"Congiunture economiche e razionalizzazione delle risorse"

Ore signori nel quadro delle riunioni conversazioni nell'ambito del centro ciclo della difesa
E del programma di studio del centro steso questa mattina ho il piacere di presentare qualora ce ne fosse bisogno di una presentazione il dottor Romiti amministratore delegato della FIAT che ci parlerà sul tema la congiuntura economica la razionalizzazione delle risorse
Prassi vuole
Che
Io abbia il piacere di presentare l'oratore come dicevo prima del tutto attività del tutto inutile in questa circostanza ma per ricordare ai nostri amici Aleardi Paesi alleati
Chi è nel dettaglio il dottor Romiti e quale formazione qualche background quale background a sento il dovere vuol fare alcuni cenni
Il dottor Romiti nasce a Roma
E si laurea in scienze economiche e commerciali nel mille novecentoquarantacinque e inizia subito la sua attività professionale presso istituti bancari italiani e stranieri nel quarantasette entra a far parte del gruppo Bombrini Parodi Delfino
E da cinquantacinque ricopre la carica di vice direttore generale di una delle aziende del gruppo e quindi percorre le successive tappe dalla carriera fino a diventare direttore generale della Bon Prix IMI Parodi Delfino
E meno centosessantotto a seguito della fusione appunto della Bombrini Parodi Delfino con la SNIA viscosa operazione in cui ha svolto un ruolo di primo piano è stato nominato direttore generale e finanziario e per il coordinamento appunto della SNIA viscosa
Dal ventisei gennaio mille centosettanta entrato a far parte del consiglio di amministrazione dell'Alitalia
E ne assume la carica di amministratore delegato nemmeno centosettanta assunto la carica di direttore generale della compagnia di bandiera che ha tenuto insieme a quella di amministratore delegato nel settembre del mille novecentosettantatré è passata la finanziaria dell'IRI e precisamente di tal Statte
Con i carichi di amministratore delegato e direttore del generale nemmeno centosettantaquattro lascia l'Ital Statte e dal primo novembre del settantaquattro entra a far parte dei quadri della FIAT che viene nominato direttore della Direzione generale finanza pianificazione controllo
Dal trenta aprile del settantasei assume la carica di amministratore delegato appunto della società nel dicembre del mille centottantotto assume anche la carica di amministratore delegato della FIAT auto incarico che lascia nel dicembre del mille novecentonovanta
Oltre la carica di amministratore legato della Fia ricopre attualmente diverse cariche di in varie società in Italia è all'estero
Il dottor Romiti
Ha dimostrato di essere sempre molto vicino al mondo militare non solo per il versante che l'industria della difesa e della FIAT in particolare a verso le forze armate ma per quel senso della cultura quella sensibilità che lo ha sempre tenuto vicino a questa grande importante comunità del Paese
E l'idea cioè ricordare che all'inizio dell'anno accademico il dottor Romiti aperto l'anno accademica la scuola militare Nunziatella chi è il primo scalino interforze della formazione del personale dei quadri delle forze armate italiane
E mi piace poter dire che idealmente chiude questo ciclo accademico dell'anno in corso venendo attenere una conversazione all'istituto di formazione più elevato delle forze armate che appunto il centro Alti Studi per la Difesa
Ringrazio il capo di stato maggiore della Difesa di forze armate segretario generale tutti gli ospiti del seguito esenti e lascio un piacere la parola a lei dottor Romiti
Dopo così prestigioso un istituto che fa onore alle nostre forze armate
Essere qui è sempre come dicevo prima un grande onore
Il genera la John il presidente vi ha detto qual è il titolo del mio intervento io vorrei dirvi che questo titolo peraltro risulta essere un pochino riduttivo rispetto a certe cose che io vorrei rappresentare alloro come mia esperienza personale
Perché il momento attuale
Non soltanto del nostro Paese ma diciamo mondiale europea e mondiale tale per cui forse partendo da quello che appunto nel titolo del mio intervento
Credo sia più utile spaziare in senso ancora più grandi
Dovremmo quindi parlare stamattina di congiuntura economica ed i suoi riflessi sull'impiego delle risorse di tutte le risorse tuttavia dobbiamo anzitutto riflettere su un fatto che vorrei portare alla loro attenzione
Che la congiuntura che viviamo una congiuntura negativa
Non è soltanto la manifestazione di un avvicendarsi dei cicli economici
Noi siamo stati abituati non soltanto quindi la nostra vita ma dalla lettura dei testi scolastici a sentir parlare di avvicendamento dei cicli economici un'onda che una volte su è una volteggio
Io credo che oggi questa crisi che viviamo non è la crisi di un passaggio da una crisi economica da un ciclo positivo a un ciclo meno positivo o negativo
Credo che questa crisi si inserisce in un momento storico di tali profonde trasformazioni che ne influenzano necessariamente il passaggio da un periodo all'altro
Allora siccome gli avevo detto che cinque anni fa ero qui
In questi istituto
Permettetemi di ricollegarmi a quello che era la situazione cinque anni or sono
In quegli anni c'era ancora una situazione mondiale di bipolarismo che peraltro cominciava così ad allentare la sua presa ma credo che a chiunque di noi cinque anni fa
Si fosse domandato quanto tempo poteva durare ancora questo bipolarismo mondiale quanto tempo l'Unione Sovietica poteva mantenersi in vita certo nessuno avrebbe predetto
Che di lì a pochissimo tempo ci sarebbe sgretolato quello che era stato per tanti anni un impegno
Il quadro dei rapporti fra le nazioni della crescita economica dei valori e delle aspirazioni sociali
Dinoi specialmente permettendo di norme che non sono più giovane ci appariva ben definito e direi anche tutto sommato ci sembrava un ordine che poteva anche piacerci da un certo punto di vista il mondo industrializzato si trovava in una fase ascendente del cinema eravamo in un momento di grande infuria l'Europa era come rivitalizzata era piena di energie dalla prospettiva del mille novecentonovantatré
Anno in cui doveva realizzarsi il mercato unico ed era una tappa un traguardo che noi europei ma in tutto il mondo si poneva come l'inizio di un qualcosa di grandemente nuove qui nel nostro Paese pure nel dissesto dei suoi conti pubblici perché già nell'ottantotto c'era dissesto dei conti pubblici
Di un'inflazione più elevata dei Paesi nostri partner del deterioramento della bilancia commerciale ecco qui anche nel nostro Paese
C'erano prove di grande vitalità di grande voglia di crescere c'era molto ottimismo della gente ecco se ci voltiamo indietro cinque anni
Soffio
Eppure tutto questo ci sembra lontano non di anni ma forse anche di secoli per quello che è accaduto in questo breve lasso di tempo e non mi riferisco semplicemente allo stato dell'economia la cui evoluzione ha smentito certe idee che allora erano in voga e che si diceva che erano finiti i cicli economici le onde l'alto e in basso
E che si pensava che ci fossero mai il decollo di un processo di crescita continuo senza cadute indefinito senza data
E non mi riferisco soltanto al fatto che l'Europa assi poi realizzato il grande mercato interno primo gennaio mille novecentonovantatré ma questa Europa
Sembra ripiombata in una fase di incertezza di pessimismo sul suo destino unitario
E non mi riferisco neppure soltanto alla presente situazione italiana che vede insieme una crisi politica una crisi istituzionale è una crisi morale
Ecco il punto è un altro
Il punto e che noi abbiamo assistito abbiamo visto venir meno
Il complesso degli assenti che da una parte nella politica come anche nell'economia ci hanno dato delle certezze di riferimento e c'era metà del per un lunghissimo periodo di tempo per quasi quarant'anni di Nizza ed è questo il discorso che come sappiamo rimanda innanzitutto la contrapposizione fra le due grandi potenze per la scomparsa del blocco comunista nell'Europa dell'Est
Ma devo tener conto anche di altri cambiamenti che con quelli avvenuti al di là della ex Cortina si sommano e soprattutto interagiscono l'uno con l'altro
Certamente tutti loro conosceranno perlomeno se non di persona come scrittore
Edouard Luttwak
Ecco Eduardo Fonseca ha spiegato questi cambiamenti
Sostenendo che la geo economia
Ha avuto il sopravvento sulla geopolitica e cioè cosa vuol dire
E cioè la supremazia di uno Stato non poggia più sulla potenza militare sulla forza della diplomazia sulla ricerca e sviluppo nel settore militare ma si poggia sulla leadership economica
Sul controllo dei mercati sul dominio dei settori industriali ad alto valore di influenza parlo delle telecomunicazioni dell'informatica delle biotecnologie dell'aerospaziale
Ora certamente alla storia del mondo dimostra che non può resistere a lungo una potenza militare e politica che non sia sostenuta dalla potenza economica diciamo che questo forse è sempre stato ma mai come adesso c'è una parte del mondo quella costituita dall'Area economicamente più avanzata in cui l'intreccio da una parte degli investimenti e degli interessi economici
Rende altamente improbabile che le rivalità si traducono in conflitti del tipo classico a quelli a cui in tanti secoli di storia eravamo abituati
Questo non voglio certamente dire con questo che non esistono le rivalità le rivalità esistono si mantengono esisteranno sempre voglio dire che sia venuto meno l'aspirazione a una politica di influenza da parte dei paesi più forti
E non significa neppure che in altre aree del mondo le lotte territoriali non si combattano con gli strumenti militari perché questo è anche vero significa un'altra cosa
Che almeno tra i paesi sviluppati il confronto e quindi la capacità di influenza sul resto del del del mondo si gioca prevalentemente su un terreno nuovo che appunto quelle economico
Questa questione appartenute vacche che l'ha detto è stata ben sintetizzata in un recente studio della Berkeley era un table all'International Economic questo studio parte dalla seguente affermazione
Il dibattito sulla competitività degli Stati Uniti deve diventare un dibattito sulla sicurezza nazionale
Il declino relativo della posizione economica e la perdita della leadership tecnologica potrebbero presto mettere in discussione l'esercizio della potenza americani anche i giapponesi in questo campo hanno idee molto chiare
Tutti i loro anche qui credo che conoscano quel libro che non è stato mai poi pubblicati in Occidente ma che ugualmente famoso ampiamente citato quelle libro che si chiama il Giappone che può dire di no
I cui autori sono Akio Morita presidente della Sony e Scivittaro ICI Ara c'è un importante esponente del Partito liberaldemocratico giapponese ecco questi sostengono una tesi che può essere così riassunta il Giappone è oramai una grande potenza economica
E attraverso la sua potenza economica controlla le tecnologie fondamentali nel campo militare stata essa i politici usare bene loro le carte che l'economia gli ha dato allora credo che sia chiaro il perché del forte orientamento che abbiamo visto già all'inizio della nuova amministrazione americana l'amministrazione del presidente Clinton a ridare slancio alla politica industriale e commerciale degli Stati Uniti
Ha detto mica il Kantor
Attualmente il ministro americano per il commercio la nostra sicurezza nazionale gli ha detto dipende dalla nostra forza economica
E lo stesso Presidente Clinton nelle sue prime dichiarazioni ha ribadito è arrivato per noi il momento di fare del commercio un elemento prioritario della sicurezza americana intendendo dire il commercio internazionale
E allora vediamo
In che cosa consiste o è consistito e possiamo vedere infatti che non da questo momento l'aggressività competitiva americana e giapponese sia cresciuta quella giapponese nota quell'americane meno note
Il Giappone continua a registrare i enormi e crescenti surplus commerciali con il resto del mondo pensate anche alle esportazioni americane tra l'ottantasei e il novanta quindi in questi ultimi anni
Cioè fino a quando è cominciata questa ciclo riflessivo dell'economia mondiale ecco le esportazioni americane sono cresciute tre volte più velocemente di quelle dei Paesi industrializzati appartenenti all'OCSE
Pensate che l'Europa al contrario negli anni ottanta ha visto scendere progressivamente la sua quota
Nel commercio internazionale aveva l'Europa oltre il venticinque per cento oggi siamo a meno del ventuno per cento
Quindi se questo è il quadro in cui il confronto economico prevale sul confronto militare non per questa ragione i problemi della sicurezza diventano meno pressanti meno urgenti
Ecco diciamo perlomeno è una mia opinione che vorrei trasmettere loro diciamo che questi problemi militari forze hanno cambiato senso e direzione
Questi problemi
Non si presentano più comunque un fronto fra due superpotenze il bipolarismo
Ma si presentano come confronto fra due aree demografici demografiche e culturali ed economiche in cui sempre più evidenti si manifestano le differenze
Di fatto questo scontro fra Est ed Ovest che ha caratterizzato tanti anni di vita dopo la fine della guerra ecco questo scontro forse è ruotato di novanta gradi
Oggi non è più uno scontro Este a ovest ma forse si presenta come uno scontro fra un nord è ricco e un Sud povero e che diede vede sempre più evidente la dimensione dei suoi ritardi
Forse la prospettiva di un possibile conflitto può essere attenuata forse può essere anche eliminata soltanto se si attua un grande processo di redistribuzione delle risorse su scala mondiale
Certo se pensiamo che possano ante emersi questo divario fra Nord e e sud del globo ecco rito se noi riteniamo che questo possa costituire un punto di equilibrio io credo che profondamente sbagliato
Ma una ridistribuzione delle risorse può avvenire soltanto se il mondo industrializzato quello più forte quello più preparato si assume la responsabilità di forzare i ritmi del suo sviluppo
Si assume la responsabilità di eliminare i Lost gli ostacoli che a ciò si frappongono nel momento in cui si utilizzano in senso restrittivo e non espansivo quelli che sono gli strumenti di base della Geo economia
Vale a dire le tariffe ai regolamenti i controlli sugli scambi i programmi tecnologici nazionali di aiuti all'impresa cioè stiamo verificando un fenomeno forse naturale ma certamente sbagliato i paesi si stanno rinchiudendolo a difesa della loro unità non pensano più ai programmi mondiali e per difendere il proprio chiamiamolo anche egoismo unitario dimenticano il problema di fondo che invece è alle porte e che ci può investire da qui e nei prossimi anni
Noi sappiamo che soprattutto in una congiuntura difficile come quella attuale cresce la tentazione di ricorrere a strumenti protezionistici
Una tentazione che si esprime dove dappertutto con la voce di chi semina zizzania del protezionismo la parola protezionismo credo per loro la legano spesso in questo periodo
Ma non è certo questa la strada da percorrere per allentare la tensione fra nord e sud protezionismo significa accentuato da questa attenzione
E questo nell'interesse globale del mondo ma nello stesso interesse del nord industrializzato
Ecco sta al nord capire questo fenomeno
Anti vedere quello che può accadere e quindi porre le basi per una stretta cooperazione delle politiche economiche che assicuri una maggiore l'apertura dei mercati la liberalizzazione dei commerci la stabilità dei cambi
è chiaro però che per colmare questo divario nord-sud
Non basta creare le condizioni che favoriscono una più rapida crescita economica
Certo l'apertura dei mercati dei paesi industrializzati ai prodotti dei Paesi meno sviluppati e la prima e più importante leva di redistribuzione del reddito mondiale
Ma noi sappiamo che non basta per costruire le condizioni che favoriscono una più rapida crescita mondiale per allargare effettivamente l'area dello sviluppo occorrono oltre questo oltre questa intenzione adeguate condizioni politiche
Si potrebbero a riguardo citare molti esempi non non produttivi in cui le risorse arrivano ma non portano un decollo dell'economia pensiamo a quante miliardi miliardi di dollari
Nei passati decenni di prestiti internazionali all'America latina che non hanno consentito a questo continente di decollare pensiamo al presidente di molte nazioni dell'Europa dell'Est in grandi difficoltà
Ma vi sono anche situazioni in cui l'afflusso delle risorse impedito dalla presenza di conflitti che si originano negli odi etnici nel fanatismo religioso pensiamo alla vicina ex Jugoslavia si aprono allora a questo punto delicate questioni di diritto
Gli organismi internazionali hanno oggi o no
Il diritto di entrare nel merito delle vicende politiche nazionali quando queste siano in contrasto con elementari principi di libertà di tutela dei diritti umani della democrazia
Ecco dalla caduta del muro di Berlino la comunità internazionale sembra che abbia che ritenga di dover cominciare a gestire questi problemi in un modo che in altri tempi non sarebbe stato possibile pensiamo alla Somalia
In cui ci sono anche efficaci efficienti reparti delle nostre forze armate pensiamo al Mozambico dove altrettanto ci sono nostre forze armate e ancor prima pensiamo alla guerra del Golfo
Sono interventi del mondo
Un intero non tanto per ragioni di potenza quanto per entrare in in e ripristinare quei principi di libertà di tutela dei diritti umani di democrazia che erano stati frantumati
Ecco ciò che questa esperienza sembrano delineare e un uso diverso quindi dello strumento militare un uso più orientato alla difesa dei diritti umani che dei particolari interessi di questo o di quello Stato
Se così sarà in futuro e io penso che questa è una strada che continuerà a essere percorso io credo che avremo fatto un passo in avanti straordinario nella concessione dei rapporti fra i popoli nel mondo
Ciò che possiamo dire però oggi è che siamo solo ai primi passi di questa nuova forma di cooperazione internazionale che vede anche l'uso delle armi
Una nuova forma di cooperazione internazionale che prefigura che il nuovo ordine mondiale da tempo auspicato ma ancora molto lontani
Per chi è molto lontano questo questo nuovo ordine mondiale
Ci appare molto lontano perché ci sono ancora molti vuoti da colmare
Contrariamente a quanto si poteva immaginare la fine del bipolarismo non ha portato alla concentrazione in un solo Paese della leadership in tutti i campi
Certo gli Stati Uniti restano e auguriamoci forse che ma mantengano
A di essere un punto di riferimento politica militare di livello planetario
Oltre a ciò anche in hanno dalla loro anche la forza delle idee politiche e quella che deriva da un esemplare funzionamento di una democrazia è una forza che colloca questo grande Paese in una posizione di preminenza che dovrebbe mantelli Walter leadership stanno passando di mano in avvincono mia come ho cercato di dire
Prima sta crescendo e in misura notevole quella del Giappone
Accanto al Giappone non dobbiamo dimenticare la Germania oggi la Germania vive un momento difficile ma la Germania è certamente superato questo momento una delle potenze economiche mondiali
Ma dobbiamo anche considerare che nelle più varie aree del mondo si moltiplicano forze e idee politiche religiose che sono svincolate da qualsiasi sudditanza nei confronti delle vecchie e del nuove potenze non c'è più
Quel certo timore o rispetto che eravamo abituati a vedere prima queste nuove forze nuove idee politiche religiose non hanno più timore di è uscire fuori di esprimersi allora dobbiamo considerare che ci troviamo in un mondo multipolare in cui più difficile
Riesce realizzare una forte azione di coordinamento economico e finanziario fra i diversi Paesi e più difficile dettare nuove regole dei rapporti internazionali in cui tutti siano chiamati ad attenersi e questo fa sì e allora che diventi sempre più forte l'orientamento di ciascuno di risolvere i impropri
Autarchica mentre se vogliamo i propri problemi con soluzioni che non possono che essere di breve periodo e che anziché correggere accentuano i fattori di squilibrio di stabilità e di contrasto
Un secondo vuoto da colmare e quello che riguarda l'assenza o la perdita di forza dei grandi disegni generali
Non si può vivere oltre certo che c'è bisogno del progresso materiale ma se non ci sono grandi disegni reali
Qualunque popolo in qualunque parte della terra non riesce a vivere
Questo fatto della mancanza dei grandi disegni Denali o della perdita e ben visibile qui nel nostro continente in Europa nel malessere che sembra dominare questo continente
Nelle difficoltà che sta incontrando il cammino verso l'unità economica e politica nonostante che l'esito che stavolta positivo del referendum danese sul Trattato di Maastricht di tre giorni fa abbia eliminato un ostacolo certo non di poco conto
Dobbiamo riconoscere che l'indebolimento dell'idea Europa europea
è strettamente connesso con la fine dell'antagonismo con il mondo comunismo con il mondo comunista quando c'era quel pericolo dalla parte dell'Est l'Europa aveva ritrovato il senso di se stesse e la voglia di essere unitaria
La perdita la scomparsa di questo pericolo come anche la scomparsa dell'artificiosa divisione fra le due Germanie AG deboli l'idea europea la crisi economica si è aggiunta ha fatto il resto sollevando forti perplessità sugli impegni di convergenza stabilite dal Trattato e come dicevo prima ridando far fiato ai nazionalismi ai particolari
Se questo è il quadro allora quali prospettive abbiamo di fronte
Sul piano internazionale la presidenza Clinton è ancora tutta da scoprire e da poco e ancora non si capisce molto
Così come da tutti da scoprire sono gli effetti delle misure di politica economica che gli Stati Uniti si apprestano a varare sia sulla ripresa americana che su quella del resto del mondo
Per quanto riguarda l'Europa è ormai chiaro che certi percorsi certe forzature come quella di raggiungere un obiettivo politico
L'unificazione attraverso l'economia debbono essere rivisitati non possiamo più mantenere quelli che avevamo stabilito Pigna dare a più ampio spazio alle questioni politiche prima fra tutte quella di una maggiore partecipazione dei cittadini nelle grandi decisioni sul futuro della comunità e delle sue istituzioni
Quello della maggiore partecipazione dei cittadini non è soltanto un'istanza che vediamo qui nel nostro Paese ma è molto generalizzata in tutta l'Europa
Ci troviamo dunque in una fase estremamente difficile tra un vecchio ordine che sta sparendo e un nuovo che ancora non si delinea con sufficiente chiarezza
In questo contesto di crisi l'Italia si presenta percorsa da una crisi ancora più grave che certamente economica ma è anche e forse soprattutto politica e istituzionale
Se è vero che la stagnazione deriva anche da una crisi di leadership questo è ancora più vero per il nostro Paese
Di fronte a questo stato di cose
Non c'è dubbio che la tappa fondamentale per il rilancio dell'Italia stia nella revisione del suo sistema istituzionale che consenta finalmente di introdurre attraverso l'alternanza delle forze di governo
Una forte dose di competizione della politica
E che conduca alla revisione delle forme di governo distinguendo in modo chiaro competenze degli organi parlamentari alle competenze dell'esecutivo
Per quanto riguarda il sistema economico poi è chiaro che per uscire dalla crisi occorreva affrontare profondi gravi cambia che anche ambienti una delle cose più importanti da fare e la realizzazione di assetti che consentano una maggiore efficienza nelle utilizzo dei fattori allargando quanto più possibile l'aria del mercato rendendola molto più trasparente e dico allargarla per eliminare le distorsioni nella competizione le sacche di inefficienza le sacche di parassitismo i cui costi si scaricano sull'intero sistema penalizzando la competitività complessiva
Di dell'intero Paese
Dico a renderla più trasparente per corrispondere non solo a un imperativo morale ma anche a un imperativo economico
Ed alla trasparenza che dipende la più efficiente allocazione delle risorse finanziarie
Ecco credo che queste siano due condizioni irrinunciabili per poter operare quel deciso forte salto in avanti della produttività complessiva del nostro Paese
Produttività che imposta dal confronto Jehu economico di cui parlavamo prima
Ma in questa sede non è tanto sugli aspetti generali di sistema che vorrei soffermare su di essi si sta discutendo si è discusso molto a lungo
E per quanto riguarda il problema non è più individuare che cosa fare ma pur piuttosto coagulare una volontà politica che per il momento assolutamente io non riesca a vedere per fare per fare presto quello che è necessario qui per il nostro Paese quello che vorrei invece sottolineare questa mattina con loro è il fatto che se è vero che il confronto internazionale si gioca sempre più sul terreno economico le imprese si trovano ancor più che in passato
Assolutamente in prima linea
L'esigenza di compiere un salto in avanti e la produttività le coinvolge in modo diretto
Vorrei dire che le obbliga le obbliga ad affrontare una stagione nuova una stagione di grandi cambiamenti che sono destinati a modificarne in profondità il modo di essere e di operare di ciascuna impresa grande media
Ma di qualità cambiamenti parliamo
In fin dei conti anche nel corso degli anni Ottanta abbiamo assistito a un'evoluzione incessante nel mondo delle imprese
Abbiamo visto impetuosa la diffusione di nuove tecnologie e abbiamo visti impetuosa la entrata dell'automazione nelle aziende
E queste cose hanno trasformato completamente il volto delle fabbriche che non erano più negli anni ottanta
Paragonabili a quelli dieci o quindici anni prima
Abbiamo visto diventare molto più sofisticati sistemi finanziari logistici commerciali
Abbiamo visto ridurre di molto l'area del lavoro del lavoro manuale abbiamo visto crescere il ruolo della professionalità ecco sono tutti i campi nei quali si può certamente ancora migliorare ma secondo me non è questo il cuore del problema
Il fatto è che fino a pochi anni fa cinque sei anni fa noi abbiamo portato ai massimi livelli di efficienza un'impresa che era ancora concepita secondo i vecchi criteri dell'organizzazione fordista e taylorista Ica del lavoro
Abbiamo presso più moderna una struttura che però era rimasta nella sostanza quella che era un secolo fa ho cinquant'anni fa
Una struttura rigida divisa per funzioni stratificata per gerarchia oggi la grande sfida che abbiamo di fronte non è più quella di ammodernare qua e là la macchina aziendale renderla più efficiente secondo quel modello
E se mai il problema di sostituire quel modello sostituirlo completamente perché le organizzazioni rigide i grandi apparati hanno fatto il loro tempo e se erano certamente adeguati ad operare in un ambiente economico stabile caratterizzato da trend di crescere da regolari da cicli che si succedevano l'uno all'altro
E con questo tipo di organizzazioni sono stati colti degli anni passati in questo secolo dopo la fine del conflitto mondiale certamente importanti successi
Ma oggi l'ambiente è profondamente cambiato sono cambiate anche forse la natura delle persone
Ciascuno di noi se vedi i propri figli e nipoti riconosce che tipo di cambiamento quasi genetico c'è il loro rispetto alle generazioni che li hanno preceduti
Per tenere il passo quindi in uno scenario così immobile la sua evoluzione e così esigente nella domanda dei consumatori non bastano più le alchimie tecnologiche o finanziarie
Occorrono grande flessibilità e capacità di adattamento molto rapido
E per raggiungere questo obiettivo che non mi permetterei di chiamare non tanto evolutivo ma quanto rivoluzionario occorre spostare quanto più flessibile verso i bassi gradini della gerarchia il livello delle responsabilità livello delle deleghe
Credo e accrescere quanto più possibile il livello delle competenze in altre parole non vi sembri io un'espressione demagogica occorre oggi considerare di mettere l'uomo al centro dell'impresa e l'uomo in tutte le sue applicazioni impresa piccola grande commedia
Sta qui quindi una rivoluzione che mi permetterei di chiamare se non avessi un po'timori di una parola così grossa una rivoluzione culturale in cui siamo tutti impegnati e sta in questo passaggio da una organizzazione aziendale fondato sulle regole sugli standard sulle procedure ad un'organizzazione fondata sulla professionalità sull'intelligenza sulla creatività
Sull'intelligenza e sulla creatività di tutti coloro che in un'azienda lavora
Naturalmente tutto questo comporta un ben diverso profilo degli uomini che lavora in un'azienda
Perché non di esecutori parliamo ma di persone capaci di iniziativa
Persone che siano orientati ai risultati agli obiettivi persone soprattutto disponibili a rischiare e ad assumersi le proprie responsabilità
Che non agiscono perché un altro gli dice di fare quella cosa
Ma agiscono perché nel loro intimo sono convinti che quella cosa è la migliore d'affari e apportano a quella cosa da fare
O nei metodi di lavoro o nel prodotto che loro stanno ottenendo le modifiche che loro ritengono migliorative rispetto a prima
Quindi pensiamo di persone parliamo di persone capaci di interagire i strutture complesse con tanti altri professionisti alla attraverso un lavoro che non può che essere un lavoro di team
Parliamo di persone aperte all'apprendimento Comune bisogna avere oggi l'umiltà di capire che per tutta la vita di lavoro l'apprendimento deve essere continua aggiornato continuamente molto più di quanto non fosse prima
Pensiamo di persone che siano aperte alla mobilità intellettuale che è richiesta dallo sviluppo costante dei prodotti e dei processi di lavoro
Parliamo di persone che sanno avere una visione complessiva dei problemi e sanno esprimere un forte spirito di squadra e non un Sensi individualistico
Ecco io vi posso portare in piccolo
L'esperienza da noi la questo questo che sto dicendo non sono espressioni per lo meno nella nostra azienda generiche ma sono espressioni che hanno già in buona parte che sono già state attuati in buona parte
Come dicono gli specialisti di organizzazione
L'azienda deve diventare corta molto più piccola molto più più appiattita di quanto non fosse in passato
Cioè un'azienda che sia basata su una struttura articolata su pochi ma essenziali livelli gerarchici dove ampio spazio e appunto dato alla delega
Deleghe intesa non tanto come un livello più ampio di autonomia all'interno di un sistema di comportamenti ridici Sironi prestabilita e standardizzato
Bensì come effettiva diretta autorità sulle mie risorse necessarie a perseguire un risultato una delle manifestazioni più tangibili di questo orientamento concettuale e la cosiddetta fabbrica integrata che stiamo realizzando praticamente in tutti gli stabilimenti dell'auto che noi abbiamo in Italia e all'estero
Ma che certamente avrà la sua a un più avanzata manifestazione nei nuovi stabilimenti che sono in fase di finitura nel sud dell'Italia a Melfi e apparato se la fabbrica integrata non è una realizzazione tecnologica è anche una realizzazione tecnologica ma è soprattutto in fatto di uomini di uomini organizzati in modo completamente nuovo che proprio per questo permettono di impiegare al massimo delle sue potenzialità la tecnologia produttiva che è a disposizione di queste fabbriche in queste fabbrica operano figure professionali in larga parte nuove ma che comunque tutte avranno ruoli nuovi più ampi più complessi qualunque sia la loro collocazione operativa
Vi voglio fare due casi prendiamo il caso di un operaio
L'operaio della fabbrica integrata è chiamata a lavorare in modo molto diverso dal passato
Non è più concentrato su una particolare operazione che lo rendeva quasi estraneo al contesto generale nel quale egli opera l'operaio oggi invece in vari modi partecipe del complessivo funzionamento della fabbrica tant'è vero che gli si chiede di partecipare
Al miglioramento della qualità dei prodotti e di contribuire con la sua esperienza e con le sue conoscenze a modificare il la parte di processo produttivo che gli è stata affidata prendiamo il vecchio capo squadra
Che era sia eravamo abituati a vedere nell'investire in nel nel nelle industrie meccaniche italiane non del mondo occidentale
Oggi il vecchio capo squadra non è più capo squadra è diventato il responsabile di una nella chiamiamo unità tecnologica elementare
Ed io non è più chiamato a gestire i suoi uomini è chiamato a gestire una piccola unità
Che si si configura se voi volete come una piccola azienda e la sommatoria di tante piccole aziende che poi formano la fabbrica una piccola azienda indipendente dal punto di vista tecnico e logistico e responsabile di in un intero processo o di un intero prodotto
Naturalmente facile a dirlo a parole meno facile applicarlo
Queste trasformazioni richiedono anche investimenti importanti sono soprattutto investimenti in formazione e anche qui per dar loro un'idea voglio dire che tra la fine del mille novecentonovantuno e la fine di quest'anno
Negli stabilimenti del settore auto della FIAT saranno stati impartiti oltre un milione di ore di lezione dagli operai ai capi squadra via via salendo nella quale stavano coinvolte oltre settanta mila persone
Solo per Melfi e Pratola Serra occorreranno duecento miliardi di investimenti didattici e quattro anni di lavoro che andranno oltre mille novecentonovantatré per formare tutte le otto mila persone
Di nuova assunzione che lavoreranno in questi stabilimenti
Ecco questo è il cambiamento credo più importante
E fin qui mi sono riferito all'impresa industriale che ho detto che siamo arrivati al nocciolo la parte più difficile del suo rinnovamento siamo arrivati all'uomo
Molto meno difficile gestire una macchina un impianto per quanto complesso esso sia e molto più difficile gestire gli uomini ma la crescita di competitività dell'industria da sola non basta ad affrontare un confronto internazionale sempre più duro sempre più selettivo
Occorre che estasi accompagnata e sostenuta da una forte crescita della competitività di tutto il sistema Paese
Nel decennio passato abbiamo visto l'industria conseguire grandi risultati in termini di produttività nelle altre attività del Paese non è stato possibile veder realizzare progressi dello stesso con lo stesso ritmo
è venuto per le note ragioni politiche ma anche perché mancavano strumenti culturali e quindi tecniche gestionali organizzative capaci di far compiere anche al resto dell'economia quei balzi di produttività che pure erano necessari
Oggi il cambiamento dell'industria sta realizzando che si basa non tanto su Titano Rudyard quanto su tecnologia software può offrire a tutta l'area dei servizi compresi quelli pubblici
Con umiltà forse anche al mondo nel fare loro ufficiali vivono modelli di riferimento capace di massimizzare l'efficienza e l'efficacia della loro attività
Noi veniamo qui nel nostro Paese da una lunga tradizione di separazione
Vorrei chiamare qualche volta di conflitto tra impresa industriale mondo di servizi tra mondo pubblico del mondo privato
Ora questa ragione non ha più ragione di essere
E se portata avanti e potrebbe non soltanto ritardare l'inizio di una ripresa ma potrebbe essere anche molto dannosa tre che mano a mano che il confronto economico ma anche politico istituzionale amministrativo
Si apre tutti in qualunque settore si ritrovano abbattersi sulla stessa linea e nessuno può pensare più di scaricare su gli altri le proprie inefficienze
Se tutto il sistema non si muovesse al massimo grado di efficienza ecco quel sistema sarebbe certamente per anche questa se vogliamo è una dimensione del mutamento in atto del grande mutamenti unitamente a che vale per tutti i Paesi ma ancora più vale per l'Italia che si trova a rimediare a carenze più gravi di quelli dei Paesi con i quali ci confrontiamo
Io vado alla fine di questa al mio intervento
E vorrei così dire allora signor ufficiali che la società che abbiamo costruito in questi decenni presenta certamente molte luci guai a non vederle ma presenta anche molte ombre e stiamo vivendo un momento
Non mi non mi ripeteva impedite Ray di definire di grande difficoltà ciò che noi avvertiamo e che siamo arrivati a un punto in cui occorrono profonde riforme e con esse occorrono nuovi termini di riferimento nuovi comportamenti la costruzione di un nuovo tipo di società e nelle mani di tutti noi di coloro che lavorano e di coloro che studiano della intera collettività del paese e non sappiamo oggi delinea all'ancora in tutti i suoi aspetti ma dobbiamo cominciare non possiamo continuare in questo Paese che pure aveva bisogno di tante polizie del passato non possiamo dicevo non cominciare a mettere magari piccoli i primi mattoni per quanto riguarda il Paese che sarà nei prossimi anni
Quello che possiamo dire con ragionevole certezza in questa situazione così nebbiosa
E che la costruzione di questo nuovo tipo di società si fonderà in misura crescente sulle responsabilità individuali
Sulle partecipazioni delle persone in quanto se ci pensate un attimo in quanto tutti come cittadini come produttori come consumatori
Ci baseremo sempre di meno su scelte e direttive emanate dall'altro possiamo dire io lo userei anzi quasi come slogan che andiamo oramai verso una società degli uomini mentre si indebolisce sempre di più la Società delle organizzazioni
Una società in cui la libertà dei singoli come cittadini e la loro efficienza come lavoratori sono le stesse facce di una stessa medaglia questo richiede che cresca in tutti gli individui il senso di appartenenza e alla civiltà civile che è un valore da ricostruire un valore in cui tutti siamo impegnati che questo avvenga
Che cresca la consapevolezza che libertà e responsabilità formano un binomio che non può più essere scisso
Senza questa crescita civile senza la ricostituzione di questo grande valore non sarà possibile affrontare con successo le impegnative sfide che i cambiamenti in atto nel mondo pone hanno quindi al nostro Paese
Il mondo industrializzato mondo dell'impresa grandi responsabilità
Le ha verso se stesso per immettersi su un cammino di crescita dei guarda le sue aspirazioni
Lo ha verso il resto del pianeta del mondo perché se lo allargando ad un maggior numero di Paesi le possibilità di partecipare allo sviluppo
Pollari basi più solide basi più durature alla pacifica convivenza fra tutti i popoli
E allora
Arrivando alla fine permettetemi una brevissima considerazione finale
Io sono convinto che a questo sviluppo l'impresa d'impresa competitiva non dalla soltanto un contributo di risorse materiali che deve darlo ma che non sarebbe certamente sufficienti
Per quello che sta avvenendo al suo interno
Per la nuova cultura che si sta sviluppando per la centralità vera che ha ormai assegnato all'uomo come perno dei suoi successi ecco l'impresa saprà offrire anche qualcosa di più
Punti di riferimento per esempio e soprattutto soprattutto dovrà fornire valori nuovi valori che sono forse la parte che più manca oggi che di cui più ci si sente il bisogno di potersi di nuovo ancorare i ha dei valori veri
E certamente questo il più stimolante e gratificante traguardo per il quale noi che viviamo nell'industria ci sentiamo impegnati insieme a tutti quei cittadini in qualunque attività essi miliziano
Che nella loro sfera di competenza e di responsabilità lavorano appunto per il miglioramento della nostra società
Grazie ancora per la vostra
Il domande a cui legittime che il dottor Romiti sarà qui della risposta
Dottor Guidi
La prego
Sono Francesco Guidi dell'Agip non ritiene lei che in questa politica americana di intervento anche militare nei Paesi emergenti ci sia una certa volontà
Oltre e nacque l'encomiabile di difendere i valori democratici anche una volontà di espansione industriale sì che da qualche parte è stato scritto che la pax americana a cui tenderebbe Washington avrebbe come sbocco un rafforzamento dell'impero economico americano nel mondo
Ma io certo ci può essere sempre questa ma cattivo la tentazione di usare le possibilità di questo grande Paese come gli Stati Uniti per accrescere la potenza economica degli Stati Uniti stessi
Ma io ho cercato di dire nella mia relazione
Che oggi con la potenza di un Paese si misura non dico esclusivamente ma certamente in maniera preponderante dalla propria capacità di essere potenza economica
Il fatto che dista Gilli il Giappone consideri veramente essendo possessore
Di tecnologie che vanno sia nell'industria civile che nell'industria militare si consideri appunto una delle grandi potenze mondiali è un fatto abbastanza sintomatico
Io credo che si disse di uniti avessero come obiettivo né di interventi nei vari Paesi
Tipo quelli che in questo momento sono all'ordine del giorno come base l'espansione attraverso questi interventi della loro potenza economica sbaglierebbero di fondo
E che la loro potenza economica va cresciuta all'accresciuta certamente non attraverso questi interventi e mi auguro che così sia dico
Come non tanto come convinzione quanto come ufficio
Dottor Faranda
Prego
Se la Faranda frequentatore del caldo
Io intendo riferirmi ai di più al nostro Paese lei ha detto nella sua relazione che attualmente stiamo attraversando una crisi non solo economica ma soprattutto politico istituzionale
Auspicato tre diverse regole soprattutto che precisino maggiormente le responsabilità del Governo e quelle del parlamento e può approfondire questo concetto vuole intendere dire forse che il Governo nella sua attività programmatiche quindi della attività di Bilancio fondamenta mettere di finanziarie
E dovrebbe andare incontro ad un amico una minore intromissione tramite quindi una minore emendabilità dei suoi programmi per con riferimento al divario Nord mi scusi posso parlino tra domanda con riferimento al divario nord-sud
Che si gioca sulla Gea economia non tanto sulla geopolitica il nostro Paese molto interessato a veri tiene che ci siano le risorse necessarie e se ci sono ci sono le volontà politiche di i di spenderà venti utilizzabile per appunto redistribuire come diceva lei queste risorse perché se ciò non avvenisse fatalmente andremmo incontro a quelle stabilita
Che essendo noi immersi nel Mediterraneo Arci interessano molto direttamente e viene fuori il problema delle risorse destinabili anche alle forze armate grazie
Alla sua prima domanda rispondo molto semplicemente esattamente come lei me la posta
Bisogna che l'esecutivo sia posto ingrato nelle future nella FIN della modifica appunto dei dei degli assetti di questo Paese si è in grado di poter e governare i cioè prendere le proprie decisioni
I fatti deleteri quelli che hanno portato poi come come nel negli anni passati alla situazione in cui viviamo altissimo debito pubblico lei ha citato la legge finanziaria ecco la legge finanziaria un Parlamento ha il diritto di bocciarla o di approvarla ma non non deve avere più il diritto di modificarla
Perché la modifica delle leggi che vengono proposte dal governo al parlamento apportatori lentamente l'aggregazione di tanti di quei difetti che hanno poi generato il dissesto dell'attività pubblica quindi questo è indispensabile è indispensabile il Parlamento si apposta punti Parlamento ha soprattutto il dovere di controllare che l'esecutivo svolga certi lavori ma non può sostituire l'esecutivo se una legge finanziaria
Manipolata manipolata non in senso deteriore ma manipolata nel senso cambiata dal Parlamento il Parlamento ha sostituito il governo
Il governo fa una legge che il Parlamento non ritiene di approvare la respinge il governo passerà ha la mano all'opposizione che diventerà a forza di governo e si andrà avanti ma in maniera che le responsabilità siano ben chiare e molto definite questo è un punto essenziale
Per il futuro di questo Paese
Nord e Sud io credo che sia il tema fondamentale il problema fondamentale del futuro del mondo facciamo i riferimenti all'Europa applichiamo anche all'Italia
L'Italia e il sud dell'Europa l'Europa e minacciata da una possibilità
Di essere invasa da milioni di cime di milioni per esempio di nordafricani o di Paesi o di di paesi del Medio aria o di abitanti del Medioriente
Pensate a quanta pensa a quanta possibilità di invasione di popolazioni dell'est europeo dei vecchi paesi dalla Unione Sarda l'ex Unione Sovietica o dagli altri Paesi
Questo significherebbe uno sconvolgimento significherebbe forse non avere più la possibilità di effettuare i controlli
E allora
Occorre che il mondo industrializzato faccio un ragionamento anche nel suo interesse cioè sì consideri che è necessario abbassare il proprio tenore di vita il tenore di vita delle proprie popolazioni
Proprio perché questo fenomeno nord-sud possa essere riequilibrato
Perché se non fosse ed equilibrato di qui a un certo numero di anni noi potremmo avere delle conseguenze che costerebbero molto di più non solo in termini di abbassamento del tenore di vita del livello di vita ma anche proprio delle possibilità di convivenza e di democrazia dei nostri paesi
Io credo che il problema delle risorse va vista in questa maniera l'ha visto nella umiltà di ridurre il proprio livello di vita proprio per sopperire a questo tipo di necessità è un investimento per il futuro
Generalizia la prego
Polemica con la mia domanda è
Se riferito il dottor Faranda
Un quadro un po'più allargato ecco mi riferisco all'esigenza di una ridistribuzione delle risorse per colmare il più rapidamente possibile il divario Nord Sud ai fini della sicurezza mondiale ecco in tale quadro il fatto che la maggior parte dei paesi dell'Europa occidentale
Stanno orientando le politiche di collaborazione le poche risorse disponibili per investimenti più verso i Paesi dell'euro dell'ex Unione Sovietica
Che non verso quelli della sponda sud del Mediterraneo e con quali conseguenze concrete Po determinare nell'attuale difficile fase di transizione verso un nuovo ordine politico ed economico internazionale
Le conseguenze le ha già implicitamente dette lei nella sua domanda io credo che se l'Europa
Ponesse attenzione solo ed esclusivamente ai problemi dell'ex Europa orientale dell'Europa orientale in dell'ex Unione Sovietica
Sarebbe un ragionamento miope nel senso che si troverebbe poi irrisolti i problemi appunto della sponda della spunta settentrionale del Mediterraneo con le conseguenze che sarebbero inevitabili
Quindi c'è un dosaggio di risorse è vero che non so paesi come la Germania
Sono portati di più istintivamente a pensare ai problemi dei loro confini appunto rientrati nei confronti di quelle di quei Paesi
Però ricordiamoci che la Germania è stata la forza della Germania nel dopoguerra
è stata anche la immigrazione i tantissimi popolazioni pensata quanti turche a Quantico slavi a quanti anche di origine musulmana e islamica lavorano oggi in in Germania stesa la Germania oggi
Sta vivendo un momento difficile quindi vorrei dire che la Germania conosce questi problemi anche se teme di più per la vicinanza delle frontiere il pericolo immigrazioni di massa
Di paesi di gente dell'Europa orientale che non quelli di gente al di là del Mediterraneo
E qui ci vuole lungimiranza delle forze politiche ci vuole distribuzione di queste risorse ci vuole capacità di capire che i i problemi non sono solo i problemi limitati al proprio settore ma sono problemi che diventano più grandi e che il dimenticarsene uno per risolvere l'altro
Non risolverebbe il problema generale ma forse anche magari avere
A nessun paziente l'Oto Melara
Mi sembra d'aver capito che il nuovo modello organizzativo ed in particolare la fabbrica integrata
Verrà applicato a nuove strutture con impianti e uomini nuovi ma cosa avverrà delle vecchie strutture e degli attuali impiegati di quest'ultime e come vede in queste contesto il comparto dei prodotti per la difesa grazie
Nove se l'omesso di dire era voce dalla concorrenza
Io ho citato gli stabilimenti del sud e nuovi Melfi e Pratola Serra per dire che nascono evidentemente quando si nasce da prato verde quando si realizza una novità da prato verde le cose certo sono più o meno dispendiose più facili
Tanto per fare un esempio
A a Melfi in cui mi auguro che molti di loro possono poi fare una visita l'anno prossimo quando di stabilimenti saranno funzionanti non esiste più palazzina uffici non c'è palazzi uffici
Un concetto che emblematicamente sembra una rivoluzione
Però dove ci sono fabbriche quelle che noi abbiamo costruito secondo metodi del tipo vecchio la palazzina uffici può anche essere abbandonata mica detto sì saranno delle aree che verranno non utilizzate
Ma certamente verranno cambiate noi questo processo lo stiamo facendo in tutto il settore quando ha parlato che i prodiani di addestramento coprono settanta mila persone
Le poi immagina parlando dell'auto perché perché solo auto può immaginare che esteso a tutto il comparto
Con naturalmente con minore facilità di quanto lo realizziamo nel Sud in cui assumiamo selezioniamo all'assunzione di mandiamo l'addestramento nel preventivo più facile che non farlo nel Nord
Ma nel Nord e lo stiamo facendo abbiamo qualche difficoltà in più
Questi tipi nuovi di concezione della fabbrica per esempio sono recepiti con grande interesse dai giovani
Sono esibiti con più difficoltà da chi ha già quarantacinque cinquant'anni per ovvie ragioni per ovvie ragioni che il nuovo per coloro i quali hanno
Erano abituati a lavorare in una certa maniera riesce più difficile ma anche lì la stiamo facendo quindi non abbiamo nessun tipo di problema
Poi lei mi ha domandato se questi nuovi progetti come sulla sulle produzioni che servono per le forze armate beh non c'è differenza noi abbiamo dato la l'avvio in maniera massiccia alle produzione automobilistica perché l'automobile rappresenta il cinquanta per cento dell'attività della FIAT ma
Subito dopo e ed è già cominciato abbiamo già portatile dei questi problemi nel campo del del dei camion dell'Iveco nel campo delle altre aziende e quindi anche quelle minime quelle che saranno destinate a produzioni per le forze armate non hanno problemi di tipo diverso sotto questo aspetto
Che non le produzioni civili
Ci può dire sorgerà regolino ci può dire le sue previsioni sull'evolversi dell'attuale congiuntura economica
Anche alla luce di questa prospettiva che si delinea di una tendenza al ribasso dei tassi di interesse grazie
Non so fare previsioni significa invitare una persona a commettere degli errori non c'è di peggio che del circo situazione più difficile che fare previsioni
Io le posso dire questo che quella speranza che era nata dopo la la l'avvento dell'amministrazione Clinton in America
L'America ha avuto per esempio una stagione Luna un periodo delle vendite natalizie quali danni non si verificava un incremento notevolissimo che era basato non tanto su fattori fisici concreti quanto sulla Speranza nel cambiamento appunto della nuova amministrazione
Ecco che le speranze di una ripresa dell'economia americana lei sa che in questi giorni purtroppo stanno cadendo nel senso che anche lì questa ripresa non si verificò oppure si verifichi in misura
è talmente limitata che evidentemente non effettuiamo ora quello che dovrei dire che la fine del tunnel Lucio del tunnel ancora non la vediamo ma non vorrei azzardare mi a dire
La fine del tunnel avverrà fra x tempo fra i tre mesi perché qualunque previsione si faccia veramente si rischia di sbagliare
E certo che i tunnel finiscono tutti potranno essere lunghi quanto si vuole e purtroppo lui alle spalle ce l'abbiamo già tanto di tunnel percorso che evidentemente speriamo che la alla fine possa non essere eccessivamente lontana quindi la speranza è quella dobbiamo lavorare proprio in previsione del fatto che certamente una ripresa a un certo momento arriverà quindi l'abbassamento dei tassi di interesse è un contributo notevole alla ripresa economica perché ridurre i tassi d'interesse significa ridurre costi notevoli che nelle attività produttive gravano sulle imprese gravano sui sistemi paese gravano su tutti quindi tanto più i gli interessi diminuiscono tanto meno difficile diventa la possibilità di ripresa
Cioè il dottor trent'anni sono un dirigente generale destinato al per Bari
Il dottor Romiti enormi e mi riferisco al suo intervento in pratica lei ha centrato parecchie volte il discorso sulla personalità dell'uomo
Condivido perfettamente questa nuova importazione ovviamente l'organizzazione deve esistere
Però deve ci interrare i deve esaltare la figura dell'uomo abbiamo avuto un visto che praticamente se e alcuni regimi sono cascati sono proprio per ultimi Rino perché questo o un uomo è stato trascurato punto precisato questo
E il richiamo al le risorse noi dobbiamo destinare queste risorse per erano sviluppo di questo sud che ci preoccupa molto oltre all'attore e lato umano di vedere nell'altro
Un uomo un simile a noi noi dobbiamo interessarci giustamente nella difesa di quella che sarà il nostro futuro
Premesso questo io ritengo che in queste risorse dovremo sempre centrale e sono il fenomeno un uomo allora
Cosa possiamo ora noi a queste c e questo mondo in via di sviluppo
Noi purtroppo non ci abbiamo mezzi e economici soprattutto risorse naturale ma c'abbiamo queste elemento un uomo ossia noi dovremo esportare
L'uomo è mille l'intelligenza uomini preparati che si vanno e insediare
In queste gli stati di viene sviluppo
In modo tale di nona vere un rigurgito di questi ma a portare il lavoro e in quelle zone io mi riferisca dei successi i nostri ebbene sotto non sottovalutare mai anzi esaltare quello che è successo in Somalia
Ora e dieci quindici anni fa noi abbiamo creato ospedali avviando la domanda ecco la domanda
Dottor Romiti mio ritiene che in questo sviluppo il il fatto dovremo potenziare proprio queste in centri queste scuole nostre italiane in modo da esportare quanto più possiamo cervelli che siano idonei a creare esce del luogo nuovi centri di lavoro
Grazie
Come ho visto che le ha fatto notare il presidente più che una domanda lei ha esposto la sua tesi una sua tesi che io in buona parte condivido
Cioè quando si dice si deve mettere l'uomo al centro
Il mondo futuro sarà più basato sugli uomini che non sulle organizzazioni è chiaro che non è che le organizzazioni non debbano esistere che le regole non debbano esercitarsi ma nell'ambito delle regole vogliamo un'azienda
Nell'ambito delle regole che devono esistere
Se la c'è anche un contributo non soltanto delle braccia per parlare in termini molto molto pratici
Ma c'è anche un contributo dei cervelli di chi lavora nell'ambito di queste regole è certo che il vantaggio è notevolmente più elevato
Naturalmente questo porta alla necessità delle scuole dell'apprendimento all'allarme insegnare ai giovani
Che quando hanno finito la scuola non è che l'Inpdap apprendimento e e completato l'apprendimento dura tutta la vita la la voglia di apprendere di aggiornarsi Mammano
Che gli anni passano diventa un'esigenza che non si aggiorna rimane fuori dal sistema e quindi un sistema scolastico efficiente
Lei nelle sue parole faceva pensare all'idea che il nostro sistema scolastico non è fra i più efficienti
Io credo ma non è neanche fra i più inefficiente il sistema scolastico nell'ambito delle strutture del nostro Paese il sistema scolastico cento c'erano ma molto più inefficiente che non il sistema scolastico detto questo
Anche l'incerto i miglioramenti vanno fatte quindi sostanzialmente concordo con quanto lei ha detto
E grazie dottor Romiti per la sua conferenza nella quale c'ha detto cose per menu molto molto io vorrei ritornare i problemi del nostro Paese
E sentire il suo parere su questa questione
Si dice che noi usciremmo cominceremo a uscire dal tunnel di crisi economica a due condizioni
La prima al controllo dell'inflazione la seconda alla riduzione del debito pubblico
Controllo dell'inflazione in senso relativo cioè inflazione rispetto ai paesi con economie più i nord
Circa invece la riduzione del debito pubblico che siamo al centoquindici per cento del PIL
Mentre mastri che prevede il sessanta per cento come limite massimo
Io rimango perplesso cioè significa ridurre il nostro debito pubblico di circa settecento mila miliardi di lire
E rimango perplesso quando sento leggo sui giornali manovre di tredici mila miliardi di cinquanta mila miliardi
E queste piccole cifre rispetto alle ottocento mila miliardi che dobbiamo recuperare
Giustificano la mia perplessità la domanda
Come lei ritiene con la sua altissima competenza economica
Qual è la strada da seguire per ridurre sia pure gradualmente di qui agli anni due mila
Questo enorme debito pubblico che lo stato assistenziale a creata grazie
Generale certamente lei ha indicato due punti fondamentali per la possibilità di ripresa il controllo dell'inflazione il debito pubblico mi dicevano quando siamo usciti un attimo negli intervalli giornalistiche stamattina è stato pubblicato l'ultimo dato sull'inflazione sul quattro per cento quindi c'è un controllo delle frazioni in questo momento buono
Malgrado la soluzione della lira che avrebbe dovuto comportare un difficoltà questo contro
Il controllo dell'inflazione può derivare in questo momento anche dal fatto che il consumismo sono molto ridotti nel nostro Paese quindi con da domanda essendosi ridotta porta evidentemente è un abbassamento dell'inflazione che evidentemente non è del tutto salutare perché per lo sviluppo occorre che i consumi poi riprende
Ma soprattutto il problema del debito pubblico e sono nei termini in cui nell'accennato i macro termini sono quelli che lei ha detto
Ora il debito pubblico secondo me generale va la il deficit e del debito pubblico annuale ma divisi in due parti
Quello che nel deficit e del debito pubblico annuale l'onere degli interessi sul debito precedente e quello che invece deriva dalla gestione dei conti dello Stato
Occorre dividerli proprio perché bisogna che noi raggiungiamo gradualmente
Prima l'equilibrio e siamo lì e poi un un surplus della gestione normale
Se la gestione normale desse per esempio trenta cinquanta sessanta mila miliardi di surplus questo consentirebbe di pagare parte degli interessi e soprattutto consentirebbe di impostare politiche che debbono essere per forza pluriennale teniamo presente che noi siamo in un periodo di bassa congiuntura che dobbiamo cercare di sviluppare la domanda cerchiamo di rimettere in moto il circolo virtuoso
Se si fosse in periodi normali se non avessimo un gran debito pubblico non so tipo i lavori pubblici potrebbero dare un incremento alla ripresa della domanda o altri altre accorgimenti che vengono usati da tutti i Paesi noi non lo possiamo fare perché ripeto avremmo gara aggraveremo di più il problema del debito pubblico quindi il programma come lei ha accennato mi pareva quando citati nel due mila è un programma pluriennale in cui va messo sotto controllo il deficit delle operazioni normali del bilancio che da deficit deve diventare il surplus e deve a man mano cresce
E poi impostare il programma di graduale riduzione una riduzione concentrata in due tre anni farebbe morire il Paese quindi ma per questo programma di riduzione diciamo di dieci dodici anni ma poi perseguito con la massima con la massima fermezza in modo che si sappia gradualmente qual è il periodo
Il problema quindi resa che Maastricht pone in questo campo due obiettivi uno
Che lo stock del debito non sia sia pari al sessanta per cento ha come massimo del PD
Ma delle leggi del del PIL e poi che il deficit annuale sia compreso in vicino al tre per cento del caso e questa secondo fenomeno che ci deve portare up perché quando questo si verifica allora il debito pubblico in una scelta serie di anni si riduce ci vuole quindi per far questo ci vogliono parlamenti e governi stabili perché un governo che ha pochi mesi di vita
Tutta la buona volontà ci può mettere ma non può impostare un programma pluriennale quindi ci vogliono un Parlamento nuovo speriamo il più presto possibile con nuove regole
Il quale generi un Governo il quale abbia presumibilmente una lunga durata che imposti il programma e che poi lo ha fatto il tutte condizioni che per il momento non è purtroppo non abbia
Mi scusi dottor Romiti lei ha parlato del binomio
Potenza economica sicurezza nazionale
Non ho capito bene se si riferiva solo agli Stati Uniti o a tutto o a tutto l'orbe terracqueo perché la domanda perché riferendomi al Giappone al caso del Giappone
Vedo tante tante resistenze soprattutto politico costituzionali per diventare una potenza militare in effetti il bilancio militare del Giappone è sempre stato inferiore all'uno per cento del PIL anche se il PIL grandissimo e quindi l'uno per cento è
Una grossa Cipro un grosso onere nel caso che il Giappone cambiasse politica
Si ripeterebbe il il bipolarismo nel mondo una volta c'era l'URSS negli Stati Uniti adesso ci sarà cioè ci sarebbe il il Giappone e gli Stati Uniti
Co.co.co. commesse secondo la sua esperienza che certamente più elevata della mia la la la visione del futuro in questo senso grazie
Ma vede ammiraglio
Volevo vorrei ricordarle ma certamente la ce l'ha ben in mente un piccolo grande particolare oggi il Giappone
Possiede alcune tecnologie di base che condizionano l'uso di mezzi militari
L'America non è indipendente da questo punto di vista perché mettere in esercizio certi prodotti che servono per la difesa dipende dal Giappone parlo in particolare nel campo elettronici sono molti particolari che sono in possesso del Giappone
Allora
A riflettere la forza militare del degli Stati Uniti è condizionata
Perché se il al gli Stati Uniti volessero intervenire dovessero intervenire e non potessero utilizzare quei particolari accorgimenti o sofisticati apparecchiature che sono in possesso del Giappone di fatto sarebbe condizionato dalla volontà politica del Giappone stesso il quale avrebbe un doppio vantaggio
Aveva il vantaggio di condizionare e di orientare anche gli interventi militari senza correre il rischio di partecipare direttamente ai processi militari
Quindi sarebbe una cosa di una gravità eccezionale
In cui si verificherebbe un fatto nuovo un bipolarismo che non è più un bipolarismo tutte e due hanno le bomba atomica come eravamo abituati la forza nucleare come arrampicati fra Stati Uniti e Unione Sovietica ma un'altra forma di condizionamento
Quindi il il l'affrancarsi
E quindi averi una potenza economica tale che possa effettivamente costituire di per se stessa un modo di di di avere una leadership del mondo diventa essenziale
E mi diceva ma solo Stati Uniti no tutti i Paesi io non mi augurerei mai che i singoli Paesi dell'Europa pensassero a questo mi augurerei che l'Europa nel suo complesso pensasse a questo tipo di organizzazione
E non mi augurerei mai a un bipolarismo che rinnovi sotto con nomi diversi
Quello che è stato per quarant'anni
Mi augurerei più a un multipolarismo in modo che ci possano essere effettivamente nel mondo non tanto per farsi la guerra perché queste proprio per evitare conflitti ma la la possibilità appunto che questi centri il Stati Uniti Giappone l'Europa
Auguriamoci che altre possibilità di aggregazione esistano proprio perché da una parte si possano andare incontro ai progressi alle alle i bisogni DT quella parte del pianeta che di questi ha bisogno e poi anche per evitare proprio conflitti come erano abituati a Renzi
Dottor Romiti ieri mattina a Palazzo Rondanini si è tenuta una una riunione in cui le forze nota alla quale era stata distrutta fare internazionale dalla Masterworks
E si è parlato moltissimo del problema della nella Europa che l'Unione europea in particolare di Maastricht
E volevo chiederle sono state proiettate o prospettate alcune idee come quella di un'Europa d'Europa due marce fatta presente a cerchi concentrici per cui il centro e fatto tra Germania Francia e Benelux e un altro cerchi in cui comprendono i Paesi dell'est e del sud
E così via ecco vorrei sapere e naturalmente una invece avrà forme oblunghe che vanno una verso la Spagna Portogallo il centro presa un'altra verso l'Italia Grecia Turchia un'altra verso il Nord volevo chiedere a lei
Lei pensa che noi non abbiamo nessuna possibilità di rientrare in quel famoso cerchio centrale nel nodo centrale dell'Europa di cui ieri mattina ho sentito imminenti economisti questa direi questa perché ormai mancata speranza ecco che l'Italia possa rientra in precetti la ringrazio
Venti che cada la speranza credo che sia un errore anche perché la speranza vuol dire stimolo se manca la speranza non c'è anche più lo stimolo per migliorare quindi la speranza deve sempre esserci
Certo il paragone rispetto a Paesi al nucleo quello che lei chiamava prima nucleo centrale in una in Europa fatta a cerchi concentrici
E oggi abbastanza lontani teniamo presente peraltro che anche la Germania a soffre oggi di problemi di essa stessa
Difficili difficili da risolvere quindi l'importante è che la distanza relativa diminuisca sempre di più e guai a non pensare di entrare
Io vorrei farle dirle un mio concetto
Se cadesse a un certo momento per ragioni così di di di mancanza di speranza di mancanza di possibilità
Che adesso il concetto di creare un'Europa unita e si disfa scisse quello che si è fatto sarebbe la più grave iattura che oggi Posse potesse colpo tu potrebbe colpire l'Europa
Allora in questa evenienza anche l'unione di due soli Paesi che rimanga un nucleo che CdA la possibilità di dire dobbiamo arrivare allora sarebbe auspicabile guai che tutto Calessi
Quindi voglio dire quelli che vedevano con grande pericolo questa Europa fatta a cerchi concentrici io dico meglio quello che non che non si faccia nulla
Meglio quello perché e poi un punto di riferimento è uno stimolo e un traguardo è un modo noi dobbiamo noi come Italia come gli altri Paesi che dovessero restare fuori dobbiamo avvicinarci
Io credo sostanzialmente peraltro sono fiducioso che sia più la possibilità di creare in Europa cerchi concentrici che non a losanghe non non ci credo quella nella mia nella mia così visione certamente c'è anche una una dose di speranza molto meglio l'Europa cerchi concentrici che non l'altra e mamma la Circe che dovrebbero scomparire Mammano per riformare quello che era il disegno
Nato qui proprio anche da statisti italiani oltre che con le statistiche francesi e tedeschi quello che era il sogno e che rimane Sonia una grande Europa e di considerarci tutti noi considerarci prima europei e poi italiani anche noi siamo piemontesi laziali calabresi sardi e poi ci sentiamo italiani
Non c'è nessuna difficoltà per ciascun nessun Paese a sentirsi europee senza rinnegare le proprie origini una propria estrazione
Prego
E il dottor De Palma della Snam Progetti le volevo porre dottor Romiti una domanda sul nostro Paese sulle privatizzazioni non le chiedo il suo parete perché appare evidente dal testo di però perché ha detto quando parla di un governo che deve limitarsi a fare le cose diciamo pertinenti e quindi abbandonare questa questa parte di potere improprio
Quanto un suo parere sul processo di privatizzazione sicuramente ci saranno delle aziende che facilmente potranno andare sul mercato
Magari col dei Machi agile che le rendono più appetibili però sicuramente ci sta un'altra massa che non è facile portare sul mercato
Società da ristrutturare addirittura società da liquidare l'ora la domanda presupposto che anche per questo ci vuole un governo stabile la domanda se lei vede questo processo
Realizzabili e che ruolo la FIAT potrebbe avere non tanto come operatore di mercato sulle aziende appetibili quanto su quelle che per questioni di inefficienza o di necessità di ristrutturazione dovessero rimanere all'inizio all'interno del sistema statali grazie
La prima parte della sua domanda già dava una risposta alla giocoforza si dovrà andare verso la privatizzazione
Ricordavo che l'Italia è il paese in cui l'area pubblica di gran lunga in percentuale superiore a quella degli altri Paesi siamo al doppio dei paesi che stanno intorno i quali ci confrontiamo
E io credo che la privatizzazione serva non soltanto a riportare in un'area dove c'è trasparenza competitività dove le qualità degli uomini delle partecipazioni statali perché ci sono tantissimi ma non è che siano diversi
Parliamo di media da quelli che lavorano nell'industria privata le loro qualità potranno meglio essere esaltate potranno rendere di più in un ambito privatistico che non in un ambito pubblicistico
Detto questo un altro aspetto fondamentale della privatizzazione e che la struttura del nostro Paese deve cambiare anche nel campo economico non si può pensare che a pochi gruppi a pochi grandi gruppi
Questi gruppi
Pochi grandi gruppi rimangano per effetto di privatizzazioni bisogna creare moltissimi altri gruppi perché una struttura industriale di un Paese ha bisogno di un certo numero di grandi gruppi di un certo numero di medie aziende di un certo numero di aziende piccole lei lo vede quando vengono pubblicate
Le le statistiche sulla dimensione delle imprese lei vede che noi in Europa siamo sull'ultimo paese diciamo dei dei dei Paesi grandi vede quanta differenza c'è non solo con la Germania ma con la Francia con la Gran Bretagna
Allora il sistema di privatizzazione non deve de deve anche ottenere questo risultato attraverso quelle che si chiamano i fondi comuni cioè deve creare nuovi grandi gruppi
Che lavoreranno nel campo del dove oggi operano le partecipazioni statali ma in maniera privatistica
Guai a pensare che le i grandi gruppi attuali diventino i pochi grandi gruppi pochissimi grandi gruppi attuali diventino addirittura più grandi io ho sempre detto negli anni passati
Per evitare questo fatto una legge in cui dite che i grandi Fia te Montedison che era non possono comperare aziende lo dicevo come boutade ma dicevo perché questo rappresenta la realtà del Paese
Lei mi domanda poi se FIAT potrebbe dare un contributo sì nei limiti del possibile sì ma tenga presente che FIAT e oggi in un momento particolare in cui ha bisogno di concentrare tutte le sue risorse all'interno perché i problemi a FIAT e non mancano oggi in una congiuntura così basso
Ma certo un un lavoro un un apporto per rimettere in apposto aziende non per acquisirle io penso che può anche teoricamente essere prevista
Sono sogno un thriller la Ufficio Studi della Banca nazionale del lavoro
Volevo porre dottore una domanda diciamo di carattere eminentemente economico e vale a dire due grandi fattori hanno dato un grande impulso alla competitività dell'impresa negli ultimi mesi
Mi riferisco all'accordo di luglio sul costo del lavoro e alla valutazione del della lire ecco questi due grandi eventi hanno portato diciamo negli ultimi cinque anni credo ad un recupero non si era mai registrato diciamo negli ultimi nell'ultimo decennio ecco volevo vuole questo tipo di domanda come pensa lei che questo tre recupero così importante possa essere mantenuto soprattutto diciamo nel medio periodo dalle dal sistema impresa
Italiano e quanta importanza diciamo per questo recupero potrebbe rivestire una politica di redditi ben attuata
Che non pensi solo chiaramente anche ma non solo ad un
Ad una stabilizzazione del dell'inflazione mancano a una più equa distribuzione dei guadagni di produttività fra i diversi settori produttivi in modo che non venga distorto quel sistema diciamo anche a a cui lei faceva riferimento anche diciamo in termini di di efficienza grazie
Ma lei ha ricordato due fatti importanti uno che dato per diciamo per capacità il governo Amato pur nella sua breve vita certamente passerà
Non so se alla storia o alla cronaca di questo Paese non so quale termine adottare
Proprio per avere essere riuscito ad eliminare il problema famoso dalla contingenza che di fatto ci portavamo dietro dalla fine della guerra mentre gli altri Paesi l'avevano i paesi industrializzati l'avevano già allontanato
E quindi è un fatto di portata storica che lì per lì per il momento forse non si è valutato e che certamente Rita un notevole contributo alla produttività del sistema industriale del sistema delle imprese in Italia
I fatti della svalutazione sono invece non tanto voluti quanto imposti e diciamo come è avvenuta la valutazione così insomma non è certamente è stato la migliore delle maniere con cui curvi allineamento della parità monetaria avrebbe potuto avvenire perché è stato forzato un momento molto difficile
Una svalutazione a cui è seguita
Gioco forza all'uscita della moneta dalla dallo SME
Un progressivo indebolimento della moneta stessa fino a raggiungere vette qui pro che va assolutamente non si pensava un ripristino ritorno adesso a tassi di cambio
Chiamiamoli più aderente alla realtà di quanto non fosse prima
C'è un fatto importante che la svalutazione della lira avrebbe dovuto comportare come dicevamo poc'anzi e un aumento dell'inflazione infrazione invece ha tenuto ha tenuto anzi direi che in certi sensi si è migliorata
E questo è un grosso fatta perché nella storia del nostro Paese nelle tante operazioni di adeguamento del cambio mai si era verificato che il tasso di inflazione potesse essere non soltanto mantenuto ma addirittura ridotto
Allora vuol dire che c'è qualche cosa di virtuoso che si è innescato anche proprio nell'opinione pubblica nel con nella l'atteggiamento dei consumatori perché di fronte a redditi più bassi quali sono derivano certamente alla la la al mondo del lavoro dalla eliminazione della contingenza
App comportato questo tipo di reddito più basso ha comportato ancora un un tipo di ragionamento più virtuoso noi eravamo un Paese abituato anche allo spreco
Oggi dal d'indagini che noi abbiamo e che portiamo sappiamo che il consumatore molto più avveduto molto più intelligente anche dei prodotti di consumo tempo prendiamo gli alimentari
Non è che nel nostro Paese siano calati
I consumi alimentari non sono calati
Ma c'è una selezione maggiore i prodotti di maggiore Trezzo di maggior costo oggi vengono abbandonati per prodotti di minore costo quindi è questo è l'orientamento della massa dei consumatori che porta poiché le conseguenze che le ho detto
Io credo che
L'attuale difficile congiuntura la impossibilità per i giovani di trovare nuovi posti di lavoro anche giovani che escono da scuole primarie lo sa che i giovani che oggi esclude i Politecnici di Milano Torino dalla Bocconi che prima erano praticamente rubati prima un anno prima che si laurea su oggi stentano a trovare lavoro e quindi sicuri gli altri
La precarietà dei posti di lavoro per chi oggi lavora
Ha comportato un ragionamento più riflessivo e più intelligente ce lo spreco
Chi era una delle caratteristiche consumismo insomma non usiamo la parola spreco usiamo la parola consumismo che tanto aveva danneggiato poi nel difatti il nostro Paese sta ritornando indietro c'è c'è
Maggiore consapevolezza dei problemi
Digli ore quindi
Concerto civico del modo di vivere di prosperare per cui io penso che le premesse che abbiamo abbiano tutte le possibilità di essere mantenute le premesse ripeto del controllo del costo del lavoro i problemi derivanti conseguentemente dall'inflazione e dalla
Diverso rapporto del tasso di cambio io su questo punto mi sentirei ottimista
Grazie dottor Romiti per la sua conferenza
A me il piacere di salutarla in finale di trarre alcune conclusioni per i frequentatori del cast che inseriscono questa sua conversazione così illuminata nel loro iter di studio
E lo studio base del centrati sulle la difesa è la sicurezza e la difesa
Naturalmente in termini strategici
Ed è con i nuovi frequentatori cioè i frequentatori che si sono aggiunti a seguito delle ordinarie che provengono dal mondo del economia della finanza delle banche dell'industria del settore pubblica del settore privato dei mass media
Del del mondo accademico è che è con loro che i frequentatori affrontano i problemi a carattere strategico
Noi eravamo convinti che lei ci avrebbe fatto un discorso strategico ovviamente in chiave economica in chiave industriale ma sarebbe stato sicuramente un discorso strategico e così è stato
Ed è in termini di strategia che abbiamo ascoltato le tematiche sulla fabbrica integrata sulla necessità della convenienza di rendere più orizzontale delle strutture che fuori discussione dovevano essere invece verticali
E non ascoltiamo con molta attenzione
Questi discorsi e l'attuazione di queste esperienze perché il mondo militare è un mondo verticale e deve tendere a una forma di o orizzontali trazione anche probabilmente con chiave diversa rispetto all'industria ma un processo deve instaurarsi in questo senso ecco perché l'abbiamo ascoltato con particolare attenzione
Ma abbiamo ascoltato anche motivo di meditazione per i nostri frequentatori
La differenza di potenziale che continua a sussistere anzi diventa più scatenante tra pari pari Parri varie parti del mondo in particolare tra l'emisfero nord dell'emisfero Sud e poi abbiamo ascoltato con preoccupazione l'Arin anni rinazionalizzazione dei Problemi questa nuova voglia di rendere nazionale un problema che sarebbe più facilmente affrontabili in chiave invece più internazionale e poi e questo è molto attuale un uso più attuale dello strumento militare sulla scena internazionale molto valido per aiutare alcuni paesi a intraprendere una strada non solo democratica in termini politici ma anche di visione di struttura di mercato in termini economici
Bene ma soprattutto abbiamo ascoltato e sarà elemento di meditazione la necessità di fermare la perdita di forza dei grandi disegni teatrali e vero
Non si può non affrontare in futuro se non si ha questa carica interiore che indica forse anche un utopia ma indica con anche come utopia un traguardo da perseguire e quindi anche per raggiungere e questa di cui noi siamo consapevoli anzi fautori la necessità di ricollocare l'uomo nell'ambito della nuova struttura nazionale e internazionale
Proprio per la voglia di dei costruire in chiave moderna una società degli uomini rispetto alla società delle organizzazioni che fino a oggi ci arriva affascinato
Quindi io la ringrazio moltissimo vedere forfait erto a tutti noi questi spunti di meditazione che troveranno profonda discussione nell'ambito del Centro Alti Studi per la Difesa
E per ringraziarla della sua visita e ricordarla che la considereremo sempre uno dei nostri docenti vorrei fare la monografia del palazzo in cui ci troviamo
Con i ringraziamenti più sentiti molte grazie fra