L'Italia nella Prima Guerra Mondiale - 1918 l'anno della vittoria

No tutti benvenuti prima di tutto
Mi fa particolarmente piacere essere qui oggi con tutti voi per questo ultimo appuntamento per questo ricordo che la Camera ha dedicato all'Italia nella prima guerra mondiale
Io oggi o vari ruoli
Può apporto vari cappelli perché faccio un po'di sostituzioni quindici
Cercherò di di fare da moderatori e nella prima parte del nostro incontro e anche nella seconda parte nella tavola rotonda prevista
Sostituendo Michela Ponzani
è che
Devo anche dare atto della assenza del presidente Marini che non ha potuto essere con noi ma che naturalmente porta i suoi saluti a tutti voi
Ora io vi ringrazio fin d'ora per la vostra partecipazione ma voglio salutare in particolare gli studenti dell'istituto tecnico economico Piero Calamandrei
E quelli del liceo Chateaubriand di Roma gli allievi ufficiali che sono stati accompagnati in rappresentanza del comandante dell'Arma generale Nistri dal capo dell'Ufficio Storico dei carabinieri il colonnello Alessandro della nebbia
Le associazioni alpine di Rovigo e Di Gioia dei Marsi che ci accompagnano sempre in questi nostri incontri
E l'associazione Osvaldo Costanzi gli studenti infine della facoltà di lettere dell'Università la Sapienza di Roma quindi il nostro è un pubblico composito
Un pubblico particolare un pubblico attento a questi temi con competenze diverse e comunque unito da questo interesse per questo ultimo anno della grande guerra
Il ciclo di convegni promosso dall'ufficio stampa della Camera dei Deputati giunge oggi al suo quarto e ultimo appuntamento dedicato al mille novecentodiciotto
E ha ripercorso e approfondito voi lo sapete perché ci avete seguito in molteplici piani della guerra
Dal quadro internazionale ai profili strettamente militari dall'impatto che ebbe sull'Italia alle conseguenze della vittoria restituendo
Con documentata curiosità e con spirito di attenta analisi storica
Anche grazie agli autorevolissimi relatori che si sono avvicendati nei nostri diversi incontri restituendo dicevamo tutta la complessità di quel conflitto
Nell'ultimo anno della Grande Guerra in quei dodici lunghi mesi che vanno dalla resistenza dell'ottobre novembre del diciassette alla vittoria di Vittorio Veneto nello stesso Periodo del diciotto
Sul territorio italiano ricompreso tra la linea dell'Isonzo e quella del Piave dove via via il fronte italiano andò arretrando si sono incontrate riscontrate persone di ogni provenienza militari civili alleati nemici austriaci italiani francesi
Tedeschi inglesi americani
Un vero coacervo di identità nazionali di lingue di cultura e di tradizioni che dalle trincee fino alle strade hanno potuto
Nella tragedia della guerra conoscersi e intrecciare in vario modo i loro destini mi pare di poter dire che questo dell'internazionalità e dell'integrazione è stato proprio uno dei tratti caratteristici dell'esperienza bellica di quell'esperienza bellica intesa come evento collettivo totale
Quale ormai da tempo la storiografia riconosce concordemente essere stata la prima guerra mondiale
Vale la pena rileggere in proposito il discorso per la vittoria pronunciato dall'attore la dall'allora presidente del consiglio Vittorio Emanuele Orlando alla Camera quindi qui nella seduta del venti novembre mille novecentodiciotto
Quando osserva come tale guerra abbia non soltanto coinvolto l'umanità tutta ma altri essi investito e sovvertito sistemi fedi istituzioni e principi
Da lì venne di nuovo diritto internazionale con le sue poderose ripercussioni sul diritto interno ai singoli Stati rimasto immobile dal diritto romano in poi da allora
Si può se una questione inedita che non fu tanto quella di cercare nuove forme di convivenza sociale fondati sulla pace
Quanto la nuova consapevolezza che la forza non è già sorgente di maggiori diritti disse Vittorio Emanuele Orlando bensì di maggiori responsabilità e quindi di maggiori doveri
Un tornante decisivo di quell'anno fu alla metà di giugno la seconda battaglia del Piave anche nota come Battaglia del solstizio espressione utilizzata da D'Annunzio
Dall'arresto dell'avanzata delle truppe austriache avvenuto lungo le sponde del fiume POR nacque del Piave nacque infantili proprio la leggenda del Piave
Quella battaglia fu per numerosi intellettuali dell'epoca la prima vera battaglia nazionale che l'Italia avesse mai combattuto antesignana della vittoria di Vittorio Veneto se è vero che l'Austria Ungheria avrebbe ceduto solo nell'autunno successivo è da quel frangente che la Grande Guerra vide ribaltarsi le sorti in un senso decisamente favorevole agli italiani
Il trionfo di Vittorio Veneto
Che avrebbe suggellato in via definitiva tale percorso all'esito della travolgente avanzata italiana al di là del Piave è considerato uno dei più grandi successi della nostra storia nazionale seppure spesso trascurata e contestata
Nel mille novecentodiciotto che oggi ricordiamo insieme fu dunque l'ultimo anno della Grande guerra combattuta sul fronte francese tedesco e su quello orientale a partire dal quattordici
Per l'Italia invece come è noto solo a partire dalla primavera del mille novecentoquindici dopo la firma del Patto di Londra
Agli Imperi centrali germanico austroungarico era ben chiaro come la lunga guerra di trincea avesse pressoché esaurito le risorse disponibili anche per le difficoltà di approvvigionamento
Tu causate dal blocco navale organizzato dalla potente marina inglese nei mari del Nord
La reazione tedesca si espresse nella guerra sottomarina indiscriminata
Che colpendo anche il Naviglio neutrale in navigazione nelle acque circostanti l'Inghilterra fu motivo come sappiamo dell'ingresso in guerra nel mille novecentodiciassette degli Stati Uniti
Lo sforzo bellico austro-tedesco rinvigorito dalle forze che si erano liberate sul fronte orientale
A seguito della crisi interna della Russia portò sul fronte italiano vi ricordate prima l'offensiva di Caporetto e Tolmino fine del diciassette poi di nuovo a un secondo tentativo appunto con la sua con la Battaglia del solstizio
Il nostro esercito sì lascio sorprendere nel diciassette
E la conseguenza disfatta lo costrinse ad abbandonare al nemico i territori del Friuli lasciando nelle mani degli attaccanti trecento mila prigionieri oltre a un'enorme quantità di viveri e armamenti da guerra fu allora organizzata quella linea di difesa sul Piave che sette poi resistere e seppe dimostrare il valore anche delle nostre truppe
Vennero mobilitati Ragazzi del novantanove inesperti ma carichi di entusiasmo per rimpiazzare le perdite subite
Il nuovo presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando di cui abbiamo riportato prima le parole alla guida di un governo di unità nazionale sostituì
Luigi Cadorna con Armando Diaz il quale si rese conto della necessità di una partecipazione più consapevole dei nostri soldati al conflitto
Nacquero è una delle cose interessanti per questo mille novecentodiciotto nacquero a questo scopo i giornali di trincea redatti da ufficiali che li distribuivano alle truppe al fronte per meglio motivarle a proseguire
Fu dato maggior risalto al benessere dei militari ai quali vennero prospettate anche rilevanti trasformazioni sociali a guerra vinta
Come la distribuzione delle terre dei latifondi ai contadini e la partecipazione degli operai ai profitti industriali inoltre sappiamo anche che si diede risalto ai successi di quei nostri
Motoscafi d'assalto Monti Massa
Che affondarono un pesante naviglio da guerra austriaco nell'Adriatico altrettanto si fece con l'esaltazione giornalistica dei successi conseguiti dalla nostra aeronautica grazie al coraggio di Francesco Baracca tutto per rianimare le sorti della guerra e diffondere fiducia al fronte e nel Paese
Il mille novecentodiciotto è anche l'anno appunto in cui l'entrata in guerra degli Stati Uniti del diciassette al fianco dei paesi dell'impresa dell'intesa
Riversa contro gli eserciti degli Imperi centrali un milione di combattenti
Bene armati di forze fresche naturalmente
E prima ancora che ciò avvenga nel marzo del diciotto il comando tedesco approfittando appunto dello spostamento di truppe dal fronte russo
A seguito della pace separata di Brest-Litovsk con cui tedeschi possono disporre delle derrate agricole dell'Ucraina e degli altri territori sottratti alla Russia con tale pace
Si decide dicevamo sferrare una nuova offensiva sul fronte occidentale
Sperando che sia decisiva delle sorti belliche con così largo impiego di gas asfissianti da far vacillare il fronte alleato quindi sono mesi
Difficilissimi faticosissimo neanche questi di quest'ultimo anno di guerra la resistenza sulla Marna delle forze dell'intesa spegne l'offensiva tedesca e con il successivo contrattacco costringe i tedeschi ad arretrare sino alle fortificazioni della Linea Sigfrido
All'interno
Perché il fronte interno diventa particolarmente importante sia l'Impero Austroungarico sia quello del Kaiser stanno soffrendo il primo per il nazionalismo dei popoli che ne fanno parte e reclamano con crescente vigore l'autonomia
Il secondo per il ripetersi dei grandi scioperi promossi dalla firma opposizione comunista di Karl Liebknecht e di Rosa Luxemburg fondatori della lega di Spartaco
Se l'Impero germanico resiste all'infuriare della guerra esterne ed interne solo grazie al rigido controllo imposto al Paese dall'esercito comandato dei generali Hindenburg e Ludendorff
Ormai le sorti della guerra sono a sfavore degli Imperi centrali i loro tentativi di avviare negoziati per addivenire a degli armistiziali che separati
Fin dal mille novecentodiciassette falliscono perché i Paesi dell'intesa degli Stati Uniti pretendono la capitolazione totale
Il trenta settembre mille novecentodiciotto il loro alleato bulgaro dichiara la propria disfatta e a ottobre gli fa seguito l'alleato ottomano ristretto nella sua terra d'origine
Alla sulla penisola anatolica avendo perso tutti i suoi territori Esterni compreso il Medio Oriente sul quale si concentrano ora gli appetiti di Francia ed Inghilterra
Pronti a farne loro colonie anche se sotto la nuova formula dei protettorati
A complicare la vita interna di Germania e di altri era intervenuta anche la divulgazione nel gennaio del diciotto di un programma di pace il famoso programma di pace in quattordici punti
Approntato dal presidente Wilson dal presidente americano Wilson
Che sosteneva il principio dell'autodeterminazione fu quale dovrà essere costituito il nuovo assetto europeo una volta finite le ostilità
Al di là dei proclamati spunti ideologici liberaldemocratici noi sappiamo che questi punti sono corrispondenti agli interessi degli Stati Uniti
Impazienti di instaurare con tutti i popoli la libertà di scambio di commercio abbattendo le barriere protezionistiche doganali
Per aprire le porte del mondo intero ai loro prodotti consapevoli della superiore capacità competitiva rispetto all'Europa del proprio apparato produttivo ed economico
Proprio nel momento in cui Germania Francia Inghilterra sarebbero stati a lungo impegnati a recuperare le profonde il ferite inferte loro dalla Grande Guerra il programma di Wilson
In serbo ora ancora di più i propositi interdipendenti Stitch delle opposizioni nazionalistiche presenti nell'Impero Austroungarico
Che va così rapidamente disgregando sì nonostante la tardiva decisione del giovane imperatore Carlo primo di concedere un'ampia autonomia alle diverse nazionalità componenti nell'ottobre del diciotto l'esercito austriaco a corto di viveri e di munizioni indebolito dalle continue diserzioni di Boemia e di slavi ha sconfitto dall'avanzata italiana
E la battaglia di Vittorio Veneto il tre novembre viene firmato l'armistizio con l'Italia a Villa Giusti mentre le nostre truppe raggiungono Trieste e occupano il Trentino il Tirolo meridionale
Il Reich tedesco crolla con lo scoppio della rivoluzione socialista repubblicana Berlino
Che con gli sketch con costringe il Kaiser Guglielmo secondo a riparare in Olanda mentre l'esercito tedesco mai sconfitto sui campi di battaglia riceva dal nuovo governo l'ordine di cessare le ostilità
Ingrandimenti territoriali promessi da Francia e Regno Unito Alitalia con il Patto di Londra a causa dell'opposizione statunitense non si realizzano se non in minima parte
Perché le coste e le isole dalmate secondo la dottrina di cui son dovranno far parte di nuovi organismi statali
Del resto le pretese delle nazioni belligeranti riuniti a Versailles per un anno dal diciannove al venti si arrenderanno sui complicati tavoli della trattativa
Apparecchiati dalle diplomazie americana e francese tanto che l'Italia sarà costretto a sostituire come negazione torre principale Orlando con i più cosmopolita Sonnino
è in questa fase che prende forma di frammentando sì la polemica dei nazionalisti italiani sulla vittoria mutilata
Mito negativo che per un verso aiuterà il movimento fascista cavalcare in chiave reazionaria il malcontento diffuso nella società
Tanto da far seguire al cosiddetto biennio rosso quello nero e per altro verso a cui era il disagio delle classi lavoratrici impegnati a fronteggiare le conseguenze della profonda crisi economica scoppiata con l'avvento della pace
Italia
Disse Orlando in quel discorso parlamentare rimasto celebre che si fece pari a se stessa nella guerra saprà sorpassare se stessa nella pace
Ebbene il sangue generoso il prezioso sangue che ha così copiosamente bagnato la terra non sarà stato sparso invano
Io mi fermo qui
A bis mi sono soffermata
Direi più a lungo del solito su quelli che sono stati gli avvenimenti ma anche per consentire poi i nostri detrattori di essere molto più precisi e specifici nei termini gli argomenti che affronteranno
Ricordiamo appunto il presidente Marini saluto che ci ha mandato e salutiamo la sezione Abruzzo degli alpini che è qui con noi
Diamo cominciamo immediatamente invece i nostri lavori dando la parola abbiamo dei tempi ristretti ma i nostri relatori lo sanno
E sono molto bravi già organizzare il loro tempo il loro discorso cominciamo immediatamente con il professor Gustavo soccorrermi
Che ci parlerà dello scenario internazionale del mille novecento diciotto
Il professor corni
Esperto di Prima guerra mondiale
Ha scritto moltissimo su questo tema
Insegna Storia contemporanea all'Università di Trento e ha un tumore di volumi sulla storia comparata delle dittature del Novecento sulla storia dei due conflitti mondiali e su Hitler
Prego professore
Grazie
Buongiorno a tutti
Anche due anni fa quando ebbi il piacere e l'onore di partecipare al seminario dedicato al due al mille novecentosedici
Allora il presidente Marini fu fece un'ampia introduzione
E adesso è stato degnamente sostituito dalla dall'onorevole Nardelli che ringrazio mi aggancio però foto agganciarmi a qualche elemento che che le che la la la non riguarda Elia evidenziato nella sua introduzione non sarà facilissimo perché non può non vorrei ripetermi cercherò di non ripetere
E quindi partirei da una data
Partirei dall'otto gennaio del mille novecento diciotto
Data peraltro già ricordato l'otto gennaio del mille novecentodiciotto il Presidente americano Woodrow Wilson lo ricordo un democratico e lo ricordo un intellettuale
Non è molto usuale che i presidenti americani siano degli intellettuali ma nel caso dui Sonera così
Tenne alla al Parlamento alla FAO soffro presentatisi di Washington un importante discorso
Nel quale come aveva già fatto precedentemente e come avrebbe continuato a fare anche successivamente
Lancio il suo programma di pace
è la il testo diciamo così dei quattordici punti
Come io Wilson lo ha presentato lo gli ha presentati l'otto gennaio ha in qualche modo quello che trovate tutti nelle antologie o nei nei le pubblicazioni di documenti
Sulla storia contemporanea
Altre versioni sono leggermente difformi però nella sostanza
è un programma
Che come talvolta accade nella storia Mary americana statunitense mescola in modo molto strano molto peculiare
Poco europeo delle componenti di natura ideale idealistica con delle componenti che noi possiamo chiamare chiaramente di tipo politico nel senso più stretto e più forte del termine disteso di Realpolitik
Ci sono dei balzi in avanti di straordinaria apertura e purtroppo ancora oggi di straordinaria attualità nel discorso di Wilson nei quattordici punti
Così come ci sono degli elementi invece come dire che stanno con i piedi per terra e la terra è rappresentata dagli interessi statunitensi come ricordava la Presidente va bene
E ci sono poi anche in questi quattordici punti gli elementi ambigui degli elementi poco chiari poco definiti penso ma è un programma politico e come tutti i programmi politici di questo mondo di ieri e di oggi è caratterizzato da un mucchio di
Chiaroscuri e di di elementi
Poco precisi
Non è però un caso che il primo dei quattordici punti parli della libertà dei mari e la libertà dei commerci
Che può sembrare apparentemente è una cosa come dire o figlia o boh Odyssey significato un po'strano ma che in quel momento all'inizio del mille novecentodiciotto aveva un duplice significato fortissimo
Il primo la libertà dei mari era che e in questo modo qui son condannava come una pratica assolutamente da rigettare la guerra sottomarina che la Germania aveva applicato fin dall'inizio dalla guerra ma soprattutto in modo illimitato dal gennaio dell'anno precedente quindi da un anno a questa parte
Il limitato significava che qualunque vascello
Sul caso i mari e venisse individuato da un periscopio di un U-Boot tedesco questo doveva essere silurato senza guardare la bandiera che portava senza guardare il nome che stava scritto
Sulle fiancate perché comunque qualunque vascello che attraversasse l'oceano Atlantico veniva dato per scontato dal comando tedesco era un vascello che portava rifornimenti agli anglo francesi e anche all'Italia e agli alleati minori
Dal punto di vista di Wilson idea della libertà dei mari e della libertà di commercio ad essi connesse ad essa connessi è un elemento fortissimo ed è un elemento che enuncia quello che è stato ricordato prima dalla da onorevole Rutelli cioè la necessità per gli Stati Uniti di far fruttare anche durante la pace che sarebbe venuta di lì a poco
Di via quando non si sapeva nel gennaio del mille novecentodiciotto rendiamoci conto che noi sappiamo che la guerra finita nel novembre del di quell'anno ma loro non lo sapevano
Dobbiamo rendercene sempre conto e lo sappiamo nemmeno che la guerra sarebbe finita così come è finita
Noi poiché leggiamo i libri di storia che siamo nati cinquanta o settanta anni dopo sappiamo come è finita ma allora non lo sapevano
Quindi da un punto di vista del presidente americano e il limite intendeva progettare attraverso un riconoscimento la internazionale della libertà di commercio sui mari
Senza alcun ostacolo di qualsiasi natura sulla libertà di commercio intendeva fondare su questo la supremazia economica commerciale degli Stati Uniti
E per il futuro
Il tema attualissimo adesso stiamo discutendo il Presidente americano Trump sta discutendo i dazi eccetera eccetera quindi vedete che sono passati cento anni ma problemi molto molto simili si ripresentano anche al giorno dolci
D'altro canto Barack accanto a questo primo punto fortemente come dire egoistico
D'altra parte gli stati l'economia americana ha sempre Fiorito durante le guerre la guerra civile poi la guerra la prima guerra mondiale poi la seconda guerra mondiale poi la guerra del Vietnam eccetera eccetera eccetera quindi l'ingresso guerra sviluppo economico negli Stati Uniti è sempre stato fortissimo non possiamo assolutamente tenerlo
In disparte ci sono poi degli altri elementi invece di natura fortemente ideale si parla per esempio di un controllo e di una limitazione degli armamenti su scala internazionale
Temi non solo attuali ma futuribili si parla dell'istituzione di un consesso internazionale che poi sarebbe stato costituito in modo in modo molto limitato rispetto al progetto Hui sognano gli Stati Uniti non ne avrebbero fatto parte
Che si sarebbe chiamato Società delle Nazioni che doveva avere il compito di affrontare in che in forma di trattative e di e di dialogo le questioni le tensioni che fossero sorte in un futuro tra Stati nazioni coalizioni per cercare di evitare di arrivare a ciò a cui si arrivate nell'estate del mille novecentoquattordici cioè una guerra
Quindi un
Progetto altissimo e last but not least si parla della autodeterminazione dei popoli che nella dedizione cui sognano a si dice si chiama self determination of Nations
Quindi nazioni e non popoli va be che è una visione straordinaria secondo la quale un principio che doveva valere per a regolare i rapporti internazionali del futuro e garantire una pace stabile e duratura sarebbe stato quello che qualunque Nation
Qualunque popolo avrebbe potuto decidere avrebbe avuto il diritto di decidere del proprio futuro
Poi negli altri punti questo principio dell'autodeterminazione veniva sfocato veniva va interpretato si parlava Wilson parlava del mantenimento dell'impero austro-ungarico
Che era in evidente contraddizione con il principio di autodeterminazione allo stesso tempo parlava dalla necessità di fondare uno Stato polacco nazionale ma non parlava per esempio di fondare uno Stato cecoslovacco
Nazionale già ci sono delle contraddizioni dell'ambiguità nel progetto cui sognano ma lo ripeto benché intellettuale cui suonerà comunque il Presidente degli Stati Uniti era un uomo politico che in quel momento
Aveva in mano nelle sue mani il futuro del mondo o così l'ultima Deva così molti credevano ma così non sarebbe stato
E pessimo pensino si accennava in maniera un po'articolata è un po'variegata alla problematica dell'autodeterminazione dei popoli coloniali
Quindi addirittura cui sono enunciava l'idea che si dovesse porre fine al colonialismo
Alla dominazione dei bianchi su persone su popoli di altro colore di altra etnia di altra razza previa un percorso di maturazione
Democratica che naturalmente doveva essere tutto definito e che come sappiamo poi rimase anche questo largamente sulla carta
Quindi questo documento è un documento assolutamente fondamentale perché è un documento che rappresenta un Progetto di pace
Per il futuro un Progetto pieno di ambiguità un Progetto pieno di contraddizioni al suo interno non Progetto di pace e di stabilizzazione del contesto internazionale
Non dimentichiamoci che nel momento in cui Wilson parlava e scriveva il suo i suoi quattordici punti
In tutto in quasi tutto il mondo si continuava a combattere ci si si continuava ad ammazzarsi gli uni con gli altri certo ha dei ritmi più bassi di quello che era accaduto nel quattordici e il quindici e sedici ma la carneficina continuava
Per esempio sul fronte italiano appunto sul Piave le truppe italiane cercavano di fermare la l'avanzata austro ungarica
Ma non è l'unico piano di pace l'unico progetto di quelli di quelle fedi a cui parla di cui parlava Vittorio Mele Orlando nella citazione letta dall'onorevole Nardelli prima
C'è un'altra fede
Che in questo momento tra la figlia di diciassette inizio diciotto incominciava brillare a emergere sul contesto internazionale una fede molto diversa da quella uso Diana che lo possiamo chiamare di liberalismo democratico
è la sede della rivoluzione
è la fede dall'eruzione russa che aveva trionfato qualche settimana prima noi diciamo ottobre in realtà era era novembre però abbiamo usiamo dire l'uso di febbraio Cielo d'ottobre in realtà per il nostro calendario erano marzo e novembre quindi poche settimane prima
Lenin alla guida di un manipolo di soldati più o meno armati aveva preso il potere a Mosca a Mosca e a Pietroburgo
Ma ben lungi Daltrey del controllo della Russia ben lungi dal prenda il controllo o dal poter lanciare un progetto ideologico di di di dimensione planetaria ma il comunismo
Di per sé il bolscevismo allora veniva usato di più questo termine di per sé conteneva un progetto politico straordinariamente bello
Straordinariamente affascinante che era quello che
Ipotizzava che superata la i conflitti di classe e superati i sistemi produttivi di tipo capitalistico la rivoluzione socialista avrebbe dato vita ad un futuro
Di pace
Quindi l'eguaglianza sociale avrebbe rappresentato la precondizione della pace stabile e durevole su scala anche questa su scala planetaria
Quindi noi ci troviamo davanti a due grandi progetti politici
Che vengono enunciati in modi molto diversi ai due capi estremi dell'Europa fuori dall'Europa che fino a quel momento aveva combattuto ai bordi negli Stati Uniti e da una parte e in Russia dall'altra
E questo e questo è un elemento estremamente importante perché entrambi questi progetti politici di lì a qualche mese quando finalmente l'ostilità sarebbero ferite terminate e quando finalmente ci sarebbe come dire potuti mettere a ragionare sulla pace
Avrebbero giocato un ruolo molto importante avrebbero svolto un un un un un avrebbe avuto l'effetto di fascinazione
Straordinariamente importante su scala mondiale
Quando nel gennaio dell'anno dopo del mille novecentodiciannove il presidente Wilson arriva in Europa
E noi dobbiamo renderci conto soprattutto i più giovani presenti che non è che si prendeva l'aereo si arrivava in Europa una volta presidenti americani arrivava in Europa una volta ogni cinquant'anni come il Papa che usciva da si affacciava da qualche parte una volta ogni morte di papà si direbbe
E quindi voglio dire non non è si era allora nella società dell'immagine ma se noi guardiamo le immagini fotografiche e cinematografiche che riprendono Wilson a Parigi a Londra Roma
Nelle settimane antecedenti l'apertura del congresso di pace di Parigi che sarebbe aperto il diciannove gennaio del mille novecentodiciannove vediamo folle entusiaste
E se non accadde ma si fosse potuto andare a Berlino o a Vienna o a Budapest avrebbe incontrato le stesse folle entusiaste il Presidente americano
E possiamo anche immaginarci anche questo naturalmente fantapolitica perché non avveniva la rivoluzione russa era chiusa
In una cordone sanitario o il mondo occidentale nulla poteva toccare nemmeno con le pinze ma se Lenin avesse potuto fare un viaggio in Europa in quegli stessi settimane in quegli stessi mesi avrebbe probabilmente suscitato ci possiamo
Divertire a fare un gioco di questo tipo
Una un altrettanto forte entusiasmo magari all'interno di classi sociali diverse probabilmente Lenin tra gli operai e contadini molto di più che Wilson tra i ceti medi possiamo immaginare
Quindi questi sono due grandi progetti di pace solo due grandi idee di pace però la guerra la guerra andava avanti
E questo non possiamo dimenticarlo e la seconda data che noi possiamo dobbiamo ricordare è il tre marzo del mille novecentodiciotto non esiterò molte altre non è che vado
Di giorno in giorno di mese in mese a dicembre sono la Presidente giustamente mi mi lancia le frecce il tre marzo del mille novecentodiciotto avreste Tosca
Quella rivoluzione che faticosamente stava cercando di di di mantenersi di di prendere un po'di di stabilizzazione all'interno della Russia è costretta a firmare una pace con gli Imperi Centrali
Una pace durissima
Una pace durissima perché Jenin
E le l'Armata Rossa l'esercito rivoluzionario sovietico sono assolutamente incapaci di resistere da un punto di vista militare quindi ialine costretto a firmare una pace
Che la Germania e l'Austria Ungheria vogliono sia una pace durissima
La pace di prestito Oscar ha una duplice finalità dal punto di vista degli Imperi Centrali
La prima finalità e quella di disgregare l'impero russo
Ed è quella di poter prendere possesso o assumere un'egemonia su territori appartenenti all'impero russo precedentemente fino a quel momento appartenente l'impero russo in particolare sull'Ucraina che veniva considerata il granaio della Russia e anche in maniera molto esagerata granello d'Europa
Per poter finalmente dare da mangiare ai propri concittadini
Tare del cibo ai propri concittadini
La il paradosso di una Germania parliamo soprattutto della Germania ma anche dell'altro ieri via che fanno le offensive di primavera
Anche l'offensiva del quindici venti ventuno giugno del mille novecentodiciotto l'offensiva del suo schizzo appena ricordata la rana belli
La il paradosso che questi due Stati con due eserciti poderosi inoffensiva non erano capaci di dare da mangiare ai propri cittadini
E l'esercito austro ungarico non era nemmeno capace di dare da mangiare ai propri soldati che stavano sul Piave
Che dopo essersi mangiato tutto
Daniele Ceschin lo sa bene anche lui dopo essersi mangiato tutto compreso il mais Acerbo l'uva acerba tutto quello che era in qualche modo sporgeva in un campo in un prato in un in un terreno coltivato dopo essersi mangiato tutto nell'estate del mille novecento diciotto non avevano letteralmente più di che sfamarsi tanto che all'interno dei vertici militari austroungarici l'offensiva del suo sfizio viene chiamata l'offensiva della fame
E l'obiettivo a quanto almeno possibile stabilire alla luce dalla documentazione austriaca di cui disponiamo non era tanto sconfiggere l'Italia
Perché
Il generale austroungarici erano realistici abbastanza per capire che l'Italia non lo avrebbero potuto sconfiggere quanto quello di prendersi almeno un po'di pianura veneta un po'più verso occidente
Siamo nell'estate quindi siamo nel periodo del raccolto per poter sfamare proprio soldati quaranta cinquanta chilometri più a occidente cimici vada da mangiare ai sei settecento mila soldati che stavano sul piano ma il paradosso è questo che sono due le due i due imperi centrali sono in piena offensiva
La Germania inizia la sua offensiva il ventuno di marzo
Con la la la così detta operazione Michel che poi sarà seguita da una serie di altre offensive sul fronte occidentale
E l'altra come ho detto lo l'operazione di Teso sfizio il quindici giugno e allo stesso tempo sono paesi che non sono in grado di da da dare da mangiare ai propri concittadini
Ma presto i Tons quindi la Germania ottiene che l'Ucraina diventi dipendente
Ovvero sotto il controllo tedesco e che i tre Paesi baltici Lituania Lettonia Estonia e la Finlandia diventò indipendente
E anche questa pace
Parte l'Ucraina che l'Unione Sovietica riuscirà a recuperare nel giro di un paio d'anni ma i Paesi baltici no questa pace sarà poi vent'anni dopo
Il movente per Stalin per firmare quel fatale patto col Hitler
Che è noto come patto Molotov Ribbentrop del ventitré agosto mille novecentotrentanove che apre la strada l'inizio la seconda guerra mondiale con il quale Pa Stalin sì
Assicurava élite non gli avrebbe rotto le scatole nella riconquista dei territori baltici che della Finlandia che la Russia sovietica di Jenin aveva dovuto cedere nel marzo del mille novecentodiciotto
Quindi questo un paradosso
Las l'attacco le due offensive sul fronte occidentale e sul fronte del Piave che
Partiva dalla ipotesi di poter finalmente liberare il fronte orientale e spostare tutte le truppe sul fronte occidentale sul fronte italiano cosa che non avviene perché quei territori che a Brest-Litovsk la Germania e l'Austria si erano facilmente come dire annessi sulla carta in realtà sono molto difficili da controllare l'Ucraina è un boccone
Pesante da digerire e e il famoso grano
Che doveva arrivare dall'Ucraina e che avrebbe dovuto finalmente placcare la fame dei degli abitanti di Berlino di Vienna e delle cita degli impegni dei due imperi in realtà non arriva une arriva molto molto di meno di quello che era previsto
L'altro paradosso
è questo
E qui ci dobbiamo concentrare soprattutto sulla sull'altro Ungheria che quando l'esercito continua a combattere e sostanzialmente continua attenere anche nei primi giorni di quella che che solitamente chiamiamo la battaglia di Vittorio Veneto Marche ormai la storiografia internazionale tende a chiamare come la battaglia finale
Il termine battaglie Vittorio Veneto ha una sua storia un po'peculiare e anche di natura fortemente propagandistica per carità ma non ho vissuto tanti anni a Vittorio Veneto non voglio assolutamente offendere la città che mi ha dato ospitalità per molti anni
E il paradosso è che mentre l'esercito continua a combattere sostanzialmente obbedendo agli ordini e facendo quanto era possibile nelle condizioni appena ricordate di difficoltà materiali dell'esercito spesso all'interno dell'Impero imperano resiste più negli ultimi giorni di ottobre c'è un bellissimo libro di Fritz Weber tappe della disfatta so se qualcuno di voi
Magari non di giovanissimi lo ha letto qualche anno fa un libro pubblicato negli anni Trenta in Austria da un ufficiale austriaco che racconta tutta la guerra dallo scoppio della guerra nel maggio del mille novecentoquindici allora lui era Luserna sugli altipiani
E assiste ai primi bombardamenti fra i forti italiani forti austroungarici fino a agli ultimi giorni della battaglia di Vittorio Veneto in questo splendido libro pubblicato in italiano da Mursia e credo ripubblicato continuamente quindi lo si trova anche in libreria
Ed è è una lettura che consiglio vivamente
Ci racconta che c'erano reparti che continuavano a combattere
Mentre altri reparti facevo le valigie tornavano verso casa e mente a casa a Budapest a Zagabria appaga venivano proclamate le repubbliche indipendenti persino a Vienna
Quindi anche qui un altro paradosso l'esercito austro-ungarico
Anche qui non vorrei come dire offendere la sacra memoria del telegramma Díaz l'esercito sodali corregge sul fronte quando l'impero a cui questo esercito obbedisce la cui bandiera siamo è la bandiera di quell'esercito non esiste più
E quindi finisce la guerra in questa situazione paradossale dove da un lato i due eserciti hanno resistito l'esercito austro ungarico e l'esercito tedesco l'esercito tedesco di più dell'esercito sulla ricetta Austroungarico sicuramente mentre ciò che ha ceduto sono i fronti interni
Nel caso dell'Austria Ungheria evidentemente il cedimento è legato alla all'emergere dei fattori nazionali
Che all'emergere all'esplodere delle contraddizioni nazionali per lungo tempo tenute sopite tenuto sotto controllo represse in vario modo da delle autorità imperiali nell'autunno del mille novecentodiciotto queste contraddizioni esplodono
Nel caso della Germania
Dove una questione nazionale non c'era
O perlomeno non c'era nella misura in cui c'era per la scuderia l'intero tedesco l'impero sostanzialmente uni nazionale seppure con alcune minoranze significative pensiamo la minoranza polacca che viveva nelle province orientali
Ciò che cede
è il fronte interno
Ciò che cede è quella parte della popolazione soprattutto la popolazione operaia
Che ha tirato la cinghia e ha fatto la fame negli ultimi due inverni e che non vuole fare la fame per un altro inverno
Siamo nell'autunno del mille novecentodiciotto si annuncia un altro inverno che sarà un altro inverno di fame è un altro inverno di privazioni
Avente rendiamoci conto che
Nella Germania distrutta della primavera del quarantacinque quante immagini abbiamo visto delle città bombardate delle macerie del deserto beh nella Germania bombardata e distrutta di quarantacinque nessuno era morto di fame
Nella Germania quasi vincitrice nella primavera del mille novecentodiciotto con l'offensiva mischiare che riporta le armate tedesche di nuovo alla Marna qua a poche decine di chilometri da Parigi
Ci sono circa le stime sono difficili ma si parla di almeno seicento mila civili
Che sono morti di fame o meglio per malattie legate alla denutrizione non si muore di fame in senso stretto si muore per malattie che sono legate alla denutrizione
E non solo ma questo elemento questo questa la fine di questi due imperi l'uno disgregato dall'interno dal fattore nazionale e l'altro disgregato dall'interno dal fattore chiamiamolo sociale
Si fanno di nuovo venire in prepotentemente in primo piano
Quella parola d'ordine quella fede per usare il termine di Orlando che era il comunismo e la rivoluzione
E l'altro la tematica nazionale mette invece in evidenza la contraddizione l'ambiguità la di la problematicità del Progetto cui sognano
Che appunto parlava maniera come dire molto semplificata e molto semplificatrice di se a self determination partendo da un assunto tutto americano
Nel West questi arrivavano quattro pionieri creava nel loro villaggio piantava nuovo tiravano i recinti si metteva a fare i coltivatori o gli allevatori ed era una comunità ma nella storia europea bimillenaria comunità omogenee di questo tipo non erano mai esistite
Mai sarebbe stato possibile e non fu possibile nemmeno finita la guerra nemmeno dei trattati di pace di Parigi tirare delle linee etnicamente definite come chiedeva Wilson nei quattordici punti
Come si faceva a tirare delle linee etnicamente definite quando c'erano comunità nazionali
Difficilmente definibili peraltro come si faceva dire che uno è uno sloveno
Diciamo nella zona di Trieste quando la Slovenia non esisteva da un punto di vista nazionale
Cioè è un po'difficile come si faceva a definire l'identità nazionale di un abitante della cosiddetta Bassa atesina tra la provincia di Bolzano la provincia di Trento a nord del cosiddetto confine linguistico di Salorno dove se andiamo a leggere i nomi sulle case sono nomi che ritroviamo anche a sud del confine linguistico gli stessi cognomi familiari che ritroviamo nella attuale diciamo provincia di Trento
Invece dalla Provincia di Bolzano cioè come si fa a costruire delle linee etnicamente definite delimitate da un punto di vista nazionale
E quindi la Prima Guerra Mondiale finisce finisce con queste ideologia e con queste fedi che irrompono
Ma per certi versi
Ne quella comunista né quella cui sogni Anna trionfano
E sembra quasi paradossalmente che trionfi
Ciò che si sarebbe voluto evitare accadesse ancora il futuro
Cioè per certi versi paradossalmente trionfa quel motivo del nazionalismo che nell'estate del mille novecentoquattordici apre aveva provocato lo scoppio della prima guerra mondiale
Perché gli Stati nazionali che nascono dopo Parigi o prima di Parigi come abbiamo appena ricordato la grandissima parte di questi erano solo per finta Stati nazionali unici omogenei e delimitati
Quindi questo per sottolineare e concludo naturalmente per sottolineare l'ambiguità
La complessità del processo storico e per sottolineare il fatto che tutte le cronologie sono molto importanti ce l'ho anch'io una sottomano altrimenti non mi ricorderei le date ma
Dobbiamo spenderci conto che le guerre non finiscono mai il giorno in cui viene finita una pazzia grazie
Grazie al professor corni naturalmente più si rientra
Nell'analisi di una realtà complessa come questo ultimo anno di guerra più ci si rende conto della difficoltà della complessità di quelli che sono i problemi di come sia impossibile
Pensare in termini di bianco e di nero di di
Situazioni definite una volta per tutte passiamo adesso al nostro secondo relatore che Daniele Ceschin
Chi fa lo storico che
Studioso della prima guerra mondiale e autore degli esuli di Caporetto scritto nel due mila sei e d'Italia del Piave l'ultimo anno della Grande Guerra scritto nel due mila diciassette lo scorso anno
Si sta lavorando attualmente ve lo dico perché mi ha incuriosito in quelle che sono le note biografiche che mi hanno dato sta lavorando attualmente sulle sconfitte militari italiani in età contemporanea
E su una biografia dedicata poi a Pietro Badoglio
Il professor Ceschin ci parlerà il titolo del suo intervento e dal Piave a Vittorio Veneto le operazioni militari prego
Per intanto buongiorno buongiorno a tutti
Il mio è un compito non facile oggi perché devo dare conto di quella che è la situazione dal punto di vista militare nell'ultimo anno di guerra
Devo fare in poco tempo ma sono agevolato da due cose dai potenti mezzi della Camera dei deputati anche se gli schermi sono molto molto piccoli spero che le cartine si possono vedere
E dal fatto che non sono uno storico militare
E quindi posso avere anche una visione più laica nell'avvicinarmi al al tema della relazione della relazione di oggi
Vi parlerò di quelle che vengono definite le tre battaglia del Piave quella del novembre dicembre del mille novecentodiciassette quella che è una diretta conseguenza della rotta di Caporetto
Della seconda battaglia del Piave più volte ricordata qui la Battaglia del solstizio del giugno del mille novecentodiciotto e poi della battaglia della battaglia finale la battaglia chiamata battaglia di Vittorio Veneto e che
Già è stato ricordato
è in realtà dal punto di vista militare oltre che politico diplomatico molto più più complessa
Tre momenti tre fasi tre tempi dell'ultimo anno di guerra
Dove ovviamente si confrontano da una parte l'esercito italiano dall'altro dall'altra l'esercito l'esercito austroungarico la cartina in qualche modo dà conto di quella che è la situazione all'indomani della rotta di Caporetto ricordo che dopo la battaglia di Caporetto durante la rotta durante poi la ritirata l'esercito italiano perde un terzo dei suoi effettivi perde quasi settecento mila uomini
Abbiamo della sulle perdite sono tantissime se teniamo conto del numero degli sbandati trecentocinquanta mila del numero dei prigionieri sono duecentonovantatré mila
E poi ci sono ovviamente anche i morti i feriti undici mila morti e ventinove mila feriti
Qua bisogna ricordare le perdite dal punto di vista dei mezzi dei materiali dei viveri degli apparati logistici
Dopo esattamente due anni e mezzo di guerra l'Italia si ritrova dall'Isonzo al Piave con una linea del fronte che ha rotto è che è arretrata di centoventi chilometri e con l'unico vantaggio dal punto di vista militare
Di potersi disporre in un atteggiamento difensivo facendo perno sul Monte Grappa
L'esonero di Cadorna fu un atto dovuto un esonero già chiesto da Vittorio Emanuele Orlando nel momento in cui si insediò al Governo alla fine di ottobre del diciassette ma una condizione anche per l'aiuto degli alleati francesi inglesi che pretese esplicitamente nei primi giorni di novembre la rimozione del capo la rimozione del generalissimo
Il cambio ai vertici dell'esercito con l'arrivo di un generale poco noto ma concreto fu salutare
Di azione di organizzare in fretta il comando supremo avvalendosi della collaborazione di Gaetano Giardino e soprattutto Di Pietro Badoglio e ristrutturò l'esercito recuperando gli sbandati immettendo né i reparti forze fresche come la classe del novantanove
Potenzia l'artiglieria l'aviazione operò una revisione dell'addestramento della fanteria
Inoltre pose mano al miglioramento effettivo delle condizioni dei soldati
Della vita dei soldati ridusse la durata di turno in trincea concesse permessi licenze più frequenti e cura i bisogni delle truppe anche nei momenti del tempo libero
Dalla primavera del diciotto cominciarono ad aumentare anche gli esoneri e piccoli
La nuova strategia difensiva evito anche il ricorso alla propaganda del terrore che aveva contraddistinto la gestione di Cadorna quando invece la gestione degli uomini
Era ovviamente importantissima un aspetto fondamentale questo vale per tutti gli eserciti ovviamente non solamente per l'esercito italiano dobbiamo anche ricordare che nessuna discontinuità invece rispetto a Cadorna vi fu circa le direttive disciplinari nei confronti dei soldati questa può sembrare una contraddizione
Díaz assicurò di meno i suoi subalterni semplicemente perché la selezione di generali soprattutto di ufficiali superiori era già stata fatta da Cadorna ogni due anni e mezzo precedenti
Dell'ultimo anno di guerra cambia completamente la geografia del conflitto quel conflitto che era stato per due anni e mezzo sul fronte del Carso dell'Isonzo entrarono nuovi teatri tk il Montello e il Piave
Fecero la loro comparsa anche tanti luoghi posti nella zona di operazioni
A ridosso della linea del fuoco che attraverso la stampa quotidiana e soprattutto attraverso i bollettini ufficiali che erano strumenti più di propaganda che di informazione che raccontavano che mente una guerra molto diversa da quella reale
Ci fu un'Italia che comincio ad imparare
I nomi non solo degli eventi militari ma anche di tante piccole località poste sulla riva del Piave non più un'anonima zona di guerra ma tanti luoghi che divennero presto familiari a tutti gli italiani
Durante il novembre del mille novecentodiciassette tutta l'asta del Medio TAC chiave divenne un settore caratterizzato da una resistenza accanita e continua per giorni il passaggio di truppe
Stiamo parlando dei primi giorni di novembre truppe che si stavano ritirando e che si stavano posizionando sulla luogo la linea di difesa appunto sulla riva destra del Piave
La dimensione militare del conflitto e qui lo dico diciamo appunto perché non sono uno storico militare
Tende spesso a trascurare l'apporto dell'Arma del Genio
Fu grazie alla dieci alle dita alle opere di difesa predisposte dall'Arma del Genio in particolare dei pontieri che furono costruiti decine e decine di ponti per consentire il passaggio delle truppe anche di una parte dei civili
Le compagnie pontieri lavorarono in maniera febbrile e tutte le passerelle furono pronte in pochissime ore
Il cinque novembre del mille novecentodiciassette i ponti provvisori dovevano poi essere smontati ripiegati che al limite incendiati per non consentire ovviamente il passaggio anche delle truppe austroungariche di quelle germaniche
I lavori invece per quanto riguarda il ponti permanenti stiamo parlando di quattro punti sul Piave furono lavori di di Mina nel senso che vennero tutti minati e furono distrutti tra il nove il dieci novembre del mille novecentodiciassette
Il riposizionamento sulla linea del Piave avvenne in maniera ordinata soprattutto se teniamo conto di quello che era stato il caos delle due settimane precedenti
In maniera ordinata soprattutto nella parte del Medio Piave quella parte che va dal Montello fino al mare e che fu affidato alla Terza Armata comandata dal Duca d'Aosta
A parte la piccola testa di ponte di Zenson grazie che era stata occupata dei reparti bosniaci nei giorni immediatamente successivi alla rotta militare si era creata una nuova linea di difesa
Ci fu una piccola offensiva intorno alla metà di novembre
Uno sfondamento che arrivò una un hanno profondità di massimo un chilometro
E l'altro Ungheria l'esercito austro ungarico arrivo ad appena otto chilometri da Treviso
Fu in quella circostanza presso una piccola località chiamata Molino della sega che conobbero il loro battesimo del fuoco i Ragazzi del novantanove il cui sacrificio entrò ben presto nel mito
Complessivamente furono circa duecentosessanta mila i soldati di questa classe di leva assegnati i corpi e poi utilizzati dalla propaganda come esempio di eroismo e di virtù
Dopo questo episodio per tutto il mille novecentodiciotto divennero di fatto un soggetto collettivo e associati allo sport patriottico e militare che l'Italia stava compiendo sul Piave per resistere al nemico che alla fine vincere la guerra
Il simbolo di una mobilitazione che investiva tutte le generazioni anche quella più giovane anche quella che era appena uscita dall'adolescenza
Fu però sul massiccio del Grappa che si combatte la vera battaglia d'arresto che impedì di fatto l'esercito italiano di temere la nuova linea del fronte e di consolidarla
Grazie ad alcune opere logistica e poi rafforzate implementate a partire dal gennaio del mille novecentodiciotto il Grappa divenne la chiave di volta della Resistenza italiana
La prima difesa del massiccio fu affidata la Quarta armata che era ripiegata in maniera ordinata seguendo la Valle del Piave fino dal Cadore fino al Grappa
E in particolare alla diciottesimo Corpo d'armata che poteva disporre di quattro divisioni che coprivano praticamente tutti i settori di questo massiccio
I combattimenti ci furono fra il ventidue e il ventiquattro novembre sempre del diciassette e furono molto feroci la difesa fu molto accanita in quei giorni e furono impiegate da parte degli eserciti degli eserciti degli Imperi Centrali sia reparti dell'esercito austro-ungarico ma anche reparti dell'esercito tedesco
Le e la battaglia del resto si concluse la prima fase si concluse il ventisei novembre che nei giorni successivi ci furono solamente piccole schermaglie ci fu poi una seconda fase i primi giorni di dicembre
E questa fase terminato rosso modo nelle attorno alla vigilia di Natale quando entreranno in linea anche gli alleati le truppe francesi e quelli inglesi
Ho parlato dei delle truppe francesi e di quelli inglesi ecco questo è un nodo problematico legato a tutto l'ultimo anno di guerra legato sia la battaglia di arresto sia la Battaglia del solstizio ma anche alla battaglia alla battaglia finale
Uno dopo climatico fu subito quello relativo al numero degli effettivi al numero delle divisioni alleate da impiegare sul fronte italiano dopo la rotta di Caporetto
Nella riunione di Rapallo dove si giunse alla creazione di un Consiglio superiore di guerra con sedi a Versailles
Dove venne promosso tra l'altro Cadorna che era appena stato esonerato dal nostro dal nostro governo sia rivolto un accordo che prevedeva l'utilizzo di dodici divisioni alleate
Il tredici novembre piazze le chiese una ventina mafia Denham fosche era il comandante alleato francese rimase fermo invece sul numero di dodici peraltro questo queste divisioni non vennero subito impiegati in prima linea
Perché forse voleva attenere queste divisioni in riserva tra la Provincia di Verona e quella di Brescia nell'eventualità di un ulteriore sfondamento del fronte
E quindi la lo sfondamento però di fatto non avviene non avvenne e le truppe francesi entrarono in linea solamente nei primi giorni di dicembre del diciassette e proprio nella zona nella zona del Piave
Nella zona del Piave e una parte della zona del Grappa in particolare sul ma sul monte Tomba in questo contesto si inserisce anche un altro aspetto fondamentale l'invio sul fronte occidentale di circa centoventi mila soldati italiani che vanno a combattere quindi
In Francia
Un terzo vengono inquadrati nel secondo corpo d'armata e gli altri vengono utilizzati come lavoratori militarizzati nelle retrovie
è un'iniziativa questa che ha un carattere non tanto militare
Quasi rilevante dal punto di vista dal punto di vista militare anche se ci sono oltre quattro mila cinquecento morti
Però è importante soprattutto per dal punto di vista politico diplomatico nel senso che l'invio di truppe italiane sul fronte occidentale doveva servire soprattutto per riscattare
L'immagine negativa della disfatta di Caporetto che la disfatta di Caporetto aveva gettato su tutto l'esercito italiano in particolare sul comando sul comando supremo
è finito il primo tempo è finito è finita la battaglia di arresto una battaglia che è durata un mese e mezzo una battaglia che si è combattuta sul Grappa e in parte sul Piave una battaglia che è stata quindi diciamo la diretta conseguenza di quella che quello che è stato il riposizionamento delle truppe italiane sul sul Piave
Tra il primo e secondo tempo ci sono cinque mesi e mezzo in questi cinque metri mesi e mezzo ci sono ovviamente dei combattimenti in particolare nella zona degli altipiani ci sono cioè umilmente un uso dell'artiglieria sia sul Grappa sia sul Piave
C'è un uso anche dell'aviazione ci sono bombardamenti da una parte e dall'altra che bombardamenti che colpiscono anche obiettivi civili non solamente obiettivi obiettivi militari
E il secondo tempo
è un secondo tempo che inizia
A giugno giugno mille novecento diciotto
Anche qui dovrò fare una piccola piccola premessa
Alcune cose sono già state dette da da Gustavo Corni ma volevo
Ho in questa premessa rafforzare ancora di più quella che la situazione degli Imperi centrali perché non si capirebbe una nuova offensiva nel giugno del mille novecentodiciotto senza tener conto di quella che è la situazione appunto dei fronti interni
Io utilizzo i fronti interni al plurale perché ce ne sono molti di fronti
C'è un fronte ovviamente civile c'è un fronte legato all'assistenza
C'è anche un fronte culturale legato anche alla propaganda
Il cedimento di tutti questi fronti interni porta poi alla catastrofe finale degli imperi degli Imperi Centrali
Nel corso del mille novecentodiciotto gli Imperi Centrali potevano vantare una superiorità tattica e strategica
Nella primavera del mille novecentodiciotto al netto di quello che è stato poc'anzi ricordato da Gustavo Corni quindi tutte le condizioni dal punto di vista materiale dal punto di vista del dell'alimentazione che poi vedremo
Beh dal punto di vista tattico ma anche dal punto di vista strategico gli Imperi centrali possono ancora vincere la guerra
Se teniamo conto di questi aspetti
E quindi
Il comando militare tedesco sceglie di concentrare tutti i suoi sforzi sul fronte occidentale in una nuova offensiva che sarà la campagna di primavera
Sottovalutando una cosa però molto importante che i Paesi dell'intesa possono vantare possono contare su una maggiore produttività e organizzazione logistica e possono vantare ovviamente anche su una migliore condizione alimentare
I fatti se l'esito dell'offensive primaverili sul fronte occidentale ridiede morale all'esercito tedesco la spallata decisiva non arrivo si può avere anche una superiorità tattica e anche una strategica
Ma se non se non ci sono le Riserve se non ci sono condizioni favorevoli del fronte interno le battaglie non si dicono
La spallata decisiva quindi non arrivò fino alle Stati tedeschi inflissero perdite altissime ai francesi a britannici e statunitensi
Ma da quel momento cominciarono ad accusare la stanchezza delle truppe
Tanti piccoli successi tattici non riuscirono a modificare il quadro strategico le Riserve si esaurirono durante quegli sforzi e l'esito della guerra a quel punto era segnato
Le condizioni generali soprattutto quelle alimentari non erano certamente migliori tra gennaio e febbraio del mille novecentodiciotto circa mezzo milione di tedeschi scelse lo scesero in piazza a Berlino Amburgo Colonia in altre città tedesche
Chiedendo due cose pane e pace
Manifestazioni che vennero represse ovviamente con lo Stato con lo stato d'assedio
Era evidente che il blocco economico costituiva una vera arma di guerra che violava tra l'altro la legislazione internazionale ed era capace di cercare qualsiasi resistenza anche la resistenza di un esercito poderoso come quello tedesco
Nella primavera del diciotto anche la situazione dell'altra Ungheria si aggravò progressivamente per le conseguenze del blocco economico
Il fronte interno mostrava ormai delle crete evidenti la fame colpiva civili e militari e le truppe erano costrette le provvigioni assi come è stato ricordato nei territori occupati
Nel gennaio del mille novecentodiciotto era esplosa la delusione anche qui delle masse popolari e la riduzione dei generi alimentari aveva provocato un'ondata di scioperi nelle fabbriche militarizzata e l'uscita di scena della Russia non aveva portato i benefici sperati e a preoccupare non soprattutto le spinte centrifughe delle varie componenti nazionali e cominciarono a far temere un collasso improvviso
Peggiorano le condizioni delle truppe in alcuni reparti il peso medio dei soldati dell'esercito austro-ungarico arrivo a cinquantacinque chili in alcuni reparti ungheresi
Il peso medio era addirittura di quarantotto chili ripeto quarantotto chili
E anche per questo si moltiplicarono nella primavera tra la primavera e l'estate sia prima che dopo l'offensiva
Le diserzioni è interessante notare come le diserzioni il maggior numero di reti diserzioni nell'esercito austro-ungarico come spesso succede
Avviene prima dell'offensiva di giugno nella previsione quindi di una di un di una carneficina cui stavano andando incontro i reparti
Le ultime speranze quindi della duplice monarchia vennero imposte in questa offensiva l'offensiva di primavera
In cui furono gettate praticamente non solo tutte le risorse disponibili tutte le riserve era l'estremo tentativo di vincere la guerra o di conquistare come è stato ricordato prima qualche decina di chilometri
Ma era anche il tentativo di fermare quelle che erano le pulsioni centrifughe delle varie componenti etniche l'attacco era stato previsto inizialmente per il venti di maggio venne spostato all'undici giugno e poi al tredici come operazione la fine che si realizzò in Lombardia
A partire dal quindici giugno l'esercito italiano si trova a fronteggiare una poderosa offensiva a tenaglia dagli altipiani fino al mare
Si tratta di un fronte che lungo circa cinquantacinque chilometri un fronte quindi molto molto ampio e questo alla fine costituì era un errore
La Battaglia del solstizio venne affrontata con una disposizione tattica
Esemplare dal punto di vista dell'esercito italiano avevamo in linea quattro armate la sesta Armata posizionata sugli altipiani la Quarta Armata posizionata sul Grappa l'Ottava Armata posizionata sul Montello
E infine l'armata principale quella più importante quella che reggeva tutto il peso del medio basso Piave la Terza Armata comandata appunto dal Duca d'Aosta
Le difese approntate dall'esercito italiano consistevano in otto sistemi difensivi paralleli che partivano dal Piave che arrivavano fino al Po ed erano stati costruiti proprio nella primavera del mille novecentodiciotto in previsione di questa nuova offensiva
Il primo il primo sistema difensivo distava pochissimi chilometri e dalla linea dalla linea del fronte ed era collegato con il campo trincerato di Treviso che era stato munito proprio nelle settimane precedenti
Da parte dell'Austria Ungheria il gruppo di esercito porpora o Heavy c'era costituito da due armate era quello che doveva puntare immediatamente su Treviso e poi alla fine su Padova
Mentre alla Sesta armata fu assegnato il compito di forzare il versante nordorientale e puntare quindi suo terzo su San Donà e poi su Mestre
E quindi un arrivare a conquistare anche dal punto di vista simbolico l'obiettivo più simbolico che reale l'obiettivo di Venezia conquistare Venezia come era stata la conquista di Udine qualche mese prima avrebbe rappresentato dal punto di vista anche della propaganda austroungarica un obiettivo fondamentale
Alle tre alle ore tre del quindici giugno l'artiglieria austriaca cominciò a martellare tutte le posizioni italiane dalla valle dell'Astico fino al mare
Attraverso il fuoco di copertura
La risposta fu quasi immediata e dopo appena cinque ore dopo appena cinque ore il volume di fuoco dell'esercito dell'esercito italiano quindi dell'artiglieria italiana
Era addirittura superiore a quello dell'esercito Austroungarico
Sul massiccio del Grappa dove operava la Quarta armata le prime difese italiane vennero travolte
Però qui i combattimenti Lura durarono appena tre giorni dal quindici al diciotto di al diciotto di di giugno
Passando al fronte del Piave
Passando al fronte del Piave dobbiamo ricordare la conformazione di questo fiume
Intanto bisogna ricordare che il Piave oggi si transitate si vi trovate a passare ad attraversare il Piave
Vedete quasi un rigagnolo uno un praticamente un fiume torrentizio
All'epoca la portata del Piave era di otto volte superiore a quella attuale ovviamente in cento anni sono cambiate molte cose gli usi ovviamente idroelettrici che Lusi soprattutto agricoli hanno portato Dini impoverimento del fiume
Del Piave e quindi quando viene scelta Gianni il ottobre-novembre la nuova linea di difesa era stata fatta anche questa valutazione dal comando supremo dal comando supremo italiano
Passando al fronte del Piave dobbiamo ricordare che l'albero è molto diverso abbiamo una zona quella che dal Montello arriva fino grosso modo a altri insomma che è una linea che lungo circa ventiquattro chilometri questo questo settore che è caratterizzato da un letto molto ampio
Un letto molto ampio e in questo settore il fiume si divide i numerosi Bracci per la presenza di isolotti le così dette grave
Che possono costituire che potevano allora costituire degli utili teste di ponte per gli eserciti attaccanti in questo caso per l'esercito austro-ungarico
Il tratto invece quello inferiore e quello che grosso modo vada Zenson di Piave fino a San Donà e poi fino al mare
è un tratto più corto dove l'alveo è più stretto via e gli argini sono molto più alti
Ecco il primo sfondamento avviene sul Montello il Montello viene occupato una parte del Montello già all'alba del quindici giugno
I barconi passano il fiume in tre punti
E complice anche complice anche l'errore fondamentale del generale Pennella le truppe austroungariche piombano su Nervesa della Battaglia poi detta della battaglia rendendo inefficace nelle prime ore qualsiasi contrattacco
Il giorno successivo l'aumento del livello dell'acqua del Piave
Rese difficoltosa la costruzione di ponti di barche e quasi impossibile l'afflusso di rinforzi per consolidare le già fragili teste di ponte costituite nei vari settori
Quindi abbiamo anche un aiuto da parte della natura negli ultimi mille ore immediatamente successive a questa offensiva
Però lo sfondamento avviene sulla nella zona del Montello viene occupata nel resa che viene praticamente viene fatto terra bruciata dell'abitato di nel resa di altri tre comuni del Montello il giorno diciassette i gli attacchi vengono contenuti dall'artiglieria italiana
E la controffensiva avviene solo il diciannove quella vera e propria avviene solo il diciannove di di giugno
Sul Piave le ostriche ci come potete vedere dalla cartina riescono a sfondare non solamente nella zona del Montello ma sfondano anche in un altro
In un altro
Settore ed è il settore più più a sud
è il settore che va sostanzialmente dal Montello fino che va dalla zona vedete la zona segnata in rosso va sostanzialmente dalla zona di senso un fino San Biagio di Callalta in realtà fino fino alla zona di San Donà
Gli altri ac arrivano anche qui in questo caso a pochi chilometri da Treviso e decisiva però sarò in ogni caso la decisione che avviene la sera del venti di di giugno da parte del dell'imperatore Carlo di ritirare le truppe al di qua del Piave sulla riva destra del Piave
Si è calcolato che durante la Battaglia del solstizio l'artiglieria austroungarica spara seicento mila proiettili caricati a gas
Non sono gas Comedy iprite come il fosgene sono gas più poveri però sono gas che comunque provocano delle perdite nelle file dell'esercito italiano
Esercito italiano che tra l'altro dopo Caporetto aveva adottato una nuova maschera antigas e molte erano state le esercitazioni nella zona del Piave proprio nelle settimane precedenti
La Battaglia del solstizio termina con delle perdite altissime per l'esercito austro-ungarico
Abbiamo una perdita di perdite che ammontano a quasi centocinquanta mila uomini undici mila morti ottanta mila feriti venticinque mila dispersi e ovviamente poi ci sono anche i prigionieri
Sostanzialmente durante la Battaglia del solstizio l'esercito austro-ungarico perde gli stessi uomini che l'esercito italiano aveva perso durante la battaglia della Bainsizza quella l'undicesima battaglia dell'Isonzo
Fibe perché è già stato ricordato prima
Scrive in quei giorni l'ultimo atto atto della tragedia di giugno è stato terribile all'alba dopo che abbiamo respinto un violento attacco degli italiani arriva la notizia che a nord del nostro settore la linea rotta e le truppe fuggono
La catastrofe avviene i resti della fanteria sgombrano le trincee corrono verso il fiume un fuoco violentissimo li insegue e l'acqua gialla del Piave ribolle sotto le esplosioni interrotte delle granate
Non si potrà mai stabilire quanti uomini vengono travolti le acque del Piave portano verso il mare un numero enorme di cadaveri
La stampa italiana ovviamente esaltò lui sono delle truppe che si erano battute per una settimana per respingere l'offensiva austriaca
Riscattando in questo modo la sciagura di Caporetto e facendo dileguare l'ombra sinistra che si era allungata sui suoi soldati otto mesi prima
La retorica non lasciò al nemico nemmeno l'onore delle armi del resto eravamo nel clima patriottico e militare che seguiva il fallimento dell'ultimo tentativo dell'Austria Ungheria di vincere la guerra e passo al terzo e ultimo tempo Vittorio Veneto c'è anche un quarto tempo ma il tempo che mi ha dato la presidente per per concludere in maniera in maniera molto molto rapida
Riassumo vi risparmio demente tutti i dettagli magari se ci saranno gli atti del convegno potremmo anche
Dare conto di tutti i particolari
E e anche del contributo che è stato dato ovviamente anche dall'esercito dall'Esercito Italiano oltre che dagli altri eserciti ma occorre
L'obbligo di ricordare una cosa importante sul fronte occidentale come è stato ricordato prima
L'offensiva che era stata sterrata ad agosto
Da parte dell'intesa continua per alcune settimane
Cominciarono però cedere i fronti minori quelli che noi consideriamo minori dal punto di vista ma dal loro punto di vista tanto in tanto minori non sono i fronti nei Balcani in Medioriente segnali di resa ridavano dall'Austria anche anche dall'altra nel mese di di settembre ed è stato ricordato all'uscita della guerra da parte della Bulgaria
E Orlando ovviamente convinto che sono un chiaro successo militare avrebbe consentito all'Italia di cogliere politicamente i frutti della vittoria sollecitò Viazzo titubante Diaz a preparare un'operazione risolutiva
L'Italia infatti non poteva permettersi né dal punto di vista militare ma soprattutto dal punto di vista politico diplomatico di veder finire la guerra con le truppe austroungariche ancora sul Piave
L'esercito italiano affronta la battaglia finale come una forza inferiore numericamente rispetto a quella dell'esercito austro-ungarico ma con una superiorità di mezzi e di materiali
Di pezzi di artiglieria di aerei
E dal punto di vista strategico l'esercito italiano poteva contare su una cosa che non aveva utilizzato bene a Caporetto dodici mesi prima
Poteva contare sulle riserve della nono Armata che erano disposte tra Treviso i la provincia di Verona di Rovigo la notte del ventiquattro ottobre inizio l'offensiva sul grappa
Mentre portamento del Piave proprio per ragioni legate anche in questo caso all'aumento del del livello del fiume vennero ritardate di quarantotto ore
I reparti del massiccio del Grappa sostennero da soli per quarantotto ore tutto il peso della battaglia e si procurarono per quasi una settimana contro le difese dell'esercito austro-ungarico
è vero perdite enormi circa ventiquattro mila tra morti e feriti
Sostanzialmente noi perdiamo in questi due giorni quasi lo stesso numero di soldati che avevamo perso nella battaglia di Caporetto secco teniamo morti i feriti
Nel Medio Piave l'iniziativa viene affidata alle truppe britanniche compatta comma comandate dall'Okavango
E in particolare alla Decima Armata quella che deve creare dei testi delle teste di ponte
Nella zona
Nella zona di cima dormo vista mio come ho detto colleghe
Tutti i dettagli dal punto di vista appunto militare e e arrivo veloci velocemente alla conclusione chiedo ancora un paio di minuti alla presidente
La scelta del Grappa come settore cui dare il via alle operazioni fuga fu legata sia a motivi strategici sia fattori casuali come ho ricordato prima
Sfondare sul massiccio del Grappa che costituiva il centro dell'arco tenuto dalle truppe dell'impero avrebbe comportato la separazione delle forze del Trentino da quelle del Piave quindi avrebbe creato una rottura sostanzialmente fra all'interno proprio un cuneo all'interno delle forze austroungariche
La montagna presentava una linea difensiva formidabile tenuta dai migliori reparti dell'esercito avversario che si battono giusto quello che veniva ricordato prima ci sono dei reparti che continuano a battersi per giorni nonostante i fronti interni Stigliano cedendo un secondo fattore dato dalla questione delle Riserve avversarie in realtà all'osteria ci avevano già rinunciato fin dall'inizio al cosiddetto gioco delle Riserve
E ciascun settore poteva contare sul massimo delle forze disponibili cioè non c'erano più soldati da mandare in prima linea
La configurazione geografica del fronte che divideva tra loro le grandi unità dell'esercito rendeva impossibile un rapido spostamento di truppe verso un settore e minacciato
Di fatto nessun corpo d'armata Austroungarico venne spostato nel corso della battaglia quindi nel giro di otto giorni nessun reparto viene spostato da una zona all'altra
Altro elemento cruciale riguarda il numero e il peso degli ammutinamenti aggravato dall'applicazione dall'armistizio del del tre novembre
Fu rifiuto di obbedienza di molti reparti a rendere problematici Contin contrattati tattici soprattutto nel Piave sul sulla linea del Piave
Per gli austroungarici e qui c'è anche una guerra dopo la guerra nel senso c'è anche una guerra non tanto tra gli storici ma degli dell'IST dei militari che si improvvisano storici negli anni Venti negli anni Trenta
Per gli austroungarici la vittoria italiana altro non fu che la combinazione di una serie di manovre cito da tempo di pace
Ottenuta grazie al venir meno di ogni resistenza morale è giustificato dalla penuria alimentare e dalla carenza di tutte le materie prime che affliggeva le potenze centrali
Infine era stato tenuta sempre secondo la lettura austroungarica solo grazie all'intervento degli inglesi e degli e dei francesi
Da parte italiana ci fu ovviamente la giusta rivendicazione della tenace difesa dell'esercito austro-ungarico contro cui si erano battute le nostre truppe
E a dispetto di tutte le osservazioni critiche che si possono muovere alla versione ufficiale quella che sostanzialmente è stata sì mitizzata solamente negli ultimi vent'anni
La battaglia di Vittorio Veneto rimane per molti aspetti una delle vittorie più significative di un Paese che non può vantare troppi allori militari i suoi oltre cento cinquant'anni anni centocinquant'anni di storia
Un bilancio dei giorni della vittoria e si segnato da un'alternanza di luci ed ombre
Ma forse proprio questa sua intrinseca ambiguità gli consente di porsi ancora oggi come uno dei fattori di origini irrinunciabili della nostra dimensione nazionale grazie
Ringrazio Daniele Ceschin mi scuso con lui per aver dovuto chiedergli di ridurre i tempi del suo intervento do subito la parola a Mario Isnenghi
Per il suo intervento sull'Italia di Vittorio Veneto e la vittoria smarrita Mario Isnenghi è professore emerito all'Università Ca'Foscari di Venezia
E presidente dell'Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea si è occupato di Storia del Risorgimento della cultura fascista e di memoria storica
Il suo campo principale di studi è però la prima guerra mondiale prego professore Isnenghi
Buongiorno
Devo anzitutto
Congratularmi con gli organizzatori per questo strano titolo che era andato all'incontro l'anno della vittoria
Voi avete sentito così due relazioni penserete perché strano abbiamo sentito argomentare documentali che la vittoria c'è stato
E ho capito ma siamo in pieno anniversario di Vittorio Veneto mi sembra che siamo ancora nell'anniversario di Caporetto
è così
Credetemi sono sempre in giro a fare chiamato ora questo o quell'ente
Conversazioni sulla Grande Guerra e vedo la difficoltà strapparsi dalla naturalezza della condizione italiana perdere
Caporetto sembra corrispondere proprio a un modo di essere che si attribuisce a se stessi
Come si
Dopo quel quindici giorni a cavallo tra ottobre e novembre diciassette non non ci fosse stato l'anno successivo con tutte le problematiche del caso sono state ben riassunte fino a poco fa
Perciò abbiamo convenuto l'organizzatore di dare questo titolo
Alla mia breve relazione la vittoria smarrita cioè la vittoria
C'è stata
Però possiamo definirla in questo modo smarrita vedete che è un po'più impalpabile vago che non perduta forse si potrà ritrovare
Cosa voglio dire con questo che tutti sanno quanto soffriamo accentuando l'istanza della sindrome di Caporetto
Paradossale a quanto pare soffriamo anche della sindrome di Vittorio Veneto
Soffriamo della sindrome della vittoria
Ben guardate che non è una infatti inflazione mia per la ragioni polemiche
Io mi sono sempre mosso
Beh sempre con maggiore consapevolezza nel corso della mia carriera di studioso tra i fatti realmente avvenuti e il ricordo a memoria ma anche subito le percezioni dei fatti
In fondo fino al principio lavorato su Caporetto che nasce proprio come percezione di qualche cosa che non sta avvenendo ma si crede che avvenga la rivoluzione ma
Non stava avvenendo
Però molti a partire già all'età adulta lo scrive nel suo famoso comunicato al ventotto ottobre pensa che molti soldati abbiano volutamente
Gettato il fucile per far passare nemico perché erano disfattisti su dati dai russi ad AN
Non è vero
Ma per molti è come se fosse vero e allora è vero è vero in un altro ordine di verità che non è quella fattuale naturalmente è quello dell'immaginazione tredici poco
Noi siamo anche quello che immaginiamo di essere
Quelli che incontriamo continuamente sono quelli che noi ci avrà figuriamo
Mentre cioè il continuo tra fattualità cercata e visioni delle cose nel vivere ma non è mica tempo
Ma impedirvi di fare studi accurati e decidere che cosa sta avvenendo compia il veramente che fonte
Vi agisci Scelli
E naturalmente Shelley molto sulla base di pare giudizi perché per i giudici ci vuol tempo accentuarne istanza non siano ancora qui a discutere che cosa è veramente avvenuto
In certe fasi cruciali c'è proprio nei momenti più importanti lei ovviamente si addensano i dubbi
Le scelte alle quattordici quindici poteva l'Italia o non poteva scegliere diversamente non entrare in guerra asse Giolitti
Mangiando novecentoquindici avesse deciso di assumere il governo non avrebbe potuto Alitalia rotolare all'indietro la storia e ritornare alla pace no sì forse
La storia è fatta di forse
Ma quanti sono realmente interessati all'accertamento di ciò che è davvero avvenuto
Quando poi il davvero avvenuto a che fare con i il pensiero delle cose che stanno avvenendo diventa sempre più difficile vigente mente l'accertamento di che cosa
Sul piano dei sentimenti delle immaginazioni avviene dentro Dinoi dentro di noi che guardiamo loro il ruolo di cento anni fa una parola
Una parola capire il cui Infanti dello fine ottobre del primo novembre pensavano davvero
Pensavo di tornare a casa
Oppure si era aperta una falla di fatto e si infilavano in questo e una speranza tiella ritorna davvero a casa cominciava ad animare qualcheduno Louis si io no ma forse una parola
L'immaginario collettivo non tante volte molti di voi pronunciano tranquillamente un'espressione così gravida di interrogativi di dubbi come farlo perforare la scorsa andare dentro e a capire che cosa è avvenuto
Da vettori accertata davvero
Ma non ci pare ovvero
Prezzolini che era un intellettuale molto
Capace di influire sull'opinione pubblica allora e che parecchi giornalisti pubblicisti delle generazioni successive hanno assunto e dichiarato come loro maestro
Dico addirittura Indro Montanelli sto parlando Giuseppe Prezzolini fondatore e direttore della Voce quello che scrive
Velocissimamente tre libri piene di documenti ad argomentazioni perché l'abbiamo una messa lavora durante la guerra proprio raccoglie documenti sull'oggi
Per la storia dell'immediato questi tre libri scritti e mandati svolta diciassette diciotto e diciannove cominciamo subito a smontare Vittorio Feltri tutto esagero ma niente non esageriamo questa Vittorio Veneto trovandosi immediatamente a incrociare quello che è appena stato ricordato danese scrive subito comincia a dire agli autocarri va be
Si capisce
Sono i nemici che non si aspettavano di perdere e men che meno si aspettavano di perdere o gli italiani diamoci un po'dalla loro parte
Dalla parte degli austro-ungarici perdere proprio
Dai primi ribelle
Del mille ottocentoquarantotto quelli che hanno dato il cattivo esempio
Agli ungheresi per cui poi gli altri ha già dovuto comprarsi gli ungheresi perché smettessero di fare la rivoluzione si associassero loro a tenere sotto gli altri popoli insomma è dura glielo ho lavorato negli ultimi anni proprio sui viali
E la memorialistica di parte austroungarica tedesca
E vedo come sia proprio una cosa
Terrificante per il loro senso di sé perde la guerra proprio italiane fanno tutto nell'ottobre del diciotto per darsi vinti
Al Presidente degli Stati Uniti
Alé
Al Presidente degli Stati Uniti si può fare
E alla fin fine devono risolversi non ce la fanno più Rafa ammenda aggregazione
La desegretazione per linee nazionali all'interno del vero devono risolversi a finire a Villa Giusti ma è la cosa più brutta e loro comincerà mediatamente appunto in questi diari e poi in queste memorie di reparto
Di singoli nei dieci dei quindici e vent'anni dopo quando l'Impero non c'è più
L'altro è diventata piccola piccola che cosa c'è ancora se non il ricordo di sé quando si era
Grandi
E allora bisogna ma Zambia cominciato a farlo subito ad ottobre novembre diciotto negare quello che sta avvenendo
Gli italiani non verranno all'attacco perché
Perché sono figli di Machiavelli oltre che non sapeva fare la guerra e quindi aspettano di recuperare diplomaticamente le terre che hanno perso militarmente
Fonti italiane vengono attacco ma nei loro diari e memorie stava scritto
Ma lei lo stiamo perdendo italiani stiamo perdendo dai britannici dei francesi
Ovviamente la struttura Fia ancora francese
Accolto a braccia aperte questa dichiarazione di avere vinto da guerra anche sul fronte alto italiana e gli italiani qui salta fuori bensì la sindrome di Caporetto combinata con la sindrome di Vittorio Veneto
D'altra parte la storiografia specie Conte pluralistica io penso che sia una prosecuzione la politica con altro mezzo non mi meraviglio quindi quando trovo tutta una serie di libri di storia nati all'estero in cui a quella italiana non c'è e se c'è c'è esclusivamente perché ha poi detto questa è la norma
è vero che con le mie pubblicazioni ho contribuito anch'io a a fare emergere protagonisti Ca'mente Caporetto ma io volevo mettere alla prova quello che diceva il generale Cadorna ed altri
Era la rivoluzione
Questo cercavo tanti anni fa non viva la rivoluzione e non essendo la rivoluzione
Io andavo in cerca del tutti a casa
Quindi
Ho cercato di capire che cosa pietra sapore territorio vento come anche se arrivavi tormento e non c'è nessuno il fatto che alla fine si sia vinto non mi sento per questo prigioniero dell'epica nazional fascista perché riconosco che l'Italia alla fine ha vinto
Ma guardate che non è ripetutamente fatiscenti o nell'altro genio l'altro giorno facevo un seminario sono d'anteguerra tanto per cambiare
Dentro una sede molto particolare un'associazione d'arma
Vedo un manifesto per l'occasione manifesto relativo a Milano centodiciotto lo leggo leggo fino alla fine
Come va a finire
Va a finire con la fine della guerra
Non c'era Vittorio la fine della guerra
A ogni tre o quattro novembre giornalisti che mi telefonò dicendo Solfrizzi ammonti anniversario della fine della guerra
Se l'avversario dell'arrivo della pace
Sì lasciata la vittoria
Non gli viene proprio in mente che ci possano essere almeno tra i vari lati della questione anche questa circostanza fattuale non precipita ma fattuale che questo Paese sia riuscito a riorganizzarsi dopo la Scoppola come quelli Caporetto
Ma non è quello che dovremmo vorrei capire perché mai ci si è riusciti
Naturalmente se queste sindromi
Tantissime rispetto all'andamento dei fatti si formano da questo non avviene senza ragione
è un fatto anche questo un tormento proprio secondo le mie regole che sono fatti anche i sentimenti ed percezione
Se noi non ci rendiamo conto della grande vittoria che è stata petrolio mentre ce la prendiamo così facilmente perché
Produce ragione ci sarà le ragioni quali possono essere
Oggi accentua l'istanza è evidente qual è la ragione noi amiamo la pace
Rinunce capaci ti amo proprio non si capacita ti amo che una parte una parte
Dei popoli europei abbiano voluto fare da guerre ognuno si sia inventato le buone ragioni per farla più diverso
Le più diverse ragioni e qui
Ci avviciniamo a ad altre concause del vittoria smarrita
Sapete che c'erano i neutrali visti oltre che gli interventisti prima grande divisione
Non è che il venti maggio mille centoquindici perché il Parlamento vota cani socialisti cretini di guerra questi rifiuti della guerra anziché al più ci sono dentro serpeggiano percorrono lo stato d'animo della gente quelle divise quella lui divisa le mamme le spose le famiglie ci sono questi rifiuti queste obiezioni che si esprimono e alcuni con la diserzione con l'ammutinamento ma sono minoranze rispetto a un malessere serpeggiante quando arriva a Caporetto ci si chiede allora questo pose e l'esito
Abbiamo già detto
No non lo era
Ma si suppone che lo sia e questo conta
Ma anche gli interventi che erano stati decisi anche i fautori della guerra
Avevano in mente una guerra diversa
Subito perpetrate circa le quindici durante e sempre di più tra il diciassette e diciotto e le cose si chiarificare ed esplodono a guerra vinta
Che Guerra ha vinto l'Italia
Perché ha fatto la guerra
Quali erano i suoi scopi di guerra si possono dire almeno adesso sapete che gli scopi di guerra
I governi tendono a tenerli abbastanza celati come si fa in qualunque trattativa come ognuno di noi fine una trattativa trattativa anche d'ordine privato figurarsi la trattativa
Ma realizzata d'ordine pubblico se uno va a dire esattamente cosa buone
Ma soprattutto i nazionalisti
Uno dei tipi di interventismo in campo
Parla intende riprendere sempre di più
Ma è la sua dottrina
Che cos'è il nazionalismo di Rocco di Corradini così diverso dall'idea di nazione di Giuseppe Mazzini potuti massicce inazione il nazionalismo dice
Alla storia si fa con la guerra
Ogni Stato si è costituito vincendo e non perdendo la guerra e ogni volta che ha vinto a aumentato il patrimonio dello Stato deve secco concezione patrimoniale dello Stato
Dunque sì abbiamo vinto abbiamo vinto segno vettoriale confine del Brennero ma i tedeschi
Bastano cinquecento anni e diventeranno italiani
L'Adriatico
Golfo della Serenissima tutto
Ma agli slavi
Il Davide morta sotto non abbiamo battuto gli attrezzi per sostituire gli altri azionisti la
Sì solo che il diciassette diciotto erano stati attraversati da tutta una politica viceversa di avvicinamento agli slavi che corrispondeva bene all'idea
Grosso modo dell'interventismo democratico liberaldemocratico e socialdemocratico diciamo da Amendola il futuro leader dall'Aventino appisolati il socialista riformista poteva andar bene anche a Battisti quanto ci si è interrogati se battisti avrebbe accettato se fosse stato ancora vivo
è un Presidente del Consiglio mancato
Lo dico si diventa presidente del Consiglio Bonomi
Credo proprio che Battisti avrebbe saputo fare di più siamo sulla linea dei socialisti riformisti del socialismo compatibile con la pace ma Battisti non c'è più ma bisogna che muore presto subito dopo la guerra e sormontati
Che il gruppo nel gruppo dirigente dell'interventismo democratico che Possa rispettare quello che tra il diciassette diciotto e si è fatto come propaganda cioè la linea di amicizia con i popoli slavi e non di contrasto e contrapposizione
Pensate che
Il Corriere della Sera che è uno dei baluardi del volere entrare in guerra
Corriere di Luigi Albertini giornalisti i grandi giornalisti del Corriere sono sguinzagliati per tutto il fronte vivono praticamente al comando supremo Vanzini Olivetti Frattaroli
Tutta una serie di altri
Gatti
Renato Simoni la più famosa il più famoso tesoretto inizierà tradotta ma è fatta di disegnatore del Corriere dei Piccoli è diretto da Renato Simoni il come gioca poi critico
Teatrale del Corriere Gatti che è il lo storico del comando supremo male il critico militare Corriere della Sera insomma e il Corriere è il partito liberale tra i civili e al fronte
E lì io maturano anche le idee di amicizia con i popoli slavi Mazzini mattino immagine Italia è il parere di Mazzini dobbiamo quindi fare il Paese guida rispetto alla
Nascita degli stati slavi dentro all'Impero asburgico contro l'Inter all'olimpico
Come arma di guerra Bazzi come arma di guerra come arma di propaganda fessi perché no propaganda tra diciassette e diciotto
Ma Borgese lo scrittore autore di Roubaix che secondo lui secondo i conteggi scrive quattrocento articoli sul Corriere
Di guerra e quasi tutti di politica estera non di cultura
Forse il numero un po'anteriore ma con un rischio moltissimo siccome non firmava lo faceva firmare
Gli studiosi dicano che sono comunque centinaia bene proprio Borgese che porta avanti questa linea chi dichiara essere mazziniana di avvicinamento ai popoli usare Ojetti altro corrieri sta
Eh l'ha detto alla propaganda e ludiche prepari i manifesti li scrive li fornisce a d'Annunzio che di butta giù dalla dalla quando al volo di Vienna
Con gli enti che
è un uomo che sa quello che fa e forse più cinico di Borgese prende le sue lettere alla moglie non è che nasconda per intero che quando viene che quando cade qualche bombetta
Austriaca su un monumento italiano
Pazienza per il monumento bene per la propaganda e per quanto riguarda il rapporto con gli slavi
Intanto facciamo il patto di Roma e mostriamo ci mazziniana mente amici di questi piccoli e giovani popoli rispetto a cui il grande popolo italiano può fare da capi in testa
E poi si vedrà quindi l'ambiguità cita dentro
All'interno proprio del la rappresentazione che si fa della guerra nel nel
Testa pensante
Della guerra che si colloca in buona parte al Corriere perché il Governo Salandra Boselli anche Orlando
Quanto credono a una guerra vide di ragionamento di argomentazione specialmente Sonnino Orlando un po'si avvicina a questa nuova linea di politica estera al ministro degli esteri ma il sondino e quindi la duplicità l'ambiguità rispetto a quel che si farà veramente
Rimane anche al Governo non viene mai risolta
Quindi che
Il Brennero e ancor di più la Dalmazia
Diventi il vessillo intorno a cui ci si misura il diciannove venti e ventuno è qualche cosa con che comincia ad esserci già durante la guerra è è il segno di una
Diversità di visuale
Questo l'ho ugola
L'idea della vittoria perché si è vinto ma qual è il senso di questa guerra
Si è vinto perché ci si espande raggiungendo il Brennero anche se prendiamo in questo modo i tedeschi
Sì tant'è che si prendono dentro anche nei nuovi confini degli sloveni
Ma non si era tanto parlato di irredentismo non si crea in questo modo l'irredentismo altrui certo che essi ma questi sono problemi di quelli che
Hanno matrici liberaldemocratiche e vogliono continuarli attenere viveri come ispirazione del far politica
Ma perché vive di Realpolitik questo il ministro gli estri queste son meno liberale con Luca cioè non è che possiamo gettare tutta la colpa sui fascisti che non ci sono ancora
O sui nazionalisti che invece ci sono ma non sono poi tanti è che la linea di confine tra i nazionalisti e liberal conservatori e governanti
Abbastanza opaca
Perché in effetti è difficile stabilire quand'è che si è vinto
Si è vinto liberando Trento e Trieste e il fiume
Ma nel Patto di Londra il fiume non c'era sì c'è perché i fiumani la vogliono Acea per l'autodeterminazione dei popoli
Allora fiume sì perché c'era il Patto di Londra e e la Dalmazia allora
Ma le città sulla costa sono piene di Leon di Venezia lei colonne romane gli anfiteatri sì ma basta andare di dire un chilometro due dentro e trovi contadini slavi
Di nuovo qui
Gli alfabeti CPC
Si complicano
Quali linguaggi politici ad operare ecco quindi voglio dire che lo smarrimento della vittoria comincia subito comincia già durante la guerra e si sviluppa del diciannove e venti quando poi c'era da grande
Battaglia postuma dei socialisti contro la guerra che non hanno saputo impedire quattordici e quindici
Ma vogliono almeno esprimere tutta la propria contrarietà a posteriori
Comprensibilissimo dal punto di vista umano sentimentale ideologico di principio ed anche elettorale tant'è vero che nelle elezioni del novembre il Partito socialista diventa il primo partito d'Italia
Centocinquantasei deputati proprio perché interpreta questo no alla guerra che esplode a tutto tondo
Dopo tale dovuto camuffarsi danni aderire né sabotare voluto più utilmente tatticamente nel corso della guerra
Naturalmente anche se il Partito socialista e le sinistre insieme hanno tutte le loro ragioni politicamente rispetto alla gestione del dopoguerra
Però tutto questo si infrange all'indietro in un modo complicato di dirle quello che è appena venuto cioè il fatto che il Paese e recita vince la quarta guerra certo se uno è si sente si dichiara si muove come effettivamente un internazionalista
Poi infischiarsene di questi problemi della nazione insofferenza che ha vinto e non si può neanche il gol della vittoria
Ma
Quanto all'internazionalismo era un'identità politica reale diffusa mi piacerebbe proprio saperlo e comunque
La difficoltà di vivere la vittoria appena ottenuta
Non c'è soltanto a sinistra
Quantitativamente porzione ben rilevanti come abbiamo appena visto della popolazione
E buona parte hanno l'esclusiva dell'ex neutraliste
Abbiamo a che fare di lettura quei popoli e governi liberali veramente non ce la fa stretti in mezzo tra detrattori obiettori da sinistra e da destra Orlando
Un piagnone
Non è che lo dicesse non soltanto i nazionalisti capace sì di di e narcisi sentimentalmente nell'ora ma non dominante
Poggi Orlando l'avesse potuto passare a Sonnino e Sonnino avesse passato un po'disse a Orlando forse sarebbe stato meglio dal punto di vista dei khanati dell'uomo ma sono quei due al vertice e Orlando non ha mai saputo decidessi veramente sulla politica sul disabile diventata decisiva
Rispetto al suo ministro degli estri Presidente Consiglio sarebbe luglio ma in realtà ministro degli Este quello che ha comandato davvero tutto sommato all'interno ai tre governi bene mentre fervono diciamo così le trattative di pace
Gabriele D'Annunzio si scatena
Il poeta parate ma è politico
A tutto tondo non ha soltanto
Esasperato i termini della politica-spettacolo della spettacolarizzazione la politica interpretando la propria vita inimitabile
E anche e anche l'inventore di quella formula micidiale della vittoria mutilata se io non so cosa sta arrivando sto infatti chiudendo grazie
Il ventiquattro
Ottobre
Nel mille novecentodiciotto cerco una sua famosa espressione la vittoria mutilata
Vittoria nostra non sarai mutilata
Siccome lo smarrimento Della vittoria deve molto a questa proprio
Rimestare nel nel nel nella voglia di non essere mai contenti non basta mai ai la mano noi gomitolo non stava bene
La dottrina imperialista di andare sempre altrove
Sì ho capito ma dove dice questa frase mica l'idea nazionale e ci sul Corriere della Sera
Cioè sul culti piano della classe dirigente sul quotidiano della borghesia liberale su quotidiani Borgese
E allora fa nella vita e Corriere della Sera
Rispetto alla politica estera
Sull'atto fondamentale per l'Italia che è quella che riguarda verso i Balcani
Tutte e due ma con tutte e due è difficile misurarsi con la realtà cento anni dopo quando la guerra deve vedersela anche con il nostro amore per la pace
E diventato ancora più difficile non parlare vittoria smarrita eppure Presidente a Repubblica il trentuno dicembre scorso ha nominato la vittoria annota la vittoria
Chi segue queste vicende sa l'imbarazzato silenzio che ha seguito il suo discorso
Grazie davvero al professor Isnenghi questa relazione così interessante devo dire complessa
Adesso abbiamo un cambio di cavolo perché sentiamo quattro relatori che vedono l'eredità della Grande Guerra abbiamo parlato di questo due mila diciotto parliamo anche molto rapidamente
Troppo rapidamente purtroppo ma insomma cerchiamo di dare le linee di quella che l'eredità della guerra
Chiedo allora di venire sul tavolo alla professoressa Ester Capuzzo a Giovanna Procacci a Maurizio Ridolfi Angelo Ventrone ringrazio naturalmente Gustavo Corni Daniele Ceschina Mario Isnenghi per questo primo contributo così importante
Bene allora
Abbiamo un unico cambiamento che io propongo vorrei anticipare la relazione della professoressa Procacci
E
Spostare come seconda relazione quella della professoressa Capuzzo lasciamo invariati il l'ordine degli altri interventi questo soltanto per una logica forse più facile da allegare alla prima parte del del nostro interno del nostro incontro di oggi
La professoressa Procaccini come titolo scelto politica e società da Caporetto a Vittorio Veneto la lascio parlare subito senza presentarla al limite lo facciamo dopo
I tempi stringono e a me è stato dato un compito non piccolo anche se in parte non sono scelto perché questa è il mio campo cioè di parlare di questo famoso fronte interno
Che è stato nominato in tutte le relazioni e che io cerco di avvicinare e di vedere sotto questa doppia visione anch'essa assai complessa e articolata che io ovviamente per necessità sono costretta invece a schematizzare
Di politica e società
In questo anno che l'anno fondamentale l'anno determinante della guerra in tutto il fronte fra tutti i Paesi belligeranti
Ed è un anno in cui tutti i Paesi belligeranti avviene un cambio di guardia o per lo meno nei Paesi europei
In cambio di guardia nel senso che si vengono a formare in Germania tra il diciassette e il diciotto dittatura militare di Hindenburg Ludendorff
Un governo forte ma anche nelle democrazie dei governi forti quello di Clemenceau in Francia e quindi le regioni AGEA in Inghilterra è l'anno decisivo si capisce certo non si sa che ci sarà la pace e la fine del a quell'anno però si capisce che bisogna dare una svolta alla guerra e problemi si sono incalzati inizialmente si sono affrontati un po'quando venivano ora c'è la necessità di un centro che diriga le operazioni quindi un governo che in qualche modo con un esecutivo forte si imponga governo forte secondo quello di crema al sole anche repressivo autoritario un governo agile invece il governo di gabinetto di pochi ministeri
Capaci di affrontare i vari problemi secondo una critico criterio più concreto tipico della mentalità anglosassone e quello in Gran Bretagna
Se questo è il quadro molto schematico l'Italia si trova la stazione analoga e queste decisioni vengono prese già nell'ottobre prima che beh venga Caporetto
Quando cade il governo Kobe Boselli e due persone emergono nella discussione e sono Orlando Venditti
è una situazione assai difficile quella che sta affrontando l'Italia in questo ultimo periodo scorcio del diciassette socialmente molto difficile ne parleremo dopo
Economicamente molto difficile sta mancanza non mancando anche le materie prime alimentari ci sono stati agitazioni per il pane quelle citazioni da solo in Germania in Russia si sono avute in parte in Austria ma non certamente negli altri paesi alleati
E e quindi mancano i generi alimentari paesi in subbuglio ci sono scioperi si parla di scioperi c'è stata un'insurrezione a Torino e quindi un momento molto difficile da una stanza che le varie correnti
Delibera il Quintet dentisti sia il liberale legge gli interventisti democratici nazionalisti presenti
In parlamento quest'non siano concordi sulla linea però si è concordi che ci vuole un uomo che abbia la fiducia generalizzata delle varie correnti queste Orlando
Caporetto
Provo con accelerazione in questa situazione
E però mescolando le carte mettono anche le carte perché è un trauma totale che provoca intanto Urano storie prende ovviamente non è mio compito i problemi
Che riguardano però anche l'arrivo di quantità di profughi seicento mila profughi cioè problemi all'interno del fronte intorno a complicati da questa questo sconvolgente il trauma di questa vicenda
Ma anche per il fatto che sono andate via delle zone da cui nascevano gran parte del materiale Agri delle madri materie agricole polemici gli appoggia il piano una badante e il Veneto
Quindi sono oltre tutte le perdite militari anche perdite di rifornimenti e l'Italia si troverà come scrive maggiore economista del Periodo Riccardo Bricchi sull'orlo della catastrofe della carestia
Soltanto il mangio quando arriveranno poi gli aiuti americani si supera questa situazione gravissima economica e quindi in tutti i campi crisi politica perché dei vari frazioni Caporetto crea un rivolgimento generale a momenti di di trauma di disperazione di dubbio
Si comincia a capire che ci sono un po'fu fronte militare che ha ceduto però arriva una fase oltre al famoso bollettino di Cadorna che attribuisce alla vita
Come delle del cedimento dentro da parte delle delle dell'esercito la colpa di Caporetto arriva anche una frase che io trovo sia una frase che poi determina tutto si l'anno successivo e e oltre ed ecco il dell'attribuzione da parte di Bissolati
Un un mondo esponente di punta dell'interventismo democratico però scivolata via via durante la guerra questa sua attenzione verso la vittoria verso l'intendenza seguirà verso il la il il fatto che l'Italia e la sua idea di intervento e di guerra dovesse vincere verso delle posizioni estreme molto vicino a quelli di Cadorna
Inviata al fronte Luís
Parla e dice la sua espressione lo dice privatamente ma questa espressione dilaga è stato uno sciopero militare questa idea dello sciopero meditare è un'idea che a una presa su immediata perché facile insomma allora non è colpa delle delle da un dubbi sfasci mentre dell'esercito c'è un nemico qualcosa un nemico interno che ha provocato questo c'è si voleva come diceva il professor lista quindi non è vero naturalmente non è vero affatto ma si pensi a quel momento sciopero significa ovviamente socialisti Istat socialisti fanno lo sciopero vi sia stato una mano che ha determinato questa situazione che a Dematté ha determinato il crollo
Questo fattore sposta l'equilibrio con le politico mediatamente infatti nel momento immediato dopo Caporetto c'è stato una quasi possibilità che si riuscisse a raggiungere quell'unità
Che non si era raggiunta quattordici quindici cioè tra almeno easy riformisti e la per la parte moderata del partito rappresentato in Parlamento
Pronta un abbraccio patriottico e quindi se non entrare in un governo perché sa benissimo che la direzione del partito non sarebbe d'accordo
Partito nazionalista sapete
Però pensa che tutto sommato ci potrebbe essere un in qualche modo ne non votare contro un governo quindi una qualche possibilità di entrare nella sfera di quell'unità patriottica che non si era creata precedentemente
Queste impressiona molto la destra che sia ma si riunisce e Benigni un altro interventista democratico che inizia le riunioni come ci racconta da un suo diario famoso Martini poiché viene presa in mano da liberisti liberali internazionalisti della ruralità e liberare investa che creano un grosso gruppo chiamato fascio parlamentari di difesa nazionale
Che raggruppa tutte le tendenze dell'interventismo di destra e di sinistra e queste premono su Orlando in che senso premono su Orlando premo no perché Orlando
E decida di prende una posizione netta contro i socialisti cosa che e Cadorna e i grandi gruppi nazionalisti interventisti a gli chiedevano dal mille novecentodiciassette che Orlando in un tentativo di mediare le parti e di non arrivare e metodi estreme Luigi sì io non sono per niente contrarie a usare i medici gli estremi ma penso finché si può di evitarli a quel punto la spinta e verso invece lui si spinga verso metodi estremi
E Orlando indeciso ma poi alla fine questo decide di fare nel discorso più volte citato di cui si citano le frasi più belle com'è fatta la nostra Presidente
Vi è però anche un attacco ben preciso a i colpevoli questi colpevoli sono i socialisti cioè abbraccia la tesi dello sciopero militare cioè la colpa dei socialisti
I socialisti devono essere isolati
Devo dire che socialisti in una riunione precedente famoso discorso avevano accusato governo in seduta segreta quindi se le cose si diceva ma come come avvenne come erano senza bisogno di andassero
Pubblicamente nel Paese e quindi si parlava apertamente avevano accusato comando supremo politica dei governi precedenti cioè alcuni esponenti socialisti si erano scatenati contro lo stesso Orlando hanno detto che avrebbero mandato presso l'Alta corte tutti questi responsabili di Caporetto e della distruzione del Paese
Certa c'era stata questa spinta anche da parte di Orlando c'era d'altra parte desiderio alla
Quando il fondo di tenere insieme queste varie anime
E queste varie anime del Paese le si tengono insieme creando un nemico una forza contro cui contrapporsi questa era quello dell'UE ha cercato di evitare per il periodo della guerra i socialisti dello Stato il nemico fin dall'inizio D'Annunzio dalla chiamata del nemico interno nel mille novecentoquattordici già però Hollande ha cercato di evitare la contrapposizione dopo Caporetto la contrapposizione netta
Orlando non parlerà più come prima da costituzionalista che lo stato di eccezione che si che ha nel Paese obbliga anche la legge eccezionali a limitare le libertà a questo punto parlerà di nemici interni e di disfattisti la parola disfattista la parola come quelli Caporetto che diventa una parola del Lessico Lessico
Quotidiano anche nostro rimane ancora lì la parola statista Financial Nora al
Questo fa sì che questa polarizzazione segnerà la storia successiva e viene segnalata attraverso una politica che si realizza attraverso la militarizzazione delle zone del nord Italia e una forte disciplina
Grazie alle leggi eccezionali nei confronti di tutto il resto del Paese quindi anche una disciplina attraverso i prefetti
Uno che sia lei escono ad agire contro ogni forma di dissenso Attraverso nella denuncia i tribunali con delitto di di per disfattismo oppure più semplicemente prendendo coloro che potevano essere sospetti di essere dei disturbatori della quiete pubblica si direbbe oggi e mandati al confino cioè si crea questa situazione nel diciotto della amplissima
Attuazione della spostamento dell'internamento di di spostamento di persone civili che non potrebbero essere
Condannate perché non ci sono le sufficienti prove per una condanna e quali processi vanno per le lunghe e vengono prese spostate governo tra questi presente Matteotti tanto per dire
Esistono delle non solo questa viene nei confronti dei poveracci che dicono la guerra la pace lontana perché bastavano delle parole anche molto semplici per essere immediatamente individuati i condannati e processati
Sì so che molto più ho detto un quarto il quale dovrà dire ma insomma intanto detto questa parte di questa divisione diciamo del paese che in parte comprende anche i cattolici non solo i socialisti ma anche quattordici perché i parroci dopo
Lanci colloca il di di dopo il discorso di del Papa la inutile strage si nel tendono a fare delle dichiarazioni patriottiche vengono quindi spesso presi e spostati e interrati lontana un discorso devo dire
Prima voglio dire questo qui dicendo che è una questo del le delle dello stato di eccezione è una dimostrazione di forza dell'esecutivo nei confronti del Paese della stazione di difficoltà che fa scuola non fa scuola solo nelle nei regimi e fascista autoritari per poi il nazismo ma fa scuola anche le democrazie cioè è un'immagine quella del governo forte dell'esecutivo forte che purtroppo la guerra lascia come eredità
Nel farmi fascismo riprenderà molte delle leggi repressive che vi sono state emanate durante la guerra devo dire due parole però sulla società ecco questa situazione di dualismo nei confronti dei dei socialisti porte socialisti
A e lo dicono gli stessi prefetti a diventare dei specie di martiri e quindi diventano un po'agli errori spesso senza nemmeno saperlo e volerlo perché poi in fondo non vorrebbero delle agitazioni che non saprebbero poi quale in che modo poter regolare
Una società che distrutta è logorata da una situazione di carico dicevo di quasi carestia si arriva caverei per e di altitudine aumento dei prezzi prezzi alcuni generi alimentari di aumentarle di dice di settecento volte rispetto all'anteguerra
E quindi sono agitazioni nelle zone non meriterà militarizzati cioè del centro e del sud continue alcuni si accompagnano nella primavera proprio quando vengono arrestati capi socialisti
Anche il risciò per i bianchi perché le fabbriche erano militarizzata e quindi non potevano in realtà scioperare se non rischiando moltissimo gli operai
Mentre scioperi bianchi nelle grandi fabbriche cosa che impressiona molto direttori generali di pubblica sicurezza e i prefetti perché non si aspettavano che questa l'agitazione potesse anche colpire le fabbriche appunto militarizzata e dall'estate del diciassette in poi c'è una situazione generale di disagio di cui poi penso parleranno anche i miei colleghi
Noi di disperazione di rabbia è un disagio generale vi sono continue false notizie false notizie in cui si in cui si accusano
I vari governanti in modo generico di volere la morte dei bambini perché vi sono troppe bocche da sfamare perché li fanno delle iniezioni realtà era iniezioni che venivano fatte di routine bambini nei confronti di epidemie ma insomma una serie false notizie
E contemporaneamente anche del quest'idea della pace che auspica a cui si aspira
Da parte di tutti che viene vista ma attraverso delle immagini miracolose cioè il Periodo quello dell'estate delle mi del diciotto in cui appaiono anche in Italia le madonne
Viste da bambini in più parti ci sono questi mali meticolose che parlano di pace
Ecco c'è un clima comunque di tipo di malessere che colpisce non soltanto alle classi popolari che sono quelle che si agitano di più ecco lo sciopero continua agitazione continua
Ma anche i ceti medi perché in questa diminuzione delle questo aumento dei prezzi e quindi il la Seat la situazione di disagio proprio economico oltre a una situazione di caduta sociale
Di identità sociale dovuto all'inflazione estrazione foltissima non crea una forte senso di disagio nei ceti medi
E in qualche modo questo disagio sentito anche da parte dei proprietari dei commercianti da varie parti diciamo dei ceti medi bassi e alti
Uno che e si riconoscono in una in questa immagine del nemico interno l'attentato dei socialisti quindi in una paura di essere nella propria identità di essere depredati depredati delle proprie beni anche la propria vita perché si l'immagine si sa qualcosa della rivoluzione russa
Ma l'immagine fondamentale quella della Rivoluzione francese
Meglio ancora nel diciotto e cioè tagliare la testa le Signorie proprietari cioè si immagina la possibilità di essere presi e ammazzati lì per lì queste ancora è una cosa che corre come paura i prefetti dicono se non si capisce perché ci sia questa paura però la paura eccetera ecco quindi c'è questa situazione generale di da una parte di misticismo di disagio di paura
Di invece inno di mille verismo idea come diceva prima sia dell'idea di una pace universale quel sognata ma soprattutto di una rivoluzione che porti giustizia
Che colpisca che ha approfittato della guerra e dia quello che è giusto che invece ne ha sofferto
è una situazione molto simile a quella che c'è in Germania in Austria purtroppo no non simile a quelle centrali ce ne Inghilterra una situazione di forte disagio interno
E devo dire che se è vero che esercitarli avvinto sul e e va ricordato che ha vinto giustamente sul sul fronte perché ha tenuto ha tenuto nel modo guidato bene per la forza di chi ha combattuto nel fronte interno qualcosa invece non è andata bene e c'è stata una perdita la perdita fondamentale veramente qui termino è però quella del mediazione
Tra stato e società che era rappresentata da un organismo fondamentale che il Parlamento che è stato messo durante la guerra tacere praticamente e quindi da quel momento queste idee di riscossa di destra o di sinistra tenderanno a volersi rappresentare attraverso la democrazia diretta non mi sto a dilungare su di questo ma ricordo che nascono proprio nel diciannove in questo diciamo all'eredità di questo di questo periodo sia il fascio come movimento dal basso che deve prendere il potere sia al Soviet
E sono due elementi di Presa Diretta
Fuori da una mediazione di un Parlamento che non serve più apposto di questo si pensa invece a un istituto semmai di rappresentanza degli interessi dei vari gruppi delle varie parti
Della società ma non dell'insieme del Paese quindi una crisi profonda sia della politica
Che del tutti del società nel suo insieme grazie
Grazie e Giovanna Procacci
Inutile ch'io ricordi avete capito benissimo ha insegnato Storia contemporanea
All'università di Cagliari poi per più di vent'anni all'Università di Modena e Reggio Emilia io voglio solo ricordare forse una delle ultime delle sue opere nel due mila tredici ha curato l'annuale
Della Fondazione la Malfa dedicato alla Società italiana e la Grande Guerra quindi dato il volume essi e quindi sul tema chi è questo di cui ci ha parlato oggi in questo momento la ringrazio molto do la parola estera Capuzzo che insegna Storia contemporanea alla Sapienza di Roma
Si occupa
Di più cose perché si occupa di Risorgimento di Storia degli ebrei nell'Italia contemporanea ma si occupa anche di questioni giuridiche sociali nei rapporti tra Italia e Austria e di questo oggi le chiediamo di parlarci il suo tema è l'impatto istituzionale e normativo nei territori annessi una delle ultime opere che lei ha scritto
Alla periferia dell'impero terre italiane degli Asburgo tra Storia e storiografia diciottesimo ventesimo secolo prego professoresse
Grazie presidente e buongiorno a tutti
Io mi sono assunta l'onere per così dire di parlare di quello che è stato il prodotto della vittoria
Perché la vittoria comunque a determinato l'acquisizione di una serie di territori che sino al novembre mille novecentodiciotto
Erano facenti parte di un Complesso sovrannazionale qual era l'impero asburgico
Permettetemi diciamo di alcune semplificazioni lo faccio perché qui ci sono molti studenti quindi mi perdoneranno gli altri l'Italia che vince comunque la guerra che siede al tavolo dei vincitori ottiene quello che era stato il binomio dell'irredentismo per cui era scesa in guerra Trento e Trieste
Ottiene quella parte della Dalmazia che l'era stata se diciamo assegnata in caso di vittoria dal patto di Londra ma naturalmente come si fa richiamato prima professori Snenghi
Nonna
A nessuna previsione possibile per il fiume perché la storia di Fiume è una storia completamente diverso
Hanno storia completamente diversa ma non solo in corrispondenza della prima guerra mondiale ha una storia diversa anche rispetto alla storia pregressa perché fiume sì dal Settecento
Sin da un famoso descritto di Maria Teresa non appartiene all'Austria come il Trentino Alto Adige o la Venezia Giulia con l'Istria
O la Dalmazia ma appartiene all'Ungheria e questo fa di Fiume una realtà molto diverso e lo fa anche
Alla fine della prima guerra mondiale tant'è che in quella che è la denominazione che allora contiene il Trentino Alto Adige e la Venezia Giulia cioè quella di nove province fiume non sarà inserita
Quali sono le conseguenze diciamo dell'ottenimento di questo prodotto della vittoria per l'Italia
Innanzitutto l'acquisto di nuovi territori
Territori che non sono però l'abbiamo sentito più volte
Compattamente omogenei da un punto di vista linguistico preferisco utilizzare questo termine che non quello l'aggettivo diciamo etnico
Non è la prima volta che l'Italia si trova di fronte a delle minoranze minoranze storiche sono già presenti nel nostro Paese ci sono gli albanesi ci sono i greci ci sono i catalani nel mezzogiorno nelle nelle isole ci sono gli occitani ci sono i Franco nel Piemonte francofoni in Valle d'Aosta ci sono gli sloveni nelle valli del Natisone ma sono dei gruppi Dennis i cui resti
Che sono innanzitutto esigui da un punto di vista numerico non vantano rivendicazioni
Di rispetto dei loro diritti linguistici e culturali e soprattutto per tutta l'età liberale non hanno mai manifestato alcuna aspirazione di tipo secessionisti come mai peraltro lo farà
Quando l'Italia ottiene ai sensi dei trattati di pace di San Germán Haendel Milano centodiciannove il Trentino Alto Adige di Rapallo del mille novecentoventi
La Venezia Giulia comprensiva anche dell'Istria del Friuli austriaco cioè corrispondente all'attuale provincia di Gorizia e della parte della Dalmazia consistente soprattutto in zavorra nel suo territorio in alcune isole
Si trova di fronte appunto alla presenza di circa duecentocinquanta mila tedeschi di
Presenti nel subito Südtirol o Alto Adige e circa duecentocinquanta mila sloveni e croati
E questa presenza è una presenza che è completamente diversa da quella delle minoranze storiche
è diversa perché questi gruppi sono qualitativamente e quantitativamente maggiori sono portatori di una coscienza identitaria molto precisa
E sono dislocati peraltro Inari eh confinarie della paese
E soprattutto ambiscono alla riconoscimento del loro status di minoranza in un momento in cui il termine minoranza proprio la fine della prima guerra mondiale comincia ad essere un termine giuridicamente riconosciuto
Cioè le minoranze sì riconosce lo status di soggetti giuridici e quindi in quanto tali portatori di tutta una serie di diritti l'Italia non viene obbligata
Proprio per le modalità con cui avvengono le annessioni tramite i trattati internazionali che poi verranno ratificati
Dal Parlamento non senza diciamo una serie di contrasti all'interno delle aule
Parlamentarie naturalmente sono socia soprattutto gli esponenti della sinistra i socialisti che si dichiarano contrari alle modalità dell'annessione perché non rispetta non il più volte richiamato principio dell'autodeterminazione dei popoli
E perché le annessioni alla fine della prima guerra mondiale non sono avvenute con le medesimo modalità con cui al momento del Risorgimento si era formato il Regno d'Italia cioè attraverso il plebisciti plebisciti
E naturalmente non si poteva pensare a dare vita
In quel particolare momento ha ha un'opzione per le bici Tarja perché questa non avrebbe avuto sicuramente un risultato del tutto omogeneo per l'Italia e quindi il governo di Roma si trova ad affrontare questa presenza di una popolazione
Non compattamente italiana da un punto di vista culturale che porta che avrebbe dovuto portare diciamo meglio a ripensare e quelli che erano stati i vincoli aggregativi che lo Stato liberale aveva posto in a essere che si fondavano sulla cittadinanza e sulla qualifica di regni in coro
Una concezione questa che
Contemplava una serie di diritti e di doveri attribuiti ai singoli ma che escludeva lo sappiamo ogni differenza sia di tipo linguistico che di tipo religioso perché si fondava su quella che era la concezione ottocentesca dell'uguaglianza
C'è un'uguaglianza senza differenze
E la cittadinanza così com'era concepita era stata concepita alla fine della prima guerra mondiale
Non avrebbe potuto
Così è stato
Svolgere una funzione di integrazione culturale e sociale perché non era più in grado di riassorbire le diversità andrò molto velocemente il tempo è tiranno e quindi la fine della prima guerra mondiale la vittoria segna la fine dell'Italia come è stato completamente mono nazionale
E uno stato in che deve confrontarsi appunto con a nuclei di popolazione italiana che non italiana da un punto di vista diciamo dell'appartenenza statuale ma che italiana non si sente
In molti casi e nei confronti della quale sin dall'ultimo periodo dello Stato liberale questa avviene soprattutto in campo linguistico che è uno dei diritti delle minoranze che prima di tutti gli altri viene colpito già appunto nell'ultima fase dello Stato liberale
Tanto nel Trentino Alto Adige il quarto nella Venezia Giulia col mito con i commissari generali civili
Quali Antonio Mosconi e Luigi Credaro
Il diritto all'utilizzo della lingua madre
Viene colpito soprattutto in quei gruppi che sono portatori di una cultura misti cinque e poi come sappiamo sarà portato alle estreme conseguenze
Dalla fascismo che avrebbe attuato una vera e propria politica destinazione all'inserzione con forme di italianizzazione forzata
Un'altra delle conseguenze che la guerra a connessa alle annessioni al fatto che l'Italia si deve confrontare con una concezione statuale di modello Sturgis o qual era quella che era
è stata vigente
Sino a quel momento nei territori annessi e che si fondava su un decentramento di funzioni e di competenze in ambito sia amministrativo che legislativo attribuite
A agli enti locali e quelli che noi oggi chiamiamo gli enti locali ma che era completamente opposta a quella presente nel nostro Paese che aveva portato sin dal momento della fondazione del regno a un sistema di tipo centralistico
E proprio questo questa contrapposizione tra questi due modelli statuali e nei territori annessi
Avrebbe portato per tutti gli anni immediatamente successivi alla al primo dopoguerra sino praticamente all'avvento del fascismo
L'esplodere di tutta una serie di istanze per il mantenimento del previgente sistema austriaco perché questo veniva considerato come in grado anche nella nuova cornice politica all'interno della quale i territori annessi
Erano stati inseriti una partecipazione Diretta all'amministrazione locale e soprattutto una tutela delle minoranze garantendone la rappresentanza
Anche perché questi organi di cui si chiedeva il mantenimento operano i cosiddetti Lentate cioè le diete provinciali
Avevano tutta una serie di funzioni che facevano capo a quello che noi oggi potremmo definire il principio di sussidiarietà
Cioè
Avevano tutta una serie di competenze sia amministrative che legislative in quei settori relativi a servizi che erano più prossimi alle esigenze e alla quotidianità dei cittadini lo Stato liberale cerca di in qualche modo di riuscire a competere a contemperare queste esigenze e lo fa anche diciamo appoggiandosi alla operato il due personaggi importanti provenienti dalle nuove province appoggiandosi a quella che allora veniva definita l'esperienza di nativi cioè Alcide De Gasperi
E lì trentino e forse il meno noto ai più e istriano Francesco salata
Tuttavia anche in questo caso non si giunge né acqua non solo a contemperare ma addirittura ci sarà una omologo la omologazione completa e totale con l'estensione
Gennaio del mille novecentoventitré della legge comunale e provinciale italiana alle nuove Province
Un altro o a qualche altro minutino gli atti allora un'ultima cosa fa
Affianco diciamo ai problemi di carattere amministrativo c'è anche il grande tema della omologazione normativa
Attraverso il passaggio dalla legislazione Austria da quelle italiana che dura circa un decennio il decreto di unificazione viene emanato non casualmente
E e simbolicamente il quattro novembre mille novecentoventotto in occasione del decennale della vittoria
Ma l'annessione di questi territori ha un impatto sull'ordinamento italiano perché favorisce l'abolizione dell'autorizzazione maritale un istituto che era sconosciuto al diritto austriaco e quindi riconosce una posizione contribuisce a riconoscere una nuova posizione alla donna nella società italiana
Un altro istituto che l'Italia mutua
Dalla codificazione austriaca è la Società garanzia limitata e si se ne fa promotore un commercialista anche una professore di diritto commerciale che Alberto Asquini anche Luís trova e niente
Dalle nuove Province che la ritiene più confacente a quella che è la struttura delle piccole e medie industrie della nascente industria italiana e poi ancora il sistema tavolare
Che è presente ancora oggi in questi territori e il un altro istituto che forse molti molti conoscono per via delle
Delle vacanze estive passate in Alto Adige che il Maso chiuso
Ci sono anche poi tutta una serie di istituzioni che vengono create appositamente per evitare quella che al momento dell'unificazione del mille ottocentosessantuno era stata definita l'unificazione al vapore e quindi nascono una serie di organismi mi fa piacere ricordarne uno visto che siamo qui a Montecitorio anche se è uno dei meno importanti però dato il luogo mi sembra doveroso che la dodicesima Commissione per le terre liberate redenta che era stata preceduta da Alcide De Gasperi a parte poi l'ufficio centrale per le nuove province guidato da Francesco Salata
E infine la sesta sezione
Del Consiglio di Stato per le nuove Province che operò tra il diciannove e il ventitré che è l'antesignana per così dire della nostra attuale sesta sezione del consiglio di Stato
Mi fermo qui perché pensa detti più non passa bisogna tener conto che manca
Grazie davvero alla professoressa Cappuzzo per questa sua relazione per mettere in Tina particolarmente interessante perché scava in ricordi di memorie familiari naturalmente
Passiamo subito la parola Maurizio Ridolfi chi è professore ordinario di Storia contemporanea all'Università della Tuscia
E a e coordinatore della direzione scientifica della rivista memoria e ricerca Maurizio Ridolfi ha pubblicato molti studi di storia politica e culturale
è anche studioso della storia dei partiti politici in età contemporanea e e di quella che noi potremmo oggi chiamare la memoria civile
Il titolo del suo intervento si riferisce a questo anche e liturgie civili e narrazioni pubbliche prego Maurizio sì grazie buongiorno a tutti
Sì io credo che se anche oggi siamo qua grazie a l'iniziativa una delle tante meritorie del dottor Fersini
E lo si fa in una sede istituzionale così importante e prestigiosa
Come alla Camera dei deputati è perché siamo davanti al memoria ci poniamo il problema di come quell'evento lontano cento anni fa
La fine di una guerra fine di una guerra la vittoria su questo può e anch'io come ha fatto il professore Isnenghi
Tornerò e perché nella memoria pubblica nel vissuto nella storia degli italiani e delle italiane
Quell'evento quel processo entrato o non entra atto con una memoria pubblica ufficiale e istituzionale
Contro memorie contro narrazioni a partire da quella del mondo socialista che la guerra non aveva voluto già nel mille novecentodiciannove
è un tema rilevantissimo
Lo stiamo studiando veri studiando come storici di professione
E io credo prima premessa
Che questo vada fatto in un contesto ampio largo noi abbiamo mi sono portato dietro due libri per questa occasione il primo libro un piccolo libro prezioso calendario civile Donzelli Alessandro Portelli un collega romano
Molto bravo che si è posto il problema qual è oggi il nostro calendario civile
Che giornate che memoria pubblica incentiva il nostro calendario civile
Nel nostro calendario civile abbiamo tre date fondamentali una questa del quattro di novembre
La vittoria alla fine della guerra
Il venticinque di applicare l'esistenza liberazione il due giugno la la Repubblica la nascita della Repubblica
Ce ne sono diverse altre in un'accezione più ampia e più larga come questo libro prezioso di Portelli testimonia ragioniamo sul nostro quattro di novembre
E l'approccio giusto mi pare insomma di poter dire quello che aveva suggerito il professore Isnenghi
C'è una realtà fattuale quella guerra è finita con una vittoria
Ma
Dal punto di vista attuale e finita nel mille novecentodiciotto il quattro di novembre l'armistizio
Con una vittoria una vittoria però complicate intanto dal fatto che la percezione che gli stessi contemporanee vero
Fu quell'alta alquanto invece contraddittoria ma fino a che punto vittoria mutilata vittoria smarrita
Per cessione forte di contraddizioni e queste contraddizioni si sono poi avute le abbiamo lette e rilette nel modo
Come lo Stato le istituzioni le culture politiche hanno ricordato hanno festeggiato hanno celebrato qui il quattro di novembre
Velocemente non si ricorda in questo volumetto mille novecentodiciannove il primo anniversario non non va tanto bene perché il Governo Nitti liberali non sono per nulla convinti che sia il caso di celebrare più di tanto
Ci sono piazze attraversate dal mondo nazionalista il movimento fascista sta sta sorgendo sta arrivando c'è un poderoso movimento socialista nelle piazze che contrasta
No ma non è riuscito a impedire la guerra dei quattordici quindici ma diceva il professore Isnenghi cerca in tutti i modi di opporre una contro memoria che quella celebrazione della guerra in qualche modo contrasti il diciannove è quindi un evento celebrativo che non presenta liturgia ritualità
Movimenti organizzati da parte delle istituzioni il venti è il vero anno in cui comincia una ritualità patriottica nazional patriottica italiana in quelli in quei giorni l'ultimo
L'undici di novembre che in mentre gli altri Paesi europei e la giornata insomma effettiva di conclusione
Della della prima guerra mondiale parte quella ritualità quella celebrazione nel nome del milite ignoto e quindi del
Del del caduto il cui nome non è importante anzi non è utile neanche sapere perché deve essere il simbolo emblema
Di tutti coloro i quali sono morti nel corso della guerra quindi Parigi lontano e ci arriviamo l'anno dopo già nel venti
A Roma c'è una grande manifestazione la festa delle bandiere
Dove tutti i reggimenti partecipano e in qualche modo
Costruiscono una manifestazione di coralità il ventuno e l'hanno effettivo della grande celebrazione della
Della della dell'avvio all'Altare della Patria delle celebrazioni dei rituali intorno al nostro milite ignoto
In quel momento nel ventuno l'anno prima dell'avvento del fascismo nel ventidue quindi un mese prima nell'ottobre del ventidue ma prima dell'avvento del fascismo
Le istituzioni liberali fanno dei questa giornata una festa civile nazionale chiede dicono proprio e nominano giorno del vittoria
Quindi nel nostro calendario civile a partire dal mille novecento ventuno il quattro di novembre era il giorno della vittoria
Arriva il fascismo nel giro di poche settimane già dal ventitré il giorno della vittoria quattro novembre è dentro uno al circuito rettori con l'assioma al patriottismo che prevede a quel punto anche il ventotto di novembre
è di ottobre scusate vale a dire il giorno in cui insomma secondo i nostri libri di storia c'è stato l'avvento del fascismo al potere l'insediamento del del governo Mussolini e quello
Ventotto ottobre quattro di novembre
Nel ventennio fascista diventerà una settimana celebrativa
Una sorta di verrà veramente dia poteva osi della in quel in quel caso l'avvenuta conquista del potere e costruzione nel regime di una settimana di mobilitazione laddove il patriottismo legato alla Grande Guerra e finalizzato incluso dentro una rappresentazione
Di regime
Cade il fascismo finita la guerra attenzione al al binomio
La reintroduzione delle Cointreau di novembre avviene nel mille novecentoquarantasei nello stesso decreto che nell'aprile del quarantasei Alcide De Gasperi presidente del Consiglio
Promuove ed era lo stesso decreto che annunciava la festa della liberazione del venticinque aprile
Quindi insieme queste due date vengono in qualche modo rilegittimare che consacrate mia quarantanove quando sempre De Gasperi
Promuove il decreto che ufficializza il nostro calendario civile repubblicano quello che sarebbe rimasto di fatto con integrazione fino ai giorni nostri
Quel giorno della vittoria non è più tale
Il quattro di novembre entra dentro ufficialmente formalmente il calendario civile repubblicano ma come giorno dell'unità nazionale
E contestualmente giorno delle forze armate festa delle Forze Armate come sanno i militari presenti oggi ancora s'è succede continua ogni quattro ogni quattro di novembre
Quel quattro di novembre però poi ha una storia complicata che è legata appunto al gioco delle narrazioni ufficiali e delle contro narrazioni delle prese di distanza
Succede che nel mille novecentosettantasette il quattro di novembre di fatto viene congelato come il giorno ufficiale di manifestazioni si fanno sempre iniziative promosse dalle forze dalle forze armate ma dal mille novecentosettantasette come sanno anche i ragazzi che vanno scuole
Il quattro di novembre non è più assolutamente giorno di festa civile nazionale
Con il bollino rosso come si diceva
Come si diceva una volta allora capite una storia contraddittoria di alti e dei bassi che terrò riflette quelle contraddizioni che prima il professor Isnenghi ricordava e quali sono queste due contraddizioni anche
Anche nel mio caso per essere sintetici
In questo piccolo libro quando si fa un sunto del significato del quattro di novembre nella storia più ampia del calendario civile italiano
C'è un passaggio che riprendo che dà il senso di uno dei primi dilemmi sul piano interpretativo rispetto alla memoria pubblica del quattro di novembre
Scrive Quinto Antonelli che poi riprenderò perché il secondo libro che mi sono portato dietro proprio un suo bel libro le celebrazioni del quattro di novembre più partecipante di quelle del due giugno
Stiamo lavorando sulla Repubblica sulla festa della Repubblica
Sul due giugno come momento fondativo della democrazia italiana e probabilmente come effettivo importante tessuto connettivo anche per il futuro di questa nostra repubblica un pochino complicata
Più interclassista e cattoliche di quelle del venticinque di aprile le manifestazioni del quattro di novembre
Con puntate sempre più da un nazionalismo un popolare un patriottismo che non ha un confine chiaro rispetto ai valori della nazione
Continuarono svolgersi soprattutto negli spazi sacri voluti e predisposti dal fascismo
I monumenti ai caduti i cimiteri dei sacrari militari i grandi io sarei costruiti negli anni Trenta disseminati nelle Tre Venezie Redipuglia in un in particolare dal mille novecentotrentotto è diventato il luogo
Per eccellenza di queste manifestazioni prima contraddizione essi perché lampo sacralizzazione della guerra del patriottismo belli come avviene negli anni del fascismo del regime fascista nel decennale nel ventotto
Nel trentadue nel decennale dell'avvento del fascismo al potere comunque tra la fine degli anni Venti e la metà la fine degli anni trenta e questo indubbiamente ha creato delle conseguenze forti importanti nella rappresentazione di quella guerra che era stata ed era io credo al di fuori del Connor diciamo di influenza del del fascismo ma poi poi dirà dirà meglio dirà meglio Angelo Ventrone primo infetto secondo Effetto
E qui riprendo questo volume un volumone più impegnativo che per i ragazzi e io mentre difficile sarebbe di difficile lettura ma è affascinante cento anni di grande guerra cerimonia monumenti memorie
E contro memoria perché qual è un po'il rischio che noi dobbiamo evitare il rischio di una narrazione univoca unilaterale
Solamente patriottica diciamolo così in modo molto molto semplice in realtà se ci pensate bene il quattro di novembre come il venticinque di aprile come il due giugno
Sono momenti e snodi della nostra della storia del nostro Paese che vengono ride stati rimessi non ha memoria pubblica
Ma valgono la loro valenza è legata alla natura conflittuale contraddittoria dove ci sono in gioco rappresentazioni e letture diverso che quando una data diventa una dato omologante annulla la capacità di farmaci domande di dare risposte di mantenere vivo quel passato e quella storia e ciò che noi dobbiamo evitare
E che secondo me va evitato anche in ragione di un altro fatto in chiusura di questo volume laddove appunto alle narrazioni ufficiali alla retorico ufficiale
Si legano le contro narrazioni letture socialiste le letture del mondo pacifista internazionalista le contestazione che pure ci sono state di queste manifestazioni ufficiale
Quinto Antonelli ci ricorda come nel frattempo sia cambiato il nostro il vostro modo degli italiani di ricordare quel quattro di novembre
Voglio
Rammentarvi solo che dal due mila e uno esiste una legge la legge numero settantotto
Che è atteso a cambiare il significato ad aggiornare il significato dei beni culturali e da questo punto di vista anche tutto quello che è legato all'esperienza della guerra il Prix paesaggi i territori le comunità sono entrati dentro un mondo nuovo dire leggere
E rileggere quel passato lo chiamiamo tutto questo storia pubblica cioè finalmente la capacità che dovremmo avere noi storici di professione
Di confrontarci con il pubblico non soltanto come spettatori di quello che uno storico bravo
Tenta di dire quando prende la parola ma anche di costruire insieme ai cittadini questa nostra lettura e rilettura del passato
Come lo dice lo racconta questo nostro Autore Quinto Antonelli che qualcuno di noi ovviamente conosce molto bene
Rispetto ai porta agonisti del passato dobbiamo averne consapevolezza e chi erano i militari i giornalisti gli storici locali gli storici incidentate
Nuovi soggetti si sono affacciati alla ribalta sono i volontari esperti le associazione di appassionati cultori i collezionisti gli alpini agli alpini dell'Associazione nazionale
Nazionale alpini e nelle loro varie declinazioni cui si affianca un in Trentino le compagnie degli Stones insomma a loro sono spesso affidati il recupero e la gestione dei manufatti militari a loro valorizzazione il rapporto con i turisti gli studenti le scolaresche
Stiamo parlando di temi della storia del nostro Paese che assumono ormai una valenza pubblica forte fortissima
Laddove lo storico di professione deve essere presente perché deve portare il rigore e la serietà delle ricerche ma deve essere anche in grado di interagire con domande di conoscenza che ormai vanno ben oltre
Un buon libro di storia un buon libro diciamo fatto con come Dio comanda dal punto di vista storiografico
Io credo che questa sia una delle sfide a cui non dobbiamo venire meno cioè ripensare e rileggere quell'onta nel vento il diciotto anno della vittoria fine della guerra è insomma
è stato l'uno è stato anche anche l'altro con domande nuove che aiutino sempre di più la ricerca storica che noi facciamo come storici di professione a diventare effettivamente storia storia pubblica
Li ringrazio
Ringrazio Maurizio Ridolfi e chiude i nostri lavori l'intervento di Angelo Ventrone che è un contemporanei in vista dell'università di Macerata studioso di culture politiche di movimenti sociali e è per una simmetria interessante per noi
Quello che ha dato il professore che ha dato inizio alle nostre riflessioni quando la Camera ha cominciato questi questi approfondimenti sulla Prima guerra mondiale
Quindi è stato il primo dei nostri studiosi chiude i nostri lavori prego
Grazie molte Bongiorno a tutti
All'intervento ha per titolo grande guerra e del fascismo vorrei provare a mettere in luce il legame tra queste due esperienze
Allora oggi
è riconosciuto da tutti che la prima guerra mondiale è stato una guerra totale
Una cosa vuol dire guerra totale vuol dire che aveva obiettivi totali c'è mirava alla resa incondizionata del dell'avversario o alla sua distruzione
Praticava metodi totali di guerra quindi che superavano i limiti stabiliti dal diritto internazionale o anche dalla morale corrente
Mirava a realizzare una mobilitazione totale cioè dell'intera comunità nazionale
Ma bambini donne comprese e che mirava
Per poter resistere allo sforzo uno sforzo bellico così lungo sanguinoso costoso
Da tutti i punti di vista mirava a raggiungere il controllo totale della vita della della nazione ore proprio dentro questi processi che a me sembra si radicalizzata una ricerca che era in atto già da già da tempo di un modello politico diverso e alternativo a quello liberaldemocratico che in Italia avrebbe trovato la sua maggiore concretizzazione poi negli anni seguenti proprio dopo la presa del potere del fascismo Renzo De Felice un grande storico
Ha scritto icastica mente senza prima guerra mondiale niente fascismo
Però io credo in in non solo nel senso che la la guerra produce una disarticolazione del sistema politico mette in crisi il sistema politico nel sistema sociale del Paese
Anche perché
Ci si pone un problema molto concreto il paese viene considerato da chi ha voluto l'ingresso in guerra dell'Italia
Riluttante
Non è veramente convinto di partecipare alla guerra nella nella sua maggioranza sembra aver subito la guerra più che averla voluta e allora proprio nell'interventismo e specie nei suoi settori più radicali
Diventa frenetica la ricerca delle di una modalità e degli strumenti
Necessari per gestire la repressione del dissenso
E la conquista del consenso che è una guerra totale incessantemente richiede allora a me sembra che la prima guerra mondiale si è stato un grande serbatoio di esperienze
E iniziative a cui pozzi poter attingere una volta che quegli stessi uomini che hanno proposto che si iniziative che di cui adesso parlerò tra il mille novecentoquattordici e diciotto una volta che questi stessi uomini sono arrivati al potere attraverso il grazie al fascismo non vuol dire che interventismo e fascismo siano la stessa cosa naturalmente
Sarà una parte l'interventismo che diventerà accesa mente antifascista ma voglio dire che il fascismo riprenderà rielabora era e applicherà
Tutte o quasi tutte le proposte nate per reprimere il dissenso e gestire il consenso
Nei settori più estremi del dell'interventismo allora partiamo
Da un termine la parola fascista ad esempio alla fine del mille novecentoquattordici nascono i fasci dazione rivoluzionaria
Poi hanno vari nomi prefetti a volte fa citazioni interventista facilitazioni interventi sionista ma insomma sono le associazioni che raccolgono gli interventisti rivoluzionari di estrema sinistra e Mussolini vi aderisce poco dopo all'inizio del quindici e già nell'ottobre del mille novecentoquindici per commemorare la morte avvenuta il ventitré ottobre appunto di Filippo Corridoni in guerra
Dicesti in un articolo scrive noi fascisti
Poi dopo Caporetto nasce il fascio parlamentari di difesa nazionale che raccoglie tutti i deputati
Si uniscono per tenere compatto il Paese dopo la disfatta di Caporetto e anche questi vengono detti fascisti nei rapporti ai prefetti vengano anche questi detti
Fascisti quindi il termine fascista una parola di uso comune già negli anni della guerra e quando una Mussolini fondare ai Fasci di combattimento nel mille novecentodiciannove è chiaro già agli italiani che il termine fascista vuol dire
Interventista estremo in un qualche modo
è una parola già nota agli italiani seconda questione legami grande guerra fascismo tra il quattordici e il diciotto chi è contro la guerra che viene in quel momento identificata con il bene della nazione
Appunto come abbiamo sentito la professoressa Procacci un nemico interno perde il Dini diritti di cittadinanza almeno gli si vorrebbe far perdere i diritti di cittadinanza i i socialisti che sono i campioni siamo dei nemici interni vengono chiamati i tedeschi d'Italia vengono definiti insieme ai disfattisti
Tutti neutra listi e ma Scurati impotenti castrati omosessuali cioè non nuovi inizi
Mentre la guerra invece esalta la verità si dice e esalta gli elementi spirituali dell'uomo ovvero il coraggio l'abnegazione la disciplina la capacità di sacrificio
La capacità di donarsi ha un'idea la pace
Terzo elemento violenza e guerra acquisiscono nel corso della prima guerra mondiale un compito etico chiaramente negli ambienti di cui sto parlando
E la Grande Guerra e l'occasione per rigenerare il Paese dalla decadenza morale anche dalla degenerazioni fisica che si dice la modernità porti con sé
Papini scrive chiaramente che la guerra un buon rimedio contro l'impatto e femmina ante che la società moderna
Produce Marinetti scrive la guerra non può morire poiché è una legge della vita
Vita eguale aggressione pace universale eguale decrepita issati agonia della razza
Guerra eguale collaudo sanguinose necessario della forza di un di un popolo insomma la guerra come scrive un alto uomo del primato personalità del periodo ha un potere disinfettante
No
Perché d'altronde basta prendere indagini statistiche del tempo e si vede come gli Stati si sono io geni si sono molto allarmati dal fatto che i sensi dell'uomo o moderno
Che vive nelle grandi metropoli accetta diventano più deboli i capelli cadono prima le carie aumento non l'ha vista e più debole l'udito e più debole aumenta l'uso della aumentarla Molfino mania delle classi elevate l'alcolismo nelle classi
Popolari i suicidi via e via dicendo quindi c'è un allarme sociale che appunto si pensa alla guerra invece Possa curate attraverso una rigenerazione complessiva
Tanto degli individui che della società perché la guerra può rigenerare perché la società moderna nella vita delle grandi città una vita anonima frenetica che produce che allenta i legami sociali
Allontana l'essere umano dalla natura
Dal proprio corpo
Basti pensare alla tecnologia no si ricorre anche per spostarsi ormai la tecnologia
Non più mezzi naturali allontana dagli altri esseri umani e dunque la modernità che è un mondo sempre più artificiale e soprattutto povero emotivamente rende l'individuo più isolato
Allora la guerra è un'opportunità estrema l'opportunità suprema si potrebbe dire perché mette in gioco la vita o la morte per ritrovare un rapporto con se stesso con il proprio corpo con il corpo degli altri
Per fondersi collettivamente per fondere collettivamente tutte le anime nella disciplina militare e quindi per tornare a riempire di contenuto emotivo attraverso il contatto con se stessi contatto profondo con se stessi
Beh e con gli altri riempire di contenuto emotivo una vita sempre più artificiale
Se noi pensiamo ad esempio alla liturgia alle liturgie politiche fasciste le grandi adunate
Già non è solo propaganda siamo in senso astratto e anche proprio abituare gli esseri umani essere uno vicino all'altro ai mozione arsi alle stesse parole del Duce
A stare appunto a contatto di cominciava identificarsi nelle stesse cose cioè ai emozionarsi
Come dice Mussolini chi marcia qualche anno più tardi quando diventerà capo del fascismo chi marcia non si diminuisce ma si moltiplica attraverso tutti quelli che marciano con Luigi
Quinto ultimo punto
Durante la guerra vengono individuati gli obiettivi da raggiungere
Per ottenere questa rigenerazione e gli strumenti pratici concreti con cui rispondere politicamente alla crisi a questa disgregazione
Che la modernità porta con sé e anche per rispondere a diciamo delle tare storiche che il paese porta con sé scarso senso dello stato scarso senso
Delle istituzioni che la guerra appunto rivela in tutto la loro importanza quando mostra un Paese che in grande maggioranza almeno fino a Caporetto
Abbiamo detto subisce la guerra ma non vi partecipa con grande convinzione almeno agli occhi degli interventisti quali sono questi strumenti per attivare alla alla conclusione quali sono questi obiettivi e questi strumenti
Ricordo i principali da una parte l'obiettivo di non più di criticare semplicemente la classe dirigente liberale ma di sostituirsi ad essa la Camera diventa il vero soggetto sovversivo agli occhi degli interventisti de rispetto invece la vera volontà è spessa dal paese dalla parte migliore del Paese che vuole la guerra e quindi nascono proposte di tenere chiuso il Parlamento per tutta la durata della guerra
O addirittura di sostituire la Camera con un comitato di guerra in cui non è non a cui non deve partecipare nessun deputato
Vengono teorizzati i campi di internamento non solo per i nemici esterni austriaci tedeschi accetta ma anche per i nemici interni tanto su base etnica
Cioè si è tedeschi per atto di nascita anche se si ha passaporto italiano no quindi un cittadino italiano nato in Germania viene considerato tedesco e quindi deve essere allontanato rinchiuso insieme anche a coloro che devono essere inclusi per su per ragioni ideologiche
E ci sono tutti proposte per deportare i dirigenti socialisti nelle colonie africane liberare il Paese da questo elemento
Che infetta la volontà la vera volontà del Paese
Viene progettata in parte costruito una rete spionistica di massa contro le manovre dei nemici interni ed esterni viene esaltata la delazione per i fini patriottici fare la spia per salvare la pace è un elemento che viene appunto è saltato
La censura sulla stampa Mussolini propone di abolire tutti i giornali già nel corso della guerra di sostituirli con unico bollettino di guerra gestito dai comandi militari
Nascono squadre paramilitari
I cosiddetti arditi del fronte interno che vogliono aggredire rapire uccidere gli avversari politici vogliono uccide terre rapire progettano uccide del re rapire la famiglia
Emanuele Modigliani un dirigente socialista viene aggredito c'è il primo assalto all'Avanti il quotidiano socialista nel dicembre il diciassette i furgoni vengono rovesciati e l'Avanti viene i jeans le copie giornali buttate nei Navigli così come poi faranno i fascisti nel diciannove e poi di nuovo del ventuno
Si vuole raggiungere la mobilitazione la militarizzazione integrale del Paese l'Italia dice Mussolini ancora deve diventare un unico asse arsenale e quindi vengono create cerimonia un animistiche in cui il si chiede di punire non solo chi avversa la guerra ma anche chi è indifferente no capite che qua è un anticipo dello stato totalitario
E l'ultimo elemento che voglio richiamare e che accanto a questi strumenti repressivi si insiste molto per introdurre una certa quota di giustizia sociale cioè per dare coesione alla comunità nazionale
Assistenza ai combattenti alle loro famiglie contro i pescecani quelli che approfittano i profittatori di guerra gli imboscati
Quindi si vuol Simira I Stand era l'intero Paese quel modello di relazioni umane che era nato nella nella trincea in cui chi aveva il comando era il migliore
Gli altri ubbidiva no ma tutti erano legati da un comune senso di appartenenza nazionale da un vincolo sentimentale da un vincolo affettivo ed erano per questo disposti a morire l'uno per l'altro
Ringrazio Angelo Ventrone chiudiamo i nostri lavori e ringrazio i nostri ospiti ringrazio Luca Falsini che è stato ispiratore e regista di questi nostri incontri grazie