io credo che nel marxismo si è rilevato a delle forme di proprio Picardie totalitarie del pensiero ma anche nel mondo cattolico
Nella cultura cattolico
Abbiamo subito forti resistenze dei gatti e di pensiero
E quindi dico la crisi
Che noi abbiamo vissuto per tanti anni e non se ne poteva più io almeno lo sento così respirare una nuova esperienza del politico
E sono tanti quando è caduto il muro ideologiche da forti sono diventati i più deboli
E che cosa abbiamo scoperto
Abbiamo scoperto la debolezza del del politico
Perché molte volte il nostro politico era fatto di frasi costituite pièce per udienze
Troppo unilaterali
Venivano da una guerra tra virgolette da una conflittualità
Troppo radicalizzata ingiustamente radical resta cioè abbiamo perduto io credo e nel mondo cattolico e nel mondo laico ecco una stando a ricerche del politico non lo pensavamo più eravamo scaduti anche nelle forme
Così più deteriori del politico
Beh in Italia credo che oggi noi stiamo pagando un po'tutta questa crisi del politico degli anni passati
E lo stiamo pagando in un modo e non sopporta il popolo italiano sta lo sta pagando in un modo talmente ingiusto secondo me
Perché le forze sale del paese in qualche modo non si meritavano di pagare una crisi politica di questo c'è specialmente nel nostro Paese eppure ce lo meritiamo ce lo meritiamo anch'
Perché
Non siamo riusciti a tenere alto un libello della riflessione politica pena fazione politica
Del pensiero politico e forse Esposito qui tenta queste questa elaborazione
Ma io credo che noi siamo ancora in questa crisi e durerà ancora parecchio tempo
Non credo che le usciremo facilmente quindi qui occorre creatività occorre una sorta di anche fantasia per trovare delle ragioni fondo in proposito
Da che cosa siamo usciti da che cosa dobbiamo continuare ad uscire
Io credo che non conti quando si getta un impianto che chiamo agnostico dualistico
Perché anche Esposito P A pagina trenta
Il suo libro
Pone molto bene il problema
Dice io ho seguito questa terza via come la chiama lui dell'impolitico
Che sfugga alla rappresentazione più logica politica senza accedere sull'altro versante alla sporcizia azione moderna perché proprio il corno il problema secondo me è proprio questo
Da un atto abbiamo teorizzato una teologia politica d'ambo le parti
Ci siamo ingabbiati e una rigidità del pensiero e dell'azione politica non siamo stati Mutu fantasiosi in questo senso
E dall'altra parte oggi noi rischiamo una sporcizia sezione proprio per la impegno politico il politico la parola politica
Allontana la gente
No nello stesso tempo anche vediamo che c'è un nuovo interesse dei giovani nelle persone indolori c'è siamo un po'divisi da una parte
Rifugiandosi in modo di operare politiche dall'altro c'è tutto un interesse un desiderio di inventare qualcosa di nuovo quindi stiamo sostenendo con un po'di confusione secondo me da questo impianto ni ostico dualistico quello ideologico quello fermo quello rigido quello radicale
Est ci stiamo avventurando in un campo nuovo dove ognuno lette in campo quello che possiede la propria fantasia e il proprio così la propria conoscenza
La propria attività
Siamo usciti me lo auguro dal totalitarismo ideologico
Anche se secondo me è importante riscoprire
Quello che era pregnante nell'ideologia
E qui sono d'accordo con D'Alema io sono rimasto un po'sconcertato quando ho letto le pagine critiche sul marxismo
Nel libro di Esposito
Perché mi sembra che abbia calcato un po'la mano nella critica generale che sta avvenendo culturalmente attorno il marxismo
Vorrei ricordare qui che un sinodo dei vescovi chiude qui a Roma proprio un vescovo belga si alzò
Disse attenzione il marxismo adesso che è caduto il muro e l'Unione Sovietica si sta disintegrando
Attenzione non tutti hanno l'acqua come il bambino e che venga da un vescovo questa invito a ripensare il marxismo mi pare interessante né come termine che nella cultura cattolica mancato le conflittualità le rigidità i bracci di ferro le lotte le eccetera eccetera
E c'è un'attenzione mi pare culturale nei confronti del marxismo e io
Credo che dovranno trarre
Se vogliamo elaborare qualcosa di nuovo nel politico
Ciò che più valido dell'esperienza tema SISMI della riflessione del marxismo e quello sindrome c'è un recupero della ideologia
Allora credo che dobbiamo forse distinguere qui tu e Bersani la politicità del politico che in certe versa infatti in crisi e che dobbiamo reinventare e quella che Esposito chiama l'apoliticità delli impolitico
E che cos'è questo impolitico perché attraversa tutto il libro
Etica e di un tipo difficile
E in qualche modo rassicurarlo questo impolitico
Ma mi pare che la dimensione altra della politica io lo definirei così la dimensione altra
Aventi sotto molto il capitolo sull'opera
Dove c'è un commento forse uno dei compiti più belli che ho letto su Kalvar d'
Sul commento alla lettera di campata a e domani forse il frumento più come in tutti Esposito qui ed elementi di una preziosità letteraria
Veramente supplica
E
E qui mi pare che fittili impolitico lo si capisce nell'esperienza del limite proprio più richiamando parte della fede
Da una vede oggettiva
Ma una fine che ricerca chi si confronta che nell'attimo vivessi presente ma anche l'eterno l'impolitico e allora e qui l'esperienza non assoluti istante assoluta
E il trenta punto di un vuoto lungo un certo punto Esposito parla della sete
Appunto con un'esperienza dell'otto morti uno svuotamento
Ed è coerente con la prospettiva di Khalpakhtchian ma forse pervenire un tema più politico a me è piaciuto io ho capito un po'che cos'è questo l'impolitico quando lui parla qui della democrazia
Della democrazia
E corregge alcune un rigo
L'abilità della democrazia
Stile Esposito
Sta oggi nell'assalto Issa dell'impolitico
Di tutto ciò che è un po'oltre c'è chi non è definito che non è compimento che non è opera che non è salvezza
Che non è ideologico Pirelli
Stante la sentenza dell'impolitico da ogni pretesa di ammissione
Incorporamento o traduzione politica
O più avanti ancora
Democrazia e ciò che custodisce questa alterità
Che non illude e non come sola che non sogna terribili complimenti l'uno l'immanenza la trasparenza la democrazia non mente Uka nessi educa scrive essa non fa che aprire
Quello spazio di libertà che coincide con in essenzialità irrimediabile e cioè con intanto della propria esistenza
Essa conserva amorosamente le tracce del proprio niente politica
Cioè è un discorso suggestivo allettante
Che alcune volte scatti un certo estetismo
A mio parere
Nulla sfugge questo impolitico perché giustamente dopo la lettura del libro che affascinante molto ricca
Una persona respira leggendo un libro del genere
Sì in forma veramente politicamente
Però gli rimane inquisito
Che come fa questo impolitico a a coniugarsi con il politico
Mi sembra che Esposito lo sposti un po'troppo questo impolitico
E
Lo proprio traduce vuole tradurre
Secondo me il politico nell'impolitico nonché lo attraversa
Semplicemente nonché assedia il politico è proprio una traduzione è un nuovo modo di fare politica di porsi di essere
Mi sembra che
Questo programma non so forse è un po'intellettuali stinco
Forse troppo culturale mi pare che la politica oggi ha bisogno sì di questo apporto quindi lo potrei capire come uno degli apporti possibili ma la politica come oggi noi lo vorremmo sentire la vorremmo esprimere a decadere anche una connotazione della prassi dell'azione della presenza senza arrivare al conflitto all'opera al compimento senza arrivare a quelle esperienze totalizzanti o totalitarie che abbiamo così già e sperimentati nei decenni passati
Mi pare che che fare Parma non collega la riflessione di Esposito allo scenario
Che ci abbiamo davanti e
Lo utilizza per motivare un doppio rifiuto mi pare ci accomuni il rifiuto sia della politica come affermazioni come teologia affermazione di valori assoluti ma sia anche il rifiuto alla politica come pura tecnica come forza che si misura sull'efficienza sul risultato sulla vittoria
Un doppio rifiuto che apre lo spazio mi pare un agire politico diffuso a una politicità
Che non coagula mai in una potenza separata in un corpo che domina
La totalità del
E che assume quindi la democrazia in una versione un po'diversa da quella che stiamo comunemente abituati a considerare la democrazia come il rischio della indeterminatezza della condizione in cui ci troviamo come e il dover continuamente ricominciare da capo senza complimenti possibili
E su questo terreno mi pare che si ricollega alla riflessioni D'Alema che è possibile la coesistenza del discorso del conflitto che non dipendono i corni di un dilemma ivi solubile ma lo spazio appunto di un agire collettivo
Dire che è poi da molta carne al fuoco
E basi volentieri il microfono
Ma consentitemi di ringraziare nominalmente coloro che hanno parlato Pietro Barcellona che ha reso possibile questo incontro
Mario Tronti a cui da tempo mi lega dice il figlio dell'amicizia e della stima padre Barbanti e invece no ho avuto il piacere di conoscere solo in quest'occasione
E poi voglio rivolgere un ringraziamento particolare a Massimo D'Alema la cui presenza
Ha dato a questo dibattito un rilievo è un interesse particolare
Ringraziarli naturalmente delle cose dette per il libro su Libero
Anche delle cose anche forse soprattutto delle cose dette oltre il limite dovevano
Naturalmente
Lo scopo primo di chi scrive non è almeno nel mio caso non è stato quello di aggregare consenso come dire anche se quando ciò accade ciò non può fa anche piacere ma quello di stabilire un rapporto di comunicazione dunque anche potenzialmente di disaccordo con persone che si muovono
Su traiettorie di pensiero e di vita anche anche diverse solo in questo caso una presentazione per così dire ha un senso quando cioè spinge l'Autore non a difendere la propria posizione ma a metterla in gioco a spostarla anche a modificarla in certi casi no
Quindi in questo senso sono stato particolarmente colpito delle cose che sono state dette che non si limitano a valutare e interpretare il libero ma in qualche modo lo sollecitano ad uscire ad essi spesso no dalla propria intenzione originaria ma ecco forse vale la pena di raccontare qual era questa intenzione originaria del libro il presupposto di questi nove pensierino
Come diceva Barban come diceva a Barcellona anche il pensieri più profondi ammesso che qualcuno di questo lo sia
Si muovono dentro un contesto dicono delle sollecitazioni
Dall'esterno e anche in questo caso è stato così e qual è stato allora questo elemento che ha fatto da sfondo Ida spinta libero
Beh io dico pestato questo la la sensazione sempre più forte in questo periodo che abbiamo un po'tutti di una sorta di Alfa sia concettuale del Lessico politico una sorta di crescente incapacità del Lessico politico non dico solamente a spiegare ma addirittura a volte a nominare gli eventi che abbiamo sotto gli occhi
In questi anni in questi mesi in questi giorni ma una sorta di apparente Baviera che sia istituita tra politica
E linguaggio no io dico addirittura una catastrofe linguistiche concettuale
Che mi ricorda solamente quella che c'è stata tra gli anni Venti e Trenta di questo sì con Nathan intensità naturalmente con la differenza che alluda alcuni fenomeni totalitarismi poi la guerra ammontavano e adesso naturalmente
Si dissolvono anche se con effetti altrettanto drammatici come allora anche oggi il linguaggio politico pare rimanere muto in alcuni casi rispetto a questi eventi alla forza tragica
Di questi eventi
Ecco e da questa sensazione che è nata diciamo l'esigenza del libro in quale direzione
Come superare questa strozzatura linguistica io ho cercato di evitare come dire la strada più scontata più ovvia cioè quella di trovare a inventare nuove parole nuove formule espressive
E ha scelto la via più come dire articolata viceversa di un investimento di pensiero
Sulle grandi parole della politica sulle parole starei per dire più antiche e più cariche di attese e di storia
Un approccio con la tradizione che non si limitasse ad abbandonarla ma che cercasse di farne parlare
I lati più nascosti gli aspetti più sondati elemento diciamo così più inquietante che sta nel cuore di queste parole qual è questo elemento quel quello che io dico l'elemento più inquietante ebbe è stato detto è stato detto dal pronti e l'elemento di contraddizione lo sfondo diciamo antinomico irriducibilmente antinomico
Che costituisce il luogo il letto in cui queste parole giacciono senza come dire mai potersi risolvere a me poteva vedersi
Riposare diciamo in una pace apparente no e questo appunto elemento irriducibilmente contraddittorio che in qualche modo stacca queste parole d'alcol
Dal consueto linguaggio sociologico politologico e diciamo così le espone ad una interrogazione diversa che ne fa il Tirreno
Di incontro e di scontro tra lessi ci tra linguaggi diversi quello della filosofia dell'antropologia della letteratura della tipologia ecco non nel senso nel vecchio senso della interdisciplinarità ma nel senso io dico di una battaglia sul significato di queste grandi parole un terreno di scontro tra questi linguaggi e dunque ecco termini termini della politica io divido
Un triplice modo di intendere questa espressione termini della politica termini abbiamo visto nel senso di concetti nel senso di parole di nomi anche con una loro forte carica simbolica
Ma termini anche nel senso di limiti Stato ripreso più volte il tema del limite
Di limiti attraverso i quali e sui quali diciamo la politica si affaccia sul suo altro su sulla sua alterità
Ma dove appunto anche questo altro ottenne tra dentro la politica e qui il tema ripreso un po'da tutti dell'inerenza degli impolitico né il polittico diciamo il limite e come si sa e insieme ciò che separa ma anche ciò che unisce gli ho voluto caricarlo anche di questo aspetto ulteriore cioè il punto in cui la politica e intranet su auto in cui l'auto penetra dentro la polizia no il termine limite a il senso
Appunto della condivisione non solo differenza ma neanche solo partecipazione appunto condivisione ciò che insieme mette in rapporto mette in redazione
Ma anche attesta confini di separazione legittimi necessarie pace un ultimo modo di intendere la parola Teramene abbiamo detto termine come concetto termine come limite
Ma anche termine come fine qualcosa che viene attese Minetti
Che cos'è
Questo oggetto che viene a termine
Ecco io dico e la filosofia politica
Qui riprendo anche un tema che ha toccato D'Alema su cui poi ritorno in maniera un po'più compiuta
Fine della filosofia politica come disciplina accademica che si avvolge in un linguaggio autoreferenziale
Fine della filosofia politica come ciò che pensa la contraddizione dentro il linguaggio della non contraddizione dentro il linguaggio del concetto dell'ordine dunque incapace
Di afferrare quell'elemento antinomico quel conflitto irriducibile che prima della città sta nel sta nel cuore di ogni uomo no
Sta nel cuore di ogni uomo come diceva Platone come diceva Paolo Agostino no due cavalli che vanno in direzione diversa
Ragione e passione tecnicamente Marigliano questo conflitto nel cuore dell'uomo mini sta anche dentro la città in questo senso
Ecco poco più nella rivendicazione di questo conflitto il risolubile nella città politica
Come diceva anche tu punti no il tema delle parti che si affrontano beh c'è anche cioè il senso appunto di questa proposta dell'impolitico e il suo Visconti con legalistico appunto no il realismo un realismo contrapposto a un idealismo
A ogni modellistica penso quelle filosofie politiche soprattutto di derivazione anglosassone
Che ci dicono che cosa dobbiamo fare da qui a una settimana qui a un mese in modelli no il conte attualismo utilitarismo
Ma anche che essi contrappone a ogni proclama
E Tyco politico io do Pelo questa espressione con molto prudenza etico-politico la critica litico politico la faccio con molto prudenza fosse effettivamente su Gramsci ho dato un'immagine troppo da accorciata
E anche indistinta ma questo sta diciamo nel gioco della composizione di un libro nel rapporto tra le parti
Perché dico questo tema dell'etico politico
Nello lo faccio con una la critica delitti politici dell'etico politico con una certa prudenza be'perché a proposito della del rischio che la democrazia che la democrazia cui alludo possa scivolare in pura tecnica ecco io non mi ritrovo in questa lettura non era questa diciamo l'intenzione originaria del libero
Io ho tentato con la prospettiva dell'impolitico espositive a proposito della democrazia una doppia operazione da un lato quella di ridurle
La pretesa di ha avuto palle utilizzazione che fa democrazia quando dice io sono il valore i valori assoluti tono e dunque il paradiso in terra post essere potenzialmente ecco dall'altro però non non riduce la semplice tecnica non ne sopprime l'elemento universalistico solo che diciamo lo assume non più in maniera affermativa città ma in maniera come dire negativa un universalismo
Negativo inteso non come un pieno ma come un vuoto cioè universalismo non dedotto da principi primi
Ho valori assoluti mani costruito semmai proprio a partire dalla loro assenza dal fatto che appunto non si dà più bene comune non si è mai dato bene comune lo spiega molto bene Schumpeter il bene comune
Non esiste se esistesse ognuno ne avrebbe un'idea diversa se anche ne avessimo un'idea comune non non riusciremmo a raggiungerlo perché lo faremmo con mezzi diversi
Beh allora appunto
L'universalismo democratico secondo me oggi e filosoficamente e teologicamente confrontabile tuttavia resta
E resta proprio perché egli universalismo dell'anno fondanti dita della contingenza quello che io chiamo diciamo
Finitezza della politica questo è un ultimo modo d'intendere l'espressione termine della politica
Quando si dice la politica si allunga una politica finita come ben diceva D'Alema non si allunga nulla che abbia a che fare con la pretesa fine della storia fine delle ideologie vede solo
Sciocchezze
Nippo americane che non vale neanche la pena discutere una politica finita allude al carattere proprio di finitezza di contingenza di eventualità della politica
E dunque allude all'impossibilità che possa finire all'impossibilità del compimento questa è una politica finalmente il finita no e quella che San Paolo chiamava la paga netta
L'esistenza finita o creare Decker chiamava la getta attizza questo intendevano questa mancanza di e senza la politica finita e una politica senza essenza inessenziale
Infinitamente indisse inizia medico e voglio venire in conclusione a quella che è stata poi l'obiezione è un po'di fondo che è venuta sia da Barcellona sia da Barbara meno dato punti devo dire che ho sentito molto vicino al mio discorso quindi sì pericolosamente autoaccusato davanti
Agli occhi di tutti se corresponsabilizzare atto ma invece l'obiezione che viene poi con molta forza da da Massimo D'Alema
Certo io non ho nessuna difficoltà ad ammettere che il libro assume una posizione eccessiva radicale nonna nidiata non di mediazione no porta cioè una tesi consapevolmente alla sua ex esasperazione fino a mettere tra parentesi
E le istituzioni le necessarie distinzioni in qualche modo fino a unificare tutto il paesaggio dentro un'unica stretta
Concettuale no in un cerchio di ragionamento serrato intorno al proprio oggetto e questo io l'ho fatto consapevolmente diciamo così anche per segnali un pollo in un dibattito come quello italiano
Che spesso è confuso tendenzialmente omologante in cui ci si dichiara sentirò troppo d'accordo troppo in disaccordo per poter parlare ecco io invece ho tentato un po'anche radicali Zandonà posizioni assumendo linguistici sotto il profilo non dico filologico sotto il profilo filosofico dieci anni no rinunciando quindi ha delle sfumature
Proprio per dare questa provocazione e per segnare un punto da cui poter parlare e rispondere anche con chi ha un'altra sensibilità più diversa alle mediazioni più dire più diciamo più attenta voglio dire alle mediazioni gli asini Crucitti al devo Turi all'opposizione questo io lo dico conclusivamente perché io sento voglio dirlo profondamente il valore e il significato di questa sensibilità diversa
Sento profondamente il valore e il significato di chi fa politica con una con una responsabilità in una passione c'è qui Massimo D'Alema io voglio dire che ho pensato a volte all'UE quando ho letto le pagine di Max Weber sulla sull'etica della responsabilità sull'etica della responsabilità
E dico chi ha questa responsabilità e chi ha questa passione che anche capacità di distinguere sfumare diciamo di abitare Weller fosse e insieme di legarli alle idee
Di produrre fatti ma anche di inserivo lì dentro un quadro di valore ma questo è proprio il loro ruolo necessario a chi fa politica e il suo dovere
Anche se
Dico una cosa fosse estrema anche lì dove è questa
Tenuta del rapporto fatti valore assume il volto di una possibile mentre su un mia avvolta a volte anche questo può essere il dovere di chi fa pubblica anche questa possibile menzione ma anche la passione anche il luogo della credenza qui vi tornano i grandi temi tranchant
Ma attenzione ecco io dico questo il ruolo di chi fa politica qua è un punto su cui con Mario Tronti abbiamo discusso più volte
La necessità anche del mito perciò dalle male Girardengo in un passo che ha letto anche Barbara non e anche Barcellona era accennato
Il mito non può finire questo il l'ultimo dei miti quello che si possa dare demitizzazione della politica
La politica bisogno anche di Nitto
Questo serve a chi fa politica non a chi pensa sulla politica no
Io tengo molto a questa distinzione perché eh commenta chi fa politica deve mettere insieme fatti e valore deve congiungere e si riflette sulla politica commenti e pura come diceva dico chi presume di farlo quantomeno beh deve fare percorrere la strada esattamente contraria deve creare distanza deve fare spazio deve distinguere di ripide
La differenza è necessaria tra il fatto che la politica un fatto non necessariamente identificabili al ma alle assolutamente ecco qua
Ciò che identifichiamo delle e al conflitto
Beh deve distinguere questa fatti città queste effettività dalla politica dalla sua necessaria esigenza d'auto legittimarsi a dirsi io faccio acquisto per questi figli per questi grandi Fini anche credendo in questo ma ripeto questa credenza deve essere ecco dei costruita questo il verbo che io preferisco da colui che si sforza di pensare filosoficamente la politica no
Questa e il il rapporto e questa è la distinzione ci deve essere il rapporto ma ci deve essere distinzione e chi pensa sulla politica deve dire
Politica Police ha la stessa radice di pollo Emons deve dire la città politica è fatta
Di suoni dissonanti che non possono mai definitivamente diventare assoluta l'omonimia o possono diventarlo ma per essere poi nuovamente ridotti a disordini a conflitto
L'armonia la la la polis nel senso della gara per no è un puro dono degli Dei diceva Platone noi abbiamo la città la città che è fatto
Che è fatta di incontri di scontri di passioni ma che irriducibile a un ordine definitivo quell'uno di cui parlava inizialmente Barcellona
Ecco io credo naturalmente che attenzione quell'aspirazione all'uno beni alla giustizia beh non potrà mai sparire dal cuore dell'uomo
Né di chi fa politica né di chi pensa sulla politica quello è un tratto irriducibile
Irriducibile quelle differimento anche alla comunità
E qualche cosa che non verrà mai dimenticato ma io credo sia necessario questo è stato lo sforzo del libro che possa essere conservato quel riferimento solamente se decidiamo salva messo in salvo da pronunce
Immediatamente affermative nostre custodito diciamo in quella casella vuota a cui si riferiva all'ultima voce assente De Libero grazie
Al termine la giustizia l'abbiamo praticato perché abbiamo interloquito con le sue tesi
Con molta
Franchezza e con molta
Anche asprezze nella
Io credo che una cosa ci accomuna sulla quale possiamo più
Menzione che è finita l'epoca in cui la contraddizione deve essere di vista come il male che deve essere superata riconciliata in una unità
Che in qualche modo hanno la spinta
L'impolitico
Ida delle differenze
L'universale negativo è l'universale che
Tutto da produrre
In una prassi che deve misurarsi con la l'irriducibilità
Non so differenze razziali che sono sul tappeto ma della e riducibili da anche dell'uno al ai molti
All'altro
Lazio tutti i partecipanti pubblico che che a seguito
In una serata così difficile per il caldo ma troppo tipica credo di spunti e di interessi
Grazie