Le origini della Repubblica e il processo costituente

Ecco credo che possiamo cominciare il nostro convegno volevo avvisare che questa seduta ripresa nel circuito del
E si vede
Non solo in Italia ma anche nel resto dell'Europa
E credo che l'importanza di questo del tema che noi affrontiamo ecco l'importanza del tema che noi o dei temi che noi affrontiamo oggi giustifichi anche questa larga risonanza che il convegno avrà e io credo di potere di dovere anzi fare a meno di illustrare le motivazioni
Da cui il convegno è nato le ragioni per cui è stata precisa questa iniziativa perché la la cerimonia che poi non è stata soltanto una cerimonia
Introduttiva di questa mattina
Ha illustrato a mio avviso molto ampiamente ed è profondamente
Quelle che sono le ragioni e i temi sostanziale che noi dobbiamo anzi andare ad affrontare su un terreno più particolare più specifico in queste giornate
Quindi impartire le lei gli interventi del presidente della Camera interventi del presidente Casini della
Del presidente del Comitato Zanone
Hanno è dato già un primo
Elemento che ci induce a sottolineare la la forte attualità
Di questa iniziativa e poi bah molto bella ampia ed esaustiva relazione Di Pietro Scoppola ha indicato i temi fondamentali
Il fronte che ai quali si trova quando si tratta di affrontare questo argomento
Non solo la cultura storica specialistica anche l'opinione pubblica in senso più generale commenta
Il tema della giornata di oggi come voi sapete
L'Italia nel contesto internazionale
Quindi credo che possiamo dare subito possiamo cominciare subito al nostro lavoro
Ma prima voglio fare una considerazione che mi che mi è
Venuta malamente quando ho visto il quadro
Delle degli interventi delle relazioni che sono previste in queste due giornate
Cioè insieme a studiosi già noti e sperimentati vedo con grande piacere che forze nuove e giovani giovani studiosi già qualificati ma giovani
Sì sono oggi e si cimentano con questo tema questo è di buon auspicio a mio avviso è sotto questa buon auspicio io do inizio ai lavori
Chiedendo alla professoressa Elena Aga Rossi di svolgere la sua relazione e l'Italia
Nel contesto internazionale del dopoguerra
Grazie alla Fondazione accanto nazionale sottolinea Guede Repubblica nell'invito a partecipare a questa importante convegno
Mi a tema è l'Italia nel contesto internazionale
Nel Periodo mila duecentoquarantacinque mila centoquarantasette costituisce una lunga fase di transizione di passaggio dalla collaborazione tra le grandi potenze alleate contro la Germania
All'aperto scontro che a partire da quarantasette assumerà la numeri quella fretta
Né in questa prima esposizione vorrei vedere le fasi di questa evoluzione e nei rapporti tra grandi potenze e le conseguenze che questa ebbene sul sull'Italia sono luogo che all'inizio ebbe un ruolo del tutto marginale e poi nel quarantasette diventa un po'c'è un'aria stratifica per nella divisione del Monti questo mondo bipolare emergente
Punto di partenza è la la fine della guerra il fatto che la fine del guerra lamenta fino alla guerra tutte le grandi potenze erano convinte dell'esigenza di mantenere la collaborazione nel secondo dopoguerra
Sta l'Unione Sovietica perché aveva bisogno degli aiuti americani per la ricostruzione gli Stati Uniti perché erano convinti avevano l'illusione di poter stabilire una pace sulla base di una organizzazione internazionale dominata dalle grandi potenze e sulla base dell'accettazione Dossena sovietica
In nell'Europa ori orientale basta ricordare che fin dal mille novecentoquarantatré gli alleati occidentali avevano accettato che l'URSS mantenesse i confini ottenuti con il patto Ribbentrop Molotov
E prima tirannico egli alta si arrivò a un accordo anche sulla Polonia
Che spostava non solamente spostare i confini di questo Paese ma anche dava una priorità un comitato di Lublino filo-sovietico
Rimaniamo da definire la questione tedesca i trattati con Italia e con i Paesi occupati dall'Armata Rossa la cui soluzione da da mandata con nove organismo Inter alleato
Nato la conferenza di posti non cioè il Consiglio di ministri degli Esteri tre potenze vincitrici
Non è possibile spiegare in questa sede le regioni delle due parti su cui le storie Fia sull'origine la guerra fredda si è esercitata per decenni con l'apertura degli archivi sovietici
Monza beh è stato però una svolta negli studi la nuova documentazione ha confermato che per Stalin era chiara l'incompatibilità tra i due sistemi secondi postulati dell'ideologia marxista leninista lo scontro tra campo socialista e campo capitalista
E la vittoria finale del socialismo erano inevitabili
Sì per si prevedeva per esempio che entro trenta cinquant'anni
Il l'intesa Europa continentale sarebbe diventata socialista
Ma questo ovviamente non era noto agli agli occidentali e in quel periodo in tutto questi due anni allo sì cercò di continuamente di arrivare a dei compromessi soprattutto ovviamente sulla questione tedesca ma anche sugli altri trattati
E in questi momenti di confronto si vivono momenti di tentativi al punto di accordo
Entrambe le parti cercavano di mantenere un rapporto che è un dialogo la in Unione Sovietica
Faceva una subiti Zazie o ne graduate del suo parte europea per esempio mantenendo governi coalizioni mancasse sotto intertempo aveva tentava di estendere la propria influenza e zone limitrofe
Sono come facendo il esempio alla pressione diranno e sulla Turchia
Stalin no d'altra parte spesso nel suo discorso nel febbraio del quarantasei in cui proprio questo l'idea dell'incompatibilità tra le due due campi il ripensamento da parte americana della propria polizza che avvenne molto più lentamente di quanto molta storiografia sostiene vedo che nel su quarantasei c'è questo famoso lungo telegramma di Kennan andati in quel momento non venne preso in considerazione dal dal governo americane il discorso di Churchill sulla cortina di ferro che cala sull'Europa venne ritenuto poco opportuno dall'Amministrazione Truman
E in questa fase in questa fase quindi di transizione ancore di tentativi di accordo
Si colloca la il problema dei negoziati per il trattato di pace con l'Italia
Di vicende italiane sono strettamente collegate come ho detto all'evoluzione della situazione internazionale non si può parlare di una politica interno Alitalia senza legarla alla vicende a livello internazionale ebbe ledere il Paese ebbe all'inizio un ruolo marginale nella politica grandi potenze venne fino a quarantasette considerato un Paese sconfitto da punire
Il nostro Paese fu chiamata a pagare il costo della proditorio e pressione del giugno mille novecentoquaranta al alla Gran Bretagna la Francia e della guerra persa e nel quarantuno all'Unione Sovietica e della guerra persa del fascismo
La concessionaria cobelligeranza da ottobre quarantatré non mutò lo status giuridico di limito sconfitto i falli non ho tutti i tentativi di modificare delle false la resa incondizionata Violante da parte alleato una diffidenza per un Paese che era stato fascista nonostante il rinnovo della su classe politica
Già durante il conflitto adesso vediamo le varie posizione dei vari Paesi la Gran Bretagna aveva prospettato fin dall'inizio modifiche di confini dell'Istria Aldo di Cannizzo sia per eliminare ogni influenza degli italiani Balcani si è preposto benemerenze nei confronti della Jugoslavia e della Grecia
Oltre voleva anche al terra
Successo qualcosa
Sì
Ho invitarne pensava anche a modifiche per il Sudtirolo favore dell'Austria
Super lezione non subimmo di Fichte per Stalin letali apparteneva da sfere d'influenza occidentale occupata delle truppe angloamericane e durante le conferenze dei ministri degli esteri
Fu l Italia fu quindi considerata Dorina sovietica come una pedina una umanità di scambio
Per raggiungere i propri obiettivi nei Paesi dell'Europa orientale nei Balcani dall'appoggio richieste di Tito dell'annessione di Trieste perseguita fino all'ultimo con un negoziato che anch'esso noi possiamo vedere anche da parte dei documenti sovietici
E fino al riconoscimento di governi amici romeni e bulgari via
Nel ci fu anche un'estenuante negoziato sulle riparazioni dove da una richiesta iniziale di seicento milioni idoli del poi scesa trecento infine a cento milioni ma ancora troppo alta per le risorse italiane
Avanzo più le la proposta anche di un mandato sulle colonne del Sole stesse con italiane gli USA era l'unica prepotenze vincitrice a non volere una pace punitiva e da sostenere soprattutto i responsabili conoscevano la situazione italiana
E la necessità di sollevare il Paese con aiuti economici per impedire una presa di potere da parte delle forze filo sovietica ma durante i negoziati
Ribellarsi segretario è stato assunse un atteggiamento sostanzialmente arrendevole agire pareri di molti con un'eccessiva fretta per poter chiudere la questione dei trattati
Anche sale con una soluzione che agiva soste sopperire era insoddisfacente
Quindi il trattato di pace d'Italia fu inutilmente punitivo e umiliante
L'Italia non ebbe nessuna possibilità di intervenire De Gasperi fu fece un bellissimo discorso Parigi a perorare la causa italiana chiese anche inutilmente che si rinviasse la decisione su Trieste
Ma ecco qual era la situazione del Paese
Anche per la parte italiana questo fu un periodo di transizione paese arretrato che usciva da venti anni del fascismo fu lenta la presa di coscienza della perdita di finiti IVA dello status di potenza
Anche perché in parte della diplomazia e dell'opinione pubblica rimaniamo analisi di nazionalismo così come continua lungo l'illusione che il contributo dell'Italia la propria liberazione attraverso il momento resistenza all'azione delle forze armate regolari
Avrebbero fatto passare lo Stato studi unico sconfitto
La linea mentre la politica americana avvenne anche lentamente non non soltanto perché due partiti di sinistra che in quel momento partecipano al governo Nano strettamente legati all'Unione Sovietica
E chiedevano una e chiesi tra l'altro in vari occasioni chiese invano alle sovietica di gesti
Di aiuto economico l'Italia che l'Unione Sovietica si rifiutò sempre di dare ma anche c'era anche una posizione antiamericana e anticapitalistica di parte della DC che puntava su un'Italia neutrale tra le due potenze
De Gasperi che diresse in quegli anni la politica estera italiana si orientò verso gli Stati Uniti non soltanto perché non gli unici ad avere una posizione favorevole all'Italia
Sulla questione del trattato di pace Merjona anche gli unici disposti a offrire aiuti economici Linz degli aiuti indispensabili e per la stessa sopra le immense il Paese la politica italiana in quel primo periodo fu dettata dall'emergenza
Una certa storiografia sottolineati condizionamenti da parte americana sulla politica seguita da De Gasperi
Condizionamenti ovviamente ce n'erano erano oggettive in Italia era occupato in paese occupata un Paese che aveva bisogno dell'aiuto economico quello appunto come dicevo per per andare avanti
Nello stesso tempo però non viene a questo accordo che è stato descritto nella storiografia
Lungo il governo De Gasperi fu considerato per molto tempo un governo troppo debole per mantenere il controllo della situazione
Per De Gasperi la certamente idea sui cercò di Man di arrivare a una a insomma far pendere considerazione il proprio governo che la situazione allarmante nel Paese attraverso viaggi negli Stati Uniti
E la questione economica e al centro anche della crisi del maggio del quarantasette
In particolare proprio su questa crisi sull'esclusione del Sinistra il governo nel maggio del quarantasette
Una nuova di commenti azione mostra che non furono gli Stati Uniti a chiederla come condizione per nuove dare nuovi aiuti economici come è stato per spesso scritto
Anzi Truman si rendeva conto che un tale passo nell'azzardato fu De Gasperi a decidere dopo una lunga crisi il fallimento del tentativo di un governo di grande coalizione presieduta da Michele Orlando
E anche altre o contro il parere di una sua parte del suo partito
Assumendo il rischio di un fallimento probabilmente è importante la notizia trasmessa Elita Tarchiani proprio durante la crisi nel se sedici Maggio che Mascia sta pensando a un piano di aiuti per l'OPA e questo lo spinse a fare un passo che allora sembrava ai fischiato di un governo senza le sinistre parco ma con l'appoggio determinante dei liberali
La decisione fu la decisione americana di avviare il piano Marshall per aiutare la ricostruzione dell'Europa evitarne la catastrofe economica e provocare la reazione evitarne la catastrofe economica provocare la reazione del dell'Unione Sovietica facendo precipitare
La situazione internazionale
La creazione delle come forma con la partecipazione anche due partiti comunisti l'occidentale con l'italiano e quello francese l'attentato apprensiva sovietica
Nell'aria del Mediterraneo con l'aiuto all'insurrezione comunista greca anche questo sorga viene fuori dalla nuova sulle Fia
E con la pressione sulla Turchia sancirono l'inizio della guerra fredda
Siccome deve i periodi con l'operazione sovietica con le altre potenze alleate terminava anche la strategia concordata da Stalin con i leader dei partiti comunisti francesi italiani quarantaquattro di una partecipazione governi di coalizioni si apriva invece per questi partiti è una nuova fase di opposizione contro il Governo e contro il Piano Marshall
E per la conquista del Partenio
Situazione venutasi a creare tra la fine quarantasette l'inizio e quarantotto all'Italia che fino allora era stato un Paese marginale assunse un valore strategico e divenne un'area di confine tra due sistemi contrapposti
A quel punto la prospettiva di aiuti americani in una polarizzazione delle forze politiche enorme il io prospettiva aiuti americani spinse la maggioranza del Paese votare per la DC
Lezione di quarantotto sarebbero state quindi prima scontro frontale tra i due campi la vittoria dell'ICI avrebbe sanzionata la scelta occidentale dell'Italia
Questo risultato fu dovuto in gran parte la capacità politica e l'equilibrio nel senso dello Stato e del Cile De Gasperi che serve cui dare un pesa ancora incerto diviso chirurgicamente sulla strada della democrazia
Grazie
Ti ringrazio Elena Aga Rossi tutta la sua relazione e do subito la parola a Paolo Pombeni
Svolge la sua relazione sul tema la transizione in Europa
Grazie il tema è enorme naturalmente io qui non solo Forte Rosso un piano narrativo che è impossibile ma toccano solo alcuni punti di questa di questa tradizione
Essenzialmente tre condotti sul piano diciamo la storia delle idee e delle ideologie il problema del ripensamento del liberalismo nelle sue varie accezioni come fondamento del costituzionalismo europeo
Sul piano delle organizzazione politica la definitiva affermazione come suo perno della forma partito moderna e terzo punto l'introduzione sistema costituzionale di un diritto al benessere che veniva presentato come il fondamento della nuova cittadinanza
Se c'era un'ideologia che apparirà in una crisi quasi irreversibile nemmeno centoquarantacinque era il liberalismo
Il famoso storico inglese Helen Taylor in una conferenza tenuta la BBC nel novembre quarantacinque scrisse disse questa famosa frase citatissimo ma che diciamo l'idea del liberalismo fondata sull'impresa privata era un partito sconfitto ed un partito che non sembrava avere un futuro migliore di quello dei giacobiti nell'Inghilterra dopo il mille seicentottantotto
Tengono andava avanti questa analisi che molto che che è molto interessante dice Anna e ma in realtà c'è una grande novità sulla sul versante delle ideologie nel continente perché lui riteneva che la Gran Bretagna naturalmente non facesse parte dell'Europa
Per la prima volta da un lato i socialisti e perfino il comunisti diciamolo il hanno riscoperto
I diritti dell'uomo
E quindi si vuole si socialismo ma si vogliono anche i diritti dell'uomo nato altri partiti di destra che lo identificava nei partiti cattolici hanno dopo quella che mi sembrava lunga sembrano mi fondatamente una lunga pausa diciamo conservatrice e anche di appoggiare il sature
I questi partiti cattolici dietro la stessa Chiesa romana
Stava difendendo sul continente vicino questa breve frase ciò che è stato considerato come la dottrina anticlericale date il principio da libertà e dei diritti dell'uomo e in conseguenza diceva Taylor l'Unione
Del tutto inaspettata fra queste due forte
Porterà a questa cosa nuova in cui si uniranno dice lui sono in una forma un po'retorica Rousseau e Marx addirittura con l'appoggio del sistema dei
Delle forze cattoliche garantiscono una nuova base di massa a questa a questa svolta
è no no non è un fatto banale ovviamente
La la vigente Laurent camicione piuttosto piuttosto acuta
Perché un IVA due aspetti
Il superamento da un lato dello schema dualistico del confronto fra fascismo e antifascismo che aveva dominato l'intellettualità europea fra gli anni Venti e Trenta no in cui il primo sarebbe stato il suo il fascismo sarebbe stato la negazione del sistema costituzionale fondato sul government batiscafi Sant'e sul sistema rappresentativo garantito dalla competizione aperta fa molti partiti
Mentre il secondo l'antifascismo sarebbe stato il restauratore di queste di quel corso il ritmo che adesso veniva aggiornato da una forte iniezione di base sociale
Per cui i partiti sarebbero definitivamente accreditati non come semplici articolazione del sistema costituzionale
Parentesi parlamentare ma come autentici strumenti di canalizzazione del consenso dalla sfera sociale alla sfera alla sfera politica
Naturalmente si potrebbe discutere quanto di questo sia pure in forma eterodossa stava già nel fascismo
Però adesso non abbiamo il tempo per farlo e quindi lasciamo magari da parte questo aspetto
Vediamo invece che il problema più grosso era il problema della crisi delle democrazie
Laddove democrazia erano sopravvissute cioè in in Francia e Gran Bretagna
A prescindere infatti dall'esistere al loro interno diffide fasciste più o meno consistenti e anche dal tema più generale
Che era presente in questo contesto Codella preferenza a usare a forme di dirigismo centrale affidate al governo piuttosto che una sostegno ulteriore al parlamentarismo nel trentanove e quaranta si era assistito in generale
A quello che appariva un collasso di queste democrazie
Il caso evidentissima era la Francia rete caro a tutti noto
Con il successo iniziale l'esperimento di Vichy alcuni una prima fase si allinearono anche personaggi che provenivano proprio dal versante critico del liberalismo ma da un versante del tutto opposto a quello delle destre citerò per tutti il caso emblematico di Manuel buoni
Che poi diventa un resistente ma nella prima fase uno degli animatori di questo famoso esperimento il castello di un rialzo in cui si voleva fondare un tipo di democrazia diverso che pensava di trovare in Pétain una un sostegno
La crisi peraltro era presente anche in Gran Bretagna anche se non non era percepita in questi termini
Se noi ieri andiamo alla crisi inglese del mille novecentotrentuno che avevo visto la spaccatura del partito laburista e la sua spesa pesante sconfitta elettorale vediamo subito che allora non si era generata quella che oggi potrebbe essere interpretata come una successione in termini bipolare
I governi inglesi infatti che si succedettero fino a mille cento trentanove almeno governi conservatori ma formalmente governi nazionali in quanto erano alleanze più vaste dei conservatori una parte dei rilievi dei liberali
E addirittura un pugno di transfughi laburisti che aveva seguito McDonald
Che anzi rimase premier fino al mille novecentotrentacinque questo perché perché si voleva appunto dire che si doveva superare questo approccio sezionale come si diceva allora section alt di di di di parte della della politica
Lo stesso arrivo al governo di Churchill non fu affatto l'arrivo al governo di un
Leader di partito
Nove il tempo di di di di di di spiegarlo ma i costituzionalisti britannici presentato questo come una eccezione uno degli ultimi casi in cui viene esercitata la prerogativa regia perché quando c'è ci viene chiamato la Premiership nel quaranta non è nell'indicazione del partito laburista nell'indicazione della maggioranza tra maggioranza parlamentare
Per la cronaca era anche un personaggio molto discusso perché era considerato sono un vecchio radicale fuori dei giochi per giochi politici che di politica non capiva molto
La cosa sì sì cambia cambia con la guerra cambia con la guerra
è già stato ricordato oggi questo discorso di Dossetti molto interessante sull'importanza storica
Storica la guerra che li costringe tutta Europa ripensare il i propri canoni un'intuizione molto forte Dossetti non è uno storico e quindi ed avere un'intrusione
Però è un'illusione estremamente estremamente fondata
La guerra cambio queste so che queste coordinate tant'è vero che le elezioni inglesi e questo lo trombo molto emblematico non furono vinte dal leader che aveva portato la Gran Bretagna alla vittoria in una maniera del tutto inaspettata
Cioè c'è c'è il ma vennero male non ho vinto da un signor nessuno come Clement e stili
E perché e perché la gente voleva tornare a tempi normali a tempi in cui si preferiva una genetica politica che facesse riferimento a forza insediate e radicate nel Paese
Che avevano in mente un problema di ricostruzione nazionale e non come proponeva Churchill un problema di grandezza politica di dominio della Gran Bretagna nella nella grande nella grande politica
Sarei molto interessante esaminare questa dinamica elettorale del quarantacinque che ha una dinamica molto molto importante
Certo la Gran Bretagna non non è un buon esempio per sottolineare lo sviluppo del sistema la forma partito perché come abbiamo visto per varie ragioni
Qui i partiti avevano continuato a desistere sia pure un questa parentesi fra virgolette nazionale fino tutto il pedone consideriamo mi pare più interessante richiamare un fatto cioè il problema della resistenza europea che di solito è presentata come l'incubazione del potere dei partiti ecco anche queste una in gran parte una leggenda
In Francia la resistenza ed una fortissima componente anti partitica e non solo una sua variante gollista
I movimenti che sarebbero poi confluiti nel Comité nazionale della regista un sacco serie nera erano per la maggior parte fortemente anti partitici avevano anche dei nomi strambi quelli della Loira contestarmi somma i nomi che non si riferivano i poli tradizionali
Quelli della resistenza eccetera
Perché perché i partiti erano considerati i corruttori li affossa attori del sistema francese che aveva portato al disastro da Terza Repubblica diciamo lei mi fa molto federatore l'ex prefetto
Inviato da De Gaulle fare infine la resistenza per riorganizzarla
Fece molta fatica a fare accettare
I partiti all'interno del sei nero
Anche in Francia la anche in Italia la Resistenza non fu esclusivamente opere dei partiti nel senso classico del termine del tempo
Ma soprattutto nel film prima fase molto spesso frutto di iniziative autonome dalla società civile
Che più che i partiti si facevano molte volte a vecchie bandiere ideologiche più o meno definite che solo col procedere degli avvenimenti sarebbero inquadrate
Per il fenomeno democrazia cristiana questo è ed è molto interessante del resto questo è un merito di di De Felice aveva ricordato cosa che è stata come dire un pochino messo da parte il fatto che il presidente del CLN nazionale fu un banchiere liberale Alfredo Pizzoni fino all'ultimo momento mica fu una una un'espressione dei partiti politici
Certo l'Italia non conobbe dopo la Liberazione nell'esperienza repubblicana un movimento anti
Anti partitico di origine resistenziale come avvenne in Francia cioè la formazione politica di Mitterrand che era all'inizio una formazione
Anti partitica ma di derivazione resistenziale
In Italia la Breve esperienza antipatica de uno qualunque tutto fu ovviamente meno che una espressione di tipo di tipo resistenziale
In Germania
Quel tanto di resistenza che fu possibile in condizioni molto particolari qui voglio spessa spezzare una lancia sulla stupidaggine che si legge sempre cioè che in Germania è diverso che l'Alitalia perché non ci fu l'esistenza ma faccio presente che in Germania
Il nazismo rimase al potere fino alla fine e in Italia la resistenza comincia quando il fascismo cade cioè quando c'è una situazione di casa virgolette Anarchia che lo rende che lo rende possibile ma quella resistenza possibile all'interno di un regime che aveva saldamente in mano le leve del potere
Fa capo alle chiese ad alle burocrazie ad alcune componenti militari solo in misura minima i partiti
Che per ragioni evidenti non poteva non potevano operare se non nell'esilio e quindi con grande difficoltà
Però anche in questo caso furono gli uomini della Resistenza
Sia pure di questa resistenza interna tutta particolare che arrivarono i versi dei partiti che si era impiantavano sul forte Visco essendo la con la condizionanti resistente ciò che agevolava la conquista della patente per l'esercizio e l'altro della attività politica che doveva essere concessa a discrezione delle autorità di occupazione
Ed è così che in Germania si opera una saldatura fra questi movimenti che erano espressione della società civile e forme di organizzazione politica
Che godevano del vantaggio dalla tradizione soprattutto in campo elettorale
Una saldatura che fu diretta dall'alto dagli occupanti che impedirono la formazione di altre organizzazioni sorse la spontaneità sociale e avviare una così quel fenomeno della limitazione del numero dei partiti politici
Che troppo spesso e visto il conducente c'è frutto della ingegneria post costituzionale del Grundgesetz perché la famosa clausola di sbarramento non è neanche nel Grundgesetz
A questo punto una una breve considerazione va fatta per quanto riguarda la questione del Partito comunista
Per strano che possa sembrare fu il Partito Comunista suggerire a buona parte di quello che per semplicità che me lo sistema occidentale la modellistica fondamentale della mozione della forma partito
Perché io credo che anche il partito di massa per antonomasia che si era pensato all'Ottocento cioè l'organizzazione di tipo socialista o cattolico era di un genere diverso dalla nuova forma che si andava stabilendo nel secondo dopoguerra
Per esempio essa non era organizzata su una rigida ed ampia compresa l'azione fra presenza del momento sociale presenza nel sistema parlamentare più in generale costituzionale
No e noto il travaglio che esisteva quasi dovunque nel rapporto fra gruppo parlamentare e direzione del partito
Naturalmente è vero che questa fusione fra uomini governo uomini partito aveva avuto una sua premesso nel Gran Consiglio del fascismo ma ovviamente era una premessa che non era più come si dice oggi politically correct
Era stato invece il Partito comunista con questa sua diciamo capacità di gestione del sistema complessivo che univa gestione dell'ideologia
Educazione politica delle masse e Governo dei flussi delle del delle classi dirigenti a suggerire quel sistema che poi attraverso la fascinazione di questo modello sui vecchi partiti sociali voi socialisti vuoi di matrice cristiana diventa la forma strutturante di quelli che sono universi autonomi autoreferenziali
Dei centri di produzione politica che non hanno Progetto solo la decisione politica l'interpretazione del mondo ma soprattutto la strutturazione decision making come forma partecipata al governo democratico
Naturalmente a questo pur su cui con questo aspetto si salda il problema che ho brevemente accennato poco fa che il problema della trasformazione economica che allora si voleva mitica mente nelle mani della pianificazione
Quel modo di intendere la nuova fase del ciclo economico e politico che von Hayek attacco compassione nel suo famoso libro del mio accento Farquhar anta quattro la via della schiavitù
Che al contrario di quanto si legge aveva come obiettivo solo indietro che innesca non c'entra niente con questo aveva come obiettivo più preciso Recchi ha letto il libro sa
Il dibattito sul corretto socialismo prussiano per la fase a cavallo a cavallo fra le due guerre per fare per fare due nomi famosi i coniugi Webb e Ali
Naturalmente
La trasformazione economica o Palmina centoquarantacinque una cosa complicata
Perché non è solo la politica e la pianificazione nel senso della organizzazione della produzione economica
Ma è anche la politica di quello che noi oggi chiamiamo l'Uefa e infatti ne vediamo spesso congiunti nel dibattito storiografico politologico i nomi di Keynes e di Beveridge
Due paroline su quel su su questa cosa
Cancer non è un teorico della pianificazione economica
Penso è un teorico del ciclo economico che è una cosa diversa cioè che in sé non discuteva su che cosa si deve produrre praticata formulazione attiva assolute produrre burro o cannoni ma sul fatto che comunque promuovendo produzione cioè promuovendo Spesal si promuoveva un motore della richiesta era la rivoluzione rispetto l'economia classica che riteneva che fosse il risparmio cioè l'accumulazione la base del benessere
Complici la sostituzione invece l'idea che fosse la spesa virtuosa fare scavare buche agli operai profani deve riempire no questa famosa immagine che keynesiana il punto centrale per creare ciclo economico
Con questo ma indipendentemente da questo come parte letta che che il se beve dice non avevano grande grandi rapporti io Beveridge veniva considerato un pessimo un pessimo economista però Chopper
Le stranezze la storia abbastanza in parallelo deve leggere
Assunse la seconda leadership all'interno di questo movimento prima col suo famoso rapporto
Solo sociali Insurance and alla il sei deciso del venti novembre Mina centoquarantadue quello che secondo Churchill garantiva una assicurazione nazionale obbligatorio per tutte le classi e per tutte le esigenze dalla culla alla bara
Un successo strepitoso seicento mila copie vendute nella sola Gran Bretagna in pochissimi mesi
Ma una cosa che proponeva quello che mi permetto di citare una una breve frase sarebbe diventato
L'emblema del sistema occidentale è una fede che unisce le Nazioni Unite egli mi pare che il termine interessante perché il termine che si riflette che si riferisce all'alleanza bellica
è una sede che unisce le Nazioni Unite egli oppone ai loro nemici liberare l'uomo dal bisogno richiede coraggio e fiducia nell'unità nazionale
Che si innalza al di sopra degli interessi di qualsiasi classe o gruppo che sia queste secondo fondamento del modello costituzionale che nasce in Europa dopo la frattura e quarantacinque
Che si un modello fondato sul Welfare ma è anche un modello che ritorna a questa idea della National riuniti
Ecco questo è il questo era il il problema fondamentale che si che che si poneva all'usura e questo problema fondamentale
Derivava in parte dalla ideologia da depressione ovviamente ma in parte derivava anche dal problema del ripensamento di quello che noi oggi chiameremo il contenuto della decisione politica
Infatti nella Costituzione
Chiamiamola materiale per intenderci
Che come modello si impone dalla seconda metà del ventesimo secolo in avanti la decisione politica non riguarderà più in primis la guerra e la pace che erano i due grandi temi fondamentali del potere dello Stato
Anche perché l'Europa andava progressivamente perdendo la capacità e la legittimazione a fare guerre e questo è un problema storico grossissima che naturalmente segna da questo punto in avanti la spaccatura
Fra l'Europa e gli Stati Uniti d'America che invece rimangono una sistema politico che ancora il potere di fare la guerra e la pace
Ma la decisione politica riguardava l'organizzazione della sfera della produzione della ricchezza
E naturalmente che si trattasse di un terreno per la decisione e non semplicemente una delle articolazioni del tradizionale potere di amministrazione perché altrimenti questo cessa resiste anche prima lo provava la convinzione che fosse possibile un intervento creativo sulla storia condizione che s'convinzione che si era formata netta delle grandi rivoluzioni delle grandi guerre
Il tema della redistribuzione della gestione dello sviluppo sarebbe rimasto dominante visita in polizia europei almeno fino alla prima crisi petrolifera del Milan centosettantatré ma secondo me dura ancora
Peraltro però venne posto in maniera embrionale nel dibattito sulla trasformazione politica che si ebbe in tutti i Paesi europei nel periodo quarantacinque cinquanta perché adesso non si trattava più di un sistema semplicemente di giustizia sociale o di Uefa
Ma si trattava del problema di inserire questo all'interno di quello che mi ha percepito come una trasformazione oggi diremmo globale il termine non mi piace perché Busato
Una trasformazione globale dei costumi della geografia politica dell'equilibrio fra i diversi settori
Con i relativi poteri che vi erano con me cornici
Tutto perché questo è fondamentale perché è questa idea della grande trasformazione che illegittima il problema dei partiti
Perché la grande trasformazione che richiede canalizzazione del consenso disciplinamento sociale
Governo delle angosce popolari questo è un tema che la politica dim tende a dimenticare ma non sappiamo benissimo da storici che ogni generazione genera angoscia e che senza il governo d'angoscia ci ci finisce male
E poi l'azione equilibri attrice naturalmente fra le diverse componenti a tutela dell'equilibrio esistente
Questa idea che la rivoluzione non fosse più possibile perché senza equilibrio la rivoluzione mangia se stessa era un'altra grande come dire tradizione intellettuale che embrionale mente perché informa espressa non si trova tanto membri non mente avevano più o meno tutti compresi diciamo gli eredi delle grandi tradizioni rivoluzionario
Nessuna società europea aveva dimenticato quanto la sottovalutazione di questi aspetti come appunto era avvenuto negli anni venti e trenta
Potesse essere pagata a caro prezzo
Cioè il la la riflessione sul dramma per fascismo era stata una distinzione una una una riflessione molto molto importante avrebbe costituito un lascito storico Luca
Quindi la dinamica delle maggioranze interne esile maggioranza all'interno dei vari sistemi di partito
Si giocherà proprio sul sul tema della capacità di una certa costellazione politica quindi non di un singolo partito di promuovere o garantire uno sviluppo al tempo stesso ha sostenuto e sostenibile dagli ex dagli equilibri sociali in cui si inseriva questo dibattito che nella storiografia britannica enorme sulla così detta consensus policy cioè la politica fondata su un consenso sul consenso generale e un tema cruciale che meriterebbe una una una una riflessione che non mi è qui possibile per ragioni di tempo faccio solo e chiudo una brevissimo accenno a un altro evento emblematico che questa necessità di creazione del consenso
La rifondazione della democrazia cristiana tedesca cioè del partito cattolico tedesco la sede uno come è noto si fonda sulla unione fra cattolici e protestanti non mi non è che per tanti versi e più nominale che reale ma simbolicamente al grande importanza perché ovviamente rompe quello che era un tabù storico all'interno del sistema del sistema politico tedesco e lo rompe proprio su questa idea che solo un consenso estremamente vasto può consentire di garantire lo sviluppo lo sviluppo politico
Io credo che questa sia anche una no non so sull'elezione della storia e io sono con il dubbioso perché sembra lo storico che tira l'acqua al suo mulino però credo che sia un elemento sul quale anche oggi non sarebbe male spendere qualche riflessione
Grazie convegni e ora do la parola a Silvio Pons che svolgerà una relazione sull'Italia
Vista dall'Unione Sovietica degli anni quaranta prego
Grazie presidente
Nel corso del Novecento l'Italia non ha mai avuto un posto di rilievo nella politica estera dell'Unione Sovietica se non è più episodicamente lungo periodo si può sostenere
Che i rapporti tra i due Paesi abbiano rappresentato un un carattere culturale e simbolico prima che politico-diplomatico
Basti pensare all'influenza del mito sovietico su vasti settori della società italiana nel primo dopoguerra e poi al suo rilancio dopo la seconda guerra mondiale
Per contro all'indomani della guerra nella Seconda guerra sin dal delinearsi la divisione dell'Europa in sfere di influenza i rapporti politici diplomatici ed economici
Tra i due Paesi ci appaiono assai labili e non furono neppure lontanamente paragonabile a quelli che si dovevano sviluppare tra l'Italia e gli Stati Uniti tuttavia il prestigio e la potenza acquisite ordine sovietiche a seguito della guerra
Detto e una spinta decisiva per modellare il nesso tra politica nazionale il sistema internazionale alle originalità repubblicani il legame organico esistente con Mosca
Contribuì al radicamento del Partito comunista della società nazionale e gli consegnò la primogenitura nell'internazionalizzazione della scienza e spazio politico repubblicano
Ciò fu possibile grazie alla peculiare combinazione tra un ruolo politico in un ruolo simbolico tra l'azione rivolta a conciliare la politica essere altrove sovietica con la legittimazione del PC da una parte e le nuove fondamenta offerti al mito dell'Unione Sovietica dalla vittoria sul nazismo dall'altro
Il punto su cui vorrei soffermarmi questa relazione e che quei due ruoli non si saldano a lungo insieme e anzi si separarono molto presto
L'elemento politico della presenza sovietica doveva essere esclusivamente affidato all'azione del PC
Mentre l'elemento simbolico doveva costituire un fattore sostitutivo dell'azione di politica estera
è evidente come tale evoluzione vada fatta risalire nella sostanza all'emergere di scenari della guerra fredda sin dal primo anno del dopoguerra
Ma una ricostruzione più attenta può aiutarci a capire meglio le dinamiche né motivazioni e soprattutto i limiti della visione sovietica dell'Italia limiti non soltanto oggi o politici
Ma anche attinente la concezione stessa della politica dell'egemonia
Ora se c'è un episodio che si presenta come una seria eccezione alla regola di lungo periodo sopra enunciata quella del primato dei rapporti culturali e simbolici su quelli politici e diplomatici
Esso cade alla fine della guerra del costituito dal riconoscimento sovietico del governo Badoglio nel marzo quarantaquattro come è noto questo riconoscimento fu conseguenza di un'azione politica unilaterale sovietica nel primo Paese europeo liberato gli eserciti alleati
E come tale levava di fatto l'Italia un posto non secondario nella definizione degli stessi interessi sovietici più specificamente esercizio di un'influenza dell'Unione Sovietica sui processi di riassetto politico dell'Europa postbellica sebbene i piani di guerra del Cremlino il posto riservato all'Italia fosse secondario e marginale
Essa venne a costituire un banco di prova delle intenzioni sovietiche verso l'Europa sul piano della geopolitica come sul piano della condotta delle forze politiche
E sociali legate all'URSS il riconoscimento fu infatti il presupposto di un preciso orientamento del PC che dette origine alla così detta svolta risale in altre parole la mossa diplomatica sovietica fu collegata all'apertura di una fase politica in Italia fondata sulla collaborazione tra le forze antifasciste gli istituti tradizionali
Che caratterizzò il processo di transizione tramite il principio da grande coalizione tramite l'inclusione dei comunisti nel governo la politica di Togliatti doveva seguire l'ispirazione moderata volta rigettare le istanze dell'evoluzione sociale coordinata con la strategia sovietica di mantenimento della coalizione con le potenze occidentali
Si stabiliva così di fatto un nesso tra la collocazione dell'Italia negli interessi sovietici e le forme della sua transizione dopo la caduta del fascismo
Tanto più consistente ci appare perciò l'interrogativo sui motivi della successiva marginalizzazione dell'Italia politica estera sovietica e tanto più insoddisfacente una spiegazione generica
Ma questo richiede appunto la considerazione di una più complessa dimensione politica
Naturalmente non è questo la sede per riproporre l'ennesima interpretazione la svolta di Salerno sufficiente osservare
Che tramite nuova documentazione d'archivio sappiamo oggi chiesa fu la conseguenza del diretto intervento di Stalin
E fu perciò strettamente legata alla definizione della politica estera dell'Unione Sovietica
Ci interessa invece esaminare meglio perché il marzo del quarantaquattro le sto un episodio
è infatti evidente che la strategia dell'attenzione delineato dall'uso verso l'Italia si arrestò quasi subito al punto che c'è persino difficile affermare l'esistenza di una politica italiana del sovietica dopo la fine
Della Quercia
è evidente che il delinearsi trasferì l'influenza la prima questione sin dall'autunno del quarantaquattro si affermò la tendenza sovietica invocare il cosiddetto precedenti italiano
Vale a dire la preminenza
Delle forze anglo americano direzione del regime armistiziali ai fini della politica che sovietica nei Paesi dell'Europa orientale occupati dall'Armata Rossa
Cioè equivaleva a un uso strumentale dell'Italia che in quanto tale riduceva largamente le possibilità di una strategia di influenza la palese mancanza di una volontà sovietica di dare un seguito all'iniziativa del riconoscimento la messa a punto di una politica volta riconosce almeno parzialmente le istanze del governo italiano
Fu ben percepita dall'ambasciatore Pietro Quaroni sin dalla primavera del quarantacinque
è probabile che i sovietici si preoccuparono di ottenere l'effetto opposto a quello voluto alimentando con una presenza troppo ingombrante le tendenze occidentali a rafforzare il controllo solitario
Dobbiamo però ritenere che i limiti della condotta sovietica vanno individuati anche la difficoltà di concepire una politica estera svolte volta a sviluppare l'influenza comunista in un contesto diverso da quello dell'Europa orientale
L'URSS si rivelò incline a giocare una partita per l'influenza politica soltanto nel caso che questo si svolgesse lontano da aree strategiche considerate di vita l'interesse per la propria sicurezza statale e ideologica
In Italia in Francia la partita poteva considerarsi aperta e poteva essere giocata in ragione della presenza di forti partiti comunisti ma così non era non poteva essere ad esempio in Polonia
In altre parole i sovietici non mostrare un'autentica disponibilità ammettere Paesi chiave
Dell'Europa centrorientale sullo stesso piano del resto dell'Europa Europa centrorientale confligga configuravano una zona a statuto speciale determinata dalla politica di potenza dell'URSS
La questa difficoltà ad assumere l'ottica della reciprocità fu all'origine dell'inazione sovietiche in Italia dopo il marzo del quarantaquattro
Prestò invito una concezione negativa la politica verso un Paese un Paese ha vinto
E il coordinamento tra la politica internazionale dell'URSS e l'insediamento nazionale del PC stabilito quarantaquattro Finiper basarsi molto più sull'indifferenza sovietica verso l'Italia che non su di un'attiva politica a destra
Sotto questa luce emergono almeno tre fattori della condotta dell'URSS verso di trarre in primo luogo il proposito di evitare che una crescita dell'influenza sovietica alzasse il prezzo da pagare sul versante della presenza sovietica euro polenta in secondo luogo la priorità accordata da Mosca di rivendicazioni territoriali degli alleati jugoslavi
Che investivano direttamente il trattamento dell'Italia nella conclusione della pace in particolare sulla questione di Trieste
E in terzo luogo il timore che una presenza troppo invadente dell'URSS potesse compromettere la possibilità di espansione
Del Partito Comunista Italiano e le chances elettorali di un'affermazione del sinistro
Quest'ultimo era in realtà un fattore ambivalente perché anche un disimpegno o addirittura un atteggiamento punitivo dell'Unione Sovietica potevano Tel penalizzate Partito Comunista Italiano
Non a caso l'ambasciatore sovietico a Roma Mikhail Koestler sollecitò un maggiore attivismo de L'Unione Sovietica in Italia sin dagli ultimi mesi del conflitto ma inutilmente
Le sollecitazioni dei Comunisti italiani a modificare la condotta passiva se non ostile tenuta dall'URSS reiterate soprattutto in prossimità degli appuntamenti elettorali dopoguerra non è vero ascolto
Il condizionamento esercitato sulla condotta sovietica dalla divisione delle sfere di influenza fu perciò determinante
Ma non è comprensibile senza porre in evidenza l'idea molto rigide la ripartizione di egemonie tra le potenze vincitrici che contraddistinse Mosca sin dalla fine della guerra questa considerazione è essenziale per la comprensione della visione sovietica dell'Italia
Nella misura in cui vi fu la politica italiana dell'URSS durante questi anni essa fu una politica verso il PC
Ma tale politica rivelò la tendenza a concepire in termini puramente strumentali propagandistici la funzione nazionale del PC alla quale il solo contributo dell'URSS sarebbe stato il mantenimento di un ruolo defilato
In un simile contesto significativo che l'interesse sovietico si appuntasse molto più sulla natura e il ruolo delle forze politiche e di governo che non sui carattere le fondamenta della transizione democratica in Italia
Ciò traspare con evidenza dei rapporti inviati a Mosca l'ambasciatore Koestler
Anche se il giudizio dell'ambasciatore non poteva non essere influenzato da quello dei dirigenti del PC con i quali si incontrava regolarmente
Gli orientamenti di fondo della sua osservazione al momento deliberi la molotov offre quindi a Stalin mostrano scarsissima propensione recepire su mature politiche analisi differenziate considerazioni di ordine istituzionale
Così nei rapporti di Koestler pur nel contesto di un'osservazione costante sugli orientamenti dei partiti politici e soprattutto sui loro rapporti di forza
Emerge un inequivocabile disinteresse dei sovietici per i lavori e le prospettive dell'Assemblea costituente malgrado l'importanza che questa rivestiva per la politica dei comunisti italiani
Assai più sensibile
Va rilevato fu l'attenzione dei sovietici per il Vaticano al quale venivano ricondotti largamente gli orientamenti del partito cattolico secondo un'ottica a dire il vero scarsamente fedele alle analisi di Togliatti
è evidente che non si può considerare il periodo quarantacinque quarantotto come un blocco unico punto di vista dell'URSS non soltanto da esso fu netta la soluzione di continuità della primavera estate del quarantasette
Reazione dei sovietici all'estromissione dei Comunisti italiani dal Governo e però significativa
Non tanto per il distacco da precedenti orientamenti quanto per il venire pienamente alla luce gli atteggiamenti che già Mosca si erano delineati
In sintesi possiamo dire che il richiamo all'ordine del citato sul pc con la fondazione del Como informale con le aspre critiche formulate all'indirizzo della sua linea parlamentarista
Misero in mostra una sostanziale sfiducia di Mosca verso l'azione legale nonché verso il carattere di massa del Partito Comunista Italiano
Più precisamente emerso tutti i limiti del nesso originariamente stabilito tale iniziativa diplomatica dell'URSS e le forme politiche della transizione in Italia
Quel nesso rilevava dal punto di vista di Mosca il suo carattere meramente tattico e l'assenza di un pensiero strategico
Iniziativa diplomatica si era da tempo dissolta mentre le forme politiche la transizione perdevano definitivamente ogni rilevanza dinanzi alla polarizzazione del quadro internazionale
Quest'ultimo fenomeno aveva fatto da tempo la sua comparsa come dicevo la sua conseguenza più dirette era di guardare assai più alla prospettiva di una crescente conflittualità della società italiana
Che non agli aspetti di ricostruzione di tenuta del sistema politico istituzionale
Non a caso complici l'apprensione degli stessi comunisti italiani si presentò costantemente sin dalla fine della guerra
L'ipotesi della guerra mondiale l'ipotesi di una guerra civile italiana
Tra l'altro anche al momento del varo della Costituente nel giugno del quarantasei quando reale riferì a Koestler che Togliatti non escludeva lo scoppio della guerra civile a seguito dell'ambiguo atteggiamento del re questa ipotesi non venne accantonata inseguito e torna ad affacciarsi al momento della crisi di governo della primavera e quarantasette
Ma soprattutto l'ipotesi di uno scenario di guerra civile doveva prendere corpo in modo molto significativo dopo il lancio del Piano Marshall e dopo la decisione di Stalin di rifiutare gli aiuti americani
Di imporre il medesimo rifiuto ai Paesi dell'Europa orientale e di fare pressione sui comunisti occidentali per promuovere un'opposizione di massa
Sotto questo profilo la fondazione del Cominform fu certamente uno spartiacque la vigila la fine quarantasette alla vigilia di elezioni politiche dell'aprile quarantotto
A Mosca e nel PC si considerò con estrema serietà l'eventualità di un'insurrezione in risposta a un colpo di Stato ritenuto probabile come estremo tentativo di impedire il successo delle sinistre da parte delle forze conservatrici degli America
De e degli americani
Dinanzi a simili scenari l'atteggiamento di Stalin concordemente con quello di Togliatti fu passare cauto Stalin dimostrerò i tenere nella massima considerazione le pericolose conseguenze internazionali di una guerra civile in Italia
Nel momento in cui la priorità era quella del consolidamento del blocco orientale ritenne particolarmente sconsigliabile il coinvolgimento dell'URSS in un conflitto che minacciava di aprirsi nella sfera occidentale
Al tempo stesso però questa accoltella non modificò e anzi a cui la passività politica dell'Unione Sovietica verso l'Italia
I sovietici preferirono osservare gli sviluppi della situazione senza tentare di intervenire per il timore di essere accusati di ingerenza nel campo avverso non soltanto sul piano di ipotesi di natura insurrezionale militare
Ma anche sul semplice piano delle promesse di aiuti del supporto aperto alle sinistre italiane
In competizione con il supporto dichiarato dagli Stati Uniti alle forze moderate benché caldamente invitati dai comunisti italiani ha compiuto una dichiarazione pubblica in questo senso i sovietici rifiutano di compiere un passo anche così apparentemente inno
Ciò induce a ritenere che l'unica autentica preoccupazione distali fosse quella di evitare ulteriori complicazioni internazionale
Mentre la sua attenzione verso l'esito elettorale dell'aprile quarantotto ci appare quanto meno ambito perciò non è sufficiente limitarsi a rilevare il netto slittamento dell'attenzione sovietica nei rapporti interstatale a quell'Inter partitici nel dopoguerra
Occorre anche osservare che la non politica dell'URSS verso il PC
Nasceva dalla tendenza a vedere come elemento inconsistente e comunque inessenziale il delinearsi di un esperienza legale parlamentare di questo partito nella società democratica
Quale si esprimeva anzitutto tramite la Costituente
A questo proposito emblematico l'atteggiamento tenuto da Mosca verso una figura come Umberto Terracini che nella sua persona riassumeva il duplice dato alle presidente dell'Assemblea autorevole dirigente del Pci
Nella seconda metà del quarantasette egli divenne una personalità fortemente inviso ai sovietici
Terracini si rese colpevole ai loro occhi di un'intera serie di peccati manifestò perplessità circa l'opportunità degli fiutare il Piano Marshall
Si pronunciò unico tra i membri della direzione del PC per un voto favorevole sulla ratifica del trattato di pace quando l'URSS ancora non si era espressa
E soprattutto ancora una volta unico nella direzione del PC avanzo serie riserve sulla Fondazione stessa del comfort sugli orientamenti la politica estera dell'URSS sull'opportunità di una linea da me di un allineamento ad essa
Del Partito Comunista Italiano
Tutto questo era certo abbastanza per procurarsi l'ostilità sovietica tanto più che Terracini non mancò di far notare l'atteggiamento pregiudizi pregiudizialmente punitivo dell'URSS verso l'Italia
Che aveva potuto constatare nella sua qualità di presidente della Costituente
Tale ostilità fu particolarmente acuta da parte di Mosca e continua a manifestarsi anche dopo la condanna ufficiale di Terracini da parte degli organismi dirigenti del Partito Comunista Italiano
Tutto ciò presentava a mio parere implicazioni che vanno al di là della figura di Terracini e persino del Partito Comunista Italiano una volta di più
L'atteggiamento sovietico verso l'Italia rivelò il suo carattere strumentale la tendenza ignorare i cambiamenti più profondi che si realizzavano nel suo tessuto sociale politico istituzionale l'Italia venne prima concepita dai sovietici come un terreno per verificare i rapporti inter alleati e gli spazi di influenza in Europa nell'ultima fase di guerra
Poi come un Paese vinto incluso nel campo nemico da usare come un precedente per le proprie mosse nell'Europa orientale infine come un'arena della guerra fredda
Dove un conflitto di massa poteva essere utilizzato al fine di impedire il conditi il consolidamento del blocco occidentale a condizione di non degenerare in una guerra civile incontrollabile nelle sue conseguenze internazionali
Nel contesto di queste visioni lo spazio per una considerazione positiva la transizione democratica italiana dal Fascismo alla Repubblica fu estremamente limitato e infine si ridusse a zero grazie
Ringrazio Silvio Pons per la sua relazione do la parola a Umberto Gentiloni Silveri che deve affrontare il tema il passaggio istituzionale nella documentazione alleata prego
Grazie presidente
Nel diario nel suo diario Falcone Lucifero
Ministro della Real Casa riferisce la reazione dell'ultimo re alla comunicazione del risultato del referendum
Romita avvisato De Gasperi che in via riservata si mette in comunicazione con gli ambienti di corte in trepidante attesa spetta Lucifero l'ingrato compito o il cuore stretto tocca a me andare da altre a dargli la notizia
Il re riceve con serenità
Gli argomenti del suo assistente parliamo un poco non c'è che da affrontare Sereni il destino avverso ha solo parole amare per gli alleati che ne sono stati responsabili e ha perfettamente ragione aggiunge Falcone Lucifero
Quattro giugno mille novecentoquarantasei alle ore ventuno poco più di un giorno dalla chiusura dei seggi nel secondo anniversario dell'ingresso a Roma delle prime avanguardie alleate
Il primo pensiero del re sembra essere rivolto al tradimento degli angloamericani a un comportamento che avrebbe aperto consapevolmente la strada alla vittoria della Repubblica
Difficile stabilire se prevalga il rancore o l'incredulità per un dato inatteso il giudizio sugli alleati si accompagna ad una serie di interrogativi che hanno scandito la riflessione storiografica negli anni e nei decenni successivi
Cosa c'è dietro quali letture si sovrappongono nella strettoia conclusiva del conflitto mondiale e ancora quali ripercussioni nell'atteggiamento del sovrano
Che al di là del fair play iniziale nel dialogo con il suo ministro tenterà di giocare altri altre carte nelle frenetiche giornate del dopo voto
Il rapporto tra passaggio istituzionale e atteggiamenti degli alleati ha già avuto una serie di approfondimenti in sede storiografica non è questa la sede per riprendere i termini di una stagione di studi che iniziò nei primi anni settanta con la declassificazione della documentazione alleata per poi trovare né decennali successivi momenti di approfondimento sulle dinamiche della guerra in Italia
Vorrei solo richiamare un punto che mi sembra dirimente e per molti versi unificante l'uscita da una lettura manichea e fuorviante tra fautori di una decisiva ingerenza alleata soprattutto di marca statunitense sulle origini della nostra Repubblica
E gli assertori della linea autonoma di scelte indirizzi della classe dirigente del nostro Paese
Gli studi sul referendum sono solo la conferma della necessità di ricostruire comprendere i nessi e le interdipendenze tra quadro interno nel contesto internazionale per definire le dinamiche di origine del nostro percorso repubblicano
La scelta istituzionale è un tema di rilevanza internazionale che si snoda in una cronologia che ha origine nel dicembre del quarantuno per chiudersi poi nel giugno mille novecentoquarantasei
Un arco di tempo lungo divisibile in varie fasi segnato dall'alternarsi di vicende interni e avvenimenti internazionali strettamente legati
L'ingresso in guerra degli Stati Uniti la conferenza di Casablanca l'armistizio la conferenza di Mosca
L'operazione di Aden la liberazione di Roma e così via titoli di un percorso che agiamo trovato nelle sue ricostruzioni di merito Bari momenti di una storiografia attenta al rapporto tra quadro interno e contesto internazionale
Il punto di equilibrio rimanda al quadro entro cui la questione istituzionale si scrive determinandone la sua natura di problema internazionale appunto
Tre i livelli di una lettura che accompagna buona parte della documentazione alleata in primo luogo il nesso con il conflitto mondiale nelle strategie anglo americane di liberazione dell'Europa dal gioco nazifascista ne hanno già parlato prima di me in secondo luogo il teatro del Mediterraneo dove la nostra vicenda nazionale contribuisce a definire il passaggio dall'Inghilterra agli Stati Uniti nelle dinamiche di leadership sugli equilibri del costituendo sistema internazionale
Il termine alleati perde in breve tempo buona parte del suo consenso significato originario viene meno la grande coalizione e si consolidano i termini del confronto bipolare
Infine la questione di Roma Capitale
Nella quale si concentrano dinamiche belliche valenze simboliche strategie di controllo e di comunicazione Roma è associata alla presenza o all'assenza del re e dei suoi colleghi collaboratori
Ai movimenti della diplomazia vaticana ed allegata Nankai al e dalle e alleata nelle figure di Taylor Kirch Charles o dell'ammiraglio sto una città sospesa
Tra le eredità del conflitto e gli spazi di una rinascita difficile
In questo quadro scelgo di porre l'accento sulla fase conclusiva della parabola di Casa Savoia
Le acquisizioni storiografiche cui facevo riferimento permettono di dare per scontato il come si arriva all'epilogo finale le puntate le tappe precedenti per valorizzare una documentazione inglese inglese e americana di rilievo che aiuta a definire i contorni dell'ultimo atto lo scontro che caratterizza le settimane a ridosso del referendum fino allo sbocco istituzionale di metà giugno
Come va a finire perché quale il ruolo il ruolo degli alleati e come si arriva a dar corso altre Sports al responso delle urne
Chi si oppone con quali argomenti dove si attesta il confine tra la legittimità del risultato e gli interessi di parte
Ho scelto quindi di valorizzare le nuove disponibilità chi visti che puntando all'ultima fase del confronto conclusivo al ruolo e alla funzione degli alleati durante il mille novecentoquarantasei
In un quadro generale noto e condiviso la conclusione segna il definitivo superamento di equilibrio e consuetudini come dicevo all'inizio tra le dinamiche interne e il condizionamento anglo americano
Per semplificare possiamo dividere in tre parti una cronologia finale quasi obbligata i precedenti a ridosso dell'appuntamento elettorale i giorni del referendum e il responso delle urne la difficile costruzione di un'uscita politica
Ed istituzionale da un voto per molti versi inatteso
Punto di partenza della fase finale non può che essere la piena assunzione da parte di De Gasperi del tema dello sbocco istituzionale nella sua rilevanza e ricaduta internazionale
I primi passi del gennaio quarantasei chiariscono i termini di un rapporto bilaterale non su non subalterno
Una nota dell'ambasciatore statunitense in forma il Dipartimento di Stato sul contenuto di un incontro tra De Gasperi l'ammiraglio Stone il neo primo ministro italiano cito gradirebbe una presa di posizione degli alleati favorevole a un plebiscito sulla questione istituzionale e in linea con la dichiarazione di Mosca
Una sorta di nuovo inizio che superi la dialettica tra Stone e Parri
E con riferimento con riferimento alla necessità di contenere e limitare i poteri dell'Assemblea costituente
L'obiettivo e avere una posizione anglo americana da poter usare imporre nelle imminenti riunioni del Consiglio dei ministri
Sono le linee guida di una strategia di fondo che coinvolge il nostro primo ministro coinvolgimento degli anglo americani nella costruzione di una sinergia con il processo decisionale della classe dirigente italiana
Nuova prova poche settimane più avanti quando comincia a farsi strada l'ipotesi del passaggio di consegne da Vittorio Emanuele a Umberto
La documentazione più recente arriva dalle carte del presidente Truman
La proposta politica di De Gasperi incontra resistenze ostacoli di vario genere e Dipartimento di Stato viene coinvolto nella richiesta di onoreficenza speciale per la corona del principe d'Italia
Mai con Taylor si rivolge a Mathew Connell il segretario del presidente Truman per verificare tale possibilità
La risposta del Dipartimento di Stato va al di là del quesito specifico abbiamo già informato il dipartimento della guerra che è un riconoscimento per il principe Umberto in questo momento verrebbe interpretato come una presa di posizione favorevole alla monarchia
Nessuno obiezione di principio a procedere nel senso indicato dopo la data del referendum
Il Dipartimento precisa a più riprese che non si deve intervenire con dichiarazioni o ingerenze domandandosi se il passaggio di consegne nella realtà casa abbia favorito le sorti della monarchia in quale misura in una nota successiva che coinvolge i governi di Londra e di Washington oltre ai comandi militari il tema del passaggio Umberto torna con interrogativi non scontati
Bisogna valorizzare la non ingerenza degli alleati e ci si domanda se l'abdicazione non rappresenti o possa essere usata U interpretata una violazione degli accordi tra le parti un vantaggio imprevisto per le sorti della monarchia
Una forzatura quindi dei monarchici che al momento è inaspettata cito ancora il documento e non condivisa da molti partiti quindi foriera di imprevedibili e incontrollabili sviluppi
Anche la Santa Sede interviene in questi giorni sull'argomento attorno alla metà di maggio
Con una riunione privata tra il Pontefice e alcuni alti prelati conservata anch'essa negli archivi
Del presidente Truman il memorandum di questa con conversazione il risultato è un inizio è un'iniziativa diplomatica rivolta a tre dei quattro governi alleati Francia Stati Uniti e Gran Bretagna
Dove si sottolinea l'assenza di un consenso scritto degli alleati tramite la Commissione alleata presieduta da Stoner riguardo al referendum e alle imminenti elezioni politiche si dà mandato ai due emissari di intervenire affinché si chiariscano i termini della posizione dei governi amici
Una nuova con ferma della non ingerenza nel passaggio al nuovo re e nell'avvicinarsi della data delle elezioni
La Santa Sede lamenta il trattato di pace pendente e considera quindi pericolosa la scadenza del due giugno in assenza di una copertura scritta di un pronto pronunciamento esplicito dell'ammiraglio sto
Uno uno dei temi quindi più ricorrenti nella documentazione alleate proprio la questione dei tempi la tempistica il momento del voto si carica di significati e di condizionamenti la non ingerenza nel passaggio di testimone al nuovo sovrano è accompagnata da un fermo rifiuto che stavolta accomuna Washington e Londra alle pressioni di vario genere per posticipare la data in questione
In questo quadro si muove con successo la massa l'ambasciatore inglese a Roma storno al Charles che riceve sollecitazioni dirette allo slittamento della data o una richiesta di pronunciamento più esplicito del governo inglese
Due fattori si sovrappongono mi sembra nelle ultime settimane della campagna elettorale
Le previsioni spesso azzardate sul risultato finale
E le iniziative filo monarchiche che chiedono più tempo per preparare la sfida quali i termini delle previsioni anche qui provo indicare tre tipologie il catastrofismo su un Paese diviso in due incontrollabile
Spicca qui una conversazione divisi di Visconti Venosta con Myron Taylor nell'immediata vigilia del voto dai toni apocalittici sul possibile esito della consultazione referendaria
Un allarme per il possibile nesso tra referendum e il pericolo rosso in particolare si teme che i comunisti possano trarre vantaggio da una polarizzazione eccessiva
E infine le ipotesi numeriche sullo scarto tra le tue opzioni in campo questo forse l'aspetto più nuovo e più interessante non mancano gli azzardati sulle gli azzardi numerici sulle vittorie certe o su un testa a testa al filo di lana alla data del tredici aprile un memorandum del generale Smith dal quartier generale della commissione alleata si avventura in una previsione di quadro
Ci saranno scontri tra le fazioni in lotta non ci sono rischi di un colpo di Stato comunista nonostante la grande organizzazione del PC
La presenza angloamericana garantisce l'ordine pubblico e la stabilità la DC dovrebbe vincere con un buon margine le lezioni che la monarchia avere la meglio sulla Repubblica
Rimane fermo il proposito di non entrare direttamente nella contesa
Ancora dal quartier generale delle forze alleate un telegramma indirizzato al Segretario di Stato il venticinque maggio ribadisce
La data del due e tre giugno come data certa e chiarisce l'atteggiamento da vivere cito i vertici militari devono evitare ogni coinvolgimento diretto di ogni intervento anche apparente nelle elezioni imminenti bisogna anche tener fuori le truppe da possibili disordini in relazione alle stesse elezioni
Stesso comportamento nei giorni attesi della consultazione elettorale
La Pravda attacca la posizione fino monarchica della Santa Sede il Dipartimento di Stato conserva e traduce l'articolo e decide con una nota scritta di non replicare
Ormai si attendono i dati che vengono comunicati dai primi telegrammi a partire dal tre giugno prime parziali e poi un aggiornamento costante la trama degli stessi telegrammi si infittisce con il passare delle ore
Da Washington si chiede sempre sia informato costantemente dell'andamento dello spoglio arrivano risposte risposte affermative da Roma e successivamente anche da Londra il dato finale arriva senza commenti secco solo i numeri per completare il processo informativo taglio più una parte i giudizi sono riassumibili attorno ad alcuni punti di equilibrio che accomunano Commissione alleata
Comandi militari governi di Londra e di Washington il mantenimento dell'ordine e la grande prova degli italiani in fila ai seggi con rispetto e compostezza
La necessità di rifiutare qualsiasi manifestazione pubblica che possa dar luogo a critiche e osservazioni
Mantenere una posizione di Chiara neutro neutralità senza divulgare notizie e numeri
Nessuna pubblicità o annuncio ufficiale
Su quest'ultimo aspetto varrebbe la pena di soffermarsi di più ripete insistentemente il Foreign Office da Londra devono essere gli italiani a comunicare il momento in cui dare la notizia e confermare l'esito favorevole alla Repubblica
Solo a quel punto siamo così arrivati al sei di giugno arrivano le congratulazioni dei due governi
Per la prova di compostezza per la grande affluenza aprendo così la pagina difficile e conclusiva sulle sorti dei Savoia
La stampa angloamericana segue con attenzione la vicenda taglio
Alcuni riferimenti titoli sulle code ordinate fino alle sei di mattina sulla tenuta dell'ordine pubblico sull'assenza dei RIS di incidenti la riproduzione nella scheda elettorale con commenti dagli Stati Uniti sono prevalenti gli enfasi sul risultato della risposta del Paese dal Regno Unito mi sembra invece prevalenti i dubbi e gli interrogativi sulla sulle sorti
Della famiglia reale reale solo il New York Times tra le grandi testate mettendo il salto con un titolo di prima pagina
L'Italia decide oggi la gloria delle donne al primo voto
E dopo il responso ufficiale con il passare dei giorni due linee guida degli articoli dei corrispondenti in servizio a Roma
Il Paese ha già accettato il risultato con la prova del voto quindi la monarchia deve lasciare il campo centrale e strategica la figura di reato di De Gasperi nella transizione politico istituzionale in tutta la settimana elettorale non viene mai abbandonato l'assunto che varrà soli ha definito efficacemente di neutralità alleata sulla questione istituzionale
Con risalto il Dipartimento di Stato in un telegramma del dodici di giugno riprende un titolo che riprende traduce un titolo dell'Ansa che riassume l'atteggiamento degli alleati fino a risultato raggiunto e comunicato Nigel monarchi nolo Republic assume queste Fallai Intervention nessun intervento alleato pro o contro una delle opzioni in campo
Il rispetto quindi per il processo decisionale e parte di una strategia più ampia messa a dura prova nei giorni successivi al referendum quando si attende il responso della Corte di Cassazione
Gli sconfitti cercano una breccia che possa scalfire il non intervento o la neutralità anglo americana
Il ritardo nella proclamazione di interrogativi sulla sorte del re e sulla sua destinazione l'attesa per il pronunciamento della Corte contribuiscono a definire un quadro noto dell'epilogo
In questo frangente la documentazione alleata cambia di segno che raccoglie diverse richieste di intervento e partecipazione diretta per le sorti minacciate della monarchia sabauda
Nel memorandum indirizzati al presidente al presidente Truman
Non si mette in discussione l'atto la neutralità alleata ci si domanda come si possano valorizzare l'assenza di controlli e condizionamenti sulle vicende italiane senza che trascorra troppo tempo per la necessaria stabilizzazione
Del quadro interno
Tra i documenti inglesi sono conservate varie numerose richieste di intervento da parte di gruppi monarchici che cercano interlocutori e potenziali alleati a partire dall'otto giugno
Arrivano le prime proteste inviate al comando al comando alleato di Caserta trasmessa al Foreign Office di Londra talvolta via ambasciata inglese di Roma i toni sono simili ne cito solo alcuni
La la parte migliore del popolo italiano ha preso che il referendum non è stato favorevole alla monarchia è stato un errore permettere a tutti di votare e ancora ci rivolgiamo a voi soldati alleati vi chiediamo di intervenire con le la vostra autorità per fermare un ingiusto responso il giorno seguente i nostri liberatori gli alleati non è stata il referendum non è stata la perfetta espressione della volontà del popolo italiano
In una lettera la promessa che se ci dovesse essere un esito diverso anche i monarchici daranno diritto di voto alle donne
Infine la lettera che il Consiglio dell'Unione monarchica italiana indirizza il resto affermando che cito è indubbiamente provato il fatto che vi siano stati serie manovre e intrighi per alterare a favore della Repubblica il risultato elettorale
Gli alleati devono intervenire tempestivamente quali custodi dell'ordine e delle regole del diritto anche a queste osservazioni nessuna retro per nessuna replica immediata o atteggiamento benevolo
Gli angloamericani attendono gli sviluppi e lavorano su due direttrici nella fascia nella fase successiva al voto intensificare i contatti con De Gasperi
Fino alle comunicazioni successive alla programmazione mostrare fermezza e decisione verso il re offrendogli le necessarie garanzie di incolumità
Chances l'ambasciatore inglese informa il governo di ogni passaggio
è stato chiesto da parte monarchica Aston di controllare lo scrutinio della corte l'ammiraglio informato De Gasperi esprimendo la speranza che non vi siano interferenze con il lavoro della corte stessa
Ci si ci si rammarica del ritardo e si fanno strada delle altre ipotesi
Di surroga della corte un pronunciamento della Costituente o addirittura un nuovo referendum che potrebbe risolvere la questione
Charles rimane fermo sulla via maestra dell'artista del risposto del responso definitivo e così il governo inglese
La BBC in quelle ore di fondi fonde una dichiarazione che smentisce le voci di appoggio alle manovre monarchiche
Tra l'undici e il dodici giugno sto un
Nella persona del subisce il brigadiere Lushi informati un fante
Del ritiro della garanzia alleata sulla incolumità del tre
Umberto inattesa viene raggiunto dalla comunicazione dell'ambasciatore inglese che gli riferisce la sua opinione cito meglio lasciare Roma e l'Italia senza ulteriore indugio una deviazione dalla neutralità di fondo
Che non passò inosservata sollevando critiche in ambienti politici e diplomatici inglesi le cui tracce sono conservate nella corrispondenza dell'ambasciatore all'ombra
Quindi da Londra e da Washington viene smentita ogni richiesta per invio di nuovi contingenti militari sul suolo italiano
Sulla spinta degli eventi in una nuova sinergia anche qui tra quadro interno e posizione alleata il Consiglio dei ministri tra il dodici e il tredici giugno comunico il conferimento delle funzioni di capo di Stato a De Gasperi
Con l'aggiunta di pugno di Degasperi spesso nella dichiarazione finale della frase nel compito di assicurare la pacificazione e l'unità nazionale
Il re si prepara a partire denunciando l'atto di forza rivoluzionario dell'illegittimità dell'esecutivo prima di prendere la volta di Lisbona nel primo pomeriggio del tredici l'epilogo conferma un mi sembra confermi la lettura di fondo ed è possibile in conclusione richiamare tre
Punti tre snodi centrali della vicenda degli alleati e del loro coinvolgimento nel nostro passaggio istituzionale
Il primo nella dichiarazione alleata dietro l'adozione del principio della resa incondizionata si gioca in realtà una partita più complessa questioni studiate e analizzate molto bene in anni e decenni passati gli Stati Uniti come è noto spingono per ipotesi di discontinuità la Gran Bretagna per il mantenimento della monarchia italiana ma nello spazio breve di alcuni mesi si aprono spiragli di dialogo e le parti convergono sull'opzione referendaria in modo di da garantire una partnership più forte e consapevole
Il passaggio l'amministrazione Truman nelle elezioni inglesi contribuiscono ad affievolire gli spazi di coinvolgimento diretto delle due potenze nel teatro italiano
Il quadro della dinamiche situazionale assegnato quindi da una sostanziale e confermata neutralità come ha scritto Paolo Emilio Taviani nelle sue memorie c'erano ancora gli anglo americani in Italia e noto oggi che mentre gli americani propendevano per la Repubblica gli ingressi preferivano la monarchia tuttavia allora alla base in periferia
Non si avvertirono interferenze da parte degli uni e degli altri non ingerenza neutralità quindi come scelta di fondo
Secondo il ruolo centrale di De Gasperi nella sua capacità di legare lo sviluppo interno al contesto internazionale nella valorizzazione del quesito istituzionale e nel conseguente uso dello stesso in chiave interna
Saldare il nesso tra i due piani come premessa di una politica lungimirante contrariamente alla tentazione di allora
E di una certa storiografia successiva di sushi di dissociare tale nesso privilegiando o le influenze esterne un rivendicando la matrice interna delle nostre scelte di fondo
Il paradigma della ingerenza o peggio della sovranità limitata porterebbe fuori strada visto che la sfida è prevalentemente in casa nostra
E gli argomenti e riferimenti alla agli alleati rimangono sullo sfondo della stabilizzazione postbellica
Terzo ed ultimo il dopo-voto si colora di pressioni e tentativi nuovi una parte anche documentaria
Più recente i monarchici cercano interlocutori tra gli alleati soprattutto tra le maglie della diplomazia inglese
I toni sono quelli di un tradimento che colpirebbe il Paese gettandolo in un vicolo cieco le risposte sono univoche di salvaguardia del responso di tutela del percorso in atto
Neutrali anche contro le richieste filo Savoia un atteggiamento alleato partecipe
Preoccupato in quest'ultima fase preoccupato di favorire uno sbocco certo nei tempi e nei contenuti che si lascia in parte alle spalle la neutralità di partenza
Non si parteggia direttamente ma si preferisce lasciare che la vicenda faccia il proprio corso nei giudizi anglo americani
I rischi sulla tenuta dell'ordine pubblico e sulle ripercussioni del risultato numerico sono superati da un passaggio democratico che mostra un Paese pronto a voltare pagina
Quanta distanza verrebbe da dire dai riferimenti all'Italia e al suo comportamento negli snodi precedenti del conflitto
Il referendum aveva segnato una discontinuità profonda nel contenuto e nelle forme della dialettica politica la Repubblica nasce conquistando fiducia e consenso schiaffo
Grazie Gentiloni per la sua relazione e con questa relazione abbiamo terminato i lavori
Di questa mattinata e credo che sono stati i rispettivi rispettati i tempi in modo rigoroso forse per influenza dell'ambiente parlamentare
In cui sembra che ci sia delle regole ben precise nel dibattito
E non è non è previsto che ci sia un dibattito in questo convegno e questa è una scelta che è stata fatta
Non perché non si voglia discutere di questi temi non si ritenga di questi temi siano degni di discussione anzi ma perché credo che ci si si incisive Asti sia stato posto un di un obiettivo diverso e più ampio
Quello di attraverso questo convegno e mi sembra che l'esperienza
Molto interessante che abbiamo fatto questa mattina con confermi la giustezza di questa impostazione
Si è pensato che questo da parte degli organizzatori
Nell'ecco del convegno che questo convegno debba promuovere uno sviluppo più ampio della discussione sul piano generale sul pc sono stati oggi parecchi temi e quindi in questo senso si è puntato sulla novità della ricerca sulla novità di contributi di cui tutte avete potuto constatare la presenza nelle relazioni che sono state fatti indie
E io stesso quindi mi astengo dal porre interrogativi dal sollevare problemi
E il mi auguro anzi sono certo che questo obiettivo sera sarà raggiunto che questa questo convegno a mio avviso sarà un momento importante
Della dello sviluppo nella l'analisi storica su questo momento decisivo della storia del nostro Paese vi ringrazio e vi comunico che alla ripresa
Delle del convegno la seconda seduta sarà alle quattordici e trenta tempi stretti quindi lavoro
Diamo inizio ai lavori di questa seduta pomeridiana
Che ha come titolo
Le origini della Repubblica tra continuità e discontinuità
Mi riferiva brevemente a cose che ho ascoltato questa mattina anche dal presidente della Camera
Per sottolineare due cose
Sono state dette colui
Una la profonda differenza
Che c'entra l'Italia di oggi e l'Italia del mille novecentoquarantasei
L'Italia di sessanta anni fa
Ed era un uno stato a sovranità non dico limitata ma limitatissima
Grazie anche alla spartizione dell'Europa le sfere d'influenza di cui si è parlato
Nello stesso tempo la diversità se l'altro elemento fondamentale di questa diversità io lo vedrei nel fatto che l'Italia di allora apparteneva ad una civiltà diversa
Da quella di oggi
E mi spiego la stragrande maggioranza della popolazione attiva proprio certamente dovrà essere superiore ancora al cinquanta per cento
Era addetta all'agricoltura
L'Italia di allora era un'Italia contadina molto povera
Oltretutto massacrante da una guerra in tutti i sensi
E invece quella di oggi appartiene ad una civiltà totalmente diversa
In cui anche quella piccola percentuale di popolazione attiva addetti all'agricoltura se vuole essere competitiva
Non deve più assomigliare
Anche se vuoi antenati fatta questa brevissima premessa
E quindi per non perdere tempo darei subito la parola ai relatori il primo dei quali è il professore Agostino Giovagnoli dell'università cattolica che ci parlerà di un tema che gli è caro chiesa e società dalla guerra alla democrazia
Prego
Di quei fondamenti che furono poste allora in modo particolare attraverso la Carta costituzionale
La relazione introduttiva Di Pietro Scoppola
Messo in evidenza questa mattina
I problemi posti dalle due principali tendenze storiografiche che si sono occupate della resistenza della Repubblica e della costituente
E che per brevità consentitemi di chiamare sia pure con una qualche imprecisione storiografica come storiografia antifascista e storiografia revisionista
C'è un nesso a me pare che tra la prevalenza di queste due tendenze e la difficoltà incontrata ripetutamente
Dagli studi storici nella ricostruzione del ruolo svolto dalla Chiesa nella transizione dal fascismo alla democrazia
Fra il mille novecentoquarantatré e il mille novecentoquarantotto che Scoppola peraltro sia pure brevemente invece richiamato nel corso della sua relazione
Anche per quanto riguarda questo convegno a me pare che sarebbe stato incompleto o comunque o fuorviante
Tacere su questo ruolo
Come pure
Mi pare sarebbe stato strano non interrogarsi sul ruolo anche politico il polso allora i cattolici seppure come è stato rilevato a volte le il giusto superamento della storia e fine di partito può tradursi talvolta in un oblio della storia dei partiti
Il tema che ho scelto di sviluppare potrebbe essere affrontato questi affrontato da molti punti di vista
La colazione di questo intervento dopo la prima sessione di questa mattina dedicata agli aspetti internazionali mi spinge a ricordare che nel passaggio da Repubblica la Chiesa cattolica ha svolto un ruolo importante anzitutto proprio sul piano internazionale
Da tempo ormai la documentazione pubblicata prima da Di Nolfo gli studi Riccardi le monografie di garanzia e tanti altri lavori hanno messo in luce che fra guerra e dopoguerra molte questioni riguardanti l'Italia furono portate dagli alleati
Anzitutto e davanti alla Segreteria di Stato vaticana
Allora per la prima volta dall'inizio della storia unitaria la Santa Sede non si trova più nella condizione sperimentata fino a quel momento
Soprattutto di temere qualcosa dallo Stato italiano che in quel momento evidentemente non era ingrato i minacciare nessuno
Ma si trovò nella situazione di dover e quindi poter anche fare qualche cosa
Dico doversi prima di poter perché fu sollecitata prima di scegliere di farlo
Fare qualcosa per l'Italia
Per fatti al Vaticano per avere lumi sul futuro del Paese e dall'Italia invece si guardò più dodicesimo come uno dei pochi forse il solo che potesse allora difendere gli interessi davanti vincitori in sede internazionale
Per quanto riguarda specificamente la questione istituzionale che al centro della attenzione di questi nostri giorni di lavoro
L'interesse degli studiosi fu richiamato quasi vent'anni fa per la pubblicazione lungo memorandum stilato da monsignor Tardini nel dicembre mille novecento quarantatré con cui si faceva conoscere dettagliatamente agli americani il pensiero della Santa Sede sulla storia italiana recente
E così concludeva Tartini gente che per sua naturale vivacità irrequieta che è stata disunita per tutta la sua storia
Che vide come si vivesse in compartimenti separati a causa del suo tenace compagni lirismo
E alla quale manca una forte tradizione nazionale richiede che è la massima autorità riposi in un solo individuo la cui durata in ufficio sia permanente conseguentemente il popolo italiano non è pronto per la Repubblica
Un'affermazione molto chiara
Che del resto esprimeva un sentire diffuso è noto che in occasione del referendum del due giugno mille novecentoquarantasei gran parte del clero italiano sostenne la monarchia soprattutto al Mezzogiorno ma non solo
Anche se ed è solo uno degli elementi che come dire evidenziano la complessità della situazione al tempo stesso l'istituzione ecclesiastica si impegnò in larga parte per un partito Democrazia Cristiana che era al suo interno a maggioranza Repubblica
Sono aspetti noti da tempo su cui è tornato recentemente Giovanni Sale sulla base di alcuni documenti tratti dall'archivio della Civiltà Cattolica che tuttavia lo sconvolgono le conoscenze precedenti
Anche se gli ha cercato di utilizzarli a mio avviso in modo non del tutto convincente
Per rovesciare la tradizionale attribuzione più dodicesimo di un orientamento filo monarchico e a De Gasperi di un orientamento filo repubblicano attribuendo in particolare quest'ultimo una preferenza
Almeno in astratto per la monarchia
Comunque la posizione vaticana ed ecclesiastica a favore della monarchia rappresento solo un aspetto di una più complessa influenza esercitata dalla Chiesa cattolica nel passaggio dal regime fascista alla democrazia repubblicana si è già accennato un primo aspetto rappresentato dalla mediazione nei confronti la situazione italiana sollecitato gli americani e cui peraltro la Santa Sede si sostanzi spesso
Un altro episodio molto noto
Nei rapporti con gli Stati Uniti rappresentato da mancata risposta vaticana sempre mille novecentoquarantatré alla richiesta
Che veniva appunto dagli Stati Uniti d'indicare chi avrebbe dovuto guidare politicamente l'Italia postfascista com'è noto Santa Sede fece diverse ipotesi ma poi in conclusione non rispose
Non diede cioè nessuna indicazione in questo senso mentre si era espressa come abbiamo visto sulla questione istituzionale in modo piuttosto chiaro
Nel complesso possiamo dire che la Santa Sede rispose sondaggi alleati esprimendo l'inclinazione a favore di una qualche continuità evitando per esempio una drastica epurazione ma si potrebbero fare molti altri esempi anche in funzione di un contenimento del principale problema della che era agli occhi la Santa Sede nelle dell'Italia postbellica cioè il pericolo comunista e noto però che a livello di magistero pontificio nel dopoguerra il dato più innovativo fu l'espressione di un orientamento favorevole alla democrazia
Presente non solo è noto radio messaggio natalizio del venticinque dicembre mille novecentoquarantaquattro ma anche in altri pronunciamenti
A proposito di tale orientamento è stato avanzato il dubbio che una certa struttura mentalità limitasse quel pronunciamento sulla linea del precedente magistero in questo campo e mezza in particolare nei pronunciamenti di Leone tredicesimo
Under carie rilevato che Pio dodicesimo pur esprimendosi con chiarezza a favore il metodo democratico restò relativamente lontano dal pluralismo che ne accompagna in genere le espressioni
Per il Papa la voce della Chiesa doveva restare un riferimento super partes è valido per tutti al di là di una divisione in partiti politici che veniva intesa in un senso come dire prevalentemente tecnico
La chiesa aveva conquistato un rapporto diretto con le masse specie in Italia dove il Papa si sentiva chiamato a svolgere in prima persona un ruolo educativo di fondo
I partiti
Realtà espressive di un sistema democratico non potevano non dovevano ostacolare tale rapporto
Oltre riflette su personali convincimenti il Papa credeva di cogliere questa realtà di fatto nella situazione di quel momento
Tuttavia malgrado i limiti e segnalati sull'atteggiamento della Chiesa verso la democrazia tal atteggiamento è rappresentato in Italia una le grandi novità del secondo dopoguerra il confronto con il primo dopoguerra
E in questo senso eloquente allora proprio rapporto fra istituzione ecclesiastica Partito popolare come è noto aveva favorito l'avvento del fascismo rapporto difficile per accusare una espressione come dire
E offre mistica dopo la prima guerra mondiale infatti il mondo cattolico si è mostrato permeato dalla mentalità autoritaria dall'incomprensione per i partiti come strumenti fisiologici dialettica politica
Dalla refrattarietà verso la guida del Paese basata sulle anse tra gruppi ispirate a concezioni di Ali diverse
Che con tutti elementi contribuito a far naufragare quella fragile esperienza democratica successivamente come è noto la Chiesa accettato l'autoritarismo fascista
Diverso il discorso sugli aspetti del totalitarismo
E i cattolici fra le due guerre sono vissuti lontano da costumi procedure democratiche può sorprendere perciò l'approdo alla democrazia dopo il la seconda guerra mondiale non solo a livello di magistero pontificio ma anche nel mondo cattolico nel suo complesso
Indubbiamente tale approdo non fu né facile né lineare
Si è già detto degli orientamenti vaticani a favore di una certa continuità con il primo fra le due guerre
Si parlò di una chiesa favorevole un regime autoritario senza Mussolini per l'immediato dopoguerra ed è noto che la maggior parte dei cattolici non fu in prima linea nell'esperienza resistenziale
Nel dopoguerra inoltre gran parte del mondo cattolico si attestò su posizioni conservatrici in particolare molti ecclesiastici sotto stendino quel partito romano che contrasto De Gasperi in varie occasioni
Tuttavia non si può sottovalutare la preferenza per la democrazia espressa al magistero lo ricordate soprattutto l'accoglienza positiva che tale preferenza in conto molti ambienti cattolici credo non sia del tutto fondata la sottovalutazione fatta tempo fa da Dossetti costo di costruzione di quegli anni dell'importanza del partito romano cioè in sostanza dico gli orientamenti contrari alla affermazione della democrazia
Ma si deve indubbiamente rilevare che tale partito tali orientamenti incontrano resistenze ostacoli all'interno del mondo cattolico
Per dirla in termini ecclesiastici Montini finì per prevalere su Ron Cattabiani Jed e molti altri
Pur essendo le posizioni a Monti e probabilmente minoritaria rispetto alla cultura mentalità dell'epoca e dunque occorre con interrogarsi sul motivo di questa prevalenza il quale motivo credo possa essere colto soltanto nelle circostanze storiche del momento e in particolare nella reazione alle disastrose condizioni in cui il regime fascista aveva portato il Paese
Una prospettiva utile per comprendere Uccio dei cattolici verso la democrazia
Scaturisce proprio dal già citato radio messaggio del quarantaquattro che motivo la preferenza per questo sistema politico con la considerazione che gli stati democratici
Non avevano voluto la guerra e dire intervenuti per contrastare l'aggressione nazista e fascista con l'obiettivo di ripristinare la pace
Detto questo pronunciamento chiedo il complessivo distacco cattolico da posizione autoritarie soprattutto totalitarie ci fu insomma la guerra come grande evento globale lo ricordava stamattina Pietro Scoppola
Con il suo pronunciamento più dodicesimo secolo leggo
Ad un filone in realtà già presente nel precedente magistero quello di più dodici undicesimo che soprattutto per questo Papa a partire dal mille novecentotrentacinque si era speso per allontanare la minaccia di una guerra in Europa
E successivamente ma molto insistito nella condanna della nazionalismo totalitario e delle sue proiezioni belliche
In seguito l'insistenza cattolica sulla pace come valore da tutelare da ripristinare o da raggiungere rappresento il cardine del crescente avvicinamento della Società italiana l'istituzione ecclesiastica
Fin dall'inverno mille duecentoquarantadue milioni centoquarantatré infatti proprio grazie al suo orientamento per la pace affiancata poi concretamente ad un'intensa opera di sostegno morale e pratico alla popolazione
La chiesa
La Chiesa cattolica attualmente in Italia si insegni la grande nella grave crisi di consenso che fin dall'inverno quarantadue quarantatré i colpi il regime fascista per il negativo andamento bellico
Parallelamente al declino della fiducia con soli Mussolini ma anche nel retro ebbe infatti quella non quella fiducia nutrita nei confronti di restituzione che si astenga espressi a più tardi l'avviso di come la spontanee manifestazioni di gratitudine nei confronti di Pio dodicesimo da parte della popolazione romana
Che si riversano in piazza San Pietro all'indomani della liberazione della città
Nel vuoto morale prima ancora che istituzionale e politico
Determinato dal crollo dal del fascismo e dal ridimensionamento dell'autorità monarchica
La Chiesa cattolica mezze Como riferimento apprezzato non solo dei credenti ma anche dei gran parte di una società travolta dalla grave crisi politica e istituzionale soprattutto incerta sul suo futuro
Lo rilevava già a ridosso degli avvenimenti quasi sessanta anni fa una citazione molto nota Federico Chabod paragonando la figura di Pio dodicesima quella di Gregorio Magno davanti al collo della civiltà Latina sotto le pressioni delle invasioni barbariche
L'importante ruolo assunto dalla Chiesa ed anzi zone belliche post bellica
Spiega non solo l'interesse alleato in particolare mi dicano ad assumere vaticano come interlocutore per quanto riguardava la situazione italiana ma anche l'influenza esercitata allora dall'istituzione ecclesiastica nella società italiana
Spesso le ricostruzioni di quegli anni in particolare di ciò che avvenne dopo l'otto settembre mille novecentoquarantatré si sono concentrate sulle posizioni politicamente più significative
E su quelli militarmente più rilevanti Renzo De Felice ha sintetizzato questo interesse nella sua nota intervista il rosso il nero denunciando la presenza di una vasta zona grigia
Nell'Italia di quegli anni grigia perché intermedia e indefinita rispetto alle posizioni ideologiche o politiche più nette sui due diversi schieramenti
Ma in questa vasta zona grigia si svolse allora processi importanti qui effetti mezzo soprattutto nel dopoguerra e proprio al suo interno di questa zona grigia diciamo così è possibile cogliere la presenza articolate capillare della Chiesa nella società italiana
Dopo gli studi Andrea Riccardi verso la fine degli anni Settanta dieci anni fa l'Istituto Sturzo promosso una serie di ricerche sul Chiese cattolici in tutte le diverse aree del Paese
Che hanno fatto emergere la compenetrazione fra istituzioni ecclesiastiche Società italiani momenti e situazioni particolarmente drammatiche decisive
Il ruolo di protezione delle popolazioni civili esercitato dai vescovi la presenza di tanti sacerdoti in comunità locali stravolte dalla guerra dall'oppressione nazista dalle violenze fasciste
Accompagnato molti italiani e il percorso dalla guerra alla liberazione parallelamente dalla dittatura alla democrazia
In molti casi tale percorso sviluppato attraverso aspetti umani e morali prima ancora che politici o ideologici la cresciuta autorevolezza della Chiesa cattolica durante la guerra che freno di contraccolpi
Che potevano derivare dalla precedente intesa con il fascismo attribuire l'istituzione ecclesiastica un ruolo significativo nel modo in cui la società italiane poi approdata al successivamente alla democrazia
Senza le storiografica l'importanza del della guerra nella storia di questi anni e dell'intero Ventesimo secolo è stata sottolineato in modo più marcato negli ultimi anni già Claudio Pavone nel novantuno ricordava il peso esercitato dalla diffusione del desiderio di un più combattere
Division più combattere vissuto come improcrastinabile necessità e non solo tra gli uomini richiamati alle armi ha parlato sempre propone della percezione venticinque aprile come di un momento in cui la stanchezza della guerra aveva trovato una sorta di sanzione morale
E la poco eroica caduta dei suoi promotori e il suo lavoro per quella mancata coincidenza fra abbattimento di Mussolini l'armistizio creava la sensazione che se non era finita la guerra non era davvero finito nemmeno il fascismo
E di Pavone anche l'osservazione che gli italiani si diviso sul fascismo antifascismo assai più corale
Fu la partenza degli americani quali liberatori e non è un osservazione solo sua anche lepre ha colto l'importanza della guerra sugli orientamenti collettivi degli italiani sottolineando che l'appoggio popolare alla resistenza
Nacque anche da un rifiuto della guerra e delle sue conseguenze per le per Liberazione si intendeva non solo quella dello straniero dallo straniero ma anche quella
Liberazione dalla guerra
Con De Felice
Che in qualche modo anche gli a largamente ricostruito l'influenza dalla guerra le vicende di quegli anni
Anche lei per Abra condiviso interpretazione politico morale negativa della diffusione sotto la spinta della preoccupazione fondamentale per la sopravvivenza del desiderio di pace una pace a qualunque costo anche apprezzo della sconfitta Simona Colarizi a sua volta alta
Attratto dall'esame di un abbondante documentazione archivistica la convinzione che la guerra la chiave di lettura degli avvenimenti fra il quarantatré e il quarantacinque anche di quelli apparentemente più lontani dalle vicende belliche
In questa direzione spinta anche una consapevolezza crescente che nessuna guerra provocato nella storia conseguenze più vaste più profonde già su quanta guerra mondiale ha scritto Di Nolfo e le citazioni potrebbero lungamente continuare
Leo neo ricordate alcune perché mi sembra rilevante questa convergenza di storici di diverso orientamento sul tema della guerra non semplicemente come uno sfondo accanto ad altri delle molte vicende storiche che attraversano gli anni quegli anni cruciali ma un evento la guerra o meglio un insieme di eventi fra loro collegati assurdamente decisivo per quanto riguardava tutt'quanto riguarda tutte queste vicende indubbiamente nell'Italia del dopoguerra non c'è la piena consapevolezza della portata alla guerra come evento epocale
Allora se ignoravano ancora molti aspetti compreso quello cruciale della Shoah del genocidio degli ebrei e tale consapevolezza avrebbe richiesto anni per emergere
Più diffusamente a Società italiana peraltro sempre minacciata da atteggiamenti riduttivo
Tuttavia anche in assenza di una piena consapevolezza nel dopoguerra italiano inciso profondamente la stanchezza per quanto era accaduto il dolore e la sofferenza per i lutti le ferite inferte
Dalle vicende belliche la volontà di voltare pagina l'intenso desiderio di un futuro migliore in una miscela che ha rappresentato la base della forte spinta ricostruttiva presenti in quegli anni ed espressa anche dall'Assemblea costituente
Se lo sbocco della fascisti dazio della Società Italiana tentato da Mussolini negli nella l'ultimo scorcio degli anni Trenta era stato rappresentato dalla guerra come grande esperienza di pedagogia collettiva totalitaria in grado di trasformare finalmente il carattere gli italiani così egli sperava la sconfitta militare il fallimento morale di questo progetto avevano presentato loro modo una rude ma efficace anti pedagogia se così posso dire
Come è stato ripetutamente sottolineato gli ultimi anni
In Italia il passaggio a Democrazia fu imposto fu voluto fu imposto fu favorito dei vincitori in questo intervento esterno molti hanno visto un grave elemento di debolezza del sistema politico italiano post bellico
Frutto non direttamente della Resistenza ma soprattutto dell'intervento alleato
Nell'Italia postbellica però non mi pare che la democrazia sia stata solo subita non si è trattato credo di un'ennesima rivoluzione passiva perché anche al di fuori degli ambienti più direttamente impegnati nell'antifascismo
La democrazia apparve uno lo come lo sbocco più plausibile di cui la fuoriuscita dal fascismo che proprio nella guerra conosciuto nodo cruciale
La Chiesa Fuller accettata come riferimento condiviso da molti settori la Società italiana per attingere ad un comune patrimonio etico culturale considerato essenziale nello con urgente di costruzione nazionale
Ma ciò avvenne anche in larga parte perché più di tanti altri soggetti la chiesa raccolti in quel momento molte aspirazioni e molte esigenze della società italiana
Grazie alla posizione assunta a sostegno della pace
E se si fece interprete dei motivi più profondi diffusi di rigetto del regime fascista
Che per altri versi questo regime invece continuava di spot quoterà apprezzamenti consensi anche nell'Italia postbellica e tutto il tempo della continuità che immagino emergere anche nel corso di questo pomeriggio
Gli italiani per dirla in modo un pochino semplicistico non perdonarla Mussolini aver trascinato il Paese in guerra divenne provocato la rovina
E trovare la chiesa un interprete della motivazione dis di fondo che spinse molti di loro ad accogliere favorevolmente il sistema democratico
Pur senza dimetti mediamente radicalmente radicalmente motivi precedenti di consenso verso il fascismo proprio perché questo sistema appariva come antagonista a quegli sviluppi che avevano portato il Paese alla rovina
Avviandomi a concludere rispettare i venti minuti che mi sono stati indicati come tempo vorrei tornare brevemente al problema storiografico in cui ho fatto cenno inizialmente a me pare che la prevalenza di quelle storiografia e che mi scuso ancora nella schematicità ho indicato come storiografia antifascista e sulle fiere di sionista
Non abbia questa è la prevalenza di queste storiografia reso solo difficile ricostruire discutere in modo compiuto questi temi più in generale il ruolo svolto dalla Chiesa nelle origini Italia repubblicana tali difficoltà infatti mi pare avere avuto vari ripercussione anche per quanto riguarda la ricostruzione di vicende successive
Il ruolo della Chiesa
è stato molto rilevante inizialmente come si è ricordato per poi diminuire progressivamente pur senza scomparire del tutto e mi pare che tale parabola non si è stati rilevante anche per quanto riguarda la storia complessiva della Repubblica
Ad esempio una delle componenti della crisi degli anni settanta ampiamente analizzata nei convegni promossi da vari istituti di ricerca e poi confluiti in un altro comitato nazionale
è stato rappresentato dal declino della nazione cattolica tra virgolette di cui ha parlato ampiamente Andrea Riccardi
E a me pare che tale declina non sia stato del tutto estranee problemi evocati stamattina Scoppola
Un senso incompiuto fragili di identità nazionale la mancata o parziale assimilazione dei principi costituzionali nel sentire comune Vargas vexata quaestio delle memoria condivisa e così via
Indubbiamente mancato una forma compiuta di educazione civica dei italiani in un sì posso ignorare le responsabilità dei partiti nel mantenere un senso forte di appartenenza separate
Accanto a questi elementi occorre anche considerare che qui le appartenenze partitiche sono declinate negli ultimi decenni senza che ciò tornasse a vantaggio di un senso maggiore di coesione nazionale anzi forse
Tale coesione è apparsa ancora più fragile proprio nei tempi più recenti la spinta inclusiva della democrazia repubblicana ha cominciato a perdere slancio negli anni ottanta
Mentre cominciava a delinearsi una crisi economica e sociale ampia legate processi globalizzazione ma anche credo al venir meno di riferimenti morali culturali fino a quel momento almeno implicitamente condivisi
Tutto ciò è culminato come è noto in una svolta profonda all'inizio degli anni Novanta e in una sorta di Rifondazione più o meno compiuta del sistema politico italiano
Qualcuno nega
Non del tutto a torto che si possa parlare davvero di rifondazione della Repubblica o più fatica mente i Nascita di una seconda Repubblica e tutti sono comunque concordi nel riconoscere che questa nuova partenza della storia repubblicana sia stata comunque di Tondo minore rispetto a quella di sessanta anni fa
Forse l'inevitabile ciò che ciò accadesse
Negli anni Novanta infatti il sistema politico italiano non è ripartito da un grande evento globale come quello della guerra per fortuna per certi aspetti ma ciò probabilmente a inclinare incrinato
Precedenti memorie costitutive anche per il passare degli anni come fisiologico insomma
Non è questa nuova partenza è stato in grado di fondarsi su quelle esso così forte tra pace e democrazia che mi sembra sia stato importante negli anni della transizione dal fa dal Fascismo alla Repubblica
E dunque anche su un senso della democrazia percepita in modo abbastanza immediato tutto sommato come rispondente all'interesse nazionale
Si è discusso e concludo davvero e si discute molto lo si ricordava questa mattina di riforma della Costituzione saremo stabiliva i chiamati a pronunciarci su questo terreno
Totti assicurò che in discussione solo la seconda parte della Costituzione non la prima
E tuttavia non so se è davvero possibile separare totalmente le due parti
Come se le premesse ideali che costituiscono costituissero soltanto richiami generici e scarsamente rilevanti le incertezze le contrapposizioni che oggi accompagna il dibattito sulle riforme costituzionali mi sembrano piuttosto rinviare
è un problema rilevante solo graficamente rilevante civilmente che appunto quello della nostro atteggiamento nei confronti dei valori che hanno ispirato la prima parte la carta costituzionale e più ancora dei grandi eventi che ne sono stati che sono stati all'origine di quella carta
Grazie
Mi permetto solo di fare una
Voluto molta sollecitazione dal dalla tua elezione tra l'altro è fatto il nome di Chabod e a proposito di chiesa e del passato istituzionale che c'è stato in quegli anni
E mi sono ricordato che Chabod città una frase di Bismarck
In cui Bismarck disse molto molto tempo prima di quarantasei ovviamente che forse la chiesa cattolica si sarebbe accomodata di una repubblica
Maniglio che di una monarchia
Non lo so qui per fare a pezzi
A questo punto e diamo la parola invece alla
Professoressa no abbiano Santo leggo che viene prima professor Santo peli e il professor Santo Perelli che
Un professore di Storia contemporanea all'università di Padova
E che ci parlerà di l'eredità della Resistenza prego sempre i venti minuti se possibile abbiamo l'orologio davanti se
La vastità del tema è anche la sua implicita ambiguità mi mi è parso subito insormontabile diciamo
Non credo che sia comprimibile ne nei venti minuti e neanche AN
Molto Pirin molto più tempo questo tema
Prima di tutto perché evidentemente io non mi sento in grado di avere queste straordinarie capacità di valigie di sintesi ma soprattutto perché il che proprio il termine resistenza che evoca
Un insieme di vicende di eventi politici e militari di protagonisti di obiettivi
Di intenzioni e di opzioni politiche etiche istituzionali che coprono un ventaglio di questioni davvero troppo ampio
E quindi in questa sede
Cerco di limitare il mio intervento le mie osservazioni sui sette ad alcuni aspetti non della Resistenza nel suo complesso ma quella particolare Formai aspetto della Resistenza che alla guerra partigiana
Ed anche cercò di osservare di dire qualcosa su alcuni degli affetti che volontariamente o involontariamente questa guerra incide nella società nazionale
Inoltre cercando di restare diciamo coerente con il tema più generale del convegno concentrano l'attenzione sul perito dell'immediato dopo dopoguerra sul biennio quarantacinque quarantasei rinunciando invece a
Proiettare
Sulla
Su tutti i decenni successivi questo tema della Resistenza che in qualche modo di per sé potrebbe che implicano
La prima domanda che mi sono posto potrebbe essere formulata così come appare ai partigiani l'eredità della Resistenza nel biennio che segue la fine della guerra partigiana
Potremmo anche dire come si sentono accolti che fine fanno le loro aspettative che nell'elaborazione che esperienza soggettiva fanno dalla dal proprio recente passato all'interno della società italiana
Dal dopoguerra
Naturalmente anche qui la propria la pluralità di anime e culture aspettative che caratterizzano l'insieme dei partigiani vieta una risposta univoca
E ciò è ancora più vero naturalmente se si tiene conto della varietà di motivazioni che stanno alla base della scelta di farsi partigiane
Detto questo una prima verità mi pare si possa individuare in un intreccio le due diversi elementi
Da una parte ci sono
Visibilissime tracce di una profonda delusione e dall'altra di una perdurante e ribadita richiesta scelta di protagonismo di intensa partecipazione alla vita pubblica
Che
Lupo una frase di Claudio Pavone negli anni del dopoguerra aveva mostrato una vivacità un aurorale desiderio di virtù una partecipazione dei cittadini che non devono essere cancellati per la memoria e dalla storia
Quindi delusione in mobilitazione che naturalmente nei soggetti concreti convivono e si intersecano e si incolla che si implicano reciprocamente
Di cui io però mi occupo di seguito analiticamente prima dell'una e poi dall'altra sperando con questo di essere un po'più chiare
Per quanto riguarda questa eredità della Resistenza come delusione come disillusione
Direi che questo è un fenomeno che riguarda particolarmente partivate visibile
In quei partigiani che avevano assegnato alla propria lotta l'obiettivo della liberazione non solo dal nazismo e dal fascismo ma anche dallo Stato e dalle istituzioni che l'avevano sostenuto e utilizzato
Cioè qui resistenti che ho spiccavano sia una drastica rottura istituzionale sia una Rifondazione morale
La porta la parabola di queste aspettative di radicale cesura e rinnovamento va di pari passo con quella del massimo organo di direzione di progettazione e di coordinamento
Della guerra partigiana e della resistenza cioè il Comitato di liberazione nazionale le sue varie articolazione
Promettere rinunciamo a priori a seguire questa questa parabola che però condense aerei molto brutalmente in questa in queste due immagini il sedici ottobre del mille novecentoquarantatré a ridosso della dichiarazione di guerra alla Germania fatta dal governo del sud
Il comitato centrale il comitato di redazione azione centrale di Roma
Esprime la incrollabile volontà di sostituirsi alla monarchia come governo straordinario dotato di tutti i poteri costituzionali dello Stato
Alla fine di questa parabola il due giugno
Alla vigilia diciamo della furono della formazione del governo parte il due giugno del quarantacinque i partiti dal Comitato di Liberazione Nazionale prendono ufficialmente atto che ha la funzione di comitati di liberazione nazionale non avrebbe potuto essere che meramente consultiva
Prendono atto in realtà di qualcosa che era già stato imposto dagli Alleati dal governo del sud nel dicembre precedente che anche ulteriormente ribadito dalla missione medici torna Quinci nel nord Italia alla vigilia dell'insurrezione
Naturalmente questo
Questo percorso questa parabola che va dal sogno dal dal Progetto dall'auto definizione di
Auto costituzione di un potere fondante costituzione costitutivo costituzionale invece all'accettazione del proprio sostanziale del dissolvimento dalla propria capacità di essere questo elemento portante del rinnovamento politico passa attraverso un complesso intreccio di questioni politiche e militari di logica e culturali
Ora io revoco questa traiettoria esclusivamente perché sul piano simbolico oltre che su quello fattuale è in questa traiettoria che prende corpo la percezione la constatazione del mutare dei rapporti di forza e dell'effettiva impossibilità anche rinnovamento radicale delle strutture politiche il passaggio
Dall'illusione al potere per prendere il titolo di un bel libro di Pierangelo Lombardi sui CLN dall'illusione del al al potere alla frustrazione e poi all'amarezza
O quanto meno alla verifica che il vento del Nord
Era in effetti meno impetuoso inarrestabile di quanto si fosse sognato nel fuoco della guerra partigiana
Sul piano della possibilità effettiva di rappresentare una nuova struttura portante di un nuovo stato i CLN
Come abbiamo detto erano fuori gioco da dal dicembre quarantaquattro
E tutto sommato anche quella che verrà chiamata la crisi della Resistenza non è un fenomeno successivo alla Liberazione non fatto già operante nel corso della lotta armata
L'interno alle scelte che furono allora compiute
Insomma tutti i fattori che avrebbero determinato a quella che gli azionisti chiameranno mancata rivoluzione democratica
I socialisti come Lombardi chiameranno rivoluzione interrotta eccetera tutti questi fattori erano già saldamente in scritti nel contesto e nei limiti entro i quali la resistenza aggiunge a realizzare l'insurrezione finale
Insurrezione che a sua volta avviene vincendo forti resistenze e diffidenze anche all'interno dello stesso comitato di liberazione nazionale
La questione sulla quale voglio qua richiamare l'attenzione però questa la la stessa
Funzione il l'il variare il modificarsi delle aspettative delle possibilità rispetto alla funzione e quindi il processo di eclissi progressiva dei CLN
Probabilmente non sarà stato percepito
Nello stesso modo da tutta la direzione da della resistenza armata e soprattutto non sarà stato percepito lo stesso modo da quello che genericamente chiamiamo
L'universo partigiano
Noi possiamo lecitamente porci il problema
Di come e di quanti partigiani abbiano avuto una conoscenza preciso o una percezione esatta del rilievo delle implicazioni degli accordi di Roma del dicembre quarantaquattro o per esempio
Quanto sarà stato noto e compreso il dibattito delle cinque lettere
Problema generale che deriva naturalmente a dalla dallo scarso livello di alfabetizzazione politica delle bande delle brigate partigiane in che caso mai è un problema che viene proprio affrontato dentro la resistenza no
Ma è un problema strutturale quello di questa scarsa preparazione culturale e politica
Ma soprattutto bisogna tenere presente che gli accordi di Roma il dibattito del cinque lei perciò che il fondo rendevano chiaro che ormai per certi versi i giochi erano fatti
E tutto questo accade nel momento in cui la resistenza sta vivendo il momento di massima crisi destrutturazione organizzativa in questa addirittura dubitando di riuscire a sopravvivere
Che è anche uno dei motivi decisivi per cui a questi accordi bisognerà arrivare
Nel far percepire il mutamento di prospettive
Un peso maggiore forse quindi di questa vicenda dell'eclissi di CLN che riguarda certamente la parte colta progettuale di di la direzione della presenza ma non riguarda secondo me tanto la base partigiana
Per questo invece probabilmente un peso maggiore
Un impatto molto più diffuso vorrebbe
Nella sua visibilità cogente diciamo il il parallelo rinvigorire il sì delle strutture politico amministrative tradizionali che comincia a
E sarà molto visibile a partire dalla secondo Mentana
Dalla fine del quarantacinque e mi riferisco alla rimozione dei prefetti e dei questori di nomina ci ellenistica
Capitolo i prefetti questori di carriera eccetera ed in vigore il sito le strutture politiche amministrative tradizionali
Ancora accanto a questo fenomeno che invece è percepibile a prescindere a qualunque livello di preparazione politica un altro di motore decisivi della delusione disillusione andrà cercato nel fallimento dell'epurazione
Fallimento dell'epurazione che ha negli esiti dell'amnistia Togliatti uno dei suoi momenti più clamorosi
In occasione della
Dell'interpretazione dell'applicazione di Eminem andando avanti sfidando rilevanti dalla magistratura
A me se non molto condivisibile il giudizio Espresso anni fa una coda di pavone che scriveva
In particolare Mambor vedi Cassazione nell'applicare la troppo generoso Hammond formulando amnistia scrisse una delle indagini più vergognoso della sua il coraggio lo sfondamento delle funzioni nell'anno giungono intanto in comitati di liberazione nazionale Bobbio versione percepito in modo particolarmente doloroso dagli azionisti
La banca depurazione degli Abba Landis verbali bromuro trasmigrazione dei fascisti verrei di sevizie non particolarmente arte
Ebbe un effetto dirompente sull'in tiro associazionismo partigiano senza più distinzione di adesioni partitiche anche la base comunista in prima persona
Visse nel rovesciamento di ruoli che la scarcerazione dei fascisti portava alla luce dalle star del quarantasei un momento di esterrefatta amarezza
Mimmo Franzinelli nel suo ora cerca lavoro dedicato all'analisi dell'amnistia Togliatti e dei suoi affetti giunge alla constatazione che le motivazioni dirà ma le mozioni diramate dall'osso dall'associazionismo partigiano esprimevano posizioni difensive
Con l'aspirazione adesso le equiparati ai fascisti
A poco più di un anno dalla sconfitta dalla Repubblica sociale italiana si era realizzato un ribaltamento dei ruoli con gli ex partigiani che imploravano l'applicazione delle norme di clemenza concesse ordinariamente dalla magistratura agli ex repubblichini una situazione intollerabile
Per chi convinto di essere uscito vincitore dallo scontro armato si ritrovava contro ogni previsione Nice
Molti dei concreti protagonisti della guerra partigiana suscitava in varie gradazioni perplessità frustrazione o sdegno
Un altro elemento costitutivo del fenomeno che abbiamo indicato come delusione disillusione è la percezione che solo nella percezione non solo del venir meno della centralità della Resistenza nella scena pubblica ma addirittura della sua rapida rimozione
Il passaggio dalla poesia alla prosa dall'epica alla politica è sempre difficile e problematico qui
Rapidamente complicato dalla verifica diffuse tendenze alla cancellazione del rilievo e dell'intensità dei sacrifici della guerra partigiana
E del parallelo dilagare delle posizioni qualunquista e denigratorie che incontrano uno straordinario Successo
è inutile che stiamo a evocare la le battute i comizi dell'oppio dell'Uomo qualunque
Ferruccio Parri evocato come fessure ciò Parri
Emilio Patrizi membro della Consulta nazionale che definisce durante il primo congresso dell'Uomo qualunque sciacalli piovuti dall'estero per dilaniare il corpo della nazione i resistenti
Direi che
Se posso prenoti con la parentesi questo clima di aggressione di rimozione davvero spiazzante per chi si era aspettato ben altro è uno degli elementi non certo il solo che aiuta a comprendere dopo l'accesso di enfatizzazione monumentalizzazione che poi caratterizzerà la costruzione del racconto resistenziale partire
Dalla storia dalla resistenza del Battaglia ceto medio che c'è qualcosa anche di fortemente reattivo a questo livello ovviamente di aggressione
Questa percezione della necessità nel quarantacinque di battagliare per la memoria per la per restituire alla Resistenza dignità e persino visibilità esistenza
La possiamo rintracciare
Naturalmente in un'infinità di di di scritti direi che sono intellettuali azionisti che hanno partecipato in prima persona la resistenza a quelli più mobilitati in quest'opera di difesa dunque qualche esempio molto veloce Roberto battaglia scrive nel quaranta scrive nel
A ridosso della fine delle operazioni belliche un uomo un partigiano che di fatto il suo diario di comandante partigiano
E Massimo Mila n r censirlo trova che il significato e l'importanza del libro stanno nel ricordare di fronte alla marea montante dei qualunquisti che ci fu una guerra di liberazione che esistettero dei partigiani e quali partigiani
Qualche giorno prima sempre in un articolo
Se scriveva il due dicembre ancora del quarantacinque con la nebbia di cui la reazione è stata rapidamente avvolgendo l'Italia
La guerra partigiana sembra ormai un ricordo dentro Risorgimento
Ecco qua potremmo moltiplicare ma non abbiamo il tempo neanche varrebbe forse la pena le citazioni che ci raccontano questo clima condensa sì di questo clima culturale
Dalla pena però perché è stato citato già molte volte stamattina e anche il pomeriggio stamattina presentazione può durante le relazioni Piero Calamandrei
Te evidentemente in qualche modo un un intellettuale
Prismatico permette di vedere molte cose da molti punti di vista diverso rispetto a questa questione per esempio il suo famoso e citatissimo
Articolo sul ponte nell'ottobre del quarantasei intitolato desistenza mi pare che abbia posto con tale chiarezza questa questione che val la pena di riprenderlo rapidamente hanno però non descrive oggi
Le persone benpensanti questa classe intelligente così sprovvista di intelligenza
Cambiano discorso infastidite quando sentono parlare di antifascismo e se qualcuno ricorda che i tedeschi non erano Agnelli fanno una smorfia di tedio
Come sentire vecchi motivi di propaganda a cui nessuno più crede i partigiani
Una forma di banditismo i comitati di liberazione un trucco dell'esattoria
Ecco cito queste mi pare giusto ragionando di eredità della Resistenza nell'immediato dopoguerra
Evocare questo clima
Che
Massimo Legnani ha definito una quindicina di anni fa il clima risentito di risentimento morale e politico che circola in tante pagine della memorialistica partigiana che è frutto
Dello scarto tra le aspettative di schiuse dalla lotta di liberazione e la loro traduzione nella realtà dell'Italia Repubblica
E lo stesso saggio Legnani constatava l'enorme distanza tra questo clima di risentimento morale e politico facilmente constatabile
E quell'immagine di un'Italia tutta in mano ai partigiani che costituisce il presupposto
Delle più scoperte speculazioni e strumentalizzazioni che si son diffuse a partire dai primi anni novanta
Confesso che uno dei motivi per cui mi sono soffermato su questo tema fra i molti possibilità che mi pare che questo tipo di immagine Contini a essere utilizzata nel nell'uso pubblico della storia nel dibattito e soprattutto così nella
Gli interventi giornalistici e mediatici Tesia determinare un senso pubblico della storia
Un secondo motivo che mi ha spinto a queste
Tutto il resto lo potrete leggere negli atti che sono sicuro usciranno mi fermo semplicemente se
Avere l'ansia di dire tutto sarebbe sciocco più il tutto non esiste poi comunque questo non tutto molto confuso salto direttamente
Quella che voleva essere una conclusione ha utilizzato alcuni degli intellettuali azionisti un paio di citazioni del Milan
Come se fossero gli esponenti di una resistenza come delusione come disillusione come fallimento
Non vorrei lasciare questa impressione che sarebbe del tutto fuorviante
E quindi chiudo con una citazione di Mila che riporta a sintesi riflette sulla propria esperienza partigiana e dice
Venti mesi straordinari di fuga i rastrellamenti di scarpinate su e giù per i monti di pedalate senza fine della neve nel fango di guadi dell'orco due volte al giorno quei calzoni rimboccati e la bici da corsa spalle
Mi misi scomodi ma guai a non averli vissuti
Che cosa saremmo senza quell'esperienza
E questa è una considerazione di se volete che qua sarebbe chiamato da antifascismo etico e esistenziale però c'è ben altro anche in questi pensatori
Che ho utilizzato come cantori diciamo del disincanto cioè l'elogio della politica per esempio ecco il Milan della costo quarantacinque scrive e s'era comunista o liberale o del Partito d'Azione
Significa avere un'idea del bene del Paese e dei mezzi per attuarlo significa aprire una fede e un ideale
E dire che quest'idea della politica quest'idea alta della politica forse l'eredità più visibile di questa stagione modello etico idea della politica così alta per essere scambiato su paradossalmente per frutto di una identità in politica grazie
Ringrazio il professor Santo peli
Anche perché all'inizio sembrava la sua premessa che lui stesse per andar via Redi cioè una relazione quasi impossibile fare invece no è stato possibile fatale molto stimolante anche questa e farò qualche osservazione
Io ho partecipato molto marginalmente per ragioni di età anche a resistenza
E allora ricordo benissimo però che cosa dicevano quelli più grandi di me gli adulti e le loro illusione
Le illusioni sono state gigantesche e noi quando ci facciamo delle illusioni che politica siamo destinati a delle delle delusioni
Sempre penso e non questo non vuol dire che il mondo non cambia che il mondo cambia cambia eccome però cambia come il mondo decide di cambiare non come diciamo quelli che hanno fatto un programma illusorio penso di poterlo cambiare
Tra l'altro vorrei anche spendere una parola indifesa di Togliatti ed Enzo decreto sull'epurazione
E
Io ho studiato pazientemente legni in dopo la presa del potere
E ho avuto la sorpresa in qualunque biblioteca andassi di trovare intonsi questi libri non erano stati neanche spogliati perché normalmente è stato letto molto l'ENI prima della conquista del potere ma dopo la conquista del potere
Bene trascurato
Ebbene lei Nina a proposito di epurazione è costretto a dire
Noi siamo abbiamo dovuto richiamare in servizio tutti funzionale molti gran tanti funzionari zaristi compresi quelli che si sono macchiati di crimini contro il proletariato contro la classe operaia
Togliatti e si pone queste cose le sapeva
E quando è venuto pare io credo
Che si sia comportato tutto sommato con prudenza anche se quella frase effettivamente del decreto sulle servizi e non particolarmente efferate dava pensare però aveva visto tanto nella sanità e credo che il suo comportamento alla fine potrà essere giustificato da un punto di vista storico ricordare presso ecco sì avvoltoi e è chiaro che inesistenti si persero molte illusioni e il fallimento dalla Resistenza non c'è stato anzi questo mi Conte mi consente anche di fare una precisazione su quanto detto prima
La costituente ha lavorato in un mondo completamente diverso da quello di oggi ma la Costituzione ha resistito per sessant'anni
E e questo è già un fatto assolutamente straordinario
E il mondo che c'è stato dopo la seconda guerra mondiale e sicuramente è stato un mondo migliore che non quello che lo aveva preceduto quindi per resistenza non è fallita
Adesso abbiamo la parola alla finalmente barra professoressa salvate Mariuccia Salvati che insegna Storia contemporanea a Bologna si è occupata di ricostruzione gli impiegati fascismo ed è qui anche come rappresentante posso dirlo della Fondazione Basso
E a questo titolo anzi presiederà domani
Al posto giugno
Iniziò il titolo del della sua relazione è tra due dopoguerra comunicazione e linguaggio
Prego grazie presidente
Mi riallaccio e mi ritrovo completamente egli stesso nello stesso arco cronologico trattato prima da Santo Perilli disposto però a Roma perché l'oggetto di questa sì l'oggetto di questa relazione che è poi una traccia di ricerca e quindi ancora molto provvisoria riguarda la riflessione degli intellettuali all'uscita della guerra tra alla vigilia della Costituente
La riflessione sul fascismo cioè quel dibattito che si apre appunto nel quarantaquattro quarantacinque quarantasei proseguirà negli anni successivi ma condizionato a quel punto fortemente dalla guerra fredda e quindi dal in cambiamento diciamo che questo produce
Sulla stampa appunto del quarantacinque quarantasei i protagonisti
Non sono poi molto diverso da quelli già evocati parte infatti e prendo spunto da un articolo di Guido De Ruggiero sulla nuova Europa dell'uno aprile mille novecentoquarantaquattro
De Ruggiero molto rappresentativo in questo dibattito perché come sapete porta una tradizione culturale liberale crociana
In parti diciamo azionista che ha una notevole influenza intellettuale e che ne avrà molto almeno sul terreno politico quindi è interessante prendono in considerazione
Cito per più di vent'anni il vero volto degli italiani è stato nascosto dietro una maschera impostagli violentemente
Al principio esso si è ribellato imposizione evapora finito con l'ad Attardi sì pur lasciando quella intravvedere qualche tratto nativo
Ma ora che il volto si va scoprendo dobbiamo notare che purtroppo la sua fisionomia sia alquanto deformata e qui diciamo partono due osservazioni di grandissime novità
E mutate da un punto di vista fisico in quanto che non c'ero descrive il fatto che sulla scena pubblica
Tutti gli individui si atteggiavano al modello duecentesco non solo gli abiti gesti modi di parlare ma perfino i lineamenti del volto si conformava lo adesso per effetto di un mimetismo a volte volontario a volte involontario
Secondo osservazione questa mimetizzazione e anche di carattere morale
Quali sono diciamo i mezzi con cui il fascismo uscito a provocare questa mutazione antropologica una grande semplificazione nel Complesso carattere storico degli italiani
Ricordo che queste elemento delle modificazioni fisiche il modello d'uccelli Sco
è stato oggetto di una storiografia che si è soffermata appunto sul corpo del Duce la sua rappresentazione così come questi guasti morali provocati dalla maschera
E le ragioni che lui adduce e cioè questo processo di semplificazione che sì diciamo che fa leva soprattutto su inviti sull'uso dei miti e di una cultura mitica quella nazionalista del mito di Roma e della grandezza imperiale
Ad un tratto però proseguiamo la maschera è caduta e con essa gli uomini sono caduti degli abissi della disperazione
Ma intanto la deformazione del volto prodotto dalla lunga imposizione della maschera in un'asta e con essa gli emergono di tratto in tratto sia pure in tono minore le vecchie posticino grafiche
Ora sino ci poniamo nell'aprile del quarantacinque questo diciamo lettura doveva apparire chiara soprattutto agli intellettuali ho dimenticato di dire che il tic
Uno è appunto gli intellettuali
E risuonava anche l'eco di una frase di leone Ginzburg inviati coi voi fascisti in Giustizia e Libertà del trentatré in cui già si diceva la maschera quando è portata a lungo non vuol più staccarsi dal folto
Quindi questa frase del quarantacinque suonava con una sentenza per tutti coloro che si erano sforzati come proclamava allora di fingersi fascisti senza essere fascisti una dura condanna
Per chi aveva nutrito illusionismo fascismo governabile riformabile
Soffermiamoci un momento sull'uso del termine maschera e smascherare maschera un termine molto complessa di pieno di stratificazione antropologiche
La maschera non nasconde solo rappresenta e comunica identità nasconde e riferì la nel teatro antico significa allo stesso tempo celare il volto ma fare spazio al fucile
Maschera è sinonimo di drammatici persona badate queste sono osservazioni di Annamaria lenta nel volume sulla rivoluzione
Anzi attraverso questo duplice significato che la parola persona entra nella terminologia giuridica romana
Per stabilire la differenza tra il semplice individuo e soggetto portatore di diritti e di doveri nasce la persona giuridica diciamo no che riprende il termine dal Dramatic persone del teatro
Riprenderemo più avanti questo argomento
Ma intanto la diciamo la maschera la metafora dello smascherare che era certamente legata al clima rivoluzionario se noi pensiamo sempre sulla scorta della Rent
Alla rivoluzione francese appunto idea della rivoluzione era quella di smascherare no e che dietro ci fosse dietro la maschera
Qualcosa di puro e incontaminato ma difficile crederlo ormai a metà del Novecento dopo quella guerra
Così badate il tema del fascismo come maschera e molto presente in questi anni
E gli artisti e letterati a significare sia l'operazione di cancellazione della verità e di purezza originaria che è un risultato di successo dovuto appunto alla sua permanenza
Mi ristagno alcune citazioni ma una ve la faccio tra cui di Corrado Alvaro questi invece di Savigno che collega perché il collega estetismo e fascismo
Gli esteti non si preoccupano di migliorare la sostanza delle cose ma solo di abbellire mi a modo loro l'apparenza il fascismo in una grande occasione della sua storia maschera la facciata della stazione Termini a Roma con una facciata finte più moderna
E fece di meglio messo una maschera tutta l'Italia Sica per molti anni la gente di fuori degli italiani stessi credevano di guardare l'Italia in verità guardavano in una maschera
Si sa cosa avvenne quando una maschera cade dietro alla maschera la sostanza vera marcisce
Si può sapere perché l'esteta cambia apparenza le cose per vergogna sotto a ogni estetismo si nasconde la vergogna di mostrarsi come si è dannunziani esimi fascismo sono due fenomeni di vergogna
Eccoci qua ricondotti appunto alla storia letteraria e riprendiamo il nostro articolo di De Ruggiero
è stato giustamente osservato storno all'articoli de Ruggiero chi durante il ventennio mentre sulla stampa ufficiale imperversava da più borse ballare né storica i nostri letterati almeno i più degni di questo nome
Avevano tono dimesso ed un accento di sincerità
Ma allora si dirà donde veniva quel diluvio di scritti e di parole che per più di vent'anni c'è inondati sommersi
Solo una piccola parte degli esponenti veri responsabili della cultura per una parte di gran lunga maggiore da giornalisti questa proveniva e lettera Turconi improvvisati
Ormai questi rientrano nell'ombra osserva De Ruggiero è evidente che qui c'è un ottimismo della della vita che non vuole cogliere il carattere irreversibile dei mutamenti intervenuti nel corso del ventennio
In realtà come per molte altre cose anche per la cultura politica la fine della Guerra fascismo non rappresenta un'ora zero
Ma e valutarne appieno la novità converrebbe fare un passo indietro e volgersi al primo dopoguerra questo un capitolo che salto e come santo Pili rimando pubblicazione
è stato completamente per dire però che come capite bene per spiegare il mutato clima di questo momento
Occorre rifarsi al al clima invece ad una vera rivoluzione culturale che il perché al suo cura al momento cruciale nella prima guerra mondiale nella crisi della prima guerra mondiale quando appunto la rivolta contro di la la cultura borghese lo spirito borghese domina tutta la letteratura
E soprattutto domina una intellettualità che trova qui una proprio ruolo diciamo in questa rivolta anti borghese
E che è di destra diciamo il paradosso della prima guerra mondiale che appunto il termine rivoluzione si sposta dalla sinistra alla destra c'è uno slittamento semantico di grande interesse
Qui diciamo lasciamo perdere tutta questa parte che ripeto è interessante ma più storica
Per ricordare però soltanto che nella storiografia recente soprattutto i giovani tendono a mettere l'accento sull'intreccio forte che diciamo il rapporto tra intellettuali e fascismo
A da più punti di vista portando la novità anche nel contesto diciamo anche istituzionale
E cioè lo stretto intreccio che il ruolo degli intellettuali svolge da un lato con una organizzazione di tipo corporativo con la quale appunto chiedono di contare di più diciamo no sulla scena politica in secondo luogo un ruolo che vogliono avere sul terreno della scuola e della propaganda questa alleanza si forma attorno alla riforma Gentile diciamo e tutta l'intellettualità della riforma Gentile
E in terzo luogo la cosa interessante e anche come questo però si intrecci fortemente con una violenza che insita appunto del movimento fascista e cioè stranamente appunto gli intellettuali giustifichi Ras il Ras dà ragione dell'esistenza dell'intellettuale quindi diciamo questa violenza naturalmente uno strumento intellettuale che è la la diciamo il mito sommando la violenza politica qui è intesa come distruzione umiliazione del singolo
E l'altra faccia di un linguaggio politico imperniato sul mito e sulla sua capacità di trascinare anche fisicamente le masse
Ora l'insieme delle degli anni del regime può essere ricompreso sotto il segno del passaggio da una fase in cui il linguaggio politico accetta la violenza attiva lo squadrismo
All'interno di un disegno di rivoluzione di cambiamento a quelle in cui l'uso della violenza è istituzionalizzata in tribunali processi e così via
L'altra innovazione noccioli chiamato prima è l'inserimento per tutta una lunga fase delle istituzioni preposte alla propaganda nei meccanismi stessi dell'amministrazione statale
Il che mette in moto un controllo a cascata della produzione giornalistica artistica cinematografica radiofonica che ruota attorno a un insieme di enti e dunque di posizioni lavorative ambite
Propaganda e linguaggio differiscono dei Paesi democratici dunque non solo per i contenuti ma per la forma
Non solo per il messaggio va per le istituzioni che non propagano Roosevelt si accontenta del caminetto Mussolini vuole balcone il primo disco e forse di qualche ghost writer il secondo di una schiera di intellettuali
Pronti a clonare i suoi messaggi in una miriade di istituzioni che occupano i dallo stipendio
Alla schiera dei giovani ex rivoluzionari lettera tu con i del fascismo
Già
Giovani ma fino a quando
L'altra caratteristica da non dimenticare considerando la lunga durata del fascismo e il progressivo invecchiamento degli omini e sui nomi del ventidue confermato dalle ricerche recenti anche sugli enti locali le istituzioni rappresentative
E il largo ai giovani dell'ultimo fascismo non è altro che il segnale di un conflitto generazionale in corso
Nel frattempo il linguaggio della comunicazione politica si separa da un lato quello per le élite dall'altro quello per le masse
Si pensi al fine di Blasetti che del trenta con Petrolini Neroni Mussolini che guida dal balcone l'applauso dell'ammasso obbediente rumoreggia anche invisibile
Apparentemente l'operazione ha successo la nuova tecnica esaltando alcuni tratti comuni
Consente quel processo di rappresentazione semplificata esteriore dei conflitti attraverso appunto la proiezione mitica a cui si riferiva De Ruggiero
Miti e ideali eccoci qua e ci troviamo da banche o finalmente a Ernst Cassirer parlando di miti
Scritto nel quarantaquattro quarantacinque il mito della Stato sarà tradotto in italiano dall'intellettuale di cui diciamo avrei voluto parlare di più che Camillo Bellizzi protagonista del gruppo degli intellettuali rivoluzionari dei primi anni venti
Mi riterrei riterrei due riflessioni da questo testo la prima riguarda l'assoluta artificialità del mito moderno
I nuovi miti politici non si sviluppano liberamente non solo frutti selvatici di una immaginazione esuberante da qui in avanti imiti potranno essere immani fatturati
Nello stesso senso e seguendo gli stessi metodi che si usano per qualunque altra arma moderna come di mitragliatrici con gli aeroplani
Il secondo aspetto il mesto tramite violenza
Abbiamo preso che l'uomo moderno sempre Cassirer malgrado la sua irrequietezza e forse proprio a causa della sua irrequietezza non ha realmente superato la conduzione della vita selvaggia
Quando si trova esposto alle stesse forze facilmente può venire rigettati in una condizione di completa acque scienza non più agli mette in dubbio il suo ambiente lo accetta come cosa normale
Badate qui il richiamo al saggio di Freud del mille novecentoquindici insomma è chiaro
Ora in un testo pubblicato nel quarantaquattro ma preparato originariamente per nocca azione dirla concessione della laurea honoris causa dell'ulivista di osso del quaranta
Anche Guido De Ruggiero e pubblicato su Mercurio del quarantaquattro anche Guido De Ruggiero aveva denunciato il diffuso irrazionalismo il ricorso ai miti
Anche se con sorprendente ottimismo per l'anno in cui fu scritto che contrapponeva la certezza dalla vittoria finale dell'ideale nella guerra in corso tra i popoli
L'irrazionalismo archivistico dei nostri tempi e il riso gli ideali come fare utopia come vagheggiamento inefficaci delle astratta ragione
Ed ha preteso sostituirli miti come formule direzione conversazioni d'immagine di sentimenti dotati di forza comunicativa ed esplosiva
Sono essi che danno la febbre delle attività malafede una malattia che sotto apparenze di forza momentanea cela una reale debolezza
Ecco la maschera di nuovo è una maschera di debolezza dei dietro una forza solo apparente Heaven sogna proprio come lei afferma Bloch che non a caso usa gli stessi termini e negli stessi anni di Cassirer e De Ruggiero
Nel quarantatré scoprendo in un fascicolo di un rivista della Resistenza una frase che lo feriva scrive all'amico Lucien ferma
Chiede il permesso di manifestare la mia vile il termine di sorelle mito applicato alle idee alle quali io credo mi fa orrore
Mito uguale menzogna dunque la teoria razzista davvero unito ma non la libertà francese che è un'aspirazione
Chiedo scusa della mia pedanteria ma siamo dunque così atto sicari di sorelle Marras che i migliori tra i tuoi debbono finire col pensare secondo le loro categorie mentali
Metto ancora più di maschera è un termine difficile da ricondurre un significato univoco questo confronto tra Cassirer De Ruggiero potrà sorelle blocco mostra la difficoltà
Cito di togliere il mito agli intellettuali fascisti e di riconvertirli all'umanesimo era ciò che auspicava Thomas Mann una lettera che limita a settembre quarantuno
Ma lo spera anche Gianni Pinto nello stesso vanno in un articolo sulla rivista primato
Che l'attuale generazione cito abbia sete di trascendenza di lotta col Demone inizierò Ict sublimi orrori io non credo
E sarà ascese intellettuali delusi questa confusione
Pasta di fronte a dei problemi vitali educata fra avversità precisa e sensibile di ultima generazione non ha tempo di costruirsi il dramma interiore ha trovato un dramma esteriore perfettamente costruito sull'orlo della guerra nell'operare questo risveglio le parole più espliciti sono ancora quelli di pittori nella lettera fratello
Senza la guerra io sarei rimasto un intellettuale con interessi prevalentemente letterari soltanto la guerra ha risolto la situazione mettendomi brutalmente a contatti con un mondo inconciliabile
La guerra infatti riporta al centro il tema della libertà in quanto solidarietà umana amore della patria non più come mito grissino imperiali ma come vicinanza la sofferenza pietas si tratta di temi cui giungono in parallelo blocchi Simon's Bay
Il sentimento che deve ispirare la rinascita francese per quest'ultima la compassione per la patria
Come scrive nella Cassin ma sentimento cui è più vicino il popolo che ha il monopolio della sventura
Il radicamento che si monta in grado spicca e dunque radicamento della società civile fatto di legami multipli frutto di libertà di miglio e vitali
Anche in Italia la guerra cultura della vita contro cultura della morte una cultura che affonda le sue radici nell'altra Europa sulla Europa ha scritto un bel saggio ancora Claudio Pavone
Come alcuni studi dimostrano e da questa cultura della vite della persona che discende anche una tendenza comune dei Paesi europei al Welfare se ne è parlato anche stamattina
Un sistema di solidarietà che trova nel corso della guerra stessa nella difesa dall'aggressione totalitaria la pratica vede Ricci e l'impegno politico dei programmi della Resistenza a favore della protezione dei diritti umani e sociali
Si tratta di un passaggio segnato del pensiero filosofico euro applicata la nuova centralità della persona torno ai soggetti iniziale quale appunto soggetto portatore di diritti il luogo del troppo astratto individuo
Attorno all'Europa i concetti di persona umana Silvia credo negli stessi anni la filosofia politica europea
Che cerca nelle comuni esperienze tragiche del passato un filone culturale altro a dispetto alla degenerazione il razionalista della svolta novecentesca faccio riferimento a un saggio di Hannah Arendt cinquantaquattro all'uscita dalla seconda guerra mondiale ovunque nei Paesi europei prevale nella scrittura delle nuove costituzioni la cultura del rispetto della persona nata dal Comune rigetto del fascismo
Anche in Italia è proprio questo slancio antifascista il rifiuto di ogni regime totalitario che sostiene il processo di razze redazione di un testo normativo ampiamente condiviso
Anche mentre nel Paese crescono le divisioni fra le strategie politiche dei vari partiti
Come sappiamo è già accennato questa mattina nella bella relazioni Di Pietro a scoprire una serrata discussione che vede impegnati costituenti cattolici socialisti comunisti la centralità della persona
Finisce per risultare un valore condiviso pur nella diversità delle motivazioni fondanti
L'apertura sociale dell'individuo atterrò ritengo Rizzato al personalismo comunitario dei dossettiani si incontra con le esigenze riformatrici delle sinistre e permette di affiancare i diritti di libertà i diritti politici ma anche una nutrita serie di diritti sociali
La maschera caduta dunque esiste un filo che lega l'esperienza estrema della guerra totale alla crisi delle filosofi razionalisti che è rinnovata centralità della persona Imana
Attorno alla quale sembra possibile rifondare finalmente una cultura dei diritti in Europa
Dalla maschera alla persona potremmo dire dall'individuo a soggetto portatore di diritti in quanto essere umano e know ASS categorica astrazioni
Carlo levi in crisi dalla civiltà siamo nel quarantaquattro sulle nazioni del popolo sintetizza bene questo passaggio
Non individua troppo determinato e chiuso il nazismo e fascismo contrapposero la massa amorfa allo stato puramente giuridico la traccia uniformità dello stato totalitario
Di fronte a un mondo inaridito di sulla Regione essi suscitarono dal profondo dell'incosciente collettivo gli antichi mostri spaventosi i toni del sangue della razza
Erano le due facce complementari dell'artista di spicco civiltà dissociata che ora muore del suo stesso dissidio
Su questo sfondo
Il ritorno spesso la vita nelle città la battaglia quotidiana per ricostruire o per trovare il CIPE la casa appaiono segni di una nuova cultura e di una nuova società su questo sfondo quello di una nuova forma di comunicazione politica di sfera pubblica
Tappare la presenza delle donne e delle associazioni dei sindacati degli organismi di massa come una vera conquista la vera novità dell'anno mille novecentoquarantasei
Forse ancor più per il loro raggiungimento del frutto che si tradurrà il numero misero di rappresentanti elette
Il linguaggio della concretezza appartiene per definizione alle donne e di loro per questo motivo c'è particolarmente bisogno nei momenti di uscita dai traumi collettivi
Soprattutto sulla scena politica più vicine ai bisogni della gente quelle delle amministrazioni comunali e provinciali
Non a caso i grandi leader non hanno turbine a rivendicare nei rispettivi partiti associazioni uno spazio per le donne
Dagli atti dedica la questione femminile ben due discorsi a Torino nel mille novecentoquarantasei secondo esemplare per il nostro ragionamento
Ci hanno detto poi che le donne non avrebbero ancora cito Togliatti in Italia una sufficiente coscienza ed esperienza politica
Non è vero
In realtà bisogna abituarsi a considerare che questa parola politica che pochi sanno che cosa voglia dire vuol dire cose molto semplici elementari alla portata di tutti che hanno un'influenza sull'esistenza dell'ultima donna dell'ultimo uomo
Ora se non siamo in grado di ridurre la politica a questo se pensiamo di poter fare questo l'abbiamo il mezzo di conquistare androni di conquistare al Partito dei lavoratori
La grande massa delle donne lavoratrici italiane
Dunque se la politica vuol dire cose semplici e che hanno influenza sulla vita di ciascuno di noi allora è sicura la partecipazione ma evidenziare anche in questo caso non solo il contenuto accetto più femminista di molti discorsi odierni ma la forma della frase
Un linguaggio piano concreto in cui democrazia e presentata non con una parola astratta ma piena di cose vicino alla vita
Questo a mio avviso la svolta più duratura delle strategie comunicative di nuovi partiti di massa quella che coincide davvero con l'uscita dal fascismo
Intanto il dato più sorprendente al diffondersi sui giornali delle inchieste del repertorio di notizie della cronaca
Apertamente sostenuta come obbligo morale da piazze e su società l'ha praticata soprattutto arabo da Vittorini sul Politecnico
Nella convinzione che come si scrive nell'editoriale del primo numero fosse necessario produrre non più una cultura che consolida le sofferenze ma una cultura che protegga dalle sofferenze che ne compatta elimini poi si sa anche Vittorini sarà dura duramente redarguito proprio dalle colonne di società
Ed era cronica sarà necessario passare alla storia perché nuovi partiti di massa si andavano formando i nuovi strumenti non più populisti ma certamente popolari erano necessari del confronto democratico
Segna la transizione al dopo guerra nato un nuovo linguaggio della politica dettato soprattutto da quell'esigenza di concretezza imposta dal ciclo economico internazionale
La guerra fredda come ogni guerra avrebbe riproposto il ricorso all'ideologia i tradizionali strumenti di propaganda
Eppure a dispetto di quanto credevano ossia curavano gli ex letterati lettera tout court del fascismo nulla sarebbe più stato come prima imiti come formule di azioni
E o contestazioni di immagini sentimenti erano stati sconfitti dalla cronaca dei fatti l'attualismo di Gentile dalle macerie della guerra e dalla speranza dell'arrivo delle merci portati con il Piano Marshall
Nonostante i frequenti a destra e a sinistra parallelismi tra fascismo e democrazia
Cristiana il fascismo in quanto insieme di linguaggio mitologia fede religiosa nato nella crisi del primo dopoguerra era definitivamente morto con la fine della crisi di quella guardi quella crisi del dopoguerra
Quella da cui era nato
Diciamo erano consapevoli anche ancor più dei nuovi leaders politici gli osservatori più acuti reduci dell'Antico Regime
Che coglievano non nella rinascita del fascismo ma l dell'anticomunismo le basi politiche per un nuovo ruolo della destra ha perso un saggio molto interessante di uno di loro Pompeo Biondi del cinquantadue
Che contesta appunto la rinascita del partito fascista come Garrone politico tragico
Era un contesto in cui la democrazia
Prima Sheva colonne e grazie alla ricostruzione e più conti si costruivano e più casi edificarono per il volere rivali concordi di cattolici comunisti e più il fascismo si allontanava
Come è stato scritto di recente darà Sergio Luzzatto nel introduzione alla nuova edizione di Calamandrei Uomini e città della Resistenza
Io di fascisti godono del faticoso privilegio di dover ricercare nella vita le proprie ragioni di esistenza e infatti quando la vita ricomincia anche se misere dimessa è pur sempre un punto di approdo dal quale guardare indietro
A volte con tristezza a volte con distacco e ironia
Sì in viaggio per l'Italia nel mille novecentoquarantotto in una carrozza speciale con il ministro tre milioni Savinio serve il volto dell'Italia dietro la maschera caduta del fascismo
Cito questo viaggio ministeriale mi mostri la distanza tra il regime di ieri il regime di oggi sedici GB oggi si può parlare
Come negare che l'Italia ha vestito anche i panni della democrazia e di un repubblicanesimo scarso di mezzi malgrado il suo titolo di saloon Cino questa vettura testimonianze del passato imperialismo non rimane traccia
Ha lasciato il fascismo alcune tracce di sé in questa vettura ministeriale una sola della ritirata dal sommo del tubo dell'acqua avanza un bottone sul quale è scritto prendere
L'uso dell'infinito consenso imperativo era una forza verbali sotto il passato regime credere obbedire combattere della Regione che io pettorale solo editoriali l'infinito è sconosciuto
Non solo all'infinito potremmo aggiungere era sconosciuto in Calabria ma anche il denaro e il lavoro che il ministro tre milioni si sforzava di portali con il Piano Marshall
Tanto che Savinio aggiunge di solito il successo dell'oratore politico proporzionato alla sua mancanza di pudore io ho visto ecco quali omaggerà viaggerò è saggio e timido
Dovrebbe dunque avere successo ma ci sono anche altre forme di successo forse le più sicure
Nasceva così in questo clima e con questo linguaggio la democrazia nel nostro Paese
Senza enfasi e senza miti ma finalmente con le solide basi di un comune sentire che avrebbe consentito ai costituenti di lavorare concordi per il futuro che è poi il nostro presente grazie
Questa bella citazione di Savinio non ce l'ho mica per non fare mai pensato alle Premiere può essere un linguaggio anche derivato da un uso dell'infinito che veniva fatto dal regime
Però a proposito di questo uso del linguaggio se permettete un'altra volta farò qualche considerazione su quanto è stato detto
Direi che deficit che la persistenza del linguaggio retorico del regime mussoliniano in epoca successiva è un tema che varrebbe la pena e chi forme sentisse la motivazione
De di essere indagato perché anche l'uso del voi che da adesso vediamo talvolta anche nel cinema e che non del cinema anche in quello doppiato perché non è non deriva solo dallo Ju
Inglese perché veniva tradotto come voi in certi casi io noto ancora anche nei film italiani che invece veniva usato è stato usato molto più a lungo
Ma anche nel linguaggio politico c'è un spesso noi tutti naturalmente ma in alcuni c'è una persistenza di una retorica che riecheggia quel regime mussoliniana
Per quanto riguarda la stazione che ha rifatta di cartone forse più che termini secondo me all'Ostiense perché fu fatto lui lui dice dice al varo Noicattaro e ma può darsi che anche temi che abbiamo fatto qualcosa perché Hitler andò anche a Termini quando partì per Napoli
Ma quella che veramente è stata rifatta e la stazione Ostiense tant'è vero che un poeta romano che forse era Trilussa difesa che Silenzi che diranno immediatamente fra i romani Roma del travertino rifatta dei cartone
Saluta l'imbianchino futuro suo padrone cosa assolutamente
Per quanto poi riguarda la maschera e il volto c'è una bella che cosa detta da Pirandello che disse che Mussolini era l'attore Rizzi esteso costretto obbligato a ricitare sempre quella parte
Adesso le avremo l'intervallo di
Credo che non supereranno i quindici minuti proprio sentire gli organizzatori su questo perché siamo un po'in ritardo sulla tabella di marcia grazie
Diamo inizio alla seconda parte
Della
Riunione di oggi
I
Diamo subito la parola
Al professor Guido Melis che parlerà della cultura dello Stato tra continuità e discontinuità professor Melis
Professore alla sapienza di Roma e sulle orme di Federico Chabod ha studiato
Le vicende delle burocrazie simili a quelle che compiute l'Empoli dove in qualche modo ereditare dallo zar
Grazie presidente anche di questo il meritato paragone Chabod era un grande alpinista io sono uomo otto di pianura di mare addirittura quindici non posso paragonare negli annuari dei ministeri italiani alla data del gennaio mille novecentocinquanta figuravano complessivamente i nomi di sessantotto direttori generali la cifra
E frutto di un piccolo calcolo io ho dedotto quelli del ministero della difesa che erano per lo più alti ufficiali ho preferito tenerli a parte
Costituivano il nocciolo duro dell'alta burocrazia dello Stato gli uomini chiave
Beh la macchina governativa avevano un'età media di cinquantacinque sessanta anni
Con punte di invecchiamento che raggiungeva il settanta pochi giovanissimi quasi tutti naturalmente avevano alle spalle una carriera iniziata e protrattasi nel corso del ventennio fascista
Possiamo assumere comunque che si rappresentassero dopo la convulsa stagione dell'immediato dopoguerra e dell'epurazione
Lo Stato scuote l'amministrazione italiana nel cinquanta i grandi sommovimenti interni legati alla guerra potevano dirsi conclusi
L'amnistia Togliatti più volte evocata di aveva posto praticamente fine per quanto non sarebbero mancati strascichi giudiziari anche particolarmente lunghi e complessi
Doppiato il mille novecentoquarantotto l'amministrazione entrava in una fase nuova
Nella quale gran parte degli antichi equilibri interni vendevano rapidamente a ricomporsi se in questi frangenti che si colloca la foto di gruppo dei sessantotto direttori generali una banale verifica empirica consente di stabilire quanti di essi fossero già presenti nei ruoli e in quali posizioni prima della guerra e quanti invece fossero pervenuti ai vertici dopo la caduta del regime
I risultati di questa verifica forse un po'rozzi ma non per questo secondo me non significativi sono i seguenti trentanove dei direttori generali
Del mille novecentocinquanta erano già in posizione di spiccata responsabilità negli annuari del mille novecentoquarantadue ho preso quest'anno come anno di riferimento
Ventinove solo ventinove erano invece gli estranei
Comunque il loro nome non figurava negli alti gradi negli annuari dell'anteguerra
Di questi ultimi peraltro alcuni avaro ricoperto nel quarantadue altri ruoli Esterni o collaterali all'amministrazione pubblica di qualche rilievo istituzionale
Naturalmente non posso qui dare data la ristrettezza dei tempi gli esempi che saranno nella relazione per gli atti
La rilevazione assume però un significato più pregnante se si analizzano questi dati partitamente colpisce innanzitutto una differenza tra i ministeri che possiamo definire economici
Tesoro finanza industria commercio con l'estero lavoro e lavori pubblici
E i due grandi ministeri politici
Dell'amministrazione italiana dell'epoca agli affari esteri e il ministero dell'Interno in questi due ultimi dicasteri io ricambio dei direttori generali era stato in effetti molto più incisivo che negli altri
Agli esteri nessuno dei quattro direttori generali nel bilancio del mille novecentocinquanta figurava nella struttura di vertice del quarantadue
All'interno sul cinque direttori generali quattro non aveva avuto alcuna parte al vertice dei primi anni Quaranta
Qui tornano subito sulle ragioni per le quali il ricambio ai vertici dei tour dei due ministeri più politici specialmente all'interno
Era stato più incisivo che altrove
Mi preme però sottolineare la netta differenza con i ministeri economici dunque al tesoro su sei direttori generali del cinquanta tre avevano già svolto ruoli importanti della struttura precedente la guerra alle finanze i reduci del quarantadue erano su otto direttori generali ben cinque
Forse addirittura sei se si calcola Pietro Cova che era stato a capo di una società azionaria dello Stato in Croazia
Tre di essi erano stati dei primi anni quaranta ispettori generali delle finanze che era una amministrazione uno dei corpi tecnici più qualificati che avesse l'amministrazione fascista la vecchia guardia del ministero delle Corporazioni
Un dicastero naturalmente spiccatamente fascista per composizione e cultura professionale delle sue élite era in gran parte rifluire TAC nei posti di vertice del lavoro e dell'industria nel ministero del lavoro a tutti e tre i direttori generali del cinquanta erano ex alti funzionari del dicastero di via Veneto delle corporazioni
Stati capo di divisione già direttore generale già ispettore generale
All'industria e commercio dei tre direttori generali più cinquanta due provenivano dalle corporazioni tornano ricopro ricoperto un ruolo alto il terzo era Alberto Angiolillo all'industria
Su quale contiamo adesso una bella biografia di Giovanni Zamparini no
Nell'ambito di un dizionario biografico sul Consigliere di Stato che si annuncia imminente Angiolillo per la verità non figurava nei vertici del quarantadue però aveva alle spalle una brillante carriera burocratica era entrato nella misurazione del quattordici e vi aveva compiuto un'ascesa graduale durante il fascismo il sei dicembre del quarantasei era stato nominato direttore generale
Della direzione artigianato e piccola industria del ministero dell'industria e commercio poi è stato designato consigliere di stato nel quarantasette poi messo fuori ruolo nel quarantanove a disposizione ancora dell'industria e commercio
Dove Ivan Matteo Lombardo gli affidò lo studio di problemi interessanti la produzione delle aziende artigiane e la valorizzazione dei prodotti italiani sui mercati esteri la sua quindi è una figura in qualche modo anomale del gruppo un accesso laterale si direbbe
D'altra parte tipico di tutta una generazione di Consigliere di Stato chiamati nei momenti dell'emergenza e questo era certamente un momento di emergenza ad offrire il proprio contributo tecnico giuridico anche all'amministrazione attiva non differiva di molto la situazione del ministero dei lavori pubblici dei sette direttori generali del cinquanta solo due rappresentavano novità assolute gli altri cinque erano già ispettori generali poggia direttori generali al commercio con l'estero
Si raccoglieva l'eredità dell'amministrazione degli scambi e valute un'amministrazione a forte componente tale tecnica cresciuto negli anni Trenta sotto l'egida di Felice Guarneri
Dei sei direttori generali del cinquanta in questo ministero ben quattro erano già in organico in quell'amministrazione di essi tre erano stati i direttori generali adescata agli scambi e valute
Ma il dicastero dove più forte appariva l'impronta del passato non era un dicastero economico era la pubblica istruzione dove tutte o quasi tutte le direzioni generali sette suo orto erano appannaggio di ex uomini di Bottai
L'élite tecnico scolastica trapiantata nel Ministero dell'educazione nazionale dal brillante ministro di Mussolini il quale reduce dal venticinque luglio dalla clandestinità e dalla legione straniera manteneva con molti di essi intensi rapporti amicali
Ho qui citato i nomi di questi alti funzionari anche qui
Mi permetto per il momento di non enunciare lì perché non avrebbero forse grande significato erano tutti però già nei vertici dell'educazione nazionale e si ritrovano tutti puntualmente alla testa delle direzioni generali del ministero nel dopoguerra
Un libro appena concluso di Giovanna Tosatti una storia del ministero dell'interno in via di pubblicazione per la casa editrice il Mulino ci ci consente di conoscere più da vicino le dinamiche del ricambio nell'amministrazione del Viminale
Tosatti ha chiarito anche grazie a un paziente lavoro di confronto tra dati incompleti e difformi
Con una certa epurazione fosse avvenuta in quel ministero sin dal luglio del quarantatré ma al di fuori attenzione in genere dai meccanismi giudiziari dell'epurazione propriamente detta
Come accade in diverse altre amministrazioni anche all'interno si preferì cioè prevenire i giudizi di epurazione utilizzando con maggiore libertà ad opera dei vertici politico burocratici del ministero con lo strumento del collocamento a riposo
Lo si fece per esempio nel primo governo Badoglio durante i quarantacinque giorni nei confronti di alcuni prefetti reclutati dal fascismo oppure lo strumento delle dimissioni più o meno volontarie ricorderò che in casi privi di rilevanza penale la presentazione delle dimissioni aveva l'effetto istantaneo di interrompere il procedimento davanti agli organi di epurazione e fu questa la via per esempio seguita massicciamente per preservarci dalle pura azione da parte di alcuni magistrati del Consiglio di Stato anche Santi Romano segui questa strada
Questa adulazione per così dire impropria la chiameremo così gestita direttamente dall'amministrazione e non dagli organi giurisdizionali preposti all'epurazione talvolta previo accordo con gli stessi è pura di che ne contrattavano per così dire i motori conservando in tal modo il diritto alla pensione
Socio effettivamente in un certo rinnovamento del corpo prefettizio italiano ereditato dal fascismo
Secondo Giovanna Tosatti nel solo periodo tra l'agosto del quarantaquattro in febbraio e quarantasei
Furono ad esempio collocati a riposo ventidue prefetti venti Dufy cioè due su richiesta si trattava di funzionari con imbarazzanti benemerenze fasciste alcuno dei quali collaboratori dei nazisti
Molti avevano aderito all'OPA l'otto settembre alla Repubblica sociale
Quanto invece all'epurazione vera e propria bisogna subito osservare come del resto dimostrano ulteriormente studi anche recenti tra i quali quelli coordinati da Elena Aga Rossi
Anche se in corso di pubblicazione che le commissioni di epurazione specie quelle di secondo grado e poi la sezione appositamente istituita presso il Consiglio di Stato
Tennero in gran parte dei casi un atteggiamento benevolo applicando le norme che già di per sé erano fortemente contraddittorie con estrema reticenza sorvolando spesso su dati di fatto che avrebbero potuto indurre forse a condanne più severe
Comunque tra il quarantatré e il quarantanove cinquanta un'intera leva di prefetti Ando in pensione o perché e pura da oppure e fu una quota consistente per raggiunti limiti di età tra i duecentosessantotto prefetti della Repubblica del periodo mille novecentoquarantasei mille novecentocinquantasei cioè l'immediato dopoguerra oggetto di un'indagine recente di Alberto ci Ferilli
Poco meno di un terzo ossia solo settantanove risultarono a metà degli anni Cinquanta nominati nel periodo fascista
Ma se il ricambio naturale oppure obbligato era stato sensibile fra i prefetti non fu altrettanto per la Polizia di Stato
Il lavoro di Tosatti mette in evidenza in quest'ambito anche con l'apporto di documenti nuovi la forte continuità degli uomini e delle strutture in contrasto con quanto invece si era fatto nel campo dei prefetti di descrive Tosatti la continuità col regime fascista riguardo in modo particolare i vertici della questura
E specialmente dalla questura di Roma e delle strutture informative all'interno della direzione generale la divisione servizi informativi e speciali prima la divisione Affari generali e riservati poi nelle quali si avvicendano per più di un decennio dopo la fine della guerra per più di un decennio dopo la fine della guerra funzionari già al vertice delle strutture opera spiccano in questo quadro fatto spesso di chiaroscuri bisogna dire molte figure emblematiche anche qui son costretto a rimandare agli atti ma ci sono alcune figure come quella del generale Giuseppe P. è che OP esce non so bene se si lega all'italiana o alla francese che era stato capo della sezione controspionaggio del SISMI aveva collaborato con l'Ovra club guidato mille immissioni in Spagna durante la guerra civile piacere
In appoggio a Franco
Bene questa questa per questo questo alto funzionario fu riscattato da una nomina a prefetto nel periodo badogliano
E poi lo ritroviamo in posizioni di rilievo nell'amministrazione del dopoguerra per la verità Tosatti scrive che essendo diventato direttore generale del Servizio antincendi del ministero
Questo sì sarebbe stata forse la copertura di un incarico di direzione in una struttura informativa più o meno coperta emblematica anche fu una figura di altri personaggi che qui non starò a biografa aree ma insomma c'è un piccolo gruppo di uomini del ministero dell'interno che in qualche misura testimoniano anche con la loro biografia la continuità
Tra il periodo fascista il periodo post fascista ma al queste vicende lasciano soprattutto intravedere uno sfondo al Viminale per usare un'espressione coniata da Franco De Felice si profila soprattutto nelle strutture della Polizia di Stato l'avamposto di quel doppio Stato ha mediato nelle strutture informative
Forte di archivi e schedatura del passato regime c'è anche una continuità degli archivi che è molto interessante una storia delle carte che bisognerebbe scrivere nell'ambito della storia della continuità le carte non sono neutre naturalmente
Dipende da chi le legge ma il modo in cui sono assemblate scritte redatte assemblate e aggiornate non è affatto neutrale
Diciamo questo questo questo elemento di forte continuità è anche la mobilitazioni in una rete di funzionari anche di alto livello la cui esperienza nel fascismo è stata utilmente convertita nell'ambito dell'amministrazione del tempo tra guerra fretta
Mi avvio alla conclusione
è stato Cassese riprendendo un tema caro a Massimo Severo Giannini a richiamarci qualche anno fa sulle lacune del testo costituzionale in particolare in merito agli apparati amministrativi
è un tema che forse bisognerebbe riprendere quando si affronta la questione della validità o meno del nostro testo costituzionale
Ci sono pagine molto convincenti Giannini sulla debolezza diciamo così della Costituzione rispetto al tema della questione amministrativa
Qui però merita di essere sottolineata soprattutto l'impermeabilità dell'amministrazione nel momento della sua ricostruzione post bellica
Ai nuovi valori di libertà e democrazia presenti dalla Costituzione è un tema molto noto la continuità dello Stato come ci ha insegnato Claudio Pavone
è stata essenzialmente continuità degli apparati e non sono i gruppi dirigenti ma soprattutto nelle norme e nelle prassi insomma nella cultura delle istituzioni
Mi sembra che tre elementi soprattutto vadano richiamati in proposito
Il primo elemento è la lunga durata della legislazione del periodo fascista più generale la lunga persistenza di quel grumo normativo autoritario che talvolta precedente lo stesso fascismo aveva per così dire costituito la uscivo lo per la torsione totalitaria dell'ordinamento negli anni Venti e soprattutto a trenta
Sino a quando la Corte Costituzionale faticosamente gradualmente non poté mettervi riparo ma ciò avvenne solo negli anni sessanta la continuità di quelle norme peso enormemente sull'amministrazione legittimando nelle naturali vocazioni a democratiche
A ciò si aggiunse la continuità stretta dei regolamenti tradizionale forma di autorganizzazione dell'amministrazione talvolta più vigente più persistente della legge stessa
Attraverso di essi la perpetuazione degli schemi gerarchico piramidali
E dei codici disciplinari derivanti dallo stato giuridico del mille novecentoventitré
La cui vigenza peraltro pur corretta per le sue punte più odiosa mente fasciste si protrasse almeno fino al testo unico del cinquantasette e a mio avviso anche in parte oltre il secondo elemento fu il ruolo specifico che nel passaggio dal fascismo coordinamento svolge il Consiglio di Stato
Questo prestigioso istituto vera e propria bussola dell'amministrazione dello Stato e per molti versi anche di quella degli enti territoriali
Aveva mantenuto in verità durante il ventennio fascista una posizione che alla luce di studi recenti appare di relativa indipendenza pur non rifiutando a regime il tributo di riconoscimenti formali tipici dell'epoca
Il Consiglio di Stato ha espresso la sua attività propriamente istituzionale nelle decisioni delle sezioni giurisdizionali e nei pareri di quelle consultive
Nonché nelle pronunce delle adunanze generali una linea di sostanziale mediazione tra i vecchi valori dello stato di diritto liberale e i contenuti nuovi rispetto ad essi spesso eversivi della legislazione propriamente fascista
Sotto un certo aspetto dunque
Il Consiglio di Stato in questo equilibrismo era stato conservatore conservatore di una tradizione giuridica nazionale di stampo statalista ma al tempo stesso anche di alcuni suoi necessari corollari
Corollari di stampo garantista aveva come dire lavorato sul deposito del sapere giurisprudenziale accumulatosi fin dall'Ottocento
Aveva fatto sistematico ricorso al vocabolario asettico del diritto amministrativo
Aveva messo in campo le soluzioni tecniche più raffinate di un diritto ancora impegnato a marcare la sua separazione dalla politica in ciò si era espressa la funzione di alto profilo svolta per esempio
Da Santi Romano sulla cui adesione formare al fascismo non è lecito dubitare ma che come presidente del Supremo consenso amministrativo pelle talvolta comportamenti di fatto sorprendenti
Caduto il fascismo è uscito sostanzialmente indenne dall'epurazione il Consiglio di Stato fino almeno all'istituzione della corte costituzionale operò analogamente nei confronti della rottura costituzionale
Il quindici gennaio al quarantasei ad esempio affermò che le commissioni di epurazione istituita nel quarantaquattro erano da intendersi come Mary organi amministrativi e perciò che le loro pronunzie sarebbero stati impugnabili dinanzi al giudice amministrativo
Cioè bene effetto pratico di riportare l'intero complesso dei giudizi in corso nell'alveo della giustizia amministrativa trasformando in sostanza quello che avrebbe dovuto essere le intenzioni sui promotori dei suoi primi promotori un processo politico alle connivenze tra burocrazia e fascismo in una interminabile serie di vertenze giudiziarie
Che si sarebbero trascinate per molti anni
Il terzo elemento che vorrei richiamare accanto ai primi due
E più propriamente la cultura amministrativa
Il diritto amministrativo del secondo dopoguerra simbolo si mosse per lo più sulle orme della tradizione di studi prebellica a sua volta fortemente debitrice di quella di inizio Novecento
è un un dato di fatto che i Grandi manuali di diritto amministrativo si concentrano in Italia nella prima parte del secolo Tanzi a cavallo tra la FIAT e l'Ottocento la prima parte del secolo poi vanno rane facendosi quasi a testimoniare di una certa debolezza
Della elaborazione del pensiero che presiedeva allo sviluppo del diritto amministrativo come avrebbe scritto acutamente Massimo Severo Giannini nel recensire del cinquantatré la riedizione dei classici principi di diritto amministrativo di Vittorio ma aveva urlato uno dei libri di fine Ottocento le grandi libri fino al cento
Agli inizi degli anni Cinquanta diceva Giannini una ricostruzione del diritto amministrativo che non tenesse conto delle grandi trasformazioni intervenute tra le due guerre mondiali non appariva più convincente
Che pure la linea adottata dai grandi maestri che ancora erano in cattedra e che vi rimasero almeno sino alla fine degli anni Cinquanta
Fu esattamente quella di una ripresa senza interruzioni del filo interrotto dalla guerra una sorta per citare la celebre espressione di Trento Croce di beni dicevamo Us
Non poche isolate eccezioni Giannini fu forse la più significativa
Ma bisognò attendere la generazione dei giuristi più giovani saliti in cattedra intorno ai primi anni Sessanta perché i valori costituzionali frattanto riproposti dall'istituzione stessa della corte
E dalle sue prime sentenze entrassero a far parte della lavorazione del diritto amministrativo
Continuità quindi di uomini e dite
Ma anche in continuità di strutture non una delle proposte di modifica degli assetti centralistici e gerarchici dell'anteguerra fu accolta nel concitato dopoguerra italiano
Non certamente quella avanzata ancora una volta la Giannini e da Barbara nell'ambito della Commissione forti per l'adozione di una forma organizzativa di modello anglosassone vagamente dipartimentale
Non quella derivante da una vecchia proposta elaborata forse dai circoli Salvemini anni
Per gli Stati Uniti poi mediata durante la guerra dai servizi segreti americani Segreti segreti militari americani
Di una ristrutturazione come diceva la traduzione del documento americano quasi federale del rapporti centro-periferia ad impedire diceva agli americani
Che sia il potersi ripresentare una marcia su Roma cioè una conquista da parte del fascismo del centro del sistema centro nevralgico del sistema così come era avvenuto nel mille novecentoventidue
Proposta questa che finì nei cassetti della commissione forti
Non infine le idee di innovazione e di modernizzazione dei settori più vicini agli alleati
Poi divenute ma senza effetti patrimonio dal cinquanta in poi dell'ufficio per la riforma burocratica
Istituito presso la Presidenza del Consiglio che una struttura che merita una certa tensione perché ebbe in quegli anni un ruolo di proposta ed innovazione a mio avviso molto notevole anche se inversamente proporzionale all'efficacia
Al audience di queste proposte nella classe amministrativa dell'epoca e anche della classe politica bisogna agire
L'impianto tradizionale delle direzioni generali e delle divisioni resistette fare realmente a tutti i tentativi di riforma del dopoguerra lasciando solo sopravvivere poi proliferare quella che era la variante di sempre almeno fin dagli anni Venti e cioè l'amministrazione parallela costituita dagli Enti pubblici giuridicamente autonomi e dotati di capacità di spesa propria lì negli enti pubblici certo si verificarono
Delle innovazioni e si affermano dei modelli interessanti era accaduto già durante il fascismo continuo anche nella prima esperienza la Cassa per il Mezzogiorno e nella prima esperienza dell'ENI i due grandi enti nuovi creati all'inizio degli anni Cinquanta
Ma per il resto l'amministrazione italiana rimase immobile nelle sue strutture nella sua cultura e nelle sue forme così come il fascismo aveva consegnato al dopoguerra si potrebbe dire che non vi fu un passaggio democratico
Non vi fu un passaggio costituente per l'amministrazione italiana
Il fatto è abbastanza grave e anche secondo me interessante ai fini di un'analisi più generale dello sviluppo storico italiano di quegli anni
Quando di lì a pochi anni sopra avvenne il miracolo economico
Avrebbe trovato un'amministrazione antiquata centralista organizzata secondo moduli vigili intimamente permeata di una cultura formalistica e burocratica insomma per certi versi un fossile
La rivoluzione economica del dopoguerra la seconda grande rivoluzione economica italiana dopo quella che aveva caratterizzato la prima industrializzazione agli inizi del Novecento sarebbe avvenuta naturalmente all'asta ugualmente
Avrebbe prodotto certamente ugualmente i suoi affetti talvolta dirompenti sul piano sociale ma in assenza e spesso contro l'amministrazione dello Stato il che naturalmente non sarebbe stato privo di effetti negativi sullo sviluppo complessivo del sistema
Grazie
Ringrazio professor Melis perché è stato molto interessante la sua nella relazione il che ha sforato coi soltanto le due minuti sul treno pubblico va benissimo
Sì diete trentanove su sessanta che rimangono dal dal passato da quarantadue fino agli anni all'anno mille novecentocinquanta rappresentano il cinquantasette per cento insomma quindi era una maggioranza abbondante e di benissimo le continuità sono state moltissime non abbiamo parlato di diritto stamattina il nome di Piero Calamandrei è stato fatto molte volte
Ma noi non possiamo dimenticare che Piero Calamandrei è stato uno degli autori del Codice di procedura civile
Della riforma giurisprudenziale del regime
E così come una grandissima quantità di professori universitari sono passate molti che avevano giurato fedeltà al regime è compreso Luigi Minardi compreso
Insiste quasi tutti quello che c'era nel mio professore Jemolo le in filosofia del diritto tardo io mi sono iscritto dopo la guerra all'università
Era insediata dal professor Del Vecchio il quale era stato rettore all'epoca di Mussolini e quando era rettore aveva alle sue spalle una cornice dentro la quale c'era il fazzoletto intrisa di sangue il Duce perché quando violetta dimissioni
Gli sparò al Duce Looy era accanto a Mussolini Conso fazzoletto presenza al momento non ce lo mise
Saccomanni continua a insegnare anche quando io sono andato dopo
Dopo dopo la guerra
Bene
Passiamo adesso alla relazione del professor Michele Battini dell'Università di Pisa
Dimensione religiosa religione politica nella memoria antifascista
Grazie io vorrei tentare una prima è possibile risposta alla domanda importante che Piero Scoppola ha formulato stamattina
Quali sono le ragioni storiche nell'assenza di un forte patriottismo costituzionale in Italia
A mio avviso una di queste ragioni può essere indicata nella debolezza della religione civile antifascista e fra poco spiegano questo termine e repubblicana
Ma anche e specularmente nella forza delle religioni politiche dei partiti
Ed iniziano questo mio ragionamento argomentativo con una citazione naturalmente obbligatoria di Piero Calamandrei
Repubblica in sordina Repubblica a lumi spenti proclamata con tono burocratico di ordinaria amministrazione sembra che gli stessi partiti di sinistra non amino parlare ad alta voce per non dare scandalo alla compagnia
E qualcuno Motteggiana anche strizzando l'occhio di repubblica monarchica
Se tutto questo significa misura serietà coscienza antiretorica e anti demagogica segreto pudore che vieta la commozione di corrompe il simulatoria meglio così
Ma non bisogna esagerare perché il popolo la Repubblica l'ha voluto lavora
Sul serio
Questa pagina scritta per il ponte del giugno mille novecentonovantasei
Potrebbe essere letta come l'Apologia del carattere schivo che l'atteggiamento dimesso dei capi antifascisti della nuovissima Repubblica
André però non può udiva come Silone alla Repubblica dei poveri oppure come Flaiano all'anti teatralità di Bonomi e di pari il giurista fiorentino esprimeva in realtà almeno io così leggo questa citazione sebbene quasi per antifrasi
Una grave preoccupazione per la fragilità e l'incertezza di quella che con un termine mutuato da Emilio Gentile si può definire la religione antifascista repubblicana alla Repubblica
Nata dalla Resistenza mancava cioè per Calamandrei un consenso fondato su una fede condivisa alimentata da una religione civile cioè come ha detto Scoppola stamattina barriti cerimonie e celebrazioni del ricco eppure di quella stessa religione civile e dell'epica della desistenza lo stesso Calamandrei si era fatto cantore sin dal mille centotrentacinque avrebbe continuato a esercitare quel ruolo sino almeno al mille novecentocinquantacinque
In realtà la necessità e l'urgenza di un nuovo rapporto tra politica e religione di una nuova religione civile Calamandrei era l'ha proclamata molto tempo prima
Disperato sin dal mille novecentoquaranta come documento no alcune pagine sconfortato e del suo diario scritte nei giorni dell'attacco italiano la Francia aveva invocato allora la citazione fede cristiana dei primi martiri poi sono le pagine del mille novecentoquarantuno aveva auspicato un ritorno dello stile mazziniano a proposito di una recensione dell'ultimo libro di Giani Stuparich
Infine c'era un curato l'avvento di una nuova stagione di volontariato come nel Risorgimento
Piero però già sodale di Salvemini e dei Rosselli
Non aveva combattuto una resistenza né nel mille novecentoquarantatré quarantaquattro aveva mostrato apertura politica e comprensione nella complessa ingarbugliata realtà sociale o di velistica esistenziale
Del movimento partigiano
Tantomeno aveva apprezzato i sentimenti di quella giovane generazione tra passata dalla fronda culturale nelle organizzazioni del regime alla rivolta armata e all'adesione al Partito Comunista
Il rapporto con il figlio che
Eppure con lo stesso Calamandrei non esitò a far senatore ancora per molti anni dopo la fine delle guerre di una pletora i discorsi pubblici scritti epigrafi in onore dei caduti
Il suo volume Uomini e città delle resistenze che Mariuccia Salvati ha ricordato da qui ristampa con il cervo riservate ha ricordato fu un'autentica espressione di MiTo poi gli esiti resistenziale
Ma il progetto di una religione civile repubblicana condivisa fargli
Non basta invocare a mio avviso la guerra civile per spiegare quel fallimento certo la guerra civile aveva dilaniato la coesione nazionale imposta dalla disciplina totalitaria del regime
Ma quel sacrificio come come scrive Salvatore Satta era stato antropologicamente ineluttabile
La pagina di Salvatore Satta
Pochi infatti intendono che l'otto settembre mille novecentoquarantatré e non il dieci giugno mille novecentoquaranta il duello giorno dell'entrata in guerra dell'Italia
Per una significativa combinazione quel giorno fatale segna non nullo ma due rifiuti del popolo italiano
Il rifiuto di continuare la guerra contro il vecchio nemico si rifiutò di iniziarla contro il nuovo l'alleato di ieri
Ma ciò che il popolo italiano non ha potuto rifiutare perché non dipendeva dalla sua volontà ed inizia la guerra contro se stesso
Guerra di espiazione e di purificazione sanguinoso esame di coscienza di Carini di fronte al Signore
Non sono accenti molto diversi da quelli di Giovanni Gentile
Il quale poco prima di morire aveva sofferto su la Nuova antologia
Il dramma della scomparsa citazione dell'Italia quella in cui si credeva l'Italia degli italiani con cui si viveva e si voleva vivere d'un sol sentire e pensa
E aveva indicato ancora citazione la sciagura infinita dell'oggi nonna invasioni non devastazioni non alle stragi male la discordia che ci dilania
Naturalmente illusoria lo sappiamo tragica persino vengano attrice si rivelò l'abilità di Giovanni Gentile di rifare l'unità dell'anima italiana dalla sponda dalla Repubblica sociale
Ma certo altrettanto fragile
Dobbiamo constatarlo fu il progetto di una nuova pedagogia democratica elaborata in quello stesso periodo a partire dei mesi centrali del mille novecentoquarantaquattro dai governi di unità antifascista
E ciò accade a mio avviso non tanto a causa della presunta morte del paradigma patriottico e nazionale di ascendenza risorgimentale
Che anzi in molte delle celebrazioni a partire dal mille novecentoquarantaquattro nell'Italia liberata fu ampiamente riattivato per rinnovato
A dispetto e contro la propria azione che ne aveva fatto il fascismo con il culto territorio ma conta il tutto e invece quella che Max Weber ha definito il prestigio della legittimità
Cioè la fiducia nello Stato crollato miseramente assieme alle
A regime
Ripeto da questo punto di vista fatti noti ovvii persino l'abdicazione morale la monarchia la dissoluzione degli organi centrali dello Stato e la disgregazione delle forze armate del mille novecentoquarantatré
Fecero venir meno il sostegno di istituzioni riconosciute al disegno politico delle forze antifasciste e al loro progetto di legittimazione dello Stato
Quel progetto che si voleva appunto affidare alle liturgie o di una nuova religione civile e alla Fondazione di una memoria comune
Con la rinascita del pluralismo politico e con la fine del monopolio totalitaria centralistico del linguaggio nazional patriottico ripreso una vita invece sia le diverse tradizioni culturali e politiche dell'Italia pre fascista
Che e si formava con temporalmente scusate delle nuove ma non si costituì un idioma politico condiviso né tanto meno una memoria comune a cui ancorare solidamente il nuovo sistema politico pluralistico né ciò poteva cadere
Il patriottismo repubblicano e le pratiche liturgiche della religione politica antifascista rimase nel fatto una prerogativa soprattutto dei partiti assai meno dello Stato
Difficile dire allo stato delle ricerche
Se ciò fu l'effetto del crollo del monopolio fascista del linguaggio patriottico di una scarsa sensibilità della nuova classe dirigente repubblicano su questo terreno o come sospettava Rosario Romeo della crisi dell'idea di patria non solo in Italia ma in molti stati europei e non solo in quelli toccati dall'esperienza totalitaria
Ma certamente all'origine noi italiani non possiamo che pone l'attenzione in atto annue era finita tra la continuità appunto delle norme legislative delle istituzioni monarchiche
Di alcuni settori importanti la burocrazia del quale l'esercito da una parte e l'innesto dei poteri nuovi dei comitati di liberazione nazionale dall'altro questi è quella presentavano cioè soggetti in antagonismo diretto non solo sul terreno politico ma anche per la gestione della memoria
In tali condizioni lo Stato non poteva produrre una sintesi tra le forze in campo
Con l'antagonismo determinò l'incertezza sbandamenti sui temi sulla forse le figure gli stili con cui rappresentare la religione civile democratica e l'amore della guerra
Il conflitto tra fascismo antifascismo le deportazioni le stragi delle popolazioni bombardamenti e su come inserire quelle pagine tragiche della storia recente nella tradizione nazionale
Scriveva il figlio di Piero Calamandrei Franco
La comunione delle sciagure che ci hanno colpiti che ci hanno ricondotto a soffrire di per elementari fondamentali comuni c'è anche ci hanno anche rifatto presente il senso dell'esistenza come sorta di tutti
Ma quel sentire comune non poteva cancellare contrastata la sopravvivenza dei vecchi paradigmi culturali e le nuove sollecitazioni alla palingenesi democratica
Insomma non poteva esistere non esistete quindi un centro dello Stato capaci di elaborare un patriottismo costituzionale una politica unitaria delle feste una politica del trattamento dei reduci delle forze armate e dei partigiani insieme
Un punto condiviso dei caduti della guerra mille novecentoquaranta quarantatré porge la guerra mila centoquarantatré quarantacinque contro l'alleato di prima e infine della guerra civile
Tra il mille novecentoquarantacinque mila trecentoquarantasette Chiesa cattolica partiti associazioni partigiane organi dello Stato in quest'ultimo ambito direi più le prefetture e i misteri che non le forze armate
Cercano tutti di ottenere uno spazio proprio nelle celebrazioni decaduti ma con risultati differenti che di sicuro ah se più significativo risulta all'impatto sociale dei riti della religione tradizionale invece molto minore quello delle nuove liturgie del Sacro antifascista repubblicana il fascismo si era appropriato delle feste di sovranità a partire da quello Statuto e da quella vittoria inserendo
Nell'ottava calendario quelli del regime e infine pervenendo dopo il Concordato a sperimentare forme di sincretismo tra la liturgia nazional patriottica fascista e la liturgia cattolica
Il culto dei caduti delle feste repubblicane avrebbero potuto rappresentare a loro volta
Ritualità non solo discorsiva e ma performativo autentici riti di iniziazione appartenenza la nuova cittadinanza per usare la la formula che non oso Huff applicato alle feste della Rivoluzione del mille settecentottantanove
Già nel mille novecentoquarantaquattro con il primo governo Bonomi
Le celebrazioni sospesi dall'inizio della guerra erano depressi e si avvia un percorso di riappropriazione dei riti e dei simboli da Teletu giro nazional patriottica da parte dei diversi soggetti dalla coalizione antifascista degli organi dello Stato
Dal mille novecentoquarantaquattro al mille novecentoquarantasei quando il venticinque aprile venne per decreto fissato come giornata di festa nazionale le nuove celebrazioni antifasciste
Compreso la collega che feste dello Stato monarchico ad esempio con il genetliaco del principe Umberto il concordato e si svolsero in un groviglio di linguaggi di stili di forme retoriche economica
Il canto di Bandiera Rossa e del Piave celebrazioni prefettura in chiesa sfilate di militari e corte di partigiani associazioni di combattenti aderisce raccolte di fondi dell'Unione donne italiane
E benedizioni di lapidi balli popolari e comizi politici
Ma quella fragilità e quella frammentazione degli stili della cooperazione rinviamo no ad una distorsione della memoria esplicitamente cercata e voluta sin dall'esordio dal primo governo di coalizione
Citazione il Consiglio dei ministri ha una sua prima adunanza deve constatare che esso per la sua origine politica rappresenta quella grande maggioranza del Paese che già nel mille novecentoquaranta era schierata contro la dominazione fascista e contrario all'ingresso in guerra dell'Italia accanto la Germania hitleriana
Perciò come suo primo atto il Consiglio la il primo decreto del primo governo Bonomi afferma che soltanto il fascismo e responsabilità lesione dell'Italia al Patto Tripartito e al suo ingresso nella guerra
Così nella prima celebrazione della giornata del soldato del partigiano il diciotto febbraio mille novecentoquarantacinque a Roma Bonomi presidente del secondo governo di coalizione e Scoccimarro fece un ricorso ad uno schema retorico anale
L'accostamento dei martiri antifascisti ai martiri di Belfiore l'equivalenza tra la Resistenza e Risorgimento la citazione dei testi religiosi i riferimenti Cristo logici ad esempio la passione dei muri Turi delle Ardeatine
Questo schema retorico sarebbe sopravvissuto e questo interessante notarlo anche nella divisione politica e nelle celebrazioni separate nel primo anniversario della Repubblica nel giugno mille novecentoquarantasette appena un giorno dopo l'avvenuta rottura del Governo limita nazionale
Uno specchio dominante di questa vicenda che si trova nella storia sociale della cultura
Nelle aree del Paese più investito dalla guerra dalla guerra civile si formavano in quegli stessi anni i quadri sociali di quella che è stata definita una memoria divisa
Il suo paradigma di punterebbe secondo storici antropologi che l'hanno indagato
Ad un dualismo e ad una contrapposizione tra la verità ufficiale della Resistenza tra virgolette e il ricordo delle comunità soprattutto comunità contadine investite dalle stragi provocate dalle guerre civili da parte del sistema di occupazione tedesco
Nell'ora l'accusa veniva gettata sulla belva nazista nell'altra a memoria delle comunità il capro espiatorio nel sacrificio collettivo però ha scelto invece nel movimento partigiano accusato di essere privo di un'etica della responsabilità
Per avere provocato le stragi con le proprie azioni imponderabili
Questo dualismo questo presunto dualismo tra memoria antifascista e memoria sociale non si fonda a mio avviso sullo scarto tra la rappresentazione
Promossa dall'istituzione della esistenza dai partiti elaborazione da una parte elaborazione comunitaria o femminile ma alcune letture del lutto
Esso rivela invece proprio quella divergenza tra le liturgie della religione civile antifascista a cui mi sono riferito sopra tra le celebrazioni praticate dalle organizzazioni partigiane dei partiti della sinistra
E altre celebrazioni ad esempio le commemorazioni religiose dei defunti le predicazioni sacerdoti Leo morire le Chiese locali gli interventi le organizzazioni cattoliche
Per esimente mi dalla dall'onere della prova ma ci sono che Studies soprattutto nell'Italia centrale che potrei citare a suffragio di una mia interpretazione la memoria delle comunità che erano state amputate del ricordo che i propri caduti avrebbero potuto lasciare di sé
Alle famiglie non fu in realtà quindi una gemmazione spontanea come ritengono alcuni storici antropologici ma l'effetto diritti di procedure di scelte politiche contrapposte
Concludo usando questa stessa chiave di lettura per documenti di natura diversa ma altrettanto importanti a mio avviso per comprendere quest'aspetto della nostra storia
Nel mille novecentocinquantadue commentando la prima edizione delle lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana
Enzo Enriques nel letti noto che a prescindere dall'estrazione sociale e dell'eventuale appartenenza solo un piccolo numero di missive di commiato rivelava una coscienza politica
Una convinta motivazione ideologica oppure nel caso in particolare degli ufficiali di militari del Regio Esercito la volontà di confermare il giuramento prestato allo Stato
Preponderante in quei testi erano invece i valori tradizionali della fede
Usura ora una serie di espressioni letterali tratte da quei cognati la concessione del perdono a coloro che ci condannano e non sanno quello che fanno
Il rigetto dell'accusa rivolta spesso ai condannati di essere stati sono dei criminali
La serenità di morire senza peccato la richiesta del perdono per aver causato dolore ai propri familiari la fiducia nella ricomposizione tranquilla dello strappo della morte nel ricordo
Si tratta a mio avviso di formule figure uso questi due termini forme le figure di una cessione della critica stilistica naturalmente riconducono evidentemente ad uno schema di non semplice decifrazione
Quello della disposizione alla serena accettazione della propria morte
E questo schema alla luce anche della nuova anche se incompleta documentazione prodotta nelle ultime lettere del fondo Malvezzi edito nel due mila cinque si possono rinvenire sia gli indizi di una eredità culturale consapevolmente riproposta
Sia le spie di una tradizione religiosa che riaffiora involontariamente e inconsapevolmente in molti casi la prima le dedica culturale consapevolmente proposta a mio avviso a quello del giuramento mazziniano o in un senso più ampio della testimonianza patriottica Della Morte come sacrificio il compimento del dovere patriottico
Ne cognati del mille novecentoquarantatré quarantacinque le figure del sacrificio come ornamento migliore
Passo verso una nuova vita anche queste sono espressioni letterarie dovere come via dell'onore
Testimonianza dell'idea rinviano soprattutto nei testamenti spirituali e degli studenti degli ufficiali degli insegnanti di professionisti ad una evidente familiarità con quella che Adolfo Omodeo ha definito parlando delle lettere scritte nell'imminenza Della battaglia e della probabile morte dai militari de la grande guerra una espressione di Adolfo Omodeo concorde comune visione della vita
Un identico sentimento morale il concetto autonomo del dovere il trascende mentre dell'egoismo della conservazione nell'ambito della pace e nell'introduzione nuova dell'immortalità
Si trattava a mio avviso per invece di formule figure uso ancora questi due termini della mistica del martirio sulla quale Calamandrei aveva auspicato di fondare quella rinascita religiosa della nazione
Di cui parla appunto del diario quello spiccio non ebbe buon seguito e ho cercato di indicare a mio avviso le piste per dedurre le ragioni possiamo de per Carlo ma è un fatto ho fatto però che con semplicemente produce oggi perfetti ermeneutici sul piano il tre ermeneutici sul piano dell'interpretazione storica impensati
Concludo se li montiamo dunque dalle lettere dei resistenti a quelle dei caduti della Grande Guerra
E da queste risaliamo non lo farò qui naturalmente perché sono in conclusione a quella letteratura di propaganda morale come la definì il Mazzoni in un bellissimo studio degli anni Enti sul trattore l'Ottocento di epoca risorgimentale
Costituita negli scritti dalle testimonianze di Silvio Pellico Angelo primi anni Luigi Settembrini dovremo citarne molti altri
Ma mediate questo qualcosa che quel ciò che per noi è più importante negli anni di fin e secolo gli anni dieci e gli alimenti da testa numerosi testi scolastici ricordo soltanto quelli per fortunatissimi dietro di Fabio Nitti colle illustrazione di Raffaele fregola cogliamo tutte le fonti possibili
In cogliamo scusate in tutte queste fonti le tracce possibili della presenza inconsapevole di una dimensione religiosa molto più antica
Quindi non solo quella della testimonianza del dovere tipica del giuramento mazziniano ma qualcosa che di diverso qualcosa che risale a mio avviso alle arte storia indi lavorate fra il sette fra il sedicesimo e il diciottesimo secolo qui non ottime non lo il tempo per spiegare questa mia tesi ma il confronto tra i testi dell'esistente dei deportati
E ad esempio i cognati dei Martiri di Belfiore Tazzoli scarse lini Faccioli Montanari spetti testimoniati da monsignor Martini nel mille ottocentosessantotto e poi pubblicate dall'unzione mila trecentosette da questo punto di vista illuminante
Dallo studio quindi del fallimento della Regione civile emerge la traccia della persistenza di una tradizione religiosa non solo quindi di un d'una tradizione politica patriottico ma anche di una tradizione religiosa che per secoli ancora novecento ha costituito un fondamentale legame di coesione sociale e di disciplina morale per il nostro paese grazie
Grazie professor Bettini il quale ha contribuito a farci capire come anche dal punto di vista spirituale quel mondo di ieri fosse diverso da quello di oggi
E adesso invece o la parola Ermanno Taviani
Dell'università di Catania
Che ci parlerà dell'immagine per la nazione nella cinematografia tra fascismo Repubblica
Prego
Grazie dunque innanzitutto ovviamente con cinema si intende il complesso delle fonti audiovisive e non soltanto il cinema di finzione
Va detto in via di premessa che l'identità l'Autore a presentazione sono campi di indagine assolutamente sfuggenti
Pieni di molte contraddizioni perché poi in questo viaggio del tempo che ci permettono le fonti divisive dobbiamo liberarci di una serie di scorie
Innanzitutto un problema culturale cioè quello delle la continua riproposizione delle dei film del realismo ha mediato nella storia culturale di questo Paese il nostro rapporto
Con quel con quel passaggio storico così come poi successivamente
Tutto il repertorio che fa in questi anni è stato ampiamente valorizzato dai Combat film ai documenti dell'Istituto Luce
Di rimando agli atti per un diciamo una un'altra premessa sulla complessità delle fonti audiovisive
Sul fatto che rispetto alle fonti visive il problema della falsificazione di documenti è un oggetto di ricerca e non è un ostacolo alla ricerca e sul fatto che per usare queste fonti dobbiamo valorizzare fino in fondo la nostra esperienza spettatori a Lennon rimuoverla così come accade invece
Per altri campi di indagine
La parlare dell'immagine dell'Italia vedo vedendo i documenti audiovisivi del quarantacinque quarantasei significa nel confrontarsi con un è un insieme di fonti la cui importanza nella storia sociale il paese molto articolate
Si può dire che storia sociale e storia culturale siano per certi versi abbastanza scisse
Perché la storia artistica del neorealismo in modo particolare
Non corrisponde a quanto poi effettivamente quei film vennero visti almeno nel biennio quarantacinque quarantasei
La e e soprattutto il problema di capire quanto poi una parte la popolazione sì riconosceva in quelle immagini e quanto poi con immagini effettivamente descrivevano una situazione reale
Proprio tornando appunto al problema del vero e del falso al problema anche della inconciliabilità tra un certo tipo di fonti che abbiamo tra scrittura storiografica e immagini che sono fondate
Diciamo in ultima analisi sulle vocazione e non sulla descrizione o sulla ricostruzione problemi che per altri versi troviamo anche nelle fonti fotografiche e sono ad esempio appunto il neorealismo Ticino realistici in questo biennio furono visti da un numero limitatissimo di persone i film italiani nelle quarantacinque quarantasei raccolsero circa il dieci per cento degli incassi
E come vedremo più avanti la maggior parte di questi film rientravano nei vecchi generi del cinema italiano e non e solo pochi potevano inserirsi in questo processo di rinnovamento che era stato avviato già dalla fine degli anni Trenta
Nel senso è compresa anche l'eredità del fascismo che pesa in e anche qui è molto mossa perché si articola su diversi piani intanto c'è la vita di tipo produttivo atteso che il fascismo in realtà lascia delle strutture che se non avranno un peso nel quarantacinque quarantasei l'avranno poi successivamente nella storia del cinema come Cinecittà Cinecittà quaranta cinquanta sei è un è invasa dagli sfollati ci sono anche delle dei numeri della in come in cui sono i bambini sfollati a Cinecittà che chiedono denaro per per vivere un po'meglio però comunque è come molti star del cinema hanno sottolineato un sarà un fattore importante poi Cinecittà si uniranno altre città del cinque
Allo stesso tempo e dei il Progetto totalitario fascista qua non voglio entrare diciamo nel nel dibattito su un totalitarismo
Il cinema arma più forte questa diciamo parola d'ordine che poi univa per certi versi Mussolini alleni in Prodi e Bersani non dire non non si era configurata su questo terreno come produzione di fin fascisti
Perché non mancarono alcuni film come vecchia guardia eccome eccome altri ma il modo in cui il fascismo aveva preso il potere e l'origine spuria di questo movimento il passato socialista di Mussolini hanno fatto sì che film sociale fascista poi alla fine furono furono pochissimi
La
Tra l'altro punto il fascismo negli anni della guerra aveva dato vita una sorta di super produzione perché ovviamente dopo il mille novecento quarantuno i film americani diciamo alcuni continuano a circolare però non poterono circolare
Però appunto l'elemento culturalmente più interessante come qua non posso soffermarmi una serie di fermenti che poi matureranno nel dopoguerra erano emersi tutta una serie di film anche film di propaganda bellica come Uomini sul fondo che raccontava l'avventura di un di un sottomarino del resto lo stesso Rossellini girò tre film di propaganda bellica
Anche se è già lì c'era già con lo stile quel tono dimesso e che poi troveremo successivamente
La tra l'altro la discussione sul neorealismo è ancora oggi a livello internazionale vivissima sulle origini che sono gli apostoli come nato se si riferisce al c'è la francese Dany peggiora esistono dibattito molto forte e tra l'altro è stato occasione negli ultimi vent'anni per molti critici no sparare sul neorealismo attaccare non realismo in nome del cinema del pubblico ci americano è stato diciamo uno dei classici diciamo è uno il critico con queste posizioni onde classiche figure della cultura italiana appunto degli ultimi trent'anni
Rispetto al passato va detto che però appunto quindi il neorealismo ci appare un campo molto più mosso molto più contraddittorio in cui confluiscono molti più elementi rispetto a quelli che si consideravano in passato
E soprattutto che se è vero che il film Nelo Risi ci furono pochi che comincia già nel quarantacinque quarantasei a avere un'influenza anche su un certo tipo di cinema popolare che fino a qualche anno fa era stato visto come separato appunto da da quello nel Neolitico se non contrapposto a quello naturalistico
Qui c'è poi appunto tornando al problema del del pubblico non posso che rimanda agli atti
Soffermarmi sul problema del il problema del pubblico è il problema della Storia sociale del cinema in che misura come si misura l'influenza del cinema sul pubblico quali sono i segnali quali sono le fonti per studiare questo problema dato per assunto che il cinema è stato uno degli agenti di storia fondamentali nel Novecento
E quindi
Possiamo dire però da questo punto di vista che il film è più visti non furono appunto quelli almeno nel quarantacinque quarantasei ma furono per certi versi cinegiornale
Cinegiornali che erano in qualche modo la gente non poteva scegliere perché un andava al cinema e vedeva il cinegiornale fino al mille novecento quarantasei cioè il periodo del nuovo cinegiornali Luce su cui adesso però brevemente poi dall'inizio del quarantasei anche le il centro dalla Settimana Incom di Pallavicini
Perché poi il cinema che si vide in quel buio Ennio non è non fu quello italiano poi prevalentemente fu quell'America
Cioè il dato fondamentale di questo periodo è che arrivare un'Italia circa novecento film americani nel quarantacinque e ottocentoquarantasei firme nelle nel quarantasei basta sfogliare i quotidiani dell'epoca per vedere quali erano effettivamente i film in programmazione
La tra l'altro appunto che c'era stato il decreto del cinque ottobre del quarantacinque numero sei otto sette che appunto revocò il monopolio nell'industria del cinema fino a che fino allora era stata protetta dallo Stato e quindi l'industria del cinema entravo in un regime di libero mercato
Tra l'altro anche su questo ci son dei promemoria dell'amministrazione americana in cui si insiste sul sul mercato italiano sulla conquista di questo mercato quindi possiamo dire in estrema sintesi che quella che sarà la linea Einaudi
Dopo il mille Nordahl minano centoquarantasette in poi di apertura delle progressiva del mercato italiano al al mercato internazionale l'economia italiana mercato internazionale il cinema lo sperimento subito in maniera brutale perché è una delle opzioni
Visto che la nostra industria cinematografica era fortemente in crisi quello appunto di fare terra bruciata della produzione italiana per fortuna poi se adottare un dei correttivi e questo tipo di di impostazione non passò e quindi comunque gli americani riversarono in Italia anche tutti quei fondi di magazzino tra l'altro da questo punto di vista è innegabile l'influenza di questo cinema sul sulla storia sociale del Paese per tutto il dopoguerra
Allo stesso tempo però troviamo data alcune fonti anche reazioni negative ad alcuni di questi film la serie di film perché appunto si trattava in certi casi di produzioni molto sto molto scadenti
E tra l'altro appunto anche qui il legame tra Piano Marshall e accordi di cinema tra Italia e Stati Uniti è un altro classico appunto studiato l'esempio da tutto
La ma rimanda agli atti per il problema dell'immagine della Resistenza che come per le fonti fotografiche sulla Resistenza
Si muove su un discrimine tra appunto ovvero il falso tra resistenza reale resistenza rappresentata successivamente ma abbastanza complesso e vorrei segnalare il fatto che uno dei soggetti che si affacciano a Liberazione su questo terreno è la chiesa cattolica
Sul ruolo appunto ce ne ha parlato stamattina Giovagnoli ma la Chiesa cattolica intanto già negli anni Quaranta comincia a realizzare una serie di film documentari molto importanti tra cui il principale Pastor Angelicus su Pio dodicesimo del confine del quarantadue di Marcelline
E Chiesa che oltre avere svolto quel ruolo supplente nell'Italia del quarantatré quarantacinque disponeva di un suo circuito di sale
Di circa seicento sale parrocchiali e soprattutto che si mosse con una grandissima lungimiranza su questo terreno
Da questo punto di vista è fortemente moderna la concezione che ne ebbero sia Pio dodicesimo sia Luigi Gedda di cui abbiamo anche a testimonianza insomma anche poi in quella che sarà la grande campagna da questo punto di vista del cinema cioè quella del quarantotto con i film dei comitati civici eccetera eccetera eccetera
La comunque la Chiesa non quadra all'interno del certi ambienti cattolici maturo un Progetto di egemonia su centri di potere legati al cinema di razionalizzazione del controllo e di pressione sulle strutture del mercato
Obiettivi che vennero poi perseguiti sia in modo autonomo sia poi in sintonia con e l'azione governativa possiamo sintetizzare dire che per le sinistre nel dopoguerra prima veniva il film e poi a lunga distanza del cinema per i cattolici invece era vero assolutamente contrario quindi il prima il cinema come come insieme di strutture e poi dopo i figli
La
La guerra il il passaggio della guerra del quarantatré quarantacinque
Lasciava quaranta diciamo ai al quarantacinque quarantasei al cinema di questo periodo inteso nel suo insieme
Un un piano comune possiamo dire di di riconoscimento e di riscoperta di alcuni valori si tratta di un momento molto breve
De che non va esalta che non si sovrappone esattamente alle scansioni politiche ma qui non non possiamo soffermarci che poi viene comunque spezzato dalla dalla guerra fredda dal mille novecentoquarantasei dopo il quarantotto in queste fonti invece percepiamo di più un senso di disunita nuova del paese e un ed essere sintomatico in questo senso la centralità una nuova centralità nel cinema della famiglia
Come baluardo rispetto a un mondo diviso
Comunque in questo primo momento c'è un tentativo di riunificare questa realtà così sconnessa di questo corpo nazionale che era devastato ma non distrutto frantumato ma non dissolto
Quindi crollata la nazione costruita del fascismo anche le fonte divisive tradiscono un forte senso di impotenza però il miglior cinema di finzione i migliori fin documentari in qualche modo Enrico Stanton di costruire o manifestare una riserva di moralità come dire un appunto ricostruzione di un sistema di valori condivisi
Tra l'altro il cinema fu in questi anni anche un uno dei luoghi della mobilitazione sociale su questo possiamo solo accennare il nei circoli del cinema che nascono fin dal quarantaquattro sì
Diciamo forma un'intera generazione non solo di Cina stima di intellettuali e italiano
La
Tenendo più direttamente ai diversi tra le diverse tipologie di fonte di un'esile va detto che innanzitutto vediamo quelle appunto i cinegiornali
è inutile soffermarsi sull'importanza del cinegiornale nella fase pre televisiva premi le novecentocinquantacinque il discorso stilistico il fatto che i cinegiornali poi dei regimi e le totalitario aspiranti autotreno fossero simili ecco su queste cose lascia lasciamo da parte resta il fatto
Che appunto e l'un l'altro elemento è che questo tipo di di fonti ovviamente non sono leggibili se non il rapporto con gli altri media che funzionavano in quel periodo in particolar modo rispetto alla alla radio e a la stampa
La in una in una fase in cui poi la forte mobilitazione politica e sociale di delle grandi masse di persone in qualche modo rendeva anche più urgente la ricerca di informazioni la
L'ascolto la visione appunto di questo tipo di strumenti di informazione
L'Istituto Luce che era stato il principe il centro della politica cinematografica fascista era nel mirino degli ambulatori in questa fase e in e nacque una nuova serie appunto la nuova luce che un cinegiornale nuova luce che durò poi per per poco tempo
L'aspetto più interessante da questo punto di vista è che
Puntualmente interessante o comunque il l'aspetto che balza agli occhi è innanzitutto la forte continuità treccine giornali de fascisti e cinegiornali successivi
I moduli linguistici le scansioni temporali e in certi casi di speaker se sono gli stessi le voci sono gli stessi oltre che il modo di raccontare
Così come anche questa scelta di argomenti leggeri a margine di dei grandi avvenimenti nozze internazionali che troviamo nei cinegiornali Luce
C'è un tono che Pai fece diversi ritroviamo ne esce il giorno ai tutti i Paesi salvo alcuni casi esemplari come la serie merci al Times in cui lavorava in quegli anni orsono verso però ci sono anche alcune novità
Che mi limito a segnalare innanzitutto ritorna la cronaca nera italiana ad esempio che il fascismo aveva totalmente eliminato da questo tipo di comunicazione
E soprattutto anche se
Poi il tono è quello della speranza della ricostruzione nella stiva Della Nova luce vediamo i contadini gli operai minatori pescatori tutti uniti che diciamo ricostruiscono l'Italia
Però allo stesso tempo tutta una serie di problemi cinegiornali dal quarantacinque quarantasei si segnalano per una maggiore aderenza come dire alla realtà di quelli degli anni successivi
E anche a volte con si insiste su questa concordia nazionale i contorni appunto De Gasperi e Togliatti siedono uno di fronte all'altro questo scempio di non c'era giornale come a dire insomma che le grandi forze opposte erano invece unite da una comunità di intenti
La un altro elemento che emerge tra l'altro appunto c'è è quello dell'educazione un tentativo di educare politicamente cittadini e unificare simbolicamente la nazione
Superando il tono sintetico costrittivo della comunicazione politica dell'epoca fascista
E quindi vengono ad esempio
Riproposti gli eroi del Risorgimento in una chiave ovviamente diversa dall'uso che ne ne era stato fatto un ventenni
E ci sono anche una serie di documentari molto lunghi come quello di correzioni Marcellini e Marcellini sia Montecitorio
O quello l'Italia ha scelto Repubblica tra l'altro documentario molto interessante perché sì pronuncia l'espressione guerra civile
Resterà relativa al periodo quanto dei quarantacinque e alle minacce di guerra civile attorno al referendum istituzionale del due giugno del quarantasei ma si nota anche una maggiore libertà
Nelle nel raccontare una sede argomenti che poi dopo il quarantotto scompariranno talmente si parla in due servizi ad esempio faccio degli esempi se ne possono fare tantissimi delle signorine
E delle loro recupero alla alla vita normale si parla dei partigiani in alcuni servizi argomento che poi scomparirà completamente dal dei cinegiornali degli anni successivi
E allo stesso tempo non solo nei cinegiornali emerge con forza il rapporto con la violenza abbiamo detto che non c'è la violenza del soprattutto del quarantacinque la liberazione delle vendette o comunque stesso dell'ordine pubblico catastrofica ma c'è un rapporto con la violenza della guerra che rende visibili sullo schermo cose che successivamente non si potranno più vedere è il caso del documentario Giorni di gloria
Realizzato da i più importanti registi comunisti di allora come De Santis e Visconti
Dove c'era le dove si vedevano le immagini dei corpi sommati le Ardeatine dove si vedeva in una sequenza che poi venne tagliata ed è andata perduta il linciaggio dell'ex se e direttore e di Regina Coeli Carretta si vede adesso solo l'immagine in cui viene preso al processo ma quella sequenza nel quarantasei era considerata normale che si potesse vedere nel cinema in un'Italia dove i corpi dei morti sotto i bombardamenti o impiccati dai nazifascisti
Erano la normalità evidentemente e già nel quarantasette però poi lampi che aveva prodotto quel documentario taglio la sequenza perché a quel punto urtava contro una nuova sensibilità che c'era nel Paese
E nasce nascono poi tutta una serie di filoni che diventeranno dei filoni eterni non servono i cinegiornali ma anche nella comunicazione televisiva successiva
Intanto il problema dei confini c'è un profluvio di servizi sulla perdita del Moncenisio del Col di Tenda sulla Val d'Aosta minacciata ovviamente su Trieste e tutta la questione che diventerà appunto un evergreen della comunicazione
Odio visiva degli anni Cinquanta
L'idea di un'Italia come grande cantiere
Comincia e diventerà parossistica quest'immagine nelle cinegiornali e nella televisione degli anni cinquanta ai tempi di Fanfani
E poi il filone eterno che comincia subito col quarantasei de Mussolini Petacci alla Casa Savoia
Che ritorna continuamente che presenta già allora nei rotocalchi se da un lato c'è una rimozione del fascismo dall'altro lato questo fascismo dal buco della serratura questi sapori evoca serratura
è una tradizione comincia allora che continua tutt'oggi sia sulla carta stampata che in televisione la vita religiosa
E quindi come sede delle tradizioni più profonde del popolo italiano ma anche a testimonianza del ruolo che la Chiesa aveva avuto nel biennio della guerra
E poi appunto il problema dello slittamento delle dei significati c'è alcuni filoni appaiono neutrali
E se nei documentari che ne cinegiornali come il problema dei reduci problema dei reduci che dopo il quarantasette diventerà un continuo atto di accusa le sinistre tra l'altro ne troviamo traccia anche nel fondo cinematografico della DC che è conservato presso l'Istituto Sturzo c'è il problema dei reduci della Russia diventa un altro dei cavalli di battaglia della polemica con dove son finiti
Dove sono perché non torno perché i sovietici non rilasciano torna la
La politica però in questo quadro appare abbastanza poco
A volte con considerazioni anche così che volevano rivoluzionare l'immagine della politica cento c'è un servizio su Nenni che consiglio nazionale socialista Liceo Visconti e lo speaker dice commentando Nenni che era senza giacca
Dice fa piacere constatare che dopo anni di divise si può parlare di cose serie anche in maniche di camicia
Vedendo alla conclusione alla
Abbiamo detto prima che i neorealismo convive rispetta a un la quota maggioritaria di firme secondi vecchi generi tratti film italiani
Che vennero distribuiti perché alcuni erano stati prodotti prima furono solo venticinque quarantacinque e sessantadue nel mille novecentoquarantasei
Questa compresenza testimoniata anche dal primo festival di Venezia come per quarantasei dove accanto a Monte Cassino di ispirazione cattolica
Sulle vicende durante la guerra appesa al sole sorge ancora firme invece di ispirazione resistenziale c'era anche oscene Eugenia Grandet di Mario Soldati
Tra l'altro anche ci sono dei delle strane come dire contaminazioni ad esempio c'è il filone del melodramma che riprende fortemente diciamo sono anzi i film recenti versi di maggior successo Lucia di Lammermoor firme con i tenori con i cantanti e due di questi film sono uno strano miscuglio tra storie ambientate nella Resistenza nella guerra il melodramma come Davanti a lui tremava tutta Roma O Sole mio interpretati a Tito Gobbi in cui il Cantone e l'opera si alternava invece a storie punta ambientate nella Roma occupata o alla o al fronte
La dato il cinema appunto registra e valorizza anche tutte le esperienze tradizionali
Differenze regionali e quindi ad esempio Panizza eccetera eccetera eccetera salto tutta una serie di cose va detto che però di fronte alle tendenziale colonialismo culturale e stilistico del cinema americano in Italia non solo grazie al giorno realismo mancante ad altri generi il cinema ritrovo dei suoi linguaggi senza bisogno di contributi esterni
Anche se poi le matrici culturali erano plurime affondavano la storia in tutto il cinema europeo
In definitiva però il cinema non raccontò fino in fondo la dimensione politica
In parte la resistenza raccontò più lo spaesamento della gente comune di fronte ai rivolgimenti alle distruzioni della guerra devi fare mente i pomodori lettere anonime è uno tra la folla con Eduardo vivere in pace un giorno nella vita o anche appunto il difficile ritorno dei reduci che diventa diventa occasione di molte circle tecnici firmare così impostogli Attone di quel bandito la vite con Nazzari la vita ricomincia e però la sostanza è che il cinema migliore forse alla politica scrisse un'agenda di problemi per la politica
Problemi che la politica era ben consapevoli di dover affrontare ma almeno alcuni settori del mondo politico non erano contenti che quei problemi venissero in qualche modo come sappiamo mostrati in quel modo questa sarà una delle ragioni per cui una parte della democrazia cristiana vorrà tenere il cinema fuori dalla televisione quando nasce da nel cinquantacinque uno degli intenti a ritenere fuori il cinema da Treviso nel proprio per l'esperienza che era stata compiuta dal dopoguerra fino agli anni cinquanta
Ovviamente queste fonti ci dicono molte altre cose sul paesaggio rubano il paesaggio rivolto a tutte cose che le fonti
Le altre fonti non ci possono raccontare ma questo discorso rimanda agli atti in definitiva il nel cinema ritroviamo
La anche qui va superata l'equazione il l'equazione che allora venne stabilita tra neorealismo e comunismo e realtà diciamo non non ha senso perché conto poi di fatto quasi nessuno di quei registi era comune insomma Rossellini stesso poi farà un film su De Gasperi quindi è una storia più complicata che adesso non posso ricostruire concludendo e tra l'altro alcuni cattolici come padre Morrione poi inviteranno i cattolici alza valorizzare il neorealismo e non non rifiutato proprio per non lasciarle comunisti
La in definitiva diciamo dentro il cinema c'è questa partecipazione politica ma non ritroviamo del tutto in modi che le forme della nuova politica che prende corpo in Italia dopo il venticinque aprile le cose vogliamo dopo dopo mille novecentoquaranta perché
Desidero ringraziare professor Taviani per quanto ci ha detto e mi limiterò soltanto a reintegrare con una testimonianza personale
C'è qualcosa che invece non si vedeva in quegli anni ed erano i documentari decine delle dell'Istituto Luce di epoca fascista
Io ricordo che all'inizio degli anni settanta
Ernesto G. Laura che era il presidente dell'Istituto Luce allora
E piacer mio cugino che era il direttore dell'Istituto Luce invitare o no
Renzo De Felice mio fratello me austere Veltroni che erano storico inglesi anche amico di De Felice a vedere per la prima volta Mussolini
Tutti quei firme
Nel non l'amo ma il più bisticci avevamo pure dimenticati
Fu mi ricordo quel giorno in questa saletta piccola dell'Istituto Luce una nazione gigantesca che ebbe De Felice come LBO arreco male libero gli altri che che erano lì vedemmo per esempio quello stranissimo
Discorso di Mussolini ad Ancona in questa bozza agli occhi che si vede poi speso adesso non ne possiamo più di vederlo
Ma allora non l'avevamo mai visto
E credo che si passa ad attaccare questa cosa anche con il primo documentario che ha utilizzato primo film che andato nelle sale che ha autorizzato questo materiale documentario che era quello di Nico Naldini
Cugino di Pier Paolo Pasolini e si chiamava mi pare fascista se non mi sbaglio e la colonna sonora tra l'altro fu scritta ma non credo che questo risulti da Giorgio Bassani
Perché ricordo che Nico Naldini mala passò per dire braccio una certa svedese tutte corrette fatti proprio lo risentita dettata queste sono cose giuste non mi ricordavo che l'avevo in qualche modo triste io
Però portano dal presidente non si vedevano più Roscoe
Penso invece
Abbiamo
Alcuni che sono definiti brevi presentazioni di altre ricerche del Comitato nazionale
E intervengono Emanuele Bernardi Gianni Dessì Alessio Gagliardi Gerardo Nicolosi Tommaso Piffer Isabella Valentini sono delle comunicazioni Brevi
E che dovrebbero essere sul nell'ordine dei tre cinque minuti per ognuno pregherei anche ognuno di venire qui e anche di presentarsi brevemente
Perché io non
Sono onnisciente
Nardi ci deve Sensi presenze ci dice anche qual è il tema sì o no io sono però realizzato un dottorato di ricerca Firenze
Io ha realizzato una ricerca intitolata il Partito Comunista Italiano che la democrazia cristiana di fronte alla riforma agraria
Aggregazione divisione del movimento contadino un dialogo interrotto di novecentoquarantaquattro quarantasei
Alla risultato per il principale della presente ricerca che vi vado brevemente a descrivere è che nel periodo che va dal quarantaquattro la fine del quarantasei
Il PC e le sinistre villa vicino realizzava uno tra virgolette dialogo sulla riforma agraria ispirato no ma alle forme classiche dell'attività legislativa
Bloccata da una tregua istituzionale e dall'attesa per la definizione della Costituzione ma basato sulla pressione sociale dei contadini quali strumenti di rafforzamento delle rispettive proposte di riforma
Nel modo di vedere sono due gli elementi che sinteticamente sono rilevanti cioè punto primo che tale attività fu concorrenziale
Nel senso che ogni partito cercò di perseguire il proprio disegno egemonico cercano di avvantaggiarsi poeticamente del movimento contadino
E secondo punto tale attività fu anche allo stesso tempo convergente perché esaltando l'antifascismo
Si pose in modo antitetico alla cultura liberale e costituire una pressione comune sui proprietari terrieri
Esercitata sia per ottenere vantaggi economici di breve periodo per i contadini se per definire un quadro di riferimento quasi una situazione di fatto
Rispetto al quale assumere posizioni e decisioni in merito agli articoli relativi alla riforma agraria ed alla proprietà privata
Dibattuti nell'assemblea costituente gli articoli quarantadue quarantaquattro in particolare
La ricerca si è avvalsa soprattutto delle fonti depositate presso l'Istituto Gramsci nell'archivio Sturzo
Di archivi privati come quello di Vincenzo vinse varia a Reggio Calabria di Fausto Gullo a Cosenza
Poco tempo che ho a disposizione mi soffermerò brevemente sul azione del PC nelle campagne rimandando poi a quella della DC nel nell'elaborato finale
Nel periodo quarantaquattro quanta se come è noto il PCC e se il ministero dell'Agricoltura assegnato al calabrese Fausto Gullo promotore di una complessa legislazione
Il decreto quello sulle che Hass che prevede l'assegnazione delle terre incolte alle cooperative contadine in particolare riassumeva in sé i caratteri della politica togliattiana
Da un lato spesso inseriva l'azione delle masse in una sfera di legalità costruendo così un ponte tra le istanze radicali e potenzialmente anarchiche dei contadini e il nuovo Stato che si andava definendo
Dall'altro consentiva l'innesco di nuove occupazioni e permetteva quindi al partito di contare su uno strumento di pressione dal basso utile per esercitare condizionamenti sulle decisioni politiche del governo
Il decreto curo sue terre incolte rappresentava le spinte esistenti nel partito tra coloro che vedevano nella legge
E nello istituzioni che si andavano formando un po'occasioni per il movimento contadino di acquisire importanza io tenevo progressi economici e sociali muovendosi all'interno Italy nuovi istituti
E coloro che vedevano nella veste legalitario di decreti
Un invece un limite al movimento che doveva essere indirizzato verso una costante mobilitazione classista potenzialmente rivoluzionaria e non necessariamente finalizzato a raggiungere accordi con la controparte
Il progetto di riforma agraria e concludo questa breve
Presentazione che la cultura e la strategia comuniste sopra descritte espressero non poteva che muoversi dunque lungo due direttrici diverse sebbene non antitetiche tra loro
Come dimostra i documenti relativi all'attività della Commissione agraria del PC
Presidente presiedute Andrea Ruggiero Grieco e Fausto Gullo all'interno del partito esiste un dibattito intenso sul progetto di riforma agraria ad avanzare e proporre la DC ed agli altri partiti
Le due linee si tradusse un'elaborazione di due progetti di riforma
Uno radicale
Perché parlava di una riforma quale strumento di ulteriore mobilitazione di inasprimento dello scontro classista e di una rivoluzione agraria
L'altra più moderata sensibile rapporti di forza e al mantenimento di un quadro legalitario dell'Azione Comunista
E rispetto a tali proposte Togliatti sensibile al mantenimento d'intesa con gli altri partiti soprattutto quella delicatezza del momento determinata dal voto del due giugno dell'attività per la Costituente nonché per una valutazione dello studio dello stadio di sviluppo del capitalismo italiano
Assunse in sostanza una posizione favorevole alla moderata tra virgolette
Ne in Assemblea costituente e concludo Togliatti si allontanò tuttavia da una logica localistica della riforma agraria devo molto e del movimento contadino espressa al quinto congresso
Per passare all'impostazione proprio organica ed unitaria in costituente il segretario del PC affermava infatti non vedere positivamente un regionalismo spinto ed una riforma agraria a questo collegata localizzata solo le aree di maggior forza del partito come l'Emilia
Ciò avrebbe costretto il partito ed il Paese
In un'ottica provinciale localistica impedendo nota il collegamento tra le varie parti dell'Italia bloccato ulteriormente non processo riformatore selettivo e incapace di dare unitarietà alle lotte in continua espansione
Mi fermo qua ma perché abbiamo detto tra i cinque minuti
Nella nell'elaborato finale troverete e l'elaborazione del della della sinistra DC e del rapporto con il PC e come questa intesa verrà a a terminare alla fine del quarantasei a contribuire alla al all'esclusione delle sinistre nel maggio del quarantasette
Grazie ora
Grazie
Ora la parola Gianni desidero Università di Roma Tor Vergata
Grazie presidente il tema della mia ricerca la ripresa del dibattito filosofico all'Università di Roma
Negli anni quarantatré e quarantasei ecco io credo si debba dire subito una cosa quanti preliminarmente cioè che bisogna chiarire in che senso nel quarantasei nel quarantacinque quanta dei ci sia stata una ripresa e quali sia stato il tipo di ripresa che a Roma nel mio sita in quegli anni si è delineata dico questo perché perché insomma il dibattito tra filosofi nell'università non ebbe mai termine N durante il ventennio né tantomeno durante gli anni la guerra
Un dato che può essere interessante così ricordare come segno di questo ininterrotto dialogo
è una dedica che Guido Calogero scrisse in un suo libro difesa dei liberal socialismo che dono a Ugo Spirito che abbiamo trovato miliardi dorica della Fondazione Spirito
E Calogero scriveva
Lecco carissimo spirito questo è un libro che ti ricorderà tempi remoti di quando tra Pisa e Roma tra il trentacinque e il quarantadue
Discutevamo non più solo dell'atto un puro di Aristotele dell'atto scuro Speed gentile ma anche del rapporto tra socialismo e liberalismo e della tua corporazione proprietaria infine del sempre più drammatico avvenire del mondo
Insomma questo è un testo che Calogero pubblico inizialmente quarantacinque difesa il liberalsocialismo ripubblicò negli anni settanta e comunque il contenuto e tali da fare comprendere come all'interno dell'istituto di Filosofia di Roma
Una interruzione il dialogo tra filosofi
Credo che non ci sia mai stata questo è un dato che si può anche vincere vedendo rapidissimamente ci sono degli archivi del volume dei volumi dell'archivio di filosofia era una pubblicazioni
Che Enrico Castelli direttore del prima Regio Istituto di Filosofia e poi se lo rifiuto via di Roma curava e in questi voluminosi troviamo presenti esponenti di punta delle maggiori tradizioni filosofiche c'è Banfi
C'è Calogero c'è Gentile negli anni tra il quarantatré e il quarantasei e quarantacinque scusatemi quarantatré quarantaquattro e quarantacinque sono tre volumi estremamente interessanti proprio per la presenza apparentemente paradossale
Ma dico di Gentile di spirito che in quegli anni era sottoposto a processo per le colazioni da quarantaquattro e quarantacinque di Calogero che invece prima
Confinato perché liberalsocialismo poi personalità di spicco a Roma quindi insomma se un dibattito filosofico e non si è mai interrotto in che senso e chiudono rapidissimamente insomma ecco in che senso impostare una ricerca sul dibattiti sulla ripresa del dibattito filosofico ecco io questo ci deve precisare la mia visto sia una diversità in quegli anni tra il quarantacinque quarantasei gli anni precedenti il quale questa diversità
Che sia per la prima volta dopo anni un dibattito filosofico pubblico
Cioè un dibattito filosofico pubblico
Che cosa significa significa che ci sono due caratteristiche che prima erano Diversi o erano l'AT&T che non emergeva che ad esse emergono tra i temi che la ricerca né in cielo e che qui non voglio neanche accenno soltanto c'è un congresso di Filosofia internazionale che si tenne a Roma
Dal quindici al venti novembre quarantasei quarantasei nell'aula di Palazzo Madama al Senato e questo congresso ebbe un rilievo sulla stampa dalla Osservatore Romano all'unità
Senza paragoni quindi il dibattito tra filosofi
Negli anni tra il quarantacinque quarantasei a Roma
Subito un'accelerazione una pubblicità che prima con tutta la ricchezza dei contributi archivia filosofia non aveva mai avuto prima questione seconda questione in questi anni sia nel congresso di filosofia che dicevo sia nell'archivio di Filosofia si nota una idea che continuamente ritornerà cioè quella della funzione pubblica della filosofia
Qui il discorso è estremamente interessante perché in realtà l'attualismo gentili hanno parlava sicuramente di una funzione pubblica della filosofia in modo diverso
Ma negli atti di questo congresso internazionali filosofia il tema della funzione pubblica la filosofia e centrale
Castelli Enrico Castelli che era il direttore del registro di di studi filosofiche del promotore di questo convegno e dia alcune affermazioni molto interessante a questo proposito io leggo soltanto la conclusione del convegno che Castelli
Scrive a conclusioni e il venti novembre di questi e giornate di studio a cui peraltro ecco io non l'ho già non ho tempo per dirlo ma sono veramente internazionali nel senso che partecipano autori come masserelle come Julian bendati come Karl Jaspers dalla Germania come Roma in Garden dalla Polonia Dewey manda un messaggio da associazioni di filosofi servì Ghezzi quindi è in realtà a meno di sette mesi dalla fine della guerra c'è un fatto che ha rilievo sui giornali nei quali ci si chiede quale sia la funzione della filosofia negli italiani del quarantasei
Che a mio avviso estremamente interessante sulla quale sul quale sarebbe opportuno adesso non o il tempo di farlo ma indiane delineare le caratteristiche però una cosa vorrei farla e chiudo veramente
Rimandando naturalmente ad altri alla relazione insomma altri aspetti dire appunto quali secondo Castelli era il fine di questo primo Congresso Internazionale di Filosofia quindici venti novembre
E e quali suggerimenti si possono trarre dagli intenti che Castelli si poneva e da ciò che questo congresso di Filosofia fu Castelli leggo
A conclusione del convegno dice si tratta di rispondere un'aspirazione pressante quelle di porre in atto un tentativo di conseguire l'intesa
Proprio da questo li siluri PIL di studi filosofici è stato mosso a presentare la critica i tre temi dominanti dell'era presente quindi
Castelli dice il convegno l'abbiamo fatto partendo da un'aspirazione pressante quello di porre in atto un tentativo di conseguire l'intesa
Proprio da questa esigenza
Abbiamo scelto tre temi che tra l'altro saranno il materialismo storico l'esistenzialismo e la filosofia della scienza
Perché questi tre temi materialismo storico proprie ragioni il peso del Partito comunista nella Resistenza
L'esistenzialismo perché già in Italia primato nel quarantatré a verificare un numero a questa così strana e attraente filosofia d'Oltralpe e la filosofia la scienza perché era un campo di studi filosofici
Poco noto in Italia ma insomma trasferisce comunque al di là dei temi per queste ragione abbiamo fatto il convegno e beh a detta di Castelli il convegno fu un successo perché leggo il brano perché suggestivo dice forse questo congresso di Filosofia nella storia dei convegni internazionali è il solo che abbia raggiunto per le eccezionali condizioni politiche dell'ora presente un risultato ovvero ha interrotto il silenzio di rischiava di prolungarsi troppo minacciando di rendere il quasi impossibile quel recupero insito in ogni colloquio
Due nomi scomparso il dovere di ricordare oggi a tutti i presenti il nome di Pilo Albertelli che mi fu vicino e con il quale ho vissuto drammatici giorni e Giovanni Gentile uscito sulla solida stoccate nell'aprile quarantaquattro
La libertà di poter ricordare l'uno e l'altro per alla conclusione alla quali tenda tendevano organizzando questo congresso questa conclusione è stata raggiunta così Castelli ora ovviamente è un tema ricchissimo sul quale la stenografia intervenuta più volte ma in realtà tra questa ripensa pubblica del dibattito filosofico e l'attualismo gentiliana che era la filosofia egemoniche al ministero ma che rapporto c'è stato
Ecco io qui non posso anticipare un discorso che sarebbe ben più lungo di cinque minuti però questo è l'oggetto principale ricerca e questi tre temi congressi internazionali filosofia le curve
Azioni l'archivio di filosofia e l'avvicendamento allegati universitarie sono i tre Furchì attorno a quali cercherò di risponde a questa domanda che sono la domanda posta poi grazie
Ringraziamo Gianni Dessì la parola a Gerardo Nicolosi Università di Pisa di Siena diversità di Siena di finire stadi sia dunque oggetto e la mia ricercare il
La posizione dei liberali italiani in rapporto alla resistenza c'è una ricerca che punta a ricostruire quale sia stata l'interpretazione liberale della Resistenza
Si fa riferimento al dibattito coevo tra forze politiche sulla natura sulle modalità di azione ed anche sui Istituti della Resistenza nel periodo che va dalla caduta del fascismo
Alla liberazione ovviamente la ricerca parte dalla considerazione del ruolo attivo che hanno avuto i liberali italiani
Un dato che bisogna riconoscere non è stato adeguatamente rilevato dalla storiografia resistenziale così come d'altronde non è stata devotamente considerata l'esistenza di un antifascismo liberale anche negli anni più maturi del regime
Qui brevemente bisogna ricordare che già verso la fine del mio centoquarantadue esponenti liberali vanno raccogliendo sia attorno ai leader del liberalismo pre fascista
Nell'inverno del quarantatré attivo o il gruppo di ricostruzione liberale tra i quarantadue quarantatré esponenti liberali contribuiscono alla formazione del comitato che raggruppa le forze antifasciste
Durante quarantacinque giorni non di similmente agli altri partiti liberali intensificano la loro attività organizzativa che porterà successivamente gradualmente alla ricostituzione di un partito politico nazionale
Grazie all'esistenza di un nucleo di quadri un nucleo di quadri che aveva agito in clandestinità ed anche grazie alla confluenza di alcuni segmenti organizzativi appunto che erano già attivi
Quindi caduto il regime si assiste diciamo a una mobilitazione di quella che era stata la Rete dell'antifascismo in patria
Si instaura un rapporto privilegiato con le formazioni militari autonome di cui si occuperà Tommaso Piffer
Si assiste ad una partecipazione attiva e con esiti anche determinanti di esponenti liberali in seno al CLN
A livello centrale non è da trascurare il ruolo politico giocato da alcune personalità della classe dirigente liberale pre fascista che bisogna ricordare era insomma la sola ad avere un'esperienza di governo aveva buoni contatti con gli ambienti di corte con gli ambienti Minotti militari ed anche con l'amministrazione almeno con quei settori dell'amministrazione rimasti ancora in vita
Quindi la ricerca si sviluppa guardando al rapporto tra resistenza e transizione alla democrazia rileva la posizione dei liberali in merito alle esigenze di ricostruzione dell'ordine costituzionale di ripristino
Delle regole del gioco democratico in primo luogo credo sia necessario soffermarsi sulla concezione liberale della lotta armata di liberazione
Che i liberali cioè sul valore della guerra partigiana anche liberali intendono come un secondo Risorgimento come guerra patriottica
Come uno strumento di rigenerazione politica e morale della del paese
Cioè i liberali non disdegnano la guerra per bande anzi la sostengono vi partecipò ma si registra un passaggio graduale da un atteggiamento da un un passaggio da un momento puramente ribelli scrivo ad uno
Va invece in cui prende piede l'idea appunto che il capitolo debba chiudersi in presenza di un governo legittimo
E ad ogni chilometro guadagnato dal fronte alleato cioè con la progressiva liberazione del del territorio nazionale si afferma il principio che la lotta di liberazione debba essere condotta da forse
Regolari
Regolarizzare i partigiani non partigiani Zare l'esercito come sosteneva Mario Ferrari
Quindi riguardo agli aspetti invece più propriamente politico istituzionale la ricerca guarda alla posizione delibera italiani in ordine ad alcuni problemi che nel processo di transizione alla democrazia
Poi assunsero una importanza straordinaria cioè i problemi attinenti alla natura per esempio non oppure al ruolo dei CLN
Ai rapporti tra CLN governo al ruolo dei partiti
Alle modalità di liquidazione del fascismo alle garanzie di giustizia la ricostruzione degli istituti della rappresentanza solo per citarne alcuni
Quindi sintetizzo concludo si tratta di rilevare cioè la ricerca rileva la posizione assunta nella gestione di un'asta
Situazione intesa innanzitutto come emergenziale
Innanzitutto c'è appunto questa idea del ci ellenismo in particolare questi da Lecce Legnano visto come un'alleanza di guerra
Ma in cui è già possibile dire che il principio ricco guida rimase quello della fedeltà all'idea dello stato di diritto e l'obiettivo appunto quello della costruzione di un regime liberaldemocratico se ne sono questioni Problemi attorno ai quali i liberali hanno una posizione ben chiara denso Ottone attenzione di dibattito coevo e quindi sulla quale insomma credo sia opportuno non riflettere
Questo un po'l'oggetto della mia ricerca
Grazie grazie mille
Adesso parlerà invece Tommaso Piffer dottorando di Storia all'università
Di Bologna sulla politica delle Brigate autonome
Sì dunque l'oggetto della mia ricerca sono state appunto le caratteristiche salienti delle formazioni autonome e in particolare in Piemonte che ho per formazioni che operarono accanto alle Garibaldi e alle formazioni Giustizia e Libertà tracciò alcuni brevissimi punti che si esplica Tespi fitness Filippi cattivi dei risultati raggiunti nel corso della ricerca la prima osservazione è che a dispetto di quanto generalmente sostenuto dalla storiografia nelle formazioni autonome non era affatto assente una posizione di tipo politico
E anzi tale presunta insensibilità era esplicitamente contestata dei vertici delle formazioni scopo dell'azione partigiana era quello di una liberazione dal nazifascismo
In vista della democratizzazione dello Stato modellata secondo un concetto di antifascismo di marca strettamente antitotalitaria
Da tale concezioni dell'antifascismo e del secondo punto derivava una ben precisa concezione del ruolo della Resistenza scopo della Resistenza doveva essere quello di collaborare con gli alleati
Perché dare il contenitore all'interno del quale si potesse svolge nel dopoguerra il gioco politico
Della vicenda i comandanti autonomi così non trovavano spazio operazioni militari che avesse lo scopo di compromettere situazioni che potevano essere affrontate nel dopoguerra
In particolare manca in questo senso l'ossessione per l'insurrezione come momento decisivo durante il quale imporre nei fatti la presenza della Resistenza
La politica la politicità delle formazioni tono vede il terzo punto
Si configuravano come il rifiuto della politica ma come il rifiuto di considerazioni che potessero compromettere o diminuire l'efficacia della lotta
Vanto delle formazioni autonome era quello di presentarsi come possibile terreno di incontro per le diverse istanze politiche
In queste formazioni così militavano uomini tutte le tendenze politiche partitiche senza che fosse permesso a nessuno né tanto meno la formazione di farsi formalmente e ufficialmente rappresentante di tale tendenza
è significativo che il comandante della Guardia di Enrico Martini Mauri che è un eroe della resistenza ridotto solitamente al rango di un anticomunista reazionario il comandante della sua guardia era tale Attilio Pignone un marinaio di Ventimiglia la cui fede comunista era ben rappresentata da una vistosa falce e martello tatuata sul petto
Da tutto ciò ed è il quarto punto ne nasce la constatazione che l'attribuzione di intenti restauratori ai vertici delle formazioni autonome ma di molto ridimensionata se non esclusa
Si tratta a mio avviso in etichettatura attribuita per motivi di competizione politica da parte di forze che si ritenevano maggiormente progressiste
Ora se questi sono molto sinteticamente i risultati raggiunti per quanto riguarda le caratteristiche delle formazioni autonome
Altrettanto interessante e potenzialmente s'ricco di spunti future è stato soffermarsi sul quadro concettuale metodologico che la storiografia affinché utilizzato per inquadrare le formazioni autonome all'interno del complessivo panorama resistenziale
Secondo una visione storiografica consolidata si all'interno del fronte resistenziale avrebbero militato soggetti collettivi tra loro nettamente differenziati dal punto di vista ideologico
Vi sarebbero state organizzazioni politiche ossia progressiste e rivoluzionare e organizzazioni a politiche ossia conservatrici e reazionarie
A loro volta collegate a soggetti partitici che analogamente qualificati mi sarebbero stati i principali organizzatori
Questa lettura delle vicende però è finalizzata sostanzialmente a identificare una supposta anima autentica del movimento partigiano naturalmente quella progressista e rivoluzionaria e in ultima analisi e finalizzata e funzionale alla legittimazione politica dei partiti che ne sarebbero stati i principali animatori ossia sostanzialmente il Partito comunista il partito azionista e in questo panorama che è stato tratteggiato il giudizio prevalente sulle formazioni autonome
Le quali in virtù di una supposta politicità sinonimo di conservatorismo che reazionari Isma'sono state trattate con sufficienza se non con esplicita ostilità ma l'esame della documentazione ha suggerito nel corso la ricerca un quadro assai più sfumato incerto
Facendo ritenere che il livello di coscienza politica presente tra gli uomini delle bande partigiane sia stato assai minore di quanto risulti dalla ricostruzione che si è riassunta
Questi militavano in una o nell'altra formazione per motivi spesso casuali o comunque con motivazioni molto varie e non riconducibile opzioni strettamente politiche
Dove la politica giocò un ruolo più decisivo fuori velo dei vertici di organizzazioni e in un certo senso si potrebbe dire che la grande massa partigiana
Invece di essere soggetto di scelte partitica ideologiche
Fu in un certo senso oggetto delle conseguenze che queste scelte imponevano i vertici le organizzazioni la storiografia però non pare prendere atto di questo dato con se lo fa non ne trae le dovute conseguenze sul movimento partigiano bene quindi proiettata l'immagine che una lettura ideologica vorrebbe di questo accreditare a volte e con questo episodio mi avvio a concludere questo fenomeno di scissione tra la realtà vissuta e la realtà raccontata è riscontrabile all'interno dello stesso oggetto
In questo senso sono significativi gli scritti di Dante Livio Bianco
Leggendo la corrispondenza del periodo clandestino infatti si ricava l'immagine di un movimento partigiano dinamico all'interno del quale convivono varie tendenze dove il problema di trovare armi e soldi che all'ordine del giorno
E dove soprattutto la tensione politica dell'autore si scontra molto spesso con una massa partigiana che ha ben altre preoccupazioni
Parlando della stampa da distribuire ai partigiani ad esempio bianco suggerisce di non dimenticare le trattazioni politiche sottospecie cito di semplici punti d'orientamento per ignoranti imbecilli come sono politicamente il novanta per cento dei partigiani fino in stazione
Nel saggio venti mesi di guerra partigiana nel cuneese invece scritto subito dopo la fine del conflitto sembra di leggere tutta un'altra storia
Gli elementi di complessità e di contraddizioni e passa in secondo piano e le categorie politiche occupano quasi tutta la scena
Veramente scrive Bianco
Pensate in siamo talvolta che se Gobetti avesse potuto vedere un reparto di giellisti nel cuneese perfettamente modernamente armato con la preparazione tecnica è un equipaggiamento tanto curati e al tempo stesso una così profonda coscienza politica
Una così spiccata forza morale con così si bici nel senso dell'antiretorica avrebbe provato la stessa ammirazione che provava davanti agli operai della FIAT così bianco subito dopo la fine da guerra naturalmente per accreditare questa lettura delle vicende è necessario mettere in secondo piano tutti quegli elementi che varrebbero contraddirla
Infatti quando nel mille novecentocinquantaquattro in Audi pubblicò un volume comprendente sia il saggio citato sia parte delle lettere alcuni significativi passaggi di queste furono tagliati Leo Messi
Che con questo curioso episodio censura chiudo rimandando al testo della mia relazione
Grazie adesso ultima ma solo per motivi di ordine alfabetico e Isabella Benedettini dell'università
No finito un dottorato in storia contemporanea alla Sapienza attualmente collabora con l'università San Pio quinto di Roma e la Fondazione Ugo Spirito
Nella lo dica sì cioè il e il tema è la riorganizzazione degli istituti storici tra la caduta del regime fascista e la nascita della della Repubblica italiana
Intanto voglio semplicemente dire che l'impostazione metodologica che sto seguendo in questa ricerca che tuttora in corso
Mole cercare di unire da un lato la storia della cultura storie del pensiero al passato invece de delle istituzioni culturali
Secondo una recente ormai non più tanto recente indirizzo di studi che è stato insomma avanzato tempo fa
E in questo senso pensato di soffermare la mia attenzione principalmente sull'Istituto di Storia moderna e contemporanea di Roma e della annessa scuola di storia moderna e contemporanea diretta da da Volpe
E sulla Giunta centrale per gli studi storici e la sezione italiana del Comitato Internazionale di Scienze Storiche che ha goduto della presidenza diritti Chabod voglio soltanto avanzare qui l'ipotesi sulla quale sta lavorando che quella di una sostanziali continuità sia nella nel ruolo prende la funzione di questi istituti culturali sì anche continuità di uomini ci sono appunto nel secondo dopoguerra giovani che erano stati allevati nelle strutture del regime fascista che si ritroveranno mano controllare l'imminente importanti posizioni
Della niente all'interno di queste istituzioni culturali
Il la continuità del ruolo di di di questi istituti risale ad un discorso abbastanza abbastanza remoto
Fondamentalmente alla a al negli anni immediatamente successivi al conclusione del processo di Risorgimento nazionale
Quando poco dal Piemonte dalla Toscana dalla Lombardia si avviò una strutturazione capillare a livello raggi regionale di Deputazione di storia patria di società grandi storie nazionale con il compito fondamentale di ridurre la distanza la separazione tra la società civile
E quella che era l'idea invece che lo Stato nazionale unitario e quindi il risultato della della della rivoluzione che veniva percepita
Da rivoluzione nazionale che veniva percepita come imperfetta come ancora da completare per cui c'era una volontà centralizzata da parte del del Piemonte
E quindi poi del neonato Regno d'Italia di usufruire non solo di queste istituzioni culturali ma anche della della storia e degli storici fra gli intellettuali in modo particolare
Per assegnarli una funzione di carattere civile ed etico di avanzamento della società il suo nel suo complesso questo elemento di continuità ovviamente con la connotazione politica evidentemente diversa
Viene portata avanti anche durante gli anni del regime fascista
E in un certo qual modo accentuata sia da un punto di vista dell'accentuazione dell'accentramento
E Dell'Atti centralismo all'interno di questi istituti culturali sia poi anche da un punto di vista di numero di attività
E di iniziative che vengono portati avanti tra le quali anche alla all'affiancamento ai più giovani studiosi che poi insomma si formeranno in quegli anni che si parlano in quegli anni
E insomma Lalli lo stesso questa stessa continuità che esiste tra l'Italia a del calibra le e l'Italia del del periodo fascista
E lo lo intravista anche nella nella nell'Italia della del dopoguerra
Evidentemente anche in questo caso ulteriormente cambiata di segno e segno di colorazione politica e quindi ho cercato più che altro di pormi la domanda su cosa si potesse basarsi questa questa continuità
E al di là appunto del ritorno di uomini e dire di attività varie individuato due diverse piste di ricerca che andar Nouveau che dovrà in dovranno essere indagate la prima è proprio la cultura anni organistica italiana perché evidentemente nelle sue tre diverse ramificazioni
Crociana gentiliana e marxista gramsciana domina la storia culturale dell'Italia del Novecento in questo senso impone soprattutto la funzione del dell'intellettuale militante evidentemente
Non utilizzo questa spessore una certa elasticità di di di significato
E un'altra un'altra un'altra solo perché oltre questo questo ritorno alla al valore mitico
Del Risorgimento che rivive nella nella Resistenza che viene letta dai suoi protagonisti come una un secondo Risorgimento questa volta più autentico AN più più utenti con con una matrice sociale molto più evidente democratico i segmenti di piccola fatte con la terza e giustizia sociale però evidentemente si tratta soltanto di ancora ancora di ipotesi di lavoro sulle quali insomma arresto uno solo cominciando la ricerca per cui il rinvio anch'io agli atti e vi ringrazio
Auguri e con questo augurio chiudiamo la seduta pomeridiana di oggi