"Il caso De Benedetti: i grandi moralizzatori della Repubblica"

Al microfono di Radio Radicale Piero Vigorelli giornalista dire due del Messaggero
Ecco e gli eredi tratteggiato l'itinerario politico in certo senso che viene Scarpari dalla dalla presentazione a vista radicali nel cinquantotto alla
Altrimenti alla all'elezioni parlamentari Partito socialista e sessantotto eccetera ai conclude dicendo appunto che oggi Scalfari è il padrino della disinformazione
Quella vera che ho cercato anche un po'di raccontarlo sulla base di esempi sia del giornalista del dove e soprattutto fare
Il cronista vedere quello che è successo cercare dando un'analisi se possibile una sistematizzazione da questo punto di vista il percorso
Professionale giornalistico di Scalfari il suo percorso di giornalista politico anziché l'autentico giornalista politico di Palazzo veramente un percorso anti ambiguo ondivago
E su quello cercato di sinistra ecco pensi che abbia presentato oggi La Stampa questo convegno perché tu hai letto qualcosa
Beh qualcosa anche Franchitti appunto profitti naturalmente
Cane non morde cane questa qui è una regola sempre di questo stupido corporativismo giornalistico
Quando ci sono le proprietà della stampa che sono nelle mani di grandi industriali e questo è un fatto avviene normalmente non ci si morde mai finché non scatta un interesse per la propria argenteria
Ecco questo come nel cosa vi sembra più un processo umano dipinte alcun condannavano dipinto alcuni oppure un metodo per conoscere meglio alcune situazioni da un processo direi proprio di no non mi pare non ho sentito varie
Il processo non c'erano neppure ci ministeri mancava la difesa
Questa sì ma del resto anche questo fa parte di una regola del gioco le notizie Scalfari normalmente le crea non informa le opinioni per lui sono fatti di opinioni diventano fatti
Uno stile giornalistico drogato
Di disinformazione che porta avanti da parecchio tempo
Ecco oggi nel suo intervento a tuo Gismondi del di RAI due ha parlato come della ragion d'essere nel gruppo L'Espresso Repubblica la ricerca del nemico del male assoluto
Sì c'è scaffali ha sempre un impero del male
Che deve combattere la cosa più buffa però è che nel corso della sua carriera professionale di giornalista e di giornalista politico questo impero del male cambiato di volta in volta
E qualche volta l'impero del male poi diventava l'intera del bene
Questa è la la parte più curiosa Scalfari per esempio
Loggiato moltissimo Cefis poi diventato nemico di Cefis ed è passato a Sindona
Nei confronti di scendono addirittura Scalfari era favorevole all'operazione scandaloso dell'OPA basta oggi finito Sindona perché anche perché è stato arrestato il passato a Nino Rovelli a Raffaele Ursini
Per fortuna ci ha pensato la magistratura a sistemare le cose poveri a Debenedetti c'è sempre un impero del male la stessa cosa vale in politica
In politica dati tutti i suoi passaggi ma se guardiamo soltanto gli ultimi anni quelli di Repubblica il primo nemico era una democrazia cristiana secondo cui non si rinnovata e quindi appoggiato dal De Martino che la sinistra comunista
Nell'ottica degli equilibri più avanzati
Dopodiché visti magri risultati elettorali del mille novecento settantasei è passato ein comunisti Luigi no più Enrico Berlinguer addirittura sostenendo che il PC non doveva cambiare
Quando il Partito comunista
Ha perso dalle elezioni successive del settantanove allora incominciato nessun invece a dire che il Partito comunista aveva perso perché aveva fatto il revisionismo nel frattempo però era nato a Craxi ed ecco nuovo impero del male come combattere Craxi prima con Berlinguer Prodi con De Mita poi con Achille Occhetto insomma qualche volta c'è anche un po'di farsa
Ecco allora che l'ultima domanda sull'informazione proprio di oggi la notizia che Presidente del Consiglio ha istituito questa sorta di direttorio per la riforma della legge Mammì Armando che è una legge disegnata quasi contro l'interesse pubblico cosa ne pensa
La legge Mammì ma non mi pare legge Mammì
Anche una decina di tre anni fa e anche questo è un fatto ridicolo che in un sistema che il sistema dell'informazione in generale quella della televisione come quello della carta stampata che ha bisogno di fronte a sé di anni di certezze giuridiche e di regole del gioco per poter sistemare bene
Tutte le cose soprattutto per poter programmare lo sviluppo del futuro mi pare ridicolo che si possono mettere in discussione già solo per questo
Una legge approvata tre anni fa e che ha semplicemente fotografato l'esistente ora io capisco che ha delle persone o dei gruppi di interesse editoriali soprattutto questo esistente
Non piaccia e quindi cercano di cambiare le regole del gioco scassare dove la legge Mammì emettendo tesi
Briganti per la RAI cercando di fare una un'operazione politica per privatizzare un canale della RAI togliere un canale a Berlusconi e creare un terzo polo ma in sostanza un anche queste un nuovo tentativo di lottizzazione politica
Imprenditoriale del sistema dell'informazione grazie per avere
Al microfono di Radio Radicale Gianluigi Menegante giornalista dell'Espresso proprio subito dopo la conclusione del
Finale di Marco Pannella con un giudizio sulla sulla con un sulla conclusione di Pannella questo convegno ma io anzitutto vorrei dare un giudizio in genere sul convegno penso che questo tipo di incontri siano utili perché quanto più si fare chiarezza su quanto è successo nella storia d'Italia recente su quanto sta succedendo oggi è una cosa ottima non buona
E quindi mi auguro che questo tipo di iniziative si possono di fare perché però occorrono ancora c'è moltissimo ancora da dire
Personalmente io non condivido alcune delle analisi fatte anzi
Per me e siccome la mia situazione la situazione al tempo stesso di memoria storiche di privilegio
La memoria storica e che io
Vissuto
Moltissime di queste situazioni che sono state raccontate in questo convegno ne cito soltanto un paio dall'inchiesta ENI Petro Megna alle alla campagna settantanove
Sulla sulla situazione controcarri poi successivamente contro la P due
E quindi per me questi io su questi argomenti o delle opinioni personali molto forti e molto corredate per così dire da conoscenze dirette
E conoscenze indirette quindi
Molte analisi mi paiono
Superficiali o sbagliate ma siccome ognuno può avere dei punti di vista diversi dal determinate situazioni si possono sul determinate situazioni si possono avere dei punti di vista diversi
Io ammetto sono dispostissimo a come dire a convivere con punti di vista diversi mi interessa molto quando si espongono dei fatti precisi perché appartiene ai fatti che si hanno poi delle
Si possono trarre delle conclusioni
La mia situazione poi è personalmente ma
Non vorrei dire a me in un certo senso non voglio dire unica ma certo singolare perché io sono dal mille novecentosettantasette all'Espresso prima come redattore poi adesso attualmente come collaboratore
Sono editore e sono autore di una casa editrice presieduta da Berlusconi
Sono stato deputato radicale due volte una volta senza essere iscritto al partito radicale la seconda volta iscritto al partito radicale e dal mille novecentottantatré sono
Al partito radicale
Partito
In cui ho trovato degli amici e compagni con cui c'è un forte legame
Di di simpatia e di concordanza politica e con cui ci sono stati a volte dei dei dissensi anche espliciti marcati che credo poi facciano il sale di una di una convivenza politica
Ecco quindi io per il momento non mi dilungo di più perché non voglio avanzamenti dovrei fare una controrelazione è stato detto però certamente su io ho una visione diversa di di certi fatti che sono stati esposti mai capire però che un gigante dico diciamo sotto processo per questa come ma figuriamoci ma perfette ci mancherebbe altro innanzitutto è solo perché per le responsabilità personali
Ma per esempio se posso dirne una anche una delle ragioni per cui non solo non mi sono sentito sotto processo ma mi sento parte di quelli che organizzato questo convegno sono prontissimo anche apre nella parole in ogni momento per esempio una una considerazione che io faccio che non mi è parsa emergere dai lavori del convegno e questa
Io non credo affatto che ci sia questa
Parallelismo parlino parlando del Gruppo Espresso adesso tra disegni o Progetti o proposizioni degli editori
E attività dei giornalisti
Quindi su questo io credo che gli editori coi nomi e cognomi Carlo Caracciolo Eugenio Scalfari e Carlo De Benedetti
E i giornalisti con i loro nomi e cognomi a partire da Gianluigi mentre primo ciascuno e responsabili di quello che ha fatto e per quello che mi riguarda
Io so benissimo di avere sempre fatto esattamente quello che io volevo poi dopo se questa cosa concordasse o no con dei disegni editoriali io ho fatto la mia professione
Nel fare la mia professione incidentalmente ho fatto anche alcune battaglie che sono state condivise portati avanti politicamente proprio in parallelo dal gruppo radicale cito una per tutte quella che porto nel settantotto alle dimissioni dell'allora presidente Leone che fu una ora una serie di articoli scritti da me sull'Espresso e portati in Parlamento con le conseguenze politiche dal gruppo radicale quindi io non non sono affatto
Convinto cioè son sono convinto del contrario
Di questo parallelismo tra chi tra i giornali che fanno certe cose certe campagne gli editori che vogliono cedeva certo evidente che gli editori di un giornale possono influenzare i singoli giornalisti possono anche
Scatenare campagne di giornale ma non sono non la cosa non è così automatica per quel che mi riguarda certamente non lo è e quindi
Non mi sento affatto sotto stesso ci mancherebbe durante come l'esasperato anche di sinergia tra il gruppo L'Espresso Repubblica e i presenti ora i tre ecco che sottopongo alcuni dati ottenuti dal centro d'ascolto radicale
Pr appunto sulla sulla presenza di giornalisti la carta stampata che diversi gruppi al TG tre di Alessandro Curzi
Ecco quattro ore trentacinque minuti per Espresso Repubblica cinquantaquattro minuti per i giornalisti Rizzo a rigore della sera che ventiquattro minuti per i giornalisti del gruppo Mondadori Berlusconi
Cosa ne pensi
Ma io francamente su questo penso più che sia una questione di opportunità non penso che sia una questione di di il il legittimità o di sinergie
Evidentemente c'è per esempio io so che io sono stato uno dai diciamo così non dei fondatori ma soltanto il primo caporedattore di Repubblica esso che
Sono rimasto lavoratore pubblica dopo l'uscita per sei mesi
Successivamente sono stati sono a fare erano allora circa una settanta redattore adesso pubblica più di quattrocento redattore
So che nelle assunzioni ce sta alto comma molta più frequenza delle assunzioni Repubblica dei giornalisti che provenivano de quello dalle testate che possiamo definire un po'di centrosinistra o di sinistra
E quindi non mi meraviglia che tra questi giornalisti ci siano quelli più affini a un anche per modo di pensare a telegiornale come quel TG tre di corsi che viene non a caso anche lui da Paese Sera
Infatti non parlava di legittimità o no ma io penso al punto che c'è una questione di opportunità se fossi stato il
Direttore di del TG tre io avrei probabilmente bilanciato un po'meglio queste cose non perché non pensi che i colleghi non possono fare delle cose dire commenta ma perché penso che appunto quando qualcuno ha delle responsabilità di servizio pubblico deve
Cercare di appunto bilanciare queste cose
Non non non vado nel nel contenuto concreto parlo di una teoria astratta dei comportamenti
Grazie a Dio Luigi Marini