19 NOV 2002

Intervento di Olivier Dupuis sulle politiche di allargamento dell'Unione europea

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 4 min 11 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Olivier Dupuis sulle politiche di allargamento dell'Unione europea", registrato a Parlamento Europeo martedì 19 novembre 2002 alle 00:00.

Sono intervenuti: Olivier Dupuis (parlamentare europeo, Lista Bonino).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Balcani, Caucaso, Commissione Ue, Comunismo, Consiglio Europeo, Democrazia, Est, Europa, Gawronski, Integrazione, Parlamento Europeo, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 4 minuti.

Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Olivier Dupuis

    parlamentare europeo (LISTA BONINO)

    Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signor Commissario, cari colleghi, credo che il collega Gawronski abbia ragione: è l'Europa dei Quindici che rischia di approfittare di più di questo allargamento. Ma questo allargamento - credo che ciò vada precisato, e anzi spero di avere delle risposte da parte del Consiglio e della Commissione - non è la fine del processo di allargamento dell'Unione europea: ci sono una decina di paesi del Caucaso e dei Balcani che non sono neanche sull'elenco dei paesi candidati, che non si trovano quindi neppure nella situazione della Turchia, e sono paesi di cui l'Unione europea ha bisogno, come ha bisogno della Turchia, per evitare anche alcuni scivolamenti un po' fondamentalisti, come ho sentito dire oggi da diversi colleghi. Abbiamo sentito esporre le relazioni su ciascuno dei paesi candidati ma credo che sarebbe stato anche leale e corretto fornire a questi dieci paesi che stanno per entrare nell'Unione europea una relazione sulla situazione odierna di ciascuno dei quindici Stati membri. Io credo che, dal punto di vista economico, forse sarebbe utile per questi paesi sapere che non è da escludere un rischio di "giapponizzazione" del continente europeo, che la Germania, l'Italia, ma anche la Francia sono incapaci, oggi, di affrontare le riforme strutturali cui devono far fronte, il che, considerate le loro dimensioni, potrebbe avere conseguenze anche sulle economie dei dieci paesi candidati. Del pari sarebbe, forse, nell'interesse di questi dieci nuovi paesi sapere che in alcuni paesi dell'Unione odierna, tra i Quindici, la giustizia non è certamente quella di una democrazia: penso al Belgio, all'Italia, ma penso anche ad elementi forse apparentemente più marginali, come quanto sta avvenendo in questi giorni nel suo paese, in Danimarca, signor Presidente del Consiglio, e mi riferisco al modo in cui le autorità del suo paese affrontano la questione dell'incarcerazione del Viceprimo ministro ceceno Akhmed Zakayev. Non credo che ciò possa essere ricondotto a regole di Stato di diritto. Stiamo parlando dell'Europa delle democrazie, ma forse dovremmo parlare anche dell'Europa della democrazia, che sicuramente qui dentro, sicuramente nel Consiglio e nella Commissione, sicuramente nel suo complesso, non potrebbe soddisfare i criteri che oggi noi fissiamo per i paesi candidati: qui sta la questione dell'approfondimento della Convenzione, questione che speriamo sarà affrontata e risolta con un "salto americano", con la democrazia americana e non con i ritorni alla tradizione continentale che tanti danni ha fatto al nostro continente.
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