10 APR 2015
intervista

Veleni di Regime - Un reportage di Maurizio Bolognetti

SERVIZIO | di Maurizio Bolognetti - Marsico Nuovo - 00:00 Durata: 19 min 52 sec
A cura di Fabio Arena
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La concessione di coltivazione idrocarburi Val d'Agri, la cui titolarità è in capo all'Eni (60,77%) e alla Shell (39,23%), copre 660 kmq di territorio lucano.

Negli ultimi 10 anni, l'Eni ha pompato mediamente dai 27 pozzi attivi della concessione oltre 24 milioni di barili di greggio all'anno.

Mediamente il COVA (Centro oli Val d'Agri), un impianto industriale ubicato nel territorio di Viggiano, che per la direttiva Seveso è classificato a rischio incidente rilevante, tratta oltre 80mila barili di greggio al giorno, che dopo un processo di desulfurizzazione vengono inviati, attraverso
l'oledotto Monte Alpi, alle raffinerie Eni di Taranto.

In Basilicata e in Val d'Agri, inevitabilmente, le attività di estrazione idrocarburi, svolte a ridosso di sorgenti, dighe, centri abitati, aree agricole, parchi, zone Sic e Zps e aree a rischio frana, hanno determinato una contaminazione di tutte le matrici ambientali.

Il 6 marzo del 2015, Arpa Basilicata ha "accertato la presenza di livelli di contaminazione per taluni metalli pesanti e per il parametro idrocarburi delle matrici suolo e sottosuolo nel sito del costruendo Pozzo esplorativo Pergola 1 ubicato nel Comune di Marsico Nuovo".

Nell'informare gli Enti interessanti, ai sensi dell'art.

244 del Codice dell'Ambiente, l'Agenzia ha comunicato il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) per i parametri Berillio, Cadmio, Cobalto, Rame, Stagno, Zinco, Tallio e Idrocarburi C>12.

Il geologo Franco Ortolani, nel commentare il Progetto Pergola 1, ha affermato che esso interessa "aree prossime alla Rete Natura 2000" e che insiste in un'area ad altissimo rischio sismico chiamata "Melandro-Pergola", responsabile di uno dei sismi più distruttivi della storia d'Italia.

Il geologo campano ha inoltre sottolineato che un eventuale incidente potrebbe compromettere irrimediabilmente l'area fluviale protetta Sele-Tanagro.

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