17 GIU 2010
intervista

Secondo natura? Scienza, diritto e morale tra determinismo e libertà. (Convegno a Torino il 3 e 4 giugno 2010. Quarta sessione con la tavola rotonda conclusiva: Come pensare la natura umana?)

SERVIZIO | di Emiliano Silvestri - Torino - 19:33 Durata: 1 ora 1 min
A cura di Valentina Pietrosanti
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Il metodo, le motivazioni e i temi del convegno nelle parole di uno degli organizzatori: Luca Savarino, ricercatore in Filosofia politica e professore aggregato di bioetica all'Università del Piemonte Orientale.Le interviste ai relatori Federico Vercellone, Francesco Remotti, Simona Forti e Simone Pollo.

Registrazione audio di "Secondo natura? Scienza, diritto e morale tra determinismo e libertà. (Convegno a Torino il 3 e 4 giugno 2010. Quarta sessione con la tavola rotonda conclusiva: Come pensare la natura umana?)", registrato a Torino giovedì 17 giugno 2010 alle 19:33.

Sono intervenuti:
Luca Savarino (ricercatore Filosofia politica e professore aggregato di Bioetica - Università di Torino), Federico Vercellone (Ordinario di Estetica - Università di Torino), Francesco Remotti (Docente ordinario di Antropologia culturale - Università di Torino.), Simona Forti (Docente Ordinaria di Filosofia della politica - Università del Piemonte Occidentale), Simone Pollo (assegnista di ricerca, docente di Filosofia morale - Università di Roma "La Sapienza").

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Bioetica, Cultura, Diritto, Etica, Filosofia, Laicita', Religione, Scienza.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 1 minuto.

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  • Luca Savarino

    ricercatore Filosofia politica e professore aggregato di Bioetica - Università di Torino

    Il convegno fa seguito ad un altro: "Laicità della ragione e razionalità della fede" tenuto due anni fa dalle stesse organizzazioni. Ieri come oggi con l'idea di far incontrare Laici e credenti, protestanti e cattolici, in una prospettiva di dialogo e approfondimento scientifico sui temi della laicità. Oggi la discussione ruota attorno al ruolo della natura come fondamento delle norme morali, ancora cercando di rispondere al diffuso bisogno di norme, che la ragione laica ricerca dopo il crollo di molte certezze del passato. Quattro le sessioni del convegno: DIRITTO: Può la natura diventare norma? SCIENZA: Esiste il pericolo di riduzionismo? TEOLOGIA: Verso una biologizzazione del cristianesimo? FILOSOFIA: Come pensare la natura umana? Sullo sfondo, mentre sembra svanire il confine tra naturale e artificiale, la tensione tra la messa in discussione della natura come fondamento stabile e l'evocazione, con tratti talvolta autoritari, della stessa natura come fondamento di norme etiche
    19:33 Durata: 5 min 1 sec
  • Federico Vercellone

    Ordinario di Estetica - Università di Torino

    La natura come forma di rappresentazione. Dal romanticismo tedesco a oggi, una cosa perduta che si vuole riconquistare e che sempre sfugge; l'oggetto di un'inestinguibile nostalgia: il luogo del desiderio. Il sogno della natura perduta (Schiller) si accompagna in realtà al dominio tecnologico che produce la sua vera conquista. L'inversione di tendenza della civiltà; dal logos si torna al mito. Il presente a dominanza immaginifica: decadimento od opportunità per un nuovo tipo di ragione? La natura come sistema - in evoluzione - di energie all'interno del quale possiamo stabilire via via degli equilibri migliori. La natura perde così il suo carattere di norma originaria cui conformarsi
    19:38 Durata: 6 min 7 sec
  • Francesco Remotti

    Docente ordinario di Antropologia culturale - Università di Torino.

    Attraversamento interculturale come prospettiva sostitutiva dell'universalità perduta con la centralità della natura umana. Rinuncia all'imposizione di una verità che si ritiene universale; valorizzazione delle differenze. Condizione umana (Harendt) come richiamo anche a quel senso di responsabilità che, nel riferimento alla "natura umana", svanisce. Cultura è concetto che riempie e sostituisce il concetto di natura umana mantenendo però la responsabilità delle scelte. Dalla natura umana è impossibile staccarsi; dalle culture umane c'e la possibilità, la libertà, di uscire; di modificarle
    19:44 Durata: 4 min 55 sec
  • Simona Forti

    Docente Ordinaria di Filosofia della politica - Università del Piemonte Occidentale

    La sfida etica (piuttosto che nichilista e relativista) novecentesca all'umanesimo - nella linea Heidegger-Harendt-Focault-Deleuze - che mira a destituire di fondamento e legittimità quasi onnipotente il soggetto della filosofia moderna: l'uomo egemonico e dominatore che decide e domina sul cosmo e sugli altri. Opporsi a questa visione dualistica (soggetto con natura umana e oggetto che a volte è la natura) è anche opporsi all'universale-uomo e al suo carattere cogente ed egemonico; che non lascia spazio al particolare (singolare) che deve semplicemente riconoscersi in questo universale già posto. Il richiamo polemico alla cultura del nazismo - obbrobrio di potere figlio della stessa tradizione razionalistica che ha parlato in nome dell'umanesimo - all'antropologo tedesco (non darwiniano) che si riteneva portatore dello "spirito europeo" e che, come tanti altri nelle SS, riteneva di dover raggiungere l'universale selezionando; di dover "purificare" l'universale togliendo di torno, tranciando violentemente, il particolare inadeguato.
    19:49 Durata: 7 min 14 sec
  • Simone Pollo

    assegnista di ricerca, docente di Filosofia morale - Università di Roma "La Sapienza"

    E' essenziale parlare di natura umana e parlarne dalla prospettiva teorica del naturalismo. Parlare di natura umana perché. a) il senso comune morale (per es. in bioetica) è impregnato di idee di natura umana b) la natura umana è inevitabile per argomentazioni filosofiche sul bene degli esseri umani. Parlarne dalla prospettiva teorica del naturalismo, perché il naturalismo fa riferimento a dati empirici, con una preferenza per le scienze biologiche; dati che possiamo condividere con gli essere umani Prospettiva diversa da altre - metafisiche - basate su preferenze (per es. il rifiuto del matrimonio omosessuale) non empiricamente dimostrabili. Il rapporto privilegiato del naturalismo con il darwinismo; non solo una spiegazione scientifica di come la vita evolve nel corso del tempo, ma una spiegazione che dovrebbe avere impatti fortissimi sulle nostre convinzioni morali. Perchè ci dice, per esempio, che gli esseri umani non sono fatti a immagine di Dio; non sono al centro del mondo vivente ma solo una specie tra le altre. Se pensiamo che la sofferenza sia qualcosa di moralmente evitabile, dobbiamo così ritenere che anche le sofferenze degli altri esseri viventi contino moralmente. Dobbiamo ritenere che un autentico approccio morale non ha bisogno di paure, di punizioni ultraterrene, di ricompense divine che ci inducano ad agire moralmente. Ispira la nostra condotta è ciò che è moralmente giusto; in tutto questo Dio (spesso comodo alibi per attuare discriminazioni) non c'entra nulla
    19:56 Durata: 38 min 29 sec