Rifugiati in famiglia. La puntata settimanale di Fai Notizia

Benvenuti all'appuntamento settimanale con fa notizia punto it informati inchieste tirati radicale in onda ogni lunedì alle ventitré e trenta e poi in replica sempre non è di
Ma le sei del mattino
In questa puntata vogliamo parlare ancora di immigrazione e di accoglienza e lo facciamo proponendovi due interviste su due esperienze molto simili e alternative però
Di accoglienza si parla infatti spesso con toni a volte esagerati di emergenza immigrazione e di mega centri per gestire appunto questa presunta emergenza
Mega centri e che come insegna all'esperienza di Roma sono spesso connesse a speculazioni e guadagni illeciti
Dall'altro lato però altrettanto ovvero che non mancano esperienze diverse come quella appunto che vogliamo raccontare di oggi a Parma infatti la un lusso sacche che già lavorava nell'ambito dell'accoglienza ha dato vita da poco
Ad un progetto che prevede appunto l'accoglienza dei rifugiati in famiglia e un progetto del tutto simile anche quello di Caritas
Che coinvolge tredici diocesi su tutto il territorio nazionale e circa una quarantina di famiglia
I responsabili dei diversi progetti ci tengono particolarmente a sottolinearne il senso che viene ovviamente quello di rispondere alla necessità di posti di prima accoglienza
Anche per una questione ovvia di numeri ma casomai quello di promuovere una cultura della cogliere in generale in Italia il sistema di accoglienza dei profughi è un groviglio di sigle però oggi appunto
L'Italia si trova a dover scegliere tra la gestione emergenziale che alimenta le speculazioni è un cambiamento strutturale
L'inchiesta su mafia Capitalia infatti mostrato tutte le contraddizioni e le speculazioni che proliferano dietro la gestione emergenziale dei flussi migratori
In Italia ci sono appunto i CPS anche se mi i centri di prima accoglienza e di soccorso la cui natura giuridica estremamente incerta
Poi ci sono i CARA che sono i centri di accoglienza per i richiedenti asilo e che sono a diretta gestione governativa
E poi c'è lo SPRAR che è il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che gestito dagli enti locali tramite associazioni ed enti di tutela dei rifugiati
E poi ci sono appunto una varietà di centri nati in contesti più o meno straordinari e il caso ad esempio nel due mila otto dei centri polifunzionali negare metropolitane
Dei centri e in ai cosiddetti centri emergenza nord Africa sorti nel due mila e nove o dal due mila e quattordici il casse che sono i centri di accoglienza straordinari
E nonostante lo SPRAR tra quindi questo sistema gestite in coordinamento con gli enti locali
Sia unanimemente considerato il sistema preferenziale risulta assolutamente sottodimensionato rispetto alle necessità rispetta i numeri
Degli arrivi in Italia e soprattutto è un sistema a volte carente per quanto riguarda i meccanismi di controllo e le numerose deroghe alla procedura ordinaria di affidamento delle strutture
Il proponiamo o oggi due interviste la prima Oliviero Forti di Caritas italiana
E la seconda a Chiara Marchetti disaccordo lo schema la responsabile del Progetto a Parma di cui dicevamo prima che prevede l'accoglienza dei rifugiati in famiglia
Come dicevamo Caritas ormai tre anni fa ha dato il via al progetto rifugiato a casa mia e come suggerisce il nome il progetto prevede appunto l'accoglienza dei rifugiati presso delle case delle famiglie che sono normalmente famiglie conosciute e attive nell'ambito delle Caritas locali
In realtà sul Comune di Torino il primo a sperimentare questo tipo di accoglienza a cui appunto se poi ispirata anche Caritas
A differenza di progetti come quello attivata Parma quello di Caritas non rientra però nello SPRAR fra il sistema di protezione per i rifugiati richiedenti asilo
Ma come ci spiega forti ci sono comunque dei contatti con lo SPRAR soprattutto per la seconda accoglienza
Come a Parma comunque questo tipo di accoglienza coinvolge preferibilmente persone che abbiano già trascorso in Italia diversi mesi
Trasmettiamo quindi l'intervista Oliviero Forti di Caritas italiana e ci risentiamo con la seconda intervista tra sette minuti col Giappone una sciagura dovuta diversi anni fa non intanto Assocred forse il primo a sperimentarlo col Comune di Torino
Apprendemmo con particolare interesse questa sperimentazione vista anche un po'la nostra specificità come come Carrasco marchio staliniana e abbiamo voluto ore qui Carlo chiaramente con i dovuti aggiustamenti legati agli atti
Dinamiche sono anche un po'propria ripeto nelle nostre realtà sul territorio per cui tre anni fa circa abbiamo proposto una sperimentazione
A diverse Caritas conseguentemente a diverse famiglie sul territorio che hanno accolto
A circa quaranta persone tra singole nuclei familiari nel loro caso per un periodo i senesi che però in alcuni casi anche per un caso che comunque cercava con rapporto
Bello tra il beneficiario e la famiglia che ha voluto e ha scelto di continuare a seguirla
E chiaramente non si è trattato semplicemente di far transitare queste persone nelle case nelle famiglie
Accoglienti malati creare anche tutto un supporto che ha garantito la Caritas attraverso quadri specializzati perché sono persone che comunque hanno bisogno di una serie di
Evidentemente sostegni di carattere non sono psicologico ma spesso anche amministrativo legale perché vivono condizioni chiede di grande precarietà
Però ecco quello che posso dire che al termine di questa progettualità e il dieci sono stati i possibili
Degna di qualche inevitabile problema che immaginavamo
Sarebbe che la trentanove le famiglie nel complesso però abbiamo ho capito che forse e la via per una
Effettiva integrazione
E soprattutto il nostro intento che io credo
Esso è stato raggiunto era quello di una duplice obiettivo da un lato creare le condizioni di accoglienza più al sostenibili da parte dei beneficiari ma dall'altro di creare una mentalità
Nella comunità rispetto a questo tema che comunque rimane molto ostico e quindi esse una famiglia deve essere una comunità
E qui non è sola famiglia nettamente interessata Rossoni amici parenti nel caso nostro chiaramente le parrocchie le comunità che mi si crea anche un circolo virtuoso
Che ci ha fatto dire che probabilmente
Varrà la pena a riproporre così faremo Gianola prossimo anno per numeri più importanti
E la convince non tanto che sia una
A modalità di accoglienza sostitutiva quello ordinario perché ad oggi non ci sono le condizioni per garantire numeri così importanti ma non gli ottanta mila persone l'accoglienza
Ma certamente una come dire forma complementare
Che ripeto oltre ad essere un
Vantaggio netto secco Perrella beneficiario pone sicuramente per una comunità e qui una società che non ci fa ancora molta fatica ad affrontare il tema nell'accoglienza dei cosiddetti però
Per quanto riguarda la gestione economica quali sono i costi di un progetto del genere in quanto ricevono e le famiglie specialmente
Il costo sicuramente circa la metà di quello di un'accoglienza istituzionale
Che oggi vi si avvicina intorno ai mille euro al mese
Perché chiaramente ci sono costi legati al vitto alloggio a chiaramente affitti collegati all'immobile operatori
A operatori specializzati quindi ad oggi i famosi trentacinque nove tanto fanno discutere multimediali pertanto giudicano poco più di mille
Invece va in quel caso è riuscita a garantire un come dire accoglienza con circa cinquecento euro che significa trecento euro a famiglia per le spese vive ma rivelata una cifra simbolica anche per evitare che diventi occasione anche di strumentalizzazione
Il contributo verrà le famiglie che lo fanno innanzitutto perché credo che questo tipo di accoglienza nel valore che ha in sé
E poi chiaramente di residuo restante è quello che viene comunque investito nella
Spese vive collegata anche in quel caso adoperato dividono seguire Progetto fare il monitoraggio sul territorio perché il progetto funziona non funziona risolvere eventuali
Criticità che vengono a presentarsi per cui anche questo è un motivo per noi per dire che vale la pena investire su questo perché ha una sua economicità intrinseca quindi
Certamente al nostro punto di vista è un
Elemento ulteriore che ci porta a dire
Continuiamo andiamo anche in questo cinquanta e per quanto riguarda i numeri quanti sono quante sono state le famiglie coinvolte idee persone accolte
Come dicevo le verso la continua quarantina nel progetto sperimentale dieci diocesi a memoria non ricordo le famiglie
Ma sono state altrettante forse qualcuna di più rispetto alle diocesi oggi che abbiamo chiesto una disponibilità ulteriore per questa seconda fase del progetto già abbiamo un numero più importante di
Realtà che si sono resa disponibile io credo anche soprattutto dopo le recenti
Vicende che hanno visto sul tema dell'accoglienza molta attenzione a parte l'opinione pubblica e poi per quanto ci riguarda anche l'appello questo fatto molto l'appartamento spinto molti anche molte comunità
A seguire insomma di un suggerimento concrete che le vengono scelte le famiglie
E poi ne sono flette famiglie qualche modo gravitano nel circuito della Caritas quindi son famiglie comunque conosciute che devono avere e questo viene verificata una fase preliminare
Determinati requisiti di stabilità lamenta che familiare che deve essere ambiente comunque
Ha protetto per richiedente asilo per rifugiato che in Georgia persona che vive una situazione esistenziale un po'complicata quindi al netto di questo trovare nelle condizioni anche economiche che non
Qualche modo rischino
Nella precarietà della famiglia di influenzare negativamente la permanenza della beneficia rallentano dalla stessa quindi
Nulla di particolarmente straordinario ma che sia sostenibile in questo progetto che ha comunque
Come obiettivo quello di emancipare le condizioni le persone da condizioni di precarietà e quindi non bisogna
Come dire rischiare che queste possono essere in qualche modo aggravato da una situazione già
Diversi complicano mandando una famiglia e questo tipo di accoglienza a vostro avviso si adatta anche i richiedenti asilo oltre alle persone in aree già ottenuto lo status di rifugiati fino a che punto c'è anche fino a un livello diciamo di prima accoglienza cioè di persone poche settimane no no nomi in genere questo prevediamo per chi anzi ho avuto un percorso di prima accoglienza in genere anche perché ha fatto un periodo dove è stato possibile entrano nel circuito splafona
Noi sappiamo che lo SPRAR è sicuramente il perno del sistema
Nel nostro Paese ma vista la situazione attuale ancora fa fatica a garantire quello che
Nella Carta è previsto l'inserimento effettivo quindi a rischio stesse che terminati i famosi sei mesi quei casi sono anche un anno
Con la persona si trova senza nulla uscendo da questa accoglienza alla questo ecco un'ulteriore occasione che viene data a queste persone per dire evitiamo che poi tuttologa è stato investito sino ad oggi perché sono anche risorse investire
Vada perso attraverso le famiglie avendo ottimizzato
Rieccoci in studio questa era l'intervista Oliviero Forti di Caritas italiana all'altra intervista che vi proponiamo invece un'intervista
A Chiara Marchetti diciamo con Luz che è la responsabile del Progetto a Parma che prevede sempre
L'accoglienza dei rifugiati in famiglia
Il Progetto appunto coinvolge dieci famiglie e altrettanti rifugiati quindi non richiedenti asilo ma persone che hanno già ottenuto lo sto uno status di protezione e non si tratta di un'iniziativa privata né tanto meno improvvisata ma di un progetto che si inserisce appunto
Nella reti ordinaria dello SPRAR fra il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati quindi finanziato anche dal Ministero dell'interno ed agli enti locali il sottratti persone e quindi dicevamo che hanno già ottenuto l'asilo saranno accolti per un massimo di nove mesi e le famiglie che sono stati selezionati a partire dal febbraio scorso
Riceveranno un rimborso spese di circa trecento euro al mese una cifra che
Ci spiegano è determinata da la necessità di copertura delle spese minime per vitto e alloggio ma che appunto ridotta al minimo per scoraggiare qualunque speculazione
Oltre alla stanza come ci spiega Chiara Marchetti è stato chiesto alle famiglie di non trattare la persona colta come un semplice subaffitto are
Manti aiutarla ad inserirsi nel tessuto sociale cittadino e di coinvolgerla per quanto possibile nelle proprie abitudini quotidiane
E se qualcosa dovesse andare storto ci spiega sempre Marchetti la persona colta potrà essere inserita negli altri progetti SPRAR della Onlus e che prevedono l'accoglienza in piccoli appartamenti
Trasmettiamo quindi l'intervista chiara Marchetti sul Progetto rifugiato in famiglia a Parma e ci risentiamo per i saluti tra quattordici minuti
Mentre in Italia si parla di immigrazioni di nuovo come e come di un'emergenza a Parma da febbraio è partito un progetto per l'accoglienza dei rifugiati in famiglia
Responsabile di questo progetto lao lusso Ciak nel centro immigrazioni asilo e cooperazione abbiamo con noi oggi chiara Marchetti che appunto responsabile del Progetto
Dunque chiara per cominciare può intanto spiegarci quante persone è coinvolge questo progetto perché è partito e qual è appunto il senso
Spiega bene il progetto è partito da un'idea appunto di vita perché nel territorio di Parma
Porta avanti progetti di tutela e di accoglienza nei confronti di richiedenti evita rifugiati già da una decina d'anni e cattivi
Due progetti SPRAR del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che accolgono circa centocinquanta tra richiedenti a dirlo e rifugiati quindi è un qualcosa che va avanti davvero prima appunto della della lira emergenziale e di queste tematiche un po'più portate sulla prima pagina dei giornali e proprio da quell'analisi molto insomma situata nel territorio e ci siamo resi conto che
Sia per un motivo la molto pratico e cioè che i rifugiati accolti in affitto
Gli atti nonostante appunto avessero avuto a disposizione del tempo di servizi per
Avviare il loro inserimento nel territorio
Provava capiente manderei trovano sempre maggiore difficoltà radicale io ad avere delle prospettive in termini soprattutto lavorativi e di abitazione quindi quella quelle presupposti dell'integrazione vera e reale nel nostro territorio
E dall'altra parte se intenda anche montare questo una atteggiamento sempre più di chiusura e quindi s'intende l'urgenza di
Proporre qualcosa che che era una rappresentata anche un cambio di scenario edili prospettiva da un punto di vista culturale
Abbiamo tentato di sperimentare questo tipo di accoglienza che riguarda rifugiati in questa fase sperimentale si tratta di
Dieci persone accolte Ina altrettante famiglie del territorio
Appunto attraverso questa questa Presidenza non tanto e non solo in termini appunto alloggiativi ma anche
Nel calore degli architetti nelle relazioni sociali
Teoricamente territoriale che in un accogliente in famiglia crediamo possa dare
Ma abbiamo appunto avuto e la intuizione però io mi sembra anche la conferma che questo possa rappresentare un punto l'innesco importante sia a terra in termini pratici per linguine integrazione di questi rifugiati ma anche
Per muovere direttamente è un po'alle cosciente anche quelli che porre delle domande ai privati cittadini rispetto a quello che
Quanto alla pari in termini di accoglienza in prima persona
Ecco con quale criterio sono state identificate queste famiglie
Ma è partita innanzitutto da una loro manifestazione di disinteresse e di curiosità quindi abbiamo fatto una
Una chiamata molta terra stati chiedendo appuntati chiunque potentati interessate e quando dico chiunque anche qui è ovvio che noi abbiamo chiamato il progetto rifugiati in famiglia
Ma dove quel termine famiglia veramente da intendersi in termini molto molto
Molto ampi per cui per noi non nano rappresenta appunto nessun tipo di limite anzi il fatto che siano famiglie
Avanti negli anni giovanili consigli senza figli ma anche Ingo alla anche ovviamente Coppi Dini compiersi abbinamenti dopo invidia e anche è ad esempio situazioni come quella una di quelle appunto che tiene poi confermata che
Che è una comunque housing c'è una o appunto un'esperienza di coabitazione da parte di giovani adulti per appunto non lei non legati appunto dare nazioni afflittive in senso proprio
E dopo questa manifestazione di interesse e noi abbiamo poco individuato una figura all'interno denaro equipe che curata da quella parte
Ma adesso dire di selezione può sembrare appunto considerata la insomma di di colloqui personali con tutti i membri della famiglia anche individualmente
Per comprendere meglio le motivazioni ma anche e soprattutto per capire diciamo così ticket tipo di situazione IVA configurare in modo da permettere anche un abbinamento
Più appropriatore o con i rifugiati che a loro volta fanno intraprendendo un percorso simile cioè anche nei loro confronti ovviamente facciamo una serie di colloqui per capire
L'intenzione di aderire protetta ma anche
Ripeto per ora a trovare delle delle dei possibili abbinamenti che vengono fatti in qualche modo a tavolino ma che
Cerchiamo di fare nel modo più più quelli più consapevole possibile come funzione invece diciamo la gestione economica del soggetto del del prêt eccoci a queste famiglie ricevono dei soldi sì sì da dove arrivano questi soldi quale parte mettete voi come Onlus sul
Chiedo ma era per me molto importante anche questo aspetto nel senso che
Ci sono due componenti una no però noi interessa la priorità che abbiamo dato a inserire questo progetto
All'interno del sistema istituzionale e quindi anche con finanziamenti pubblici per riporto nettamente siamo riusciti a farlo
Attraverso sempre che lo SPRAR al fine di sistema
I protezione per richiedenti asilo e rifugiati che viene portata avanti in modo ordinario del Ministero dell'Interno insieme a lanci insieme poi agli enti locali nel territorio
Questo è iliache tappa di fare questa sperimentazione quindi di rifinanziamento arrivano dagli ma non è solo
Poi ovviamente la questione di finanziamenti ma anche di dare la priorità
Ah incastonare questo progetto sperimentale nei nel più ampio il tema dei servizi e di tutele nei confronti dei rifugiati cioè per me era importante che
Valorizzando la il contributo delle singole famiglie questo non dovesse rappresentare una porta di rinunciavo di deroga da parte della del pubblico da parte dello Stato che ne sappiamo noi crediamo debba avere la responsabilità prima
Nell'accoglimento dell'integrazione dei rifugiati il secondo aspetto è quello appunto che grazie a questo incardinamento nel sistema pubblico ovviamente siamo riusciti da un lato ad avere dei finanziamenti e quindi garantire anche le famiglie un rimborso non si tratta appunto di una
Di un di un compenso però diciamo una il tema realmente non rimborso che abbiamo quantificato in
Trecento euro al mese per famiglia che vengono corrisposti anche sulla base della presentazione di pezze d'appoggio che possano essere scontrini bollette delle fede appunto per l'elettricità o altro
Io però appunto però è importante che siano comunque gestite in trasparenza e questo ovviamente in questo modo somma riusciamo a farlo trecento euro a ettaro stabilita da noi oggettivamente come
Come cifra che sulla sulla base delle nostre valutazioni dovrebbe essere diciamo
Sufficientemente debba vadano a rappresentare una un'attrazione pochi degli speculatori e dall'altra parte sufficientemente alta verrà
Favorire anche quelle famiglie che magari hanno oggettivamente una un interesse anche una disponibilità ad accogliere ma che per motivi o più prettamente economici magari non sarebbero in grado di farlo e devo dire che
Molte delle famiglie che si sono avvicinate
Predicava non hanno dato a un particolare credo appuntare l'aspetto economico però
Vede non può alle loro storie la loro composizione devo dire che sono quasi tutte famiglie appunto
Estremamente drammatico lavori precari con difficoltà arrivare la vedermela e quindi credo che
In quest'penso possa essere anche un giusto riconoscimento nei loro confronti
Ecco concretamente le famiglie che ospitano questi rifugiati di che cosa si devono occupare e quali diciamo servizi minimi sono tenute a garantire alle persone ospitate
Qui noi abbiamo diciamo in termini molto quasi oggettivi dato dei limiti e delle quote di veritiero impegna molto molto semplice molto vasto potremmo dire centimetri a disposizione uno spazio fisico quindi una Camera
Che porterà appunto che garantisce un minimo di privacy alla persona
E che appunto possibilmente un bagno ma su quello eventualmente si poteva anche discutere quello che riteniamo che anche in termini più difficili da definire ma comunque antistupri molto più importanti
è di mettere a disposizione proprio la loro quotidianità quindi di nonna a considerare la persona no un ospite ONU qualcuno subaffitto diciamo così
Ma di integrarlo nella loro vita quotidiana quindi mangiare insieme di passare del tempo insieme
Di inserirlo nelle reti sociali che possono essere di amicizia di parentela o di parentela di vicinato in cui vivono
E ovviamente di
Allo stesso tempo predisporli in atteggiamento di scambio rispetto a quello che la non spesso rifugiato propone pratiche
è stata anche interessante vedere come a volte le famiglie
Come tutti naturalmente non sottovaluti poi il fatto che
Queste persone hanno già un percorso in italiano già i loro desideri hanno già magari anche le loro amicizia alla voglia di dare anche qualche edilizia richiederà una quindi
Mettersi in una condizione di di ascolto rispetto anche a questa dimensione è ovvio che abbiamo letto anche molto esplicitamente che
Ha spinto a nessun automatismo
Ma ci aspettiamo anche che le famiglie aiutino la persona e quindi aiutano si sostituiscono a lei
E la ricerca di di un lavoro e di un futuro appuntavo nel territorio di Parma quindi
Questo purtroppo per fortuna sappiamo che a volte in Italia è un elemento anche di
Il voglio però sapere I qualcuno che li prende gradita e che ti aiuta anche non solo nel io diciamo così
Del collocamento al lavoro più tradizionale ma che magari a loro volta perché sono alla piccola impresa o perché comunque perché però attivare
In maniera più personale diciamo no sul territorio possono dare una mano non in sostituzione del percorso del ricordato che
A sua volta magari saldare facendo a chi ha fatto dei percorsi indichino Cine delle borse lavoro o in alcuni casi che hanno già
Un piccolo lavoro che gli permette quanto meno non di essere autonomo ma di avere un minimo margine anche per le proprie spese personali
E chi controlla chi controlla insomma che tutto vada bene sia dal punto di vista della famiglia che dal punto di vista del del rifugiato accolto
Chi noi anche su questo ma ovviamente le le le accogliente vere e proprie niente apre a qualche settimana quindi io posso dire a quelli che però Rivi gli strumenti di controllo che abbiamo messo in campo e che credo credo che no valide e sufficienti poi non lo scopriremo abbia detto che forse non l'ho detto
Cioè abbiamo previsto e durare nove Nevi quindi anche la permanenza in famiglia non è a tempo indeterminato noi appunto abbiamo previsto appunto la figura che che dicevo prima quindi qualcuno che faccia continuamente un poeta
Da connesse continuamente ma con il tetto quindi è ovvio che non va ogni giorno abuso all'ammortamento una figura di riferimento giacca quindi della
Dell'APPA equipe che fa continuamente appunto
Un padre Ponte Arche per la famiglia per ricchi ma anche dubbi richieste perplessità che dovessero insorgere in più
In corsa da Opera Pia tre rifugiato abbiamo anche previsto da una forma di supervisione più più articolate da parte
Del consorzio comunità perché tempo addietro AVEPA condotto una sperimentazione
Un simile per conto di Caritas con una trentina di
Bene qui cari e che ci hanno aiutato anche nella predisposizione del progetto e poi per tutta quella che la parte
Più amministrative e quindi anche legata alla gestione economica finanziaria del progetto e che ci sono tutti gli organi Gargani e le modalità di controllo delle rendicontazioni pubbliche a cui siamo sottoposti per tutti i nostri progetti
Ecco in caso insomma per qualunque motivo l'esperienza di una di queste famiglie si dovesse interrompere la persona non volesse più stare con la famiglia o viceversa quale percorso avete ipotizzato
E questo è uno dei motivi per cui ovviamente abbiamo appunto
Volendo essere realistiche non ottimisti prevista anche questa
Questa possibilità e è uno dei motivi per cui per noi è importante che
Questa accoglienza ci è stata inserita proprio in quel sistema più complessivo al pubblico che che garantisce lo SPRAR perché
Nel caso in cui le cose non dovessero andare bene in quindi ovviamente anche da valutato che non si riesce a ricomporre la situazione che è meglio per tutti interromperla
La persona colta tornerebbe nel progetto diciamo rare che per quanto riguarda il nostro territorio voglio dire
Ora altamente accogliente in appartamenti presenti nella città in altri Comuni della Provincia quelle per le corna doveva paventare una parte di paracadute e non solo in termini pratici Dellai riciclato che non sia sulla strada
Ma anche in termini psicologici emotività anche per i rifugiati per la famiglia perché
Sapere che in un certo tempo che non ho chiesto per la spada di Damocle che dietro responsabili di un
Io al limite più generale credo che possa alleggerire molto anche gli animi e paradossalmente per mettere invece magari una convivenza più libera e più
Assentita
Perfetto grazie mille
Grazie a voi
Rieccoci studio solo per i saluti questa era l'intervista chiara Marchetti sul Progetto rifugiati in famiglia a Parma però oggi è tutto abbiamo dedicato questa puntata la questione dei miti ti dei rifugiati prima di concludere vi ricordiamo che sul sito fai notizia punto it è ancora attiva all'inchiesta partecipativa dedicata a questo argomento e intitolata tutti a casa nostra
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