Tra gli argomenti discussi: Cinema, Cultura, Diritti Umani, Film, Minoranze, Minori, Razzismo, Scienza, Sterilizzazione, Storia, Svizzera, Tortura.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 5 minuti.
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Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
Io credo e spero che molti ascoltatori ricorderanno quel film molto bello di Liliana Cavani del settantaquattro intitolato portiere di notte
Era un film che in una chiave del tutto originale
Rievocava la realtà dei lager nazisti
E in particolare un certo tipo di relazione tra carnefici e vittime che dei lager poteva instaurarsi si sa che malgrado le apparenze il carnefice dipende dalla vittima di cui ha bisogno per esercitare il suo dominio e la vittima può non soltanto subire la crudeltà del carnefice ma può finire per desiderarla
Perché quel legame così intimo assoluto come si dice simbiotico con il carnefice può avere una sua dolcezza anche si è velenoso mortifero
Fatto sta che nel film della Cavani una donna ebrea anni dopo la caduta del nazismo
Si imbatte in un albergo in un ufficiale delle SS che nulla che era appunto era stato il suo aguzzino e si ritrova a rinnovare con lui in piena sintonia con lui in segreto
Gli atti sadomaso Christie sci che venivano compiuti nel lager il monito che finisce per condurre i due amanti all'autodistruzione
Ricordo questo celebre film della Cavani
Perché come dire il suo fantasma
Evocato in un altro film italiano presentato in questi giorni al Festival di Venezia nella sezione delle Giornate degli Autori e intitolato dove cadono le ombre diretto da una giovane regista Valentina Pedicini
Lo sfondo storico del film non è dato in questo caso propriamente dal nazismo
Ma da un fatto storico poco noto che dal nazismo sembra discendere si racconta che in Svizzera tra gli anni venti e gli anni Settanta sono stati sottoposti a sterilizzazione che ha un programma di rieducazione
Centinaia di bambine e di bambini appartenenti all'etnia Ieni Cha una popolazione nomade un po'simile ai rom
Per estirpare così alle radici il male che quelli tenia avrebbe incarnato
Il film si svolge ai giorni nostri quando quel progetto in effetti di pulizia etnica è stato abolito e anche dimenticato si immagina che la clinica che era stata adibita quegli orrori
è stata trasformata in un ospizio per anziani
Ma c'è una donna che da allora è disperatamente ancorata a quel luogo era una delle bambine Ieni Cha sottoposta a quel trattamento
Preso a suo tempo ben volere da una delle top dottoresse della clinica che era diventata per lei una specie di madre punta attiva promossa a capo per così dire dunque a despotato gli altri bambini rinchiusi nella clinica
E ora infermiera dell'ospizio
Se quel luogo non è più riuscita ad abbandonarlo
E perché li ha perso la sua più cara amica d'infanzia del cui cadaveri va ancora alla ricerca ma forse più ancora perché non può liberarsi
Del gusto perverso del dominio sugli altri che i suoi trascorsi le hanno instillato
Un dominio che esercita in particolare su un suo coetaneo un suo antico compagno di sventura divenuto idiota in seguito agli esperimenti scientifici condotti su di lui
Questo nodo oscuro di sentimenti e di pulsioni sia in lei e che la opprime
Si esaspera ma poi alla anche si chiarisce e si scioglie quando la ragazza in una delle pazienti dell'ospizio riconosce la dottoressa che l'aveva presa in cura
E e rinnova di fatto ruoli scambiati adesso è lei la carnefice il suo passato
Come si vede il tema del film scabroso e sgradevole
E va dato atto all'autrice del coraggio di averlo affrontato e certo uno dei compiti dell'arte indagare e portare la luce le zone d'ombra della storia della società e della psiche individuale
E dove cadono le ombre è un film intelligente e suggestivo e mi riferisco in particolare alla suggestione del luogo
La clinica ospizio in cui il racconto si svolge per intero
Se però nel film della Cavani malgrado la situazione estrema quasi paradossale i personaggi risultavano veri qui il racconto risulta a volte artificioso visibilmente costruito teatrale ma nel senso negativo manieristico del termine
E i tre attori principali Federica Rossellini Elena Cotta egli osa fatto bagni sono bravi
Ma neanche loro sono del tutto immuni dal difetto della teatralità si tratta comunque di un film interessante dove cadono le ombre di Valentina Pedicini un saluto da Gianfranco Cercone
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