Sono stati discussi i seguenti argomenti: Letteratura, Libro, Psicologia.
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Rubrica
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medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva
Radio radicale bentornati a questo nuovo appuntamento della nuda verità come sempre in studio massimo dialogo cioè accanto a me Maria Antonietta Farina Coscioni ben trovata Maria Antonietta trovato
Allora ospite di questa puntata Alberto per i live benvenuto a Radio Radicale grazie mille buongiorno a tutti l'occasione di questa nostra conversazione l'uscita del
Il suo nuovo libro scritto insieme a Barbara Tamborini zitta edito da Mondadori collana
Strade blu c'è un sopra Titolo secondo me molto evocativo e che ci permette già dalla copertina di incentrare il il tema le parole per fare pace con la storia da cui veniamo questo è un tema a mio avviso abbastanza urgente nel nel dibattito pubblico non solo in quello culturale o di settore perché fondamentalmente la società che vediamo è una società ricca di ferite di ferite originarie soprattutto quando si parla di rapporti sentimentali di rapporti
Tra due persone e allora questo non è solamente un manuale ma anche una storia anche una storia che contiene tante storie
Sì il all'idea di questo libro è stato parte proprio dal voler narrare una storia
Che è una storia potente a una una storia ad alta intensità emotiva e la storia di Angela che noi seguiamo su due livelli narrativi la sua storia di bambina
E Angela nasce in una famiglia numerosa da una madre probabilmente stremata stanca forse anche depressa dopo questo parto che fondamentalmente decide di curare la sua bambina avere cura della solo Mila ma non di amarla quindi Angela diventa un po'la pecora nera all'interno della sua struttura familiare
E quindi vive sperimenta su di sé è una ferita d'amore primaria proprio un po'la quella che chiameremmo la ferita dei non amati per dirla la Hillman
Che rimane come una cicatrice poi in tutto il suo percorso di vita e quindi il secondo livello narrativo è raccontare ai lettori che cosa succede a una persona che ha una ferita d'amore così intensa quando da bambina e che cosa combina nella vita una volta ci sono tante strade possibili non è che c'è un livello di determinismo assoluto ma Angelé realtà si trova poi a a rivivere amore di relazioni professionali relazioni con gli altri nella sua vita adulta dove costantemente mette sulla scena invece i suoi bisogni di bambina mai soddisfatti e quindi in questa continuità tra la bambina che è stata e la donna che e in realtà la persona che vorrebbe essere c'è un po'il filo rosso che lega il la trama del libro ma anche che offra lettore la possibilità magari identificarsi in alcuni passaggi delle vicende di Angela
I non è sempre facile stabilire quali sia il confine
Del dell'umanissimo amore di un genitore nei confronti di un di un bambino magari sia particolarmente indifeso e può una muore disperato risolversi in un danno un peso da per il bambino seppur
Chiamato amore incerto ma direi che più o meno abbiamo tutti piccoli o grandi pezzi di questa storia di amori magari sbagliati imperfetti transitoriamente indefiniti
Nella nostra storia di vita cioè se n'è ripensiamo ai genitori che abbiamo avuto magari anche fortunatissimi perché veniamo da una famiglia che sommato tanto abbiamo poi dei passaggi
Dove i nostri genitori pura mandarci volendoci bene in realtà magari hanno lasciato quel segno quella cicatrice quella cosa che nei psicoterapeuti chiamiamo i traumi con l'attimino muscolare cioè delle cose magari Piccolo microscopiche che guarda caso però quando sei adulto spesso si riattivano il tutti ritrovi a riaprire il cassetto proprio di quella scena poi ci sono invece genitori che sono più in difficoltà cioè che entrano nella dimensione della genitorialità che proprio
Lo spazio del nostro essere adulti dove dovremmo essere
Ben funzionanti dove dovremmo essere disponibili capace di sintonizzarsi sugli stati emotivi del nostro bambino e invece siamo ancora così pieni di bisogni allora cerchiamo di fare di necessità virtù uno diventiamo genitori
Cerchiamo di fare il il lavoro migliore nel modo migliore il nostro mestiere di genitori ma a volte appunto con delle falle con delle pecche quindi può proprio succedere ce lo dice la
Teoria dall'attaccamento di John Volpe che proprio la teoria su cui abbiamo fondato sia la narrazione sia la parte teorica del nostro
Del nostro libro ci dice effettivamente poi essere un genitore che da un attaccamento che fa sentire il bambino protetto sicuro
Ma poi anche essere un genitore che ha dentro delle ambivalenza dentro delle rigidità dentro delle fatiche per cui il bambino invece che ricevere
Protezione sicurezza riceve anche quella dose magari di ansia di fatica oppure di spavento dentro alla relazione contesse tu se un genitore anzi oso che quarto il tuo vino con quegli occhi sempre spalancate
Per capire se per esempio sta bene l'ammalato ecco che quell'esperienza comunque entra dentro il tuo cervello e ti dà un anche una percezione non del mondo della vita come di un posto che potrebbero essere
Faticosi da avvitare oppure pericolosi
Quindi direi che il tema non è tanto di trovare le contenta perché tutti cerchiamo nel nostro percorso di vita di fare quello che il meglio che riusciamo a fare a volte quello che riusciamo a fare
Però è fondamentale quando si è figlia e questo è il messaggio del libro non rimanere ancorati ad un dolore antico che non abbiamo scelto che magari abbiamo trovato perché la storia di relazione per i nostri genitori
Era una storia affaticate faticosa in realtà il mondo è pieno invece di adulti che si portano sulle spalle ancora la zavorra di quel dolore di quella fatica che hanno vissuto quando erano bambini e non potevano scegliere la dovevano subire basta
E che vivono magari da fra piatti la loro esperienza adulta che vivono con una fatica che quasi inspiegabile che escono di casa la mattina è come andare in guerra invece che andare dentro alla vita
E che stanno quindi riaccendono ancora tutte quelle cose che c'erano nella loro infanzia che non sono mai state risolte
Il messaggio del libro è che è un nostro diritto ma è anche un nostro dovere verso noi stessi e risolvere
I pezzi incompiuti della nostra storia di vita entrarci dentro attraversare quel dolore ma poi imparare anche a lasciare il passato nel passato perché altrimenti vediamo sempre intrappolati in balia per la storia da cui veniamo spesso non riusciamo invece a costruirci la storia che vorremmo
E così un capoverso del libro che vorrei leggere perché è particolarmente
Significativo e ci racconta un po'di di questo di questa opera Angela bramava l'amore da una vita non le era mai stato donato a piene mani sempre e solo con molte riserve sospiri
Era nata nel momento sbagliato troppo tardi per incontrare gli sguardi meravigliati che riempiono gli occhi dei genitori di fronte al primo figlio e troppo presto per godere della senile soddisfazione di chi aspetta ancora un figlio quando gli anni sono ormai in molti lei stava nel mezzo chi l'aveva preceduta e chi viene dopo di lei trovò comunque qualcosa in più fu Angela la prescelta su cui scaricare le fatiche di una famiglia numerosa
Fu lei la figlia
Invisibile da dimenticare quella ferita impressa sangue nell'animo non uccise Angela lei è una bambina forte nessuno avrebbe potuto frenare il suo istinto per la vita da quel momento decise che il suo nido in cui sentirsi protetta doveva costruito da sola
Un rifugio tutto per sé nel quale raccontarci una normalità che nessuno avrebbe mai potuto minacciare
Una scompiglio propria misura nel quale non fare entrare nessuno Mile pena il rischio di sentirsi nuovamente di troppo un dolore e quindi la vita si poteva sopravvivere una volta sola in questo paragrafo c'è tanto del libro c'è soprattutto tanto
Di Angela delle dei che la protagonista delle sue ferite
Però come capita in tanti capoversi di di questo libro in in quasi tutta l'integrità del sistema dei personaggi dei protagonisti degli antagonisti
Sì
Si scorge fondamentalmente il tratto distintivo di umanità ferita di un'umanità dolente perché questo rinchiudersi poi di questo costruirsi una sorte di Torre di Babele interiore intima per forse diciamo la misura che l'uomo contemporaneo attuative più più volte all'interno dei del della sua vita e viene costruita con quello che si trova insomma una barricata si trova anche con diciamo con un'intimità abbastanza chiusa con rapporto verso l'altro blindato con una menzogna di fondo che alimenta un po'tutto quanto allora
Ecco come è stato per voi
Riuscire in qualche modo far diventare Angela una sorta di rappresentazione universale del dolore e dello stato d'animo contemporaneo
Ma credo che la sfida proprio anche narrativa di far ridere un personaggio che ha dentro
Contemporaneamente questa potenza è questa debolezza
Sia stata come autore una sfida decisamente interessante effettivamente se noi
La guardiamo da fuori Angela è una che nella vita fa un sacco di danni no è come se tutte le volte che tocca la possibilità di essere scaldata amata accoccolata al di fuori della relazione con la mamma
Poi vai distrugge tutto
E uno dice visto guardandola da fuori verrebbe da dire adesso ma te la meriti perché non ti sei conquistare neanche una briciola d'amore lettore credo che invece piano piano un po'anche come diceva lei impatti già accordati con Angela in qualche modo riesce a vedere al di là della corazza al di là di questa Scorza così respingente riesce poi a vedere questo nucleo profondissimo addolora finissimo che un po'è la base delle di tutte le ambivalenze di tutte le contraddizioni di Angela credo per esempio
Per per me permea rileggendo meno una delle delle scene che ogni volta che che la vedo mi colpisce tanto che laddove finalmente a diciotto anni ha trovato la famiglia doveva lavorare che veramente le vuole bene che la terrebbe per sempre che affronta abbracciarla e a darle in qualche modo una seconda chance nella vita lei
In quattro e quattro otto in un minuto butta via tutto e se ne va e molla anche loro no e uno da fuori di sé ma cosa sta combinando che cosa sta facendo ecco come terapeuta devo dire che queste sono poi veramente le storie che entrano negli studi
Del terapeuta di persone che hanno un dolore profondissimo che cercano di costruire il puzzle della loro esistenza
E provano a ricomporre la figura e quando sono quasi arrivati lì
Ributta no per aria tutto e si ricomincia daccapo in questa
Zona quattro effettivamente coloro è anche bello un po'riprendere in mano a io credo che il passaggio sia proprio quello della riconoscersi come persone bisognose
Persone che devono chiedere aiuto per uscire ma non tanto un terapeuta quanto proprio la persona che ti sta a fianco identificare qualcuno che senti nella vita essere capace di ricostruire conta è una relazione
Dove poi mollare quella difesa poi cambiare quel Progetto così precoce che ha di fatto per cui chi ha ridetto perno sperimentare il più indolore così forte mi chiudo dentro al mio guscio non lascio più in carne nessuno
Per i ragazzi o meglio ai ragazzi non è preferibile insegnare loro che i genitori prima di essere i genitori sono delle persone che sono degli essere umani che magari sono anche impreparati a ruolo
Che magari non hanno neanche scelto perché capita di diventare magari genitori senza averlo deciso senza verrà insistito sul Progetto genitoriale e quindi senza essere sostanzialmente
Capaci di vivere quella responsabilità genitoriali che in un anno
Fino in fondo scelto
Ma sì io credo che effettivamente per nero nel pensarci nel riflettere a noi come adulti educatori e genitori effettivamente sia davvero molto importante aiutare
I nostri figli nella costruzione della dimensione dell'empatia cioè muoversi nella vita nel mondo nel loro territorio relazionali imparando a sentire quello che sente l'altro che
Che è una cosa effettivamente parecchie in disuso ultimamente siamo davvero una società poco empatica siamo alla società dell'affermazione dell'io e dell'affermazione
Del del diritto a prescindere e credo anche che proprio questa incapacità
Che è così importante quando sei piccolo di tenersi poi sintonizzati attraverso il gioco degli sguardi del guardarsi negli occhi questo aver moltiplicato
Gli schermi e i fronti di osservazione per cui non c'è mai l'empatia è proprio io ti guardo e nel guardarti sento quello che stesse intendo le neuro scienza e ci dicono che questo è fortemente centrato anche sull'attivazione di un circuito neuronale che guarda caso si chiama neuroni specchio neuroni mirror
E più alleniamo questa competenza più probabilmente aumentiamo la complessità con cui noi riusciamo a vedere interpretare la nostra vita invece di avere delle spiegazioni
Semplicemente lineari no i genitori devono amare i figli devono essere amati e tutto deve funzionare così molto probabilmente riusciamo a entrare anche in una complessità dove riusciamo
A intravedere anche quella fragilità quella debolezza per esempio del genitore che mi ha messo al mondo in questo senso
Il romanzo ha proprio la figura di Chiara non sarebbe la terza generazione di donne e noi vediamo dentro alla storia
Chiara la figlia di Angela ed è veramente un po'la figlia di una mamma sgangherata e pure lei
Si muove nella vita riuscendo a fare uno slalom
Quasi olimpionico no in mezzo a milioni di difficoltà in mezzo a tutti questi ostacoli e paletti che la la mamma costantemente le mette davanti e più lei riesce a fare
Questa operazione proprio di riuscire ad accettare l'imperfezione della sua mamma più la mamma riesce poi a trovare sparsi e momenti in cui l'amante tantissimo il tema di di Angera Kelley un personaggio tutto niente quello che decide di fare Chiara è che quando arriva il tutto se lo prendessero gode quando arriva niente riesce a dire non povera Mema povera la mia mamma cioè riesce quasi a
Giustificare no che in quella struttura imperfetta che lei si è trovata come figura genitoriale ci sia qualcosa nell'hard disk e di programmazione che non si è strutturato bene non ci può fare niente se la deve tenere come
Ecco
Le figure appunto genitoriale le figure che poi sono alla base della della nostra vita della nostra esistenza
Ovviamente nell'analisi risentono col passare del tempo di una sorta di semplificazione
Diciamo si è passati dalla direi tutta colpa della madre a fondamentalmente far diventare la madre centro semplicistico un po'di tutta la dinamica familiare
E allora diciamo l'idea di questa semplificazione anche dell'interiorità e forse una delle
Dei nemici da abbattere per per riuscire a guardarsi meglio e però se un tempo era forse la superficialità individuale la la poca voglia di giù in qualche modo scoperchiare il il pentolone per trovare tutto quanto quello che riceveva all'interno oggi sembra questa superficialità questa velocità essere diventato un tratto distintivo della nostra società
Allora come si innesta questo percorso di introspezione di di analisi della propria complessità con invece dall'altra parte una società che ci richiede forse di essere prestazioni Steve di avere
Diciamo i neuroni a specchio fu sintesi per guardarsi più allo specchio per letale tra l'altro guardarsi dentro e appunto del sempre
Diciamo non per essere dei passatisti o dei conservatori però è sempre più una società che punta sull'apparire declinato su tutte le sue formule il risultato di una a diciamo presenza sociale di una presenza umana ecco quindi forse immagino che in questo ci sia ancora più fatica per riuscire un po'ma sbrogliare questa matassa
Sì penso che effettivamente una delle cifre dei degli ultimi vent'anni è stato che noi abbiamo trasformato tutto in
Per formare se ci siamo buttati molto più sul fuori che sul dentro e questo probabilmente ha reso anche più faticoso proprio il nostro esistere il nostro percorso di vita perché se lo trasformiamo in una continuazione che quasi tampona no quella quel senso magari di disorientamento o di dolore profondo puntiamo tutto nel fuori effettivamente poi non recuperiamo più
Il filo rosso della nostra storia di vita e soprattutto non impariamo a pensare intorno a
Che cosa stiamo facendo della nostra vita spesso le nostre vite sono ciò che noi siamo diventati e non ciò che volevamo essere quando poi ci accorgiamo della distanza tra l'essere diventato qualcuno che è molto diverso da quel qualcuno che volevo essere l'IPO e a volte scatta una sofferenza ma una sofferenza tardiva c'è una sofferenza del dopo pensione no quando improvvisamente si ferma l'azione
E quindi direi che effettivamente rimetterà anche un po'lo spazio del pensiero quello che abbiamo cercato di fare nel libro proprio questo no dare una storia potente dove succedono
Tantissime cose dove guardiamo il dentro e il fuori dei personaggi e poi permettere al lettore capitolo dopo capitolo di avere invece un capitolo dove deve riflettere su di sé cioè su alcune parole chiave che sono cruciali per la nostra vita
Che dovrebbero attivare ed è evocare una riflessione su disse
Penso che un po'alla luce anche della dell'osservazione presente nella domanda una dimensione fondamentale per noi uomini e donne del terzo millennio è
Che dobbiamo davvero recuperare la capacità di narrare noi stessi a noi stessi cioè riprenderci uno spazio dove la memoria autobiografica viene proprio costruita nella quotidianità con la capacità di vedersi di ripensarsi nel proprio mondo interno che è una cosa che non facciamo più perché anche quando ci stiamo raccontando stiamo era in realtà buttando i nostri pezzi di storia nel sociale le nostre immagini
Dentro dentro i nostri profili pubblici e collettivi ed effettivamente è un po'come se
Decidessimo di giocarci lo spazio intimo in una dimensione che esclusivamente pubblica
E invece la l'automazione è proprio una cosa importantissima perché quello spazio dove noi scriviamo no
Non solo la nostra storia ma un po'anche il nostro modo di stare al mondo
Cioè la la la nostra felicità o il senso di sosta di soddisfazione Dinoi non è solo quello che facciamo
Ma il come non ci raccontiamo quello che stiamo facendo è quello che stiamo vivendo le parole che usiamo per raccontarci la vita di nuovo io come terapeuta penso di essere davvero colpito perché a volte arrivano pazienti che hanno avuto delle vite faticosissima e che in realtà sono proprio dei testimoni incredibili di resilienza cioè partendo dai dagli eventi e dei fatti che hanno vissuto il loro tema è stato Riva con tasselli
Dentro un percorso dove comunque loro si sono evoluti sono cresciuti e poi invece vediamo pazienti che magari hanno veramente tutto no la salute e il benessere economico tutto
E su micro particolari della loro esistenza hanno costruito dei castelli di sofferenza
Che è semplicemente non il dato oggettivo mandato soggettivo cioè come se lo stanno raccontando non che cosa è successo
Realmente allora in una prospettiva costruttivista ecco che ridarci parole per costruire una capacità di pensiero su di noi una capacità di narrazione su di noi
E anche un modo per imparare un po'a stare al mondo per fare della vita la vita carta dei molti passaggi non lascia gli amo ma Cadenelli
E mentre sta accadendo qual è la nostra capacità di adattarsi alla vita benché accadesse noi sappiamo solo male dirle basta
Nei momenti in cui ci porta le cose che non vorremmo è vorremmo solo una vita che ci porta attimi perfetti momenti perfetti è chiaro che non riusciremo mai a trovare la nostra zona d'equilibrio
Alberto la scelta di della figura femminile cioè di una figlia anziché un figlio cioè di una figlia problematica quindi questo rapporto con un'altra figura femminile rispetto alla anziché il padre quel figlio una madre e una figlia perché questa scelta
Però il facile ricondurre diciamo alle problematiche anche alla crescita l'adolescenza più diciamo al al genere femminile piuttosto diciamo che teneri maschile
Ma questa è un'ottima domanda perché io credo che in realtà
Nel lavoro che stiamo facendo anche come come autori
Credo che questo sia stato il primo passaggio cioè abbiamo voluto potentemente questa è stata anche proprio un'idea di Barbara che coautrice ma è anche mia moglie e insieme stiamo crescendo
Quanto ai figli e cioè l'idea è stata proprio quella di mettere sulla scena il femminile anche perché nella un po'nella nostra formazione consiglio dovessi dire riprendendo anche la riflessione che è stata fatta prima davvero la Psicologia
Ha in qualche modo il petto filtrato figura materna se io penso al mio percorso di formazione come terapeuta non sono diventato un terapeuta dell'età evolutiva
E credo che per quattro anni ho davvero visto ore ore e ore sopore dimmi di registrazioni di micro variazioni dell'espressione del volto della mamma mentre imbraccia il suo bambino non ho avuto un'ora
Invece di informazione sul ruolo e sulla funzione paterna e quindi effettivamente siamo partiti probabilmente dalla porta d'accesso principale ma credo che la prosecuzione di Zita sarà zitto sarà manda cosa dove effettivamente io e di questo in parte con altri mi liberi l'ho fatto ecco quei libri che ha scritto da solo invece io anche un po'tutto il mio percorso di otto ore parte dal fatto che come uomo come compagno di vita come padre di quattro figli e poi come uomo tra gli uomini il tema della paternità poi entrato così potentemente nella mia storia di vita e io ho capito che era così faticoso costruire un filo rosso che lega se l'esperienza del figlio che sono stato del padre che ho avuto con l'esperienza del padre che sono diventato dei figli che ho trovo che questo probabilmente è un tema di straordinaria
Attualità molto contemporanea su cui dobbiamo riflettere tutti anche per costruire una
Una società migliore cioè dobbiamo effettivamente sentire che l'educazione è un progetto condiviso dove uomini e donne devono trovare un equilibrio dinamico e dove effettivamente
Il paterno il materno non è incarnato nel femminile o nel maschile a me proprio un progetto che con nota a trecentosessanta gradi l'esistenza del genitore qualsiasi senso su sia il suo genero
è vero che appunto cioè la diciamo la declinazione femminile che di solito diventa anche a mio avviso comica no perché alla fine il fatto che conto lo studio che raccontano insomma dimettersi di espressioni la madre poi in realtà forse c'ha condotto a a a non vedere poi la scomparsa del padre che all'interno di di questo libro ovviamente
Viene vissuta anche nel senso c'è comunque secondo me anche una declinazione verso il maschile verso comunque la figura genitoriale dall'altra parte perché se è vero appunto che fondamentalmente c'è la costruzione di questo Nieto alla l'idea insomma di di barricarsi di rompere continuamente come una sorta di Penelope che disfa ogni sera la la la sua tela insomma c'è anche forse l'idea che a mancare non sia solamente è stata diciamo l'amore da parte della madre ma diciamo forse l'assenza del padre proprio palesata in quanto alle volte probabilmente alla narrazione forse anche questo è stata diciamo una scelta
Chi deve devo dire che essendo così preponderante no il il femminile
E essendo condizionante poi tutto lo sviluppo della storia e maschile rimane veramente sullo sfondo rimane sullo sfondo il padre di Angela di cui intuiamo alcuni aspetti hanno il grande alcuni tratti che però poi al alla fine restano deboli e fragili ti dà tutto quello
Che invece il femminile mette in scena ecco arriva potente poi forse nella figura di Alfredo che è il compagno di angeli marito di Angela e il padre di Chiara che effettivamente è un uomo sgangherato che ha quando ha trovato questa donna che aveva questo aspetto da guerriera così bella è rimasto incantato dal fuori e non approvato minimamente a sintonizzare invece in mondi interiori a cercare di e e quindi si ha poi trovato un qualche modo intrappolato dentro una relazione che ha una relazione dove ogni giorno
C'è in scena nel tentativo di costruire qualcosa c'è in scena sempre una una c'è una scena di distruzione che costantemente prevede io credo che loro quasi poi in in modo ingenuo nord assistono al miracolo della figlia cioè come se la figlia diventasse poi il vero genitore di questi due genitori scaricherà che in qualche modo i mettesse chiavi in mano un altro modo per stare al mondo
Non dentro una modalità agonistica competitiva e distruttiva ma in qualche modo arresi richiedente cooperativa
La tua infanzia il tuo percorso diciamo libero e spensierato
Cioè nello scrivere nel ripercorrere il rapporto
In questa bella storia di un genitore con con una figlia
Sì tu dovessi ripensare invito i genitori alla tua famiglia di origine cioè tu sei sostanzialmente
Quello che dovevi essere rispetto al al nucleo familiare di partenza
A ma io credo che in realtà quello che che mi è successo anche in virtù del lavoro che faccio è che la mia vita è stata un cantiere nel senso un continuo work in progress
Con una grande svolta la prima grande svolta legata alla paternità cioè quando è entrata nella mia vita mi sono corto
Che dovevo volevo ora inventarmi un copione che quello che stava succedendo non era in realtà quello che stavo desiderando
E per me effettivamente la nascita del mio primo figlio ha coinciso anche con il desiderio di diventare psicoterapeuta non avevo immaginato che avrei fatto questa cosa nella vita quindi ho ripreso in mano il mio percorso professionale e ho continuato a fare in parte quello che facciamo prima ma poi ho detto
Su questa cosa mi mi metto in gioco il secondo elemento forte credo che nel momento in cui sono diventato terapeuta può è cominciata la collezione delle storie che è quello che poi alimentato animato tanto anche un po'la la mia vicenda di autore di scrittore mio desiderio anche di condividere con altri
Molto di quello che entra nella mia vita
E nel mio studio posso dire che in questo momento mi sento la persona giusta al posto giusto non tanto per quello che succede nel fuori cioè i libri che scrivo eccetera ma proprio perché
E sento che c'è una zona di equilibrio abbastanza abbastanza presente mia vita che è quella che mi fa stare bene e soprattutto se togliessero un uomo che in relazione coppia che vieta interpretazione che è il motivo per cui siamo al mondo
Bene allora il tempo a nostra disposizione purtroppo è terminato io ringrazio Alberto per Lai per essere stato nostro ospite grazie mille razze a voi è stata proprio mi una di quelle interviste dove uno si immerge nel nel flusso delle domande del secondo volume dritto cioè Antonelli aspettiamo tra Benneteau dai per il secondo con gioia anche di Mondadori grazie a Maria Antonietta Farina Coscioni come sempre a condiviso come questa
Trasmissione Grazie arriva radice alla regia ricordo zitta di Alberto per la Barbara Tamborini edito da Mondadori Strade Blu
Buon proseguimento di ascolto con le trasmissioni di Radio Radicale
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