Fratture d'Italia. Storia e attualità dei rapporti fra centro e periferie

Buonasera a tutti
Grazie di essere
Qui presenti e alla
Chiusura possiamo dire di questa serie di
Incontri
Nelle giornate
Del libro politico
Io mi chiamo Piercamillo Falaschi RFI immeritatamente sono stato invitato moderare questo dibattito
Su quattro
Su quattro volume in
Editi da Rubbettino editore
Di cui in qualche modo mi
Mi sento
Come dire
Parte perché ho la fortuna di di avere l'ambizione di Torre come
Come come appunto
L'editore di
Un libro che sta per che sta per uscire dal titolo evocativo terroni due punto zero
E che in qualche modo amministrazioni dalla possibilità di
Di intraprendere un piccolo ragionamento che mi si mi porterà a darvi il filo conduttore di quelli che sono poi
I volumi che presentiamo che in qualche modo sono a o appaiono Ettore generi ma che poi sono parte di un unico grande di un unico grande discorso
Il titolo che abbiamo dato a questo questo dibattito è fratture d'Italia
Se esistono
Nel corso dei centocinquanta anni di Unità dall'Unità
Delle fratture che insistono o che in qualche modo non sono state risolte o altre che
A queste iniziali si sono sono accompagnate
Lo scopriremo
Un po'discutendo con
Con gli autori
Nel due mila undici se ci pensate bene ci sono quattro anni di fratture che attraverso la società italiana
La frattura territoriale
La frattura già zonale la frattura di tutore
E la futura da possa pure
E comizi ittiche MO orali pura di finirla AICI Bettoni io tra l'AGCI clericali date quelle di
Azioni più più più indicate
Come K di queste fratture
Irrisolte nella storia d'Italia c'è la grande divisione tra conservatorismi e afflati formatori
E di questo parleremo con gli autori presenti
Che sono
Che sono nell'ordine Roberto Vivarelli che ha scritto un bellissimo volume liberismo protezionismo fascismo un giudizio di Luigi Einaudi ritenendo fa capire
Dove
Vogliamo andare a parare stiamo parlando della cappa che ho detto prima della divisione tra
Conservatorismo e
Riformismo liberalismo quindi comunque una una un po'un approccio ridire di di maggiore apertura e i problemi dell'economia e della politica abbiamo poi Massimo Teodori con Risorgimento laico inganni clericali sull'Unità d'Italia
A seguire il divario nord-sud in Italia
Una delle
Delle altre due di cui parlavo di Vittore Daniele Paolo malanimo abbiamo qui uno il professor Daniele
E l'ultimo volume cento anni di attività dell'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia la questione meridionale oggi a cura di Guido Pescosolido che qui che qui con quindi queste fratture che in qualche modo sono irrisolte in qualche modo sono ancora più dire oggi di quanto lo erano alcune di queste
Al momento dell'unità
Faranno da filo conduttore inizierei se mi permettete dal libro di Simo Teodori Risorgimento laico degli ultimi dieci anni
Si è ripresentata all'attenzione italiana la come dire la grande questione etica
Le grandi sfide dell'oggi sulla così detta biopolitica le istanze e civili in libertà individuali hanno riproposto fosse questioni che pensavamo
Se non risolte quanto meno quanto meno insabbiate dalla dalla modernità dalla contemporaneità
Chiedo il nesso di bugie e questo non è vero queste fratture sono ancora molto vive attualmente sono prive di quanto erano all'inizio del periodo
Diciamo unitario quindi oggi mentale
è così
Ma il mio libro Risorgimento laico è un pamphlet che parte dalla
Non è una ricerca originale ma comune interpretazione un pamphlet che che parte dalla
Una riflessione sui caratteri fondanti del Risorgimento e a partire dal
Questa riflessione sul passato cioè in occasione del centocinquantesimo dell'unità riflette sul presente qual è la riflessione sul passato la riflessione sul Risorgimento è molto semplice
In questi nelle mani Sezione per il centocinquantesimo è stato ricordato tutto molto bene sul Risorgimento in particolare dal Presidente della Repubblica col suo discorso a Camere riunite
Ma ad un po'sottovalutato uno degli elementi fondanti a mio avviso del Risorgimento
Vale a dire il fatto che la laicità
Insieme alla alla unità territoriale e alla indipendenza dello straniero fosse una delle tre
Pilastri portanti del Risorgimento
Non possiamo considerare il Risorgimento se noi non valutiamo insieme alla
Unità territoriale alla indipendenza dello straniero al recupero delle libertà e dei diritti individuali se non consideriamo anche la laicità come elemento portante fondante del nuovo Stato italiano e delle istituzioni italiani
Questa è una riflessione che io ho teso a sottolineare perché mi è parso che in tutto la discussione sul centocinquantesimo
Che fortunatamente ha preso molto vigore in Italia questo elemento sia stato non so se volutamente o non volutamente è stato un po'messo o da parte
Ed è stato messo da parte anche perché c'è una crescente pubblicistica di
Io che io chiamerei e neo clericale o neo tradizionalista del mondo cattolico
La quale
Tende a presentare il Risorgimento secondo me in maniera contraffatta che cosa significa
Prestare il Risorgimento in maniera contraffatta in particolare noi
Ci sono due testi che sono molto chiare in questo senso uno il messaggio
Di Benedetto sedicesimo la si chiama lettera agli italiani in occasione a marzo in occasione del discorso del Presidente della Repubblica in Parlamento
è un altro c'è un un pamphlet del cardinale Biffi che sia proprio considerazioni sul centocinquantesimo
Questa pubblicistica che parte da una riflessione di carattere
Ecclesiale occhio logico non so dire come e che però arriva sul terreno storico politico dice essenzialmente tre cose che a mio avviso sono false
La prima cosa perché dice e che il Risorgimento
In realtà la e identità e o l'unità della Nazione italiana non sono
Elemento fondante del Risorgimento perché l'identità
Della nazione italiana era precedente cioè la religione la cultura
E la lingua erano elementi preesistenti di gran lunga al Risorgimento e sono quelli gli elementi fondanti cosa che naturalmente vera ma ignora un punto essenziale
Che senza lo Stato unitario senza la costruzione dello Stato unitario quella cosa che è avvenuto darmele ottocento quarantotto diciamo così fino a mille ottocento settanta l'Italia non sarebbe esistita quindi queste è la prima contraffazione
Che oggi la pubblicistica cattolica ha messo in circolazione
Cioè l'importante non è il Risorgimento ma quello che veniva prima cosa che no non è vero
Senza negare che mal mente da unità culturale
Religiosa e linguistica dell'Italia la base fondante ma senza lo Stato
Non per niente lo si discuteva prima con un collega qui no per niente dopo il cinquecento l'Italia è stato insieme la Germania l'unico Paese che decaduto perché non aveva lo Stato nazionale cosa che aveva la Francia
La Spagna e l'Inghilterra seconda la seconda contraffazione
I cattolici sono stati determinanti nella costruzione del Risorgimento
Affermazione molto ambigua perché molto ambigua perché è vero che nel Movimento risorgimentale ci sono stati
Dei grandi cattolici liberali vaste Minghetti Ricasoli per non andare a un solo comune ad esempio e e via dicendo assolutamente vero
Ma è anche vero che i cattolici liberali che hanno partecipato al movimento risorgimentali in varie posizione generalmente anche imposizioni ministeriali molto in poi importanti
Lo sono stati generalmente contro il papato e contro il Pio nono e contro quella cosa che rappresentava Roma ENEL
Non per niente dobbiamo ricordare che alla vigilia del mille ottocentosettanta quando d'i il Piemonte io d'Italia non il Piemonte diceva Pio IX abbellire troviamo una soluzione
Pacifica a a Roma che cosa rispose Pio IX Pio IX rispose no il potere temporale territoriale
è qualcosa che a origine divina e quindi non si può toccare
Quindi la seconda contraffazione e dire è vero che i cattolici hanno partecipato
Risorgimento ma sono stati i cattolici liberali che hanno partecipato
Al Risorgimento contro la politico ufficiale della Chiesa dei Gesuiti dell'altra gerarchia non per niente sono stati imprigionati una cinquantina di vescovi o dodici cardinali che resiste devono alle leggi
Terza contraffazione e finisco perché dobbiamo essere molto sintetici lo facciamo d'origine no motore le leggi laicista e o quali sono le leggi laicista e quando l'approvo quando il mondo cattolico uso la parola all'ANCI il lessico laicista lo fa in maniera spregiativo
Per le leggi velociste sono state le le leggi che hanno dato l'impalcatura lo Stato italiano
Dalle dalle leggi Siccardi fino alla delle guarentigie tutto il resto sono state le leggi dello Stato italiano e sono state per lo più delle leggi fatte dalla Destra storica
Non dalla sinistra democratica con accenti anticlericale ma dalla Destra storica liberale cavouriano
Ed è per questo che io io ho chiuso che mi è sembrato opportuno ricordare queste cose che paiono abbastanza elementare ma che oggi
Del centocinquantesimo sembra che molti le hanno dimenticate grazie
C'è un passaggio del suo libro che
Per
Proiettarci subito sull'attualità diciamo tenuto insegnato
Lo cito perché comunque
Bipartisan e penso di potermi permettere il dice i due grandi partiti della cosiddetta posticcia aggiunge lei Seconda Repubblica
Pur proclamando sia parole liberali hanno di fatto seguito una politica liberale anti laica in maniera spudoratamente clericale i primi in maniera ipocritamente compromissoria gli altri
Dobbiamo dunque ritenere che lo spirito laico risorgimentale in mancanza di significativi interpreti policy e definitivamente scomparso se così fosse nostra civiltà entrerebbe nel tunnel oscuro del fondamentalismo
Lei crede che sia magnificamente sarà in Paris rispondo con una con una
Soltanto una enunciazione cosa che si può fare nel nostro tempo io credo credo città italiana sia molto secolarizzata
Negli ultimi venti trenta quaranta anni progressivamente non è proprio la società italiana del del mille novecentoquarantotto
E credo anche che il nel dibattito culturale siano vivissime diciamo le tendenze laiche europea moderne secolari e via di seguito
Ma credo che invece a livello del sistema politico tutto questo non non abbia alcuno sbocco e alcuna rappresentanza tanto è vero
Che in maniera incredibile negli ultimi quindici anni sono passate le leggi più fondamentaliste che l'Italia abbia mai avuto e che non aveva al tempo in cui il partito dell'unità politica dei cattolici per i Consiglieri se hanno era egemone aveva creati dei temi Capi dello Stato
Quindi la mia riflessione e che a fronte di una società fortemente secolarizzata addirittura di vespisti a Nizza da per tanti versi nel bene e nel male adesso non voglio dare un giudizio di valore
C'è invece una classe dirigente politica che e che davvero la la cosa peggiore che noi abbiamo avuto ancora peggiore dei tempi il PD di di
Di Piero dodicesimo e diluiti gettar e questo detto naturalmente con così
A grosse linee
Grazie mille passerei adesso al
Al volume direttore Daniele e Paolo
Ma l'anima il divario nord-sud in Italia negli otto sono sessantuno due mila undici un dato che mi colpisce di questo volume è quello relativo al divario esistente tra le due macro regioni del Paese o le tre in modo Regione d'Italia
All'inizio nel mille ottocentosessantuno
Se ne avessimo probabilmente affrontato negli ultimi due anni quando è sorta una vivace pubblicistica intorno al senso dell'unità le ragioni al modo con cui questa
è avvenuta se l'avessimo ecco condotta questa discussione
Sulla base
Di numeri delle statistiche che abbiamo che in qualche modo di siamo riusciti a ricavare avremmo forse evitato
Le eccessive ideologizzazione in questo dibattito
E avremmo forse ricondotto tutto a maggior ragionevolezza un dato che mi ha colpito è che il divario nel mille ottocentosessantuno era molto inferiore a quello che
Cittadino medio magari interrogato sul tema
Pensa oggi anche a seguito della lettura di alcuni volumi
A riguardo si effettivi tradizionalmente ritenuto che il divario nord-sud fare Centro-Nord del Mezzogiorno
Presi stesse
Al mille ottocentosessantuno e già nel mille ottocentosessantuno fosse molto ampio ci sono degli studi che hanno sostenuto in passato che questo divario si aggirasse attorno al venti venticinque per cento
La questione non ci sono anche però appunto riflessioni e considerazioni di
Tesi di chi dice che il divario era alto al contrario
Beh anche queste
Sono tesi da rivolgere molto attentamente voi io e Paolo malanni ma abbiamo tentato di col per così dire di guardare le cose oggettivamente di lasciar parlare le cifre anche se le cifre sono talmente
Talvolta insidiose cioè vanno interpretate ve l'ho visto in un contesto storico più generale
Dai nostri dati risulta che nel mille ottocentosessantuno per la verità abbiamo dati più o meno attendibili per il mille ottocentonovantuno le condizioni economiche del Centro-Nord e del Mezzogiorno del nord del sud fossero
Simili analoghe
Probabilmente c'era un divario assai contenuto nel senso che il reddito pro capite è questo l'indicatore sintetico dello sviluppo economico nel nord era probabilmente il
Sette forse dieci per cento non di più un maggiore rispetto al Mezzogiorno
Nel mille ottocentonovantuno abbiamo dati che ci mostrano che le differenze nord-sud erano contenute come ho detto nell'ordine del dieci per cento e ragionevole che questo divario ci fosse anche al mille ottocentosessantuno probabilmente era addirittura inferiore
E quindi quella ipotesi che il divario presi stesse all'unificazione nazionale fosse ampie una tesi che in realtà si basa su alcuni indicatori di carattere sociale
Cioè indicatori che mostrano come per alcuni aspetti per esempio per quello che riguardava l'analfabetismo effettivamente una divario nord-sud c'era nel mille ottocentosessantuno ed era assai significativo il Mezzogiorno era
Più arretrato se guardiamo gli indicatori sociali ad alcuni di questi indicatori sociali non a tutti
Per esempio altri indicatori che gli storici hanno tradizionalmente considerato per buttare per stimare l'entità del divario nord-sud riguardano la mortalità infantile oppure la durata l'aspetta IVA di vita e la durata media della vita anche l'affitto anche l'altezza anche l'altezza e uno degli indicatori che sono stati assunti in passato per stimare le differenze nei redditi beh che cosa sappiamo li abbiamo dei dati dei dati piuttosto attendibili
Se guardiamo alla durata media della vita ma aspettativa di vita alla nascita l'Italia in Italia l'aspettativa di vita era di trentatré anni nel mille ottocentosettantuno
Questa era oggi si consideri che non c'è nessun Paese al mondo neanche nel più povero neanche in Sierra leone angolano nella Repubblica democratica del Congo l'aspettativa di vita inferiore quarant'anni
Era invece di soli trentatré anni nell'Italia del mille ottocentosettantuno
Nel Mezzogiorno non era più bassa rispetto al Centro-Nord anzi se guardiamo alla mortalità infantile un altro degli indicatori tradizionalmente considerati nel dagli storici nel Mezzogiorno era
Della mortalità infantile più bassa rispetto al nord perché di probabilmente per ragioni anche climatiche quindi
Le cifre lasciano mostro in un quadro che va considerato attentamente naturalmente ma non lasciano immaginare un divario molto ampio tra il nord al sud
La ragione quale
Non è Piercamillo che il Mezzogiorno fosse più sviluppato del nord forse l'Order perlomeno in una sua parte pochino più sviluppato rispetto al Mezzogiorno
Ma la ragione era che l'Italia era un Paese complessivamente povero arretrato e periferico rispetto al contesto europeo
Abbiamo fatto dei
Delle stime abbiamo fatto dei calcoli il reddito medio di un italiano nel mille ottocentosettantuno era
All'incirca pari a due mila euro di oggi all'anno cioè circa cinque euro al giorno ora si trovi qualcuno di voi a vivere con cinque euro al giorno è una soglia che di poco superiore alla soglia di povertà assoluta
Il
La spesa per consumi era addirittura inferiore un italiano spendeva in media tre euro dei attuali per vivere
E quando i redditi sono così bassi e chiaro che le differenze sono contenute cioè in altri termini
C'era una relativa uguaglianza nella povertà quando la povertà raggiunge livelli prossimi a quelli di sussistenza disuguaglianze ci possono essere ma non possono essere così ampi
Il quadro di oggi per Camillo è proprio quello però della frattura tra nord e sud oggi divari sono molto altro
Però quello che
Quello che traspare poi in altre in altre pagine del libro essenzialmente che
Certamente questo è stato un problema diremmo oggi di nation building cioè come poi si si è costruita questa nazione
Contemporaneamente c'erano però in nuce tra nord e sud quelle differenze che hanno permesso poi l'apertura del divario
In termini di infrastrutture
In termini di
Capitale sociale capitali civile già dicono i primi decenni della
Dell'Italia unita
E in temi di composizione di quel PIL basso per tutte le aree del Paese comunque poi l'industrializzazione
Più marcata al nord e molto scarsa al Sud ha creato quel quel divario e un dato interessante che in che ho colto
è stato
Ed effetti relativo alla partecipazione femminile al lavoro in qualche modo la
La specializzazione industriale del nord rispetto al Mezzogiorno
Ha fatto sì che immediatamente diciamo la società settentrionale cambiasse forma mentre quella meridionale
Conservasse quella quelle quelle caratteristiche per hanno portato col tempo io direi alla esasperazione di quell'altra fattura la frattura la frattura di genere ancora così
Così marcata quindi torno al tema del nation building c'è stato un problema di costruzione della nazione possiamo dire questo
Ma da anzitutto serra
Oppure o quegli elementi che induce c'erano già
Si sono poi soltanto come dire
Sono sbucciate cioè la colpa delle istituzioni o la colpa è del terreno sottostante beh diciamo che le due cose per così dire interagiscono ma unificazione politica non significa affatto unificazione economica
E il
Tema si ripropose con forza negli anni Cinquanta quando Pasquale Saraceno e gli altri illustri meridionalisti posero il problema della divisione tra nord e sud
Nel mille novecentocinquantuno il divario nord-sud la frattura tra la parte più sviluppata del Paese la parte più arretrate Rametta
Il reddito medio nel Mezzogiorno era circa il cinquanta per cento di quello del nord che vuol dire questo vuol dire che si è partiti da condizioni piuttosto simili con lievi differenze iniziali
Nel mille ottocentosessantuno e per una lunga fase durata oltre mezzo secolo per tutta la prima metà del Novecento il divario nord-sud sia aperto
Questo è il dato caratterizzante del corso di sviluppo del nostro Paese
Dal mio punto di vista non è così rilevante interrogarsi professore Pescosolido sale di ed è pure importante se il divario nel mille ottocentosessantuno fosse del setto del dieci
La questione cruciale del processo di sviluppo economico del nostro Paese chiedersi perché i divari invece di ridursi come accaduto in altri Paesi si siano aperti per una lunghissima fase
Una fase che poi si interrompe tra i primi anni cinquanta i primi anni Settanta in quella fase quel ventennio circa in cui il divario nord-sud di si riduce per una serie di ragioni
E poi si riapre di nuovo questo è per così dire l'evidenza ne testo il tratto peculiare dello sviluppo economico italiano certo più complicato ancora interrogarsi sulle cause di queste dinamiche quale forse non cito
Noi abbiamo una tesi che tutto sommato abbastanza semplice noi diciamo che il divario nord-sud come alcuni storici sostengono abbiamo qui professore Pescosolido
E il divario nord-sud il rating realtà il risultato del processo di industrializzazione del Paese
Un paese così ampio così dunque troppo lungo l'Italia che esso industrializzazione tanto in una parte il nord-ovest
L'Inter una lunghissima fase fino agli anni cinquanta e l'industria italiana fu quasi esclusivamente soprattutto l'industria pesante concentrata nel nord-ovest
Lei è vero c'erano alcune condizioni che
Favorire un inizialmente di insediamenti industriali maggiore infrastrutturazione noi diciamo
Ha una vicinanza ai grandi mercati europei che è un dato che spesso trascurato quella parte raggio praticamente più vicina e meglio collegata rispetto alle Grande ai grandi mercati europei e le nazioni che si erano industrializzate prima rispetto all'Italia
Noi diciamo tutto sommato che la geografia avuto un ruolo fondamentale nel nostro Paese perché il sud era un dato distante periferico e questa sua periferici tema geografica divenne in poco tempo una periferici tra economica
Ci furono altre cause naturalmente
Ci furono cause legate alle politiche economiche realizzate nel tempo alle scelte iniziali sul protezionismo sul liberismo
Alla scelta di investire in infrastrutture in una parte del Paese in misura maggiore rispetto ad un'altra parte che nel Mezzogiorno
Alcuni storici ed economisti si interrogano sulle cause Piercamillo è citato sociali cioè c'era un divario sociale nel capitale sociale tra il nord e il sud
Probabilmente c'era e c'è ancora oggi naturalmente un divario sotto certi indicatori
Però noi crediamo che le cause economiche abbiano avuto un ruolo maggiore cioè non è necessario secondo noi rissa dire molto indietro nel tempo alcuni l'hanno fatto risalendo le dominazioni normanni al fatto che al nord e ci fu l'esperienza i Comuni
Che creò un vulnus sociale favorevole allo sviluppo economico
E molto difficile però valutare con i dati il ruolo che questi fattori hanno avuto una lo sviluppo economico del Paese
Bisognerebbe cercare delle cause ma dietro le cause ci sono altre cause ancora e così si andrebbe in una progressione infinita che non avrebbe mai fine naturalmente della ricerca della causa ultima concludo offre
Questa causa ultima da alcuni è stata ricercata nella qualità delle istituzioni altre nel capitale sociale nella storia diversa del nord del sud di questo Paese diviso che l'Italia
Altri ancora
E questo già accadeva nell'Ottocento
E accadeva subito dopo l'unificazione nazionale ritenevano che le differenze tra nord e sud economiche sociali fossero frutto soltanto di differenze antropologiche tra
Le due italie
L'Italia del nord e l'altra Italia quella più vicina all'Africa
Si cita Lombroso siccità per esempio l'ICEF
Lo cito per una ragione semplice c'è per così dire un fiume carsico c'è una corrente di pensiero sotterranea che ogni tanto emerge
Mi è capitato di leggere e noi lo esamini a questo
Questo questo aspetto nel nostro libro mi è capitato di leggere dicevo nel due mila dieci un articolo del professore Richard Gere dell'Università di Al STER
Che dice che le differenze nord-sud che noi sembrano una cosa molto complessa da spiegare in realtà si ricondurre Bra ad un'unica causa alla causa di tutte le cause
Cioè semplicemente ad una differenza del quoziente di intelligenza tra gli abitanti del nord e meridionali
Lo cito lo cito meridionalismo intelligenti
Sostenendo ovviamente che viabilità del nord siano più intelligenti lo cito perché è un articolo su cui si è discusso sulla stampa nazionale ed è apparso su una rivista scientifica e non su un libello o su un pamphlet
Ristrette uno studio molto opinabili colletto Lamy una variabilità dei dati cioè
Un toscano
Dieci casi Campania quindi una variabilità tale con armi scientifici sia abbastanza bassa questa è la comunque cercherò crede libertario
Ora però volevo chiedere al professor Pescosolido ricordando che questo volume che lo ha curato
Arriva in occasione dei cento anni di attività dell'animi Associazione italiana per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia
Ora
Dall'Unità in poi la come dire il Mezzogiorno avuto vari finestre Maris lotta si direbbe nel trasporto aerospaziale per chiudere
Le su questo divario c'è stata se avrete la fase diciamo
Successiva la sua opera con viale soprattutto processato il il ventennio cinquantuno settantuno che ha davvero ridotto ridotto ridotto i margini otto il divario poi però anche grazie alle migrazioni di massa fenomeno delle rimesse
A un certo punto però
In virtù a causa delle politiche assistenzialiste adottate nei decenni successivi
All'unità alla
Al secondo dopoguerra questo divario si è in qualche modo incancrenito
Non è diminuito in tante cose
è aumentato questo voglio il volume i vari autori Rollo l'esplicito in mai abbastanza evidente c'è una critica in questo volume
Politiche pubbliche
Che possiamo definire neo che iniziale adottate adottate nel corso nel corso dei decenni
Nell'ultimo capitolo si parla di una strada possibile per il Mezzogiorno si ribalta anche l'argomento della geografia si individua per esempio un certo punto la possibilità che
Cambiamento delle polarità mondiali vuol vedere
La nuova centralità che il Mezzogiorno è che il Mediterraneo assume per i traffici in arrivo dall'Oriente possa permettere al Mezzogiorno ecco di ritornare o tornare a essere centrale rispetto al piano commerciale mondiale
Quindi proviamo magari con lei ha a ribaltare la questione a a immaginare una propositività pr
Per il futuro ma la
Propositività Stanà i saggi sostanzialmente di Giannola ed Tizio prima gli altri sono dei saggi di analisi e di ricostruzione di come sono andate le cose
Anche quello di Giannola è così anche quello di Barucci Barucci e tra l'altro
Scrive un saggio che è un po'con minore dovizia di particolari ripercorre tutto l'iter per del divario e poi arriva anche ai nostri giorni
E fare proposte non è semplice cioè anche gli autori Haug avanzano del proposte che insomma non possono non essere nella loro formulazione che abbastanza generiche
Però è chiaro che ci sono del sono individuati che i punti
Secondo me ben precisi
Che possono aiutare a capire perché
Il fallimento e c'è stato il fallimento dell'intervento straordinario ed è questa unificano economica del Paese che era obiettivamente molto difficile da
Realizzare e da evitare prima
Nell'Ottocento e poi anche nel periodo giolittiano e che invece negli anni Sessanta sembrava a portata di mano poi non si è realizzata
E
E quindi lo scacco subito nel secondo dopoguerra è stato molto più grave di quello che può essere ha scritto allo Stato liberale
Non parliamo del fascismo perché ha avuto un atteggiamento a dir poco singolare nei confronti della questione di meridionale dichiarandola risolta
Negli anni Trenta quando poi si è ritrovato dopo la Seconda guerra mondiale con un divario che era mai stato
Mai stato così alto ma insomma nel sessanta negli anni Sessanta all'Italia per la prima volta diventa una Paese che ha un'economia industriale
E il grande meridionalismo quello dei compagni a quello dei Romeo che stavano tutti dentro l'anima e a proposito questi autori che scrivono sono tutti i consiglieri
Fanno parte tutti del consiglio direttivo dell'animi da Giannola Barucci eccetera eccetera ma in quegli anni il divario territoriale se non viene risolto da una società industrializzata non può essere più un risotto
Insomma quindi lo scacco di questi ultimi quarant'anni ha gigantesco è il vero scacco anche perché poi potrei anche tornare per alcune cose sul sullo volume molto interessante
Molto interessante l'Imam anima allora i fallimenti quali sono stati
Ma
Innanzitutto sono due fondamentalmente
Il primo è di carattere locale
Va bene che viene fuori soprattutto dal saggio di Giannola ma anche da quello Rizzo Pini se vogliamo anche un po'da quello di Bocci cioè
L'inadeguatezza della classe dirigente meridionale a livello locale quando sia trovata dagli anni Settanta in poi l'occasione storica di decidere il proprio destino attraverso le amministrazioni regionali e non fa
Quindi una carenza diciamo così un deficit di classe dirigente meridionale
D'altro lato d'altro canto c'è stato
Ci sono stati dei fattori esterni crisi petrolifera negli anni settanta ed altro l'altro elemento è stata l'assenza
Di una politica dello Stato
Dello Stato centrale del centro
Con che non è stata capace di gestire l'intervento straordinario
In una in una maniera che
Potesse avere risultati più importanti di quelli che ha avuto perché poi comunque il Mezzogiorno ha cambiato faccia nel
Nel secondo dopoguerra dal punto di vista dei consumi dal punto di vista del gruppo del livello civile eccetera eccetera il problema è che non ha agganciato mai uno sviluppo auto propulsivo
E allora le su questo
Calla questa fine dell'intervento straordinario sostituito dal nulla
Per i primi anni e poi con l'aggiunta di un federalismo che come dice Giannola rischia di diventare con federalismo
Rischia di diventare completo ISMU e con federalismo poi può diventare anche può significa anche qualche altra cosa belle le
Le misure da prendere non sono che quelle di andare contro questo tipo di cose
Io aggiungerei anche un'altra osservazione che non viene molto fuori dai saggi del libro però siccome non li ho scritti io
Palesare accenno
In un convegno tenuto a Bari nel mille novecentosessanta
Scrisse che se si voleva veramente affrontare il problema della risoluzione del problema del Mezzogiorno e dell'annullamento del divario territoriale
Bisognava fare ricorso che le due cose una seria politica dei redditi
Che permettesse che fosse la premessa indispensabile di una seria programmazione economica va bene
E la rinuncia alla costruzione di numero far
L'Italia ha costruito un grande vuoi fare
E non ha mai avuto una vera politica dei redditi
E non ha avuto mai una vera seria programmazione in quegli anni
Questo è un altro elemento su quale riflettere per quanto riguarda le proposte se io penso che effettivamente effettivamente
La proposta di Giannola di guardare a quello che sta accadendo nel Mediterraneo
E di proporre un Mezzogiorno
Che diventa un'area che giochi un ruolo vitale attivo reale nei processi di organizzazione dei nuovi
Dei nuovi assetti territoriali quella è quella che più mi sembra quella di Zotti mi sembrano
Un pochino vetture tutta ineccepibili ovviamente il richiamo a un maggiore sviluppo civile un maggiore senso civico all'etica dell'Amministrazione
Alla fiducia in se stessi eccetera eccetera però quella di Giannola mi sembrano più specifiche perché puntano
Soprattutto su queste due
Cose e possono forse per rappresentare una speranza in una situazione che è buia non solo per il Mezzogiorno mai buia anche per il nord
Perché non so se poi Noorda tutto questo interesse
A diventare la parte debole della Baviera o di altre Regioni d'Europa e non stare invece in un contesto nazionale saldamente
Coeso e con uno sviluppo e con uno sviluppo coerente credo di aver preso troppo tempo però quindi
Altrimenti mi riservo poi viaggi
Nel
Mille novecentotrentatré Luigi Einaudi si interrogava sulle ragioni che reso nel nostro Stato liberale
Incapace di fronteggiare le difficoltà del primo dopoguerra poiché in qualche modo di di mettere
Di aprire le porte
Al fascismo ora al di là della dell'evoluzione storica che portò appunto alla premessa del potere da parte da parte di Mussolini nel saggio di Roberto Vivarelli liberismo protezionismo fascismo
E ben descritta la così la incapacità storica
Del nostro Paese di dotarsi di
Istituzioni liberali in senso in senso in senso classico cioè di
Di un di una di un robusto Stato di diritto di un governo della legge che in qualche modo prevalesse sulla discrezionalità del potere
E di quella fluidità del mercato del del sistema economico che
Che poi
Che consentisse poi
All'Italia di incamminarsi stabilmente nei decenni di cui ne ho di parlare a possiamo estendere voi l'argomento a tutti i centocinquant'anni
La strada della la sa della prosperità
Leggendo il saggio di Vivarelli si coglie l'attualità del
Del discorso di alti e anche
E anche il fallimento dello Stato liberale che porta al fascismo fa paura oggi
Non perché siamo alle porte di un nuovo fascicolo ma perché siamo oggettivamente alle porte di un nuovo fallimento qualunque esso sia economico
E politico quindi e molto interessante questo questo saggio che consiglio a tutti di inserire nel nelle letture le prossime le prossime settimane per questa ragione per l'attualità di una riflessione fatta nel mille novecentotrentatré da Luigi Einaudi
Do che prima di
Fare i commenti sul l'argomento che mi è stato posto voleva esprimere un certo disagio dal punto di vista dei termini che sono stati usati
Io non credo intanto che sia prodotto io parlare di fratture
Perché perché la frattura impiegati in precedenza ci fosse qualcosa di solido ora viceversa il problema italiano è un problema diverso
Prima del mille ottocentosessantuno non c'era niente di solito molto nostro Paese il problema era viceversa quello di integrare integrare un Paese che effettivamente era stato unificato dal punto di vista politico
Ma viceversa per tanti altri aspetti non era stato unificato affatto e questo è il problema fondamentale
Il secondo disagio
Non mi voglia male il il la palla parola laico ora per me nel mio vocabolario
Laico significa semplicemente chi non è sacerdoti e chi non ha un abito salari è un laico Alessandro Manzoni non è meno laico di Giuseppe Garibaldi
Quindi qui bisogna tenere conto del fatto che nell'Italia del mille ottocentosessantuno come che sia esisteva ovviamente un grosso conflitto con la Chiesa come istituzione
E questo lo sappiamo fra le altre alla Chiesa del silenzio non era possibile riduzione si la voglia di sessantaquattro tunnel di unificazione del sessantuno ma insomma esistono ragioni politiche culturali
Però ecco quando parlo della necessita di un'integrazione
Mi riferisco di in integrare e non soltanto gli esclusi cioè le masse popolari
Il porre il problema era quello della cosiddetta nazionalizzazione delle masse ma è anche di aggregare io ostili a un certo momento cioè è un problema politico quello anche di accogliere i cattolici che era in gran parte comunque della popolazione italiana all'interno dello Stato perché uno Stato che essi da istituzioni libere
Bisogna che sia che che riesca a comporre una comunità di cittadini ora una comunità di cittadini implica l'insieme della popolazione
Qui noi viceversa abbiamo una grande passione credo sino ai nostri giorni perché a Napoli la faziosità malattia nazionale di dispiegare noi cerchiamo sempre di dispiegare faccio un esempio banale scusatemi ma la toponomastica
Allora noi qui abbiamo amministrazioni politiche quali che siano e quali danni nomi a strade a seconda della loro storia particolare Massignani Dio ma perché dobbiamo sempre creare dei motivi di dissidio
Tante strade italiane se si chiamasse copia del gelsomino ovvia del tecnici presso un pesce di chiamarsi via Palmiro Togliatti ovvio uscì mi come alla fine in borghi della Toscana e non hanno ma sarebbe tanto meglio per tutti non voglio dire invece qui niente noi dobbiamo sempre dividere
Ora il problema dell'Italia e torno era quello di integrare
O questo problema lo Stato liberale italiano non ha risolto e qui arrivo allora al mio problema come sono arrivato a questo tema sono arrivato perché mi sono accorto studiando gli anni dal mille novecentodiciotto al mille novecento
Ventidue cioè anni cruciali nella storia d'Italia
Innanzitutto che non era affatto vero che il fulcro di quegli anni dal punto di vista delle lo Politiche Sociali Ponso l'occupazione delle fabbriche quindi il PUC alla Campania
Il furgone era che le lotte contadine nessun queste
Lady lo squadrismo e soprattutto attivo nelle campagne il la la grande viceversa lotta agli incendi o che scoppia in Italia tra il venti e il ventuno l le campane ma perché perché queste campagne non sono stati assimilati
Non sono state aggregate
Allora da questo punto di vista mi ha interessato molto l'analisi di quest'opera grandi e dimenticata perché fra l'altro non è mai più stata ristampata dal mille novecentotrentatré
Ed è praticamente ignorata anche dagli studiosi diciamo più addetti ai lavori
Del l'analisi di Einaudi il quale
Tutto sommato cosa diceva riceva signori guardate che poi mi sembra una verità di fare
Che il fascismo non è la causa della crisi delle istituzioni liberali fascismo è la conseguenza
Allora cerchiamo di vedere quali sono le cause
Della della crisi dello Stato liberale e queste cause la viste sul piano appunto di una
Economia ma stiamo attenti perché lì c'è di nuovo un grande equivoco
Perché si ritiene che la lezione dei liberisti semplicemente fosse una lezione di politica economica ma neanche per sogno questa è un'idea di Stato loro hanno uno Stato che combattesse il privilegio
Che volevano quindi uno Stato che diventassi effettivamente liberale cioè popolare
Ciò che fosse lo stato di tutti di tutti i cittadini italiani
E quindi avevano in quella che era stato all'evoluzione dello Stato italiano soprattutto dal mille ottocentottantasette in poi attraverso i vari Governi
Questa grande viceversa involuzione l'impossibilità di aggregare e quelle che erano nostri popolari anche italiane perché la politica dello Stato italiano era impopolare obiettivamente era impopolari
Questo era il puntata obiettivamente impopolari quindi ecco quando si parla poi dell'attualità diciamo sono qui purtroppo una considerazione abbastanza triste
Temo anch'io che le considerazione di Einaudi che si riferivano a un periodo ben particolare purtroppo siano ancora attuali ma perché
Ma perché l'Italia questa diciamo rivoluzione liberale non l'ha fatta e non la può fare come sembra sino ai giorni nostri non la vuole fare
Perché non la vuole fare io francamente devo ammettere che ho speso quasi tutta la mia non ormai breve vita di studioso a studiare la storia italiana dall'ottocento novecento se dicessi che ho capito qualcosa francamente
Ma direi un po'una pulizia perché è un grande mistero io a un certo momento non dico il paese di prezzi non capisco i miei concittadini non capisco il modo di comportamento dei miei concittadini non capisco perché dei miei concittadini ci sia così poco gusto per la libertà
E per vive e comportarsi da persone libere
Che significa persone responsabili
Persone responsabili ma voglio dire il il il
L'Italia di cittadinanza in un Paese moderno Cindy richiede di essere una persona responsabile ora questo senso di responsabilità
Va insegnato in un certo senso come si apprende io questo l'ho suggerito va bene in parte si poteva prendere sul piano morale del colpo da questo punto di vista credo che ti ho dato di Dio sia perfettamente d'accordo che certo
La tradizione cattolica almeno sino a una certa data non è che abbia aiutato molto i cittadini italiani a diventare persone responsabili però devono insegnare anche le istituzioni
Perché solo ispezioni anche che devono insegnare alle persone esteri responsabili locali istituzioni italiane cosa hanno fatto presente che i cittadini responsabili cosa hanno fatto e cosa fanno non soltanto cosa hanno fatto perché questo è il problema attuale
Io un anno un non vorrei dire altro perché francamente se sia in capo agli particolari voglio dire si possono dire anche ad altre cose ma in sostanza
Non è un po'
Insomma non è che si ricavi molto di diverso le linee portanti sono queste si se vogliono per concludere un esempio a mio parere
Plateale di quella che ancora la resistenza a una liberalizzazione questo Paese quella degli ordini professionali
Fa signor medio ma in quale Paese moderno esiste l'ordine dei giornalisti
Ma ma voglio dire ma è concepibile
Cose assolutamente incredibile
Però qui sembra che sia la cosa tutto male del mondo è poi un'altra cosa abbastanza singolare a un certo momento si vorrebbe abolire i privilegi
Con il consenso di coloro che ne godono passi neolitico ma anche presto ma dove siamo qui sì abbiamo in Brindisi imparato a ragionare
Quindi è correlare la lezione dei liberisti la lezione di Luigi Einaudi che a mio parere è stato un grande maestro anche proprio di pensiero politico il pensiero politico non semplicemente di pensiero economico
è stato quello di ragionare sulla cosa pubblica imparare a ragionare sulla cosa pubblica e per le cose nei termini concreti con grande pragmatismo perché purtroppo anche questo è un Paese direttori e così si va sempre nel nelle grandi delle grandi prospettive così lontane
Ma quelli sono poi i fatti precisi quotidiani quelli quelli si passano basta vedere scusate anche di un nuovo l'abitudine continua ma è sempre stata una lunga tradizione
Si fanno le leggi senza preoccuparsi minimamente di che cosa succederà quando si devono applicare
Questo è un problema che i legislatori ignorano nel modo più assoluto Mazza io non lo so quando dico che non riesco a capire i miei concittadini ecco questi sono alcuni esempi concreti
E scusatemi io sono vecchio a un certo momento ogni umori grazie
Grazie
Grazie
Ci avviamo alle conclusioni un secondo rapido giro a tutti iniziali la massima teorica purtroppo deve andare via sicuramente meno un minuto e chiedo scusa che poi fu governative
Devo fuggire sul sull'esiguo di laico ci sono moltissime interpretazione quelle Civiltà Cattolica quella storico-politica quelle
Devi filosofiche e via di seguito io per quanto mi riguarda uso il termine laico io ho imparato a usare il termine laico in termini storico politici da come lo usano
I miei maestri e credo che se anche i tuoi
Omodeo Croce Salvatore De Ruggiero que vous Ciabò che usano il terminò laico in termini storici politici come tutti modestamente cerco di usarlo io reso scusami scusabilità dell'IVA
Debbo veramente scappare via grazie
Il professor Pescosolido
Chiesto di non venire arrivano sfavoriti Dusan secondo giro veloce che siccome le cose dette da arrivare lì sono state estremamente stimolanti
Ovviamente
Mi hanno stimolato anche una qualche riflessione sono totalmente d'accordo con lui sull'analisi dell'oggi
Però devo dire che col così come ho detto che i fallimenti della politica meridionalistica di questo secondo dopo del nostro nel secondo dopoguerra novecento mi sembrano proprio gravi di quelli dello Stato liberale
Vorrei sottolineare solo che insomma poi alla fine alla classe dirigente liberale non chiude con un Bilancio
Disastroso come potrebbe chiudere questa classe dirigente
Va pur tenuto presente che sicuramente i livelli di partecipazione all'Ottocento erano quelli che erano
In Italia al momento dell'unità votava il due per cento della popolazione giusto
Quindi sicuramente una regime politico estremamente elitario
Però non bisogna dimenticare che nella grande Inghilterra patria del liberalismo contemporaneamente votava il sei per cento dalla popolazione aveva diritto al voto non è che poi c'era
Considerato che in Italia c'era il settantacinque per cento di analfabeti e in Inghilterra c'era il trenta per cento di analfabeti forse
Il rapporto tra sistema politico italiano è sistema
Politico inglese non è quel disastro che Denis Mack Smith o i suoi epigoni vogliono
Ci vorrebbero far credere
Per quanto riguarda quindi diciamo così nel momento in cui fu costruito fu uno dei regimi politici più avanzati del continente nel momento in cui fu costruito
Mi fu costruito con grandi difficoltà del resto che il se l'Italia era stata divisa dal cinquecentosessantanove avanti Cristo e già da allora c'erano i localismi
Subito cominciare localismi con la discesa dei Longobardi nella dalla divisione tra Italia bizantina
E Italia longobarda insomma questo è un tratto vera questo sì veramente costitutivo per la storia della storia del nostro Paese quindi alla fine certo nel dieci otto ventidue
C'erano i problemi che c'erano su questo non c'è dubbio c'era stato però un una seconda con una prima guerra mondiale che aveva lacerato il tessuto del regime
In modo spaventoso diciamo spaventoso senza alcun precedente Vivarelli queste cose le sa benissimo quindi io ci terrei a sottolineare che i traguardi raggiunti prima
E insomma non furono poi tanto da buttar via
Per quanto riguarda il discorso invece le cose dette da mani vengono fatto ritardi scusate da da da Daniele per non ho in testa il libro Daniele ma l'anima
Distinte
E quindi vorrei ritornare sul problema del perché l'indulto perché ha posto un quesito fondamentale
Perché visti realizzazione parte al nord e non parte al suo era stato costruito un mercato diciamo così egualmente avverto egualmente libero da vincoli commerciali eccetera eccetera la fine del sud
Resta negli anni Ottanta dovere esterno duale alcune delle
Sì
Dieci minuti ma io chiudo in un in un momento io richiamerei l'attenzione su un fatto
L'area del nord che a parte quella del triangolo industriale nel giusto
Nel triangolo industriale al momento dell'unità cioè tra Liguria Piemonte e Lombardia
C'era il cinquanta cinquantaquattro per cento di analfabeti nel Mezzogiorno c'era l'ottantasei per cento dell'Alfa Betti in Toscana c'era il settantotto settantaquattro per cento di analfabeti in Emilia c'era il settantotto per cento di analfabeti
Insomma partono le Regioni che nel mille ottocentosessantuno
Avevano il tasso più basso di analfabetismo
Partono le Regioni che nel mille ottocentosessantuno alla nel maggior numero di chilometri di ferrovie strade canali navigabili interni
Il Mezzogiorno si presenta all'unità con il cinque per cento della rete nazionale
Cioè cento chilometri di ferrovie tutte intorno a Napoli senza un chilometro di ferrovia in Calabria in Basilicata in Abruzzo in in Sicilia in Sardegna neppure ma insomma noi per mezzogiorno consideriamo quello
La situazione delle strade non era migliore
E questa è una cosa che uno Stato non è che la risolte in un e non è che lo Stato liberale non abbia lavorato su questo
Perché dopo venti anni senza cassa per il Mezzogiorno la rete ferroviaria del sud era diventata il trenta per cento di quella nazionale
Cioè in venti anni avevano accorciato
Erano state costruite strade ma quel divario restata
Altra variabile che bisogna metterci dentro a mio modo di vedere e chiudo
Faccio l'esempio della Valle del Liri l'area più industrializzata del Mezzogiorno
Due nuclei fondamentali industria della lana industria della carta
Va bene
Gli industriali della carta hanno una forte crisi dopo L'Unità però ristrutturano investono modernizza ne sopravvivono fino ai nostri giorni quelli della lana negli anni settanta ottanta cioè superano la crisi degli anni Sessanta poi negli anni settanta ottanta ognuno di noi per di acqua dare Terme dell'asse questi
E quello volevo dense a scomparire perse
Fondo me bisogni anche tenere in conto una cosa che e in meridionali come tutti come lo stesso Cavour lo tutto sommato perché Capurro poi aveva in mente un modello di sviluppo agricolo turista hanno continuato a ritenere
Che il futuro del Mezzogiorno che il futuro del Mezzogiorno fosse nell'agricoltura
Gli stessi meridionalisti quando parlavano di soluzione del problema meridionale non parlavano mai di industrializzazione del Mezzogiorno bisogna attendere Francesco Saverio Nitti che all'inizio del secolo parla di industrializzazione
Quindi il problema è molto complesso ma anche in questo caso non mi sento di condannare l'operato dello Stato liberale nei primi dieci venti anni
Via purtroppo il Mezzogiorno ai diversi appuntamenti è arrivato con un gap che cominciava da prima
D'accordo sul reddito nazionale Italia
Però l'assenza di ferrovie l'assenza di soldi di strade chiama in causa la politica economica borbonica in modo inequivocabile
In modo inequivocabile perché negli anni Trenta le ferrovie in Italia non le aveva nessuno grazie
Allora una riflessione molto rapida col col professor Daniele a seguito di quel eccepisco solido
Nel quarantasei Felice Balbo scriveva e necessario possibili mezzi tecnici della propria epoca per concludere qualcosa di buono qualcosa che entri nella storia delle civiltà giungere a livello tecnico della non è poca è condizione necessaria
Sebbene non sufficientemente alcuna porto individuale alla struttura civile per elevare cioè anche se di poco quel livello e il saggio di Sergio Zoppi nel volume curato da Pescosolido
Che si ricollega al tema infrastrutturale dell'accumulazione di capitale tecnologico
Come chiave per lo sviluppo
Voi di questo parlate
E mi viene in mente per tra l'attualità il dibattito la all'ala
Il trasferimento di fondi dal FAS AIA Morsillo sociali le rivendicazioni forse ancora troppo legati alla spesa corrente da parte della politica meridionale poco poco attente
E mezzi tecnici di oggi penso alla banda larga alle grandi infrastrutture alla difficoltà con cui si zitti si pensa che quella sia la chiare
La chiave di volta voi lo dite mai abbastanza chiara che
Il come dire nella produttività totale dei fattori ciò che e manco al Mezzogiorno è stato questo è stato il insieme di conoscenze e tecnologia efficienza dei sistemi
Nel corso dei decenni e chiudiamo rapidamente chiudiamo rapidamente due questioni ragione professore Pescosolido chiaramente ha ragione
Alla data dell'unificazione la dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno era nettamente inferiore rispetto a quella del centro nord evidente che questo divario rimase e continua a rimanere per molti aspetti ancora oggi
Questo ritardo del Mezzogiorno quello che noi abbiamo cercato di sottolineare professore Pescosolido e che
Gradualmente per così dire il baricentro dell'economia si sposta e si sposta Berloni che sono profonde Newton riconducibile ad una causa soltanto
Il fatto che noi poniamo un accento particolarmente forte sui fattori geografici è un aspetto che risulta il fatto che come ricordava per progredire Barelli complicazione c'è uno mediamente ora di Calia etiche erano state
Chi
Diventa no Regioni all'interno tre cado uno eco cieco mercato che gradualmente va integrando sopra gesso della azione del mercato nazionale un processo che dura a lungo in Italia per le difficoltà che ci sono geografiche ma anche infrastrutturali
E si sposta gradualmente per così dire il gioco delle convenienze relative oggi ci sono dei modelli ecologiche spiegano come in un mercato che si unifichi
Ci sono dei fattori che possono essere anche marginali cioè delle differenze iniziali modeste che tuttavia hanno un ruolo molto forte nel determinare il vantaggio competitivo di un piuttosto che di un'altra aria
Per il momento dell'unificazione l'aria che godeva di alcuni vantaggi iniziali era proprio quella del nord-ovest e fu lì che si concentrò l'industria questo processo di concentrazione geografica dell'industria Pola Rizzolo sviluppo economico del nostro Paese nostro paese è un caso tipico di gruppo economico che si polarizzato o in un'aria più industrializzate in un'aria rurale che rigo che riguarda il Mezzogiorno ovviamente
Cioè la parte periferica del nostro Paese
Quel fattore determinante cui dottore farà scava Ceva riferimento cioè la produttività
Vorrei dirlo in termini semplici ci sono una serie di elementi che entrano in gioco nel determinare livello di sviluppo di un Paese dal punto di vista strettamente economico il ritardo di sviluppo di un'aria rispetto a un'altra dipende da due fattori cruciali
Una minore produttività cioè una minore capacità di produrre da parte di un lavoratore di un'area rispetto a un'altra o un minore tasso di occupazione
Che cosa abbiamo oggi che un lavoratore del Mezzogiorno produce in media una quantità di prodotto inferiore rispetto a quella del Centro-Nord ma la differenza rilevante non è tanto questa quanto quella che riguarda