La crisi economica globale e il prossimo vertice del G20. Intervista a Paolo Guerrieri

Con il professore Paolo guerrieri vicepresidente ha vissuto affari internazionali e docente di con niente nazione all'università di Roma la Sapienza ci occupiamo della crisi economica che alle e delle prospettive anche soprattutto in vista di un importante appuntamento come quello della prossimo G venti che si terrà nei prossimi giorni in cui è massimi
I massimi
Poteri internazionali ma se potenze internazionali dovranno tentare di mettere in campo una ricetta condivise coordinata per rispondere appunto le difficoltà economiche buona sera professore era
Allora intanto quante grave questa crisi che cosa ci dicono gli organismi internazionali finanziarie e monetarie circa le dimensioni quali Sinni quanto sono gravi questi indici negativi dell'economia
Ci danno delle brutte notizie diciamo che la crisi sta peggiorando a vista d'occhio perché dare dalla fine dell'anno poi in questi primi mesi
Che le previsioni ma soprattutto anche i risultati hanno mostrato poi una recessione che
Molto più grave di quella che essi si pensava molto più estesa perché non è solo
L'area più avanzata veri Stati Uniti ed Europa il Giappone Marta adesso anche colpendo una serie di aree e di Paesi periferici
Quindi si può dire che in qualche modo nord siamo ormai dentro una una fase recessiva che purtroppo non ha nulla a che invidiare
Alla depressione degli anni Trenta questo ormai lo stato delle cose perché quando si parla di una
Contrazione del due per cento questa è la previsione diciamo più più recente
Non del Fondo monetario che come al solito lo rincorre sempre purtroppo
Le previsioni diciamo perché le aggiornava ragiona con qualche ritardo male previsione dei maggiori istituti parlano oggi di una riduzione del due per cento del PIL mondiale ecco questo è indubbiamente il risultato più grave
Usciamo dal degli ultimi ottanta anni quindi
I risultati e le previsioni
Guardando in qualche maniera al brutto tempo innanzi Quintavalle idee a questo punto
Non si intravedono miglioramenti assolutamente a breve
Anche il commercio globale che pure negli anni passati hanno goduto di una crescita molto forte sostenuta dalla crescita economica e anzi superiore sta segnando un'inversione di tendenza che ha la stanza repentina come possibile questo fatto è un sintomo collegato all'economia o c'è anche un problema relativo ad alcune misure messe in campo disegno protezionista
Ma per ora credo che i livelli lei il crollo perché di un crollo si deve parlare perché ormai siamo
Ha degli indici checché civile fanno pensare che nel due mila e nove il commercio mondiale si ridurrà
Sempre a livello complessivo addirittura di una cifra che pari al tre virgola cinque per cento quindi anche qui siamo purtroppo un record negativo
Questo crollo è dovuto tutto alla alla diminuzione per una fortissima della domanda mondiale
E al fatto che poi abbiamo verificato che economia mondiale e ancora un'economia fortemente interdipendente si era parlato nei miei discorsi
In qualche modo di una sorta di sganciamento di alcune aree soprattutto le aree emergenti in realtà non è così
E quindi la recessione che poi è partita dagli Stati Uniti si è propagata rapidamente
Nell'area avanzata prima nell'aria emergente poi stiamo verificando un fatto che è quello che ha sorpreso
Che stanno andando peggio proprio con le economie che più dipendono la domanda mondiale per esempio l'Europa alla Germania ma anche l'Italia che sono Paesi
Manifatturieri industriali che esportano molto stanno accusando dei risultati molto peggiori ad esempio di Paesi che invece hanno una crisi di fine anziani o immobiliare perché ad esempio nel caso
Della Germania dell'Italia nei settori immobiliare né in quella finanziaria risentito pesantemente però quello che si sta verificando è proprio questo commercio mondiale
è crollato perché la domanda mondiale è crollata e questo ha colpito soprattutto i Paesi che più dipendono dall'export e quindi in Europa la Germania
E l'Italia e per esempio in Asia un po'tutte le economie asiatiche a partire dalla Cina che come sappiamo
E dal Giappone che come sappiamo fanno dell'export poi fatture di alimentazione della crescita e quindi questo è il dato naturalmente il protezionismo
Dovesse in qualche modo moltiplicarsi soprattutto se si dovessero moltiplicare questi atteggiamenti non farà che gettare
Benzina sul fuoco perché a questo punto
Questo passo di diminuzione e a parità di misure diciamo di politiche e quindi se si dovessero avere queste ulteriori come purtroppo si si cominciano a intravedere molti segni
Recrudescenza di misure protezionistiche dovremmo attenderci una diminuzione ancora ancora maggiore del commercio mondiale
E veniamo allora al che fare ancora nei giorni scorsi il consigliere economico di Barack Obama Lawrence Summers ha chiesto a e i venti Paesi appunto del
G venti che si riuniranno di
Dar vita uno sforzo approfondito coordinato per rispondere alle difficoltà allora qual è la posizione la linea nella politica economica americana che Summers esprima che cosa intendono fare gli Stati Uniti per rispondere a questa crisi a livello globale
Ma innanzitutto gli Stati Uniti hanno fatto perché da dall'insediamento diciamo di della nuova Amministrazione del Presidente Obama e quindi parliamo del venti gennaio
Di quest'anno le misure Bellelli interventi messi in campo la nuova Amministrazione
Sono stati molti che sono stati anche di di peso ricordiamo appunto questo pacchetto come si dice e dice il molo poi disse tesa e quindi di
Supporto alla domanda che è un pacchetto poi di di tagli fiscali di specie in qualche modo soprattutto in infrastrutture e poi di una serie
Di interventi in vari campi soprattutto poi nei campi dell'educazione dell'Energia
Questo è qualche cosa di di di molto ampio e tuttavia e qui c'è un primo problema è che uno
Per mettere in moto poi queste specie ci vuole tempo quindi per il due mila e nove si pensa che poi
Non molto di questi ottocentosettanta miliardi di dollari perché tappamento ammonta questo complessivamente l'intervento
Diciamo che è solo un duecento miliardi ma forse anche molto meno saranno attivati saranno spesi per il due mila nove quindi un primo problema
E gli Stati Uniti stanno sperimentando e che è difficile poi mettere in campo misure che abbiano effetti immediati ma secondo si sono resi conto che si stanno rendendo conto e questa è una crisi globale e richiederebbe un intervento fortemente coordinato
Ecco a parole ci sono state dichiarazioni comunicati sono stati incontri diciamo a ma a livelli poi i più diversi
E purtroppo però il coordinamento internazionale qualche cosa che è rimasto ora sul palco specialmente una buona intenzione
Ma nulla di più nel senso che i maggiori poli gli Stati Uniti ed Europa
E poi l'Asia sono andati ognuno per proprio conto naturalmente si sono comunicati quello che stavano facendo ma questo non può essere definito un coordinamento delle misure perché quello che in realtà servirebbe
E appunto una sorta di come dire che hanno ecco stampe cioè mettersi d'accordo
Prima era anche distribuire poi il peso di queste misure e invece non c'è accordo perché poi
Anche ieri diciamo nella riunione poi dei ministeri finanziari europei che ha ribadito ad esempio da parte dell'Europa che questa richiesta dell'amministrazione americana di fare di più
In realtà verrà non seguita perché l'Europa si ritiene
Soddisfatta di quello che ha fatto e questo naturalmente è sorprendente perché l'Europa ha fatto poco per stimolare la domanda ma soprattutto
Anche in Europa che ha avuto una una una totale frammentazione degli interventi e cioè
Le misure le politiche sono state implementate sono implementato a livello nazionale e questo indebolisce poi l'effetto complessivo quindi
Le politiche che sono messi in atto sono inadeguate per due ragioni primo perché quantitativamente sono ancora inadeguate anche prese
Diciamo Perelli le grandi a livello di grandi aree secondo perché c'è scarsissimo se non guardi inesistente coordinamento e questo indebolisce l'effetto ultimo
Su una su una crisi che appunto è globale il risultato di un'interdipendenza di una i legami molto forti questo naturalmente preoccupa molto perché che non
Non ci sarà in qualche modo un'inversione di tendenza se non si troveranno in qualche modo delle nuove misure ma soprattutto delle nuove formule
Per cercare di incrementare questi aspetti diciamo di interventi poi coordinati
Io temo che appunto quando si parla di una ripresa alla fine dell'anno all'inizio dell'anno in realtà che stiamo facendo ci sono più che altro formulando degli auspici perché tutto lascia pensare che in realtà questa recessione
Che in pieno svolgimento durerà molto a lungo perché senza questo intervento e no
Non ci sono ragioni per cui si possa intravedere una una luce alla fine del tunnel diciamo nei prossimi mesi o addirittura diciamo una seconda parte del due mila nove
Mi par di capire che la Germania che è la capofila naturalmente dell'eurozona criticare la la la le proposte americane soprattutto perché queste
Si fonderebbe lo su un sul politiche addii debito cioè aumentando ulteriormente il deficit cosa che nell'anno n nell'Unione Europea renderebbe complicata la situazione di alcuni Paesi che sono gravemente appesantiti
Tra quelle anche l'Italia e la Germania si omette non vuole questo tipo che il che la situazione si aggravi ulteriormente già rispetta come
Ma in realtà appunto qui tornerebbero distinti i due piani riguardo al discorso tedesco è vero che non i Paesi sono in posizione diversa basta pensare ad esempio all'Italia in Europa con un forte indebitamento pubblico uno stock di debito pubblico è un Paese come la Germania come la Francia
Che hanno margini di manovra molto maggiori ma detto questo in realtà questo non giustifica affatto l'atteggiamento
Che la Germania ha avuto
Si può dire da subito cioè da settembre dello scorso anno in poi da quando la crisi si è aggravata un atteggiamento che ha poi è sempre premiato come dire la cautela il fatto di porre il rigore
E quindi la disciplina di bilancio sopra ogni cosa
Id di fatto rendere impossibile invece un'azione poi concertata a livello europeo
Da questo punto di vista la Germania ha responsabilità forti perché invece
Proprio da un paese diciamo forse il più forte che c'è a livello europeo
Ci si aspettava un'azione di leadership molto più incisiva ora alla Germania continua invece a contare sul fatto che la sua industrie forte delle sue quindi
Jean una volta che la ripresa sarà ripartita di agganciare questa ripresa saranno molto elevate il problema è chi metterà in moto di nuovo questa domanda mondiale
Ecco che l'atteggiamento della Germania e difficilmente giustificabile alla luce di quello che stavamo dicendo cioè
C'è una crisi che è determinata dal fatto che il motore di questa domanda e di questa crescita mondiale gli Stati Uniti si è inceppato perché
L'eccessivo indebitamento a un certo punto ne hanno determinato la crisi il problema della fuoriuscita cioè della della ripresa mondiale e oggi che
Necessariamente richiederebbe più motori della crescita
La Germania e l'Europa dovrebbero fare la loro parte invece
E ancora una volta la Germania e quindi i paesi europei sembrano dove destinati ad aspettare
Che qualcuno li tiri fuori da questa da questa recessione quindi che la domanda mondiale riparte quindi ancora una volta si conta in qualche modo sulla ripresa americana anche alla Germania si deve la decisione da parte
L'Unione europea di non intervenire a sostegno di quelle economie che dell'Unione fanno parte ma sono fuori della zona euro mercati che sono sottoposti a fortissime tensioni valute che stanno perdendo moltissimo anche in quel caso si scelto di non rispondere e di guardare caso per caso piuttosto
In realtà quelle diciamo questa decisione che poi non è stato un aveva una decisione è venuta e il primo marzo in occasione di questo vertice straordinario
Nell'Europa ora questo vertice straordinario è stato ciò che di più confuso si è potuto vedere perché innanzitutto era stato convocato per tutt'altro cioè
Era stato convocato perché la Francia pensava che in realtà si potesse e dovesse fare qualcosa di più a livello di interventi per il sistema bancario il sistema finanziario
Poiché la la Repubblica Ceca la leggiamo il Paese che ha la presidenza di turno ha deciso di spostare l'accento sui pericoli del protezionismo in Europa fatto
Certamente importante e in ultimo il vertice qualche giorno prima è stato investito dal problema di una crisi
Diciamo un po'relativamente diffusa in alcuni Paesi del centro est Europa perché naturalmente lui le posizioni sono anche differenziate alcuni paesi sono in grave
Diciamo difficoltà per quanto riguarda a far fronte ai debitori per me per quanto riguarda soprattutto una crisi interna a livello finanziario ecco allora a questo punto come dire all'ultimo momento questo problema dell'est del centro est europei diventato
Fondamentale e naturalmente non è uscito granché cioè si è detto
Che non si poteva né chi doveva intervenire in maniera coordinata in maniera
Diciamo le attraverso un piano europeo e quindi che ha ribadito il fatto che che poi nel momento in cui ci saranno delle crisi io qualche singolo Paese avrà dei problemi
Si cercherà chi troverà il modo di poterlo di poterlo sostenere il che vuol naturalmente vuol dire poco o nulla perché
A quel punto vuol dire che la crisi sarà già scoppiata e quindi un Paese
Sarà dove è in difficoltà gravissima ora quello che più appunto preoccupare proprio questo atteggiamento cioè questo
Difficoltà che che che l'Europa che l'Unione europea ancora una volta dimostrato
Di poter come dire rispetto a utile il rischio di una crisi grave è che può aggravarsi perché noi siamo ancora come abbiamo detto
Diciamo nel mezzo poi di una recessione con un sistema bancario un sistema finanziario
Che non è assolutamente fuori diciamo dalle dalle dalle acque agitate di una possibile criteri insolvenza dopo grave crisi di liquidità ecco in questa situazione
Latita completamente la possibilità di far ricorso ad una ad una risposta coesa dal punto di vista dell'Unione ma anche dal punto di vista dei Paesi dell'euro perché non dimentichiamo che non è solo l'est Europa
In difficoltà ci sono alcuni Paesi dell'area dell'Euro i nomi diciamo sono quelli soprattutto nel sud del sud Europa e quindi si è parlato
Di Grecia di DB Portogallo di Spagna si parla anche dell'Italia apertamente sono Paesi a rischio sono Paesi che in qualche maniera stanno soffrendo particolarmente ecco rispetto a questo
Non c'è una risposta europea c'è una risposta nazionale molto probabilmente
Non si vuole neanche per cercare di approntare poi nuovi strumenti prendiamo
Diciamo il caso appunto che è stato poi riportato alla ribalta che è stato citato che addirittura è diventato anche una una un suggerimento da parte di molti Paesi come dire di rappresentante al di fuori dell'Europa quello dei
Degli eurobond dei titoli europei ci sono tutte le opportunità ci sono tutte le condizioni perché questo possa essere uno strumento eccezionale da varare in una situazione di questo genere
Però non c'è un accordo politico e quindi non si vuole trovare da questo punto di vista la soluzione tecnica per poter varare
Una una misura di questo genere ecco
Si è parlato del fatto che la crisi poteva essere un volano per l'Europa per un grande rilancio verso una maggiore integrazione purtroppo fino ad ora
Questo questa opportunità sembra pochissimo diciamo in grado di essere colta non c'è il rischio che gli Stati Uniti alla luce di queste divisioni nell'Unione
Per si rivolgano sempre più in via sempre più esclusiva alla Cina dando vita a una sorta dei G due e poi le chiedo anche quanto
Può essere in concreto l'apporto cinese la situazione mondiale nel senso che nei giorni scorsi abbassata l'indiscrezione circa la possibilità di una manovra bis di dimensioni molto cospicue da parte del Governo cinese per far risalire le borse asiatiche insomma si può è fondata l'ipotesi di dico poter contare sulla Cina per
Far ripartire la ripresa dell'economia globale
Ma io più che di ipotesi parlerei ormai un dato di fatto cioè è già anni fa il il il
Come dire IGT due il rapporto fra Stati Uniti India e Cina e il e per ora l'unica realtà operante
Perché non dimentichiamolo che gli Stati Uniti continuano accrescere di continuano a registrare un deficit per quanto in diminuzione
Vista la crisi e la Cina continua a vantare un surplus e quindi a finanziare quel deficit allora a questo
E un un dato di fatto che allora in assenza in qualche modo di altro quindi in assenza
Di una proposta europea in assenza di una di una presenza attiva dell'Europa è molto probabile che le
L'uscita dalla crisi significherà soprattutto un accordo Stati Uniti Cina
Per rilanciare naturalmente su basi più sostenibili
Una ripresa che poi sia una ripresa in qualche modo che faccia perno sul rilancio all'interno degli Stati Uniti e allo stesso tempo sul rilancio al tema delle con all'intero all'economia cinese
Questo in qualche modo si può cadere diciamo a ad oggi si intravede come
Una probabilità molto elevata e che poi
In assenza di una di una di un di una presenza di un di un polo come quello europeo questo possa essere la soluzione naturalmente per noi e un per noi europei
E sappiamo che non sarebbe affatto una soluzione ottimale perché ancora una volta a citare recherebbe a ruolo di spettatori in altri termini
Dovremmo in qualche modo aggiustar ci a quello che poi potrà essere
Potranno essere le nuove condizioni naturalmente di un di un G due che rilanciate l'economia mondiale naturalmente anche un'ipotesi di quest'viene poi
Va verificata perché naturalmente la crisi non è semplicemente un un incidente di percorso ma qualche cosa è più ampio
La Cina ha tutto l'interesse acché questo accordo possa essere varato perché
E la Cina stava crescendo danni e aveva bisogno ancora di altri anni di crescita come dire trainata dall'esportazione adesso deve fare i conti con il fatto che non potrà semplicemente
Sperare di rimettere in moto un motore diciamo di crescita così come è stato quello
Che in questi anni la portata registrare tassi straordinari dal dieci al dodici per cento
Però certamente la Cina guarda agli Stati Uniti come al al a all'attore diciamo più importante all'interlocutore più importante
La Cina inebrii per poter rilanciare al suo interno economia perché ha un debito uno stop i debiti basso ha in qualche modo quindi potenzialità di speso da molto elevate io credo che la Cina sia ancora
Cercando di capire poi che cosa
Da parte degli Stati Uniti e da parte quindi della del del dell'altro polo che cosa cosa possa avvenire quindi
Di fatto non c'è stato si è pensato di che già fosse pur pronto un nuovo rilancio dal punto di vista della domanda interna però nei fatti questo questo annuncio non è venuto
E quindi le credo che da questo punto di vista la Cina sia
Sia in attività in qualche modo di capire meglio come evolverà questa congiuntura certo preoccupa un dato di fatto che nel mentre
Le misure che sono state prese sono state misure fortemente a sostegno dell'export cinese
In qualche maniera sono beni misure che fanno capire che per ora
Il il la Cina vuole rilanciare diciamo la sua tradizionale
Capacità di esportazione questo naturalmente ecco non è un passo che va nella direzione
Di rendere più facili i rapporti con gli altri Paesi però certamente e in questo momento la Cina è un attore fondamentale per quanto riguarda poi
Una futura uscita dal dalla recessione globale
Senta un'ultimissima considerazione per quanto riguarda i costi delle materie prime che sono scesi moltissimo secondo
Teorie economiche classe che insomma sono quelle che dovrebbero permettere prezzi così bassi per le materie prime sono quelle dovrebbero anche permettere la ripresa del motore dell'economia non non non dobbiamo aspettarci benefici da questo abbassamento tende dei costi del petrolio ad esempio
Diviene figli diciamo la la la la diminuzione dei prezzi delle materie prime anche del petrolio è assolutamente diciamo conseguenza del crollo
Della la produzione industriale che è stato un vero e proprio crollo il l'economista e gli ha dedicato la copertina
Il crollo del manifatturiero nel mondo quindi da questo punto di vista e assolutamente in linea con questa riduzione fortissima della domanda che viene poi sostanzialmente dalle industrie quindi dal sistema produttivo
Una prima naturalmente domandai se poi questa diminuzione possa essere considerata qualche cosa di permanente o se non ne esce non sia molto legata a questa congiuntura estremamente negativa
Comunque certamente la riduzione dei prezzi aiuta tuttavia non è assolutamente in grado di compensare la caduta della domanda negli Stati e che sta verificarlo si negli Stati Uniti in Europa
E nel continente asiatico quindi
Di per sé la diminuzione dei prezzi di materie prime diciamo importanti e in particolare del petrolio
E un un contributo tra virgolette positivo non assolutamente però ente la capacità di compensare una caduta della domanda mondiale che non dimentichiamo è stimata
Intorno ai cinquecento miliardi di dollari nei soli Stati Uniti
E per quanto riguarda l'aviaria la caduta dell'export sta determinando un impatto
Quindi questo tipo di crollo della domanda Attinà scalfito da una riduzione dei prezzi delle materie prime a quello che serve
è quello a cui abbiamo fatto prima riferimento cioè servirebbe a questo punto una forte iniezione
Di stimoli dal punto devi sostegno dal punto di vista la domanda che sia maggiore di quella finora messi in campo ma soprattutto che
Pozzi sia in qualche modo più coordinata ecco quello che si sta verificando e che proprio su questo terreno nel coordinamento
I paesi più forti in generale diciamo i Paesi da cui dipende poi o meno la ripresa stanno incontrando le maggiori difficoltà io temo che poi questo incontro
A cui abbiamo fatto riferimento cioè del G venti a Londra il due aprile
Da questo punto di vista segnerà non segnerà in insomma delle delle delle grandi
Dei delle grandi sorprese dal punto di vista di nuove misure o di nuovi annunci
Quello che si capisce che in realtà sul coordinamento si continuerà a dire che bisogna far capo ai singoli Paesi che bisogna in qualche modo
Mantenere una forte informazione reciproca tutte cose importanti ma cose che certamente non modificheranno per ora
Questo corso negativo della congiuntura mondiale per quanto riguarda poi creare avanzate reale emergente
Grazie grazie alla professore Paolo guerrieri vice presidente dello IAI e docente di economia internazionale all'Università di Roma la Sapienza voi