"L'Europa e l'industria nel 1993"

Potremmo riprendere i nostri lavori
Con la sessione conclusiva di questa mattina
Abbiamo molti interventi
L'ordine del giorno
Io ti pregherei
Carlo Ripa di Meana commissario il problema è culturale
Con la comunità europea di introdurre
La discussione
Dopodiché seguita all'intervento del professor Federico Mancini
Giurista
Attento osservatore dei problemi della cultura dell'informazione
Il segretario del partito onorevole Craxi si scusa di non poter chiudere
Il convegno per impegni sopravvenuti ha pregato il vice segretario del partito l'onorevole Claudio Martelli di tirare le conclusioni della nostra discussione
Do la parola Carlo e Anna per
Suo intervento
Mi pare che il partito socialista abbia tra gli altri il dono della tempestività
Si assiste a un
Con un rilancio impetuoso della questione audiovisiva in Europa
Proprio in queste ore i capi di Stato e di governo a Rodi
Sospinti dalla Commissione esecutiva sarà lì già Dell'Oro introdurre il problema e dal presidente della repubblica francese
Affrontano i compiti
Che attendono l'Europa dell'audiovisivo
Ritengo
Che
Dai lavori di Rodi
Usciva un impegno
Dei capi di Stato e di governo
Per far partire
Una grande operazione integrato europeo
Che ha già il suo titolo
Eureka audiovisivo
Per il calcio con ogni probabilità
Dal modello Eureka già in atto e l'estensione oltre i dodici Paesi della Comunità
E il coinvolgimento di risorse
Private accanto a quelle pubbliche
Quelle pubbliche sul bilancio comunitario sui bilanci degli Stati membri
Con ogni probabilità anche
Su qualche contributo
Del Consiglio d'Europa
Quello privato un intervento che noi sollecitiamo cerchiamo di stimolare di preparare con il sì Man Ray
Pubblico
Così come è accaduto appunto per il fratello Maggiore il progetto Eureka
Non solo ma il partito socialista
Convocata
A consulto
Il più autorevoli rappresentanti del più
Motivati operatori del settore gli e Sperti gli studiosi
Nel momento in cui questo settore a all'interno
Un suo rilancio una sua
Acquisizione di
Fiducia
Come testimoniato
Appena una settimana fa
Dal successo travolgente
Del premio europeo assegnato a Berlino in una indimenticabile cerimonia e concluso da un appello degli autori europei
A tutti alle forze politiche al movimento sindacale
Prima di tutto ai governi dei nostri paesi e al governo della comunità europea
Non ho però per riguardo il
Al programma intenzione di rubare
Altro tempo i nostri lavori che appunto si annunciano sovraccarichi on a Bochum detta chiuso l'applauso
E quindi
Sarò Bruxelles ex
Non posso resistere però alla tentazione approfittando appunto della mia posizione Brussel lese che mi permette
Di sentirmi allo stesso tempo coinvolto nella problematica italiana in quanto italiano è separato da essa in quanto europeo di lanciarvi qualche stimolo che spero risulti provocazioni
L'Italia è un fenomeno straordinario in molti campi
Certo ma in quello audiovisivo ha raggiunto livelli dai di Ines dei primati
L'esplosione della televisione commerciale
In un quadro giuridico o sarebbe più esatto dire a giuridico di deregulation totale
Come non si conosce in nessun altro Paese del mondo l'ha trasformata in quello che noi italiani all'estero amiamo definire un laboratorio eccezionale
In realtà questa immagine di laboratorio che evoca ordine rigore scientifico asetticità corrisponde ben poco alla realtà
Si tratta piuttosto del caos originario del brodo primordiale
Da cui beninteso è nata la vita
Ma non senza grosse difficoltà sprechi e perdite di tempo
L'Italia si trova ora come dice il titolo di questa nostra sezione tre di fronte al mercato
Europeo Mondiale in altre parole deve fare i conti con realtà ben diverse e con problemi che sono da un lato di concorrenza e dall'altro di necessaria armonizzazione o piuttosto omogeneizzazione
Perché necessaria
Non solo perché alla Comunità europea corre l'obbligo ed io in quanto commissario europeo responsabile in questo campo vivo ogni giorno con la coscienza di questo
Di fare in modo che l'armonizzazione avvenga ma anche e soprattutto perché indipendentemente dal Trattato di Roma l'armonizzazione si farà
In un modo o nel
Con le buone cioè attraverso la civile e tempestiva accettazione di regole comuni
O con le cattive
Cioè con il sangue il sudore le lacrime che deriveranno dagli aggiustamenti tellurici che la nuova realtà dei mille canali televisivi dei satelliti e dei cavi si incaricherà di apportare alle strutture pubbliche e private esistenti
Abbiamo assistito negli ultimi quindici anni al declino dei monopoli pubblici della televisione al nascere del pluralismo delle fonti di produzione e di distribuzione delle immagini all'internazionalizzazione dell'industria
Ora sta cominciando il processo con crescita esponenziale di internazionalizzazione del pubblico
Prima del mille novecentonovantacinque ci saranno tra centotrenta e centoquaranta canali di televisione diretta via satellite
Quasi duecento canali viste le visione sui satelliti di telecomunicazioni l'espansione delle reti di caso sebbene molto più lenta del previsto continua tuttavia in Francia in Gran Bretagna in Germania
Ed un più rapido diffondersi della fibra ottica potrebbe apportare nuove dimensioni al fenomeno
Su questo sfondo la televisione pubblica tradizionale informativa
Vagamente educativa
E diciamolo pure strumento prezioso di sottile il pruno sì per conto dello Stato è costretta a fare i conti con un crescente numero di concorrenti che rispondono ad esigenze profondamente diverse
Mi si consenta allora di porre alcune domande che mi sembrano importanti in vista della situazione italiana
Sia nel suo quadro interno che per quel che riguarda i suoi rapporti con realtà esterne europea dei Mondiali
Innanzitutto
Esiste un progetto un disegno politico
Che ridefinisce il ruolo della televisione pubblica in Italia
Mi sembra che specialmente i socialisti non debbano e non possano esimersi dal rispondere a questa domanda
Dato per concesso che televisione pubblica e privata abbiano trovato una base di convivenza accettabile esiste
Una linea comune di fronte alla proposta di legislazione europea contenuta nella direttiva Televisione senza frontiere della Commissione europea
A corollario di questi primi due punti
Quale tipo di assetto europeo sarebbe auspicabile per la convivenza tra pubblico priva ancora una volta abbiamo un disegno politico in questo senso
E ora voglio concludere su quel che mi sembra il punto più difficile la scelta finalmente di un modello Italia
Noi abbiamo da un lato i risultati della nostra lunga sperimentazione
Nel laboratorio o meglio nel brodo primordiale
Dall'altro abbiamo i modelli europee
Ma anche perché no perché no americani giapponesi e così via cui ispirarci
Abbiamo un modello britannico
Di televisione commerciale pubblica
Di televisione commerciale pubblica responsabile di una condotta ben definita e contribuente dello Stato con circa il sessanta per cento sessantacinque per cento delle sue entrate
Dal mille novecentottantadue un terzo dei versamenti sono destinati a finanziare cioè nel fuoco con tutto quello che segue e con la rinascita e la salvezza del cinema britannici
C'è un modello francese che se da un paio d'anni sembra aver iniziato una sorprendente marcia d'avvicinamento alla situazione italiana presenta tuttavia aspetti degni di considerazione e di grande originalità
I casi tedesco e olandese sono certo troppo dissimili da quello italiano per poter essere considerati veri e propri modelli ritengo tuttavia che meritino attenzione perché utili suggerimenti possono venirne soprattutto nel trattare il problemi di minoranze culturali politiche e religiose o problemi molto delicati di autonomia regionale
Per ragioni analoghe
Il sistema in via di definizione in Spagna eppure esso per noi di grande interesse
Ma il bisogno di visione unitaria di un disegno socialista
Devono infine misurarsi sui seguenti punti
Primo
Il rapporto tra le necessità finanziarie delle reti
E le esigenze della creazione artistica
Questo ritengo che sia un rapporto di fondo un problema fu e si deve sapere che le necessità finanziarie non saranno soddisfatte se la creazione artistica sarà mortificata
Mentre non vi sarà creazione artistica se le necessità finanziarie le risorse finanziarie non saranno soddisfatte
Il secondo
Il rapporto all'interno di ciascun paese tra le reti televisive e gli altri gruppi di industriali e finanzia nello stesso settore dei media e negli altri settori è un punto a cui non si può sfuggì il terzo punto il rapporto a livello europeo e internazionale tra i gruppi nazionali e multinazionali
Se un processo di concentrazione è certamente necessario per far fronte alla potente concorrenza extra europea
Sarà tuttavia indispensabile nel prossimo futuro introdurre qualche misura di regolamentazione nell'assetto europeo
Quarto e ultimo punto
L'ampiezza l'efficienza l'interconnessione internazionale delle strutture produttive e soprattutto di quelle distributive
Noi a Bruxelles
Con l'aiuto di tanti appassionati operatori pubblici e privati abbiamo lanciato l'anno europeo
Del cinema e della televisione e sono in pieno svolgimento
Si assiste a una riscossa
Che da sola non garantisce nulla ma è che è già un elemento imprevisto poiché appena tre anni fa eravamo circondati dalla incredulità e dalle risa
Abbiamo messo sul terreno il Programma Media un programma come si dice
A carattere
Sperimenta
Esso a sollevato vivo interesse ed è in piena applicazione devo con amarezza osservare che non ha ancora messo radici in Italia lo ha fatto però nel Regno Unito nella Repubblica Federale
In Belgio in Francia e si prepara ad aderire in Olanda un suo nuovo centro specializzato mi auguro che l'Italia anche perché avendo proposto questo programma e constatando né sul terreno del successo
Mi auguro che l'Italia scenda in campo Potenza audiovisiva
Quale
Assuma anch'essa delle sue responsabilità ecco dunque
Le provocazioni che ho cercato di formulare vi ringrazio in anticipo se vorrete dare qualche risposta
Ritengo che il colloquio di quest'oggi
Sarà senz'altro
Servito alla fine
A mettere qualche tratto di penna al disegno socialista per l'industria dell'immaginario in Italia
E in euro se così sarà stato avremmo fatto cosa di grande merito e di grande utilità
Dove la parola il professor Federico Mancini e che il giudice alla corte di giustizia la comunità europea Federico mance chiesto di parlare seduto per
Per comodità grazie presidente
Signor presidente signori signori tracciare per grandi linee del quadro normativo che il mille novecentonovantatré riserva all'industria
Europea dell'immaginario cosa semplice tutti sanno che a quella data
Una forsennata e di norme comuni abiliterà agli enti le imprese del settore a insediarsi in ogni città d'Europa e permetterà alle persone che vi operano
Alle merci ai servizi che producono ai capitali di cui necessitano per finanziarsi
Di muoversi liberamente meno diffusa invece la consapevolezza del vitale bisogno che il comparto audiovisivo di questa libertà eppure le sue ragioni essenzialmente due sono evidenti
La prima è di ordine storico le immagini degli avvenimenti giudicati degni di notizia circolano con sempre maggiore rapidità e se sono però diffuse da impresa emanate cresciuto nell'ambito dei singoli stati è per scopi definiti da questi ultimi
Detto altrimenti gli spettatori europei vedono e ascoltano da sempre le sole reti interni che da sempre sono organizzate nella forma prevalente
Del servizio pubblico gestite da enti a cui come si sa sono attribuiti mono Polli d'antenna o comunque forti privilegi
In pratica ogni stato della comunità a norme che vietano l'accesso dei programmi esteri e impongono alla televisione nazionale condizioni di autarchia per non dire di insularità
A quali risultati dia luogo questa segmentazione normativa d'Europa in tanti potentati televisivi quanti sono gli Stati nazionali è presto detto
Nella comunità degli anni ottanta il mercato dei media meno comune di quello dei frigoriferi
Ho delle paste alimentari per non parlare dei giocatori di calcio e lo proporrò alcune cifre rese note qualche settimana fa dal Parlamento europeo onorevole Martina
Per quanto riguarda il cinema ottanta film su cento non varcavano le frontiere dello stato in cui vengono prodotti e di cento pellicole distribuite nella comunità sessanta sono di origine americana
Sul fronte televisivo le trasmissioni di fantasia sono importate per più del settanta per cento da Paesi extra comunitari e per più del cinquanta per cento dagli Stati Uniti
Dall'ottantasette il solo notiziario di informazioni che si diceva in Europa ventiquattro ore su ventiquattro giunge da oltre oceano ed è diffuso dal che Minus ne
In termini di spesa un'ora di sceneggiato americano costa dalle dieci alle quindici volte meno di una equivalente trasmissione europea
Da qui
Una serie di conseguenze
Beh no sui piani economico culturale costi di produzione molto elevati finanziamenti scarsi sbocchi commerciali
Ridotti naturalmente una diffusione inarrestabile di quella che il ministro francese della Cultura Jack Lang ha chiamato la sindrome
Di Gallas
In condizioni del genere mi sembra affermare che le industrie o addirittura l'identità culturale europea si salveranno solo se saranno soggetti a regole comuni
Non ha più nulla di originale tanto meno di provocatorio puro è semplice senso comune
Ma come dicevo c'è un altro motivo è ora di natura tecnica che spiega l'urgenza di regole uniformi
L'entrata in funzione dei satelliti di telecomunicazione collegati a terra dalle reti via cavo
Ha creato da qualche anno un embrione di mercato televisivo comune
Tra le emittenti pubbliche per esempio la RAI trasmette dall'ottantasei via Eutelsat il programmi dalla Rete uno che sono poi distribuiti via cavo in vari paesi d'Europa centrale ne so qualcosa io che vivo a Lussemburgo
E se non altro per cause attinenti alla commercializzazione dei programmi e le emittenti private che operano in modo analogo sono ormai numerose nel pubblico come nel privato insomma c'è una limitata ma reale significativa europeizzazione
Dei messaggi televisivi
Si aggiunga e questo è molto importante che i nuovi metodi di telecomunicazione aumentando la quota di pubblico raggiungibile
Attraverso lo schermo modificano incisivamente le condizioni di concorrenza tra le emittenti
E si comprenderà perché al legislatore comunitario non sia più lecito restare inerte
Salvaguardare un'identità culturale un obiettivo di grande momento evitare che la concorrenza sia distorta e qualcosa di più e garantire l'essenza stessa
Del mercato comune
Non fosse che per tale motivo la sostituzione a livello sovranazionale di norme
Per delle norme statali o almeno di quelle che ignorando i recenti progressi tecnici ostacolo ma la circolazione dei messaggi emessi via satellite è un'impresa divenuta improcrastinabile
Ma come entro quali limiti e con quali contenuti realizzare quest'impresa
Le proposte di disciplina avanzate nelle sedi della comunità e del Consiglio d'Europa sono numerose e io mi limiterò a segnalare quelle che per essere più vicini al traguardo
Dell'approvazione hanno maggiori probabilità di costituire nel novantatré il telaio del nuovo quadro normativo europeo per uniformare il frammentato paesaggio universo che ho descritto la CEE intende battere tre strade assicurare ed è l'obiettivo propriamente giuridico una libera circolazione di tutte le trasmissioni
Imporre alle industrie europee standard tecnici di diffusione di ricezione comuni
Favorire la produzione di trasmissioni televisive di film che soddisfino l'esigenza di un pubblico sempre più vasto e sempre più culturalmente eterogenei
Poche Capparoni e su questi ultimi due punti
Nel mondo dei media più che in ogni altro ogni progresso tecnico deve essere seguito da una revisione dell'assetto giuridico almeno di incorrere in conseguenze non diverse da quelle ma è solo un esempio
Che la guerra del colore tra pal e se cambia provoco in tutta euro
La direttiva cinquecentoventinove nell'ottantasei con cui si è ufficializzata nella comunità l'uso delle norme
Ma pacchetto per la diffusione diretta dei programmi via satellite dunque una prima e positiva risposta alla sfida delle nuove tecniche di telecomunicazione
Vi sono poi le differenze di lingua diciamo i ritardi culturali che vietano a troppi professionisti dell'audiovisivo di guardare oltre l'orizzonte nazionale
Per evitare che la lotta agli ostacoli tecnici giuridici si areni su questi scogli la Commissione ha lanciato varie iniziative nel quadro del programma media le più importanti mirano a incentivare la produzione di film con sottotitoli in più lingue a creare una struttura comunitaria che favorisca la realizzazione di opere radiotelevisive da parte di produttori indipendenti
E vediamo gli aspetti giuridici nel luglio dell'ottantasei la commissione che al suo attivo aveva già un libro verde dal titolo Televisione senza frontiere presentò una proposta di direttiva sull'attività di telediffusione in Europa
Emendata dal Parlamento europeo questa proposta si trova ora all'esame del consiglio comunitario che avrebbe dovuto esaminarla nella riunione dello scorso diciotto novembre e che non l'ha fatto
Parallelamente il Consiglio d'Europa ha promosso a Strasburgo una convenzione europea sulla televisione transfrontaliera
Ben due testi invia di elaborazione dunque ma anche testi sul cui iter pesano interessi commerciali e politici contrastanti e che sono essi stessi in contrasto per le regioni che vedremo tra l'altro la commissione esige che la direttiva comunitaria sia emanata prima della convenzione
La nascita di un diritto
Comunitario dei media
Precede comunque questi progetti può farsi risalire a settantaquattro quando la corte di cui ho l'onore di essere membro pronunciò la famosa sentenza Telebiella
In mancanza di espressi disposizioni del Trattato essa sta Tui la trasmissione dei messaggi televisivi compresi quelli di carattere pubblicitario
è sottoposta alle norme che riguardano la libera circolazione dei servizi
Con queste parole le più emancipate Licci che si siano udite nel nostro campo della loro secchezza tecnica la televisione attraverso i confini nazionali per fruire della tutela comunitarie
Non tuttavia per fruirne incondizionatamente in un'altra causa dell'ottanta Late posa
Fu chiesto alla Corte se la libertà di circolazione dei messaggi pubblicitari ritrasmessi via cavo da uno Stato membro in un altro fosse l'imitabile da parte di quest'ultimo
E i giudici risposero che il trattato non impedisce al legislatore comunitario di vietare al legislatore nazionale scusatemi di vietare la diffusione di quei messaggi
Purché egli non discrimini tra programmi nazionali o stranieri
In assenza di una disciplina comunitaria infatti gli Stati conservano il potere di vietare o di limitare la pubblicità televisive al proprio interno così se le leggi belliche proibiscono gli sfottò
Come accadeva fino a qualche tempo fa il Belgio può opporsi all'ingresso sul suo territorio disposto provenienti da un altro Stato nella specie il Lussemburgo che in materia non pone limiti
Si può parlare di un passo indietro rispetto alla sentenza Telebiella io non lo credo la Corte si limitò a constatare che la mancata armonizzazione di un settore lascia gli stati padroni del campo
Per implicito dunque essa invitò il legislatore comunitario ad attivarsi e la proposta di direttiva cui o all'uso dimostra appunto che quell'invito fu raccolto che quell'invito giunse assegno esaminiamo dunque molto rapidamente le norme della direttiva che sono dedicate alla pubblicità
Gli articoli da cinque a quindici prevedono una serie di canoni comuni a tutti gli stati attenenti al contenuto dei messaggi
In principio gli spot non devono a offendere il senso del pudore le convinzioni religiose religiose e politiche
Di contenere discriminazioni di razza o di sesso chi promuovere comportamenti dannosi alla salute di tutti così il consumo di alcol e di tabacco e alla sicurezza dei giovani
Rispetto all'indice di affollamento la commissione ha colto le richieste del Parlamento europeo aggiungendo al plafond del quindici per cento per giorno una seconda soglia del diciotto per cento per ora di trasmissione
Infine le trasmissioni transfrontaliere sono state ampiamente di ben realizzate la regola è che gli Stati non possono vietarne la ricezione purché la pubblicità resti al di sotto del quindici per cento
E la sponsorizzazione è ammessa le imprese interessate non devono tuttavia come ovvio influenzare il contenuto dei programmi che finanzia ciò detto permettetemi di passare al nucleo normativo più importante per ciò stesso più controverso della direttiva la cosiddetta quota culturale comunitaria di cui vi ha parlato già ieri il professore Ferrari Bravo
Le stazioni televisive pubbliche o private hanno l'obbligo di riservare almeno il trenta per cento del tempo di trasmissione
Esclusi naturalmente gli spazi occupati dai notiziari dallo sport dagli giochi e dalla pubblicità alla diffusione di opere prodotte in area comunitaria
Lo scopo della quota che nel giro di tre anni dovrebbe salire a sessanta per cento è duplice stimolare la competitività dei programmi europei rispetto ai meno costosi programmi americani
E dal momento che per riempire quel trenta per cento le emittenti dovranno necessariamente ricorrere a materiale non nazionale favorire gli scambi tra i Paesi della comunità come è facile immaginare le resistenze che questa proposta incontra sono insieme ideologiche e mercantili a Londra per esempio la si accusa di lesso laissez faire decidere si dice sul contenuto e la qualità dei messaggi spetta unicamente al mercato ora io non nego che questa bandiera sia agitata da liberisti sinceri
Ma nessuno mi convincerà che alla sua ombra non si agiti lo anche i distributori europei di opere americane o brasiliane
Le emittenti commerciali che come Sky Channel o Super Channel trasmettono al novanta per cento materiale acquistato in quei Paesi
L'idea di promuovere in seno all'Europa dei ventuno la già accennata convenzione sulla televisione transfrontaliera è anche figlia diciamolo pure di questi interessi
Gli obiettivi dell'iniziativa non si discostano in apparenza da quelli che ha di mira alla direttiva comunitaria mentre sono diversi e soprattutto più corrivi alle rivendicazioni di sovranità degli Stati mezzi con cui e si cerca di attuabile
Si pensi all'articolo sedici
In mancanza di accordo tra le parti esso afferma le trasmissioni televisive non devono contenere messaggi pubblicitari diretti specificamente agli ascoltatori di un solo Stato
Per quanto poi riguarda la quota culturale l'articolo dieci non pone limiti quantitativi ma lascia gli Stati l'onere di provvedere affinché una proporzione ragionevole dei tempi di trasmissione sia dedicata ad opere europee
Ancora se un programma transfrontaliero viola le norme della Convenzione lo stato che lo riceve può sospenderne la ritrasmissione al proprio interno sono mi sembra evidente regole troppo deboli per imbrigliare il congenito protezionismo delle burocrazie nazionali che l'ostilità che nei loro confronti nutre la Commissione di Bruxelles
Caro Carlo mi sembra ampiamente giustificata applaudo perciò alla clausola di sganciamento di De Connexion come voi dite che essa è riuscita a fare inserire nel progetto nei loro rapporti di si dispone le parti
Che sono membri della c'è applicando le norme di quest'ultima e pertanto servano quelle della convenzione solo in quanto la relativa materia non sia regolata da norme comunità
Il dibattito che ho così riassunto importante ma non saranno solo i suoi esiti ad incidere sul grado di libertà che i messaggi televisivi sono destinate a conoscere nel novantatré
In effetti mentre a Bruxelles e a Strasburgo si discute il diritto comunitario dalla televisione va avanti
E il suo ultimo progresso è davvero cruciale alludo a una sentenza del ventisei aprile ottantotto in causa bontà ma avverte che avete riscontro regno dei Paesi Bassi
Alla corte di giustizia è un giudice dell'Aia aveva chiesto se una legge del suo Stato
Che vieta la diffusione via cavo dei programmi stranieri ove contengono messaggi pubblicitari specificamente destinati al pubblico dei Paesi Bassi o muniti di sottotitoli in olandese fosse compatibile con le disposizioni del Trattato
La risposta una risposta che in chiaro conflitto con l'articolo sedici dalla convenzione che orrore citato fu un risonante no i divieti discriminatori di pubblicità dice la sentenza costituiscono restrizioni alla libera prestazione dei servizi e come tali il trattato li proibisce
Ne conta che i messaggi a cui si riferiscono siano consapevolmente diretti ai soli spettatori di un altro Stato
La Televisione senza frontiere che per la commissione fu uno slogan
Ed è oggi un Progetto appare dunque alla corte di giustizia un dato attuale
E posto sotto gli occhi di ognuno
E le conseguenze che discendono da questo riconoscimento sono evidenti rivoluzionari addirittura per godere della libertà comunitaria il messaggio televisivo
Compreso lo sport deve adempiere due requisiti essere stato immesso in un paese della comunità nel rispetto delle sue norme e osservare le regole che in tema di pubblicità stabilisce lo stato di ricezione
Poi non è più lecito imporgli condizioni
Come una lavatrice prodotta in Germania
O come un tornitore
Di nazionalità greca
Possono muoversi liberamente su tutto il territorio comunitario
Così un messaggio televisivo di origine italiana deve avere il diritto di circolare senza impacci da Roma o da Milano in tutti gli angoli della comunità Edimburgo la spalma si rapine on o dove che sia qualunque sia il veicolo etere
Capo o satellite a cui il produttore affidi la sua trasmissione
Il biglietto dei media
Nell'Europa dei Dodici è giunto fino a qui
Nel novantatré si articolerà e norme senza dubbio più completa e più puntuali ma veda crederlo pur sempre fondate sui principi di cui ho detto e si tratta di principi validi
A loro stregua costruire in prese competitive recuperare il gatto tecnologico che separa sta nostra industria da quell'americano dalla giapponese e difendere l'integrità culturale del continente
Diverranno obiettivi realistici prepariamoci dunque a perseguire grazie
Grazie mille prima di dare la parola all'ingegner Luigi Mattucci che ha chiesto di intervenire volevamo evitare gli amici ospiti che sono in piedi Lica sinistra se volessero distribuisse attesa e sta vada che non sono soffocate
Spaziosi sedie no
E spazi comunque dietro c'è anche un'altra sala con
Dei monitor per perseguire anche dagli i lavori del convegno
Luigi Mattucci
Leggendo stamattina i giornali
Pensavo riflettevo sul fatto che
La complessità di una relazione come quella che ha svolto ieri mattina Bruno Pellegrino
E poi difficilmente diciamo riducibile
Alla sua unitarietà
Infatti
Uno degli elementi che veniva sottovalutato che certamente era presente nella relazione
Era quello della pax televisiva e dell'opportunità che in Italia la struttura dell'audiovisivo si desse
Un comportamento strategico unitario per affrontare la competizione delle nuove tecnologie la competizione dell'apertura dei nuovi mercati
è è rimasta tuttavia a mio parere in ombra
Una parte altrettanto rilevante della relazione che faceva ieri mattina Pellegrino che riguardava le modalità operative le modalità e imprenditoriali attraverso le quali una disputa una situazione così difficile così complessa può essere nel modo più fitte efficace affrontata
Vorrei quindi certamente interpretando dal mio punto di vista
Risottolineare quella parte perché credo che non debba essere sottratta all'attenzione un convegno così importante anche alla riflessione critica di tutti gli operatori politici che qui sono presenti
C'è un cambiamento di fondo che avviene nel momento in cui l'imprenditorialità televisiva
Esce dalla chiusura dei mercati nazionali e deve affrontare la competizione internazionale
Infatti fino ad ora quando si parlava di cooperazione internazionale sì pensava prevalentemente a unificare le risorse a scambiare i programmi a attivare processi di coproduzione e così via
La rottura del mercato nazionale la possibilità di delle imprese di agire su una dimensione sovrannazionale
Rompe e disturba diciamo questa metodologia e impone un rinnovamento delle attitudini imprenditoriali sul quale vale la pena ancora di riflettere
Voglio dire questo noi non avremo più per esempio lo sviluppo del nostro mercato pubblicitario sicuramente proteggi bile
Diciamo ripartibile come fino ad ora abbiamo fatto
Tra le imprese nazionali pubbliche le imprese nazionali private perché quando ci sarà la possibilità dei segnali sovrannazionali certamente anche il nostro mercato pubblicitario potrà essere attinto da imprese che operano dall'esterno e su dimensioni sovrannazionale
Ritengo quindi che l'ipotesi di governare per esempio un mercato delle risorse come abbiamo fatto fino ad ora subisca progressivamente nel tempo una serie di indebolimento i non consenta più di dominare le risorse così come abbiamo fatto fino ad ora
L'attitudine dovrà quindi cambiare nel senso di essere in grado di affrontare il mercato internazionale delle risorse e andare ad attingere la una parte degli investimenti e dei finanziamenti che serviranno per lo sviluppo del sistema imprenditoriale audiovisivo questo vuol dire che dovremo guardare quali sono i mercati sui quali andare ad operare certamente è uno dei mercati sarà quello delle nuove tecnologie
Certamente uno dei mercati e lo sottolineava bene Pellegrino sarà quello dello sviluppo della pubblicità televisiva europea che fino ad oggi in qualche modo è rimasta sotto sviluppata meno rispetto a quello che è stato lo sviluppo nordamericano allo sviluppo italiano
Certamente ci saranno dei mercati che fino ad ora sono rimasti estranei alla nostra imprenditorialità come lo stesso mercato nordamericano o come i mercati dell'America del Sud o per esempio che i Paesi che stanno sul bordo del Mediterraneo al quali dovremmo rivolgere la nostra attenzione
Ecco dunque che uno delle prime grandi scelte strategiche che dovremo fare e con quali prodotti e con quali tardi attizza azioni dobbiamo andare verso questi mercati
Io non credo che potremmo riprendere così proficuamente come avevamo pensato fino ad ora il concetto del prodotto per esempio seriale del prodotto medio proprio perché probabilmente i sistemi nazionali di televisione continueranno a soddisfare abbondantemente per molti anni questo tipo di domanda
Che si svolge sui singoli mercati nazionali
Ed ecco allora l'opportunità di
Progettare un tipo di
Diffusione internazionale del nostro prodotto che punti a livelli elevati del consumo dell'audiovisivo elevati dal punto di vista della disponibilità finanziaria elevati dal punto di vista dei contenuti
Culturali proposti elevati anche dal punto di vista delle tecnologie che vengono utilizzate che debbono puntare a targhette anche ridotti del due tre cinque per cento dei mercati ai quali ci si rivolge ma con una altissima capacità di penetrazione dal punto di vista economico e dal punto di vista culturale per legare insieme un'operazione di diffusione della cultura e un'operazione di diffusione dei prodotti culturali dei prodotti televisivi
E questo secondo me e anche se con tutte le prudenze con tutti
Le necessità di non fare strappi il rovesciamento strategico che in questo momento si impone alla nostra attitudine imprenditoriale
Dovremmo cioè cercare di diffondere nel mondo un prodotto audiovisivo italiano che sia un prodotto di altissima qualità
Un prodotto che in qualche modo riesca a riagganciare alla industria dell'audiovisivo che fino ad ora era stata l'industria del livellamento di industrali della medietà l'industria della serialità
Delle capacità di progettazione culturale delle delle capacità di progettazione tecnica delle capacità di investimento sul prodotto che fino ad ora non abbiamo non abbiamo utilizzato questo vuol dire come anche è stato opportunamente sottolineato che ci deve essere un investimento aggiuntivo
Nella produzione nella produzione audiovisiva
Un investimento aggiuntivo che evidentemente non deve essere di tipo assistenziale
E deve trovare quindi altre formule almeno fino a quando la capacità di distribuzione di questi prodotti non determinerà un reddito capace in qualche modo di rendere il sistema il nuovo sistema autosufficiente e economicamente giustificato
L'ipotesi dovrebbe essere allora innanzitutto quella di sostenere lo sviluppo tecnologico ecco il fatto che in Italia oggi l'accesso al satellite e la creazione delle reti via cavo sia ancora un settore nel quale non c'è un intervento pianificato dello stato e una incentivazione delle imprese che operano nel settore delle telecomunicazioni evidentemente un'ipotesi riduttiva rispetto alla possibilità di applicazione di questo modello
Il secondo tipo di intervento dovrà essere quello di un disponibilità finalizzata alla produzione di programmi che siano capaci di raggiungere questo mercato resterebbe naturalmente il problema del consentire a tutte le imprese pubblica e private di accedere a questo tipo di finanziamento io credo che ancora una volta sul piano diciamo organizzativo imprenditoriale c'è da fare una riflessione sull'ipotesi di una società che non sia dispersiva delle risorse diciamo creativa imprenditoriali su questo terreno ma di una società che unendo
Le capacità di progettazione le capacità di realizzazione dell'impresa di Stato televisiva dell'impresa principale privata televisiva e anche di altri
Imprenditori che volessero entrare in questo nuovo settore renda possibile
Alla capacità culturale alla capacità imprenditorialità le
Obama unificata c'è quindi
Una necessita di una grande progettazione di tipo imprenditoriale rispetto alla quale io credo che il Governo il settore dell'impresa partecipazioni statali
E la stessa imprenditoria privata già quella che si è sperimentata con il settore televisivo è anche quella che volesse entrare
Per ragioni di profitto ma anche per ragioni di diversificazione imprenditoriale in questo settore dovrebbero darsi ecco io credo che in questa progettazione di tipo imprenditoriale di tipo tecnologico di tipo culturale di tipo finanziario ci sia un pertanto di riflessione che dopo questo convegno le forze che sono interessate dovrebbero cercare di risolvere grazie
Ha chiesto di parlare l'assessore nella Regione Lazio Albarello
Io porto saluto dalla Giunta regionale che
Più di natura generale
Che non nello specifico del mio incarico di assessore al turismo
Perché se dovessi toccare questo tasto
Credo che dovrei
Illustrare il livello di frustrazione che si prova negli enti locali
In ordine al gatto che c'è abbastanza profondo
Tra la domanda
Forte
Reale in ordine alcuni settori di cui però cioè non molto molto rapido
E ciò che invece si riesce a ottenere a livello di televisioni
Sia statali che private non tocco l'operazione turismo della quale già qualcuno ieri ha parlato perché l'Europa e l'industria dell'immaginario la valenza turistico culturale nel nostro Paese è ovvio che dovrebbe ricavare spazi possibilità sviluppi assolutamente impensabili sul quale io oggi non mi voglio concentrare dico soltanto che c'è un esempio sotto gli occhi di tutti
Che è quello della grande operazione di immagine che si sarebbe potuto fare sui mondiali del novanta che è il migliore esempio di operazioni d'immagine al contrario almeno fino a oggi cioè quello che stiamo facendo fino a oggi
E perdere tutto il possibile della rendita di posizione che avremmo potuto guadagnare da questo grande evento su questo una riflessione comunque andrebbe fatta
Ciò che mi preoccupa di più il senso del saluto di una Giunta regionale può essere solo quello di ringraziare i compagni del gruppo socialista al Parlamento europeo per gli approfondimenti che ci hanno portato
E perché noi abbiamo uno due cose sulle quali vorremmo
Che il gran vantaggio che ci verrà dal fatto di operare in un mercato comune europeo
Porti con la forza che viene dall'Europa socialista da quella che ha una sua tradizione ideologica
A quei concetti che ieri Bruno Pellegrino aveva accennato la solidarietà sociale taluni principi di rispetto dell'uomo il pluralismo e in unica in alcuni campi nei quali io ancora oggi credo che noi dobbiamo riflettere
Ha margini politici che ci sono per noi enormi
Nella impostazione dell'industria dell'immaginario negli anni novanta
Io penso solo a due settori ieri Sartori
Parlava giustamente di un universo di informazioni mediatiche per superare lo stretto il semplice ragionamento
Della televisione confinata alla sera ai alle ore della sera come intervento diciamo complessivo nell'ambito dell'individuo
Non la faccio lunga io ho l'impressione che ci sono alcuni temi li faccio come a titolo di esempio quelli della droga
Quelli dell'influenza sulla scuola cioè il grande valore pedagogico che negli anni futuri verrà ad assumere il mezzo televisivo la sua capacità di incidere profondamente nella scuola dove invece nel nostro Paese mi pare se vogliamo adeguarci siamo ancora molto indietro pubblico e privato
Non abbiamo ancora la dimensione di ciò che potrebbe essere l'utilizzazione e lo spazio del mezzo televisivo e di queste informazioni
Tolto da quella che è la parte semplice di evasione giusto giustamente molto giustamente Mattucci poco fa poneva la questione
Gradualità
Che noi potremmo nell'ambito europeo
Portare come grande contributo anche imprenditoriale
Noi abbiamo una questione a livello locale che ci rende molto molto difficile la partita su problemi come quello per l'appunto della Izzo e come quello dalla droga come quello della scuola
Noi non abbiamo sostanzialmente gli strumenti che si danno da si stanno dando altri Paesi avremo a partire dagli anni Novanta un bacino di utenza talmente vasto in cui dobbiamo far valere fortemente tutte le nostre caratteristiche non ultima tra queste la possibilità nell'ambito europeo di ritagliarci uno spazio che è tipico della nostra tradizione culturale
E che incide fortemente
Per una parte sulla quale vi sono altri Paesi non avendo avuto il pluralismo sono abbastanza più indietro che è proprio quello della qualità dell'intervento
In modo particolare io penso che per quanto riguarda la scuola e le università noi si debba ritagliare uno spazio abbastanza importante vedo esserci un gatto molto forte ancora nella produzione televisiva in ordine proprio alla formazione dei giovani agli strumenti di formazione dei giovani con questo volendo dire che per esempio rispetto ai miei colleghi con la vita civile vivo la vita universitaria nell'ambito degli altri paesi europei in Germania in Inghilterra
L'uso dello strumento dell'immagine
Nella scuola primaria nella scuola secondaria nell'università è assai più diffuso e proporzionalmente cinque volte tanto di quanto non sia ancora il vecchio uso senza nulla togliere al valore dalla carta
Della immagine cartacee della produzione cartacea nel nostro Paese
Questo tipo di stacco e di distacco credo che sia una delle questioni sulle quali dobbiamo riflettere anche nel rapporto tra pubblico e privato
Lui la rivale un equilibrio nel quale si vinca questa dimensione anche nazionale di confronto semplice tra pubblico e privato estive e si vada a vedere quali sono anche contenuti di questi programmi culturali qual è la forza e la capacità di costruire dal punto di vista etico una immagine socialista generale un intervento generale pedagogico sulla scuola nell'Europa di domani e probabilmente anche in tutto il bacino del Mediterraneo credo che siano lire che dovranno emergere penso anche dell'intervento di Manca e da quello di Martelli perché deve emergere chiaramente nell'ambito dell'industria dell'immaginario
Una nostra linea che vada soprattutto a fare identificare taluni contenuti in base ai quali si possa capire che cosa vogliamo e come ci confrontiamo faccio ancora un esempio
Ad esempio a un mondo imprenditoriale che nell'Europa comunitaria di sicuro peserà come quello ne faccio uno a caso perché il tempo è poco dell'industria farmaceutica
Che tipo di rapporto vogliamo stabilire nei confronti degli spazi che pure questo grande mondo importante imprenditoriale vorrà ricavarsi nel pubblico e nel privato come contrattiamo la prevenzione
Dove ha già amo che cosa chiediamo in cambio nella preparazione dei nostri giovani o nella prevenzione degli anziani vogliamo ancora restare all'acqua Fiuggi e al salto
Dell'acqua Fiuggi o vogliamo invece ritagliare uno spazio che dia una nozione etica di un intervento generale che poi consenta a noi che diciamo più in prima linea negli enti locali tentiamo di far qualcosa ma vediamo largamente superati da quello che viene fatto a livello del bombardamento di immagini ecco su questi temi io credo che il saluto degli amministratori locali della Giunta regionale del Lazio
Sia un saluto non formale di sostanza
E di richiesta che venga come è venuta una ricchezza del dibattito che c'è stato anche da parte delle conclusioni una indicazione precisa per proposte che anche gli enti locali le Regioni dei Comuni siano in condizioni di dare per contrattare su un piano più generale con la vetustà del nostro ministero dalla Pubblica istruzione
Ciò che era presenterà l'ingresso per i nostri giovani e i messaggi dei media nell'Europa degli anni dopo il novantadue
Ha chiesto di parlare il deputato europeo don Gianni Baget Bozzo
Dico va bene sì
Fu lettore nel Parlamento europeo di un dibattito sulla politica di informazione
Sulla comunità europea
E nella Commissione ci fu un divisione diremmo classica tra destra e sinistra perché i democristiani tedeschi questo come è noto più chiamo capitalistici ideologicamente in quelli italiani rideva erano soltanto nella liberalizzazione l'unico messaggio che si poteva dare da panchina di stile europeo alla televisione
Premia invece il premerà un'altra nel momento cui come inevitabile si va verso una certa protezione
Anche economica
Delle prodotto europeo a vari livelli
Questa deve essere data a certe condizioni
Cioè non avrebbe nessun senso guardi rifare a livello europeo Dainers Dallas più a riprodurre il modello americano con protezione europea
Non avrebbe nessun senso cioè in qualche modo definire uno spazio europeo dell'immaginario se se non l'avesse appunto sulla mia culturale dell'immaginario diventerebbe esattamente o poi un pessimo affare per tutti ma debbo dire che questo punto è estremamente delicato
Perché ho trovato il mio grande meravigliati in molti Paesi europei da me visitati
Sì discuteva il concetto di cultura europea
Più accettato subito meno nel nord
Quindi è un punto delicatissimo questo eppure detti importantissimo perché le vediamo lo sentiamo come un Rotella in come socialisti che non possiamo omologare ci in modo semplice nella cultura americana né alla cultura nipponica
E conseguentemente però dobbiamo anche dire che cosa possiamo fare perché questo prodotto che ne ora proteggiamo in qualche modo
E qui interveniamo come studi pubblicati commettere questi repubblicana come enti pubblici nazionali come leggi nazionali sul sul privato nazionale e così via
Tutto questo dirà poi un prodotto che avevo significato ruppe io allora mi domando
Quali criteri si possono dare perché ci sia un fatto culturale europeo
Teniamo conto la televisione condicio lustra mentre l'assessore poco fa diventato lo strumento di formazione collettivo maggiore non possiamo cioè pensare per esempio una lotta contro la cultura della droga senta un cento divenne televisivo
Nel momento in cui si pensa e forse con ragione editore Manzoni Virgilio dalle scuole è evidente il rischio di sradicamento culturale globale che vieta ai tre generazioni il che le rende parrebbe perché sente radici più preda dei consumi immediati
Faticando
Praticando un un giovane lagunare generazione rendendola simile a tutte le altre
Frammentando ora la si rende chiama dell'impulso immediato per cui io
Sono tanto contento che qui sia così importante liberalizzare le tv commerciali e garantire il libero accesso in commedia il la pubblicità a certe condizioni
Ma non possiamo in nessun modo come solisti come europei accettare il fatto che questo sia l'unico senso
Della televisione
Europea
Guai a noi se fosse così cioè dovessimo grado soltanto lo spazio provinciale protetto o in fondo un qualche aspetti fortezza Europa diverrà televisivo
Perché se questa necessaria per garantire l'unità culturale europea questo va pur detto nel messaggio Atlante doveri rapido qui e qui non è presente ma in sostanza questo è anche un grosso problema
è curioso che questo è un tema socialista e non e non è invece un tema terrebbe essere importantissimo per i partiti democratici cristiani io in Commissione violinisti alieni da queste ematica
Quindi io domando se non è il punto il problema sta nel giusto
O anche che la direttiva nella misura in cui si propone il problema della televisione europea non si proponga anche il problema delle quali del tipo di qualità del tipo di interventi del tipo di sussidi del tipo di condizioni che stimo andare a questo livello che diviene grande formatore della società europea e anche la la più grande strumento contro lo sradicamento dei giovani europei dalla loro storia
Quindi io allora la relazione fa provata la mia relazione al Parlamento europeo ma c'è un così un po'de formata gli emendamenti democristiani
Credo però che anche oggi in questa sede
Ecco De peste Vese socialista tenere presente quella preoccupazione dell'assessore
Per cui dobbiamo dire televisore europea vuol dire un rilancio di immaginare un appello e una definizione di esso questo mi sembra il prezzo culturale distruzione morale di questo impegno
La parola
Ricco ma anche al presidente della RAI
Ho l'impressione che nel
Sovrapporsi delle polemiche che su varie questioni
Hanno investito in queste settimane la RAI
La commissione parlamentare di vigilanza
Il sistema televisivo e quello della informazione nel suo complesso
Comincia ormai a delinearsi con sufficiente nettezza
Quelli che sono i veri temi di confronto e i reali interessi in gioco
Non è un caso naturalmente che il servizio pubblico sia il punto focale delle critiche e delle polemiche
Che nella sostanza investono il ruolo stesso
E la funzione centrale nel sistema dalla informazione della televisione pubblica
In realtà ciò di cui oggi si discute anche se in modo talvolta indiretto ed obliquo è il futuro assetto di un sistema televisivo in cui gruppi industriali e finanziari già presenti in modo determinante nell'editoria cercano un proprio ruolo
A muovere questo interesse dei gruppi economici e la previsione che io considero giusta che l'industria televisiva attraverserà
Nei prossimi anni una fase di espansione
Ieri mattina nella sua relazione Bruno Pellegrino ha tracciato le linee di fondo di questa crescita che è stimolata da innovazioni tecnologiche da dinamiche di mercato e che trova un moltiplicatore formidabile dell'appuntamento del mille novecento il novantadue e del mercato unico europeo
Giustamente io credo Pellegrino ha sottolineato come l'internazionalizzazione del mercato degli audiovisivi
E l'introduzione dei satelliti a diffusione dirette della TV via cavo sono destinati a far crescere in Europa la domanda di programmi
Se questa espansione della domanda implica un rischio di aggravare il già esistente squilibrio tra quanto produciamo e quanto consumiamo essa d'altra parte offre significative opportunità
Di investimento e di profitto a chi già opera nell'industria audiovisiva e a chi progetta il proprio ingresso in questo settore
Quello che rende particolarmente acuto il conflitto di interessi e che in assenza di una legge di una politica che quindi lo sviluppo di questo settore
Il futuro assetto delle industria televisiva e del sistema dell'informazione è aperto ad un ventaglio di soluzioni possibili a Saglia io penso che questo spieghi l'asprezza dello scontro in atto l'asprezza che è un'asprezza di scontro odi influenze o di possibili influenza e naturalmente un conflitto di interessi che ha implicazioni anche di natura politica
In quanto la sua definizione destinata ad incidere sull'equilibrio tra potere economico e di informazione e dunque sul ruolo del potere economico nella nostra vita democratica
Del resto va osservato che la turbolenza seppure più acuta politicamente nel nostro Paese è una caratteristica di tutto il quadro internazionale
Si potrebbe dire che è l'ora dei tycoon come Mourdock con Maxwell o Turner
Che imprimono ai processi di internazionalizzazione il segno di una egemonia del nuovo imprenditore multimediale abituato ad operare su cinque continenti rispetto al quale rischiano di restare indietro non solo prestigiose televisioni pubbliche
Come la BBC ma anche le televisioni commerciali che hanno dominato la scena internazionale negli ultimi decente
Ed è anche l'ora delle grandi Voltini delle scalate delle acquisizioni e delle concentrazioni e dunque delle alleanze su scala planetaria
In una prospettiva di più lungo periodo anche altre più potenti forze finanziarie ed industriali si stanno interessando in tutte le aree più avanzate del mondo industrializzato al sistema dei media
Nei dieci quindici anni passati abbiamo visto il progressivo integrarsi della televisione e del cinema
Pellegrino ci ha ricordato ieri l'intreccio ormai profondo fra queste due realtà
Nella prospettiva degli anni novanta ed oltre
Cioè nei prossimi dieci quindici anni io credo si delinea una nuova integrazione
Fra industria audiovisiva ed informatica basata sull'il suo sull'uso del piccolo schermo come terminale attraverso il quale scegliere ricevere immagini suoni da questo intreccio
Fra l'industria audiovisiva è quella informatiche e delle telecomunicazioni
è una delle chiavi per comprendere gli scenari del futuro e le strategie del presente anche quelle tanto per intenderci che legano Segrate ad Ivrea
Oggi di fronte alle trasformazioni presenti
Del sistema dell'informazione ed alla previsione di quelle future si pone la questione se la collettività debba semplicemente attendere l'esito spontaneo di questa evoluzione o se non si debba porre piuttosto l'obiettivo di governare questa fase di mutamenti di contrasti e di sviluppo
La questione del governo del sistema televisivo e di quello dell'informazione si ripropone dunque oggi come tema politico decisivo
E si presente in termini ancora più stringenti di quanto non sia avvenuto nel passato
Del resto io credo nessuno può più pensare che rinviare la regolamentazione di questo sviluppo consenta di acquisire vantaggi
Finora sulla base dello straordinario sviluppo della televisione italiana negli anni ottanta
Tentavamo a rassicurarci nel nostro sistema televisivo come fra i più avanzati del mondo
Privo di regole certe tocca e quindi affetto da incertezze da squilibri e tuttavia innegabilmente e dinamico e sviluppare
Era io credo una immagine che corrispondeva alla realtà
Oggi invece
Riscontriamo con chiarezza il rischio di restare indietro rispetta la nuova fase di crescita e di ristrutturazione dell'industria audiovisiva mondiale
Ci accorgiamo infatti e ha fatto bene Pellegrino a rilevarlo nella sua relazione
Di avere negli anni passati concentrato le nostre risorse nello sviluppo del fermento tecnologicamente più arretrato del sistema televisivo
Il broadcasting con ritardi nell'introdurre tecnologie che in altri Paesi già costituiscono un settore economicamente attivo mi riferisco al caldo
E alla televisione appagamento
Se acquisiamo dunque come dato centrale la necessità politica di dare un governo a questa fase di mutamento del sistema televisivo e dell'insieme dei media
La prima questione che si presenta e quella di irregolare l'espansione dei gruppi economici nella informazione secondo l'interesse generale della collettività
Ciò significa in primo luogo individuare dei limiti all'espansione del controllo dei gruppi economici sulla informazione
La soluzione di questo problema è sostanzialmente affidata
Ad una nuova definizione dei criteri antitrust e per l'insieme del settore dei media che riscriva quella parte del disegno di legge del governo che prevedeva la cosiddetta opzione zero
Probabilmente si dovrà pensare ad un meccanismo che consenta di ponderare
La presenza nella stampa e nella televisione stabilendo un limite complessivo non compiacente rispetto ad interessi particolari alla concentrazione multimediale
Gli enti secondo luogo l'esigenza di individuare con una decisione per non può che essere politica l'equilibrio tra pubblico e privato in questa fase di espansione e di maggiore articolazione dell'industria audiovisiva
Questa infatti la questione in gioco quando si ipotizzano privatizzazioni magari parziali della RAI o lo smembramento di una Rete del servizio pubblico
La percezione comune raffigura RAI e Fininvest come due imprese di grandi dimensioni ma in realtà se le raffronti amare multinazionali con cui devono confrontarsi
C'è da chiedersi se esse raggiungano la soglia critica sotto l'attuale non è possibile competere nel nuovo scenario internazionale
Mi sembra che non si possa prescindere da queste riflessioni quando si tratti di un'ipotesi di riduzione del numero delle reti e dunque della dimensione di impresa in particolare io dico naturalmente del servizio pubblico
Francamente non capisco come mai quelle considerazioni di mercato che valgono ad esempio per il settore dell'auto e che consigliano alla ricerca di grande dimensione d'impresa
No debbano valere per l'industria audiovisiva che forti a livello internazionale oggi è più strategica di quanto non lo sia quella dell'automobile
La questione delle reti come quella delle risorse teme insomma essere affrontata nel contesto di un problema più di fondo
Interrogativo è se dobbiamo puntare sullo sviluppo dell'industria audiovisiva
Incentrata sul prevalere dei capitali degli interessi privati
O se non dobbiamo piuttosto rafforzare un reale vitale sistema misto in cui l'equilibrio tra pubblico e privato consenta sinergie rafforzi il sistema Italia nel suo complessa
La competizione internazionale infatti tale da richiedere investimenti di lungo periodo
Nelle tecnologie
Ed una scelta coerente a favore dell'innalzamento dei livelli di produzione audiovisiva senza chiudersi senza chiudersi logiche protezionistiche o di mercato assistito
Ma nella piena consapevolezza dei rischi che comporta una dipendenza da altre aree del mondo per quanto riguarda l'acquisto di tecnologie chiave e di programmi
Se il problema per l'Italia e per l'Europa
E quello di governare il mercato dell'audiovisivo per evitare squilibri nella bilancia commerciale
è un indebolimento della nostra stesse identità culturale
La soluzione non sta nel proteggere il mercato
Ma nell'introdurre nel gioco della competizione un'impresa pubblica che si muove entro i vincoli di economicità e di competitività che il mercato impone modulando tuttavia le proprie scelte di investimento non in vista
Dell'immediato profitto e ma in funzione di una redditività di più lungo termine
Un'impresa pubblica che svolga questo ruolo può garantire lavoro la valorizzazione della stessa risorsa cultura lo ricordava ancora Pellegrino ieri mettendo la dei Circuiti dell'industria culturale internazionale
Si pone naturalmente però
La questione delle risorse necessarie a finanziare questa espansione qualitativa e quantitativa del sistema
Il mercato pubblicitario europeo presenta ancora rilevanti potenzialità di espansione certo superiori a quelle che possiamo aspettarci nei prossimi anni dal mercato Italia
Prioritario deve dunque essere per l'industria audiovisiva italiana l'obiettivo di conquistarsi una quota di questo mercato europeo in espansione
Per il servizio pubblico questa deve essere un terreno decisivo di impegno imprenditoriale
è però mia convinzione che all'inizio del mercato non sarà in grado di mettere a disposizione un volume sufficienti di risorse
In realtà lo stesso mercato pubblicitario europeo che pure indubbiamente presenza potenzialità rilevanti probabilmente non potrà svilupparsi alla velocità necessaria a riequilibrare in un numero ragionevole di Hendrix
Lo squilibrio di risorse tra l'industria americana e quella europea i dati di Pellegrino di ieri
Questa è una grande questione politica è una grande questione nazionale ed è una grande questione europea che impone scelte politiche rapide e coerenti in materia di investimenti del settore pubblico allora questo vuol dire che le imprese di telecomunicazioni nel gruppo io devono essere in grado di realizzare a partire dai grandi centri metropolitani le infrastrutture necessarie alla televisione via cavo e alla televisione a pagamento sulla base di una politica di alto profilo
Degli investimenti pubblici per la RAI
Questa prospettiva richiede l'attribuzione di dotazioni finanziarie mirate che sostengono la fase di avvio del satellite a diffusione diretta e più in generale di nuovi canali distributivi
Joint ventures con impresa e capitali privati possono io credo allargare la base di finanziamento di questi nove comparti del sistema audiovisivo Italia
C'è naturalmente anche un problema di intorno cultori
E intorno cultori nel governo
Che dire cominciare ad esprimere io credo un progetto più organico e più complessivo nel settore audiovisivo
Comprendendo però non è soltanto questione di varare la legge per la radio e le televisioni neanche questione nel ruolo del sistema delle partecipazioni statali ed è la strategia degli Investimenti e della spesa pubblica
Intorno cultori
Devono esserci nelle imprese pubbliche dove ormai necessario a delineare una strategia del gruppo IRI e di tutte le partecipazioni statali nel settore cruciale delle infrastrutture ad alto contenuto tecnologico
Intorno tutori infine tra il private
Siano essi già presenti dell'industria televisiva o progettino come illegittimo di entrare intorno locutori intendo dire
Che siano disposti a ragionare realmente e costruttivamente in termini di sistema Italia e di convenienza generale e a ricercare intreccio sinergico tra pubblico e priva
In questo quadro il ruolo che si disegna per il servizio pubblico
è dunque quello di costituire il fulcro della proiezione internazionale del sistema il regolatore interno al mercato il volano di una strategia del sistema Italia sui mercati mondiali
Essenziale per ciò la capacità del servizio pubblico di essere momento di promozione
E dico Amburgo di alleanze imprenditoriali per lo sviluppo delle tecnologie per la conquista di quote di mercato internazionale per il prodotto audiovisivo italiano ed europeo
Per la valorizzazione dell'industria culturale e della cultura italiana
Rispetto alla complessità di questa competizione e della strategia che richiede essenziale operare una inversione di rotta nell'impiego delle risorse
Dei pubblici e dei privati finora concentrate nella competizione interna e magari prodotti usa e getta e che invece devono indirizzarsi verso grandi obiettivi di competizione internazionale
Ed è necessario puntare ad un'ampia cooperazione che coinvolga tutti i soggetti presenti ed anche capitali ed imprenditori nuovi sul terreno della produzione e su quello della distribuzione
Lo sviluppo di sistemi via cavo e di televisione appagamento rappresenta un esempio delle alleanze di cui deve farsi promotori il servizio pubblico
Perché da un lato lo sviluppo di questi canali impone una concertazione di strategie di Investimenti con le imprese di telecomunicazioni ed informatiche del gruppo e privati
Interessati allo sviluppo delle reti dall'altro richiede la mobilitazione
Di risorse imprenditoriale di capitali per la produzione di programmi e la gestione dei nuovi canali
Una riflessione in fondo analoga può dirsi per il satellite
A diffusione di retta che deve costituire l'occasione per la concezione di una programmazione italiana indirizzata da un lato al mercato europeo e dall'altro al Mediterraneo
Ecco dunque che l'obiettivo di dare un governo alla crescita del sistema e alla sua proiezione internazionale si pone oggi in termini diversi che nel passato
In quanto non basta fissare le regole del gioco ma occorre anche sapere offrire un orizzonte progettuale in cui diversi soggetti possano trovare possibilità di sviluppo e di espansione
La politica industriale
E la politica culturale del servizio pubblico rappresenta un elemento centrale io credo di questa progettualità il cui obiettivo strategico è quello di offrire agli interessi oggi in competizione uno sbocco uno sbocco di crescita comune
Si tratta insomma attraversa una politica coerente di governo del sistema
E attraverso l'iniziativa imprenditoriale del servizio pubblico
Di evitare che questa fase di espansione si traduca in una mera conflittualità tra centri di potere economico ed editoriale offrendo invece a ciascuno
La possibilità di svolgere un ruolo e di proiettarsi nella competizione internazionale in un quadro di convergenza dei diversi interessi imprenditoriali verso l'interesse generale del sistema Italia
Del resto
Fatto che dare un governo allo sviluppo del sistema sia oggi la questione decisiva lo si toglie come dirà contrario dal rischio di logoramento che investe tutto l'attuale assetto dell'industria televisiva
Abbiamo visto in questi ultimi mesi in queste ultime settimane come l'incepparsi dei meccanismi che avrebbero attualmente in modo imparziale ed imperfetto il sistema penso alle vicende del dibattito
Sulle risorse in sede di Commissione parlamentare di vigilanza si traduca come dire in un logoramento della Commissione in un affaticamento della stessa RAI e del suo principale concorrenti
Eppure anche su una materia intricate controversa come quella decisiva della ripartizione delle risorse
Sono convinto che alla fine sia possibile trovare un punto di equilibrio che tutelare i legittimi interessi di tutti e garantisco un funzionamento equilibrato al sistema nel suo complesse
Tale mi appare India apparsa fin dall'inizio la proposta di ripartire tra servizio pubblico e gli emittenti commerciali le risorse di base formate da canone più pubblicità sulla base del cinquanta e cinquanta perché c'è
Naturalmente senza
Pensare di poter ingessare un meccanismo di questo tipo e di questa natura ma tuttavia applicandolo
Attraverso scelte che determinino come dire una automatismo una trasparenza ed una certezze
Lo scenario internazionale tecnologiche e di mercato in cui si opera si colloca oggi l'acquisizione dell'assetto del sistema televisivo
Il logoramento Como dette anche l'incepparsi di alcuni meccanismi di funzionamento del sistema
Ha aperto un grande dibattito
Nel quale
L'attacco ANAS che viene da alcuni settori editoriali
Della carta stampata ed alcuni prestigiosi o almeno presunti tali ok leaders
Un attacco astro all'informazione del servizio pubblico
Ed anche l'uso spregiudicato della polemica sulla cosiddetta lottizzazioni
In realtà mirano da un lato ad essere episodi della guerra commerciale sulla pubblicità
E dall'altro mirano a fare da rompighiaccio ad interessi di gruppi finanziari ed industriali interessanti
A De entrare nel sistema televisivo cosa che è più che legittima a condizione di compenso che però ciascuno si presenti con il proprio volto e non pensando di voler difendere interessi generali
Quando difende illegittimamente interessi particolari
E naturalmente tutto ciò tutto ciò si muove con il solito corollario teso a delegittimare sul decisivo terreno dell'informazione il ruolo
Della politica il ruolo del parlamento il ruolo dei partiti
Io penso che di tutto si possa discutere senza tabù
L'importante è a mio giudizio sapere di cosa si discute quali sono gli obiettivi e quali sono le conseguenze delle scelte che si compia
E oggi in discussione l'assetto della riforma del settantacinque nulla di male anzi
Personalmente penso che le riforme sono fatte anche per essere riformate e che dopo un certo periodo di tempo le riforme sono persone e che quindi probabilmente se non certamente la riforma del settantacinque per molti aspetti l'abbiamo dietro le spalle
Essa segnava il passaggio del servizio pubblico dall'area di influenza del governo dell'esecutivo
All'area di influenza del Parlamento anche secondo la non dimenticata sentenza della Corte costituzionale del mille novecentosettantaquattro
E e allora un grande significato di avanzata democratica
Basti pensare al fatto che l'unico caso in Italia ma credo anche in Europa di un organo di un consiglio di amministrazione che dirige una impresa pubblica di informazione che viene eletto direttamente dal Parlamento
Nella sua attuazione parlamentare questa di formazione sicuramente inceppata
Per il difficile funzionamento della commissione parlamentare di vigilanza che se mi è permesso in questa sede
Rilevarne gli aspetti di questo difficoltà mi pare che sia stata per uno insufficienti utilizzazione del suo potere di indirizzo e invece per una paralizzante attenzione sul problema della distribuzione delle risorse
L'esperienza come ho detto prima ci suggerisce che la questione delle risorse vada deciso in modo automatico sottraendolo a giudizi annuali di parzialità
A questo punto si pone un problema rivedere il ruolo del parlamento certamente anche perché abbiamo appunto un meccanismo inceppato
Per
Rivederlo nel senso di esaltarne la funzione di garanzia
E quindi sottraendogli diciamo così quell'era
Esperienza più partigiana in rapporto alla distribuzione delle risorse oppure pensare proprio ad una esclusione del Parlamento
è possibile che le forze politiche intendono autoescluso mia zia e quindi esclude il Parlamento è possibile
Penso che sia una riflessione aperta
Naturalmente si deve sapere che si scelgono strade che poi hanno un loro iter e determinate conseguenze
Da qui ma non solo da qui nasce l'idea peraltro non nuova
Dell'alta autorità
Ricordava qualche sera fa conversazione amichevole Claudio Martelli che la con buona pace di di scaltri di la Malfa che la che la ipotesi di un'alta autorità fu proposta in un convegno al Parco dei Principi proprio dallo stesso dallo stesso compagno Martelli
Quali bisogna intendersi che cosa significa nessuna nessuna obiezione nessuna obiezione tra l'altro c'è già nel disegno di legge che tra l'altro nel momento nel quale il disegno di legge
Assumere come dire concretezza rispetto anche i mezzi multimediali si pone il problema di un garante naturalmente per la stampa ma anche per la televisione
Quindi un'alta autorità io penso che giusto prevederla un'alta autorità di garanzia sull'applicazione della legge in particolare per quello che riguarda i parametri delle concentrazioni
Un'alta autorità di verifica dei meccanismi dei parametri della pubblicità e se si vuole anche se si vuole anche una alta autorità che assume un ruolo di garanzia sulla imparzialità
Della informazione però qua consentitemi una osservazione ed una riflessione
Un bisogna capire qual è la filosofia che c'è dietro questa alta autorità se la Filosofia che c'è dietro questa volta autorizzare una filosofia appunto di garanzia
O se invece c'è una Filosofia che affida l'alta autorità un ruolo di supplenza del Parlamento espressione della società politica
Inefficienti o peggio cioè se è un'espressione della Teoria delle due società che ogni tanto riemerge cioè di un di quella che qualcuno ha chiamato la società civile al miglior livello possibile
Cioè una società politica che appare soltanto come spreco
Prevaricazione o peggio è un mondo della società dell'impresa che appaia solo e soltanto come efficienza moralità progresso bene questa teoria delle due società non regge
Non è così
E vorrei dire che non è così con un portando la testimonianza di un corsivo uscito qualche giorno fa su un quotidiano che spesso si è fatto portatore della teoria delle due società e cioè sulla Repubblica all'indomani della sostituzione
Dell'ingegnere Di Tella si leggeva su Repubblica un correttivo nel quale insieme a tante altre cose su cui naturalmente non voglio entrare perché poi non so se le cose stessero effettivamente così ma si arrivava ad una conclusione
Cari amici dell'impresa lo scontro di potere lo scontro politico
Che viene nel mondo della politica esattamente uguale a quello che c'è nel mondo dell'impresa per cui questa teoria delle due società è stata come dire affondata
Da coloro i quali l'anno inventa
Fuori dallo schema delle due società
Quindi fuori da una filosofia penalizzante per il Parlamento fra il potere politico io penso che non vi possano essere pregiudiziali alcune a discutere a definire e a realizzare una alta autorità
Naturalmente escludere il Parlamento Anna come dire
Poi determinate conseguenze io penso e lo dico sul serio io penso che sia una cosa su cui si possa discutere anche il rapporto proprio ad una modificazione che sta intervenendo nella nella nostra struttura istituzionale naturalmente essere passati
Dal voto segreto al voto palese è stata una robusta spallata ad una concezione consociativa e quindi si devono poi gare determinante conseguenze
Quindi è possibile pensare di superare diciamo quella fase parlamentare in cui nella Commissione parlamentare
L'elemento consociativo è stato sicuramente sicuramente presente senza naturalmente senza naturalmente far venir meno le garanzie per le minoranze la garanzie per l'opposizione una questione su cui naturalmente riflettere però c'è un altro elemento che voglio sottolineare all'attenzione dei presenti e cioè che nel momento nel quale si pensa all'alta autorità e si supera la presenza del Parlamento emerge una nuova responsabilità
Che non può che essere quella dell'esecutivo per l'indirizzo delle politiche dell'impresa pubblica dell'informazione perché se la
Una funzione di garanzia e di vigilanza e naturalmente poi ci vuole come dire un indirizzo strategico l'indirizzo delle politiche
Che è quello che poi il governo dà nella politica industriale colliri nella politica energetica colleghi eccone l'ENEL nella politica
Delle ferrovie c'è quindi una necessità di un intervento del Governo e dell'esecutivo
Ecco vado rapidamente a concludere dopo queste riflessioni
Dicendo in sintesi che siamo a mio giudizio in presenza di un conflitto di interessi
Che investe il futuro dell'insieme del sistema dell'informazione
E assume anche l'aspetto di un arredi Finizio uno e di potere così come fu nel mille novecento e settantacinque al momento della riforma della Rai come fu negli anni ottanta con il terremoto nella proprietà dei giornali
Oggi a differenza di allora sullo sfondo di questo conflitto d'interesse
C'è uno scenario di espansione dell'industria dell'informazione una crescita tecnologica e produttiva che offre possibilità di investimenti e di profitti
Chiave di questo conflitto io credo è il ruolo che il servizio pubblico e gruppi industriali e finanziari si svolgeranno in questa fase di ristrutturazione ed espansione questioni di rilievo anche politico perché determinerà il peso che il potere economico avrà sull'informazione dunque sulla vita democratica di questo Paese
La collettività non può limitarsi ad attendere l'esito spontanea di questa evoluzione e necessaria governarla
Dare a destra uno sbocco nel senso degli interessi generali in primo luogo individuando i limiti che una democrazia può riconoscere alla concentrazione e alla sovrapposizione del potere economico e di quello dell'informazione
è possibile proprio perché operiamo in un contesto di crescita del sistema io credo e questo è il fatto nuovo di questa fase
Dare a questo conflitto d'interessi un quadro di composizione offrire un progetto di proiezione internazionale del sistema Italia
Che consenta a ciascuno sesso già un protagonista dell'industria televisiva o intende entrarvi di competere con il ticket con efficienza sui mercati internazionali
Nei nuovi settori dell'industria televisiva come il calo è l'APPA in televisione o anche la produzione di audiovisivi per i mercati mondiali vi è spazio io credo di crescita per vecchi e nuovi protagonisti
In questo disegno decisivo il ruolo del servizio pubblico che deve collocarsi al centro del processo di internazionalizzazione e che in questo processo deve coinvolgere forze imprenditoriali e culturali in un progetto di sistema Italia
La competizione sui mercati mondiali offre opportunità ma anche rischi di subalternità commerciale e culturale
Portare su questo nuovo terreno di scontro di potere che hanno caratterizzato in questi decenni il sistema dell'informazione italiano
Comporterebbe un indebolimento della capacità di competere
Di tutta la nostra industria audiovisiva ed in definitiva della cultura italiana ed è per questo che occorre che prevalga rispetto al conflitto di interessi una progettualità di alto profilo e di ampi orizzonti ma questo richiede in primo luogo che vi siano la consapevolezza politica dell'urgenza di dare un governò al sistema e la volontà politica di operare in modo coerente in questa direzione
Ora la parola dottor Gianni Letta dalla Fininvest
Avrebbe dovuto essere qui il dottor Berlusconi io non ho certamente la presunzione e la pretesa di sostituirlo
Purtroppo una ragione familiare molto seria
Legata ha una malattia grave del padre gli ha impedito di essere qui oggi io ho soltanto il compito di portare a questo convegno il suo saluto un compito graditissimo e quello molto più difficile di tentare di dire qualcosa non dico per conto suo ma nell'interesse del gruppo che Luís ha creato e che con tanto dinamismo presiede e dirige
Io sono particolarmente lieto di portare questo saluto come normalmente si disse nelle frasi di rito perché questo è un convegno o molto importante nuovo e diverso dei tanti convegni
Che su questo tema si rincorrono da un capo all'altro dell'Italia qualcuno ieri ha detto siamo una sorta di compagnia di giro che va ripetendo sempre le stesse cose eh no
Qui sono state dette per la prima volta cose diverse
E io credo che questa data due e tre dicembre
Va da iscritta e la dovremo ricordare noi che operiamo in questo settore perché due soli giorni hanno fatto giustizia in maniera radicale
Di tanti luoghi comuni di tante discussioni sterile di tanti discussioni provinciali anacronistiche superate
Ieri qui è stata aperta e oggi una finestra è stata spalancata una finestra sull'Europa
Che ha spazzato via con il vento purificatore della verità e della libertà
Certi arzigogoli interessati che portavano spesso a parlare di questo tema in una certa maniera e a guardare a questo settore a queste prospettive
Con un occhio mie opere e avido di chi difende soltanto i propri interessi di bottega magari di una bottega soltanto paesana
Qui finalmente si è avuto il coraggio di alzare lo sguardo di alzarlo magari dalla Repubblica all'Europa è vero che tanti tutti parlano d'Europa tutti e troppo ma spesso o quasi sempre
Alle declamazioni retoriche o vuote non seguono invece i comportamenti concreti e pur invocando l'Europa dell'Europa
Delle sue prospettive dei suoi problemi delle sue dimensioni chi si dimentica quando si passa a formulare delle proposte magari di legge delle indicazioni concrete dei principi o delle normative di Regolamento
Ma quando ieri Pellegrino aprendo i lavori di questo convegno ha disegnato con la fantasia e l'intelligenza della cultura ma anche con il rigore di una documentazione particolarmente ricca
L'orizzonte mondiale di questa sfida degli anni nostri quel della comunicazione e dell'immaginario
E quando su questo orizzonte animato lo scenario europeo con i suoi problemi di sviluppo tecnologico di arretratezza tecnologica
è io mi sono chiesto francamente se di queste cose avessero mai sentito parlare certi soloni che in Italia fuori e dentro del Parlamento pretendono di dare lezioni a tutti su che cosa è la televisione su quali devono essere le regole
Della televisione
è vero che Avellino è abbastanza lontano da Bruxelles è vero che a Parma sono lontani i tempi della saggezza illuminata è aperta all'Europa di Maria Luisa
Però francamente mi sorprende che anche a Botteghe Oscure o a piazza delle Cinque lune non si senta il bisogno di aggiornarsi su certi temi che cambiano i termini del discorso e della polemica
Ma mentre Pellegrino parlava qui in questa splendida cornice di villa Medici che già da sola parla d'Europa
A pochi metri da qui in un'altra sala di Roma l'avvocato Agnelli cioè la voce più grande dell'industria italiana
Affidava ad un messaggio al European Business Forum organizzato dal financial times
Un messaggio per raccomandare come del resto in quella stessa sede avevano fatto prima di loro i economisti politici industriali di stare attenti a non limitare in maniera impropria i processi di crescita delle imprese europee pena la sconfitta dell'Italia in vista del novantadue e nelle stesse ore a Rodi lo ha ricordato stamattina il commissario Ripa di Meana al quale facciamo gli auguri più fervidi per il recente rinnovato incarico
Ai capi di governo dei dodici Paesi della Comunità
Un editore Maxwell presentava il numero zero di un nuovo giornale che si guarda che si chiama
Io ero cliente che sarà diffuso a partire dei prossimi mesi in tutti i paesi europei nella stessa lingua l'inglese ma in diverse edizioni sono tre fatti questo convegno il convegno del financial times l'avvenimento di Lodi
Sui quali sarebbe bene riflettere ma riflettere in maniera concreta e operativa e dai quali trarre indicazioni per ripensare alcune di quelle regole che tanti vanno predicando
Perché a questi fatti che io credo bisogna guardare se si hanno a cuore veramente le sorti di questo Paese
Perché è questo lo scenario sul quale nei prossimi anni si svolgerà la competizione è questa la sfida di cui tutti parlano magari riempiendosi la bocca di questo mitico novantadue ma senza capire poi che cosa sul piano pratico e operativo bisogna fare
Per tentare quella sfida non dico per in cella
E questo scenario pone drammaticamente dico drammaticamente il problema delle dimensioni delle imprese l'ho sentito ricordare fortunatamente
Anche qui questa mattina ma lo ha detto in maniera chiarissima ieri Pellegrino nella relazione di apertura dei lavori di questo convegno Pellegrino che pure si è dichiarato molto ottimista
Invece forse alcune delle cose che abbiamo sentito durante il convegno tempo era un mitigano
Fortemente quell'ottimismo ma Pellegrino ha detto per l'Italia e per l'Europa nel suo complesso se non si vuole imboccare la strada del declino autarchico
E del protezionismo strade impercorribili tecnicamente
E da rigettare politicamente va posto per tempo il problema di un adeguato dimensionamento dimensionamento delle imprese pubbliche e private
E lo hanno ricordato dopo di lui tutti quelli che si sono affacciati a questa che tribù una da Acquaviva assertori dal ministro Carraro presente anche oggi in sala fino l'avete sentito pochi minuti fa al presidente della RAI
Manca ma lo aveva detto con lucidità coerenza e coraggio ieri in maniera sempre esemplare Ugo Intini quando aveva detto che non si capisce se è vero il problema della dimensione delle imprese
L'aggressività che si sente da qualche tempo a questa parte contro i due poli forti del sistema italiano
L'uno e l'altro ha detto Intini troppo piccoli
E lo ha ricordato anche poco fa manca per reggere la concorrenza sul piano mondiale li si vuole spezzettare e indebolire o umiliare
Anziché favorire la collaborazione come già avviene in tutti i grandi settori produttivi del nostro Paese
E l'esempio delle automobili credo che sia il più facile ma anche il più illuminante
Ma dopo tante voci italiane ieri sera a conclusione dei lavori di questo convegno della prima tornata avete sentito la voce di uno studioso autorevole e insospettabile John Hopkins il quale in un'analisi lucidissima informatissimo sulle prospettive mondiali della televisione
Ha ricordato innanzitutto la drammatica profezia di Maxwell il quale vede dei prossimi anni nel mondo soltanto dieci imprenditori nel campo della comunicazione
Lui le ha chiamate Marcelle le dieci sorelle prendendo a prestito
Dalla metafora petrolifera delle sette sorelle
Una immagine certamente felice ma dieci soggetti soltanto in grado di reggere del mondo la concorrenza in questo settore fondamentale affascinante strategico ma difficile
Una prospettiva che portava Hawkins a invocare sul piano nazionale una forte spinta di liberalizzazione altro che leggi punitive riduttive come quelle di cui si sente parlare qui in Italia ma in Europa se mi è perdonata la battuta impertinente
Queste dieci sorelle già battono da parecchio tempo oppure per adoperare un'espressione più signorile già operano con forte aggressività
Lo ha ricordato più d'uno lo ha ricordato poco fa il presidente manca lo ha detto ieri con accenti preoccupati un sindacalista come Epifani
Sono Max del per esempio
Che è un gruppo gigantesco
è stato recentemente in Italia ha colto come un trionfatore laddove invece si tenta di demonizzare altri protagonisti magari nazionali che tentano di fare le stesse cose che Max del fa con successo altrove
Ed è un gruppo che pur operando all'insegna di una ragione sociale che fa sorridere perché si chiama fondazione filantropica ma sul fa profitti a rotta di collo opera da Londra a un capo all'altro
Del continente europeo affatto nel mille novecentottantasette ottocentottantaquattro milioni di sterline di fatturato
Con un utile di trecentottantuno miliardi di sterline oggi dopo la OPC sezione di nuove aziende rappresenta con quaranta mila detti un fatturato consolidato
Di cinque mila ottocento miliardi di lire ma non c'è solo Max che qui è stato più volte ricordato
I Germani Secchieri
Che controlla i diritti di quindici mila film e di cinquanta mila ore di programmi e c'è Bertelsmann altro gigante presente in ventidue Paesi giornali periodici tipografie televisione musica odio visivi per non parlare del già ricordato Murdoch presente in Europa dove tra tutti cito soltanto il Times e Sky Gianna
Presente in America dove per tutti sito la Twenty Century Fox
Sedici periodici quattro quotidiani un network televisivo e in Australia dove a centoventi quotidiani nove periodici televisioni eccetera
Con un fatturato complessivo di cinque virgola quattro miliardi di dollari e con otto milioni di Outis
E qui da noi con questi giganti con queste dieci sorelle che operano per i mercati del mondo in questa povera Italia continuiamo a dire che Berlusconi è troppo grande che bisogna ridimensionarlo che bisogna mortificare lo che bisogna ridurlo a condizioni più accettabili ma in nome di che in nome del pluralismo lo e che è stato il vero protagonista di una rivoluzione in questo Paese perché ha svegliato non solo nel settore televisivo non solo nel mercato della pubblicità ma nel campo dell'informazione
Potenzialità sopite o inespresse avviando una realizzazione in pochissimi anni
Di una forma di pluralismo che qualcuno dice addirittura esagerata o selvaggia ma che certamente era ricca quanto in nessun altro paese del mondo e in nome di che perché la sua posizione sarebbe dominante e impedisce l'accesso al mercato ad altri soggetti
Beh questo mi sembra francamente una favola e non lo dico soltanto per le ragioni giuridiche che ci ha ricordato in maniera esemplare il professor Mancini poco fa
Quando parlando della giurisprudenza della corte quando parlando degli orientamenti normativi europea dei ci ha ricordato quanto sia difficile parlare
Nell'accezione corrente in Italia di posizione dominante perché quella posizione dominante è una precisa configurazione giuridica dei trattati del mercato comune articoli ottantacinque ottantasei
E non equivalgono a una posizione di rilievo cioè importante grande ma configurano soltanto una posizione di abuso di una certa posizione ma lo dico non dicevo non per queste ragioni giuridiche ma proprio perché e lo ha ricordato anche questo un osservatore internazionale come Hopkins la realtà la cronaca di tutti i giorni ci dice che non è vero
Non solo perché ognuno di noi sul teleschermo dirò una frase abusate ripetuta ogni sera trova una varietà infinita di offerte di programmi ma perché i protagonisti i soggetti di questo così ricco mercato tentano ogni giorno l'avventura in grande anche qui prendo dai giornali di ieri e di oggi un esempio avete letto un titolo
Reggio Emilia sbarca in Europa avete letto le avventure
Londinesi
Di Videomusic di Marcucci che attentato poi ha avuto delle disavventure giudiziarie ma va alla conquista di un importante televisione straniera ma allora vuol dire che il pluralismo c'è valvola vuol dire che la possibilità di accesso agli altri soggetti esiste ma allora vuol dire che anche altri possono entrare a meno che
Non sia vero ciò che poi manca poco fa
Con molta discrezione ed eleganza accennava e che io ho con meno discrezione e forse meno eleganza e me ne scuso rendo un po'più trasparente a meno che dicevo
Quell'asse Segrate Ivrea non significhi che qualcuno si prepari
Magari in contrapposizione a Torino con la complicità di Torino a entrare in un mercato che si è rivelato affascinante stimolante e ricco ma per entrare voglia crearsi oppure costituirsi delle condizioni di favore
Ritagliando un po'qua e un po'là una rete alla RAI e una rete a Berlusconi e si fa il terzo polo a beneficio o di vere o di Torino eh no la realtà è un'altra la realtà è che in un libero Paese in una libera democrazia c'è posto per tutti ci deve esser posto per tutti
Ci deve esser posto per chiunque sappia fare e per chiunque voglia fare ma poi vince il migliore
Questa è la storia di Berlusconi perché Berlusconi non è nato con tre reti
Non è arrivato come oggi Berlusconi è partito piccolo il più piccolo tra i grandi perché sul mercato e lo ha ricordato anche questo Pellegrino ieri operavano a quel tempo i Rusconi Mondadori Caracciolo
E via di seguito i Rizzo oli quindi operavano i più grandi editori
Italiani Luís piccolo ha corso e ha vinto impossibile adesso andarli a togliere qualche cosa che sarebbe non solo antigiuridico e antidemocratico ma innaturale e assolutamente certo avete sentito
Dalle parole di banca la rivendicazione orgogliosa
Sacrosanta legittima più che legittima del ruolo del servizio pubblico e nessuno tanto meno Berlusconi contesta il ruolo e la funzione nel nostro Paese insopprimibile del servizio pubblico
Ma certo in un Paese come il nostro in un sistema che sia pure con una vitalità prorompente e quindi a volte disordinata non mi piace onorevole ribadire anni l'espressione brodo primordiale che fa pensare al caos non mi piace l'espressione via etere selvaggio che tante volte viene ripetuta e che non è perché anche da un punto di vista giuridico esiste ormai un sistema perché esiste una legge di sistema la legge dieci che rinvia alla legge centotré del settantacinque e che quindi induce delinea un sistema che certo deve essere completato che è perfettibile che deve essere completato ma certamente dire che c'è soltanto caos mi sembra un po'troppo ma tutto questo però deve esser fatto in Italia e in Europa senza le Nostalgia del monopolio senza il rifiorire e per tanti versi invece vediamo che rientra di quella cultura dirigistica che ovviamente ha alimentato la impostazione della normativa di tanti servizi pubblici
In tanti Paesi d'Europa ci ha ricordato Ripa di Meana
Che solo da quindici anni data il declino del servizio pubblico e quindi mi rendo conto che la cultura prevalente ancora oggi in certi ambienti europei possa essere quella che così in sintesi ho definito Nostalgia del monopolio lo abbiamo sentito d'altro canto sia nelle espressioni del professor Mancini stamattina sia nella relazione del professor Ferrari Bravo del ministero degli Esteri ieri sera in quelle discussioni che accompagnano
La sofferta preparazione della direttiva comunitaria o dalla Convenzione europea
Ed Harris fioriscono ogni tanto questi ricordi queste nostalgie e quindi la tentazione di avviare una regolamentazione che non sia in linea con la libertà
Di un sistema ormai affermato sin i fatti non solo in Italia ma in via di affermazione negli altri Paesi
Ma il ritorno a vincoli allacci o lacciuoli che potrebbero riportare il sistema nel suo complesso indietro di qualche anno attenzione quindi glielo dico soprattutto a lei
Onorevole Ripa di Meana che porta in questo settore una responsabilità primaria e lo dico a tutti coloro che in Europa o in Italia si accingono a legiferare su questo tema perché solo così
Che si potrà affrontare questa sfida tante volte invocata od evocata del mille novecentonovantadue come se fosse una data
Mille realistica o caricata comunque di significati di questo genere
Il novantadue soltanto un traguardo vorrei dire un nuovo traguardo in una costruzione che è cominciata da parecchio cominciata trent'anni fa
Sono del primo gennaio del mille novecentocinquantotto i primi passi dei Trattati di Roma in tutti i Paesi della comunità da allora ad oggi ed allora al novantadue ancora di più di passi ne sono stati fatti tanti
Forse in silenzio Fonzetti con gradualità senza il clamore che accompagna la scadenza del novantadue ma con certezza da allora ad oggi in questi trent'anni questa costruzione ha preso corpo e ha camminato
Tutte le sue scadenze sono state rispettate tutti i traguardi sono stati raggiunti i paesi sono passati da sei come era nata la comunità dodici oggi si tratta di fare un nuovo passo in avanti e questi traguardi fino a oggi sono stati raggiunti
Forse senza che la gente avvertisse la grandiosità di questo disegno al quale oggi viene richiamata con l'attesa del novantadue e senza che avvertisse la profondità della trasformazione in atto
Però l'Europa ha camminato ed è entrata se non nella coscienza degli europei fino in fondo entrata certamente nell'intelligenza di quegli imprenditori che più di altri hanno saputo guardare avanti
E Berlusconi lo dico senza piaggeria certamente lo sapete tutti ha guardato in Europa prima e più degli altri e lo ha fatto quando pochi ci credevano
E lo ha fatto quando era molto più rischioso di oggi affacciarsi all'Europa e infatti europeo e l'impegno della Fininvest già da qualche anno lo è oggi e ancor più lo sarà domani e lo è in cinque settori strategici fondamentali
La produzione di film
La produzione di fiction la Riverside Thing la pubblicità la library e il broadcasting
Non starò qui a ripetere
Le cose che molti di voi stanno benissimo mi limiterò a qualche brevissimo dato per dare sostanza questa affermazione per dimostrare quanto vero profondo reale sia l'impegno della Fininvest su questo orizzonte europeo per quel che riguarda i film
Ha una produzione di quaranta firme negli anni ottantasei ottantasette con un investimento di novanta miliardi
Ha fatto seguito nell'ottantasette ottantotto la produzione di settanta film con un investimento di centocinquanta miliardi
Nella stagione ottantotto ottantanove i film prodotti saranno cinquanta ma l'investimento sarà egualmente di centocinquanta miliardi perché c'è un passaggio un salto di qualità
Da una produzione che ha privilegiato un certo tipo di produzione
Commerciale a una produzione
Del cinema di qualità anche a difesa della identità del nostro cinema della cultura italiana delle grandi tradizioni del cinema italiano che questo gruppo ama come gli altri e più di altri anche di quelli che forse firmano i manifesti
Nel settore della fiction
La produzione è cresciuta da novantaquattro ore ottantasei e ottantasette alle duecento trenta ore del mille novecentottantotto con un impegno finanziario di centoventicinque miliardi
Sia nel settore dei film sia nei settori della fiction la il traguardo l'orizzonte il mercato se volete al quale si guarda non è quello nazionale
Ma è quello europeo proprio nella visione alla quale ci richiama l'impostazione di questo convegno una visione che poi non si restringe all'orizzonte europeo
Ma che cerca anche di invertire quella tendenza che come è stato qui più volte ricordato da molti oratori ci fa pesantemente tributari
Non soltanto da altri mercati ma soprattutto da altre culture lo ha detto Baget Bozzo o Bozzo americana e giapponese in prima battuta e poi c'è la pubblicità
Manca poco fa ha sottolineato l'importanza dell'orizzonte europeo di questo settore
Edema qui Berlusconi ancora una volta ha fatto prima degli altri ha fatto meglio degli altri Publitalia ottanta la società che ha fatto il miracolo della pubblicità negli anni ottanta in Italia che ha svegliato un mercato tradizionalmente statico e che si accontentava di vivere su incerto tran-tran portando a fare pubblicità agende che non avevano mai conosciuto questa realtà
Ha generato pubblica Europa ed è già presente in Francia in Spagna in Germania in Inghilterra che rappresentano insieme l'Italia l'ottanta per cento del mercato europeo
Della pubblicità e ha già delle opzioni per il Benelux e persino per la Scandinavia che era s'l'unica isola che qualcuno definiva felice cioè l'unica isola in cui la pubblicità televisiva fosse vietata
Oggi uno di quei Paesi la già ammessa l'altro sta per ammetterla rimane la Svezia nel quale la discussione e ancora molto forte ma non soltanto l'orizzonte è stato europeo anche qui nella pubblicità
Ma ha saputo guardare a destra come a Ovest e ricorderò soltanto per e semplificare l'apertura della televisione sovietica al principio della pubblicità e quindi del mercato fatto forse rivoluzionario quanto ciò altre delle innovazioni che nel
Continuamente si stupiscono in questi giorni e se il successo
D Italia due mila a Mosca il mese scorso è stato così clamoroso forse una parte del merito si deve anche alla Fininvest
Così come la Library l'altro tema che accennavo con due mila ore di programmi che vengono vendute alle televisioni di tutta Europa servizi pubblici e servizi commerciali come il broadcasting dove ricorderò soltanto e brevemente l'assente perché vedo che sto prendendo troppo tempo
La senti in Francia delle funzioni Germania e gli accordi con la televisione della Catalogna in Spagna
Tutto questo che io ho accennato in estrema telegrafica sintesi per non averlo Agliardi ma che tutti voi conoscete sapete è possibile solo con certe dimensioni è possibile solo se a casa si può lavorare in condizioni di libertà
Tutto questo è possibile solo se la legge di cui si parla e che anche noi vogliamo non sarà riduttiva non sarà punitiva non metterà a questa azienda in condizioni di non poter più guardare
A questi orizzonti
E d'altro canto
è proprio un male che non ci sia questa legge lo dico misurando le parole perché non vorrei essere frainteso ma quando ieri sentivo parlare Pellegrino
Che diceva se avessero prevalso certe proposte non avremmo avuto lo sviluppo volte caotico ma pur sempre vitale e creativo che ha portato la televisione italiana al secondo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti almeno in termini di offerta
Io ritenevo riflettevo è giusto quello che dice Pellegrino forse se avessimo avuto la legge molto prima
Avremmo avuto una legge magari bella ma non avremmo avuto certamente non solo la televisione commerciale
Ma non avremmo avuto questo sistema televisivo perché anche la RAI che certamente migliorata che certamente è diventata una grande azienda non avrebbe fatto il salto di qualità che ha fatto sotto la spinta vorrei dire forse sotto la sferza della concorrenza della televisione commerciale e d'altro canto caro Pellegrino io vorrei anche ricordare agli amici socialisti
Che è proprio un'altra legge
Ha impedito quello sviluppo del caso che qui è stato ricordato evocato invocato e indicato come uno dei ritardi di questo Paese rispetto all'Europa e rispetto al resto del mondo
Fu proprio una legge voluta se non ricordo male dall'onorevole la Malfa ma il padre non il figlio
A impedire in Italia lo sviluppo della tv
Via cavo forse c'era continuità ma ci fu persino una crisi di governo dei ricordate che fu ironicamente definita la crisi del cavo
Ebbene se oggi in Italia piangiamo sul ritardo del di questo settore che quello che ha aperto alla televisione in tutto il mondo prospettive nuove forze insospettabili lo dobbiamo proprio una legge improvvida
Fatto quando fatta quando nessuno poteva prevedere questi sviluppi così come oggi pochi o forse nessuno può prevedere l'evoluzione così vertiginosa così veloce
Di questo settore che cambia pelle ogni giorno e che esige per competere per vincere per resistere adeguamenti Contini ecco perché io ritengo che bisogna riflettere riflettere bene
Su certe normative ed ecco perché questo tema va affrontato senza demagogia
Mi piacerebbe qui a proposito di demagogia spendere qualche parola anche perché ci sono tanti amici
Del cinema sulla proposta di legge del Partito comunista su che dieta o vorrebbe vietare la interruzione pubblicitaria dei film
Lo so anch'io dicevamo ieri con Fedele Confalonieri
Che noi siamo una generazione che si è nutrita di cinema
Che non si è nutrita di televisione e con questo denuncio la mia età e quindi potete immaginare amici del cinema quanto anche sul piano personale noi si senta il vostro problema
Però non è andando appresso alle utopie ce lo ha ricordato magnificamente il ministro Carraro ieri che si risolvono i problemi né del cinema nei della televisione ci vuole molta responsabilità
Molto realismo perché non si può chiedere allo stesso tempo come ho sentito fare anche qui una maggiore produzione europea fissata magari per legge e un divieto degli spot pubblicitari ma di grazia ma chi la farà poi questa maggiore produzione europea
E quel rapporto tra risorse finanziarie e esigenze artistiche al quale si invitava responsabilmente stamattina proprio Ripa di Meana ma siccome ho visto c'è un Farahani citerò per tutti un dato dell'Anica
E beh gli introiti medi di un film secondo le stime dell'Anica oggi sono in Italia ed è una statistica analoga a quella del mondo
Il quarantacinque per cento dalla televisione
Il trentadue per cento dalle sale il venti per cento dall'estero e il tre per cento delle videocassette quarantacinque per cento televisione
E allora come si fa a chiedere di vietare alla televisione di vivere e di vivere anche per il cinema e di alimentare il cinema
Non solo come fatto mercantile ma anche come fatto di cultura lo dimostra
L'impegno di questo gruppo lo dimostra l'impegno della Rai lo dimostrano testimonianze che voglio evocare senza nessuna polemica ma per dire quando voi si rifletta le cose
Severamente senza demagogia le cose finiscano per assumere un colore diverso Francesco Rosi
Un regista che tutti rispettiamo e amiamo un regista di cui abbiamo ammirato le opere e di cui forse abbiamo anche sofferto per le interruzioni pubblicitarie rivedendo le in televisione un regista che non avrebbe voluto riconoscere questa esigenza della realtà dei nostri tempi pure
Pochi giorni fa su Repubblica annunciando di produrre il suo nuovo film un grande film dimenticare Palermo che parla di mafia siculo americana ha scritto
Dove ho anche a Rete Italia e non alla RAI lo dico e lo leggo senza polemica se riesco a fare un film che si propone di dire qualcosa su argomenti di dolorosa e bruciante attualità
Per dibattere i quali vale la pena anche di accettare l'apporto della pubblicità
Come ormai abbondantemente pratica di tutti nel mondo anche in Italia anche della RAI la Corale malgrado si vanti di amare e di evitare il cinema italiano e di rispettarlo massicciamente acquista sui mercati esteri
Dimenticando Palermo ecco noi non vogliamo dimenticare Palermo noi non vogliamo dimenticare il cinema italiano noi non vogliamo dimenticare i registi di impegno civile oltre che culturale come Rosi
Ma purtroppo oggi nel mondo e la televisione che può alimentare il cinema e non serve piangere come tanti intellettuali fanno posso capirlo sul piano estetico artistico personale individuale ma la realtà e quella che anche perché se è vero che il Cile che la televisione rischia talvolta di mortificare il cinema
è anche vero che la televisione solo essa apre al cinema le grandi masse le moltitudini portandole poi anche a godere
Nella sede propria nel buio di una sala cinematografica insieme a un comunità
Il vero cinema quello della sala giorni fa Suso Cecchi D'Amico un personaggio da tutti voi conosciuto riamato ricevendo una laurea honoris causa all'Università di Bari
Ha ricordato e riprodotto nella tesi di laurea che ha consegnato ricevendo questa laurea la famosa frase di Flaiano che io con lei rileggere per adattarla poi alla televisione
Diceva Flaiano per me il cinema è come l'America del Settecento
Che ha detto all'Europa mandatemi pure manda di pure i tuoi rifiuti le tue sgualdrina i fogli ha aderito e avventurieri i tuoi disgraziati i tuoi perseguitati e tutti li farò diventare cittadini americani
Così il cinema detto alle altre arti datemi tutto quello che voi rifiutate e ne farò qualcosa d'altro
Ed ecco che allora subito la letteratura la pittura la musica si sono affrettate a dare al cinema quello di cui volevano disfarsi
Ma oggi la pittura è diventato un'astrazione la musica non è parliamo la letteratura si è allontanata dall'uomo soffocata dalla sociologia dalle ideologie e da un linguaggio tetro e sibillino
E il cinema invece con quelli che erano gli avanzi di un'epoca gloriosa ha creato qualcosa di vivo e di stimolante
Ecco io dico cinema e televisione insieme come espressione della cultura del nostro tempo
E noi di perdonerete una citazione dobbiamo essere figli del nostro tempo una citazione che mi consente di riprendere quella bellissima con la quale Pellegrino acquisto ieri la sua relazione quando ha detto
Ha citato le parole di Kettering tutti dobbiamo guardare al futuro
Perché la che dobbiamo passare il resto della nostra vita
E il futuro è un futuro europeo e un futuro che non potrà prescindere dalla televisione anche se in Italia qualcuno oggi piange anche su questo e propone di vietare al sabato la televisione un futuro che europeo
Perché l'Europa non è più un sogno perché il novantadue e dietro l'angolo perché è diventato un ideale un ideale al quale proprio la televisione può dare un contributo fondamentale ed ecco perché chiudo
Con le parole di Berlusconi che quando ha avviato il suo impegno europeo andando in tutti i Paesi della comunità affare la propaganda alla televisione amava ripetere
Sono certo che alla realizzazione di questo ideale la nuova televisione e in particolare la televisione commerciale potrà dare un contributo ineguagliabile
Favorendo allargando e accelerando la comunicazione fra i popoli che come la storia ci insegna ha sempre costituito la forza indispensabile di qualunque processo di unificazione grazie scusate ve la lunghezza
Chiedo a Claudio Martelli vicesegretario del partito di conclude i nostri lavori grazie
Ancora una volta tocca al Partito socialista
Di mettere a fuoco le condizioni attuali e le tendenze di sviluppo dell'industria dell'immagine ancora una volta i socialisti si impegnano in Italia per definire un progetto di evoluzione
Vorrei dire di respirazione di ossigenazione
Dell'universo dei media
è la terza volta che lo facciamo in meno di vent'anni
Abbiamo fatto una prima volta all'inizio degli anni settanta producendo la riforma poi vituperata ingiustamente vituperata
Che aprire dialetti zo il monopolio del servizio pubblico
Non bisogna dimenticare che senza quella riforma
Senza l'iniziativa socialista la RAI sarebbe ancora una esclusiva riserva politica democristiana
Lo facemmo allora negli anni settanta mentre altri partiti è stato già ricordato
Ma non sempre si ha il tempo di cancellare i concetti le osservazioni che sono già stati esposti da precedenti interventi lo facemmo questo sforzo mentre altri partiti che pretendono di dar lezioni di modernizzazione di occidentalizzazione
Gridavano vade retro Satana davanti alla televisione a colori e alle spinte al consumismo che avrebbe innescato
La seconda volta in cui abbiamo riproposto una discussione generale
E progettuale è stato a cavallo fra gli anni settanta e ottanta
Producendo un complesso di analisi e di proposte di legge
Ispirate alla liberalizzazione e alla modernizzazione del nostro sistema audiovisivo televisione cinema teatro musica arti figurative musei eccetera
Non tutto anzi per la verità troppo poco di quella di quelle proposte è passato quando avrebbe dovuto passare e tuttavia anche qui senza i socialisti non ci sarebbe stata la liberalizzazione delle tre diciamo le cose ancora più semplicemente senza i socialisti italiani le televisioni private semplicemente non sarebbero esistite
E allora altri ci accusano di aver buttato a mare socialismo al marxismo
Non risulta che mai si sia mai occupato di televisione e cercano di imprigionare a chiacchiere l'evoluzione delle televisioni
Discettando su bacini di utenza di un chilometro i dodici o di quindici chilometri mentre venivano lanciati i primi satelliti
Torniamo ora occuparci di televisione alla vigilia degli anni novanta
Lo facciamo cercando innanzitutto di comprendere cosa è successo cosa succede cosa ragionevolmente accadrà nel mondo dei media su scala internazionale
Lo facciamo per mettere il nostro Paese nelle condizioni migliori per affrontare non solo e non tanto la sfida dell'Europa del novantadue quanto
Come italiani e come europei la sfida della mondializzazione del sistema delle comunicazioni
E questo mi pare il maggior pregio della relazione introduttiva di Bruno Pellegrino che di pregi ne ha molti
Relazione ci ha offerto un austero scenario di dati di cifre di confronti e insieme ha sollecitato una passione intellettuale
Che rinnova ancora una volta il tentativo
Di traghettare il nostro Stato spettacolo
Con le sue nobiltà e con le sue miserie nella dimensione di una planetaria società dell'informazione
Ricapitola i dati più significativi
L'Europa è tributaria dell'assai più potente industria dell'immagine americana
Lo è per ragioni storiche e ideologiche
Gli Stati Uniti prima di ogni altro Paese hanno compreso che si governa il mondo con la forza militare la forza economica e tecnologica ma innanzitutto con la velocità della comunicazione
E la capacità di autorappresentazione nel mondo
A sua volta l'Italia in Europa presenta questo singolare contrasto
Abbiamo il primato del consumo televisivo ma siamo la Cenerentola delle telecomunicazioni
Siamo nel mondo secondi soltanto gli Stati Uniti quanto a ore trasmesse
Secondo i non in proporzione alla popolazione secondi in cifra assoluta nonostante che abbiamo una popolazione che un quinto di quella americana
E però importiamo il settanta per cento di ciò che vediamo
Siamo in Europa tra le nazioni evoluti organizzate
Ma siamo gli ultimi in fatto di reti telematiche
Siamo stati in Europa i primi nella liberalizzazione e in quella che si chiama deregulation
E l'altro esempio è stato contagioso
La liberalizzazione delle emittenti ha trovato adepti
Nei governi socialisti della Francia della Spagna come in quelli democristiani e conservatori della Repubblica federale e dell'Inghilterra
Che pur partiva da una condizione in cui giardiniera
Una rete privata sebbene iscritta nel servizio pubblico
Il gatto produttivo rispetto agli Stati Uniti
E soffriamo di un gatto tecnologico tutto nostro tutto italiano
La scelta deliberata dei Socialisti italiani sin dal mille novecentosettantotto
Con qualche anticipazione qualche anno prima
Seguita poi dei socialisti francesi nell'ottantadue da quelli spagnoli l'ottantaquattro la scelta di abbandonare il monopolio pubblico
E di aprire al settore privato
Che è stata una buona ricetta
Ma questa scelta causato indirettamente i troppo lungo disimpegno dello Stato particolarmente in Italia in Francia
E questa è stata una conseguenza nefasta che deve essere corretta
La correzione o se si vuole il superamento dell'inerzia pubblica
Deve avvenire un duplice livello europeo e nazionale
A livello europeo per colmare il gap di produzione audiovisiva rispetto agli Stati Uniti
A livello nazionale per colmare il deficit etnologico in termini di reti di telecomunicazione ciò comporta per noi italiani la necessità che il potere pubblico
Immerso come in un'economia mista sempre più esposta alla concorrenza internazionale e sempre costantemente minacciata dal suo interno burocratismo
Il potere pubblico deve esercitare rispetto al sistema dei media tre funzione
Prima deve stabilire quelle che anche nel convegno sono state chiamate le regole del gioco sorvegliare che siano rispettate tanto dagli attori pubblici
Quanto dagli attori privati
Il potere pubblico insomma deve coordinare l'insieme e arbitrare i conflitti i conflitti per dirla con Mao in seno al popolo audiovisivo
Per esempio conflitti tra pubblico e privato o tra cinema e televisione
Secondo il potere pubblico deve orientare
Promuovere
Stimolare il settore audiovisivo pubblico e privato per assicurargli quel ruolo strategico che è indispensabile nella più strategica delle industrie
In un certo senso la comunicazione e l'informazione audiovisiva
E come le energie anzi essa è l'energia più preziosa nel mondo contemporaneo
Mantenere un ruolo strategico nel sistema mondiale dell'Energia comunicazione
Ah richiede investimenti tanto più mirati e cospicui quanto più agguerrita e la concorrenza internazionale
Terzo il potere pubblico deve mettere il servizio pubblico o i servizi pubblici non solo la RAI la RAI la sì l'aspetto l'agenzia spaziale le emittenti locali interessate alla cablatura delle città in condizioni di e dinamismo
E cioè in condizione di reggere anche qui sfide che derivano dalla concorrenza internazionale e contemporaneamente deve sollecitare raccomandare una linea di condotta
Così da parte da parte la RAI così professionale
Da smentire ogni genere di accuse di faziosità
Se teniamo presenti queste tre funzioni del potere pubblico ne possiamo ricavare alcune conseguenze pratiche
Relative all'attuale momento politico
Molto opportunamente Ugo Intini ha sottolineato ieri la necessità di cogliere il tempo e l'occasione favorevoli per definire finalmente la legge di regolamentazione del sistema radiotelevisivo
Il momento è quello giusto rispetto al contesto europeo e grazie
Proprio al lavoro fatto prima della riconferma e mi auguro e continua dopo la conferma dal nostro commissario Carlo Ripa di Meana
A livello di Commissione
Il momento giusto rispetto all'Europa lo è il rapporto le condizioni delle agenzie pubbliche e private impegnate interessate in Italia
E lo è considerato che le differenze di valutazione nella maggioranza di governo sono ormai minime e quelle tra maggioranza e opposizione
Non sono abissale
E anche grazie all'impegno del ministro ma mi le questioni da definire sull'ormai poche e tutt'altro che insormontabili
La prima questione quella di chi governa l'evoluzione e l'integrazione internazionale del sistema audiovisivo italiana
Per noi è evidente che il potere pubblico per poter svolge il suo ruolo in questo settore deve poter contare su un'autorità indipendente
Eugenio Scalfari affermato recentemente che su questa questione su come si atteggia l'anno rispetto a questo problema le forze politiche
Conterà amici dei nemici
Mi sembra una singolare prova di imparzialità
Noi non siamo né amici né nemici di questa proposta noi socialisti ne siamo semplicemente gli Autori gli autori e i progenitori sin dal mille novecento settantotto fu proprio al convegno sull'informazione potere al Parco dei Principi
Che io stesso nella relazione introduttiva e successivamente la direzione del partito
Sottolineano l'esigenza di un governo unitario per l'insieme interdipendente del sistema audiovisivo
Di cui stampa televisione cinema sono effettivi sotto sistemi e fu allora che lanciamo la proposta di un'alta autorità o Magistratura indipendente
Che l'esercitarsi
In concreto questo esercizio può essere affidato ad un unico garante
Designato dei presidenti delle Camere sul modello del garante per l'osservanza della legge sull'editoria di cui dovrebbe assorbire compiti e funzioni
Assicurando l'osservanza della legge esistente per la stampa e della nuova da varare per le televisioni
è evidente che questa alta autorità potrebbe essere meglio fondata
In una legge costituzionale che mi assegnasse la nomina al Presidente da Repubblica sull'esempio di quanto sta accadendo in Francia
Ma è altrettanto evidente che questo richiederebbe tempi
Lunghi mentre abbiamo bisogno di una legge al più presto possibile dunque restiamo al Parlamento
Se l'alta autorità
Viene espressa dal Parlamento ex sopra intente all'intero sistema fiscale la ragione stessa del garante per l'editoria e la ragione stessa dalla commissione parlamentare di vigilanza
Il compito del potere pubblico di promuovere e di stimolare l'intero settore audiovisivo pubblico e privato
è stato ben evidenziato dalla relazione di Pellegrino dal dibattito che ne è seguito e soprattutto stamane dall'intervento di Enrico ma
In buona sintesi
Si tratta di promuovere l'industria nazionale in un settore strategico come nessun altro come s'è detto
Di organizzarne l'integrazione nello spazio di o visivo europeo di sollecitarne la competitività internazionale rispondendo a tutti gli interrogativi che ci ha posto stamane Ripa di Meana
Pur sapendo che si tratta di un unico intreccio distinguiamo per chiarezza
Almeno due grandi esigenze esigenza di sviluppo delle telecomunicazioni
Quello che forse impropriamente potremmo chiamare ardue
E l'esigenza di sviluppo della produzione di programmi ius fiction quello che impropriamente potremmo chiamare soffoca
Dal punto di vista dell'hardware si tratta di colmare i ritardi paurosi questi sì
Della SIP e dell'aspetto
Creando un'agenzia mista pubblica e privata tra sì a RAI Olivetti e altri partners privati per le reti telematiche e per la tv via cavo senza pregiudicare poi
Chi Possa trasmettere e cosa
Lungo questo tipo di televisione
Ancora si tratta di associare
In modo più impegnativo nell'Agenzia spaziale nei programmi per i satelliti le industrie private italiane interessate e convergenti con queste strategica
Ciò pone il problema della gestione dei canali da sapete lo porrà in futuro
A partire dall'ottobre l'ottantanove la gestione dei canali da satellite
E in futuro dei satelliti
Più d'uno a diffusione indiretta ho diretto
Dico questo perché mi parrebbe francamente assurdo di proiettare nello spazio e rispetto alla concorrenza internazionale la concorrenza che c'è
In Italia nelle lettere italiana mi sembrerebbe irrealistico mi sembrerebbe uno spreco per fosse un non senso
E dunque anche per la gestione poi dei canali da satellite perché non pensare a una società mista
Come è stato detto anche stamane a una joint ventures tra pubblico e privato
Anche nell'ambito della produzione di programmi ci vuole una politica una politica integrata come quella che i socialisti da tempo propongono perché il ministro Carraro ha riproposto una politica di agevolazioni fiscali attraverso il tax shelter di sostegno alle esportazioni
Attraverso ruolo delle ambasciate e dei centri culturali all'estero che si potrebbero così meglio qualificare
Attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale emerso e sommerso dell'Italia e dell'Italia nel mondo
Abbiamo grandi comunità all'estero ignorate e trascurate dalla madrepatria
Di cui ci si ricorda soltanto quando si tratta di discutere l'estensione del diritto di voto
Di attuale ed efficace promozione e valorizzazione degli autori italiani e delle loro opere riformando la legislazione sul diritto d'autore Pellegrino detto parole chiarissime su questo punto
E mirando i sostegni non all'assistenza
Ma alle scuole di esperienza e di professionalità con l'arco e generoso credito pubblico e privato alla cultura all'arte alla ricerca con una vertenza in più
Dallo Stato spettacolo alla Società dell'informazione
Questo passaggio questo traghettamento
Non comporta l'abolizione di tutti i teatri lirici e neanche di tutte le feste di teatro in strada oltre neanche delle feste di paese o delle mostre di paese
Significa però porre a tutti
Obiettivi di crescita e significa fare in modo
Che molti si impegnino e soprattutto che i migliori non siano ostacolati
Il problema delle risorse
Per alimentare questa triplice iniziativa pubblica di regolazione di presenza e di orientamento del sistema audiovisivo ne ha parlato ieri con franchezza il buonsenso Gennaro Acquaviva
Anche qui ricordiamo i caposaldi della nostra analisi della proposta socialista
Innanzitutto contro tutte le previsioni salvo quella del progetto socialista il mercato pubblicitario in Italia
Si è enormemente espanso e continua ad espandersi le televisioni commerciali non hanno sottratto mezzi alla stampa
Né ad altri supporti come rovesciando i nostri termini pubblicitari chiamano tutto ciò che il veicolo di pubblicità manifesti giornali radio tv
E in costanza
Di un'evoluzione economica che nell'ordine del tre per cento del prodotto nazionale lordo all'anno e di un'evoluzione culturale è ragionevole pensare che il mercato pubblicitario continuerà ad allargarsi
Tuttavia non vogliamo ignorare il fatto che attualmente nel sistema televisivo limitato
Ai ponti radio Fininvest e RAI assorbono più del novanta per cento delle risorse pubblicitarie per la televisione
Ripeto nessuno può dire di quanto crescerebbe di quanto crescerà il mercato se si renderanno attivi nuovi mezzi e cioè nuove televisioni e nuovi giornali
Gli editori oggi gli editori che oggi
Se non un po'gli altoatesini dopo il referendum
Si posero il problema di Rio tale per l'Austria quegli editori che sperimentarono non felicemente l'avventura televisiva negli anni settanta
E che oggi vorrebbero riportare per questa possibilità
Giudicano troppo pregiudicato
Compromesso il mercato pubblicitario per lo strapotere di Berlusconi e della RAI e reclamano di conseguenza sacrifici amputazioni rinunce
Io penso che non abbiano nel rispetto alla RAI né rispetto a Berlusconi molte ragioni da far valere
Nei di conseguenza
Hanno diritti offesi che il legislatore debba a riparare
Chi vuole entrare nel mercato televisivo e delle telecomunicazioni sono poi sostanzialmente la più grande industria italiana cioè la FIAT
Che già detiene un controverso venti ventidue o ventitré per cento che la stampa quotidiana
E dunque ha già un primato nell'informazione stampata
E il gruppo Olivetti Mondadori Caracciolo che certo non è assente dal mondo dell'informazione
Ciò detto io penso che l'interesse del Paese
L'interesse dell'Italia in Europa e nel mondo e quello di vedere impegnati nel settore strategico delle telecomunicazioni i maggiori gruppi industriali compresi quelli citati dunque
E penso che anche l'informazione televisiva non solo le telecomunicazioni ma anche l'informazione televisiva avrebbe da guadagnare da un pluralismo più competitivo sul piano professionale
Ben vengano dunque nuovi gruppi industriali privati
Purché vengano portando capitali e professionalità e con ciò stesso allarghino e conquistino quote di mercato all'avvio del cartone conquiste delle quote
E se lo ritengono partecipino ad iniziative industriali di grande grandissimo respiro dai satelliti alla produzione di quella parte di cinema chiamata televisione
E però nessuno può pretendere via zero di alterare artificialmente le condizioni di mercato solo per garantirsi
In partenza una partenza più vantaggiosa tanto meno si può pretendere di amputare come pure è stato scritto gli amputa pensate che se si facesse ragiona finto che ho sentito fare ho letto sulla Repubblica a proposito della RAI e
Della Fininvest se lo si facesse per qualche altro comparto industriale che cosa accadrebbe
Ci si è si si scrive tranquillamente che per creare lo spazio per poter che consenta di intervenire a nuovi gruppi bisogna amputare la RAI della Terza Rete e la Fininvest di una delle sue tre reti sarebbe come se noi per garantire la possibilità di un ulteriore casa automobilistica vari comprassimo dalla FIAT all'Alfa Romeo che abbiamo appena venduto come è stato come si può impostare con tanta dire superficialità e anche con tanta trasparente faziosità un problema così importanti
Si discuta dunque apertamente e pubblicamente di progetti e di strategie il potere pubblico deve discutere con gli attori già presente e con quelli che vogliono entrare nel sistema audiovisivo ma le regole del gioco non possono essere scritte per interessi di Tizio o di Caio le regole del gioco spettano al legislatore
Il resto spetta al mercato e alla forza delle organizzazioni sociali dei gruppi professionali ed anche per fortuna al talento individuale nella situazione attuale e sino al varo definitivo del mercato unico europeo
Conviene
Non alterare l'equilibrio che sia andato delineando
Questo equilibrio ha visto il servizio pubblico superare il difficile passaggio dal regime di monopolio a quello di concorrenza interna e internazionale
Grosso modo dalla fase in cui è disponeva del cento per cento delle risorse ad una situazione in cui dispone del cinquanta per cento delle risorse pur trattandosi di risorse enormemente incrementate
Nel corso di questi dieci anni parlo di risorse globali da Cannone e da pubblicità
Questo cinquanta per cento di risorse alla RAI si compone come noto oggi
Di una proporzione variabile ma tutto sommato non tanto lontana da due terzi di entrate da cannone un terzo di entrate da pubblicità
Su questo equilibrio si regola la RAI e di conseguenza su questo equilibrio si regola l'intero sistema è un equilibrio instabile e incerto per il sistema e per la RAI
Perché l'equilibrio divenga più stabile occorre partire da un dato certo e questo dato certo non può che essere il Canone
Solo che il canone evaso ogni anno in Italia in una proporzione che sfiora i quattrocento cinquecento miliardi all'anno
E la RAI ne penalizzata sarebbe come se ne facessimo pagare all'IRI alleni o all'Ecofin l'evasione fiscale generale che c'è nel Paese tagliando o decurtando
I trasferimenti dallo Stato a queste imprese pubbliche io penso che la RAI deve essere garantito il canone eccetto
E deve solo al di là dell'evasione così frequente da essere diventata sistematica
A sua volta la RAI deve garantire l'effettivo dovere diritto di essere un servizio pubblico
E lo garantirà meglio se sarà chiaro che la fonte principale delle sue risorse e denaro pubblico
E solo per un terzo
La RAI
Si finanzierà come servizio commerciale sostenuto da sponsor e pubblicità privata direttamente sul mercato
è un punto importante questo perché ciò che fa della RAI non uno tra i tanti servizi pubblici gestiti bene o male più o meno privatistica mente ma fa della RAI l'istituzione pubblica
Nel sistema audiovisivo un'istituzione pubblica attiva anche nel mercato ma un'istituzione pubblica del sistema audiovisivo
Io non intendo il compito pubblico con me un laccio o una dipendenza
Al contrario lo intendo come una insieme di possibilità e di obiettivi preclusi alle emittenti private
Obiettivi aggiornabile inverificabili
Tutto ruota intorno all'idea di uno spirito di un esprit
Dell'interesse sociale e culturale diverso da quello privato nel fare le cose nel pensarle nel farle
In un mercato che per fortuna non esclude la cultura delle comunità lo spirito pubblico se l'interesse sociale
Anche la televisione commerciale più forte oggi esistente bisogna offrire insieme possibilità obiettivi e limiti
Nuove possibilità innanzitutto attraverso la diretta
Sì poco si è poco riflettuto in generale
Nonostante comprensibile logiche il dottor Letta ha rivolto al presidente della Fininvest sul fatto che sino ad ora per la verità
Le televisioni Berlusconi sono delle mezze televisione
Credo che nessuna parte del mondo verrebbe considerata televisione una televisione che non può fare la diretta attenzione è innanzitutto diretta
E quindi questa possibilità deve essere finalmente dichiarata apertamente generosamente per legge
Poi vi sono possibilità ed obiettivi rispetto la partecipazione
Ai programmi della televisione via satellite
Mentre sarei portato a riservare la televisione via cavo le emittenti locali
E si deve discutere rispetto a televisione appagamento quanto i limiti
Limiti devono essere posti rispetto all'affollamento pubblicitario specie dei film non prodotti e non destinati alla televisione
Limiti nella stessa raccolta di pubblicità
Ove venga fatta per scopi diversi dall'investimento nel proprio bocca Sting
E ancora limiti negli acquisti Esterni al mercato nazionale ed europeo
In conclusione l'espansione del mercato
Che è ragionevole prevedere continui
Le garanzie di un cannone certo e quindi anche indicizzato
E di una integrazione pubblicitarie che mantenga al servizio pubblico il cinquanta per cento degli sorse
La riduzione dell'affollamento dei messaggi è una raccolta non oligopolistico creano condizioni di mercato
Flessibili
E più neutrali tali da non dover scoraggiare l'ingresso di nuovi soci se lo vorranno se ne saranno capaci se hanno voglia di impegnarsi in un mercato il compito del Parlamento è quello di fare una buona legge
Di risolvere questioni controverse
Dal punto di vista del diritto
Il compito del governo e quello di orientare delle politiche delle scelte secondo una certa visione delle cose secondo una certa strategia ecco perché è giusta la richiesta che emerge da questo convegno di una discussione generale in seno al governo tra tutti i ministri interessati meglio l'intero gabinetto circa le strategie in materia di telecomunicazioni
Non intendo soltanto quindi una discussione sulla legge
Ma una discussione sulle strategie in materia di telecomunicazioni come quella che abbiamo avviato in queste due giornate
Va da sé che una volta assoggettato per esempio l'intero sistema un'alta autorità di nomina parlamentare tutto l'edificio costituzionale il sistema di deleghe di poteri immaginato negli anni settanta deve essere ridiscusso
In che senso ma nel senso che neanche il Parlamento può essere controllore e controllato se il Parlamento designa l'alta autorità di sorveglianza sull'intero sistema non può più nominare il consiglio d'amministrazione della RAI immagino già la levata di scudi
Gli amici e compagni comunisti allora si vuole restituire questo potere e al Governo
Ebbe da una parte bisogna pure che la RAI tragga la sua legittimazione e i suoi organi di governo o dal governo del paese il quale può sempre garantire
Come avviene nei Paesi più civili il diritto anche dell'opposizione ad essere rappresentata io aggiungerei il diritto anche della società civile
Ad essere rappresentata nel governo della RAI
E in ogni caso dal governo o dall'azionista non si può chiedere che il Parlamento indichi l'organo formi l'organo di controllo l'alta autorità e contemperamento il consiglio d'amministrazione questo impossibile è costituzionalmente impossibile
Su queste basi e dunque è possibile definire non solo una legislazione antitrust ma un complesso di iniziative strategiche quanto la legislazione antitrust
Noi ne parliamo nella sua e della dimensione che è quella come si dice multimediale
Cioè tenendo conto di televisione di stampe
Se pensiamo a un insieme di norme
Oltre quelle relative alle risorse pubblicitarie di cui ho già detto un insieme di norme caro letta né punitive nei evasive
Superata l'opzione zero che nacque al tavolo discussione di governo di fronte le diverse ipotesi in campo
Quella nostra che teneva conto di indici
In materia di televisione di reti televisive e in materia di testate giornalistiche stampate
E di altri partiti presidente amico allora incaricato il presidente De Mita pensò bene di sciogliere tante difficoltà
Chiedendo proponendo che
Il nodo solo utopia presenza nella televisione non dovesse avere presenza dei giornali quotidiani Dechy e presenta i giornali quotidiani non dovesse avere telegiornali
Era una soluzione fin troppo salomonica come spesso accade le soluzioni Salomoni che non sono quelle più giuste
E però di quella soluzione salomonica un elemento deve pur restare e cioè
L'esclusione
Dall'editoria quotidiana
Per chi raggiunge il tetto delle possibilità di possesso di reti televisive non credo che la RAI e la Fininvest debbano potere aggiungerà tre reti televisive relativi telegiornali con la diretta
Anche il possesso di giornali quotidiani
E ha reciprocamente chi raggiunge il tetto nella presenza di giornali quotidiani
Non deve detenere reti televisive
Fissati questi che sono soltanto dei limiti assoluti
E le esclusioni che ne conseguono restano tuttavia possibilità notevoli di intrecci e compresenze
Tra stampa e televisione purché non eccedano mai
Nella loro somma
Quello che il tetto fissato per ciascun singolo settore voglio dire
Se un determinato gruppo possiede una rete televisiva via etere può essere presente in una quota del dieci dodici per cento
Nel mercato USA degli
Quotidiani stampati
Se un gruppo possiede due reti di conseguente l'elisir di conseguenza deve ridursi drasticamente la sua prossimità di presenza nel mercato della editoria quotidiana
Ecco dunque in conclusione come è stato osservato l'impianto e l'insieme delle proposte socialiste essi ispirato una visione ottimista
Nonostante tutte le difficoltà nonostante ritardi accumulati e nonostante che il terreno sia ancora ingombro di un eccesso di faziosità anche di tabù
C'è un grande spazio per la crescita ulteriore della più strategica di tutte le industrie nel contesto nazionale in quello europeo e in quello mondiale
Il nostro è però un ottimismo condizionato condizionato alla prova della volontà e della lungimiranza delle forze democratiche innanzitutto della maggioranza e del governo di far compiere all'intero sistema un balzo in avanti
Un balzo fuori dal cortile di casa verso la dimensione mondo fuori dall'ottica spartitoria di una torta di risorse che si immagina fissa è piccola
Alla capacità di nuovi protagonisti di allargare il mercato di creare nuovo pubblico proprio attraverso la collaborazione competizione tra pubblico deprivato
Grazie mille della posta partecipazione al prossimo convegno